Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Guardiani Toryu

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Andre_03
view post Posted on 9/2/2009, 21:46




μ . ε . δ . ο . r . ø
Le donne, i cavalieri, l’arme, gli amori
le cortesie, l’audaci imprese io canto..

Medoro ~ Nome
Puro ~ Allineamento
E ~ Pericolosità
/// ~ Gioiello

Umano ~ Razza
Campione ~ Classe
Duellante ~ Talento
4 (maestria) ~ CS

Medoro avea la guancia colorita
e bianca e grata ne la età novella;
e fra la gente a quella impresa uscita
non era faccia più gioconda e bella;
occhi avea neri, e chioma crespa d'oro:
adon parea di quel del sommo coro.


Descrizione Generale ~

Da che si abbia memoria di lui, non era che un fanciulletto con le guance rosse e lisce quando Medoro decise che il suo futuro sarebbe stato quello di diventare un Cavaliere. All'inizio, in realtà, neppure lui sapeva bene di cosa si trattasse, ma comprendeva l'importanza di quel ruolo. In fondo, in ogni leggenda che si rispetti vi è un cavaliere che per le sue audaci imprese viene glorificato.
Prima con bastoni di legno, che univano il sogno al gioco, passava il tempo tirando di una scherma inventata, senza nessun controllo o regola. Menava all'aria fendenti su fendenti, non di rado spaccando la testa - non letteralmente, sia chiaro - ai compaesani del piccolo Borgo non ancora sotto il dominio del Re. Poi arrivarono le daghe, gli spadini e i fioretti e l'abilità cresceva, insieme alla consapevolezza di ciò che una lama, anche fine, poteva fare; del significato sottile del maneggiare un'arma, di ciò che poteva anche solo voler dire schierarsi armati in difesa di qualcuno, in difesa di qualcosa.

Medoro quivi in tutti i suoi parlari
non può far che 'l signor suo non rammenti,
e che non pianga
che resti senza onor ne la campagna.
Disse: - io non ti posso dir quanto m'incresca
del mio signor, che sia rimasto al piano,
per lupi e corbi, ohimè! troppo degna esca.
Pensando come sempre mi fu umano,
mi par che quando ancor questa anima esca
in onor di sua fama, io non compensi
né sciolga verso lui gli obblighi immensi. -

Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era il bimbo più bello che avessero mai avuto la fortuna di vedere. E più cresceva, più quella bellezza diventata addirittura sfacciata. "Bello quanto un Dio del cielo", dicevano. Aveva capelli biondi come il grano d'estate, ciocche mosse come le onde del mare sotto la brezza; gli occhi, profondi ed imperscrutabili, sembravano lo sfondo perfetto per una notte stellata. Di costituzione magra, aveva scolpito come un giovane ed appassionato scultore il proprio corpo con la scherma, che diventava anno dopo anno la sua filosofia di vita. Meditare sulla figura del Cavaliere impegnava le sue notti, rendeva vivi i suoi sogni.
Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era il bimbo più vivace che avessero mai avuto la gioia di vedere. Non stava un attimo fermo, sembrava volesse godere di ogni singolo momento della vita. Amava il sole, i prati, correre. Era un bambino buono come il pane e sempre gentile, aveva il seme della cortesia piantato nel fondo del cuore. Crescendo, però, quella vivacità, quella felicità vennero indirizzate al conseguimento del sogno di sempre. Sguinzagliava l'animo di adolescente solo quand'era lontano dagli impegni, lontano dalla spada. Vicino ad essa, cambiava completamente, divenendo il soldato scelto più disciplinato che il Borgo avesse mai potuto vedere.
E Medoro comprese, infine, cosa mai volesse dire seguire la via di un Cavaliere. E' come il Paladino, che innalza il nome del suo Dio e ne sfrutta gli immensi poteri, come un Cavaliere è nome del suo Signore e lo serve fino alla morte. Lo lega a lui un obbligo morale che pochi capirebbero e anche uccidere diventa un dovere, se a ordinarlo è il Signore. Medoro capì che la spada non è che uno simbolo e un tramite verso la gloria, e che la gloria non è che la ricompensa ultima e che si combatte per ottenerla.
Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era un bambino bello come il sole e dolce come il miele. Ma le donne sanno che Medoro ora comanda le Guardie di Basiledra, e prende la luce del Sovrano per servirlo e proteggerlo. E ne sono orgogliose.


