Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

S a i y u k i, QM Shivian

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view post Posted on 13/1/2009, 22:08
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C a t a r s i

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Saiyuki - I Atto



Ciascuno di voi è stato contattato da Shivian separatamente che vi ha quindi fornito tutte le informazioni necessarie per portare a termine questa missione oltre che alla motivazione di questo atto.
Seguendo quanto vi è stato detto ricomparite tutti, quasi nello stesso istante, di fronte all’ingresso di un maestoso tempio scolpito direttamente nella parete rocciosa di una montagna.
L’edificio è particolarmente ordinato oltre che imponente segno che i monaci di quell’ordine devono possedere numerosi tesori o in ogni caso godere dell’appoggio di qualche personaggio molto influente e generoso.

Non passano che pochi minuti che il vostro arrivo così inaspettato attira l’attenzione di un gruppo di monaci i quali, spaventati dalla vostra presenza, si preparano al combattimento tramite le loro arti marziali.
A questo punto la vostra missione è ufficialmente iniziata.









CITAZIONE
I monaci che vi si parano davanti sono cinque paragonabili a una singola creatura energia gialla non dotati di particolari abilità se non una discreta conoscenza delle arti marziali che li permette di non soccombere immediatamente sotto i colpi delle vostre spade. Se li combattete gestite pure auto conclusivamente lo scontro uccidendone quanti volete, in caso contrario dopo un giro di post dovrete aspettare una mia risposta. Gestite pure la situazione come volete seguendo la psicologia dei vostri personaggi e le indicazioni che vi sono state inviate prima di iniziare la missione.
Per qualsiasi dubbio o altre informazioni potete contattarmi tramite MP, se desiderate mettervi d’accordo su come gestire l’eventuale scontro potete pure postare nel topic del bando della quest.

 
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Ta|k|
view post Posted on 13/1/2009, 22:58





C h a p t e r I:
Sayuki



Una giornata come le altre, noiosa e uggiosa, da quando ero arrivato al Clan non mi erano stati affidati compiti o cose simili, più che altro ero stato sempre ad oziare dentro il mio alloggio e mi allenavo qualche ora la mattina e il pomeriggio.
Come se non bastasse non avevo fatto conoscenza, avevo visto diverse persone, ma ancora non avevo socializzato, più che altro perchè non mi interessava minimamente relazionarmi con altri mercenari.
Di natura non ero portato a fidarmi delle persone e sicuramente ancora meno a scherzare e fare conoscenza con persone mai conosciute, senza almeno un motivo veramente valido.
Quella volta però il Destino aveva qualcosa in serbo per me, sarei partito per una missione, finalmente il Clan Toryu si era accorto che esistevo.
Era quando un uomo bussò alla mia porta, non lo avevo mai visto, ma era bardato a dovere e aveva una lancia in mano, da questo intuì che era un soldato, mentre nell' altra una missiva insieme ad una pergamena, ovviamente indirizzata a me.

"Da parte del Consiglio, è di massima urgenza"

Ringraziai l' uomo, liquidandolo molto velocemente; gli avrei fatto volentieri delle domande, ero molto perplesso sulla situazione, ma capivo anche che probabilmente non sapeva niente sul contenuto di quel documento un semplice emissario.
La missiva diceva che ero stato contattato da un signore di quei luoghi che mi avrebbe assoldato come mercenario per il recupero di qualcosa all' interno di un monastero perso tra le catene montuose.
Srotolai la pergamena e cominciai a leggere ciò che c' era scritto.

- Il comandante di questa missione sarà una ragazza con una benda sul occhio i cui ordini non devono in nessun caso essere messi in discussione secondo i più classici regolamenti dei mercenari.
All’interno del tempio tutti i monaci andranno considerati come nemici pericolosi ed eliminati senza alcun avviso o attesa.
Per raggiungere il luogo in questione è sufficiente strappare la pergamena accettando così la missione, il ritorno viene garantito con lo stesso sistema di trasporto dell’andata al completamento della missione.
-

La lessi tutta d' un fiato e avevo compreso appieno le prime (e poche) informazioni datemi dal commissionatore della missione, non sembrava essere qualcosa di difficile, più che altro non conoscevo nulla su quei monaci, per quanto mi riguardava potevano essere anche molto potenti.
Avrei accettato sicuramente, per questo mi avvicinai al letto e presi le mie Scimitarre del Destino, riponendole nei foderi attaccati alla cinta, ero pronto e sicuro, nessuno poteva fermarmi.
I miei occhi brillarono di una strana luce, strappai la pergamena e poi... il nulla...

____________________



Un batter d' occhio, un battito d' ali e mi ritrovai davanti ad un maestoso edificio, era il monastero, ma al contrario di quanto avessi potuto immaginare era un palazzo sfarzosissimo e di una calma incredibile.
Mi guardai attorno e non vidi la donna che doveva capitanare la missione, forse ero stato il primo a strappare la pergamena e questo poteva considerarsi tutto meno che un fortunato evento, infatti i primi guai non tardarono ad arrivare: cinque monaci mi videro, non erano molto lontani da me, forse una decina di metri e uno di loro partì all' attacco con un Nunchaku.
Lo maneggiava con abbastanza abilità, sembrava ben istruito nelle arti marziali e camminava verso di me, facendo passare l' arma da mano a mano con velocità incredibile.
Ma non poteva niente contro di me, questo era sicuro.
Le mie mano si mossero veloci verso i foderi dove erano riposte le Scimitarre e le levai rapide, muovendomi contro di lui allo stesso suo passo, nè più piano nè più veloce, facendo roteare le armi.
Era chiaro, lo stavo sfidando.
Una volta vicino a me diressi un fendente contro di lui, cercando di colpirlo alle costole con la Via della Redenzione, ma lui si spostò con velocità verso la parte opposta all' attacco, per poi colpirmi con il suo Nunchaku alla spalla.
Per mia fortuna provai una schivata e riuscì, anche se non in pieno, il colpo mi provocò un leggero livido alla spalla, che ne risentiva pochissimo, quasi per niente.
Una piccola smorfia di dolore poi mi mossi io all' attacco, gli ero fin troppo vicino, questa volta non poteva sfuggirmi, la Redenzione partì dalla mia mano con un colpo di polso, conficcandoglisi sulla spalla, mentra con la Maledizione lo infilzai all' addome.
Mi guardava in faccia con gli occhi sbarrati e proferendo delle parole, ma la sua voce era strozzata, non si poteva capire nulla.
Cadde a terra privo di vita e io sfilai la Via di sinistra dal suo corpo per riprenderlo in mano, avevo versato il primo sangue e volevo anche essere l' ultimo a farlo.
Intanto i monaci cominciarono a camminare verso di me, mi misi in posizione difensiva, pronto ad un imminente scontro, quando qualcosa si materializzò al mio fianco, era una persona, probabilmente un compagno di missione...
CITAZIONE

[ReC - 175] [AeV - 275] [PeRf - 250] [PeRm - 100] [CaeM - 200]


Energia - 100%
Status Fisico - Livido leggerissimo alla spalla sinistra
Abilità Attive ///
Abilità Passive
CITAZIONE
Fato, individua la mia preda ~ La prima manifestazione della malattia di Ryan consiste nel "potenziamento" di una delle sue facoltà sensoriali. Ovviamente il suo olfatto è aumentato e gli la possibilità di calcolare l' esatta posizione delle sue prede, di cui ha sentito almeno una volta l' odore. Ogni Mannaro non sopporterà l'odore e la vista dell'oro e dell'argento, essendone per natura allergico, dunque costretto a essere infastidito in presenza di questi due particolari oggetti.
Tuttavia il bonus alle statistiche fornito dal dominio sarà notevolmente più alto di quello fornito da altri domini.

Fato, rendimi la mia consapevolezza ~ Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o possedenti della "Forza del toro", ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto.


 
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Il Dubbio
view post Posted on 14/1/2009, 23:18




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T h u n d e r s E v e r y w h e r e



Seduta in un angolo freddo di quel desolato altare disegnava tristi cerchi con la punta dell'indice sinistro, riflettendo su ciò che sarebbe potuto succedere...
Il tempo in quell'antro buio sembrava non aver significato, probabilmente era appollaiata li da ore, forse addirittura da giorni.

Non incontrò nessuno e le novità sembravano scappare dalle porte del Goryo, terrorizzate...
Ogni tanto sospirava melanconicamente, dopotutto non si aspettava una noia così grande. La morte avrebbe dovuta liberarla dai suoi tormenti guerrafondai, sperava che il piacere della battaglia le fosse strappato dopo l'abbandono di Gaya...ma non era affatto così.

Beatrix sperava di rivivere qualche campagna militare, o anche solo qualche piccolo scontro come quello che fece pochi giorni prima con il guardiano del clan...è vero che lei ebbe la peggio, ma pensava che oltre la soglia infernale avrebbe trovato qualche avversario più alla sua altezza, magari qualche vecchio nemico sgozzato sulla sabbia di Cleyra...chissà...

Alzò il collo stiracchiandoselo e socchiuse il suo unico occhio, poi decise di far riprendere le sue gambe quasi intorpidite da quella posa e si alzò in piedi...le sue ossa fecero un sonoro schiocco che andò rimbalzando lungo tutta la parete rocciosa fino a sfumarsi nel profondo. Si spolverò la tunica bianca e si mise a posto i boccoli castani scrollando la testa; dire che fu sorpresa per quel che vide dopo, davanti a sé, sarebbe dire poco...

Shivian era li, di fronte a lei e la osservava...era come apparso dal nulla...La donna era così sbigottita che non riuscì nemmeno a prendere parola in principio, ma l'alone di silenzio venne infranto proprio dal giovane:


< - Beatrix! È un piacere rivederti sana e salva dopo il nostro ultimo incontro! - >



Fece una piccola pausa, forse attendendo una breve replica, mentre un leggero sorriso andava dipingendosi sul suo volto, ma Beatrix non disse ancora nulla e Shivina continuò:

< - Proprio per questo sono venuto da te...Hai effettuato una prova d'entrata molto buona e sono rimasto impressionato dalla tua determinazione. Voglio affidarti un incarico molto importante che credo possa essere il modo migliore per farti conoscere le terre clan... - >



Finalmente un'occasione! La sua attesa non era stata dunque vana e quella che si presentava era un'opportunità decisamente allettante! Sgranchire i muscoli e, magari, uccidere qualcuno, sicuramente avrebbe accettato l'incarico...tuttavia non poté tradire la sua gioia ma mantenne quel suo tipico carattere di sottoposta fedele, pronta a seguire gli ordini del capo, qualunque essi fossero.

Drizzò le gambe e pose le braccia lungo la vita per poi esordire con un tono deciso e freddo che tentava di mascherare la felicità:

< - Sarebbe un onore per me! La ringrazio! - >



< - Molto bene, allora ti espongo la situazione in breve:
Voglio che tu vada nel Mitghard, la zone di confine del Goryo con il resto del mondo, a recuperare un oggetto...un pugnale che è posseduto dal capo di una setta di monaci fanatici del combattimento. Non dovrebbero essere avversari troppo ostici, anche perché ti ho affidato una scorta di mercenari pronti a tutto di cui ti garantisco io stesso la loro totale fedeltà ai tuoi ordini. L'unico personaggio di reale importanza è il capo di questo Tempio, di cui purtroppo non posso rivelarti nulla di più... - >



Dopo questo poco particolareggiato briefing Shivian continuò ad esporre alla ragazza note riguardanti la fisionomia del palazzo, in modo da permetterle di muoversi con media facilità all'interno delle sue mura...

Beatrix intanto faceva galoppare la mente, le parole del suo capo erano state una più illuminante dell'altra; aveva parlato delle terre infernali come se si trattassero di uno stato confinante con altri, ciò probabilmente significava che quello era un vero e proprio mondo e non una zona ultraterrena! Ne fu veramente felice.
L'altro punto che interessò la donna riguardava sicuramente il fatto che avrebbe dovuto affrontare nemici che, addirittura, avevano fatto del combattimento un arte ed uno studio, un po' come lei quindi...ma soprattutto il fatto che avrebbe avuto mercenari fedeli alla sua parola! Questo era fantastico!
Certo...lei preferiva un esercito obbediente che lei conoscesse a menadito a cui impartire sempre ordini perfetti, ma in questa situazione uno sparuto gruppo di mercenari sarebbe potuto essere la pedana di lancio verso una nuova ed impetuosa vita ricca di battaglie...

La rose sorrise quindi alle parole del ragazzo, come se fosse felice di dover andare a rischiare la vita in un posto disperso in mezzo a persone che, probabilmente, non aveva mai visto...

Terminato il resoconto, Shivian chiese a Beatrix di porgerle la sua spada un momento; lei fu titubante per un attimo, la Save de Queen era parte integrante di lei, e anche vederla solo impugnata da un'altra persone l'avrebbe turbata...
Tuttavia estrasse la lama dal fodero lentamente, facendo stridere il metallo e facendo eco in tutta la sala; mise la lama parallela a sé e ne osservò le perle rosse, poi porse l'elsa a Shivian socchiudendo gli occhi, quasi temendo per la salute dell'arma, aggiungendo solamente un timido "Ecco".

Il guardiano passò il palmo della mano destra sulla lama, generando qualche leggera scossa che andò a permeare il metallo della spada. Fece girare la mano più volte su tutta la superficie assumendo un'aria seria, come se quello che stava facendo fosse un lavoro degno del più fine degli orafi.

