Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

[Turno 1] - Andre_03 vs Aron Vonn

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.Wolf
view post Posted on 27/7/2008, 01:22




»] Turno 1 [«

Andre_03 vs Aron Vonn


»]Arena: Un’arena per il gladiatori, è questo lo spettacolo che offre il Circo? Però, qui non ci sono clown né elefanti ammaestrati; in questo lido dimora soltanto sangue e morte, per la gioia dei più potenti. Dei capi. Dei padroni.
Si tratta di uno spazio circolare dal raggio di dieci metri, contornato da immani spalti, dove il pubblico guarda e osserva. Applaude, se gli va, oppure fischia se l’esibizione non è di suo gradimento. I contendenti entreranno da due cancellate di ferro, una opposta all’altra, e si guarderanno negli occhi. Il terreno è ricoperto da un sottile strato di sabbia.
Non c’è vento. Non c’è il sole, non v’è neppure una nuvola. Gli spalti sono rialzati da terra, almeno tre metri separano il pubblico dagli attori. Un cielo azzurro abbraccia l’intera arena. Nessun arbitro sancisce l’inizio dei giochi. Perché è alquanto palese, appena metti piede in pista…devi iniziare a ballare. [ img ]

»]N° di post: 1 di presentazione + 5 di combattimento.
»]Limite di tempo: Avete fino alle 24:00 del 20 Settembre 2008.
»]Player Killing: No.

»]Primo post: Andre_03

»]Schede giocatori: Link.


* Andre_03 inizierà il duello con una ferita di livello basso al braccio sinistro e alla tempia destra, dovuta al cedimento della stanza nella giocata di apertura. Può, però, usufruire delle due Puttane e dello Scettro.

* Aron inizierà il duello con una ferita di livello medio alla schiena, dovuta al cedimento della stanza nella giocata di apertura. Può, però, usufruire di tutto il suo equipaggiamento.





 
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Andre_03
view post Posted on 27/7/2008, 21:53




inSaNiTy and genius » ]sPeTTaCoLo TeRzO DeL gIuLLaRe[ «

Come un cane bastardo annusò l'aria.
Vi sentì odore di festa.
Gli venne istintivamente voglia di cantare.
Si trattenne, limitandosi ad ascoltare l'accompagnamento musicale dei propri sonagli, quel giorno legati fra i capelli ed anche attaccati alle estremità dei gambali cremisi. Tintinnavano ad ogni suo passo, echeggiando in quell'angusto corridoio. Amava il suono dei campanellini, anche se non sapeva spiegarsi il perché. Erano un ottimo preludio al clangore delle spade, al sibilo dei fendenti ed allo schizzar del sangue.
Fremeva dalla voglia di uccidere, mista ad una crescente curiosità di scoprire chi fosse stato scelto fra quei miserabili della prigione per fargli da avversario. Non aveva notato nessuno degno di nota, così non poté nemmeno fare previsioni o ipotizzare scenari. Sperava solo in una cosa. Che fosse qualcuno con cui valesse la pena mettere in scena uno spettacolo grandioso. Quel palcoscenico, quel Circo dei Pazzi, lo eccitava incredibilmente. Aveva voglia di danzare, di cantare, di spezzare ossa nel frattempo e amputare arti e lembi. Oscenità indicibili e truci gli scorsero nella mente sotto forma di immagini, suoni, ricordi e frammenti di passato. Come uccidere la preda questa volta? Quanto male fargli? Quali armi usare? Che canzone intonare?
Troppe domande, troppa impazienza.
Voleva combattere, ma il corridoio sembrava non finire mai. Non che fosse eccessivamente lungo, però ogni passo appariva al Giullare come tremendamente lento, breve. La meta, per altro ignota, era ancora lontana.
Inutile dire che, lungo tutto il tragitto, Shagwell sorrideva.
Un ghigno beffardo gli deformava le labbra, come sempre accadeva in quelle situazioni. E nella testa i pensieri erano ben lontani dal Re, dalla Corte, dal Castello. C'era spazio solo per quell'adrenalinica attesa, che ben presto sarebbe terminata in un bagno di sangue.
Vedeva la luce in fondo all'angusto corridoio ingrandirsi pian pianino, ma non fu quello ad alimentare la sua eccitazione.
Dapprima, infatti, sentì le voci. Un sommesso brusio, come decine di sussurri sovrapposti, proveniente proprio dal termine del cunicolo umido e buio. Sapeva ciò che l'attendeva ancor prima di metterci piede. E gli piacque quel che vide.
Un cerchio di sabbia, come tanti altri che aveva incontrato nella sua esistenza di guerriero. Palcoscenico ideale per i suoi spettacoli, polveroso ed adorato come pochi altri. Tutt'attorno, spalti gremiti di pubblico vociante, che si zittì qualche attimo al suo ingresso. Vi badò poco, non curandosi di chi o cosa si fosse preso la briga di assistere a quel suo ennesimo show. Il contrario fecero loro: appena qualche secondo dopo l'arrivo del Guitto, ripartì il brusio, aggravato dai commenti sul suo aspetto, sulle sue armi. Di certo quella figura avrebbe destato sorpresa o interesse.
Alto, ben piazzato, di bell'aspetto e ricoperto di cicatrici dal collo in giù, Shagwell non era decisamente un individuo dai tratti "comuni". Capelli neri lunghi racchiusi in una coda di cavallo, con striature cremisi casuali ed occhi color del sangue più scuro, intonati con i pantaloni larghissimi -unico indumento del Giullare-. Piedi scalzi che calcavano la polvere con esperienza e sonorità inaspettate, tintinnando. I tatuaggi, anch'essi poco vistosi, tracciavano linee nere irregolari in corrispondenza del cuore e delle scapole.
image
Spostò il suo Scettro verso il basso, lasciando che quella gran Puttana ricurva baciasse la sabbia. Un discreto clangore seguì quel gesto, ammutolendo ancora la folla, che osservò interessata e incuriosita, ma non senza timore diffuso negli sguardi dei presenti. La sciabola di due metri brandita da Shag non era decisamente sinonimo di sicurezza per chiunque la vedesse, tantomeno se poi si scrutava negli occhi il folle Giullare, raggiungendo istantaneamente la consapevolezza di quanto pericoloso fosse armare un simile individuo di cotanta lama. Si leccò le labbra, lui, sempre ghignando soddisfatto. Era giunto lì per primo, la sua carne da macello stava tardando a mostrarsi. Sentì sapore di sangue sulla lingua, a causa del rivolo che gli solcava verticalmente il viso partendo dai capelli. Un ricordino della sala circolare, così come quello sul braccio sinistro. Niente di terribile, semplice dolore pulsante che non cessava, sopportabile e persino gradevole.
Socchiuse gli occhi, godendosi quel momento che precedeva tutto. Battaglia, sofferenza, estasi. Le parole uscirono spontanee dalle sue labbra, come fossero impazienti di fendere l'aria.

«All’inferno la pace che il nostro sud appesta.
Tu, cane bastardo, vieni e canta, oggi è festa.»


Quella canzone. Ancora.
L'aveva sentita in sogno, ma era certo di averne già cantato i versi centinaia di volte, tanto gli pareva di conoscerla bene. Non si soffermò a chiedersi nulla. L'arte voleva il suo momento, e un artista come lui non poteva che concederglielo con rispetto.

«In vita sol quando s’incrociano le spade
e se il vento gonfia il drappo di chi cade,
se i bianchi fior si fan vermigli di sangue,
allora il mio cuor pazzo d’amore,
di gioia la noia distrugge nel sol.»


Bella scelta di parole e ottimo ritmo.
Ogni voce nell'arena si acquietò, chi per spavento, chi per sorpresa. Solo il -volutamente- rauco e soffuso tono del Guitto raschiava il silenzio.

«Il sole si leva ad est rosso sangue
ma luce non dà a chi in pace langue
ed amo nel buio veder le sue lance
trafiggere il sonno, parlare a chi piange.
La sua virtù sfida da sola le tenebre.»


Riaprì gli occhi, sfiorando con la dolorante mancina una delle else delle Puttane. Godette ulteriormente a quel tocco, mordendosi un secondo le labbra prima di riprendere, con l'ultima strofa. Lo sguardo puntava dritto verso l'apertura opposta a quella da cui era entrato nell'arena.
Aspettava la preda, cantando.

«Conceda l’inferno al mio cuor di sentire
rumori di spade, cavalli nitrire,
ai miei occhi il vedere in pazza partita
due petti ferrati contendersi la vita
e voglio morir baciando un’ora di guerra...
All’inferno la pace che il nostro sud appesta.
Tu, cane bastardo, vieni e canta,
oggi è festa.
»


Cadde il silenzio. Nessuno osò fiatare. Qualcuno era tanto preso dalle rime del Guitto da non riuscire nemmeno a pensare, ed altri invece temevano di interrompere qualcosa. Shagwell fissava ora immobile, statuario e terribile nello stesso tempo, quell'apertura lontana una decina di metri.
La fissava come se fosse una donna bramosa di carne.
Col sorriso stampato sul volto, in trepida attesa
dell'ennesima
vittima
da
stuprare.

image



SPOILER (click to view)
CITAZIONE

» [LeGeNdA] «
Shagwell, il Giullare



» [ReC: 275][AeV: 225][PeRf: 350][PeRm: 175][CaeM: 275] «


StAtO « Piaghe sanguinanti sulle mani a causa delle troppe catene spezzate; ferita di Bassa entità sulla tempia destra; squarcio su tutto il braccio sinistro di entità Bassa.
eNeRgIa « 100%
EqUiPaGGiaMenTo « Il Guercio Guardone ° » [In TaScA]
CITAZIONE
Monocolo della famiglia Meribald iL gUeRcIo GuArDoNe « Si tratta di un vecchio e logoro monocolo violaceo, oggetto che apparteneva al Tetro, vecchia conoscenza del Guitto; o meglio, ex-conoscenza del Guitto. Shag l’ha ottenuto dopo una cruenta battaglia e, per quel che si ricorda, se l’è trovato in mano dopo aver ripreso i sensi. Ma può un necromante possedere un oggetto privo di poteri? Certo che no. Difatti, anche tenendolo solamente in tasca, il monocolo conferisce al portatore l’abilità di scrutare nelle tenebre più scure. Il Giullare avrà quindi una visuale perfetta anche nell’ombra più corrotta, a patto che essa non sia illusoria.

Le Due Puttane ° » [NeL fOdErO]
CITAZIONE
Le dUe PuTTaNe « Trattasi di una coppia di lame veramente particolari, o meglio, rare. Avrete sentito parlare dei coltelli Kukri, o forse ne avrete solo visto uno senza saperne il nome. Beh, per farla breve, sono dei coltelli originari della zona del Nepal, anticamente utilizzati per tagliare la legna, dalla lama ricurva "all'interno". Ora, da un giullare ci si aspetterebbe l'utilizzo di coltelli, perchè no, anche di tipo Kukri. Ma Shagwell non è un giullare qualsiasi, come più volte sottolineato. E dunque ecco le sue due puttane: due lame Kukri gemelle a dir poco enormi, per la loro tipologia. Sono infatti lunghe circa un metro ciascuna, con le lame larghe ricurve e le impugnature grezze. Ogni lama ha il filo nella parte concava, piuttosto logorato e rovinato dalle battaglie combattute da Shag. Questo comporta la presenza sul filo di entrambe le spade di irregolarità che ne aumentano esponenzialmente la pericolosità. Il Giullare porta queste due armi appese ai fianchi, oppure entrambe su un fianco, o incrociate dietro il dorso, o dietro il fondo schiena. E le sa usare dannatamente bene. [ImG]

