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Il Martello del Re?, [Contest Mensile]- Potere

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»†Gryhu†«
view post Posted on 24/4/2008, 20:25




Cammina, senza mai fermarti.
Vaga, senza avere alcuna meta.
Bandito dal Regno degli Animali,
senza casa in cui far ritorno nel Regno degl’Uomini.

Proprio così.
Un’esistenza costretta a vagare in un mondo senza luce né ombra. Cammina solitario, Gryhu, in un viale indefinibile, avvolto tanto da tenebra quanto da splendore.
Costretto a vagare nel crepuscolo, l’attimo in cui bene e male s’incrociano.
Tra i suoi simili non aveva trovato alcuno scopo, nessuna meta da perseguire… forse troppo diverso da Loro benché scorresse il medesimo sangue nelle sue vene? Infondo lo si poteva definir Uomo solo per nome, ma pel resto in lui nulla richiamava i caratteri di questa razza. A partire dalla spropositata forza –la quale spaventava i più- fino ad arrivare alla mentalità, troppo condizionata da anni di solitudine nel Gon-Grio, il Monte dei Dannati.
Ma neanche volendo poteva tornare ad essere un Lupo che brancola nelle notti di luna piena, insieme al proprio branco. Perché? Fin troppo semplice… proprio i Lupi, sovrani del regno animale, non lo avevano accettato tra di loro.

Ma in quella notte di Tenebra,
un fascio di Luce squarcia ogni male.
Ma in quel giorno sfolgorante di Luce,
un fascio di Tenebra squarcia ogni bene.

Ibrido per l’eternità, costretto a camminar per sempre in un mondo di fattori contrapposti.
Non sapeva il come, e soprattutto non sapeva perché. Senza rigor di logica, mosso solo dall’istinto era arrivato fin lì.
Al confine dei Mondi.
Al confine della Realtà.
Al confine del Dolore e della Felicità.
E cosa vedevan quegli occhi
dorati e al tempo stesso spenti?

Un Trono.
Ma non un trono qualunque,
di quelli occupati solo da inutili uomini.
Nessuna feccia sedeva su quel magnifico scranno.
Quella era la Culla di Dio.

Un passo.
Poi un altro, e un altro ancora.
Camminava rapito, accompagnando i suoi piccoli passi col frastuono dell’enorme Martello in spalla, muovendosi in una Sala completamente oscurata, avvolta dalle Ombre. Eppure, anche se il Buio avvolgeva ogni cosa, rimaneva uno spiraglio di luce infondo infondo.
Quel Trono brillava di luce propria.
E più lo guardava, più si rendeva conto che valeva ancora la pena di vivere.

E tu, Regnante di questo Sporco e Candido mondo…
Cosa Sei?