Equipaggiamento ~

{} Angelica
Il simbolo della sua appartenenza alla casta dei Cavalieri, ciò che lo contraddistingue: la sua spada. Così come non c'è Paladino senza luce, non c'è Cavaliere senza spada e questa è una grande verità.
Impugnatura confortevole in puro cuoio nero lavorato a mano dai fabbri delle terre dell'ovest, guardia crociata in lega di ferro celeste, lama decorata con motivi gotici, uno splendore in lega d'acciaio e titanio come solo i nani ferrai sanno fare. Una vera opera d'arte sotto forma di spada: così come per un panserbjørne l'armatura ha la stessa importanza dell'anima, così per Medoro è la spada il suo bene più prezioso. E il fatto che l'abbia messa a disposizione di Rainier, prima, e del Re del Toryu poi, fa intendere quanta fedeltà ponga nel trono di Basiledra.
L'arma, ricevuta in dono come completamento degli studi, ha un nome: Angelica. No, non è una simpatica ironia, non si scherza su una cosa così importante. Questo nome ha segnato nel profondo l'animo del ragazzo. Perché pare che il nome derivi da quello di una bella principessa giunta in visita molto tempo addietro nelle terre del Clan. Forse pochi ricorderanno la breve visita di questa principessa, ma tra questi senza dubbio v'è Medoro, perdutamente innamoratasi di lei. Una storia fugace, ma importante. Un ricordo che rende l'arma infinitamente più preziosa. Il cuore di un giovane nelle trame metalliche di una divoratrice di sangue.

Le sei vie del Cavalierato: Morale; Esperienza; Disciplina; Offesa; Resistenza; Obbligo ~

Ma il vero Medoro si mostra soltanto quando deve scendere sul campo di battaglia, sguainando angelica e puntandola come un monito contro il proprio nemico. È in quegli istanti che il suo stesso animo si affila, la sua espressione si indurisce e il frutto di tutti i suoi anni di addestramento si fa più maturo, mettendo chiunque l'abbia visto in quegli istanti innanzi ad una innegabile verità: "Medoro è nato per essere un cavaliere". La sua destrezza con la spada è impareggiabile, ed egli è in grado di deviare la maggior parte degli attacchi diretti verso di lui - persino le emanazioni magiche più pericolose - semplicemente lasciandoli scivolare sul piatto della sua lama. Pensare di colpirlo durante un duello regolare, poi, è pura fantasia: non si è mai vista la sua figura severamente intaccata da un'arma di un nemico, sia stata essa una lama, una freccia o peggio.
Qualora Angelica non fosse però sufficiente ad affrontare i suoi avversari, Medoro è in grado di richiamare numerosi spiriti perché vengano a soccorrerlo: le manifestazioni di un senso del dovere così zelante da assumere forme concrete nel mondo reale. Queste possono apparire come armi da impugnare, piogge di lame o persino veri e propri fantasmi evanescenti ricoperti da un'armatura, che si muovono in soccorso del proprio evocatore.
Tentare di ammaliare Medoro è poi semplicemente ingenuo: come si può pensare che basti un incantesimo o un anatema per scrollare da lui quella devozione e quell'obbligo che l'hanno sostenuto per così tanti anni? Egli è in grado di rispondere con relativa semplicità alle tecniche di natura psionica più semplici e in nessun caso cederà mai la propria determinazione, nonostante gli incanti più complessi rimangano per lui una consistente minaccia.
In ultimo, Medoro è persino preparato per quanto riguarda l'arte della guarigione; non come un saggio che l'ha studiata per anni, certo, ma quanto basta per potersi sgravare del peso delle ferite più fastidiose.
Sembra quasi che il cavaliere non abbia dunque alcun punto debole, anche se ve n'è uno di enorme importanza: per quanto Medoro abbia uno stile di combattimento perfetto, una mente che non trema, rudimenti di guarigione, evocazione ed invocazione, la sua mano viene sin troppo spesso fermata dal suo impareggiabile senso dell'onore e dalla pietà. Egli è buono e misericordioso, e mai tenterà di infierire su un avversario già sconfitto; e purtroppo le sue capacità rispecchiano anche questo aspetto della sua personalità: egli non dispone infatti di poteri dalla grossa magnitudo, o di tecniche che possano arrecare danni troppo gravi al proprio nemico. Ciò lo rende il cavaliere perfetto: il suo compito in fondo non è quello di uccidere, bensì quello di accogliere.