Quando terminò l'opera osservò un'ultima volta la Save the Queen, che ora era infusa da una luce elettrica brillante, e la porse a Beatrix sorridendo cordialmente.
Beatrix osservò sbalordita la spada da ogni lato, facendola volteggiare sopra la testa...toccò con timore la lama pensando di ricevere una scossa, ma l'elettricità sembrava completamente impressa nella lama.

Non fece in tempo a ringraziare il capo che questo la delucidò sulla sua nuova arma:

< - Quando vorrai scaricare le folgori ti basterà pensarlo...tuttavia un uso prolungato di quell'incantesimo può provocarti qualche...inconveniente...per cui usalo con cautela...
Ora va, e ricordati che oggi sarai il loro capo! Buona fortuna... - >



Fece un inchino appena accennato e schioccò le dita; Beatrix vide la sagoma di Shivian svanire piano piano nello spazio...anzi! A svanire era l'intero paesaggio a dire il vero!
Ma lei voleva porgli delle domande! Perché al Goryo non aveva ancora visto nessuno? Perché aveva detto che confinava con altri due Clan? Quali erano questi clan?

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Apparve, con tutti i suoi infiniti dubbi, in un luogo molto inospitale...il cielo coperto dalle nubi, desolazione in ogni angolo e dure rocce si incastravano fra loro formando l'intero paesaggio...

Alcune di quelle, proprio di fronte a lei, erano state scolpite a forma di palazzo, e quel palazzo era la sua meta.

Fece appena in tempo ad osservare il panorama che notò altre persone.
Si trovava di fianco ad un giovane ragazzo, probabilmente sui venti anni, quindi poco meno maturo di lei.
Era abbastanza piacente, alto e tonico, con una corta cuffia di capelli mori...Egli stava in piedi, in guardia; una delle sue lame gocciolava sopra un cadavere...

Amico? Nemico? Quando Beatrix vide altri quattro uomini, vestiti come quello morto, che si avvicinavano minacciosi brandendo armi di vario tipo capì che dovevano essere i monaci menzionati dal suo mandante.

La situazione comunque non pareva grave, anzi i suoi avversari non sembravano nulla di particolare...Le sarebbe piaciuto testare le nuove capacità della sua spada, che teneva ancora impugnata, ma visti gli ammonimenti di Shivian forse sarebbe stato meglio riservarle per momenti più delicati.

Beatrix si lanciò in avanti, verso il monaco che stava alla sua estrema sinistra, nel contempo si rivolse a quel figuro che sarebbe dovuto essere uno dei mercenari che l'avrebbero accompagnata:

< - Salve io mi chiamo Beatrix e ho ricevuto l'incarico di accompagnare te, e forse altri, in una missione abbastanza delicata - >



Non aggiunse altro, ma effettuò un affondo mirato al cuore del nemico che si era scelta. L'accuratezza lasciava un po' a desiderare, visto che non ebbe tempo di pensare ad una strategia migliore, tanto che il monaco fece una mezza rotazione di lato e schivò il colpo.
Poi, accompagnato da un urlo animalesco, tentò di colpire la schiena della ragazza con un solido e lungo bastone di legno che impugnava con ambedue le mani.

Il colpo sarebbe arrivato a destinazione, visto che il corpo di Beatrix era quasi completamente disteso elegantemente in avanti, solo che lei non era di certo una stupida!
Poco prima che il bastone impattasse con la sua spina dorsale fece fare alla spada una rotazione all'indietro, piegando nel contempo i gomiti, intercettando il colpo.
Diede in modo isocrono un calcio alla caviglia del monaco facendogli perdere l'equilibrio.

Il nemico cadde in terra sbattendo il cranio ma repentinamente si rialzò in piedi con un balzo; la testa gli sanguinava e barcollava. Tentò un nuovo attacco, sferzando parabolicamente e dall'alto al basso l'aria con il suo bastone, ma la lama della donna lo intercettò a mezz'aria posizionandola proprio nello spazio lasciato dalla braccia semiaperte che stringevano l'asta.

Diede una strappata con i polsi e le braccia, stagliuzzando gli avambracci al nemico e facendogli volare via il bastone che rotolò dietro di lei.
Sfruttando la sua posizione a braccia alzate abbassò di scatto l'arma effettuando un fendente obliquo colpendo il combattente alla spalla destra e aprendogli una ferita lunga fino alla coscia opposta.
Non era un attacco mortale, ma di sicuro quell'uomo non avrebbe più causato guai.

Mentre questo si trascinava all'indietro, grondante di sangue, un altro monaco si lanciò sulla paladina. Impugnava due coltelli e, con un salto, voleva affondarne le lame nella carne della donna.
Ella alzò la spada facendo tuonare i metalli delle due armi, poi fece fare un mezzo giro al suo nemico sbattendolo a terra di schiena.

Il poveretto si era forse rotto qualche osso a giudicare dall'acuto grido di dolore che divampò nel vuoto di quella montagna...
Quella mossa però aveva portato Beatrix a dare le spalle agli ultimi due rimasti, che incominciarono una silenziosa corsa all'unisono per colpire a tradimento la donna e renderla inerte.

Lei non se ne accorse perché stava per affondare la punta della lama nella spalla del monaco racimolato per terra come un verme sofferente.
La rosa volle buttarsi nella battaglia con così tanta veemenza che non poté controllare tutti i suoi nemici, una delle prime regole che invece andrebbero osservate da ogni guerriero...

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Status: ReC [175] AeV [150] PeRf [300] PeRm [100] CaeM [450] Energia [100%]
Abilità Usate: -
Passive Attive: [Autosufficienza] - [Abilità delle Rose]
Equipaggiamento: [Save the Queen] - [Pistola Sputafuoco]
Ferite: -
Stato d'Animo: Esaltato

CITAZIONE

Folgore di Shivian:


Prima della missione Shivian ha personalmente incantato l'arma di Beatrix con delle folgori magiche.
Esse possono essere sprigionate un massimo di tre volte nel corso della quest, senza consumi di energia ma semplicemente occupando uno slot tecnica.
Tuttavia gli utilizzi prolungati sono abbastanza sconvenienti.
Al primo utilizzo infatti verrà sprigionato un fulmine di livello alto senza malus di nessun tipo.
Il secondo utilizzo invece provocherà un ustione di livello medio al braccio, e il terzo porterà un danno di livello alto.



Edited by Il Dubbio - 16/1/2009, 12:18
 
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view post Posted on 15/1/2009, 18:36
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Esordio: non serve oro per morire



SPOILER (click to view)
Legenda:
aa = parlato
aa = pensieri, messaggi scritti, ricordi, altro


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Ci sono giorni in cui ci si può perdere nel nulla, in cui le azioni soffocano la coscienza e tutto pare sfumarsi in una pace calma e ovattata. Le sono sempre piaciuti, perché può illudersi di essere un'altra, di non avere problemi, di sopravvivere in eterno al di sopra delle nuvole.
Ma non può durare a lungo. Ed ogni volta il ritorno alla consapevolezza è doloroso, come una pugnalata nello stomaco, come una morsa che spappola il cuore. Sono i ricordi a riafferrarla per i capelli e trascinarla sulla terra, e più giù, nel profondo dell'inferno. Non ne potrà mai uscire, anche se non vi si trova fisicamente. È là, sempre a un passo da lei, immensa bocca spalancata in fondo alla quale intravede le proprie colpe. E quasi sempre è lui che la chiama, che le sussurra parole d'amore, promettendole un passato lontano e irrecuperabile.
Con il tempo ha imparato a resistere, si è fatta più severa dell'acciaio, più spinosa di una rosa rossa d'estate, più sensuale di una geisha. Ha imparato a ridurre gli uomini in proprio potere, a prendersi gioco dei loro sentimenti, a fare leva sulle loro debolezze. E ha perso ogni pudore, ogni vergogna. Uccidere non è solo il suo triste dovere, è la sua vendetta, il suo personale gioco con la vita. Ci sarà un dio che la manterrà in vita ancora per un giorno? Che conserverà per un altro istante il suo respiro? Ci sarà divinità tanto ardita e sconsiderata da volerla tra i vivi?
Provoca e ne ride, e in quei momenti le pare di tornare indietro, in un luogo ancora migliore di quello nebbioso in cui di solito si perde. Il respiro si affretta, il cuore batte in corsa, il suo sorriso non è più una smorfia d'ironico sarcasmo. Corre e affianca le proprie prede. Non è malvagia, è solo cacciatrice, spietata combattente, mercenaria al soldo di se stessa.
Affonda la lama e l'animale bramisce disperato, gli zoccoli scalciano il terreno, il sangue zampilla dal collo. È stato un colpo netto, un colpo del non ritorno, che non concederà redenzione. Nemmeno a lei è stata offerta una scelta. Non sente la furia, non la rabbia che nasce dalle viscere. Quella è solo per gli uomini, per le creature dotate di cattiveria e d'intelligenza, di quelle due facoltà che tanto spesso vanno di pari passo. Chiude gli occhi del cervo dal pelo lucente e si bagna le dita nel suo sangue. Rivede Lui, i suoi occhi sbarrati dal terrore di essere stato scoperto, poi da quello di essere stato ucciso. Sorride.
Ma già il respiro si è placato, i suoi occhi non scintillano più. Si rialza e il mondo non è più fatto dei vividi colori smeraldini della foresta, ma è tornato opaco e insignificante. Non raccoglie nemmeno la propria preda. Resta immobile a fissarla, cercando di fermare quella piacevole battuta di caccia, ringraziando l'anima di quella creatura che le ha concesso il piacere, anche se per così poco.
Aveva ancora gli occhi socchiusi, meditava, quando il cervo si rimise in piedi facendo leva sulle zampe sottili.
Fece un passo indietro. Non credeva ai propri occhi. Quell'animale era morto, lei stessa aveva potuto constatare quanto la lama fosse penetrata nella giugulare. Eppure ora era lì di fronte alla sua assassina, la testa ciondoloni con quegli occhi di cui si vedeva solo il bianco. Dal collo scorreva ancora sangue, la lingua penzolava orribilmente di lato.
Scosse il capo. Decisamente non era vivo, almeno non come lei era abituata a pensare dovesse essere un animale vivo. Lo vide fare un passo. Era ondeggiante, quasi non controllasse i propri muscoli. Le belle corna tracciavano ampi archi sopra il collo spezzato. Non aveva che una parola per una cosa del genere, una parola che aveva timore di pronunciare.

Morto vivente...


Sentì diffondersi l'adrenalina con le parole.
Non sapeva perché un tale diversivo fosse concesso proprio a lei, ma iniziava a interessarle. Sfoderò la spada, inclinando il capo a destra e a sinistra e assaporando il tendersi del muscolo e delle ossa.
Ma dovette ricredersi nuovamente. L'animale non la attaccò. Anzi, rimase a distanza e le porse qualcosa che teneva tra le mascelle. Non si sarebbe mai e poi mai avvicinata, se solo fosse stata una persona sensata. Un messaggio del genere, un messaggio dagli inferi, non porta mai buone notizie. Ugualmente sapeva che spesso i signori della Bianca Reggia hanno strani costumi e, quasi sorridendo, prendendo in giro il destino e il futuro, tese le dita sottili. Se avesse dovuto morire in quell'istante si sarebbe risparmiata i dolori del seguito, che si doveva presumere non semplice.
La lettera scivolò nella sua mano, morbida al tatto, gravida e promettente. La aprì, mentre davanti a lei l'animale ricadeva a terra come se niente fosse accaduto. Era un messaggio, di più, una missione. I suoi occhi brillarono mentre scorreva le parole, prima sommariamente, poi con più attenzione.

Il comandante di questa missione sarà una ragazza con una benda sul occhio i cui ordini non devono in nessun caso essere messi in discussione secondo i più classici regolamenti dei mercenari.
All’interno del tempio tutti i monaci andranno considerati come nemici pericolosi ed eliminati senza alcun avviso o attesa. Per raggiungere il luogo in questione è sufficiente strappare la pergamena accettando così la missione, il ritorno viene garantito con lo stesso sistema di trasporto dell’andata al completamento della missione.



Una ragazza. Le piaceva. Annuì e meditò che in effetti non faceva alcuna differenza. Non le interessava la ricompensa, non le importava il capo. Altro aveva suscitato il suo interesse. Monaci, monaci pericolosi. Voleva dire setta religiosa, voleva dire ribelli e separatisti, famiglie morte per la loro causa. Sangue, uccisioni senza motivo, le sue sorelle e i suoi genitori e lei e....
Sbattè gli occhi, sentendosi confusa. Stava correndo troppo. Voleva semplicemente dire che poteva mettere fine a chissà quale pericolo e che poteva farlo con la forza.
Senza pensarci due volte strappò la pergamena.

