" Non svegliarti. Non svegliarti ancora. "
Quando il passato è lontano, e il futuro un'immensa incognita, il presente è sicuramente un continuo susseguirsi di scelte su scelte, per non dimenticare ciò che è stato e lastricarsi quanto più possiamo d'oro la strada verso l'ignoto. Viene per ognuno il momento di scegliere della propria esistenza. C'è chi decide di farsi chiamare Re, e comandare un grande battaglione di eroi e mercenari in una forte color della neve d'inverno. C'è chi si ricopre di delizie color sangue e campanelli per la festa, tra puttane affilate e servizi di morte. C'è ancora chi scende da un trono, titubante per l'oscurità che lo circonda e, accompagnato da un bastone, una pistola, una maschera e un potere occulto, si incammina per una via sconosciuta. Chissà se costui è conscio del destino già legato a quello di due altri individui, speciali come lui e al contempo così diversi.
Da un'altura non lontana, il grande Maniero Bianco del famigerato Clan Toryu sottostava ai piedi di un'ombra più simile ad una creatura senza corpo tangibile, il cui viso restava innaturalmente ed inquietantemente immobile, come una maschera dipinta alla perfezione. Dietro alla figura, vestita di nero, un grande cielo azzurro fresco e primaverile, ben diverso da quanto ci si potrebbe immaginare per l'arrivo di un figuro di tal genere - un assassino, all'apparenza, o tutto tranne che un'anima pia-. Sembra sorridere con labbra sottili come una curva violacea, in contrasto con la
pelle bianca come un cadavere. Uno Spettro che va, un fantasma che viene? Gli occhi, come due fosse infernali, eran rivolti verso il basso e mai nessuno avrebbe messo le mani nel fuoco sul fatto che l'ombra guardava il Castello.
Errato.Passarono molte nuvole - come zucchero filato per i bambini, invisibili se non inesistenti per lui - prima che si decidesse a fare il primo passo, seguito dal secondo e da un terzo. Un quarto, un quinto, via via sempre più sicuri, accompagnati da un lungo e signorile bastone, ormai umido per l'erba rigogliosa, bagnata per una pioggia recente. Una delle tante, in quella zona del mondo governato dagli uomini. Governato da
quell'uomo, ornato di una maschera più bella e potente della sua. Ben lontano da Terenziuvant, la Capitale, con i suoi vizi e meraviglie, con gli alti palazzi e gli intrighi di corte. In quella landa, solo una Reggia Bianca, un monte alto quanto l'Olimpo e via, distese infinite.
In prossimità dei cancelli di puro legno, massiccio ed impenetrabile, un normale viandante si sarebbe fermato prima. Cose se l'avesse visto solo all'ultimo momento, invece, l'ombra si arrestò ad un palmo dalla superficie del cancello, posando su di essa una mano guantata di nero.
" Un muro. Una porta. Un ostacolo. "Era forse un sorriso divertito quel fiato più alto degli altri, oltre il viso mascherato? La mano si chiuse in un pugno duro, battuto una sola ed unica volta in quella superficie troppo dura per essere distrutta o anche solo superata - con le buone o con le cattive -. Eppure, l'aveva avvertita, sapeva che c'era, e la cosa lo entusiasmava. Lo rendeva
potente, in un certo senso. Molto più dei suoi compagni, con bastoni bianchi e rossi, legati ad un cane da compagnia.
Il suo bastone aveva la Morte incastonata dentro. Come compagnia, due nuove conoscenze ad attenderlo oltre le mura, oltre uno dei tanti ostacoli. Perché come un cieco ha bisogno della sua guida, un Re ha bisogno del suo Boia e un Giullare del suo pubblico.
CITAZIONE
Scena GDR riservata =)