ZgYp7



CODICE
<p align="center"><span style="display:block;float: right; margin-right: 20px; text-align: right"><span style="display:block;text-shadow: 3px 3px 3px black"><span style="display:block;height:532; width:691; border-radius: 30px; background: url('http://i.imgur.com/spjmI.png')">[color=white][size=14][font=Optima]<b>&#956; . &#949; . &#948; . &#959; . r . ø</b>[/font][/size]
[size=4][font=Geneva]“<i>Le donne, i cavalieri, l’arme, gli amori
le cortesie, l’audaci imprese io canto..</i>”[/font][/size][/color]</span></span></span></p><table>
<td>[size=0]Medoro [color=black]~ <b>Nome</b>[/color]
LB [color=black]~ <b>Allineamento</b>[/color]
E [color=black]~ <b>Pericolosità</b>[/color]
/// [color=black]~ <b>Gioiello</b>[/color][/size]
<td><p align="right">[size=0]Umano [color=black]~ <b>Razza</b>[/color]
Paladino [color=black]~ <b>Classe</b>[/color]
Duellante [color=black]~ <b>Talento</b>[/color]
4 (<i>maestria</i>) [color=black]~ <b>CS</b>[/color][/size]</p>

</table><div style="float: left; margin-right: 4px"><p align="center"><i>[size=0]Medoro avea la guancia colorita
e bianca e grata ne la età novella;
e fra la gente a quella impresa uscita
non era faccia più gioconda e bella;
occhi avea neri, e chioma crespa d'oro:
adon parea di quel del sommo coro.[/size]</i></p></div>
[size=0][color=black]<b>Descrizione Generale</b> ~[/color]

Da che si abbia memoria di lui, non era che un fanciulletto con le guance rosse e lisce quando Medoro decise che il suo futuro sarebbe stato quello di diventare un Cavaliere. All'inizio, in realtà, neppure lui sapeva bene di cosa si trattasse, ma comprendeva l'importanza di quel ruolo. In fondo, in ogni leggenda che si rispetti vi è un cavaliere che per le sue audaci imprese viene glorificato.
Prima con bastoni di legno, che univano il sogno al gioco, passava il tempo tirando di una scherma inventata, senza nessun controllo o regola. Menava all'aria fendenti su fendenti, non di rado spaccando la testa - non letteralmente, sia chiaro - ai compaesani del piccolo Borgo non ancora sotto il dominio del Re. Poi arrivarono le daghe, gli spadini e i fioretti e l'abilità cresceva, insieme alla consapevolezza di ciò che una lama, anche fine, poteva fare; del significato sottile del maneggiare un'arma, di ciò che poteva anche solo voler dire schierarsi armati in difesa di qualcuno, in difesa di qualcosa.
<div style="float: right; margin-left: 4px"><p align="center"><i>Medoro quivi in tutti i suoi parlari
non può far che 'l signor suo non rammenti,
e che non pianga
che resti senza onor ne la campagna.
Disse: - io non ti posso dir quanto m'incresca
del mio signor, che sia rimasto al piano,
per lupi e corbi, ohimè! troppo degna esca.
Pensando come sempre mi fu umano,
mi par che quando ancor questa anima esca
in onor di sua fama, io non compensi
né sciolga verso lui gli obblighi immensi. -[/size]</i></p></div>Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era il bimbo più bello che avessero mai avuto la fortuna di vedere. E più cresceva, più quella bellezza diventata addirittura sfacciata. "Bello quanto un Dio del cielo", dicevano. Aveva capelli biondi come il grano d'estate, ciocche mosse come le onde del mare sotto la brezza; gli occhi, profondi ed imperscrutabili, sembravano lo sfondo perfetto per una notte stellata. Di costituzione magra, aveva scolpito come un giovane ed appassionato scultore il proprio corpo con la scherma, che diventava anno dopo anno la sua filosofia di vita. Meditare sulla figura del Cavaliere impegnava le sue notti, rendeva vivi i suoi sogni.
Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era il bimbo più vivace che avessero mai avuto la gioia di vedere. Non stava un attimo fermo, sembrava volesse godere di ogni singolo momento della vita. Amava il sole, i prati, correre. Era un bambino buono come il pane e sempre gentile, aveva il seme della cortesia piantato nel fondo del cuore. Crescendo, però, quella vivacità, quella felicità vennero indirizzate al conseguimento del sogno di sempre. Sguinzagliava l'animo di adolescente solo quand'era lontano dagli impegni, lontano dalla spada. Vicino ad essa, cambiava completamente, divenendo il soldato scelto più disciplinato che il Borgo avesse mai potuto vedere.
E Medoro comprese, infine, cosa mai volesse dire seguire la via di un Cavaliere. E' come il Paladino, che innalza il nome del suo Dio e ne sfrutta gli immensi poteri, come un Cavaliere è nome del suo Signore e lo serve fino alla morte. Lo lega a lui un obbligo morale che pochi capirebbero e anche uccidere diventa un dovere, se a ordinarlo è il Signore. Medoro capì che la spada non è che uno simbolo e un tramite verso la gloria, e che la gloria non è che la ricompensa ultima e che si combatte per ottenerla.
Medoro, da quel che dicono le donne del Borgo, era un bambino bello come il sole e dolce come il miele. Ma le donne sanno che Medoro ora comanda le Guardie di Basiledra, e prende la luce del Sovrano per servirlo e proteggerlo. E ne sono orgogliose.