Lo Scettro del Giullare °
CITAZIONE
Lo SceTTrO DeL GiuLLaRe « Avete presente quel genere di personaggi dalla forza mostruosa che brandiscono spade o alabarde titaniche con una sola mano? Incredibili, impossibili, surreali. Terribilmente pericolosi, secondo me. Shagwell rientra appieno in quella categoria. E quest'arma ne è la riprova. Una spada simile ad una scimitarra, grande, pesante, enorme. Lunga due metri, è pacchiana, unica, stupenda. La sua curvatura è estrema, esagerata. Affilatissima nonostante le apparenze, si tratta di un'arma dal valore inestimabile. Sia ben chiaro: Shagwell non la venderebbe mai, nemmeno a costo della vita. Trova che essa sia la quintessenza del suo essere, una mostruosa e grossolana lama che adora brandire in battaglia, sebbene sia raro il caso in cui se la porti dietro. La chiama "Scettro del Giullare", e la considera a tutti gli effetti parte di sé. Non sa, certo, che essa racchiude straordinari poteri.
[ImG]

nOtE « Innanzitutto mi scuso con Sephirine per l'uso della canzone-poesia da lei citata nel primo post del torneo, di cui mi sono follemente innamorato XD Grazie di cuore per averla scritta/citata. Per il resto...auguro buona giocata a questo sconosciuto con cui mi trovo a combattere X°D [:*] diamo spettacolo, su. U_U
PaSSiVe «
CITAZIONE
SoNo Il pIù FoRtE « Credo che l'appellativo "forte" si sposi alla perfezione con la figura di Shagwell. Vedete, lui è veramente molto potente. Il suo fisico, nonostante appaia asciutto e leggermente inferiore, in quanto a tono muscolare, a quello di molti altri guerrieri, nasconde in realtà una brutalità senza paragoni. In qualità di essere umano, ci si aspetterebbe fragilità da lui, o vulnerabilità. Non è così: il Giullare è estremamente resistente, difficile da buttare giù in battaglia. Questo perchè si è allenato? No, non diciamo puttanate. Lui non si allena, non gliene frega un cazzo di diventare forte. E' già forte, ed il suo "allenamento" consiste nella costante caccia all'uomo, nell'incessante desiderio -puntualmente soddisfatto- di ammazzare la gente e combattere. Esperienza, ridotta all'osso, che si manifesta in svariati modi. Primo su tutti, la sua enorme forza bruta. Differente dalla norma, la sua potenza fisica è talmente elevata da permettergli parecchie azioni inusuali. Pugni, calci, tutti gli attacchi sferrati da Shagwell sono più forti e dolorosi del normale. Inoltre, può tranquillamente impugnare armi di grossa stazza con una mano sola, se gli aggrada. Il suo Scettro del Giullare ne è la riprova: la utilizza non con due, ma con una mano. E senza difficoltà, credetemi. In suo pugno, quell'enorme spada ricurva appare rapida e letale come un fioretto. Solo che ha qualche centimetro di lama in più. Per di più, Shagwell ha anche un'altra caratteristica, che gli deriva sempre da quella succitata esperienza: la resistenza in combattimento. Si dice che gli umani siano delle creature fragili rispetto alle altre Razze. Si dice anche che abbiano sviluppato una riserva energetica "diversa" da quella degli altri popoli di Asgradel, per poter meglio sfruttare la magia. Per il Giullare il discorso è molto simile, con un'unica differenza: a lui quell'energia serve per non crollare in battaglia. Combatte come un folle, anche quando le sue energie calano sotto il 10%, restando in piedi nonostante il palese affaticamento. Ovviamente, come tutti i mortali, crollerà allo 0%, crepando malamente. Non che questo gli importi, però. Ah, quasi dimenticavo: Shagwell è, come già accennato, un pazzo bastardo a cui piace farsi e fare male. Inutile aggiungere che, con la pelle coriacea e il fisico brutale che si ritrova, riuscire a procurargli serie ferite e a farlo sanguinare sarà nettamente più difficile di quanto possa esserlo contro un Guerriero qualunque. Infine, sappiate che spezzare le ossa al Giullare è particolarmente difficile. Certo, liberi tutti di provarci, ma non dite che non vi avevo avvertito...

CITAZIONE
SoNo Il pIù FoLLe « Impressionare un pazzo è semplice, secondo voi? Io credo di no, anche dopo aver visto di cosa è capace Shagwell. Lui non si fa influenzare da niente. Non è che non abbia paura, certo. E' un essere umano e in quanto tale prova sentimenti, anche se in maniera diversa dalla maggior parte della sua Razza. Tuttavia, possiede una mente ed una psiche talmente contorta, bizzarra, strana, malata, che lo rende una sorta di "mondo a parte". Cercherò di spiegarmi meglio. E' inutile tentare di spaventare Shagwell. Ne riderà. E' inutile provare a minacciarlo. Riderà anche di quello. Le situazioni difficili non lo preoccupano, così come gli individui presunti più forti di lui. Questa sua caratteristica innata gli è molto utile su un frangente particolare: il Re. E' uno dei pochi individui al mondo che può permettersi di stare accanto a Ray senza subirne l'influenza oscura. Non teme il Re Mascherato, ma lo rispetta profondamente. Sono due cose ben diverse. Per quanto riguarda altre eventuali magie, ipnosi, cazzate da psion che possano attraversarvi la mente, sappiate che Shagwell, in virtù di questa abilità, è immune a qualsiasi effetto passivo che possa influenzare le sue emozioni. Altresì, questo potere riduce di un livello qualsiasi attacco psionico rivolto alla sua persona. Molto semplice. Per lui completamente naturale, nella sua innaturale follia.

CITAZIONE
SoNo Il pIù SpEttAcOlArE « Un Giullare pazzo e sanguinario può essere simpatico? Vi sembra il tipo da raccontare barzellette o improvvisarsi buffone per dare spettacolo con sketch ridicoli? Shagwell non lo è, spiacente di deludervi. Il suo concetto di "divertimento" ha, come sempre, delle pericolose assonanze con "assassinio", "massacro" e anche "dolore". Dunque, com'è che si diverte il Guitto? Semplicissimo. Ammazzando la gente, dando spettacolo strappando qualche arto o sbudellando qualche stronzo. Per fare ciò, ovviamente, ha dovuto sviluppare diverse caratteristiche...o per meglio dire, ha dovuto fare molta pratica. In primo luogo, è riuscito ad aumentare la propria agilità spingendola fino ai limiti dell'umano. Eh sì. Il Giullare Sanguinario è tanto mostruoso quanto curioso da osservare combattere. Le torsioni del busto, le acrobazie, i gesti apparentemente inutili che compie...sono tutte manifestazioni del suo estro da "Saltimbanco". E' capace di fare capriole in aria con la massima precisione, piegarsi o torcere il busto in qualsiasi direzione voglia, come un contorsionista. In sostanza, può muoversi come meglio crede in ogni situazione. Questo perchè ha una completa padronanza del suo corpo.
In secondo luogo, poi, Shag è diventato molto bravo a maneggiare gli "arnesi del mestiere". Non stupidi oggetti da giullare convenzionale, chiaro. Si parla di spade e armi varie, le sue "Puttane". Grazie ad una grande pratica, è riuscito a capire che se piega leggermente il polso e imprime una certa forza all'arma in uso, può lanciarla facendo in modo che torni da lui come fosse un boomerang. Provate a immaginare quanto male può fare una scimitarra di 2 metri in questo modo. Tanti. Troppi.

tEcNiChE « Nessuna
EdIt « Corretto errore nello status, mi scuso per l'inconveniente.
 
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Arøn
view post Posted on 29/7/2008, 14:14




I

" Conosco l'Inferno ma il mio cuore non sente
rumori di spade, cavalli nitrire
i miei occhi non vedono in pazza partita
due petti ferrati contender la vita,
non voglio morire baciando un'ora di guerra...
All'Inferno la pace che il vostro sud appesta,
Io, cane bastardo, vengo e canto:
oggi è festa. "


Respirò a fondo l'aria umida del condotto, seduto nell'ombra.
Per un momento che sembrò durare un'eternità o forse due, Aron aveva sentito la necessità di sfilarsi il guanto di pelle nera e sentire sul viso il freddo della propria mano. Perché aveva bisogno di convincersi che quello non era un incubo o un parto qualsiasi della sua fervida fantasia. Shagwell, un'elementale dalla potenza straordinaria, discorsi privi di ogni logica - ogni logica che lo riguardasse - e una fuga sotto una pioggia di macerie, cos'era tutto questo se non il grido d'aiuto del suo subconscio impazzito?!
Si trovò a ridere da solo, posando la fronte sulle ginocchia. Eccola, una delle tante volte in cui si dava con esasperazione del "masochista" per aver abbandonato la corte della capitale, la sua bella vita agiata. O forse rideva per non pensare alla schiena che, contro il muro di pietra, doleva di fitte alle quali avrebbe volentieri rinunciato? Si riavviò stancamente i capelli, madidi di sudore; giocare a fare il Boia, il più delle volte, si rivelava pericoloso. La sua sola posizione l’aveva portato in una sala sconosciuta, appeso a polsi e collo, in balia di chissà quali droghe e botte in testa. Voltò lentamente la testa alla grata chiusa, oltre la quale non vi era più nient’altro che un cimitero di calcinacci e armi perdute, tra le quali la sua lama, nascosta nel bel bastone. Gli capitava, a volte, di pensare freneticamente al “cosa-sarebbe-successo-se..?”, e cosa sarebbe successo se quel suo rosso amico non avesse avuto la mente così poco lucida da decidere di aiutarlo? Probabilmente, avrebbe perso la vita. D'altro canto, cosa sarebbe successo se non avesse scelto quella vita?
Sarebbe salito al trono, come un manichino costretto, come una marionetta e non come un uomo.
Dovrò darmi una regolata..” si trovò a pensare, divertito.
Divertimento. Una pillola miracolosa contro il dolore. E, forse, la ragione per cui valeva la pena vivere quella vita. Con il Giullare, con il Re.

Si alzò, finalmente, digrignando appena i denti per non darla vinta a quella schiena bisognosa di cure. Si aiutò col muro per riprendere un certo equilibrio e continuare la camminata nella via buia verso l’ignoto, che la "Fiamma" aveva indicato loro. Nel silenzio spezzato ritmicamente da gocce invisibili, si ritrovò a pensare a quegli stralci di discorso che, nella sua confusione mentale, aveva potuto sentire – o piuttosto capire -. La dama di fuoco aveva raccontato al gruppo intero una storia a dir poco incredibile, ma Aron aveva imparato a non badare alle apparenze, nè a pensare che esista qualcosa di impossibile: tutto sommato, lui ne era la prova vivente, un cieco che vive come un vedente, senza problemi se non quelli morali. Ella parlava di Camael, un angelo e un amico, e parlava di un padrone che sapeva soggiogarla. Parlava di salvezza oltre il corridoio oscuro, e parlava di liberazione. Parlava di morte.
In quello il Boia era un maestro, no? E non solo lui.

La luce alla file del tunnel. Non la vedeva, ma un vociare non troppo lontano gliela faceva immaginare, donandogli un senso di sollievo che lo spingeva ad andare avanti. Aveva finalmente lasciato il muro da un pò, testardo. Se davvero avrebbe dovuto lottare, quello in cui si trovava era il corridoio dei gladiatori. E i gladiatori non hanno male alla schiena. I gladiatori non hanno mai male, per il semplice fatto che non possono permetterselo, o il Leone avrà la meglio.
Una corrente sul viso, le onde psioniche trovarono da sole un varco verso il vuoto, precedendo il Nero oltre la soglia. Il brusio che, sempre crescente, da qualche minuto riusciva a sentire non era altro, scoprì, che un pubblico ansioso. Il Principe era entrato realmente in un arena, e il suo leone attendeva impaziente, accompagnato da fedeli puttane. Un Leone a lui ben noto, giacché ne aveva sentito il profumo e il calore del corpo. Lui, il Leone, lui il Salvatore. Lui, che incarnava in-consapevolmente l'ironia del destino. Un destino che tesse le sue trame senza umanità. Era dunque giunto il momento di uno spettacolo memorabile?
Rosso e Nero.

« Shagwell. »
mormorò, in un sussurro impregnato di una leggera vena di sorpresa.
Lui, Guitto Sanguinario, come avrebbe reagito?
"Un penny per i tuoi pensieri, Shag.."

