Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

dark espeon vs Yelle, Turno II

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.Wolf
view post Posted on 8/11/2008, 13:48





+ Turno II +

dark espeon vs Yelle


Arena: Un’arena per il gladiatori, è questo lo spettacolo che offre il Circo? Però, qui non ci sono clown né elefanti ammaestrati; in questo lido dimora soltanto sangue e morte, per la gioia dei più potenti. Dei capi. Dei padroni.
Si tratta di uno spazio circolare dal raggio di dieci metri, contornato da immani spalti, dove il pubblico guarda e osserva. Applaude, se gli va, oppure fischia se l’esibizione non è di suo gradimento. I contendenti entreranno da due cancellate di ferro, una opposta all’altra, e si guarderanno negli occhi.
Il terreno è ricoperto da un sottile strato di sabbia.
Non c’è vento. Non c’è il sole, non v’è neppure una nuvola. Gli spalti sono rialzati da terra, almeno tre metri separano il pubblico dagli attori. Un cielo azzurro abbraccia l’intera arena. Nessun arbitro sancisce l’inizio dei giochi. Perché è alquanto palese, appena metti piede in pista…devi iniziare a ballare. [ img ]

N° di post: 1 post di presentazione + 5 post attivi.

Limiti di tempo: Ogni candidato avrà a disposizione sette giorni per poter postare. Allo scadere dei sette giorni, avverrà la classica vittoria a tavolino, senza alcuna valutazione da parte dei giudici.
E’ possibile chiedere un massimo di due proroghe, di tre giorni ciascuna.
Per richiederle è sufficiente mandare un messaggio privato a .Wolf, nulla di più semplice.

Player Killing: No.

Link alle schede: LINK.

Note: I partecipanti combattono al massimo delle loro forze, muniti di tutto l'equipaggiamento.
Una motivazione IN-GDR del recupero delle forze/armi è gradita e apprezzata, ed è a vostra discrezione.



Primo Post: dark espeon


 
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.Wolf
view post Posted on 16/11/2008, 02:03




CITAZIONE

Proroga di 3 giorni concessa a dark espeon.


 
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view post Posted on 17/11/2008, 20:09
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··········

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Buio.

