Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

[Turno 1] - Teuz24 vs dark espeon

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.Wolf
view post Posted on 27/7/2008, 01:30




»] Turno 1 [«

Teuz24 vs dark espeon


»]Arena: Un’arena per il gladiatori, è questo lo spettacolo che offre il Circo? Però, qui non ci sono clown né elefanti ammaestrati; in questo lido dimora soltanto sangue e morte, per la gioia dei più potenti. Dei capi. Dei padroni.
Si tratta di uno spazio circolare dal raggio di dieci metri, contornato da immani spalti, dove il pubblico guarda e osserva. Applaude, se gli va, oppure fischia se l’esibizione non è di suo gradimento. I contendenti entreranno da due cancellate di ferro, una opposta all’altra, e si guarderanno negli occhi. Il terreno è ricoperto da un sottile strato di sabbia.
Non c’è vento. Non c’è il sole, non v’è neppure una nuvola. Gli spalti sono rialzati da terra, almeno tre metri separano il pubblico dagli attori. Un cielo azzurro abbraccia l’intera arena. Nessun arbitro sancisce l’inizio dei giochi. Perché è alquanto palese, appena metti piede in pista…devi iniziare a ballare. [ img ]

»]N° di post: 1 di presentazione + 5 di combattimento.
»]Limite di tempo: Avete fino alle 24:00 del 20 Settembre 2008.
»]Player Killing: No.

»]Primo post: Teuz24

»]Schede giocatori: Link.


* Teuz inizierà il duello con una ferita di livello medio alla spalla sinistra, dovuta al cedimento della stanza nella giocata di apertura. Può, però, usufruire di tutto il suo equipaggiamento.

* dark espeon può usufruire di tutto il suo equipaggiamento.


 
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Teuz24
view post Posted on 10/8/2008, 06:08




L'ora era arrivata molto prima di quanto si aspettasse. Prima che fosse trascorso il tempo necessario a riflettere, a pensare, a dipanare la matassa. Non aveva avuto modo di soffermarsi sul perché, e nemmeno su una questione più banale - su cosa in realtà stesse accadendo. Chiusa la porta alle proprie spalle, non riuscì a curarsi di nulla, neppure della ferita alla spalla che ancora pulsava; non badava a niente, se non a ciò che in quegli istanti si presentava alla sua vista, e che lo depredava di tutta la sua attenzione.

L'arena era immobile; la sua sabbia giaceva non disturbata dal vento. Non un qualsivoglia essere vivente, nemmeno il più piccolo ed insidioso degli arbusti proliferava su quel terreno. Ma tutt'intorno, un umano eco di grida si levava, a ondate, raggiungendo le orecchie del mezz'elfo, rimbombando sulle pareti dell'angusto passaggio che portava al vuoto spiazzo. Gridavano parole confuse, sconnesse; osannavano chissà cosa, chissà perché. Anche se... che cosa volessero, lo si poteva forse immaginare.

Evol fece un passo avanti, verso l'inferriata che lo separava dalla sabbia, e levò la mano per tastarla; non riuscì però a raggiungerla, perché non appena si mosse questa si sollevò con gran clangore, attirando vari sguardi eccitati e curiosi verso la sua direzione. Era al limitare dell'arena; un solo passo e sarebbe stato dentro. Volse lo sguardo alle sue spalle. Di tirarsi indietro, non c'era modo. Avanti, dunque. Seppur controvoglia, bisognava avanzare.

Nel momento stesso in cui varcò il piccolo arco di pietra, il volume delle grida si alzò di parecchio. Ora quasi tutti i volti erano rivolti verso di lui. Non capiva cosa stessero dicendo, agitando al vento le mani, esaltati; non riusciva a distinguerlo, e non gliene importava. Molto, assai più degna d'attenzione era l'altra inferriata - l'altro ingresso all'arena, davanti a lui. Era curioso di vedere chi, o che cosa, sarebbe sbucato da lì non appena anche quella grata si fosse levata... voleva sapere se il suo avversario era uno come lui, un prigioniero, o se qualche belva lo attendeva, o magari un altro nemico più efferato e violento dei reduci della sala circolare di poc'anzi. Tutto era possibile, ma di una cosa era sicuro: qualsiasi cosa l'attendesse, se fosse stata in grado di ragionare avrebbe perlomeno tentato di parlarci, e di evitare un'insensata lotta. In caso contrario, la scelta era per lui una sola. Mai, mai uccidere. Non se lo poteva permettere. Sempre, ovviamente, che l'avversario non sia in grado di sopraffarlo. In questo caso... beh, meglio non pensarci. E cominciare a sperare.
 