Senza dare a vedere il dolore che gli pungeva il dorso - si voleva forte, davanti al suo socio - avanzò di qualche passo, verso il centro dell'arena. Il pubblico sembrò attratto come il metallo alla calamita, come il girasole al disco rovente. All'unisono le mille fiammelle si voltarono verso quel nuovo individuo, apparso dall'ombra di cui sembrava facesse parte. Non poteva fare a meno di pensare quanto il suo aspetto, in quel momento, fosse poco principesco; lunge ciocche di capelli corvini aderivano al viso pallido per il troppo sudore, e gli abiti neri come la notte sembravano puntellati di stelle, schiariti dalla polvere della sala distrutta e del cunicolo sporco. Sperò ancora nel viso, comunque. Gli occhi, benché morti, benché inutilizzabili, restano lo specchio dell'anima. E la sua era l'anima dell'erede al trono di cui l'uomo di fronte aveva scoperto con divertimento l'identità.
Gli piaceva pensare che avrebbe conservato la dignità anche sotto tortura, anche in letto di morte.
Perfino sotto le lame del Giullare.

« E' dunque questo l'Epilogo? »

Vita o Morte, l'uomo è sempre fin troppo categorico.
E la Misericordia non trova posto in un'arena.
Vita o Morte, a noi la scelta.


SPOILER (click to view)
IL BOIA DEL REAron Vonn

[ReC:375] • [AeV:275] • [PeRf:175] • [PeRm:225] • [CaeM:225]

« Energia__ 110%
« Consumi__ --
« Equip__ Lama Latente ° | Mano di Ganom °°°°° °°°°° | Maschera del Contraente Nero
« Status Fisico__ Danno medio alla schiena. Dolorante per via della caduta.

« Passive___

A me, le Aure del Mondo. (Auspex passivo - 50m) | A me, il Sondaggio del Terreno. (Onde psioniche a 360°)
A me, la Fermezza di Spirito. (Difesa contro influenze psicologiche) | A me, la Percezione di Spirito. (Auspex di mana)

« Attive___

« Note___ Comunque vada.. .. :wow:

 
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Andre_03
view post Posted on 29/7/2008, 16:40




Apri gli occhi. Cosa vedi?
Una carta: il Fante di Picche.
Affrontalo, e sconfiggilo. Il Jolly si inchina soltanto al Re.

Rideva.
Sguaiatamente, con la mano sinistra poggiata sul ventre, ancora intorpidita per lo squarcio sul braccio. Le sue risa irruppero nell'arena in contemporanea con l'avversario. Perchè chiamare preda quell'individuo sarebbe stato riduttivo e profondamente errato. Fra tutte le persone che avrebbero potuto calcare la sabbia di quella stessa arena, proprio Lui era giunto a confrontarsi col Giullare.
Passo dopo passo, con quel suo incedere signorile e composto, dalla grata opposta a quella da cui era emerso Shagwell poco prima, ecco il più pericoloso dei partecipanti alla carneficina Circense.
Aron Vonn, Boia del Re.
Il Fato, o la casualità, avevano voluto che fin dall'inizio i due Vice Comandanti del Clan Toryu si scontrassero. Uno contro l'altro, a fronteggiarsi nella polvere, senza un motivo preciso e con l'unico scopo di sopravvivere. La follia irradiata da quella situazione così improbabile dava al Guitto Rosso una gioia enorme. Sotto effetto dell'adrenalina che gli scorreva nelle vene, cominciò ad esaltarsi. Le risate andarono scemando lentamente, mentre il suo socio avanzava ancora sotto gli sguardi attoniti dei presenti. Che fortunati, quei poveracci. Avrebbero assistito alla migliore esibizione della loro misera esistenza. Quanto avrebbe gradito la presenza del Re Mascherato in persona! Lì, ad osservare i suoi mastini più feroci sbranarsi a vicenda come bastardi randagi. Chi avrebbe azzannato chi? Quali fauci sarebbero state più affilate?
Le rosse...o le nere?
La sporca puttana...o la regale signora?
Troppi furono i paragoni che assalirono la mente malata del Giullare, assieme con le idee, le parole, le canzoni e quant'altro potesse trovare spazio là dentro, fra i cunicoli del labirinto più contorto di sempre. Il riflesso di quella confusione era impresso a fuoco negli occhi scarlatti come nel ghigno soddisfatto e divertito che solcava la faccia di Shagwell.

CITAZIONE

« Shagwell. »


Sentendo pronunciare il suo nome, trasalì. Non per sorpresa né per spavento. Semplicemente per l'eccitazione che cresceva attimo dopo attimo, respiro dopo respiro. Si chiese, per un istante, cosa Aron stesse pensando. Come si sarebbe comportato, in quell'arena? L'avrebbe macchiata col sangue del compare oppure no? Tante domande, nessuna risposta. Era necessario far parlare i fatti, ma il Rosso volle godersi anche quell'intermezzo. Uno spettacolo di quelle dimensioni meritava l'attenzione di una grande opera e la minuziosità del più pignolo regista. Ogni parola andava dosata, ogni respiro regolato alla perfezione. Nulla poteva essere lasciato al caso.
Non ancora, almeno.

«Aron.»

Sussurrò, più rivolto a se stesso che al compare. Il sorriso non sparì un secondo dal suo volto, restando però un ghigno divertito e niente più. Fu leggermente sorpreso nel notare l'assenza di un'espressione simile sulla faccia del Boia.

"Perché sei così serio?"

CITAZIONE

« E' dunque questo l'Epilogo? »


Pessima scelta di parole. Inarcò un sopracciglio, fingendo disapprovazione profonda. Prese a camminare, con una calma forzatamente ostentata. Avanzò di uno, due passi. Lento. Sereno. Nel muoversi cambiò abilmente impugnatura alla Puttana Cremisi, facendola roteare sempre a contatto con il suolo e portando l'elsa in avanti, con la lama rivolta indietro. Nel suo incedere fu accompagnato dal solito tintinnio di campanellini e dall'inquietante rumore del metallo che strideva sulla sabbia. La sua voce aveva sfumature di pazzia pura, mai sentite probabilmente dal Boia.

«Epilogo? No, socio, non credo. Piuttosto direi "Prologo". La via per la fine è ancora lunga...per entrambi»

Era a otto metri dal cieco, quando disse quelle frasi. Procedeva sempre con estrema lentezza, un atteggiamento appositamente snervante ed irritante.

«Perciò oggi vedi di farmi un grosso favore...»

Si fermò a circa sei metri dall'avversario, "indossando" solo in quel momento la sua maschera di follia. Il ghigno divenne un tremante e terribile sorriso traboccante di malignità. Gli occhi furono come avvolti da una patina sottilissima di lacrime di gioia, silenziosi pozzi di insanità.
Inclinò la testa di lato.

«...cerca di non crepare»

Scattò all'improvviso con tutta la forza di cui erano capaci le sue gambe. I piedi scalzi macinavano metri rapidamente, abituati a quel tipo di terreno soffice e granuloso. Fendette l'aria, piegando il busto in avanti per garantirsi una miglior velocità, e tenne la spada nella stessa posizione di prima: la lama rivolta indietro, che strisciava sulla sabbia tracciando un solco irregolare. A disturbare il silenzio, clangore metallico e campanellini. Come sempre. Tuttavia stavolta fu diverso. Il Guitto, anche attaccando, rideva follemente.
Non che questo compromettesse la sua pericolosità, anzi.
Fu lucido e spietato nel costruire la prima offensiva della sfida. Superata l'esigua distanza che lo divideva dal Nero, sollevò di scatto la mano destra flettendo il gomito come per sferrare un cazzotto improvviso. Assieme all'arto si levò dal terreno la pesante scimitarra, descrivendo un arco crescente che avrebbe mirato con estrema potenza e pericolosità alla coscia sinistra dell'avversario fino a salire verso la sua spalla destra. Tutto ciò ad una distanza di mezzo metro, in contemporanea con l'arrestarsi della corsa e il raddrizzamento del busto da parte del Guitto. In un singolo, fluido movimento. Puntava subito ad uccidere, senza pietà o indugi. Aveva salvato quell'uomo appena qualche minuto prima, eppure ora cercava di ammazzarlo. Forse sapeva che si sarebbe salvato e difeso egregiamente, o forse era soltanto un pazzo lunatico.
Ma aveva tutto ciò che desiderava, ed il resto non era più importante.
Tempo di provare dolore, sentire l'adrenalina, versare sangue.
Racchiusa in quel cerchio di sabbia c'era la sua felicità.

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SPOILER (click to view)
CITAZIONE

» [LeGeNdA] «
Shagwell, il Giullare



» [ReC: 275][AeV: 225][PeRf: 450][PeRm: 175][CaeM: 275] «


StAtO « Piaghe sanguinanti sulle mani a causa delle troppe catene spezzate; ferita di minima entità sulla tempia destra; squarcio su tutto il braccio sinistro di entità Bassa.
eNeRgIa « 91%
EqUiPaGGiaMenTo « Le mani del Giullare;
Il Guercio Guardone ° » [In TaScA]
Le Due Puttane ° » [NeL fOdErO]
Lo Scettro del Giullare °
nOtE « Utilizzato un potenziamento Medio [+100] alla PeRf per il fendente.
PaSSiVe «
CITAZIONE
SoNo Il pIù FoRtE « Citata in precedenza

CITAZIONE
SoNo Il pIù FoLLe « Citata in precedenza

CITAZIONE
SoNo Il pIù SpEttAcOlArE « Citata in precedenza

tEcNiChE «
CITAZIONE
So SuOnArE « A volte i guitti vanno in giro con qualche bizzarro strumento musicale. Ci sono poi i cantori, o i menestrelli, che usano arpe, flauti, simili inutili oggetti. Gli strumenti musicali che Shagwell il Giullare sa utilizzare meglio sono, nell'ordine: spade, pugni, testate. Ciascuno di questi strumenti a percussione è ormai talmente inserito nel suo repertorio da suonare con naturalezza ad ogni suo comando. Sinfonie di sangue e morte escono costantemente dalle sue nocche, dalle sue puttane e da qualsiasi cosa gli venga in mente di utilizzare per fare del male ai suoi avversari -o vittime-. Come sempre, c'è un "però". Egli, infatti, non si limita a suonare normalmente, ma spesso e volentieri dà mostra delle proprie capacità musicali con una sonata di maggior rilevanza, una sorta di spartito potenziato. Come? E' semplice. Concentrando un po' della sua energia -consumo Basso, Medio o Alto- nell'attacco che starà effettuando, potrà potenziare in un istante la propria forza fisica, dando vita ad un concerto di tutto rispetto.

 
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Arøn
view post Posted on 13/8/2008, 11:33




» II
inSaNiTy and genius «


Rideva.
Sguaiatamente, ma Aron non poteva vederlo.
Le note a tratti divertite a tratti sadiche della sua voce, però, sapevano creare nell'immaginario del Boia la figura di un uomo vestito solo di pantaloni rossi e cicatrici, campanelli in testa e sangue sulle labbra. La stessa figura che sapeva stupire, se vista aiutare qualcuno. Una figura che si pensa non possa provare affetto se non verso le proprie spade.
In quei pochi secondi in cui la quiete prima della tempesta permetteva loro un innocente scambio di battute, il pubblico sembrava sparito, immerso in un silenzio in cui anche la Morte si poteva sentire, invisibile, mentre strisciava il manto nero e la falce. O forse la Morte aveva cambiato aspetto? Il Rosso è un colore troppo vivace per chi è delegato al tragitto verso l'aldilà: il Rosso può solo squartare ed evocare così la Morte. Ma la Morte è Nera. La Morte incarna la figura più insospettabile, e perché no: anche un principe devoto alla giustizia.
Alzò il viso lentamente, respirando appieno l'aria dell'Arena carica di una tensione palpabile. Avrebbe potuto, avrebbe voluto sorridere - Epilogo? No, socio, non credo. Piuttosto direi "Prologo". La via per la fine è ancora lunga...per entrambi - ma non si concesse il lusso di un sentimento falso; fingere avrebbe procurato solo altri insensato dolore.
E in quel lago di serietà che cozzava delicatamente con la felicità da folle saltimbanco - da Guitto Sanguinario - di Shagwell, il Principe affondò una mano nelle pieghe del soprabito per estrarre il volto bianco della sua morte personale: la Maschera che aveva deciso di "interpretare" solo lontano dal Re - per puro rispetto -, che aveva deciso d'indossare solo ad un ordine che lui non avrebbe mai dato. La fece aderire sul viso pallido, grato della sensazione di freschezza che l'oggetto - no, chiamarlo "oggetto" sarebbe stato un insulto - gli aveva donato; se avesse dovuto dare un aggettivo al concetto di Morte, sarebbe stato "fresca".