 
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view post Posted on 26/4/2008, 14:15
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Che cos'è il potere?
Ray lasciò scorrere lo sguardo sulle pagine ingiallite di un vecchio trattato di filosofia che teneva tra le mani, scorrendole con la punta delle dita e lasciando che i suoi occhi incontrassero solo nomi e avvenimenti, senza soffermarsi a trarre informazioni dalle lunghe e noiose righe didascaliche che li succedevano.
Quel giorno, studiava meticolosamente la questione del "Potere", benché non gli interessasse particolarmente, in realtà. Non era un quesito che gli era mai capitato di porsi.
Molte persone, alla domanda "Cos'é il potere", s'era reso conto che avrebbero probabilmente risposto "I soldi", "La forza" o, in uno slancio di perbenismo, "Gli amici e gli amati"; eppure il Re non riusciva a rispecchiarsi in nessuna di tali interpretazioni.
Non che per lui il concetto di potere fosse qualcosa di più rude e essenziale, tutt'altro, bensì perché il Regnante non aveva mai dovuto porsi una domanda simile. La "Potenza" per lui era sempre stata un elemento talmente elementare da portarlo a non chiedersi nemmeno come si sarebbe ridotto senza di essa. Nemmeno a dubitare della sua mancanza.
Vi erano cose estremamente più interessanti e utili del potere, infatti. Quali il divertimento, la conoscenza, il controllo...
E infatti, Ray non si sarebbe soffermato al di sopra di una lettura simile, se non che un paragrafo aveva attirato la sua attenzione. Un paragrafo che trattava del potere in quanto potere politico.
Il Re amava la politica, e i suoi occhi non poterono fare a meno che essere attratti da quell'insieme di parole scritte sulle pagine, affondandovi all'interno.
Conosceva già Machiavelli, Hobbes, Rousseau, Kant... ma lo scritto sembrava partire da prima ancora, introducendo i concetti di Platone, Plutarco, Socrate e i loro contemporanei.
Idee che trovò estremamente incoerenti.
Secondo il primo, uno stato controllato diviso per classi, controllato da quella dei pensatori. Un modo originale, almeno secondo Ray, per coalizzare le classi guerriere contro di se.
Anche per Plutarco, il politico doveva necessariamente rivelarsi un pensatore. Ma mai figura più inutile del pensatore si può ritrovare in tempi di guerra.
Del terzo non lesse nemmeno una riga, sconvolto dalla negligenza con la quale il filosofo sosteneva di "non sapere".
Idee sbagliate, obsolete.
Come sosteneva Machiavelli, Filosofia, Politica e Moralità sono campi estranei l'uno all'altro. Ognuno influisce in maniera inconsapevole e inaspettata sugli altri, è vero, ma non per questo deve lasciarsi influenzare a sua volta. E come diceva Hobbes, il potere del governante dev'essere assoluto, poiché in natura gli uomini sono in stato di guerra e caos, necessitari di una guida, o quanto meno di qualcuno da odiare.
Chiuse il libro annoiato, piegandolo nella mano.
Per lui il controllo politico era anche il "Potere", se mai qualcuno avesse dovuto chiedergli tale definizione, ma a quanto sembrava non tutti i pensatori sembravano crederlo allo stesso modo.
La domanda ronzava nella sua testa, priva di soluzione.
Che cos'è il potere?
Non erano i sottoposti, il potere? O il controllo che si aveva su di loro?
Non era forse il comando? O era la forza in combattimento della quale si poteva disporre?
La vita? La sopravvivenza? La volontà?
Solo l'arrivo di Gryhu poté acquietare la mente del sovrano, seduto sul trono.
Un nuovo elemento della corte. Un nuovo potenziale "Potere".
Non si sprecò in convenevoli. Era troppo impegnato a cercare risposte, piuttosto che a salutare.
Gryhu non sembrava il tipo adatto a discorsi complessi, ma forse, proprio per la sua elementarità, si sarebbe rivelato utile alla sua ricerca.

« Gryhu... cos'è il potere? »


La voce era insolitamente calma e vibrante, profonda. Priva di quella nota di follia che ne saggiava spesso le vibrazioni.
Sperava in una dimostrazione pratica. Non poteva sapere, però, quanto distruttiva una dimostrazione di quel tipo sarebbe potuta rivelarsi, da parte del suo nuovo cortigiano, per il quale il potere, probabilmente, era qualcosa di completamente differente a ciò che Ray stava immaginando in quell'istante.
Per il quale, probabilmente, il potere era la distruzione.
 
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»†Gryhu†«
view post Posted on 29/4/2008, 21:17




Sfolgorante di Luce ed Ombre al tempo stesso, v’era il Re.
Continuava a rimaner seduto sul suo Trono, immerso in turbanti pensieri.
Cosa affliggeva l’animo del Signore dei Toryu?

« Gryhu... cos'è il potere? »

Stupore. Di quelli che ti colgono alla sprovvista.
Lì per lì Gryhu non seppe cosa rispondere… si limitava ad osservare il proprio Sovrano a bocca aperta e sguardo vacuo.
Non si era mai posto una simile domanda, difatti non era dotato di una spiccata intelligenza o di una mente portata per filosofici pensieri. Neppure la lieve idea di cosa fosse un concetto astratto come il Potere rischiarava la propria mente.
Buio totale. Come quello che avvolgeva la stanza reale.
Ma quanto più le Tenebre sono fitte, tanto più la singola scintilla di Luce appare luminosa.

Inutile cercare di diventare ciò che non si è.
E quindi?
E quindi bisogna agire secondo la propria natura.