Sentì qualcosa afferrarla per lo stomaco. Era come nei suoi peggiori incubi, come se mani gelide la attirassero altrove. Vide per un attimo un volto familiare, le orbite vuote di un morto che non voleva ricordare. Gridò, sentendosi immobilizzata, mentre una luce abbagliante la accecava.
In pochi istanti era tutto finito. Niente luce, niente presa, nulla di nulla. Davanti a lei la calma piatta di una montagna isolata, il vento che fischiava tra le vette, il profumo delle spezie. Non era inferno, quello, ne era certa. E nemmeno l'edificio sopra di lei, imponente e ordinato, poteva smentirla. I ricchi decori in oro, l'aspetto troneggiante, lasciavano intuire che quei monaci erano viziati, orgogliosi, dominatori. Sentì l'odio crescerle dentro.
Ma quel sapore d'Oriente che permeava ogni cosa le diede una prima indicazione: andarci con i piedi di piombo. Non si scherza con il nemico. Ne ebbe subito la conferma. Poco avanti a lei due sagome, poi altre quattro. Non tutte in piedi, non tutte in grado di combattere. Uno era mutilato, un altro giaceva a terra. Indossavano una divisa, dovevano essere i monaci. Ma non parevano tali. Come aveva immaginato: dalla sua terra non poteva che provenire il Male, quello insidioso e pronto a colpire alle spalle.
Notò che due dei combattenti parevano darsi da fare. Uno era un ragazzo, la spada grondante di sangue, l'altra una donna. Doveva essere il capo, difficile non riconoscere la banda che le copriva un occhio. Ma ciò che più la attrasse fu l'esaltazione nell'iride ancora vedente, quel misto di ansia e istinto animale che anche lei conosceva bene. Dimenticare, obliare, colpire, uccidere. Una serie di movimenti che sono in grado di zittire qualsiasi altro ricordo, qualsiasi paura.
Sfoderò la katana, sentendo il sibilo piacevole al suo fianco. Ora doveva solo decidere di quale occuparsi. Valutò con un'occhiata quello che si stava rialzando dopo che la sua nuova comandante lo aveva gettato a terra. Colpire una ragazza alle spalle....no no, pessima idea. Ridacchiò, balzando in avanti.
Lo aveva sottovalutato. E dire che si era ripromessa di non fare mosse azzardate. Per quanto ferito quel nemico non doveva essere ancora pronto a morire. Scartò di lato, rotolando a terra, e cercò di colpirla con un pugnale. Sentì una fitta esploderle lungo il polpaccio scoperto e scivolò su qualcosa di viscido sparso sul terreno. Cadde sulla schiena, sentì l'odore del sangue invaderle le narici, per un attimo nei suoi occhi brillarono luci scarlatte.
Poi era di nuovo in piedi, un velo di sudore sulla fronte. L'aveva ingannata una volta, due sarebbe stato chiedere troppo. Veniva verso di lei, agile, forse un po' rallentato dalla precedente caduta. Proprio quello che le serviva. Gli sorrise, i capelli come la setosa ala di un corvo, le labbra bagnate di saliva. Era lei la predatrice.
Rinfoderò la spada. Con un ninja è inutile cercare colpi goffi e rallentati. Aspettò che le arrivasse a tiro, poi si lanciò verso il basso, mani in avanti. Sentì tutti i muscoli tendersi e il suo corpo agile obbedire alla spinta. Mentre il nemico la cercava ad occhi sbarrati, volteggio verso il suo viso, la schiena arcuata in una movenza di danza. Gli atterrò alle spalle, si girò e già la sua mano bruciava. Era un guerriero degli inferi? Ebbene, gli avrebbe dato l'inferno. Non serve un tempio ricoperto d'oro per morire, basta una mano intrisa di fiamme.
Gliela posò sugli occhi, quegli occhi felini e rabbiosi, e sentì la pelle bruciare e la resistenza affievolirsi sotto le sue dita. Un colpo al posto giusto e il più temibile degli avversari è fuori gioco. Si passò una mano sulla gamba, raccogliendo una goccia di sangue. Non pareva grave. Il ragazzo sembrava messo peggio. Lasciò la presa sul viso del monaco e sentì appena il tonfo del corpo a terra. Sulle sue labbra si dipinse un sorriso.
Forse non avrebbe più dovuto temere attacchi per il momento. Congiunse le mani davanti al viso e fece un lieve inchino, indirizzando i propri poteri curativi verso la spalla del suo nuovo compagno di viaggio. Sperava di riuscire a guarirlo, che la ferita non fosse troppo grave.
Quando si risollevò guardò la donna dai capelli ricci con i suoi profondi occhi scuri. Le pareva una a posto, una pronta a condurli alla vittoria, una che non aveva nulla da perdere e a cui non stava simpatica quella gentaglia. Proprio come lei.

Piacere di essere qui, signora, e piacere di poter essere dei suoi


Le sue parole suonarono lievi, come il vento, solo un sussurro. Era certa che lei l'avrebbe sentita. Era certa che l'avrebbe compresa comunque, anche se non avesse parlato affatto.
Ma non potevano essere soltanto loro, tre era un numero insufficiente. Quindi presto sarebbero arrivati altri, e lei non voleva perdersi lo spettacolo. Pronta a mettere mano alla spada per ogni evenienza, si preparò a localizzare il successivo avversario, o amico, o chiunque avesse attraversato il suo campo visivo. I suoi occhi brillarono.


CITAZIONE

(ReC 250) · (AeV 150) · (PeRf 200) · (PeRm 225) · (CaeM 200)



Status: Ferita al polpaccio, lieve contusione per la caduta
Consumi: Basso per la magia (- 6%) + Medio per la battaglia (- 11%) + Medio per l'acrobazia (-11%) + Medio per l'incantesimo di cura (-11%)
Equipaggiamento: Spinadirosa (utilizzata), Ara-Stherin (solo portati); Shaimal-Norhas (solo portato);
Pergamene: Padronanza elementale- Tradimento

Note: Ta|k|, ho provato a curarti. Un modo come un altro per far fare conoscenza ai pg. Spero sia stata cosa gradita ^^.

 
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Rettore Raistlin
view post Posted on 15/1/2009, 23:06




SPOILER (click to view)

Narrazione
Mente Aperta
Parole di Sole Nascente
Pensieri di Sole Nascente
Il Giaguaro
Il Lupo
L'Arcano



Il Fulmine del Destino



All'inizio non è nient'altro che un'accozaglia di colori, suoni, luci e pensieri che si mescolano, sprofondano e tornano a galla senza una logica, perfetta espressione del caos. Poi, a poco a poco, il paesaggio prende forma. Si delineano i contorni e i colori cominciano a mescolarsi assieme alle luci fino a creare grandi masse monocromatiche che lentamente si sfumano e diventano sempre più particolareggiati. Alla fine, il nulla si è trasformato in una magnifica pianura innevata costellata di alberi dalla chioma in fiamme con delle scintillanti montagne di oro e argento in lontananza.
Le tre menti si aprono del tutto. Ogni loro legame si annulla mentre dischiudono gli occhi sul paesaggio che li circonda. Tre esseri completamente differenti, eppure legati da qualcosa che trascende l'umana comprensione, uniti abbastanza da risultare quasi un solo essere.
Le menti prendono forma fisica, o almeno la sembianza di un corpo, e si incamminano nel mondo che li circonda con tranquillità celestiale, osservando con occhi carichi di curiosità tutto quello che hanno intorno, come se sapessero guardare attraverso il fisico e potessero vedere cose che sfuggono allo sguardo.
All'improvviso, una forte luce prorompe da nulla. Un fulmine di un giallo accecante squarcia il cielo aprendolo come una voragine e colpendo il terreno con tanta forza da esplodere. Le tre menti si ritraggono, chiudono i loro pensieri di fronte all'improvviso attacco, ritornano più velocemente possibile nei loro invloucri fisici per fronteggiare la nuova minaccia...


Sole Nascente aprì gli occhi, e con lui il Lupo e il Giaguaro. Nonostante la bruschezza con cui aveva interrotto la meditazione saltò subito in piedi e mise mano alle due spade assumendo una posizione difensiva. Senza dubbio si aspettava che una qualche creatura lo avesse attaccato mentalmente, ma non si aspettava certo ciò che gli apparve davanti.
Pura luce intermittente pulsante di energia elettrica bianco-azzurra... Un essere non di carne, ma di pura mente e spirito... Un'essenza stupenda e terrorizzante allo stesso tempo... Un Arcano, un Folgorante della Prima Coorte, uno Spirito sovrano antico quasi come l'elemento che rappresentava... Questo gli era davanti.
Mai aveva avuto l'onore (o la sventura) di incontrare una creatura così potente, sicuramente molto più di tutti quelli che lui stesso avesse conosciuto...

Uno Spirito... qui? Ma..
Vostra altezza, che onore...
Siamo al vostro servizio...
Lo conoscete?
Porta più rispetto ragazzo!
Questi è un Arcano Folgorante, uno spirito superiore.
Un Arc.. Uno Spirito di rango altissimo!! Mi perdoni, signore...


Senza quasi rendersene conto, il guerriero si inginocchiò davanti al Folgorante, che in risposta allargò i suoi pensieri toccando le menti dei tre e proiettandogli un'inseime di emozioni e di sensazioni confusi che presero forma in parole melodiche e piene di energia mistica.

Salute a voi, miei fedeli servitori, e anche a te, Cavaliere. Spero che mi perdonerete per la mia intrusione nella vostra meditazione, ma i tempi stringono e purtroppo non posso permettermi indugi.
N.. nessun disturbo, signore. Anzi, non deve preoccuparsi se..
Ti ringrazio della tua magnanimità, Sole Nascente, ma lascia che finisca di parlare. Porto delle nuove dalla Terza Coorte: hanno deciso di assegnarvi una missione per verificare le vostre capacità.
Una... missione?
Mio signore, mi perdoni ma temo proprio che non possiamo proprio partire ora, né probabilmente per molto tempo a venire.
Ultimamente il potere del Sigillo è tornato a farsi sentire e dobbiamo assolutamente trovare un modo per arginarlo.
Per cui ci dispiace, ma temo che la Terza Coorte dovrà aspettare.


Per un attimo il Folgorante parve rabbuiarsi e i suoi pensieri si tinsero dei colori dell'indignazione, poi di quelli della calma e infine di quelli del ragionamento. Quindi ricollegò la sua essenza a quella dei soi subordinati e li inondò nuovamente di emozioni, stavolta leggermente più complesse e deformate da altri sentimenti incomprensibili e reconditi, ma ugualmente comprensibili per chi era abituato a sopportare il contatto con due menti estranee per volta.

Non posso non riconoscere le vostre ragioni. Tuttavia, la prova che vi devo assegnare non può essere rimandata né in alcun modo modificata, poiché questi sono gli ordini del Circolo del Destino. L'unica soluzione accttabile è che io vi aiuti a liberarvi del pernicioso sigillo che vi indebolisce per sdebitarmi del tempo che avete perso a causa mia e della Terza Coorte. Vi prego di accettare la mia offerta, o dovrò usare la forza, cosa che non piaceà né a me né a voi.
Si... si, l'aiuto di uno Spirito del vostro rango potrebbe in effetti aiutarci in modo considerevole... e va bene. Accettiamo la vostra offerta, Arcano Folgorante.
Eccellente.


Per un attimo il flusso di pensieri si arrestò. Poco dopo, però, un'immagine venne proiettata prepotentemente nella mente dell'umano. L'immagine di un magnifico tempio che sorgeva sulla parete di una grande montagna, circondata come la stessa struttura da un'aura maligna e potente tanto da essere quasi tangibile sebbene fosse solo una proiezione dei ricordi di un'entità.

Questo è un monastero pagano dell'Akerat.
L'Inferno?
Esatto. Questo è l'obiettivo della vostra missione. Appena accetterete questa missione, verrete immediatamente teletrasportati alle porte del tempio assieme ad alcuni compagni, fra i quli una donna con una benda sull'occhio, che dovrà sempre essere considerata il capo della vostra spedizione.
Male.
Almeno apparentemente.
Bene.
Il vostro compito, che dovrà restare assolutamente segreto, sarà di recuperare un pugnale arcaico dalle grinfie di un Incarna Fiammeggiante corrotto che ha trovato rifugio fra i cultisti.
Un incarna? Ma è uno spirito quasi al pari di un Arcano! Come possiamo sperare di batterlo?
Non avete nulla da temere. Lo spirito in questione è stato profondamente indebolito cercando di ottenere un corpo fisico, o almeno una sua parvenza, e tuttora non dovrebbe essere troppo al di là delle vostre capacità sconfiggerlo.
E per quanto riguarda i monaci?
Qualunque abitante del tempio dovrà essere giustiziato senza pietà. Non c'è spazio per chi ospita gli spiriti corrotti.
Come faremo a tornare a casa, ammettendo che riusciamo a compiere la missione?
Una volta toccato il pugnale verrete immediatamente trasportati qui, dove vi aspetterò per avere notizie della missione.
Avete tutto quello che vi serve. Andate e siate attenti a mantenere la più assoluta segretezza. Nessuno dei mercenari che vi accompagneranno dovrà sapere del vero scopo dela vostra venuta, chiaro?

Chiaro!!
Chiaro!!
Chiaro!!
Eccellente. E vedete di non morire.


La luce si fece di colpo accecante. Sole Nascente fu costretto a socchiudere gli occhi e a ripararseli con le mani mentre l'intera forma dell'Arcano lo avvolgeva. Poi la luce divenne colori e i colori cominciarono a roteare, finché non si mischiarono del tutto in un bianco ancora più accecante del fulgore precedente, che costrinse il guerriero a chiudere completamente le palpebre per evitare di finire accecato. Ma dovette farlo per poco.
Dopo alcuni istanti, il bianco cominciò a dissiparsi e il bagliore a spegnersi, consentendo al ragazzo di aprire gli occhi e di guardarsi attorno.
Era arrivato al monastero.
Un'imponente parete di roccia lo sovrastava a sinistra coprendo il cielo e pervaso di nuvole scure e maligne, mentre a destra si apriva uno strapiombo apparentemente infinito e davanti la strada che portava al grande e stranamente curato edificio, roccaforte dell'Incarna. Il vento soffiava lugubre e forte, ma sembrava come straneo a quel luogo di morte e di Male. Tre cadaveri avvolti in tuniche nere giacevano a terra, due umani coperti dagli stessi mantelli oscuri erano in piedi e armati. Due donne e un uomo li circondavano, con lui quattro persone, tutti con le spade sguainate ed grondanti sangue caldo ma nessuno che stesse controllando quei due rimasti. Un errore imperdonabile in combattimento.
Era il suo momento.