« E sia. »
sentenziò infine, donando il suo intero corpo a quello che, entro le mura di un'arena maledetta, era diventato infine il suo - temporaneo - peggior nemico.
Entrambi gli occhi - l'intera mente - erano voltati verso il corpo del guerriero che, ad un passo dalla guerra, corre verso la vittoria, impugnando le adorate spade. Il Nero, in pieno stato di consapevolezza - aveva visto già in passato il Giullare combattere - si piegò, mettendo peso sulle gambe che lasciò comunque elastiche; la destra, soprattutto, che sostava avanti alla compagna sinistra, gli donava un equilibrio e una stabilità ideali. L'esplosione di energia - non potentissima, ma sicuramente rilevante - fu l'inconsapevole segnale ad agire.
Entrambe le braccia del Boia salirono dunque all'altezza delle spalle - dietro la maschera, digrignò i denti in una smorfia di dolore, sopportabile comunque "Resisti, Aron" -, come un santo in croce; le mani chiuse in pugni battaglieri si aprirono contemporaneamente, spargendo intorno al corpo del Nero una difesa eccellente. Fin troppo eccellente.
Le spade cozzarono sulla barriera, senza minimamente ferite il corpo del Boia. Una nuova opportunità.
"Vai!"

Le gambe flesse scattarono verso destra, in una breve corsa. Là, dopo appena un metro, si piegarono ancora, questa volta per permettere al giustiziere uno sfoggio atletico. Senza esitazioni, balzò appena per toccare poi la terra con una mano - una semplice "ruota", all'apparenza -. Prima che anche la seconda aiutasse a sorreggere l'intero peso del corpo in quella instabile posizione, però, la stessa si abbandonò ad un movimento inconsueto: aveva sferzato l'aria. La stessa aria che, dopo pochissimi secondi, iniziò a velarsi di un - prima - sottile strato di nebbia, poi intensificatasi.
Lo sapeva fin troppo bene: se Shagwell l'avesse raggiunto, avrebbe potuto anche squartarlo. Non poteva competere con lui in potenza fisica, e la prigionia nella Sala Circolare l'aveva ampiamente dimostrato. Ciò nonostante, Aron era libero e da libero avrebbe potuto perlomeno difendersi dalla forza - spesso - titanica del Guitto. Gli avrebbe mostrato, comunque, che la vera forza di Aron Vonn, Boia del Re, non veniva dai muscoli.

Quando anche la seconda mano arrivò a terra, sorreggendo il "cieco" in una verticale, questo si sbilanciò per arrivare inginocchiato al suolo. Là, nascosto dalle Nebbie ch'egli stesso aveva richiamato da un Inferno sconosciuto ai più, lo vedeva perfettamente: un'aura tremolante come il fuoco. Non fece attendere due volte le vibrazioni che gli arrivavano al cuore, i richiami del Metalion che, racchiuso nell'arma che meglio rappresentava il Boia, reclamava un posto in quella lotta senza esclusione di colpi. Avvolse le dita nel calcio della pistola, estraendola dalla fondina posta in fondo alla schiena. Bastò un'occhiata precisa per individuare ancora una volta il Rosso, per mirare - presumibilmente - al petto. No, non al Cuore: non l'avrebbe ucciso, non in quella occasione.
Bastò una leggera pressione sul grilletto perché Ganom sparasse la sua silenziosa pallottola, una alla volta, come un cacciatore a cui piace divertirsi con la preda.
Dopo aver "scaricato" il corpo, dunque, si alzò e attese, pronto coi muscoli e con la mente a qualsiasi cosa; perché il Giullare del Re era capace d'ogni cosa.
Non come Aron, legato - incatenato - alla Giustizia che gli fa analizzare tutto e solo poi lo mette di fronte ad una scelta: uccidi, o trova una soluzione.
In quel Circo, però, era come se il cervello fosse stato sintonizzato su frequenze uniche: non vedeva altra soluzione se non combattere.


SPOILER (click to view)
IL BOIA DEL REAron Vonn

[ReC:375] • [AeV:275] • [PeRf:175] • [PeRm:225] • [CaeM:225]

« Energia__ 80%
« Consumi__ Alto [-20%] _ Medio [-10%]
« Equip__ Lama Latente ° | Mano di Ganom °°°°° °°°°° | Maschera del Contraente Nero (Indossata)
« Status Fisico__ Danno medio alla schiena. Dolorante per via della caduta.

« Passive___

A me, le Aure del Mondo. (Auspex passivo - 50m) | A me, il Sondaggio del Terreno. (Onde psioniche a 360°)
A me, la Fermezza di Spirito. (Difesa contro influenze psicologiche) | A me, la Percezione di Spirito. (Auspex di mana)
Il Mutismo dell'Acciaio. Spari silenziosi

« Attive___

A me, la Protezione della Carne. "Cieco", nella maggior parte dei casi, è sinonimo di mancata autosufficienza. Per un handicap del genere è estremamente difficile svolgere una vita che possa considerarsi anche solo lontanamente normale. Parlando di standard "umani", Aron con le sue capacità sensoriali assolutamente speciali potrebbe svolgere una vita tutt'altro che passiva, ma se entra in gioco il fattore "lavoro" - e quindi combattimenti - la questione diventa delicata. Perché si, gli è possibile percepire molte cose che altri nemmeno si sognerebbero, ma tutti hanno bisogno di qualcosa di tangibile che aiuti in duello. La miglior difesa è l'attacco, dicono, ma indubbiamente nessuno può andare avanti senza una difesa. Qui entra in gioco l'abilità difensiva del Principe. Senza particolari tempi di concentrazione se non quelli standard, il boia riesce ad evocate una sottile patina, una sorta di barriera che riesce ad aderire al corpo come fosse un'armatura o ancora meglio. Questa protezione, che non fa distinzioni tra attacchi magici o fisici, è una difesa istantanea - non si protrae nel tempo - piuttosto versatile, giacchè il sicario può scegliere quanta resistenza imprimerle durante l'evocazione e di conseguenza quanto mana spendere. Essendo, in termini tecnici, una difesa a 360°, è importante sottolineare che sarà di livello inferiore al consumo speso. E' sicuramente il suo più efficace sistema di sopravvivenza. [Variabile Slot abilità 2/5]
A me, la Nebbia dell'Ade. Un cieco, per quanto grave sia la sua condizione, arriva ad abituarsi sempre e comunque di quel suo mondo oscuro. Suoni o rumori, odori e superfici, sensazioni vaghe, questa è la vita di un cieco. Come si sentirebbe, però, un individuo che, da sempre col dono della vista, si ritrovasse per volere altrui immerso nello stesso mondo di un non vedente? Una punizione, una tortura. Spaesato e sorpreso in un primo momento, arriverebbe forse la frustrazione a lungo andare. Ecco una tattica vincente per chi nel buio della cecità è vissuto per tutta la vita. Nebbie simili in tutto e per tutto a quelle descritte nelle leggende dell'oltretomba, nebbie così fitte da rendere impossibile la vista a chicchessia se non ad un palmo dal naso. Per un diametro di venti metri, la cortina perdurerà nell'area d'utilizzo tre turni interi, svanendo poi - o su volere del Sicario stesso. La nebbia non avrà effetti su Aron, ma questo non cambia nulla: la cecità lo rende quello che è, e le sue facoltà sensoriali lo potenziano rendendolo un efficace segugio alle dipendenze del Re. [Medio Favore della Nebbia]

« Note___ --
 
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Andre_03
view post Posted on 13/8/2008, 16:13




"Chi mi conosce sa che dovrò chiamare 'padrone' chi dice il mio nome.
Chi mi conosce sa, che dovrà chiamare 'padrone' chi dice il suo nome.
Io sono Etummu, mi chiamo Iblīs Naylah, La Rossa.
Rossa come la Luna del deserto. Rossa come il fuoco. Rossa come il sangue."


نائلةإبليس

E così ebbe inizio.
Finalmente faccia a faccia, maschera contro maschera. Una bianca, sorridente, grottesca ed alquanto minimale. L'altra fatta di carne e denti, ghignante e mostruosa nella sua finta realtà. Erano i volti della stessa medaglia, le due facce della medesima moneta, lanciata da una mano invisibile. Testa o croce? Giustizia o pazzia?
Boia o Giullare?
Per il Re, e solo per lui, il risultato di quel tiro sarebbe sempre stato "entrambi".
Ma ora c'era da decidere un vincitore ed un vinto, e l'unico giudice era la polvere dell'arena. Il pubblico non aveva voce in capitolo e per questo stava zitto, incapace di capire cosa stesse succedendo, ignaro delle motivazioni differenti e allo stesso tempo simili che muovevano quei due corpi là sotto, nella sabbia già sporca di sangue. Ben presto però la quiete venne rotta, infranta da pesante clangore metallico, coadiuvato dal tintinnare dei campanellini.
Con un sorriso divertito, Shagwell accompagnò il proprio attacco fallito senza perdersi d'animo. Non aveva mai avuto il piacere di osservare Aron all'opera. Lo chiamava Boia, eppure raramente l'aveva visto uccidere qualcuno. La curiosità del Guitto era immane, seconda solo alla sua voglia di confronto e di battaglia. Aveva voglia di urlare la propria gioia ed esaltazione al mondo intero, ma la tenne per sé, in un silenzioso ghigno malato. Notò con piacere che la rapidità dell'avversario non era seconda alla sua fama, congratulandosi mentalmente con il cieco per la spettacolarità dei suoi movimenti. Si diede ad una schivata laterale, dopo aver bloccato con una sorta di barriera la Puttana Cremisi, e con agilità effettuò una sorta di ruota...durante la quale avvenne uno sgradevole imprevisto.
Tutt'attorno, all'improvviso, si alzò una nebbia scura, quasi impenetrabile. Pervase l'arena in un attimo e dagli spalti il Giullare poté udire qualche mormorio di disapprovazione. Lo spettacolo ne avrebbe risentito, certo, ma solo per gli osservatori esterni. Senza rinunciare un microsecondo al proprio sorriso, il Guitto seguì con lo sguardo i movimenti del Boia, ignaro delle potenzialità del Guercio Guardone che Shag teneva nella tasca dei pantaloni. Quella nebbia non era un problema per lui, quanto più poteva diventarlo la pistola estratta da Aron dopo la sua acrobazia. Bastò infatti un attimo a fargli sgranare nuovamente gli occhi. Un proiettile gli perforò il petto specularmente rispetto alla posizione del cuore. Sopra il capezzolo destro gli si aprì uno squarcio circolare perfetto, sanguinante. Tossì sangue per l'improvvisa ferita, e istintivamente portò la mancina al foro. Ridacchiò in tutta risposta, godendosi quel dolore lancinante che gli annebbiò i sensi ben più della foschia artificiale presente sul palcoscenico.
Si infilò due dita nel buco sul petto digrignando i denti in un sorriso forzato dal dolore. E ne estrasse il proiettile, leccando via il sangue da esso con estrema gioia. Respirando già a fatica, si maledisse senza proferir parola per la debolezza dimostrata non tanto al nemico quanto a se stesso. Non voleva certo far finire così presto quello show appena cominciato.
Guardò la spada stretta nella mano destra, con una smorfia di disappunto che si trasformò subito in giocoso divertimento.
E va bene, non gli era stata lasciata scelta.
Sollevò il pugno destro poco più avanti della guancia sinistra, ed osservò da vicino la lama affilata del suo Scettro ora impugnato normalmente. Parallelo al terreno fino alla poderosa curva, l'oggetto fendeva senza muoversi la nebbia circostante, fremente e voglioso di sangue. Anzi, per meglio dire...vogliosa di sangue.
Sul suo volto l'immancabile sorriso troneggiava con arroganza.

«Aron...Aron...Aron...»

Ripeté il nome del compare scuotendo la testa con fare deluso. I campanellini tintinnarono nella nebbia, dando agli spettatori l'impressione che fosse successo qualcosa là sotto. Così qualcuno urlò, qualcun'altro lo mise a tacere e altri ancora sussurrarono fra loro incuriositi.
Il Guitto leccò la lama della propria spada, senza staccare gli occhi dal cieco. Come avrebbe reagito, alla scoperta di quanto inutile fosse quella nebbia? Si prese un po' di tempo, per dare allo spettacolo la giusta importanza.