Era rimasto solo, in quel tunnel angusto e lugubre.
Il dolore fisico si fondeva al tormento interiore, in un tumulto di emozioni e sguardi nel vuoto.
Come camminasse a piedi nudi su cocci d'animo, tanto preso dall'ansia da tremare ad ogni battito del cuore.
Le uniche certezze se le era lasciate dietro le spalle. Non sapeva se gli altri si fossero salvati, non sapeva che fine avrebbe fatto l'elementale, non sapeva neanche cosa lo aspettasse. L'unico fattore indiscutibile, in quel momento, era la grata di metallo dietro la sua schiena.
Nelle sue orecchie riecheggiava ancora il rumore dell'inevitabile chiusura.
Erano i primi attimi di silenzio dopo tutto quel trambusto. Un silenzio innaturale, inquietante.
Non aveva neanche il coraggio di voltarsi, per ricevere qualche risposta sulle condizioni dei suoi compagni di sventura. Aveva la testa troppo piena di pensieri e, in fin dei conti, aveva paura di trovarsi di fronte solo ad un cumulo di macerie, senza che niente potesse confortarlo.
Il sudore gli rigava la fronte, mentre il respiro affannato sottolineava lo sforzo compiuto per uscire al più presto da quella situazione di pericolo improvvisa, che si era venuta a creare con il crollo della stanza iniziale.
Lasciò cadere le armi raccolte poco prima al suolo, mentre si massaggiava i polsi, ancora doloranti per l'obbligata posizione innaturale in cui l'avevano tenuto per ore incatenato. I suoi occhi si perdevano nell'osservare il pavimento, mentre nella sua testa riviveva gli ultimi sguardi distratti, visti durante il cedimento del soffitto.
Immagini irte di spine, che sarebbe stato meglio evitare, in quel momento. Si rese presto conto, che si sarebbe dovuto forzare ad ignorarle, se non voleva rimanere lì in eterno.
Scosse la testa, chiudendo le palpebre, mentre si chinava per sistemare definitivamente l'equipaggiamento.
Doveva andare avanti, volente o nolente.
Doveva cominciare a pensare alla strada da percorrere, non al sentiero concluso.
Il corridoio dinnanzi ai suoi occhi era appena illuminato: le pareti sfumavano in un rosso acceso a causa del colore del vetro delle lampade ad olio, posizionate ad un paio di metri d'altezza. Un cunicolo stretto e tortuoso, in cui di certo non sarebbero riuscite a passare con disinvoltura più di tre persone alla volta.
Si spolverò i pantaloni, sporchi di terriccio, prima di incamminarsi con passo moderato.
Qualsiasi cosa l'aspettasse alla fine del tunnel, non sembrava molto lontana.
Seppure inizialmente i suoi passi riecheggiassero tra le pareti, infatti, presto il suo camminare venne progressivamente coperto da un brusio crescente.
Non capiva cosa fosse, nè tantomeno cosa stesse accadendo.
L'elementale aveva parlato di sfide mortali, di duelli all'ultimo sangue.. cosa mai poteva significare quel vociare? Affrettò l'andatura, poggiando la mano destra sulla corrispondente parete, apprestandosi a voltare l'ultima curva, mentre la curiosità lo tormentava. Dopo pochi metri, tutto gli fu più chiaro.
Si sarebbe potuto aspettare una miriade di cose, ma in quella circostanza non avrebbe mai neanche lontanamente potuto credere a niente di simile, se non l'avesse visto con i suoi occhi.
C'era ancora un'altra grata, dinnanzi a lui, del tutto simile a quella che in precedenza si era chiusa alle sue spalle. Questa volta, però, dall'altra parte, c'era qualcosa di assolutamente inaspettato.
Si avvicinò rapidamente all'inferriata, toccandola con mano. Non credeva ai propri occhi e alle proprie orecchie. Sembrava che i sensi lo stessero ingannando.
Un'enorme arena stanziava oltre la rete metallica, e si poteva benissimo scorgere una figura a parecchi metri di distanza, sola, in quel palcoscenico di morte. Tutt'intorno, c'erano spalti contenenti gente in visibilio, mentre urla di incitamento confuse ed isteriche squarciavano il silenzio.
Sgranò gli occhi e dischiuse stupito le labbra, prima che potesse rendersi davvero conto di quello a cui stava andando incontro. Pochi attimi, e l'inferriata si alzò rapidamente, facendo sì che potesse terminare il suo percorso.
Un passo, e il rumore metallico del cancello annunciò la sua entrata nell'arena.
Un'esplosione di versi, un boato animalesco, gli diede accoglienza, mentre i suoi occhi si facevano sempre più increduli.
Si avvicinò progressivamente al centro dell'arena, camminando, mentre continuava a guardarsi intorno, con centinaia di occhi che scrutavano critici ogni suo minimo movimento.
La tensione del momento cresceva, e con quella, anche l'adrenalina. Le pupille sgranate e l'odore di terra umida erano i primi simboli di quel momento di smarrimento.
Non restava che attendere un segno, che desse qualche certezza.

L'insicurezza negli occhi ed un oceano fra le labbra.