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view post Posted on 12/8/2008, 02:19
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Buio.

Era rimasto solo, in quel tunnel angusto e lugubre.
Il dolore fisico si fondeva al tormento interiore, in un tumulto di emozioni e sguardi nel vuoto.
Come camminasse a piedi nudi su cocci d'animo, tanto preso dall'ansia da tremare ad ogni battito del cuore.
Le uniche certezze se le era lasciate dietro le spalle. Non sapeva se gli altri si fossero salvati, non sapeva che fine avrebbe fatto l'elementale, non sapeva neanche cosa lo aspettasse. L'unico fattore indiscutibile, in quel momento, era la grata di metallo dietro la sua schiena.
Nelle sue orecchie riecheggiava ancora il rumore dell'inevitabile chiusura.
Erano i primi attimi di silenzio dopo tutto quel trambusto. Un silenzio innaturale, inquietante.
Non aveva neanche il coraggio di voltarsi, per ricevere qualche risposta sulle condizioni dei suoi compagni di sventura. Aveva la testa troppo piena di pensieri e, in fin dei conti, aveva paura di trovarsi di fronte solo ad un cumulo di macerie, senza che niente potesse confortarlo.
Il sudore gli rigava la fronte, mentre il respiro affannato sottolineava lo sforzo compiuto per uscire al più presto da quella situazione di pericolo improvvisa, che si era venuta a creare con il crollo della stanza iniziale.
Lasciò cadere le armi raccolte poco prima al suolo, mentre si massaggiava i polsi, ancora doloranti per l'obbligata posizione innaturale in cui l'avevano tenuto per ore incatenato. I suoi occhi si perdevano nell'osservare il pavimento, mentre nella sua testa riviveva gli ultimi sguardi distratti, visti durante il cedimento del soffitto.
Immagini irte di spine, che sarebbe stato meglio evitare, in quel momento. Si rese presto conto, che si sarebbe dovuto forzare ad ignorarle, se non voleva rimanere lì in eterno.
Scosse la testa, chiudendo le palpebre, mentre si chinava per sistemare definitivamente l'equipaggiamento.
Doveva andare avanti, volente o nolente.
Doveva cominciare a pensare alla strada da percorrere, non al sentiero concluso.
Il corridoio dinnanzi ai suoi occhi era appena illuminato: le pareti sfumavano in un rosso acceso a causa del colore del vetro delle lampade ad olio, posizionate ad un paio di metri d'altezza. Un cunicolo stretto e tortuoso, in cui di certo non sarebbero riuscite a passare con disinvoltura più di tre persone alla volta.
Si spolverò i pantaloni, sporchi di terriccio, prima di incamminarsi con passo moderato.
Qualsiasi cosa l'aspettasse alla fine del tunnel, non sembrava molto lontana.
Seppure inizialmente i suoi passi riecheggiassero tra le pareti, infatti, presto il suo camminare venne progressivamente coperto da un brusio crescente.
Non capiva cosa fosse, nè tantomeno cosa stesse accadendo.
L'elementale aveva parlato di sfide mortali, di duelli all'ultimo sangue.. cosa mai poteva significare quel vociare? Affrettò l'andatura, poggiando la mano destra sulla corrispondente parete, apprestandosi a voltare l'ultima curva, mentre la curiosità lo tormentava. Dopo pochi metri, tutto gli fu più chiaro.
Si sarebbe potuto aspettare una miriade di cose, ma in quella circostanza non avrebbe mai neanche lontanamente potuto credere a niente di simile, se non l'avesse visto con i suoi occhi.
C'era ancora un'altra grata, dinnanzi a lui, del tutto simile a quella che in precedenza si era chiusa alle sue spalle. Questa volta, però, dall'altra parte, c'era qualcosa di assolutamente inaspettato.
Si avvicinò rapidamente all'inferriata, toccandola con mano. Non credeva ai propri occhi e alle proprie orecchie. Sembrava che i sensi lo stessero ingannando.
Un'enorme arena stanziava oltre la rete metallica, e si poteva benissimo scorgere una figura a parecchi metri di distanza, sola, in quel palcoscenico di morte. Tutt'intorno, c'erano spalti contenenti gente in visibilio, mentre urla di incitamento confuse ed isteriche squarciavano il silenzio.
Sgranò gli occhi e dischiuse stupito le labbra, prima che potesse rendersi davvero conto di quello a cui stava andando incontro. Pochi attimi, e l'inferriata si alzò rapidamente, facendo sì che potesse terminare il suo percorso.
Un passo, e il rumore metallico del cancello annunciò la sua entrata nell'arena.