«E' davvero tutto qui

Sospirò.
Lo sguardo andò a soffermarsi prima sul filo dello Scettro, poi sul sorriso dipinto nel candido volto fasullo dell'avversario. Ne osservò ogni millimetro, incurante della nebbia grazie all'artefatto che portava con sé, le cui capacità erano note al Guitto, ma a nessun altro. Il Monocolo di Meribald gli permetteva infatti di scrutare nelle tenebre più fitte senza difficoltà, e la bruma ombrosa sollevata dal Boia non era altro che una cortina oltre la quale penetrare risultava semplice, disarmante.

«Guarda e impara: è così che si da spettacolo»

Senza muovere di un millimetro la spada, passò il dorso dell'avambraccio sinistro sul filo dell'arma, torturandosi le carni già grondanti sangue. Il bianco della sfarzosa scimitarra divenne cremisi, e mentre quel liquido rosso colava, il suo padrone richiamò il terrore ed il piacere sull'arena.
Risvegliò lei.

«Tutti la vogliono, solo uno la ha
Puttana la chiamano, lei è Iblīs Naylah»


Una pausa. Il sorriso che si inarca sempre più.
La voce cambiò tono, ancora.

«Per Shagwell lei ora si sveglierà»

L'intero stadio fu scosso come da un tremito sonoro piuttosto forte, ma innocuo. Fu come il battito di un cuore enorme e passionale, accompagnato da un gemito voglioso ed acuto. Tutti poterono sentirlo, soltanto uno fra di essi sapeva di cosa si trattasse. Il Jinn era desto, pronto a scatenarsi contro il nemico ed il suo stesso padrone. Mordendosi il labbro Shag osservò la lama illuminarsi per un istante, recuperando la sua colorazione l'attimo successivo. Era pronta.
Si gettò quindi a capofitto in avanti, tenendo gli occhi fissi sulla pistola del compare. Era il primo passo: fare una sorpresa all'arma nemica.
Sperando in un effetto sorpresa -il Boia non poteva certo aspettarsi che il suo avversario riuscisse a districarsi in mezzo a quella nebbia- attaccò con un fendente orizzontale portato con la spada in posizione obliqua. Tagliò la nebbia in senso antiorario, mirando alla pistola del cieco, mentre la lama della sua Puttana si tingeva di un cremisi vivo, quasi fremente.
Non riuscì a trattenere un sorriso tronfio.
Quel combattimento lo stava esaltando, e non poco. Vedeva gli atti dello spettacolo lampanti dinnanzi a sé: l'arma di Aron saldata alla sua, il disarmo del boia, qualche sceneggiata per appagare se stesso ed il pubblico, poi la finta esecuzione.
Era tutto così tremendamente superbo da causargli una turgida allegria.
Il meglio, comunque, era la prospettiva che quella scaletta andasse a farsi fottere per una brillante improvvisazione del co-protagonista, un attore capace di entusiasmare con poche, semplici battute.
Peccato soltanto che quella commedia fosse un fatto privato.
Fra i due volti di una strana, pazza moneta.

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Apri gli occhi. Cosa vedi?
Un piccolo principe.
Intrattienilo.




SPOILER (click to view)
CITAZIONE

» [LeGeNdA] «
Shagwell, il Giullare



» [ReC: 275][AeV: 225][PeRf: 350][PeRm: 175][CaeM: 275] «


StAtO « Piaghe sanguinanti sulle mani a causa delle troppe catene spezzate; ferita di Bassa entità sulla tempia destra; squarcio su tutto il braccio sinistro di entità Basso-media; foro da proiettile sul pettorale destro;
eNeRgIa « 86%
EqUiPaGGiaMenTo « Il Guercio Guardone ° » [In TaScA]
Le Due Puttane ° » [NeL fOdErO]
Lo Scettro del Giullare °
nOtE « Superato l'ostacolo "nebbia" grazie all'artefatto "Il Guercio Guardone" -la pergamena Favore delle Nebbie non parla di alcuna "illusione" dunque la difficoltà visiva viene tranquillamente bypassata-; Risvegliata la Puttana Cremisi utilizzando "Il Nome della Puttana" ed impiegando -anche se non specificato nella descrizione della suddetta tecnica- uno slot; Entrano in gioco le passive "I Sussurri della Puttana" ed "Inganno della Puttana", entrambe ininfluenti a causa della razziale del mezzodemone; Infine, attacco con "Il Bacio della Puttana", mirando alla pistola.
PaSSiVe «
CITAZIONE
SoNo Il pIù FoRtE « Citata in precedenza

CITAZIONE
SoNo Il pIù FoLLe « Citata in precedenza

CITAZIONE
SoNo Il pIù SpEttAcOlArE « Citata in precedenza

tEcNiChE «
CITAZIONE
Il NoMe DeLLa PuTTaNa « La lama di Iblīs Naylah è cosparsa di caratteri antichi che, uniti, formano uno speciale sigillo adatto a contenere il potere dello jinn al suo interno. Questa misura precauzionale impedisce di fatto al jinn di avverare la condizione necessaria alla sua liberazione dall'oggetto. Infatti, venendo a conoscenza del nome del suo padrone, un jinn può esaudire tre desideri di quest'ultimo, venendo così scarcerato dalla sua prigione e liberato dalla maledizione che versa sulla sua razza, ma grazie a questi sigilli il demonio celato in questa scimitarra è impossibilitato ad esaudire questi tre, importanti desideri, risultando quindi condannato per sempre alla prigionia, finché qualcuno non sarà tanto stolto da spezzare il suddetto sigillo ed esprimere i celebri tre desideri.
Il problema è che questo sigillo, limitando i poteri dello jinn, limita anche i poteri della spada, ed è necessario scioglierlo parzialmente -o almeno indebolirlo- perché la spada possa sprigionare il suo massimo potenziale. Non esiste una formula di attivazione ben precisa, è però necessario "dire" ad alta voce il nome della spada (Iblīs Naylah) a cui si somma il nome con cui il padrone l'ha battezzata, ed infine il vero nome del proprietario, a cui si dovrà sommare anche il numero della sua anima. Si noti che questa condizione è stata imposta dagli stessi jinn, e quindi segue le loro speciali regole fatte di menzogna ed inganno, pertanto non sarà necessario che il proprietario di Iblīs Naylah dica esplicitamente questi dati, può benissimo parlare per indovinelli, per anagrammi, o altro ancora, purché sia possibile risalire a questi nomi ed al numero astrale.
Eseguita questa condizione, tutte le passive recanti nel nome l'aggettivo "puttana" -normalmente sigillate- saranno utilizzabili. Eseguita questa condizione, tutte le tecniche recanti nel nome l'aggettivo "puttana" -normalmente sigillate- saranno utilizzabili.

CITAZIONE
iL bAcIo DeLLa PuTTaNa « In qualsiasi momento, Iblīs Naylah può "saldarsi" ad un qualsiasi altro oggetto metallico con cui viene a contatto. E' sufficiente che il possessore spenda un quantitativo Basso delle proprie energie e che il filo della scimitarra rossa tocchi anche per un istante l'acciaio in questione perché le rune incise su di esso emanino un liquido rosso, simile a sangue estremamente denso, che va rapidamente ad interporsi fra i due oggetti, nel punto di contatto. Da quel momento, per tutto il turno, a meno che il proprietario non desideri altrimenti, i due oggetti saranno come fusi in un'unica entità, impossibili da staccare.
E' facile capire che dal momento in cui il bacio è stato dato, si tratta solo di una prova di forza. Se il proprietario di Iblīs Naylah risulterà essere più forte dell'avversario potrà addirittura disarmarlo con facilità.

 
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Arøn
view post Posted on 15/8/2008, 18:11




» III
inSaNiTy and genius «


Shagwell, Guitto Sanguinario: il figlio di buona donna più inaspettato sulla faccia della terra.
Agli occhi del Boia sembrava provasse un insano piacere nel sorprendere il nemico, giusto per veder stampata sul suo volto un'espressione basita - stupida? -. Espressione che Aron deviò in un'inattesa contentezza: sorrise, dietro la porcellana della maschera, dopo quei secondi in cui comprese la terribile verità, quella del Giullare a cui non andava a genio la cecità.
Dall'alto della sua follia, il giullare non aveva emesso un solo gemito che lasciasse intendere il dolore. Aveva tossito però, cosa singolare - per qualche bizzarro motivo, non riusciva a figurarsi un uomo come lui a letto con l'influenza - che Aron prese come segno di parziale vittoria. Attimi di quiete seguirono, mentre l'aura si muoveva a malapena. Maledì mentalmente la propria cecità, la sua mente d'Auspice non aiutava affatto e anzi gli sembrava una vera e propria presa in giro - almeno in quel frangente -: vedeva l'aura di Shagwell, ma come attraverso un vetro opaco o per un brutto difetto degli occhi (appunto) non ne vedeva i particolari. Ed era come afferrare il fumo, così vicino e così lontano.
La voce impercettibilmente affaticata - solo un'impressione? - del compagno si fece sentire dunque, con lezione di spettacolo e.. invocazioni. Come promesse terribili che mai prima d'ora il Principe aveva avuto modo di sentire, neppure nelle storie più fervide dei corridoi del castello, il Rosso aveva risvegliato un potere antico, evidentemente trattenuto nello Scettro. La scimitarra che tutti vogliono ma solo uno ha.
Come una malìa, un soffio d'oriente nel vento caldo, Aron dovette soffermarsi diversi secondi ad accarezzare il nome della Puttana al servizio di Shagwell.

« Iblīs Naylah »
sibilò il Boia, incantato.
Come una sposa devota, una fidanzata innamorata - in totale contrasto con la "Luna del Deserto" -, fu la mano docile e ferma di Ganom, vibrando, a riportare il suo diletto alla realtà. Il Nero aumentò la presa sul calcio della pistola, per qualche attimo ingelosita dalle troppe attenzioni che l'amore suo aveva prestato ad un'altra arma, ad un'altra rivale di cuore. La chiamano "Risonanza", ma per un Metalion è concedersi oltre ogni limite. E' superare le barriere razziali per seguire il Destino, è amare pur sotto gli effetti di condanne e maledizioni.
Aron abbassò lentamente il capo, rivolgendo gli occhi all'arma che poteva distintamente sentire oltre il guanto nero; a lei, uno sguardo riconoscente, uno sguardo affetto. Con la consapevolezza che, malgrado tutto, nessuna Puttana avrebbe rotto la Risonanza, nessun'arma dal nome fascinoso, nessun Jinn malevolo.

« A te la Puttana di una notte, Shagwell; a me la Sposa di molte vite! »
esclamò dunque, divertito. Sapeva che quell'urlo, risuonato oltre l'inutile banco di nebbia, avrebbe destato parecchio stupore ed incomprensione tra il pubblico. Ma la cosa, da diversi punti di vista, poteva risultare interessante.
Assunse una posizione di guardia quando lo spirito del giullare finalmente partì all'attacco. Attacco che - stolto, avrebbe dovuto immaginarlo! - lo sorprese. Comprese solo negli ultimi, fatali istanti che la lama della Puttana non era rivolta al proprio corpo per squartarlo, alla propria testa per decapitarlo ma.. alla mano, al corpo d'acciaio di Ganom. Non potè opporsi al volere del Saltimbanco e del suo Jinn che, con una forza notevole, rapirono Ganom, rimasta intrappolata nelle trame dell'avversario. Come un metallo alla calamita, infatti, la pistola s'era saldata magicamente alla lama della scimitarra.
Eccolo là dunque, il Boia che traeva forza dalle sue armi completamente indifeso. Ma con la fortuna che contraddistingue i giusti: la canna della pistola infatti, "incollata" a Iblīs Naylah, era rivolta verso Shagwell. Aron non era al corrente del particolare, ma in cuor suo sperava ad un bacio del destino, per rimediare a quello malefico della Puttana. Era piuttosto vicino, comunque; le facoltà della "Mano" erano utilizzabili. Il fatto che la pistola, poi, fossi così vicina al Giullare lo estasiava e preoccupava alo stesso tempo. Con l'arma saldata a quel modo, non aveva possibilità di guidare la traiettoria. Dove avrebbe potuto colpirlo, nel petto una seconda volta? Nel viso?
Dietro il ghigno dipinto della maschera bianca, sorrise pacatamente mentre, con una lentezza disarmante, alzava entrambe le mani. Resa?
Offesa.
Non avrebbe avuto una seconda opportunità, non così importante. Avrebbe dovuto approfittarne dunque, e sfoderare la vera potenza della Mano di Ganom.
Senza un ordine esplicito, l'arma da fuoco - forte della sua silenziosità - sparò il suo secondo colpo, tremendamente potenziato da un secondo tassello del mosaico che il Principe aveva posizionato.