Facciamo rapidamente il punto della situazione.
Due nemici armati, uno con due falcetti e uno con una sorta di mazzafrusto.
Nessuno si è accorto di noi.
Bene. Cominciamo!!


I suoi piedi scattarono verso i nemici in sincronia con le sue mani mentre sfoderavano le due katane -Luce dell'Astro e Ombra di Luna-. Fu abbastanza rapido da raggiungere il nemico con il mazzafrusto prima che potesse girarsi, ma non abbastanza silenzioso da evitare che lo sentisse. Poco male, non avrebbe fatto comunque in tempo a colpirlo.
La spada nera saettò in una stoccata dritta al cuore del nemico, che tuttavia si scansò abbastanza in tempo da trasformare un colpo mortale in una semplice ferita al fianco, abbastanza forte da farlo gridare di dolore ma troppo debole per ucciderlo ed impedirgli di sferrare un goffo attacco. La mazza chiodata si mosse di lato verso la testa del ragazzo, che piegò le gambe abbassandosi e vedendo che il suo nemico si era sblianciato scattò in avanti colpendolo con una spallata e spingendolo con forza fino al muro di pietra grigia e fredda, mozzandolgi il respiro.
Quindi si girò facendo contemporaneamente ruotare l'impugnatura in modo che la lama della sua katana yin si rivolgesse all'indietro e slanciandosi nella stessa direzione con forza in modo da trafiggere direttamente il ventre dell'avversario e da aprirgli uno squarcio su tutto l'addome, facendolo gridare dal dolore mentre sangue ed interiore uscivano dalla ferita e macchiavano il bordo della veste di Sole Nascente.

Fori uno!!
Ah!! Sono proprio deboli, non c'è che...
Abbassati, subito!!


L'attenzione del ragazzo venne bruscamente riportata in avanti, fissando il suo sguardo sul falcetto che volava roteando dritto verso la sua testa.
Prima ancora che potesse pensare di scansarsi il suo corpo fin troppo allenato era già in movimento, ma cinonostante non fu abbastanza rapido da evitare completamente l'attacco, che lo colpì al braccio sinistro strappandogli sangue e un pezzo di stoffa prima che l'arma si conficcasse nel muro alle sue spalle.

Maledetto bastardo...

I suoi occhi si concentrarono sul monaco ancora in vita, restringendo il suo campo visivo solo alla figura che gli si parava a pochi metri di distanza, pronta a lanciare il secondo falcetto ma visibilmente spaventata, come si intuiva chiaramente dalla mano tremolante.
Doveva agire in fretta se voleva essere il primo ad ammazzarlo.
Mise da parte i pensieri del Giaguaro e del Lupo per concentarrsi solo sul suo bersaglio e scattò in avanti, fissando contemporaneamente il monaco negli occhi il più direttamente possibile in modo da innervosirlo e da spingerlo ad attaccare. Evidentemente il trucco funzionò perché pochi secondi dopo la sua partenza il cultista levò indietro il braccio e lanciò l'arma con tutta la forza diperata che gli era rimasta, mirando nuovamente alla testa.
Peccato per lui che stavolta Sole Nasconte fosse cosciente dell'attacco.
Un movimento quasi impercettibile fendette l'aria mentre Luce dell'Astro, la spada dalla bianca lama, si muoveva di traverso a difendere il corpo e poi nuovamente di lato nella direzione da cui era arrivata per tagliare letteralmente in due il falcetto, le cui metà caddero penosamente nello strapiombo a fianco.
Ormai il guerriero era a pochissima distanza dal monaco e si preparò a colpirlo con un calcio alle gambe per farlo cadere, quando questo mosse le labbra come per sputare qualcosa e lo colpì con un ao che teneva in bocca, che gli si conficcò direttamente nella spalla sinistra.
Preso da un accesso di rabbia per quel colpo inaspettato, luomo dalle tre anime si piegò e colpì con tutta la forza possibile con una spazzata facendo cadere rovinosamente il suo nero avversario, che mosse i gomiti appena in tempo per attutire la caduta e non rompersi la testa, quindi si slanciò in alto e ricadde precisamente sulle ginocchia del monaco, spezzandole con un sonoro crack!
L'aria della montagna quieta nella sua malvagità si riempì dell'eco dell'urlo di dolore del cultista che con orrore vide le sue gambe piegarsi in modo innaturale e sentì l'ondata di dolore terribile e fortissima farsi strada dalle ginocchia al resto del corpo, avvolgendolo in un sudario di dolore privo del riposo della morte.

Ben fatto.
Ora uccidilo.
No.
No?!
Potrebbe esserci utile per entrare nel Tempio.
Non ci avevo pensato...
Non mi giunge nuova questa.


Sole Nascente rinfoderò le spade e rilassò i muscoli, ignorando come meglio poteva le grida del poveretto a cui aveva appena distrutto le gambe, ed allargò il suo campo visivo includendo anche gli altri compagni di missione che lo circondavano.

Un ragazzo... una ragazza... e una donna con una benda su un occhio. Sarebbero questi i miei compagni? Ottimo. In genere chi sembra più inoffensivo in realtà è particolarmente potente... e questo posso dirlo con assoluta certezza.

Il giovane guerriero fece un leggero inchino guardando a turno tutti i presenti, poi sorrise leggermente com'era solito fare e disse con la voce gentile che usava sempre quando si trovava davanti qualcuno che intendeva farsi amico.

Salve. Perdonatemi per il ritardo, ma chi mi ha contattato ci ha messo un po' più di tempo. Io sono Sole Nascente. Voi dovete essere il capo di questa spedizione, signora, ma vorrei conoscere il nome di ognuno di voi e, magari, perché è qua. Io non posso dire niente del genere. Vi basti sapere che sono dalla vostra parte, almeno se coincide con il mio scopo.

Quindi si alzò e si strappò direttamente l'ago dalla pelle mentre si dirigeva verso il monaco urlante per tenerlo fermo con un piede direttamente posato in faccia, senza apparente riguardo per la vita di quel povero diavolo, fra l'altro un nominativo abbastnza appropriato... magari gli stava facendo un favore evitandogli di finire nel vero inferno, chissà.

Poveraccio...
Provi pietà, per caso?
No, certo che no, ma stavo pensando a quando Thoros mi ha rotto il braccio... deve soffrire parecchio.
Non pensarci. Piuttosto, preoccupati dell'ago.
Dici che potrebbe essere avvelenato?
Ne dubito, me ne sarei già accorto.
Giusto. E poi, a quanto pare abbiamo una guaritrice nel gruppo. Semmai sarà lei ad occuparsene, visto che non abbiamo i mezzi per contrastare un'ipotetica tossina, sempre che funzioni, si capisce.
Continuo a non capire come potrebbe esserci utile...
Supponi che serva una parola d'ordine per entrare nel tempio.
Quante complicazioni... abbiamo una spada indistruttibile, no? Possiamo anche fare a fette la porta.
E poi vedercela con un centinaio di monaci e un Incarna? No grazie, preferisco rischiare il meno possibile.


Mentre le tre menti conversavano, il corpo che le ospitava cominciò a rovistare fra le pieghe della tunica del monaco per togliergli ogni possibile arma. Soddisfatto doo aver scovato un sacchetto di polvere bianca e un astuccio con qualche ago da sputo, che appoggiò a fianco, si rialzò tenendo d'occhio costantemente i compagni in attesa di risposte alla sua domanda. Sempre che volessero dargliele, ovviamente.

CITAZIONE

[ReC 225][AeV 225][PeRf 200][PeRm 175][CaeM 225]


Status Fisico: ferita al braccio destro per il kama, ferita alla spalla sinistra per l'ago.
Status Psichico: calmo dopo l'agitazione da battaglia.
Energia: 100%.
Abilità Passive
Controllo Spirituale: Sole Nascente è stato addestrato fin dalla nascita a resistere ad ogni avversità, sia questa dello spirito o del corpo, e il suo fisico e la sua mente si sono allenati nel costante miglioramento delle proprie facoltà, fino a raggiungere la capacità di muoversi e combattere costantemente e senza mai cadere se non morendo. Raggiunto il 10% delle energie, infatti, il ragazzo non sverrà come accade alla maggior parte delle creature e potrà continuare a combattere. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il venti e non morirà raggiungendo lo zero.

Il Sigillo dalle Tredici Punte: Il sigillo impresso all'anima di Sole Nascente dal padre blocca la sua forza magica per tanti anni coltivata e rende il combattente relativamente mediocre nelle arti arcane e spirituali, necessarie anche per incanalare al meglio il potere dello Spirito del Giaguaro Ardente. Tuttavia, il genitore commise un grave errore: non tenne conto della furia del figlio, che esplodendo furiosamente per la perdita infame dell'amato fratello in qualche modo ancora non completamente noto usò le stesse linee catalizzatrici del Sigillo per condensarsi in una nuova forza, rapidià e capacità mentale, consentendo a Sole Nascente di distruggere Alaom una volta per tutte. In termini di gioco, ciò si traduce in una penalità di -100 a PeRm e in un bonus di +100 ad AeV e di +25 a PeRf e ReC.

Addestrato Nell'Arma e Nell'Arcano: Fin da piccolo, Sole Nascente ha imparato a fondere magia e abilità marziale in una singola arte, l'Arte dell'Incantaspade. Sebbene non riesca più a usarla come un tempo, quando con pochi fendenti riusciva a spazzare via un intero esercito di guerrieri addestrati, la memoria dell'Incanto della Lama è rimasta nella mente del ragazzo, fornendogli i benefici di un simile addestramento come un +25 a PeRf e PeRm e un'identica penalità ad AeV.

Runa dell'Acciaio Infrangibile: La spada principale di Sole Nascnete, Luce dell'Astro, ha incisa sulla lama una scritta dorata nel Primo Idioma: la Runa dell'Acciaio Infrangibile. Come suggerisce il nome, l'incanto rende la spada infrangibile e quindi le consente di superare alcune barriere fisiche senza rompersi e di parare colpi potentissimi restando integra. Una capacità passiva utilissima, che tuttavia non protegge l'acciaio dai pericoli della corrosione odell'incuria.
Abilità Attive Usate
Nessuna.
Oggetti
Luce dell'Astro: infoderata.
Ombra di Luna: infoderata.
Corredo da Battaglia: indossato.
Medaglione di Onice e Avorio: al collo.



Edited by Rettore Raistlin - 19/1/2009, 15:04
 
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view post Posted on 17/1/2009, 12:30
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C a t a r s i

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Q M P o i n t
Dopo la cruenta battaglia iniziale i quattro sterminatori riescono a godere di qualche minuto di calma in cui scambiare alcune parole e organizzarsi sul proseguimento della missione. Beatrix avendo avuto precise indicazione sa bene che la sala principale del tempio è poco distante da dove si trovano loro adesso.
D’altra parte anche i monaci si stanno organizzando per fronteggiare l’invasione in modo da evitare una ulteriore sconfitta dettata principalmente dalla non preparazione.


Ancora un giro semplice di post per concludere la parte iniziale della quest e iniziare con il combattimento serio che è, per l’appunto, l’obbiettivo della quest. Gestite auto conclusivamente la situazione, se lo desiderate prendevi qualche minuto per parlare tra di voi poi muovetevi verso il vostro obbiettivo sotto la guida di Beatrix. Durante l’attraversamento delle varie stanze tra voi e l’ala principale del tempio subite una imboscata da parte di un nuovo gruppo di tre monaci che cercano di prendervi alla sorpresa e quindi impedirvi di proseguire. Gestite anche questa nuova minaccia e proseguite.
 
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Il Dubbio
view post Posted on 17/1/2009, 15:30




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F a t a l 4



Aveva previsto bene: altri avventurieri apparvero in quella desolata landa di confine...
Dopo di lei si manifestò una giovane ragazza sui venti anni, i capelli lunghi raccolti e gli occhi verdi smeraldo. Combatté con grazia mettendo rapidamente fuori gioco un monaco, poi si avvicinò al ragazzo dalle due scimitarre poggiandogli una mano sulla leggera ferita che si era fatto in combattimento, infine si rivolse cordialmente a Beatrix:
CITAZIONE

Piacere di essere qui, signora, e piacere di poter essere dei suoi


Lei non fu l'ultima ad arrivare quando un nuovo corpo si materializzò sulla rupe: questo era un maschio dai lineamenti strani....quasi felini.
Diede anche lui prova di ottime capacità combattive sbarazzandosi abilmente degli ultimi due nemici rimasti.

I corpi privi di vita ora erano tre e gli altri sembravano ormai non essere un problema per il gruppo. L'ultimo arrivato prese la parola rivolto anche lui alla donna che li avrebbe capeggiati per tutta la durata della missione:
CITAZIONE

Salve. Perdonatemi per il ritardo, ma chi mi ha contattato ci ha messo un po' più di tempo. Io sono Sole Nascente. Voi dovete essere il capo di questa spedizione, signora, ma vorrei conoscere il nome di ognuno di voi e, magari, perché è qua. Io non posso dire niente del genere. Vi basti sapere che sono dalla vostra parte, almeno se coincide con il mio scopo.