CITAZIONE
Con il permesso di Wolf ho ripostato l'introduzione al primo duello, che praticamente il mio pg non ha fatto.
Questo quindi per lui è il primo incontro.. scusami sia il ritardo che questo ''riciclaggio'' ma davvero sono attualmente impossibilitato a postare, ed è l'unico metodo che ho per non ritardare ancora il tutto.
Buona fortuna, comunque =)

 
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Yelle
view post Posted on 23/11/2008, 12:23




Strano quante volte i fatti dimostrassero che Yellë aveva ragione... in questo caso, aveva semplicemente azzeccato il carattere del suo avversario, che, meschino e subdolo come lei aveva immaginato, si era ritirato dallo scontro. Codardo. Maledettamente codardo.
Ma, al contrario di quello che ci si potrebbe immaginare, l'elfa non si era montata la testa dopo questa insolita e facile battaglia: che onore c'era, ad aver vinto a tavolino contro un tizio che se l'era data a gambe? E, soprattutto, che soddisfazione c'era stata? Anzi, l'unica cosa che quel non-scontro le aveva lasciato era stata l'amarezza di non aver potuto confrontarsi con una persona nuova, diversa da quelle che vedeva tutti i giorni al villaggio.
Si può comprendere, dunque, con quanta spasmodica voglia l'elfa attendesse questo nuovo scontro e sperasse di trovarsi davanti qualcuno con un filo in più di coraggio.
Speranza che, però, almeno all'apparenza, venne delusa.
Da dietro le sbarre del cancello atrraverso cui sarebbe entrata nell'arena, Yellë ascoltava il ruggito della folla nel momento in cui il suo avversario fece il suo ingresso. Voleva forse dire che gli spettatori gradivano il suo aspetto, magari imponente e muscoloso? L'elfa cercò di cogliere qualche immagine dalla luce interrotta dalle sbarre di ferro, ma quasi non ne ebbe il tempo: qualcuno gridò qualcosa, e il cancello si sollevò, inondandola di luce accecante. Camminando quasi alla cieca, ma cercando di non barcollare, Yellë entrò in quello che una volta, secondo lei, doveva essere stato un circo, e, senza badare minimamente agli strepiti del pubblico sulle gradinate, sfoderò la spada, e sbattè gli occhi fin quando questi, nuovamente abituatisi alla luce del giorno, si posarono sulla figura del suo nuovo avversario.
E, non appena lo vide, l'elfa non riuscì a reprimere un fremito e un'espressione di profondo disgusto. Un traditore. Un impuro. Un mezzosangue.
Vestito di cuoio e di metallo, con una balestra in mano, i lunghi capelli raccolti in una coda, il guerriero avrebbe quasi potuto sembrare attraente, se non ci fosse stato quel piccolo particolare che, agli occhi dell'elfa, lo classificava inequivocabilmente come feccia. E poi, quell'espressione da stupido, più che stupito... gli costava tanto levarsela dalla faccia? Così ci faceva ancora di più la figura dell'inerme.
Bleah.
E magari ora doveva anche dirgli qualcosa; dargli il benvenuto; salutarlo. Che schifo.
Yellë allargò le narici, respirando quell'odore di sudore e sangue che molti guerrieri, prima di loro, avevano abbandonato su quel campo, impregnandone la sabbia.

"Il mio nome è Yellë, sono il vicecapitano del clan Sorya. Che vinca il migliore."


Sputò queste parole tutte in fila, senza fermarsi, incapace di dare un tono almeno lontanamente amichevole a ciò che diceva. Purtroppo, o per fortuna, era il sangue che comandava in frangenti come quello, e non gli si poteva disobbedire.
Sempre fissando con aria disgustata il suo avversario, con occhi illuminati anche da un pizzico di follia, Yellë si posizionò in guardia: gamba destra in avanti, gamba sinistra indietro, con i due piedi divaricati a formare un angolo retto tra di loro; busto in avanti, braccio destro a reggere la spada in coda lunga e stretta, spada che sembrava lasciar libera la parte sinistra del corpo dell'elfa, come se questa stesse invitando il suo avversario ad attaccare proprio lì. Ma tanto, dovunque il mezzelfo avesse attaccato, avrebbe trovato del fuoco a respingerlo.