Un'esplosione di versi, un boato animalesco, gli diede accoglienza, mentre i suoi occhi si facevano sempre più increduli.
Si avvicinò progressivamente al centro dell'arena, camminando, mentre continuava a guardarsi intorno, con centinaia di occhi che scrutavano critici ogni suo minimo movimento.
Non capiva a cosa servisse una cosa simile, tantomeno dopo aver sentito le parole dell'elementale.. avrebbe dovuto battersi per un'eredità, che affinità aveva una cosa simile con il compiere un duello dinnanzi agli sguardi sanguinari di una folla di esseri umani?
Si voltò verso il suo compagno di sventure - tale era in quella circostanza - riconoscendone il volto, con sorpresa.
Era uno degli altri prigionieri, l'unico che già gli avesse rivolto la parola una volta, seppur solo per rimproverarlo.
In quel momento, lo colse un sentimento di solidarietà, per la sorte comune.
Normalmente un duello l'avrebbe terribilmente eccitato, e l'adrenalina avrebbe preso possesso del suo corpo, ma in quelle circostanze, le sue emozioni seguivano un percorso ben diverso.
Amava combattere e mostrare a se stesso la sua vera natura, fondendosi con i suoi istinti, ma in quel momento, non provava altro che fastidio e rabbia.
Non poteva sopportare che quella folla fosse lì solo per guardare qualcuno scannarsi. Era una cosa da vili, da codardi.
Chi vuole riscoprire il suo istinto senza mettere in pericolo la propria vita, non può essere altro che tale.
Fosse stato per lui, non avrebbe mai combattuto, ma come si era ben intuito in precedenza, sottrarsi era pressochè impossibile.
Si morse il labbro inferiore, stringendo il pugno destro, mentre fissava negli occhi il suo prossimo avversario.
Doveva mettere in chiaro le cose.

« Non diamogli la soddisfazione di vedere le nostre morti. »



Disse annuendo, in cerca di approvazione, mentre dava le spalle all'altro ragazzo.
Non avrebbe mai sopportato di perdere la vita sotto lo sguardo divertito di qualcuno, ed uccidere non era nel suo stile.

« Uno scontro leale. »



Aggiunse, cominciando ad incamminarsi lentamente, fino a distanziarsi di circa venti metri.
Procedeva ad occhi chiusi, cercando di concentrarsi ed estraniarsi da quella situazione.
Si voltò nuovamente appena pronto, cercando di non prestare attenzione a quei bifolchi da strada, mentre ricaricava la balestra e forzava un sorriso.
Non sapeva se il suo avversario si fosse trovato d'accordo con le sue parole, ma si autoconvinse che fosse così, per facilitarsi le cose.

« Quando vuoi. »



La tensione del momento cresceva, e con quella, anche l'adrenalina.
Il suo primo duello in quel folle torneo, stava per avere inizio.



CITAZIONE
Buona fortuna, e cerchiamo di divertirci =)



Edited by dark espeon - 12/8/2008, 03:42
 
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.Wolf
view post Posted on 24/10/2008, 22:15




CITAZIONE


Vincitore ~ dark espeon



 
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