Inutile dire che quelle parole erano le più turbanti pronunciate fino a quel momento. Quel ragazzo sembrava dunque quello che meno aveva chiaro il significato di leader, lui non doveva solo essere dalla loro parte, avrebbe dovuto eseguire gli ordini, due cose molto diverse.

La severità di Beatrix e il difficoltoso addestramento su Gaya le imponevano di essere dura con persone come lui.
La punta della Save the Queen era ancora piantata sulla spalla del monaco riverso a terra, appoggiato per la schiena, e la shogun la estrasse con uno strappo secco.
La punta della lama era ora tinta di un lucente vermiglio e la donna le passò sopra con due dita per pulirla e poi la rinfoderò; dopo assunse un'aria rude e, con tono severo ma calmo, si rivolse a Sole Nascente:

< - Esattamente! Qui il capo sono io e sappi che il mio mandante mi impone di guidarvi all'interno di questa struttura. Egli mi ha assicurato la vostra massima lealtà, spero di non dovergli riferire il contrario al mio ritorno... - >



Si rilassò un secondo e portò lo sguardo sugli altri due mercenari e stiracchiando un sorriso si presentò finalmente a tutti:

< - Il mio nome è Beatrix, e come ho appena chiarito sarò il vostro comandante oggi. Ho notato le vostre capacità di battaglia e mi sembrate tutti ottimi combattenti...anche se questi stupidi non saranno di certo la nostra difficoltà più grande... - >



Socchiuse gli occhi e scrollò il capo mettendosi in ordine i capelli castani; i suoi boccoli erano simili ad onde del mare che si infrangevano sugli scogli delle sue scapole...
Avrebbe dovuto spiegare ai suoi tre sottoposti tutto ciò che le era stato riferito? Beh, Shivian non aveva dato particolari disposizioni in merito e comunque le sue informazioni non erano nemmeno così particolareggiate...

Ripensò alle parole di Sole Nascente: lui non poteva rivelare il motivo per il quale si trovava con loro. Beatrix non gli avrebbe di certo cavato le parole di bocca, anche perché avrebbe rischiato di farselo nemico e preferiva comunque collaborazione. Da quel momento però lo avrebbe tenuto d'occhio più degli altri, cercando di scoprire il reale significato delle sue sentenze prima esposte.

Tornando alle informazioni, Beatrix decise di illustrare ai suoi compagni tutto quello che aveva sentito; pensava fosse giusto che anche loro venissero a conoscenza di cosa stessero andando a fare, e poi lo stesso guardiano le aveva assicurato che avrebbe potuto riporre la massima fiducia in quei tre mercenari.
Parlò:

< - Siamo qui perché dobbiamo recuperare un arma, uno speciale pugnale trafugato, per poi riconsegnarlo a chi di dovere. Questo tempio non è altro che la sede di una setta di fanatici religiosi che hanno fatto del combattimento la loro vita....anche se a giudicare da come li abbiamo straziati non sembrano poi così abili...
Il pugnale è custodito dal capo di questo culto, che sarà probabilmente molto più ostico dei monaci che abbiamo appena battuto, tuttavia non ho informazione alcuna riguardo a quali abilità o poteri siano custoditi all'interno della rocca, per cui state all'erta... - >



Aggiunse:

< - Ora vorrei che vi presentaste, e se avete delle domande ponetemele ora poiché credo che quando entreremo non ci sarà più tempo per il dubbio - >



Attese le repliche degli altri mentre nel suo corpo riprese a strisciare quell'antica vena di superbia e orgoglio, creatasi dopo anni passati a comandare sterminati campi di soldati, vincere battaglie e sterminare città. La rosa sorrise pensando che, se avesse gestito al meglio quel gruppo di soldati, avrebbe potuto avere la possibilità di rivivere quelle esperienze...

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Status: ReC [175] AeV [150] PeRf [300] PeRm [100] CaeM [450] Energia [100%]
Abilità Usate: -
Passive Attive: [Autosufficienza] - [Abilità delle Rose]
Equipaggiamento: [Save the Queen] - [Pistola Sputafuoco]
Ferite: -
Stato d'Animo: Calmo e Reattivo
CITAZIONE
Folgore di Shivian - Utilizzi 0/3

SPOILER (click to view)

Folgore di Shivian:


Prima della missione Shivian ha personalmente incantato l'arma di Beatrix con delle folgori magiche.
Esse possono essere sprigionate un massimo di tre volte nel corso della quest, senza consumi di energia ma semplicemente occupando uno slot tecnica.
Tuttavia gli utilizzi prolungati sono abbastanza sconvenienti.
Al primo utilizzo infatti verrà sprigionato un fulmine di livello alto senza malus di nessun tipo.
Il secondo utilizzo provocherà un ustione di livello medio al braccio, e il terzo invece porterà un danno di livello alto.


Edited by Il Dubbio - 17/1/2009, 16:54
 
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view post Posted on 18/1/2009, 11:42
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Like a paper airplane


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Atto I: Comandata da una Rosa



Guardò il nuovo arrivato. Non si era lasciata distrarre dalle sue parole, non aveva dimenticato quanto fosse stato veloce e silenzioso mentre combatteva. Rimase immobile, come un animale minacciato, aspettando che rivelasse ciò che era. E invece le sue parole suonarono limpide, cristalline. Una provocazione intollerabile per il capo di una banda di mercenari. Specie se non conosce i propri uomini, se non può contare sulla loro fedeltà a priori. Lo capiva perfino lei. E la situazione non era resa più facile dal fatto che a comandarle fosse una ragazza.
Ne udì le parole, severe, imperiose. Le piacquero e annuì. Approvava l'atteggiamento altero, orgoglioso della giovane. Ne aveva tutto il diritto. Non è cosa da tutti organizzare una truppa di uomini scelti soltanto per recuperare un pugnale. Non è da tutti essere scelti da un misterioso mandante per entrare in possesso di un oggetto tanto prezioso.
Le piacevano quelle parole, secche, essenziali, pronunciate con l'aria di chi ha tenuto in pugno molte vite. La sua attenzione era stata catturata da qualcosa che andava al di là del semplice discorso. Il pugnale era già un elemento degno di nota, ma decise di archiviarlo per una successiva analisi. Era ancora troppo presto.
Invece l'idea dei monaci combattenti assetati di sangue le parve calzante, odiosa al punto giusto. Sentiva il sangue bruciarle nelle vene e il cuore palpitare veloce. Sapeva di non doversi infiammare, eppure tutto le ricordava quella notte, l'ultima in cui avesse veramente vissuto, in cui le voci non l'avessero perseguitata. Qualsiasi pericolo avessero preparato lei voleva arrivare in fondo. Li avrebbe eliminati uno per uno, se necessario. Sapeva come funzionava: piccole api operose e quasi indifese attorno a una regina forte e imponente. Impossibile penetrare la loro strenua difesa se non con molta astuzia e una buona dose di fortuna.
I suoi occhi grigio verdi si posarono sulla donna, sul suo aspetto. Quei capelli castani, lunghi fino alle spalle, quella pelle morbida, potevano rivelare molte cose. Proprio come la linea decisa e caparbia della mascella e la tendenza a trattare tutti come sottoposti. Aveva comandato, era stata messa alla prova. Forse ne era uscita sconfitta, ma non aveva smesso di lottare. Avevano molto in comune, e non le sarebbe dispiaciuto essere ai suoi ordini.
Si chiese come avesse potuto perdere un occhio. Il suo interesse non era puramente storico: quella benda poteva nascondere un'intera vita, proprio come le cicatrici meno visibili ma altrettanto indelebili che solcavano il suo cuore. Cose morte per sempre, che non sarebbero tornate, che avrebbero segnato i loro giorni.
Si fece avanti, decisa a presentarsi per prima. Nel suo sguardo brillava una luce fiera e tutt'altro che sottomessa. Congiunse le mani davanti al volto e abbozzò un inchino, i capelli neri che le ricadevano morbidi sulla fronte. Significava perdere di vista l'altro, affidarsi completamente alla sua buona fede. Avrebbe potuto ucciderla, in quel momento, ma sapeva che non lo avrebbe fatto.

Signora, mi presento con piacere. Sono Dalys, umile geisha dei regni d'Oriente al suo servizio.


Si sollevò lenta, guardando la donna dalle caviglie fino al viso, aspettando la sua reazione. Erano alte più o meno allo stesso modo, ma l'altra pareva poco più vecchia. Era difficile capirlo se non da vicino, dove alcuni particolari del volto denotavano una maturità conquistabile solo in anni di esperienza. Era bella, dovette convenire, davvero bella. Un'attrazione per qualsiasi uomo. Un'altra cosa che le rendeva ugualmente vulnerabili. Eppure pareva che l'altra non se ne rendesse conto, che portasse la propria grazia più come un dovere che come un punto di forza.
Ecco in cosa differivano: difficile credere che provenisse dal regno degli inferi. Si sarebbe aspettata venisse dal Sorya, dal paradiso, con la sua stupenda verginità. Lei, con le vesti di seta rossa e candida, con il gioco di veli attorno alle cosce e alle caviglie, era quasi un insulto a quella semplice ma stupenda figura. Arrossì, per la prima volta dopo tanto tempo, desiderando di tornare la giovane nobile incorrotta, che ancora non aveva sperimentato l'energia racchiusa nella grazia di una geisha.

E in quanto a dubbi, credo di nutrirne continuamente. Ma nessuno di essi potrebbe trovare ora la sua soluzione.


Sorrise, a metà tra l'ironico e l'ammirato. Sapeva quanto dovesse essere difficile per l'altra trovarsi a comandare un manipolo di perfetti estranei. Era come se non avessero volto: ai suoi occhi erano un trio di possibili traditori prezzolati. Rimase al proprio posto, attendendo che fossero gli altri a farsi avanti. Due uomini. Così il quartetto si rompeva a metà. Le parve divertente, soprattutto perché nessuno degli altri pareva essere espansivo o comunicativo.
Picchiettò le dita sottili sull'elsa della spada. Uno, due tre. Uno, due tre. Chi sarebbe uscito per primo? Avrebbe potuto scommettere, ma non voleva tradirsi. Voleva essere composta e signorile, almeno per una volta. Fece passare la lingua sulle labbra, inumidendole. Il gesto della cacciatrice. Il gesto della mercenaria, che sente il sangue al di là delle imponenti porte di legno del tempio. Ecco un legittimo dubbio: chi sarà il prossimo a cadere?


CITAZIONE

(ReC 250) · (AeV 150) · (PeRf 200) · (PeRm 225) · (CaeM 200)



Status: Ferita al polpaccio, lieve contusione per la caduta
Consumi: //
Equipaggiamento: Spinadirosa (solo portata), Ara-Stherin (solo portati); Shaimal-Norhas (solo portato);
Pergamene: //

Note: //

 
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Ta|k|
view post Posted on 18/1/2009, 21:46





C h a p t e r II:
Saiyuki



La situazione non era di certo delle più rosee.
Mi trovavo ben quattro monaci davanti, tutti armati fino al collo, ma successe qualcosa di molto positivo finalmente.
Per un attimo la mia vista si distolse dai tre monaci, posandosi su una figura femminile, una bellissima donna.
Si sferrò velocemente contro un altro monaco, mutilandolo senza troppi problemi, per poi ritornare accanto a me e presentarsi come Beatrix, colei che avrebbe guidato la missione facendo da leader.
Era castana e brandiva una spada esteticamente perfetta, ma il suo segno veramente particolare era la benda sull' occhio destro.
Cercai di rispondere alle sue parole di presentazione ma...

.• Piacere di con- •.

...venni interrotto.
Un' altra figura femminile dai tratti orientali, molto simili ai miei, era arrivata sul posto.
In quattro e quattro otto si sbarazzò di un nuovo avversario, grazie alle sue abilità in combattimento.
Guardandola negli occhi sembrava di vedere un demonio all' interno di un corpo dalle fattezze tutt' altro che sospettevoli.
Dopo aver placato, temporaneamente, la sua sete di sangue, mi si avvicinò porgendo le sue mani sulla mia spalla leggermente ferita.
Una strana energia mi pervadeva il corpo e sentii un calore innaturale che si concentrava sul livido che non duoleva più.
Mi rivolsi a lei con un pacato sorriso e questa volta senza venire interrotto.

.• Grazie mille. Spero solo di non dover ricambiare il favore •.

Era sottinteso che alludevo al fatto di ferirsi, speravo che non ci fosse bisogno di curarla.
Il mio sguardo ritornò sulla coppia di monaci rimasta.
Presi i manici delle Scimitarre del Destino, precedentemente infoderate, intento a eliminarli con una delle mie tecniche più forti.
Qualcuno però mi precedette, questa volta un uomo, materializzatosi anch' esso accanto al gruppetto di mercenari.
Dopo aver fatto il suo lavoro si presentò, ma aveva sbagliato il modo, aveva destato i sospetti del gruppo.
Beatrix infatti lo riprese, neanche troppo pacatamente, facendo intendere che non voleva problemi per il conseguimento della spedizione.
In seguito la donna chiese ai suoi sottoposti di presentasi e la prima a farsi avanti fu la ragazza orientale.
A quanto pare era una geisha di nome Dalys, per ora non mi serviva sapere altro.
Prima di parlare rivolsi il mio sguardo verso Sole Nascente, così si chiamava l' uomo, come a vedere se si fosse fatto avanti prima lui.
Non vedendo alcuna reazione da parte sua cominciai a parlare, accompagnando le parole ad un inchino.