SPOILER (click to view)
Energia residua: 125%
Ferite riportate: ///
Tecniche effettuate: ///
Passive: Empatia animale (abilità razziale): razza nata e evoluta all'interno delle foreste, in contatto con la natura, ha sviluppato con essa un'affinità non indifferente, crescendo e rafforzandola.
Alcuni vantaggi non possono essere certo ignorati... ed è per questo che gli elfi, talmente attaccati ai loro beni, sono l'unica classe a poter utilizzare il proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo.
Un'abilità apparentemente inutile, ma che può rivelarsi estremamente pericolosa, se si sa potenziare il proprio compagno in propria compagnia, insieme a se stessi.
Dominio (liv.1): La forza dei portatori di questo Dominio è, come già accennato, estremamente elevata. Non solo in termini numerici, sia chiaro. Essi sono proprio forti a prescindere da qualsiasi standard, tant'è che, a questo livello del Dominio, gli sarà possibile sollevare pesi molto elevati. Un esempio? Spade bastarde a due mani, mazze chiodate enormi, alabarde di grosse dimensioni...tutte queste armi saranno impugnate senza problemi dal possessore del Dominio, che le maneggerà come fossero spade normali, o fioretti leggeri.
Dominio (liv.2): Non solo forza, ma anche estrema Resistenza. I portatori di questo Dominio, man mano che il loro potere crescerà, riusciranno a scoprirne nuove ed esaltanti caratteristiche. La seconda in ordine crescente sarà appunto un notevole incremento della Resistenza Fisica, intesa come irrobustimento del corpo del portatore. In particolare, a prescindere dalla Razza, il possessore del Dominio a questo livello possiederà una pelle molto più coriacea del normale, più difficile da scalfire. Inoltre sanguinerà leggermente meno, in quanto sarà più difficile scatenare emorragie nel suo corpo, ed infine potrà avvalersi di un'ossatura pressoché indistruttibile, poiché sarà estremamente remota la possibilità che le sue ossa si fratturino.
Oggetti:
Anello del potere: Un semplicissimo anello che, se indossato, aumenterà l'energia del portatore del 25%. Questo, infatti, partirà in ogni quest o duello con il 125% delle energie rispetto che con il normale "100%" - indossato
Impacco naturale: se masticato, può curare una ferita profonda, o due leggere, e ridonare il 30% dell'energia totale (una volta a duello) - inutilizzato
Amuleto della visione: Un semplicissimo amuleto che, se indossato, aumenterà le capacità visive del portatore. Questo sarà infatti in grado di scrutare attraverso fortissime luci, tenebre assolute, non illusorie, e fumi o nebbie di qualsiasi tipo - indossato
Bomba accecante: la bomba accecante ha la forma di una biglia bianca del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un immenso flash in grado di accecare più avversari. Il flash svanirà nell'arco di un secondo, ma sarà abbastanza potente da riportare i demoni in forma umana - inutilizzato
Occhio della pantera: uno strano medaglione che, se indossato, aumenta il controllo delle armi e la mira del portatore, anche se non esageratamente. +50 "CaeM" - indossato
Due Occhi della tigre: uno strano medaglione che, se indossato, aumenta la forza e la resistenza fisica del portatore, anche se non esageratamente. +50 "PeRf" l'uno - indossati
Caratteristiche fisiche:
Razza-Elfo Classe-Ninja Bonus iniziale-+100 Energia-Rossa ---Dominio-Forza del ToroAbilità  OggettiTotali
Riflessi e Concentrazione (ReC)175//////+75//////250
Agilità e Velocità (AeV)175+25+25+75//////300
Potenza e resistenza fisica (PeRf)75-25+75+75+100+100400
Potenza e resistenza magica(PeRm)150//////+75-25///200
Controllo delle armi e Mira (CaeM)150+25///+75///+50300
 
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.Wolf
view post Posted on 15/12/2008, 02:12




CITAZIONE


Vince Yelle.


 
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