[color=black]<b>Equipaggiamento</b> ~[/color]

{[URL=http://oi39.tinypic.com/30t2828.jpg]†[/URL]} <i>A</i><u>ngelica</u>
Il simbolo della sua appartenenza alla casta dei Cavalieri, ciò che lo contraddistingue: la sua spada. Così come non c'è Paladino senza luce, non c'è Cavaliere senza spada e questa è una grande verità.
Impugnatura confortevole in puro cuoio nero lavorato a mano dai fabbri delle terre dell'ovest, guardia crociata in lega di ferro celeste, lama decorata con motivi gotici, uno splendore in lega d'acciaio e titanio come solo i nani ferrai sanno fare. Una vera opera d'arte sotto forma di spada: così come per un <i>panserbjørne</i> l'armatura ha la stessa importanza dell'anima, così per Medoro è la spada il suo bene più prezioso. E il fatto che l'abbia messa a disposizione di Rainier, prima, e del Re del Toryu poi, fa intendere quanta fedeltà ponga nel trono di Basiledra.
L'arma, ricevuta in dono come completamento degli studi, ha un nome: <i>Angelica</i>. No, non è una simpatica ironia, non si scherza su una cosa così importante. Questo nome ha segnato nel profondo l'animo del ragazzo. Perché pare che il nome derivi da quello di una bella principessa giunta in visita molto tempo addietro nelle terre del Clan. Forse pochi ricorderanno la breve visita di questa principessa, ma tra questi senza dubbio v'è Medoro, perdutamente innamoratasi di lei. Una storia fugace, ma importante. Un ricordo che rende l'arma infinitamente più preziosa. Il cuore di un giovane nelle trame metalliche di una divoratrice di sangue.

[color=black]<b>Le sei vie del Cavalierato: Morale; Esperienza; Disciplina; Offesa; Resistenza; Obbligo</b> ~[/color]