Ma qual’era la sua natura?
Gryhu era la purezza infantile, la spensieratezza, la semplicità.
Sì… ed ancora non finiva qui. Il suo nome da guerra, infatti, riassumeva perfettamente il suo animo, le sue caratteristiche. Ognuno di noi è unico per una ragione, per dettagli che lo qualificano. E solo nel proprio vero nome sono riassumibili simili piccolezze.
Da quando entrò a far parte del Regno degli Uomini lo si ricorda –e conosce- come Tuonomartello.
Il Guerriero per eccellenza. Nato per Combattere, e basta.
Dunque era l’arte del combattimento, il significato del Potere?
Può darsi di sì… come può darsi di no.
Semplicemente ogni cosa è vista soggettivamente e mai oggettivamente; solo seguendo il proprio animo –o indole dir si voglia- si può dare una risposta ad un concetto così intangibile, sfuggevole.
Ma Gryhu è un bambino, pertanto non deve far altro che rendere concreto ciò che non lo è, con le più banali e semplicistiche delle similitudini. Magari proprio nella sua elementarità stava la risposta al quesito.
Risposta che, bisognava ammetterlo, poteva anche non corrispondere alla personale interpretazione del Potere del Re.
O meglio, del fratellone. Perché non vi sono gradi tra i mocciosi; solo Compagni di Giochi.
Finalmente ha compreso… e dire che era fin troppo semplice.

È fondamentale solo che io sia me stesso.
Uno spirito libero, senza vincoli né legami.
Questo è Potere… essere se stessi.
Per te è la Fede, per lui l’Amicizia. Per Caio l’Amore, per Tizio il Denaro.
Per Ray il Trono, per me la Forza.
Semplice, Schietta, Brutale…

Una mano serrata al manico del martello, con una stretta poderosa. Fosse stato un pezzo di legno, si sarebbe sbriciolato senza difficoltà.
Il braccio si levò in alto, perpendicolare al suolo. Il Martello s’erse nella sua più sfavillante imponenza, rivelando la gigantesca mole ed il trasudante Potere.
Veloci, guizzanti scosse elettriche cominciarono ad attorniarlo nella sua interezza. Dapprima risalirono dal suolo, percorrendo le corte gambe del ragazzo, per pi arrivare al bacino, sbiascicando su per la schiena, con un brivido di vigore che s’impossessava del giovane. Erano di un blu metallizzato, contrastanti con lo spento grigio della roccia grezza.

E poi, il fatidico momento.
Calò poderosamente il braccio, infondendogli tutta la sua potenza, seguendo il movimento discendente con tutto il corpo e piegando persino le ginocchia. Il blocco in pietra del maglio s’infranse al suolo, creando un’ampia voragine alla destra di Tuonomartello. Non solo: le scariche elettriche che attorniavano l’Arma si riversarono nuovamente sulla terra, con violenza. Percossero la superficie, causando crepe continue e spaccature nel suolo regale.
E le Tenebre furono squarciate.
Gryhu assunse splendore, così come quel Monarca seduto nel suo scranno.
Chiuse gli occhi; dopodiché parlò.

«Questo, per me, è il Potere. La Distruzione
Un attimo di pausa. Il volto serio fece spazio ad un’espressione più sollevata. Un sincero sorriso si palesò nel suo volto, piegando le labbra e mettendo in risalto le fossette sulle gote.
«Ma più universalmente… è Potere essere se stessi.
Per uno può essere l’amicizia, per l’altro la forza bruta. Per te, amico, può essere il Trono


Amico.
Ne aveva trovato uno nuovo, stavolta meritevole di rispetto. Non Padrone, né Signore… aggettivi che avrebbe detto un leccapiedi più che un bambino voglioso solo di Giocare e Combattere. Che poi, nel suo caso, eran la stessa cosa.


 
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view post Posted on 3/5/2008, 11:44
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Ah!
La distruzione? La distruzione?!
Il suo sguardo seguì ogni crepa formatasi lungo il terreno, meticolosamente. Fra le colonne, i lampi saettavano ancora, nell'attesa di scaricarsi verso terra.
Così quello era il potere.
Guardò Gryhu, e dovette ammettere che da lui non si sarebbe mai aspettato una risposta così complessa come quella che gli era stata data.
L'aveva chiamato "Amico". Una parola che la lingua di Ray faticava a formulare, e che la sua gola di rifiutava di pronunciare.
Se Gryhu l'avesse servito con dovizia, allora anche lui l'avrebbe considerato un "Amico". Un amico che avrebbe appoggiato in battaglia, e al quale si sarebbe sostenuto.
Un nuovo componente di ciò che per lui era il potere. Un'organizzazione incredibilmente organizzata, al di sotto delle sue dipendenze, invincibile.
Si concesse qualche risa, meno teso.

« Bene, Tuonomartello. Il tuo potere sarà dunque anche il mio, d'ora in avanti! »

Gli sorrise con malizia, non dissimile da una serpe.
Per lui, quella, era tutta manna.
 
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