In seguito, rimase immobile. In ogni senso possibile, fisico e morale. Con le sue mani in alto, come falsa resa, attese il susseguirsi degli eventi. Shagwell sfigurato o illeso, la sua Ganom ancora ancorata in Iblīs Naylah e ancora sfruttabile in quel senso, o di nuovo nelle sue mani grazie ad un futuro intervento.
Era uno solo il grande problema: l'anima scissa. Scissa tra ciò che sentiva per Shagwell e ciò che era necessario fare - atterrarlo -. Anima scissa e corrosa dal senso di colpa, per quel secondo proiettile maledetto. Sensi di colpa per cui il Guitto, probabilmente, avrebbe riso di gusto.
Nella realtà delle cose, Lui era il vero Boia.
Aron null'altro che una parodia di Boia, il lato giusto della violenza.
Il lato violento della Giustizia.


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IL BOIA DEL REAron Vonn

[ReC:375] • [AeV:275] • [PeRf:175] • [PeRm:225] • [CaeM:225]

« Energia__ 65%
« Consumi__ Basso [-5%] _ Medio [-10%]
« Equip__ Lama Latente ° | Mano di Ganom °°°°° °°°°° | Maschera del Contraente Nero (Indossata)
« Status Fisico__ Danno medio alla schiena. Dolorante per via della caduta.

« Passive___

A me, le Aure del Mondo. (Auspex passivo - 50m) | A me, il Sondaggio del Terreno. (Onde psioniche a 360°)
A me, la Fermezza di Spirito. (Difesa contro influenze psicologiche) | A me, la Percezione di Spirito. (Auspex di mana)
Il Mutismo dell'Acciaio. Spari silenziosi

« Attive___

L’obbedienza dell’acciaio ~ Il legame creatosi per la risonanza fra l’arma e il padrone permette a quest’ultimo di attivarne i meccanismi a distanza: egli quindi ha la possibilità di sparare anche senza impugnare direttamente la pistola. L’oggetto deve essere in ogni caso al massimo a dieci metri di distanza da lui e la manovra richiede un consumo basso per ciascun colpo così manovrato. Il potere è attivo.
La violenza dell’acciaio ~ Se il principe è disposto a sacrificare allo scopo un consumo energetico variabile, la pistola è capace di conferire ai proiettili una forza di perforazione supplementare proporzionale all’energia utilizzata. Questo significa che con un dispendio pari a basso il proiettile può evitare di perdere slancio anche nel superare alcuni ostacoli di poco conto, mentre con quantitativi superiori diventa in grado di trapassare oggetti di legno, di metallo o addirittura di pietra. È evidente come questo vantaggio possa essere decisivo in un duello con un nemico che indossa qualche protezione. Il potere è attivo.

« Note___ --
 
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Andre_03
view post Posted on 16/8/2008, 16:43




La moglie del dorniano era bionda come l'oro
e più caldo della Primavera era il suo bacio.
Ma la lama del dorniano era acciaio nero,
e terribile era il suo bacio.


Aron, Giustiziere Cieco: quanto di più principesco potesse avvicinarsi alla figura di "puttana".
Un grande attore, senza ombra di dubbio.
Fu tanto bravo ad inscenare quella commedia da ingannare persino Shagwell, un navigato uomo di spettacolo. Sicuramente gli venne in aiuto la collaborazione di una quarta figura presente nell'arena: la sua "Sposa". Quella sporca troia d'una pistola. Si saldò alla Puttana Cremisi come previsto, coprendosi di sangue nel punto colpito e fondendosi con la scimitarra in un istante. L'impeto del fendente poi fece il resto, strappandola -per sua stessa volontà?- dalla mano del nero Boia, che prontamente si prodigò in un teatrale gesto di resa. Là, sotto la cortina di fumo più fitta, Shagwell fissò il corpo dell'avversario, convinto della vittoria oramai ipotecata.
Errore, coglione.
Non sentì nemmeno lo sparo. Il proiettile...beh quello lo avvertì distintamente, anche perché fu tanto gentile da perforargli il fianco destro all'altezza del costato. Da parte a parte. Sgranando gli occhi e non riuscendo a trattenere un grido di dolore piuttosto roco e spezzato dalla sofferenza abbassò rapidamente lo sguardo e vide il buco sanguinante. Bruciava, bruciava dannatamente. Subito lanciò un'occhiata alla pistola fumante, e sciolse la tecnica con un ghigno divertito nuovamente stampato in faccia.

"Bella mossa, Boia"

Le occasioni, si sa, bisogna coglierle al volo. E soprattutto....si deve essere capaci di crearle.
Aron c'era riuscito, lasciando che fosse il Giullare stesso a fottersi con le proprie mani. Divertente, a dir poco. Ma lo spettacolo doveva proseguire, e il Guitto non si sarebbe fermato certo così. Lasciò quindi che la Puttana si separasse dalla sua nuova amica, e che questa cadesse nella polvere con un tonfo sordo. Ora era il suo turno di crearsi la propria chance. Per prima però cosa doveva liberarsi della fottuta sposa del compare.

«Ognuno ha quel che si merita, socio»

Disse, riprendendo il discorso da dove l'aveva lasciato l'altro. Stavano dando un magnifico spettacolo, peccato soltanto che nessuno potesse vederlo a causa della coltre di nebbia. Sorrise al pensiero, e diede all'arma dell'avversario un poderoso calcio destro, spedendola sulla sua sinistra. Sarebbe probabilmente atterrata in totale silenzio una decina, forse una dozzina di metri più in là. Aveva caricato bene il calcio in modo da farla sparire nel fumo, lontana dalle mani invisibili del Boia. Nella segreta speranza che non arrivassero tanto distanti. Il tutto senza mai distogliere lo sguardo dall'espressione fissa e beota della maschera avversaria. Gli piaceva quell'oggetto, ma se avesse mai avuto sott'occhio però la corona del Re, probabilmente avrebbe interpretato l'atteggiamento di Aron come una mancanza di rispetto per il comune sovrano. Fortuna per il cieco che Shagwell non avesse mai visto la Persona di Loec.
Ansimando per il dolore, ma godendone nel contempo ogni istante, Shag passò immediatamente all'offensiva. Mosse con uno sforzo il braccio sinistro, ferito ma non ancora del tutto inservibile, rapidamente in avanti. La mancina fece per stringere all'altezza del gomito il braccio destro sollevato dell'avversario, direttamente di fronte a lui. Se fosse riuscito nell'intento, avrebbe tratto a sé Aron, mentre in contemporanea, a prescindere dal risultato della prima mossa, eseguiva un fendente orizzontale con la lunga scimitarra da destra a sinistra. Rapido e forte.
Mirando al bacino, per dilaniarlo con violenza.
Senza la volontà di uccidere, si capisce. Non voleva far fuori il compagno, ma soltanto metterlo in condizione di arrendersi. Cosa che probabilmente stava facendo anche Aron, a giudicare dai punti non vitali colpiti dai suoi proiettili.
Che cari ragazzi! Premurosi come solo un pazzo sanguinario ed un boia sapevano essere.
La voce del Guitto squarciò l'aria ancora una volta:

«Assaggia il sapore della Puttana! Assaggia il suo freddo bacio

Lo disse con orgoglio e foga estremi. Era decisamente esaltato, ma ancora stranamente lucido. Non voleva lasciare spazio alla follia, non quel giorno. C'era bisogno di fredda razionalità per orchestrare al meglio quello show. E ne sarebbe servita anche il doppio soltanto per tenere a bada lei.
Le si potevano contrapporre tutte le Spose del mondo.
Tutti i casti mariti.
image
Ma Iblīs Naylah, la Rossa, era una gran rovina famiglie. Principalmente una creatrice di vedove, e non solo. Il Jinn racchiuso al suo interno bramava la violenza più di ogni altra cosa. Odiava il padrone, odiava la razza umana, odiava il mondo che l'aveva reso schiavo e prigioniero. Amava soltanto se stesso, e il sapore del sangue. Forse, prima o poi, sarebbe riuscito a trovare un'intesa con Shagwell, che tanto lo aveva nutrito nel corso degli anni. Forse semplicemente sarebbe rimasto sottomesso come una Troia ben pagata, a subire tutto ciò che il suo padrone le avrebbe voluto far fare.

E così andò anche quella volta: cieca e furiosa, stava distruggendo l'ennesima coppia per ordine del Giullare. Che d'improvviso, mentre quell'attacco così concitato stava per infrangersi sul suo opponente, prese a cantare.

«La moglie del dorniano cantava facendo il bagno,
dolce come una pesca era la sua voce.
Ma la lama del dorniano cantava la sua canzone,
freddo come una sanguisuga era il suo morso»


Era fra le sue preferite: "La moglie del Dorniano". Ne intonava spesso i versi, quando risvegliava il Jinn. Come fosse una tetra ninna nanna, o un soave canto di guerra.
In entrambi i casi, decisamente appropriato.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE

» [LeGeNdA] «
Shagwell, il Giullare



» [ReC: 275][AeV: 225][PeRf: 425/475][PeRm: 175][CaeM: 275] «


StAtO « Piaghe sanguinanti sulle mani a causa delle troppe catene spezzate; ferita di Bassa entità sulla tempia destra; squarcio su tutto il braccio sinistro di entità Basso-media; foro da proiettile sul pettorale destro; foro da proiettile sul fianco, di entità Bassa e da parte a parte, con due costole spezzate. Ancora in grado di combattere, ma non a lungo.
eNeRgIa « 63%
EqUiPaGGiaMenTo « Il Guercio Guardone ° » [In TaScA]
Le Due Puttane ° » [NeL fOdErO]
Lo Scettro del Giullare °
nOtE « Sciolto il "Bacio della Puttana" ad inizio turno, così che la canna di Ganom puntasse al fianco destro all'altezza del costato. Utilizzato poi un power-up Basso [+75] alla PeRf per calciare lontano la pistola e un altro Alto [+125] per il fendente.
PaSSiVe «
CITAZIONE
SoNo Il pIù FoRtE « Citata in precedenza

CITAZIONE
SoNo Il pIù FoLLe « Citata in precedenza

CITAZIONE
SoNo Il pIù SpEttAcOlArE « Citata in precedenza

tEcNiChE «
CITAZIONE
So SuOnArE « A volte i guitti vanno in giro con qualche bizzarro strumento musicale. Ci sono poi i cantori, o i menestrelli, che usano arpe, flauti, simili inutili oggetti. Gli strumenti musicali che Shagwell il Giullare sa utilizzare meglio sono, nell'ordine: spade, pugni, testate. Ciascuno di questi strumenti a percussione è ormai talmente inserito nel suo repertorio da suonare con naturalezza ad ogni suo comando. Sinfonie di sangue e morte escono costantemente dalle sue nocche, dalle sue puttane e da qualsiasi cosa gli venga in mente di utilizzare per fare del male ai suoi avversari -o vittime-. Come sempre, c'è un "però". Egli, infatti, non si limita a suonare normalmente, ma spesso e volentieri dà mostra delle proprie capacità musicali con una sonata di maggior rilevanza, una sorta di spartito potenziato. Come? E' semplice. Concentrando un po' della sua energia -consumo Basso, Medio o Alto- nell'attacco che starà effettuando, potrà potenziare in un istante la propria forza fisica, dando vita ad un concerto di tutto rispetto.