.• Ryan J. Preyer, al suo servizio. Sono una macchina, una scheggia, un' arma pronta ad eseguire gli ordini impartiti, nient' altro. Non ho domande •.
CITAZIONE

[ReC - 175] [AeV - 275] [PeRf - 250] [PeRm - 100] [CaeM - 200]


Energia - 100%
Status Fisico - Illeso
Abilità Attive ///
Abilità Passive
CITAZIONE
Fato, individua la mia preda ~ La prima manifestazione della malattia di Ryan consiste nel "potenziamento" di una delle sue facoltà sensoriali. Ovviamente il suo olfatto è aumentato e gli la possibilità di calcolare l' esatta posizione delle sue prede, di cui ha sentito almeno una volta l' odore. Ogni Mannaro non sopporterà l'odore e la vista dell'oro e dell'argento, essendone per natura allergico, dunque costretto a essere infastidito in presenza di questi due particolari oggetti.
Tuttavia il bonus alle statistiche fornito dal dominio sarà notevolmente più alto di quello fornito da altri domini.

Fato, rendimi la mia consapevolezza ~ Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o possedenti della "Forza del toro", ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto.


 
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Rettore Raistlin
view post Posted on 19/1/2009, 17:05




Quattro Spade Insanguinate



Sole Nascente si stiracchiò mentre ascoltava le parole di Beatrix, colei che avrebbe dovuto essere il capo della spedizione. Frasi pronunciate con tono autoritario e duro, in perfetto contrasto con l'aggrazziata figura feminile dalle quali queste nascevano, ma del tutto adeguate alla situazione. Il capo di una banda di mercenari deve sapersi assicurare la fedeltà di tutti e, pensò, la sua l'avrebbe certamente avuta. Gli piacevano le persone così.
Tuttavia, la cosa che più destò il suo interesse fu l'obiettivo della missione.

Interessante... dunque il nostro scopo è anche lo scopo del gruppo...
Strano, non vi pare?
Cosa intendi esattamente per "strano"?
Voglio dire, un Arcano di alto livello come il nostro signore davvero non sapeva nulla di questo?
Già... credo che valga la pena indagare. Comunque, per sicurezza non dire niente, Sole Nascente.
Però...
Però?
Però la mia conoscenza del nostro nemico è molto più dettagliata della loro... se dovessimo ritrovarci ad affrontarlo, sarò costretto a dirgli tutto ciò che so, e a quel punto romperei il patto...
Meglio pensarci quando arriverà il momento. Adesso questi dubbi possono solo farci male.
Concordo. La mente di un guerriero deve essere sempre sgombra dai pensieri parassiti.
Eppure..


I tre interruppero la comunione giusto in tempo per ascoltare quanto altro avevano da dire gli altri due compagni. A quanto pareva, la ragazza guaritrice dai tratti orientali si chiamava Dalays ed era una geisha, come quelle al palazzo del padre del giovane guerriero - quelle che lui stesso aveva trucidato - mentre l'altro, il giovane dagli occhi bestiali e dai modi cortesi, aveva il nome di Ryan J. Preyer ed era evidentemente un guerriero esperto. Di certo tutti e quattro erano al di sopra degli uomini normali, ma nonostante ciò c'era un dubbio che lo infastidiva: l'Arcano aveva scelto quattro comuni mortali e non degli spiriti della guerra... se era vero quanto gli aveva detto, non sarebbe stato difficile per un gruppo di soldati dell'Hisil fare a pezzi l'Incarna. Perché, si chiedeva, Perché la Terza Coorte ha voluto assegnare questa missione ad esseri che non hanno mai visto l'Hisil? Perché non a degli spiriti più esperti o ad esseri a metà fra i due mondi più esperti di me?
Non capiva. Spesso gli ordini della Sfera Ki erano apparentemente sciocchi o senza senso, ma c'era sempre un motivo che loro reputavano in qualche modo importante. Eppure, in fin dei conti era un umano e non poteva starsene con le mani in mano. Non quando doveva combattere con dei guerrieri che non conoscevano il loro nemico, almeno non come lui.

Ascoltate...

Fermati, stolto!!!
Vuoi disobbedire al nostro signore?!!
No. Non completamente, almeno.
Cosa vuoi...
Giaguaro, Lupo, vedete, la mente umana è molto diversa da quella degli Spiriti. Voi siete entità effimere, che devono la loro esistenza all'energia universale e vitale della Carne e dell'Ombra, e che per crescere devono inglobare altre essenze. Inoltre, per vostra stessa caratteristica innata obbedite a coloro che vi sono superiori. Ma per noi umani non è così.
Come no?
No. Noi disobbediamo. E' una caratteristica tipica dell'uomo disobbedire e agire secondo l'istinto. Ed è quello che intendo fare.
No!!! Non ti rendi conto delle conseguenze?!!
Si, ma non ne ho paura. Quando uno Spirito ti fa giurare nel Primo Idioma, come ben sapete, il patto non può essere infranto senza terribili conseguenze. Ma se riesco ad aggirarlo non dovrebbero esserci problemi.
Spiegati meglio, non ci capisco niente!!
Sta' a vedere.


Ascoltate, compagni. Ammetto di essermi presetato scortesemente e vorrei farmi perdonare. Mi sembra di capire che non avete nessuna informazione sui nostri nemici. Ebbene, io non posso dire altro ora, ma so per certo che uno di essi è un demone del fuoco molto potente indebolito che potrebbe nascondersi in un involucro fisico. Io conosco alcune delle sue capacità e vi assicuro che se non combatteremo insieme non riusciremo a vincerloper cui vi prometto che metterò da parte il mio carattere ribelle in favore del nostro obiettivo.

Sottolineò il discorso con un lieve inchino mentre le sue labbra si increspavano in un lieve sorriso e la sua mano destra si stringeva attorno all'impugnatura di Luce dell'Astro. Ora si che si sentiva tranquillo e libero dal peso di quei dannati pensieri parassiti.

Pazzo!
L'Arcano ti punirà per questo!
Può darsi, ma almeno non dovrò scontare la mia punizione all'altro mondo. Ora finitela di lamentarvi. Ho fatto la cosa giusta, che vi sia piaciuta o no. Non ho svelato nulla riguardo al nostro scopo, all'Hisil o all'effettiva natura dell'Incarna, quindi lasciatemi in pace.
Umpf.
Umpf.


Sole Nascente distaccò di colpo la sua mente da quelle dei due Jaggling e guardò dritto verso la porta del tempio, girandosi in modo da prenderla di fronte.
Pochi passi e sarebbero entrati nel territorio dell'Incarna.
L'obiettivo finale era vicino... molto vicino. Sarebbe bastato fare un po' di gioco di squadra e avrebbero conquistato il pugnale e, con esso, la distruzione del Sigillo che da anni lo tormentava.
Le mani fremettero, le gambe si tesero al massimo e lo spirito si accese di nuove emozioni. Rivoli di sudore salato imperlarono la sua fronte mentre i suoi occhi animaleschi si posavano sul maestoso portale e i suoi capelli corvini si muovevano guidati dal vento freddo e maledetto dell'Akerat.

Signora Beatrix, non aspetto che un vostro ordine. Avrete le mie lame e la mia lealtà con voi in questa battaglia.

Finalmente era cominciata la vera missione.

CITAZIONE

[ReC 225][AeV 225][PeRf 200][PeRm 175][CaeM 225]


Status Fisico: ferita al braccio destro per il kama, ferita alla spalla sinistra per l'ago.
Status Psichico: calmo dopo l'agitazione da battaglia.
Energia: 100%.
Abilità Passive
Controllo Spirituale: Sole Nascente è stato addestrato fin dalla nascita a resistere ad ogni avversità, sia questa dello spirito o del corpo, e il suo fisico e la sua mente si sono allenati nel costante miglioramento delle proprie facoltà, fino a raggiungere la capacità di muoversi e combattere costantemente e senza mai cadere se non morendo. Raggiunto il 10% delle energie, infatti, il ragazzo non sverrà come accade alla maggior parte delle creature e potrà continuare a combattere. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il venti e non morirà raggiungendo lo zero.
Il Sigillo dalle Tredici Punte: Il sigillo impresso all'anima di Sole Nascente dal padre blocca la sua forza magica per tanti anni coltivata e rende il combattente relativamente mediocre nelle arti arcane e spirituali, necessarie anche per incanalare al meglio il potere dello Spirito del Giaguaro Ardente. Tuttavia, il genitore commise un grave errore: non tenne conto della furia del figlio, che esplodendo furiosamente per la perdita infame dell'amato fratello in qualche modo ancora non completamente noto usò le stesse linee catalizzatrici del Sigillo per condensarsi in una nuova forza, rapidià e capacità mentale, consentendo a Sole Nascente di distruggere Alaom una volta per tutte. In termini di gioco, ciò si traduce in una penalità di -100 a PeRm e in un bonus di +100 ad AeV e di +25 a PeRf e ReC.
Addestrato Nell'Arma e Nell'Arcano: Fin da piccolo, Sole Nascente ha imparato a fondere magia e abilità marziale in una singola arte, l'Arte dell'Incantaspade. Sebbene non riesca più a usarla come un tempo, quando con pochi fendenti riusciva a spazzare via un intero esercito di guerrieri addestrati, la memoria dell'Incanto della Lama è rimasta nella mente del ragazzo, fornendogli i benefici di un simile addestramento come un +25 a PeRf e PeRm e un'identica penalità ad AeV.
Runa dell'Acciaio Infrangibile: La spada principale di Sole Nascnete, Luce dell'Astro, ha incisa sulla lama una scritta dorata nel Primo Idioma: la Runa dell'Acciaio Infrangibile. Come suggerisce il nome, l'incanto rende la spada infrangibile e quindi le consente di superare alcune barriere fisiche senza rompersi e di parare colpi potentissimi restando integra. Una capacità passiva utilissima, che tuttavia non protegge l'acciaio dai pericoli della corrosione odell'incuria.
Abilità Attive Usate
Nessuna.
Oggetti
Luce dell'Astro: infoderata.
Ombra di Luna: infoderata.
Corredo da Battaglia: indossato.
Medaglione di Onice e Avorio: al collo.



Edited by Rettore Raistlin - 20/1/2009, 18:55
 
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view post Posted on 19/1/2009, 19:28
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C a t a r s i

·······

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Q M P o i n t

I miei sinceri complimenti per come state gestendo questa parte della Quest che ho volutamente preferito lasciare completamente libera. Come già avevo detto prima potete ora scegliere di seguire Beatrix, affrontare (sempre autoconclusivamente) l'agguato dei tre nuovi monaci oppure potete rimandare ancora di un giro di post e proseguire il dialogo.


 
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Il Dubbio
view post Posted on 20/1/2009, 15:54




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I n s i d e T h e T e m p l e


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Le presentazioni non tardarono, e la prima a farsi avanti fu l'altra ragazza.
Esordì:
CITAZIONE
Signora, mi presento con piacere. Sono Dalys, umile geisha dei regni d'Oriente al suo servizio. E in quanto a dubbi, credo di nutrirne continuamente. Ma nessuno di essi potrebbe trovare ora la sua soluzione.

La vide compiere un leggero inchino e scorse la sua bianca pelle diventare leggermente paonazza. Sembrava quasi incantata e stregata dalle grazie della rosa...

Lei stessa rimase impressionata da quella presentazione così reverenziale; non avrebbe mai immaginato che un essere così letale provenisse dal corpo di una geisha...sentiva un'affinità con quella giovane, ma non gliel'avrebbe mai mostrata, era troppo orgogliosa per farlo...
Si soffermò pochi secondi sulle ultime parole di Dalys: mascheravano dunque un animo turbato ed incompleto che le candide vesti riuscivano però a coprire perfettamente.

Subito dopo si presentò il primo ragazzo che incontrò durante la sua apparizione sul monte, anch'esso dai lineamenti orientali:
CITAZIONE
Ryan J. Preyer, al suo servizio. Sono una macchina, una scheggia, un' arma pronta ad eseguire gli ordini impartiti, nient' altro. Non ho domande

E questo gli piacque: essenziale! Sì, non lo aveva visto combattere, ma dalla presentazione pareva essersi guadagnata un mercenario fedele e letale...sicuramente avrebbe verificato le sue parole di li a poco...

Quello che parve invece meno fedele si espose per ultimo, probabilmente per riflettere sul dare una risposta adeguata alle riprese della paladina, magari sperando di essere scusato.
Disse:
CITAZIONE
Ascoltate, compagni. Ammetto di essermi presentato scortesemente e vorrei farmi perdonare. Mi sembra di capire che non avete nessuna informazione sui nostri nemici. Ebbene, io non posso dire altro ora, ma so per certo che uno di essi è un demone del fuoco molto potente indebolito che potrebbe nascondersi in un involucro fisico. Io conosco alcune delle sue capacità e vi assicuro che se non combatteremo insieme non riusciremo a vincerlo per cui vi prometto che metterò da parte il mio carattere ribelle in favore del nostro obiettivo.

In vita una risposta così non le sarebbe bastata...ma oggi era diverso...

Accolse a malumore le scuse del compagno, assumendo un aria accigliata mentre esso rispondeva...Conosceva dunque il loro nemico! Questo era ottimo...ma perché non voleva condividerle con il gruppo? Per Beatrix era inconcepibile!
Stava per scagliarsi di nuovo contro il giovane, ma fece solo un passo avanti e si fermò...

Abbassò la testa e poggiò la mano destra sulla fronte, socchiuse gli occhi e rifletté qualche istante...
Sole Nascente pareva il più informato del gruppo...ma perché Shivian non aveva dato a lei quelle informazioni? Forse perché egli sapeva già che lei le avrebbe subito condivise altruisticamente con i suoi sottoposti...ma se le fosse stato ordinato il contrario lei non avrebbe esitato a tacere per il resto della missione...Allora perché non a lei ma a lui?

