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| Che cos'è il potere? Ray lasciò scorrere lo sguardo sulle pagine ingiallite di un vecchio trattato di filosofia che teneva tra le mani, scorrendole con la punta delle dita e lasciando che i suoi occhi incontrassero solo nomi e avvenimenti, senza soffermarsi a trarre informazioni dalle lunghe e noiose righe didascaliche che li succedevano. Quel giorno, studiava meticolosamente la questione del "Potere", benché non gli interessasse particolarmente, in realtà. Non era un quesito che gli era mai capitato di porsi. Molte persone, alla domanda "Cos'é il potere", s'era reso conto che avrebbero probabilmente risposto "I soldi", "La forza" o, in uno slancio di perbenismo, "Gli amici e gli amati"; eppure il Re non riusciva a rispecchiarsi in nessuna di tali interpretazioni. Non che per lui il concetto di potere fosse qualcosa di più rude e essenziale, tutt'altro, bensì perché il Regnante non aveva mai dovuto porsi una domanda simile. La "Potenza" per lui era sempre stata un elemento talmente elementare da portarlo a non chiedersi nemmeno come si sarebbe ridotto senza di essa. Nemmeno a dubitare della sua mancanza. Vi erano cose estremamente più interessanti e utili del potere, infatti. Quali il divertimento, la conoscenza, il controllo... E infatti, Ray non si sarebbe soffermato al di sopra di una lettura simile, se non che un paragrafo aveva attirato la sua attenzione. Un paragrafo che trattava del potere in quanto potere politico. Il Re amava la politica, e i suoi occhi non poterono fare a meno che essere attratti da quell'insieme di parole scritte sulle pagine, affondandovi all'interno. Conosceva già Machiavelli, Hobbes, Rousseau, Kant... ma lo scritto sembrava partire da prima ancora, introducendo i concetti di Platone, Plutarco, Socrate e i loro contemporanei. Idee che trovò estremamente incoerenti. Secondo il primo, uno stato controllato diviso per classi, controllato da quella dei pensatori. Un modo originale, almeno secondo Ray, per coalizzare le classi guerriere contro di se. Anche per Plutarco, il politico doveva necessariamente rivelarsi un pensatore. Ma mai figura più inutile del pensatore si può ritrovare in tempi di guerra. Del terzo non lesse nemmeno una riga, sconvolto dalla negligenza con la quale il filosofo sosteneva di "non sapere". Idee sbagliate, obsolete. Come sosteneva Machiavelli, Filosofia, Politica e Moralità sono campi estranei l'uno all'altro. Ognuno influisce in maniera inconsapevole e inaspettata sugli altri, è vero, ma non per questo deve lasciarsi influenzare a sua volta. E come diceva Hobbes, il potere del governante dev'essere assoluto, poiché in natura gli uomini sono in stato di guerra e caos, necessitari di una guida, o quanto meno di qualcuno da odiare. Chiuse il libro annoiato, piegandolo nella mano. Per lui il controllo politico era anche il "Potere", se mai qualcuno avesse dovuto chiedergli tale definizione, ma a quanto sembrava non tutti i pensatori sembravano crederlo allo stesso modo. La domanda ronzava nella sua testa, priva di soluzione. Che cos'è il potere? Non erano i sottoposti, il potere? O il controllo che si aveva su di loro? Non era forse il comando? O era la forza in combattimento della quale si poteva disporre? La vita? La sopravvivenza? La volontà? Solo l'arrivo di Gryhu poté acquietare la mente del sovrano, seduto sul trono. Un nuovo elemento della corte. Un nuovo potenziale "Potere". Non si sprecò in convenevoli. Era troppo impegnato a cercare risposte, piuttosto che a salutare. Gryhu non sembrava il tipo adatto a discorsi complessi, ma forse, proprio per la sua elementarità, si sarebbe rivelato utile alla sua ricerca.
« Gryhu... cos'è il potere? »
La voce era insolitamente calma e vibrante, profonda. Priva di quella nota di follia che ne saggiava spesso le vibrazioni. Sperava in una dimostrazione pratica. Non poteva sapere, però, quanto distruttiva una dimostrazione di quel tipo sarebbe potuta rivelarsi, da parte del suo nuovo cortigiano, per il quale il potere, probabilmente, era qualcosa di completamente differente a ciò che Ray stava immaginando in quell'istante. Per il quale, probabilmente, il potere era la distruzione.
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