 
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Arøn
view post Posted on 16/8/2008, 18:43




» IV
inSaNiTy and genius «


Accadde tutto così in fretta.
Le migliori battaglie, in fondo, accadono sempre troppo in fretta, e il vincitore, dall'alto della sua stessa vita, può unire i tasselli dei ricordi per realizzare ciò che è realmente successo. Aron sapeva che gli sarebbe servito parecchio tempo per capire nei minimi dettagli - immaginare, più che altro - cos'era accaduto perché Shagwell avesse urlato di dolore, fatto più unico che raro. Il proiettile rinforzato l'aveva colpito, certo. Mortalmente? Gli ci vollero diversi istanti - e la voce del giullare stesso - per comprendere che, no, il "socio" non era morto.
Dentro di se, tirò un sospiro di sollievo. Doveva avergli procurato un dolore notevole perché un mostro come lui lo lasciasse intendere così apertamente - non una risata aveva più impestato l'aria -. Un dolore che non comunque non l'aveva abbattuto. Peggio di un Toro, più resistente di un Dio.
"Irrimediabile testardo.."

Strano ma vero, sentiva uno strano "vuoto" e una leggerezza che lo infastidivano. Era la mancanza della pistola, s'accorse subito, ancora nelle labbra della Puttana. E poi, via, lontano. Quel punto impercettibile su cui le onde psioniche avevano cozzato era lei, Ganom: era il cuore a dirglielo. Era la Risonanza che li legava. Si costrinse a non pensare a lei, alla sua Sposa devota, mentre Shagwell riprendeva il "controllo" della situazione ("la salverò, la salverò poi.. perdonami."). Chissà se il suo animo di giullare aveva deciso di sottostare alla sua mente da guerriero: aveva infine capito che il tempo dei giochi stava finendo?
Era sicuro, comunque, il fatto che il Rosso non si sarebbe arreso, non così facilmente. Con la tenacia con cui Aron aveva imparato a conoscerlo - ed apprezzarlo, in fondo -, malgrado i dolori del corpo era tornato alla carica, come un Generale senza esercito. Fu facile, per lui, arrivare all'obiettivo, conquistare la roccaforte nemica: il braccio in tragica arresa del principe. Senza che il Nero potesse opporre resistenza - no, senza che volesse opporre resistenza -, la forza bestiale del Guitto bloccò eccellentemente il polso del principe e così tutto il corpo. Fu facile, in quello stato, affondare la Puttana in una ferita che fece lacrimare gli occhi morti del cieco.
Aron sapeva - o credeva di sapere - che in cuor suo il compagno avrebbe gioito dell'urlo di dolore che aveva lasciato le labbra pallide, coperte dal tetro volto di ceramica. In quei pochi secondi, in cui l'intero corpo venne scosso da un'esplosione di dolore lancinante - il fianco era solo l'epicentro -, perfino la maschera scivolò, cadendo senza rompersi (miracolosamente) in quella terra bagnata dal sangue nobile e non solo.
Pensò che fosse una piccola vittoria, per Shagwell, e una fugace ma intensa vendetta. Ma quel guerriero senza scrupoli immaginava anche solo lontanamente cosa si annida nel cervello di un Boia? Conosceva, il Rosso, l'efficacia della parola Sacrificio? Sapeva arrendersi, fiero e brutale, all'evidenza della sconfitta?

La scimitarra era ancora conficcata nelle carni del Boia, e per quei pochi secondi di gioia gloriosa non sembrava intenzionata ad "uscire". Le braccia di Aron erano ancora in alto, in quell'esplicito segnale che anche nel dolore aveva del burlesco, nell'ironico. Se la sarebbe presa, il Guitto, se quello stesso segnale avesse portato ad un altro colpo basso? La mano destra, infatti, era ancora poderosamente bloccata dalla mano del guerriero, ma la sinistra era libera come aria. Bastò un solo, impercettibile gesto per richiamare all'altare l'amore di tutta una vita e oltre, il Metalion che aveva amato per primo il suo trisavolo e che, a distanza di un secolo, ora amava il penultimo discendente del casato Vonn. Come animata da volontà propria, Ganom levitò a mezz'aria per poi piombare nella mano del padrone, fedele ed agile. Da lì fu un gioco da ragazzi anche solo posare la canna dell'arma sulla fronte di Shagwell - ignorando per quanto possibile i dolori al fianco -.

« Ognuno ha quel che si merita, socio. »
mormorò, pesantemente. Un mezzo sorriso, la serietà era sparita del tutto finalmente.
« Scacco matto. »

Fu in quel momento che la nebbia, com'era venuta, si diradò, mostrando ad un pubblico esterrefatto i due condottieri e quella inaspettata "posa". Qualche mormorio, commenti lontani, che Aron non riusciva a sentire per via di quel martellante desiderio che gli scoppiava nel cuore.
nonfaresciocchezzeshagwellnoncostringermiapremereilgrillettoshagwell
Sapeva che anche i propri occhi, lucidi di sofferenza, potevano esprimere il volere di un amico.
Ma sapeva anche che, in ogni caso, avrebbe saputo premere il grilletto, facendo saltare in aria la testa del Vice Capitano, braccio armato del Re. Sapeva, inoltre, che non avrebbe più dormito, per ogni notte della sua vita, dopo averlo fatto. Sapeva che il rimorso l'avrebbe divorato in eterno, lacerandolo internamente.
Bloccato tra la presa della mano e la presa della lama, l'unica cosa che poteva fare era respirare a fatica gli ultimi (?) istanti di una battaglia che aveva sorpreso perfino lui. Senza poter fare a meno di chiedersi come sarebbe andata a finire.
Una speranza nel cuore e una pistola in mano, puntata sulla testa di un amico: una contraddizione dopo l'altra.
E allora, ridi.
"Ridi, Giullare.."


SPOILER (click to view)
IL BOIA DEL REAron Vonn

[ReC:375] • [AeV:275] • [PeRf:175] • [PeRm:225] • [CaeM:225]

« Energia__ 65%
« Consumi__ --
« Equip__ Lama Latente ° | Mano di Ganom °°°°° °°°°° | Maschera del Contraente Nero (A terra)
« Status Fisico__ Danno medio alla schiena. Dolorante per via della caduta. Ferita profonda e grave al fianco sx.

« Passive___

A me, le Aure del Mondo. (Auspex passivo - 50m) | A me, il Sondaggio del Terreno. (Onde psioniche a 360°)
A me, la Fermezza di Spirito. (Difesa contro influenze psicologiche) | A me, la Percezione di Spirito. (Auspex di mana)
Il Mutismo dell'Acciaio. Spari silenziosi | La Fedeltà dell'Acciaio. La pistola può tornare nelle mani di Aron col suo solo volere

« Attive___ --

« Note___ --
 
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Andre_03
view post Posted on 16/8/2008, 21:38




E lui rise. Rise di gusto.
Inizialmente la causa fu il divertimento, la gioia intrinseca della battaglia. Ben presto però divenne soddisfazione e furia combattiva, quando con la mancina afferrò il polso del Boia, tirandolo a sé quel tanto che bastava a ferirlo con la Puttana. L'arma penetrò le carni, godendo silenziosamente, e il Guitto seppe -o credette di sapere- di aver vinto. Lo sentì nell'urlo del compare, straziato dal dolore. Lo vide nella maschera che scivolava via dal volto del possessore. Scorse la vittoria persino nel sangue che bagnava la polvere, nella nebbia che si diradava lentamente, nello sguardo vuoto e sofferente del cieco. Eppure si sentì vuoto, come se tutto quello che stava vivendo non avesse importanza. Era, in fin dei conti, la triste conclusione di un grande spettacolo.
E lui odiava veder calare il sipario sul più bello.
Fortunatamente non era finita lì.

CITAZIONE

« Ognuno ha quel che si merita, socio. »


Allibito e confuso, Shagwell inarcò un sopracciglio senza muoversi. In quella posizione così ridicola, e così palesemente a suo favore, come poteva l'altro...fare quella faccia? Sorrideva. Il Cieco stava sorridendo!
Fu allora che se ne accorse.

CITAZIONE

« Scacco matto. »


La canna della pistola, magicamente richiamata dal Boia nelle proprie mani, premeva minacciosamente contro la tempia del Giullare. La vittoria, adesso, era visibile solo al cieco. Bel paradosso.
Ma anche in quel mare di merda, anche annegando nelle feci Shagwell riuscì a sorridere. Ricambiò divertito l'espressione dell'avversario, pur sapendo che egli non l'avrebbe mai potuto vedere. Aveva perso, e la sensazione non era diversa da quella che già stava provando prima di notare l'arma nemica. Vuoto, conclusione.
O forse...no?
Immobile, muto, lanciò uno sguardo malizioso alla scimitarra.
Per un attimo, a discapito della sua mente malata inconsciamente difesa dagli attacchi del Jinn, gli parve di sentire la sua voce. Era rimbombante, a metà fra il maschile ed il femminile, a tratti rude a tratti dolce ed eccitante.

image

"Lasciamelo tagliare. Finiscilo!"

Valutò l'opportunità. Se fosse stato un nemico, probabilmente avrebbe sfruttato l'occasione e invece di uscirne sconfitto avrebbe portato a casa un pareggio con morte. Però non era quello il caso. Decise di non dividere in due il corpo di Aron, no. Non sarebbe stato né cortese né tanto meno utile tagliargli la spina dorsale all'altezza del bacino. Senza contare che prima di crepare il cieco avrebbe potuto premere il grilletto.

"No. Dormi, ora"

Con un ruggito di rabbia e frustrazione per essere stato messo a tacere senza nemmeno una vittima all'attivo, lo spirito della spada si rannicchiò là dove il padrone volle mandarlo: nelle tenebre del silenzio. Mentre lui, invece, prendeva la parola scoppiando in una grassa risata. Gli occhi saettarono verso l'alto, a cercare con lo sguardo la canna della pistola.

«Mentre al suolo giaceva, con le tenebre attorno,
e il sapore del sangue sulla lingua,
i suoi fratelli furono accanto a lui, e per lui pregarono,
così lui rise e sorrise e per loro cantò:
"Fratelli,oh fratelli, i miei giorni sono alla fine,
la mia vita ha preso la lama del dorniano.
Ma questo nulla importa, che tutti gli uomini devo morire,
e gustato io ho la moglie del dorniano!


Concluse la canzone con toni soavi e divertiti, prima di estrarre l'arma dal corpo avversario, lasciando la presa sul suo polso destro. Fu delicato e leggero nel farlo, per procurare al Boia meno dolore possibile. Era conciato male, per uno che aveva appena vinto la partita.

«Non male la tua mogliettina»

Si accarezzò con la mancina i fori di proiettili. Ancora li sentiva bruciare, grondanti com'erano di sangue. Con soddisfazione ne valutò le dimensioni: sarebbero diventati ottime cicatrici. Rapidamente, notando che le condizioni del socio erano peggiori del previsto, conficcò la scimitarra nel terreno e lo prese fra le braccia. Scosse la testa, ridendo.

«Forse siamo andati un po' troppo sul pesante, ma ne è valsa la pena»

Ridendo, adagiò il compare presso il limitare poco distante dell'arena, lasciando che si sedesse più comodamente possibile. Il pubblico rumoreggiava scontento: voleva più sangue, più morte, più spettacolo. Shagwell li ignorò, non aveva il tempo per salire sugli spalti e fare un massacro. Non ne sarebbe valsa nemmeno la pena. Aveva in mente solo Aron: doveva trovargli dei guaritori e portarlo fuori di lì alla svelta. Vedendolo così tremendamente ferito si sentì in colpa per una delle poche volte in vita sua.

"Cosa faresti, Oberrin, se fossi qui? Cosa mi consiglieresti di fare? E tu, Hog? Cazzo, non vi riducevo così male, di solito"

Gli mancava la saggezza del Prete, e gli mancavano anche i consigli del barbuto uomo del sud. Erano sempre stati i due più svegli, fra i Bravi Camerati. Quelli capaci di prendere decisioni. Non come lui o Bronn, pazzi guerrafondai sanguinari. O come Mordente e Rhagga, rozzi e primitivi. Osservandolo meglio, in silenzio, si trovò a sorridere con un piglio più familiare.
Socio.
Una parola che avrebbe volentieri tramutato in "fratello". Aron aveva dimostrato di essersela meritata in pieno.

"Cosa avresti fatto, se fossi stato tuo nemico, socio? L'avresti premuto o no, quel grilletto?"