La cosa che più le dispiaceva era di essersi sentita sempre la migliore in tutto, essendo il capo della spedizione, ma dopo la riflessione le cose cambiarono; era egualmente sicura di sé ma sentirsi oscurate delle notizie importanti come quelle le diede un senso di malinconia...Shivian non si era fidato? Forse aveva validi motivi per farlo, oppure Sole Nascente aveva ricevuto informazioni più dettagliate per conto suo...
Ma non le voleva condividere! Perché?

Scosse la testa facendo scorrere i suoi boccoli castani sulle spalle ricoperte dal bianco velo. In quel momento regnava il silenzio più totale sul picco, e fu forse quello che la fece calmare, almeno superficialmente.

Riaprì il suo profondo occhio e osservò per un lungo istante il giovane che si stava permettendo di andare contro il suo volere...avrebbe voluto obbligarlo a parlare con la forza, ma non sarebbe stato affatto remunerativo in quella situazione...dopotutto aveva ammesso di essere dalla loro parte, e se conosceva il nemico come diceva sarebbe stato di grande aiuto...

Prima di lei fu l'altro a concludere:
CITAZIONE
Signora Beatrix, non aspetto che un vostro ordine. Avrete le mie lame e la mia lealtà con voi in questa battaglia.

Queste ultime parole contribuirono a calmare l'animo di Beatrix, ma dentro la sua anima andava formandosi un uragano di emozioni contrastanti, di dubbi lancinanti ed incomprensioni...Doveva ignorare quel turbinio di follia che le cresceva in grembo, poteva solo rendere la missione più difficoltosa...

Si sforzò a rispondere più correttamente possibile al suo interlocutore ed il tono che utilizzò mascherò alla perfezione il tuono dei suoi pensieri:

< - Se non vuoi condividere con noi le tue nozioni non ti obbligherò a parlare, perché il tuo comportamento può avere solo due significati: o sei uno stupido, oppure quelli sono ordini...nel primo caso morirai entro quelle mura per mano mia o dei suoi inquilini, per quanto riguarda il secondo non mi sento di riprenderti, ma sappi che se non ci aiuterai te la faremo pagare! - >



Usò il plurale apposta, sottintendendo che gli altri due si erano già dichiarati i più disposti a seguire gli ordini della loro comandante, senza porsi troppi problemi.
La donna fece un sospiro liberatorio, come se quelle fossero state le parole più difficili che avesse mai pronunciato; si rivolse infine a tutto il gruppo dopo averlo incluso nella sua visuale:

< - Bene, ora spero che sia tutto chiarito! Dovremo addentrarci in quel palazzo...il luogo di custodia del pugnale non è nascosto, tuttavia quello che potremo incontrare al suo interno potrebbe essere terribile...come ci ha detto il gentile Sole Nascente. Entriamo, seguitemi! - >



Calcò molto il tono su quel gentile, supponendo un'ovvia ironia, ma non poteva fare di più; un guerriero che conosceva il loro nemico era un ottimo aiuto e non le conveniva rischiare di più di quanto non avesse già fatto.

image


Ebbe finalmente il tempo di guardare il tempio ove si stavano dirigendo: un edificio dai lineamenti puramente orientali (come due dei suoi compagni del resto, curioso...) costruito su una sporgenza e pareva dovesse franare al suolo da un momento all'altro.

In alto la pagoda era dorata, ed era proprio quello il tetto che sovrastava la sala dove il gruppo si sarebbe diretto. Voleva farla notare agli altri ma quasi per capriccio decise di non parlare, ancora adirata dal discorso appena passato.

Incominciò ad avvicinarsi all'ingresso.
L'entrata era una grande porta di legno chiaro con due battenti di oro puro dalle fattezze di dragoni arrotolati che formavano l'anello della maniglia. Appoggiò la mano sinistra sull'elsa dalla spada, posta nella parte opposta, mentre con la destra iniziò a spingere flebilmente la porta...era aperta!

Continuò a premere un altro po' ma non voleva spalancarla del tutto, giusto quanto bastava a sbirciarci dentro con un occhio. Riuscì ad intravedere al suo interno un corridoio illuminato, in apparenza nessuno vi stava transitando; continuò ad aprire la porta e quando fu abbastanza allargata da poter accogliere la sua sagoma si addentrò oltre la soglia.

Fece qualche passo in avanti, continuando a tenera la mano sulla sua spada, poi fece cenno agli altri di seguirla all'interno. Tutto attorno regnava un silenzio rotto solo dai suoi sospiri e dallo scricchiolio dei piedi sulle assi di legno del pavimento. Le mura erano di cemento bianco ma sia il soffitto che il pavimento erano di legno chiaro; alle pareti erano appese svariate candele accese e fumanti che mischiavano nell'aria il loro acre odore di cera bruciata.

Il corridoio non aveva porte, salvo una al termine di esso che avrebbe ospitato la sala in cui erano presenti le scale da salire per raggiungere la stanza dove era custodito il pugnale.

Vi si avvicinò con molta calma, facendo passi larghi e lenti, osservando ogni dettaglio, senza emettere nessun suono che non fosse il suo respiro, poggiando continuamente la mano sulla sua elsa pronta ad estrarla in qualunque momento...

Altri i dubbi che strisciarono nella sua corteccia: lei si aspettava un accoglienza di riguardo ma...dov'erano tutti i monaci? Erano solo quei cinque che si erano trovati all'entrata? Impossibile. Illogico. Stupido. O no?

Raggiunse con facilità la porta che aveva di fronte; era scorrevole, formata da carta spessa sorretta da un sottile bastone di legno rettangolare.
Prima di aprirla si voltò per avere la sicurezza che tutti i suoi compagni fossero pronti e in posizione dietro di lei (dopotutto il corridoio era così stretto che non potevano stare uno di fianco all'altro). La rosa lanciò ad ognuno di loro un'occhiata d'intesa, come se si aspettasse qualcosa oltre quella soglia.
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Status: ReC [175] AeV [150] PeRf [300] PeRm [100] CaeM [450] Energia [100%]
Abilità Usate: -
Passive Attive: [Autosufficienza] - [Abilità delle Rose]
Equipaggiamento: [Save the Queen] - [Pistola Sputafuoco]
Ferite: -
Stato d'Animo: Adirato/Preparato
CITAZIONE
Folgore di Shivian - Utilizzi 0/3

SPOILER (click to view)

Folgore di Shivian:


Prima della missione Shivian ha personalmente incantato l'arma di Beatrix con delle folgori magiche.
Esse possono essere sprigionate un massimo di tre volte nel corso della quest, senza consumi di energia ma semplicemente occupando uno slot tecnica.
Tuttavia gli utilizzi prolungati sono abbastanza sconvenienti.
Al primo utilizzo infatti verrà sprigionato un fulmine di livello alto senza malus di nessun tipo.
Il secondo utilizzo invece provocherà invece un ustione di livello medio al braccio, e il terzo invece porterà un danno di livello alto.

SPOILER (click to view)
Ho optato per dividere in due la giocata in quanto sarei stato costretto a scrivere un post eccessivamente lungo comprendendo il combattimento...
A questo punto descrivete fino a questo momento, appena avete fatto farò entrare Beatrix nella "stanza dei giochi"...e dopo voi con lei :D


Edited by Il Dubbio - 20/1/2009, 17:52
 
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view post Posted on 21/1/2009, 09:44
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Capitolo II: In fila indiana si muore uno alla volta



Ascoltò le risposte degli altri. Non tutte le piacquero. Sapeva che anche la loro nuova guida la pensava come lei.
Il primo, quello che aveva curato, pareva un professionista. La ringraziò a bassa voce, proprio mentre iniziava a parlare. Le pareva una debolezza, in un uomo. Non bisognerebbe mai comportarsi in questo modo con una femmina. Ma sapeva che lì non erano nelle sue terre, che il mondo d'Oriente con le sue pagode e gli sguardi che fendono l'anima era lontano anni luce. Si girò lievemente, i capelli in un'onda di seta che le si appoggiò sulla guancia di marmo. Sulle sue labbra si tese un sorriso. Cercava di essere gentile, forse le risultò una smorfia troppo sarcastica. Non poteva più evitarlo, dopo tanto tempo.
Lo guardò. Era bello, almeno secondo il suo gusto, e avvolto da quell'aura di mistero e potere che contraddistingue gli uomini speciali. Forse non era un semplice guerriero, forse nascondeva di più. Ripensò al modo fluido di combattere che gli aveva visto usare, al suo sprezzo della morte. Il suo sorriso si fece un po' più aperto. Il suo nome le pareva quasi poetico, un po' ironico, come se fosse stato coniato per l'occasione. Preyer, colui che prega? Si portò una mano alle labbra, con le dita che nascondevano il sibilo divertito.
Avrebbe avuto modo di sdebitarsi, probabilmente. Forse lei non sarebbe nemmeno riuscita a tornare. Ma se fosse stato lui a dirle addio, a dire l'ultima preghiera sul suo cadavere, lo avrebbe trovato buffo lo stesso.
Sentì l'atmosfera farsi improvvisamente gelida. Era stato l'altro a parlare, quello che veniva dalle terre paradisiache. Si era persa la parte iniziale del discorso, trascinata com'era dalle proprie considerazioni, ma aveva colto le ultime osservazioni sulla natura del nemico. Lui sapeva, probabilmente molto più di loro. E questo era fastidioso.
Non tanto per lei, inviata per obbedire, per uccidere, per eseguire ciecamente gli ordini. Ma per la donna senza un occhio che lo stava fulminando. Se avesse potuto lo avrebbe maltrattato, obbligandolo a confessare. Ne era certa perché era esattamente quello che lei avrebbe fatto se fosse stata al suo posto. Ammirò la capacità della giovane donna di controllarsi. L'altro non aveva cattive intenzioni, dopo tutto, doveva essere solo vincolato a qualche patto. Ciò che era più sconcertante era che ne sapeva più lui del loro capo. Era come trovarsi su una barca in cui un passeggero conosce la rotta meglio del timoniere. Riflettè sulle implicazioni e non le piacquero. Una smorfia appena accennata percorse il suo volto. Con un'alzata di sopracciglia e un sorriso accompagnò la sottile ironia dell'inviata di Shivian e tornò a rivolgere la propria attenzione sul tempio.
Non si udiva nessun rumore, come se tutte le difese fossero già state sgominate. Ma non bisognava essere troppo sicuri.
Vide Beatrix accostare la porta e guardare dentro, poi aprirla e farsi strada. Uno scricchiolio appena percettibile e era stata ingoiata da quel luogo silenzioso. Pareva che la pace della meditazione se lo fosse portato lontano, in una dimensione dove fosse difficoltoso perfino parlare e respirare. Non ebbe bisogno di vedere il cenno che la donna faceva per seguirla. Le sue scarpe leggere, di morbido velluto, scivolarono sul legno con un sospiro distante.
Un brivido le attraversò la schiena. Quello era il suolo della sua casa, della sua terra. E quei muri candidi erano le stesse pareti su cui poggiava le mani quando era a palazzo. Poteva sentire l'oro gravare nobile sopra di loro. Si strinse nelle spalle, sentendo il pericolo stringersi attorno a lei. Non c'erano porte, non c'erano monaci, eppure una strana inquietudine le stringeva lo stomaco. Non poteva essere tutto così normale.
Fissò gli occhi sulla porta scorrevole, al termine del percorso. Doveva condurre al piano superiore, alla stanza in cui era custodito il loro tesoro. Possibile fosse tutto così semplice? Solo quattro monaci nemmeno troppo forti messi a guardia di un tale tesoro. Aggrottò la fronte, formando un solco profondo in mezzo agli occhi. La voce riemerse dal luogo in cui si era addormentata in quei minuti di pace. Strillava nel panico, dicendole di andarsene subito, finchè era in tempo.
Ma i suoi piedi, come stregati da quell'ambiente familiare, proseguivano calmi dietro alla rosa. Posò anche lei la mano sulla sua arma. Ormai erano davanti alla porta. Vide Beatrix girarsi, esaminarli ad uno ad uno. Come se si fosse appena destata si rese conto solo allora che il corridoio era troppo stretto, che ci si poteva passare solo in fila indiana. Sentì di nuovo quel brivido. Là dietro doveva esserci qualcosa, oppure erano venuti soltanto per un'allegra scampagnata?
Sospirò, annuì, e i suoi occhi divennero improvvisamente gelidi e duri. Uccidi, dicevano quegli occhi, e io sarò al tuo fianco. Muori, e morirò con te. No guardarmi fuggire, uccidimi prima. I dettami di ogni guerriero, quello che ogni guerriero si ripete prima di combattere. Perché oltre quella porta sottile era il nemico che li aspettava.
Gettò uno sguardo di sfuggita agli altri compagni. Parevano tutti pronti. Avrebbero versato altro sangue, ora. Sulle sue labbra si dipinse un sorriso famelico, più rosso del solito, che accese le guance di un rossore folle.
Vendetta, contro i monaci malvagi. Vendetta contro il loro capo. Vendetta per quelli che amiamo.
Vendetta.