A giudicare dalla tristezza dipinta nei suoi occhi morti al momento conclusivo della battaglia, Shagwell aveva i suoi fondati dubbi. Sperò tuttavia di non doverli fugare. Quello non era un avversario che sarebbe riuscito a sconfiggere tanto facilmente, ora lo sapeva con certezza. Forse, in altre occasioni si sarebbe trovato in vantaggio...o sarebbe morto prima ancora di menare un qualsiasi colpo.
Sedette, stravaccato nella sabbia di fronte al collega ferito.

«Se non sbaglio la fiammetta non ha parlato di come ucciderli gli altri, giusto?»

Rifletteva ad alta voce. O meglio, a voce sufficientemente alta da poter essere udita dal socio e nessun altro. Come sempre sembrava riprendere discorsi mai iniziati.

«Non ci ha mica detto "andate nelle arene e massacratevi". Ci deve essere un modo...»

Scrutò pensieroso le due uscite, i tunnel da cui erano arrivati lui ed Aron.

«...per uscirne. Torniamo indietro. Ce la fai a camminare, o devo portarti

Sorrise.
Quello non era che il primo atto di una commedia più lunga. Averlo perso o vinto non era influente. C'era soltanto una cosa da fare.
Trovare la via per il secondo Atto.
Assieme al socio, ovviamente.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE

» [LeGeNdA] «
Shagwell, il Giullare



» [ReC: 275][AeV: 225][PeRf: 350][PeRm: 175][CaeM: 275] «


StAtO « Piaghe sanguinanti sulle mani a causa delle troppe catene spezzate; ferita di Bassa entità sulla tempia destra; squarcio su tutto il braccio sinistro di entità Basso-media; foro da proiettile sul pettorale destro; foro da proiettile sul fianco, di entità Bassa e da parte a parte, con due costole spezzate. Ancora in grado di combattere e muoversi.
eNeRgIa « 63%
EqUiPaGGiaMenTo « Il Guercio Guardone ° » [In TaScA]
Le Due Puttane ° » [NeL fOdErO]
Lo Scettro del Giullare °
nOtE « Stupendo. Spettacolare. Tanto di cappello per la strategia, spiacente di non aver potuto contraccambiare come avresti meritato, ma si sa: sono un rozzo che ama agitare la propria spada (:wow:) a destra e a manca (cit.) senza troppo criterio. Bene così, comunque. Chiedo formalmente il permesso allo staff del torneo di fare uno o due altri post in-gdr ininfluenti nei termini di valutazione -che mi pare anche superflua-. Ammesso che il mio avversario (:qwo:) sia d'accordo. Unico appunto: la tecnica a cui fa riferimento Shagwell quando sente la voce del Jinn -che bypassa la passiva di difesa psichica per puro espediente narrativo- è "Gli amori della Puttana".
Uh, quasi dimenticavo: grazie :D questa è stata anche meglio di quella volta ai tempi di Fealos e Bankotsu.
PaSSiVe «
CITAZIONE
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SoNo Il pIù SpEttAcOlArE « Citata in precedenza

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Arøn
view post Posted on 2/9/2008, 11:18




» V
inSaNiTy and genius «


Un mattatoio finalmente conclusosi.
Il petto martellava violentemente, incitato dalle cantilene del compagno, che nelle orecchie del Boia assumevano contorni confusi. Era come un borbottìo lontano in confronto a ciò che aspettava entrambi. Si trovavano sul ciglio di un baratro, tra la vita e la morte, e a dirla tutta con un piede sul vuoto. Credette di morire quando infine il Giullare decise di estrarre la propria arma, grondante di sangue nobile, dal fianco "spezzato". Non potè trattenere un lugubre rantolo di dolore, che fece sorridere non pochi spettatori, anime sadiche. A quello stesso rantolo seguì la reazione del braccio - la stanchezza lo faceva sentire diviso in più parti - che si abbassò e ripose l'arma a giorni peggiori. Era libero dalla morsa del corpo del Jinn, finalmente, e vittorioso nelle sue ferite. Vittorioso non per essere riuscito a bloccare la furia guerriera di Shagwell, quanto per essere riuscito a bloccare se stesso. Perché, in una situazione estrema come quella, Si, avrebbe premuto quel dannato grilletto e insieme a quello la coscienza.
Il viso pallido sembrava pietrificato in quel sorriso che non era svanito, una maschera peggiore della maschera stessa. No, non era la stanchezza a farlo sorridere, non solo almeno. Si sentiva felice, finalmente dopo tanto tempo. Felice per aver ritrovato qualcuno di cui fidarsi, in quel mondo buio, nero. Felice di un punto di riferimento nella notte; l'ultimo, che in passato era stato splendente come il sole d'Agosto, aveva perso la brillantezza, perché l'amore non lo teneva acceso.
In quei pensieri vacillò, rischiando di perdere l'equilibrio. Fu proprio il nuovo faro a sorreggerlo, come avrebbe fatto un fratello. Dovette reggersi alle braccia di Shagwell per non cadere del tutto e, come il più debole degli infermi, lasciò che il compagno lo guidasse, adagiandolo sul bordo dell'arena, un campo di morte dove si semina sangue e solo l'Inferno sa cosa si raccoglie. A denti stretti, cercò come potè di trattenere il sangue con entrambe le mani. Abbassò dunque lo sguardo al compagno, sdraiatosi sulla terra battura. Anche un "mostro" come lui, che sente il dolore come carezze lontane, doveva avere bisogno di riposo. Rise, per quel tanto che le ferite gli concedevano, tossendo.

« Sei ridicolo, Shag: scommetto che sembri appena uscito da una partita a freccette col Demonio in persona! »
"Ed è palese che ruolo tu ricoprissi!"

Probabilmente neppure lui lo capiva distintamente, ma stare a contatto con Shagwell, col Re, comandare plotoni in un Clan lo stava cambiando. In meglio, forse. In passato, di certo, non avrebbe sdrammatizzato una situazione al limite del critico; avrebbe, anzi, cercato al più presto un guaritore perché, logico, prima sarebbe guarito prima sarebbe tornato funzionale. Eppure, anche sanguinare accanto al "socio" gli dava una sorta di senso d'appagamento. Anche chiuso in un'arena in cui l'uscita non era chiara sentiva distintamente il sapore della libertà.
Uscì dalla nebbia dei suoi pensieri quando il compagno afferrò - raro - un discorso serio. Tornato con i piedi per terra, concordava tacitamente sul fatto che andare via da quel lago di violenza era la cosa migliore. Annuì dunque, lasciando libera la ferita per aggrapparsi con entrambe le mani al muro, imbrattato di sangue.
Tornato faticosamente in piedi - con una dignità che solo un Principe sapeva ostentare - avanzò di qualche passo, prestando apparentemente poca attenzione alle offerte d'aiuto del Giullare. Maledizione al lui e al piacere masochistico che provava alla vista delle ferite.

« In passato.. ti avrei risposto che, se solo avessi osato, ti saresti ritrovato casualmente senza mani e piedi. E io con nuovi trofei.. »

Il viso oscurato dalla fatica lasciava intendere comunque un certo divertimento; il Nero sapeva che anche l'altro non s'era dimenticato il loro primo incontro.

« .. ora una mano l'accetto volentieri. »

Malgrado ciò, riprese a camminare, là verso il centro dell'arena dove, inerme come un diamante freddo stava il simbolo del suo nero potere. La Maschera bianca che, ghignante, attendeva silenziosa. La raccolse, lentamente, per farla sparire come sempre nelle pieghe del soprabito, a far compagnia a Ganom.
Là si bloccò: quale tunnel seguire?

« Ebbene? Destra o sinistra, nord o sud? Non ho preferenze di sorta! »

E come averne, in quell'incubo.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE
Che dire, il momento della "rivincita" l'attendevo da tanto tempo (non so tu XD) e ora che è arrivato, a prescindere dal risultato, mi ha soddisfatto non poco.
Non preoccuparti di nulla, di quel che "avrei meritato" e non è arrivato: abbiamo dato spettacolo come ci eravamo ripromessi.
Grazie a te dunque, davvero: è stato un magnifico combattimento (Si, decisamente meglio di quella volta al Torneo Toryu XD)
Ora sono tutto tuo :wow: Prendimi!
 
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.Wolf
view post Posted on 24/10/2008, 22:20




*La differenza tra i due partecipanti è minima, e non posso nascondere i miei sinceri complimenti per questa giocata. Bravi, davvero.

CITAZIONE

Andre_03

Scrittura: Che scrivi bene, non è certo un segreto. Shagwell è un personaggio che ti calza a pennello, nessuno è in grado di giocare una personalità simile a quella del Guitto come fai tu. La psiche è sempre ben chiara e accattivante, inoltre ho apprezzato le doti “canore” del Rosso, una particolarità interessante per il pg. Le descrizioni sono sempre esaurienti, nulla è lasciato al caso, e il testo scorre con una naturalezza che invoglia la lettura. Lo specchietto a fine post è chiaro e leggibile, buona l’impaginazione.
In fattori numerici, ti viene assegnato un 9.0 su 10.
Strategia: Folle. Credo non ci sia parola migliore per definire la tua strategia. E’ un parametro difficile da valutare – dato il livello non-indifferente del duello – ma posso dire che sei risultato inferiore al tuo avversario, anche se non è corretto usare questa parola. Hai comunque un voto molto alto in questo parametro, ma Runo è riuscito a superarti. La tipologia del tuo pg ha trovato difficoltà contro il Boia, difatti non sei riuscito a ideare manovre articolate come quelle del nostro caro Aron. Ma, anche in questo caso, la differenza è minimale … ribadisco, non voglio sminuirti, ma l’alto livello del combattimento mi obbliga a trovare le differenze nei dettagli, dato che non ci sono superiorità di sorta. Il fattore "autolesionista" ti ha lasciato vincere in "introspezione del pg", ma - ahimè - penalizza lievemente la strategia.
In fattori numerici, ti viene assegnato un 7.5 su 10.
Sportività: Dal momento che non ci sono differenze di sorta, faccio un giudizio uguale per entrambi per questo parametro, così da risparmiare tempo e denaro (?). Avete subito i danni che dovevate prendere, senza eccedere troppo e senza mutare in superuomini. Questo parametro è ben consolidato in voi, e mi pare anche superfluo stenderne un giudizio. Ogni azione è stata effettuata correttamente, senza alcun errore rilevante.
In fattori numerici, ti viene assegnato un 8.0 su 10.

Media totale: 8.1



CITAZIONE

Aron Vonn


Scrittura: Nulla da invidiare al tuo avversario. Ottima scrittura anche per il Boia, anche tu riesci a giostrarti tra la personalità del tuo pg con facilità, rimanendo coerente e facendo emergere “il lato violento della giustizia”. Le descrizioni sono esaurienti e scorrevoli, il mezzo punto in meno devi considerarlo superficiale … diciamo che la scrittura dell’Andre mi appassiona maggiormente, ma le differenze sono minime, ininfluenti. Anche per te un ottimo layout del post ed uno specchietto riassuntivo ben congeniato.
In fattori numerici, ti viene assegnato un 8.5 su 10.
Strategia: Molto buona, superiore a quella del tuo avversario. Il punto che ti ha permesso di vincere, anche se le differenze non sono poi così epocali. Sei stato in grado di creare offensive anche nelle situazioni più buie e difficoltose, e questo è un pregio che io tengo particolarmente in considerazione. Non abbandonare mai quella pistola, perché si rivela una sposa perfetta per il tuo pg.
In fattori numerici, ti viene assegnato un 8.5 su 10.
Sportività: Dal momento che non ci sono differenze di sorta, faccio un giudizio uguale per entrambi per questo parametro, così da risparmiare tempo e denaro (?). Avete subito i danni che dovevate prendere, senza eccedere troppo e senza mutare in superuomini. Questo parametro è ben consolidato in voi, e mi pare anche superfluo stenderne un giudizio. Ogni azione è stata effettuata correttamente, senza alcun errore rilevante.
In fattori numerici, ti viene assegnato un 8.0 su 10.

Media totale: 8.3



CITAZIONE


Vincitore ~ Aron Vonn


 
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11 replies since 27/7/2008, 01:22   901 views
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