CITAZIONE

(ReC 250) · (AeV 150) · (PeRf 200) · (PeRm 225) · (CaeM 200)



Status: Ferita al polpaccio, lieve contusione per la caduta
Consumi: //
Equipaggiamento: Spinadirosa (solo portata), Ara-Stherin (solo portati); Shaimal-Norhas (solo portato);
Pergamene: //

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Ta|k|
view post Posted on 22/1/2009, 18:56





C h a p t e r III:
Saiyuki



Interessante come il Fato mi aveva portato in un posto con persone così diverse da me.
Sembravano tutti avere qualcosa di particolare che li rendeva unici: la donna a capo della missione sembrava essere esperta in battaglia, dal poco che aveva potuto vedere maneggiava la spada come aveva visto fare a veramente pochi.
La geisha, Dalys, sembrava avere una doppia personalità, aveva visto i suoi occhi in battaglia, erano infuocati, voglioso di vendetta.
L' altro uomo invece era molto strano, era evidente che nascondeva qualcosa di importante ai fini della missione, ma ancora non aveva parlato.
Non tardò però un suo intervento ed ora la situazione era ancora più problematica di come si potesse presentare all' inizio.
Disse che probabilmente all' interno del tempio, nella stanza più remota nella quale ci dovevamo recare, si trovava un nemico dalla forza incredibile, che avrebbe messo a seria prova il compimento della missione da parte del gruppo.
Ma si fermò quì, non svelò nient' altro, era qualcosa di veramente ma veramente sospetto.
Feci per parlare, avevo intenzione di convincerlo a rivelare anche a noi i dettagli sull' avversario che presto ci si sarebbe parato davanti, ma capii che probabilmente era sbagliato, non potevo rischiare così tanto.
Beatrix infatti lo riprese, dicendo anche che se non avesse parlato nel momento del bisogno gliel' avremmo fatta pagare, in seguito lanciò un' occhiata verso di me e Dalys ed io annuì con un cenno del capo, rimanendo serio.
La Leader partì alla volta dell' entrata del tempio, tutti e tre mi passarono vicino, mi concentrai cercando di captarne l' odore senza darlo a vedere, mi sarebbe potuto servire in seguito.
Nella mia testa prendeva forma una specie di schedario, era già qualche tempo che, con la scoperta della mia malattia, avevo riconosciuto di avere un dono innato che mi permetteva di associare un' odore ad una persona per poi sfruttare il mio acutissimo olfatto durante la battaglia per conoscere la posizione di alleati e nemici.
Finalmente presi per seguire anche io i miei colleghi.
Appena prima di addentrarmi all' interno dell' edificio notai i battenti della porta in oro, la mia testa cominciò a girare, avevo paura che un mancamento mi avrebbe preso da un momento all' altro e come se non bastasse il mio stomaco cominciò ad attorcigliarsi.
Conoscevo anche questo aspetto della malattia: l' oro, come l' argento d' altronde, provocava in me qualcosa di veramente strano e mi sentivo sempre male in presenza di tali metalli.
Distolsi lo sguardo e con uno scossone della testa mi ripresi temporaneamente, entrammo per il portone principale che era stranamente aperto e senza difese, non era possibile che quei cinque monaci rappresentassero tutte le loro possibili preoccupazioni no?
Quel posto sembrava essere abbastanza sfarzoso, i monaci non dovrebbero vivere nel lusso, eppure loro sembravano potersi permettere molti agi.
Ci dirigevamo verso una porta, che stranamente era l' unica del corridoio che si trovavano a percorrere.
Non riuscivamo a stare comodi all' interno di quell' angusto spazio, così presi posto accanto a Dalys, ci trovavamo in fila indiana.
Di nuovo i miei occhi si volsero verso la ragazza orientale, aveva dei bellissimi capelli, ma notai che i suoi fermacapelli erano anch' essi in oro: di nuovo il mio corpo reagiva di conseguenza, ma mi ripresi immediatamente, sapevo che se non mi ci soffermavo a pensare potevo evitare di star male, inoltre non volevo sembrare un debole.
Beatrix era a capo della fila e finalmente posò la sua mano sulla maniglia della porta da aprire, un' occhiata di intesa con i suoi tre sottoposti e aprì.
Ci aspettava qualcosa, ne ero sicuro...

SPOILER (click to view)
Scusate il post scarno. Inoltre sono stato autoconclusivo sul fatto dell' odore, ma spero che vi vada bene, inoltre non credo che i vostri Pg si siano accorti del gesto di Ryan, poi ovviamente fate come volete :P
CITAZIONE

[ReC - 175] [AeV - 275] [PeRf - 250] [PeRm - 100] [CaeM - 200]


Energia - 100%
Status Fisico - Illeso
Abilità Attive ///
Abilità Passive
CITAZIONE
Fato, individua la mia preda ~ La prima manifestazione della malattia di Ryan consiste nel "potenziamento" di una delle sue facoltà sensoriali. Ovviamente il suo olfatto è aumentato e gli da la possibilità di calcolare l' esatta posizione delle sue prede, di cui ha sentito almeno una volta l' odore. Ogni Mannaro non sopporterà l'odore e la vista dell'oro e dell'argento, essendone per natura allergico, dunque costretto a essere infastidito in presenza di questi due particolari oggetti.
Tuttavia il bonus alle statistiche fornito dal dominio sarà notevolmente più alto di quello fornito da altri domini.

Fato, rendimi la mia consapevolezza ~ Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o possedenti della "Forza del toro", ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto.


 
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Rettore Raistlin
view post Posted on 23/1/2009, 21:37




LE PORTE DELL'INFERNO



Le parole di Sole Nascente non avevano sortito esattamente l'effetto desiderato.
Sperava di calmare il gruppo, di far si che si fidasse di lui. Aveva aggirato il giuramento, aveva comunicato tutto quello che poteva sul loto nemico, aveva perfino assicurato la sua lealtà alla loro causa, eppure percepiva ancora la sfiducia dei compagni mentre si incamminavano silenziosamente verso le porte dela maestoso tempio infernale.
Beatrix era stata chiara. Anche se non esplicitamente, aveva affermato che non poteva riporre in lui la stessa fiducia che riponeva negli altri, ma al tempo stesso non lo aveva spinto a rivelare le informazioni che teneva nascoste suo malgrado, come forse aveva intutito. Anche se lo aveva contemplato fra le possibilità, non lo riteneva uno sciocco. Anzi, aveva cercato di non farselo nemico visto l'aiuto che poteva offrire, sebbene quel gentile suonasse un po' troppo ironico e la minaccia di ucciderlo in caso di tradimento fosse ben più di un semplice bluff. Ma del resto, il capo di una banda di combattenti provenienti dalle terre più disparate deve essere deciso e chiaro, e questo era il caso della donna.
Dalys, la geisha, non gli aveva rivolto la parola dal suo arrivo. Si era limitata ad osservarlo in silenzio e senza esporre emozioni, dote molto rara in un mercenario, ma era chiaro agli occhi di un uomo abituato a leggere l'Essenza degli Spiriti che diffidava completamente di lui, il guerriero che sapeva più degli altri ma non voleva condividere la sua conoscenza. Non poteva non capirla. Anzi, forse lui non si sarebbe limitato a starsene in silenzio senza insistere.
E l'ultimo, Ryan... c'era qualcosa di strano in lui. Non solo era palese che non sopportasse l'idea di essere tenuto all'oscuro di importanti informazioni e che si stesse trattenendo a forza dall'obbligarlo a fargli sputare quello che sapeva, ma sembrava anche lui un essere non completamente umano. Quando gli era passato davanti, aveva avuto l'impressione che lo avesse... annusato. Solo suggestione, si era detto, eppure era anche sicuro di averlo visto esitare mentre si affiancava a Dalys, lanciando un'occhiata strana ai suoi fermacapelli d'oro...

Che strano...
Cosa c'è di strano, scusa?
Mi è sembrato che mi annusasse...
E allora?
Per gli umani non è normale usare l'olfatto così accuratamente. Dovresti saperlo.
Oh... è vero. Allora si che è strano...
Fra l'altro, avete visto anche voi come ha guardato i fermacapelli della geisha.
Cosa sospetti?
Ancora nulla. Ma non ho intenzione di indagare su di lui, almeno per ora. Non voglio occuparmi la mente con futili preoccupazioni.


Sole Nascente interruppe di colpo il flusso di pensieri quando arrivarono davanti alle porte del tempio.
Grandi, imponenti, intagliate nel legno chiaro con due pomelli d'oro a forma di dragoni orientali, così come orientale era l'intera struttura dell'edificio, arroccato pericolosamente sul ciglio della montagna eppure incredibilmente stabile e oltremodo splendente per un culto blasfemo dell'Akerat. Ma l'abito non fa il monaco, come si suol dire.
Beatrix aprì il portone senza sforzo apparente - Non è sigillato? Che si aspettassero il nostro arrivo? - e dopo essere entrata fece segno ai tre di seguirla e di raggiungerla nell'ingresso - un corridoio oscuro la cui unica luce veniva dalle candele dall'odore acre che riflettevano il bagliore delle fiammelle lungo le pareti di legno chiaro.
Il giovane guerriero mise mano alla spada dal fodero scarlatto. Non era certo il buio a spaventarlo, ma il vuoto. Si era aspettato un attacco da parte de monaci o, peggio, dell'Incarna, ma nulla tradiva la presenza di nemici di alcun genere. Non un'ombra oltre alle loro, non un rumore al di fuori dei loro passi che scricchiolavano sul pavimento, non una porta da dove potessero entrare se non quella in fondo al corridoio verso la quale si stavano dirigendo. Nulla.

Ci stanno aspettando.
Sta' attento. Non lasciare che la rabbia ti prenda, ma rimani coscente e razionale.
E non ricorrere a quel potere se non devi. Non faresti altro che mettere in pericolo i nostri compagni.
Si, si, non c'è bisogno che me lo ricordi. Non sono il bambino di una volta.


I passi del quartetto erano troppo rumorosi, ma non potevano farne a meno.
Non che servisse a qualcosa muoversi furtivamente. Ormai sapevano sicuramente della loro presenza e quasi certamente gli stavano preparando una degna accoglienza.
Eppure, un po' per prudenza e un po' per deformazione professionale, Sole Nascente si mosse sempre più silenziosamente possibile, finché non arrivarono tutti davanti alla porta scorrevole.
Con lentezza esasperante, Beatrix la aprì.
Ormai il loro fato era a pochi passi.
Si dice che il fuoco si combatte con il fuoco.
Se era vero, il fuoco corrotto dell'Incarna sarebbe stato sconfitto dalle fiamme dell'Hisil.


CITAZIONE

[ReC 225][AeV 225][PeRf 200][PeRm 175][CaeM 225]



Status Fisico: ferita al braccio destro per il kama, ferita alla spalla sinistra per l'ago.
Status Psichico: calmo.
Energia: 100%.
Abilità Passive
Controllo Spirituale: Sole Nascente è stato addestrato fin dalla nascita a resistere ad ogni avversità, sia questa dello spirito o del corpo, e il suo fisico e la sua mente si sono allenati nel costante miglioramento delle proprie facoltà, fino a raggiungere la capacità di muoversi e combattere costantemente e senza mai cadere se non morendo. Raggiunto il 10% delle energie, infatti, il ragazzo non sverrà come accade alla maggior parte delle creature e potrà continuare a combattere. Ciò però non significa che non sarà stanco raggiungendo il venti e non morirà raggiungendo lo zero.
Il Sigillo dalle Tredici Punte: Il sigillo impresso all'anima di Sole Nascente dal padre blocca la sua forza magica per tanti anni coltivata e rende il combattente relativamente mediocre nelle arti arcane e spirituali, necessarie anche per incanalare al meglio il potere dello Spirito del Giaguaro Ardente. Tuttavia, il genitore commise un grave errore: non tenne conto della furia del figlio, che esplodendo furiosamente per la perdita infame dell'amato fratello in qualche modo ancora non completamente noto usò le stesse linee catalizzatrici del Sigillo per condensarsi in una nuova forza, rapidià e capacità mentale, consentendo a Sole Nascente di distruggere Alaom una volta per tutte. In termini di gioco, ciò si traduce in una penalità di -100 a PeRm e in un bonus di +100 ad AeV e di +25 a PeRf e ReC.
Addestrato Nell'Arma e Nell'Arcano: Fin da piccolo, Sole Nascente ha imparato a fondere magia e abilità marziale in una singola arte, l'Arte dell'Incantaspade. Sebbene non riesca più a usarla come un tempo, quando con pochi fendenti riusciva a spazzare via un intero esercito di guerrieri addestrati, la memoria dell'Incanto della Lama è rimasta nella mente del ragazzo, fornendogli i benefici di un simile addestramento come un +25 a PeRf e PeRm e un'identica penalità ad AeV.
Runa dell'Acciaio Infrangibile: La spada principale di Sole Nascnete, Luce dell'Astro, ha incisa sulla lama una scritta dorata nel Primo Idioma: la Runa dell'Acciaio Infrangibile. Come suggerisce il nome, l'incanto rende la spada infrangibile e quindi le consente di superare alcune barriere fisiche senza rompersi e di parare colpi potentissimi restando integra. Una capacità passiva utilissima, che tuttavia non protegge l'acciaio dai pericoli della corrosione odell'incuria.
Abilità Attive Usate
Nessuna.
Oggetti
Luce dell'Astro: infoderata.
Ombra di Luna: infoderata.
Corredo da Battaglia: indossato.
Medaglione di Onice e Avorio: al collo.

SPOILER (click to view)
Scusate il post scarno, ma del resto avevo ben poco da dire e ho avuto poco tempo per scriverlo :sisi:
 
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36 replies since 13/1/2009, 22:08   786 views
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