Ma il vero Medoro si mostra soltanto quando deve scendere sul campo di battaglia, sguainando angelica e puntandola come un monito contro il proprio nemico. È in quegli istanti che il suo stesso animo si affila, la sua espressione si indurisce e il frutto di tutti i suoi anni di addestramento si fa più maturo, mettendo chiunque l'abbia visto in quegli istanti innanzi ad una innegabile verità: "<i>Medoro è nato per essere un cavaliere</i>". La sua destrezza con la spada è impareggiabile, ed egli è in grado di deviare la maggior parte degli attacchi diretti verso di lui - persino le emanazioni magiche più pericolose - semplicemente lasciandoli scivolare sul piatto della sua lama. Pensare di colpirlo durante un duello regolare, poi, è pura fantasia: non si è mai vista la sua figura severamente intaccata da un'arma di un nemico, sia stata essa una lama, una freccia o peggio.
Qualora Angelica non fosse però sufficiente ad affrontare i suoi avversari, Medoro è in grado di richiamare numerosi spiriti perché vengano a soccorrerlo: le manifestazioni di un senso del dovere così zelante da assumere forme concrete nel mondo reale. Queste possono apparire come armi da impugnare, piogge di lame o persino veri e propri fantasmi evanescenti ricoperti da un'armatura, che si muovono in soccorso del proprio evocatore.
Tentare di ammaliare Medoro è poi semplicemente ingenuo: come si può pensare che basti un incantesimo o un anatema per scrollare da lui quella devozione e quell'obbligo che l'hanno sostenuto per così tanti anni? Egli è in grado di rispondere con relativa semplicità alle tecniche di natura psionica più semplici e in nessun caso cederà mai la propria determinazione, nonostante gli incanti più complessi rimangano per lui una consistente minaccia.
In ultimo, Medoro è persino preparato per quanto riguarda l'arte della guarigione; non come un saggio che l'ha studiata per anni, certo, ma quanto basta per potersi sgravare del peso delle ferite più fastidiose.
Sembra quasi che il cavaliere non abbia dunque alcun punto debole, anche se ve n'è uno di enorme importanza: per quanto Medoro abbia uno stile di combattimento perfetto, una mente che non trema, rudimenti di guarigione, evocazione ed invocazione, la sua mano viene sin troppo spesso fermata dal suo impareggiabile senso dell'onore e dalla pietà. Egli è buono e misericordioso, e mai tenterà di infierire su un avversario già sconfitto; e purtroppo le sue capacità rispecchiano anche questo aspetto della sua personalità: egli non dispone infatti di poteri dalla grossa magnitudo, o di tecniche che possano arrecare danni troppo gravi al proprio nemico. Ciò lo rende il cavaliere perfetto: il suo compito in fondo non è quello di uccidere, bensì quello di accogliere.

<p align=center>[IMG=ZgYp7]http://i.imgur.com/ZgYp7.jpg[/IMG]</p>


© Toryu e Rùno
si ringraziano J|mmy e Ray~ per la riscrittura;
Vietata la copia, anche parziale



Edited by janz - 2/12/2013, 20:13
 
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view post Posted on 27/6/2010, 19:01
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Belfagorpng
i am no s t r a n g e r, my dear ~~~

« Belphegor è una strana creatura, contesa fra l'obbligo di servire e la volontà di non farlo. Si aggira senza pace per le mura del borgo, anelando nel ricevere nuovi arrivati - che almeno gli si dia la possibilità di sfogare le proprie turpitudini! E' astuto e particolarmente sveglio, nonché dedito al tormento e all'inganno: pensate che fra le mura del borgo, quando una persona si ritrova confusa o spaesata le si chiede: "Che succede? Belphegor ti ha cavato gli occhi?" »
Si presenta come una creatura umanoide completamente nera e alta più o meno due metri e mezzo, priva di bocca e con due mani provviste di artigli taglienti e affilati; anche se parlare di "forma" o "aspetto" nel suo caso e assolutamente eufemistico: Belphegor può apparirti in qualsiasi modo desideri - è capriccioso: a volte è una donna, a volte un uomo. A volte è tuo amico, a volte nemico; dipende tutto dall'umore del momento e da come ha deciso di sfogare le proprie frustrazioni su di te. Fortunatamente è un costrutto, e in quanto tale ha degli obblighi nei confronti del regno che non può esimersi dal soddisfare.


Nome: Belphegor
Natura: Costrutto (Mezzo demone; Ladro Illusionista)
Gioiello: ///
Pericolosità: E
Capacità straordinarie: 1 (intelligenza); 1 (forza)
Allineamento: Corrotto

Come accennato precedentemente, Belphegor non è una creatura vivente, benché ne abbia tutti i connotati. Egli è un costrutto artificiale che ha da sempre l'obbligo di servire l'uomo che siede sul trono dei Quattro Regni, indipendentemente da chi egli sia. Egli tuttavia si lamenta spesso di questo compito e sfoga la sua frustrazione di non potervisi sottrarre su tutti quei malcapitati che giungono alle porte dell'impero; è capriccioso e scontroso, e spesso tormenta coloro che è stato mandato ad accogliere solamente per il gusto di farlo. In quanto costrutto egli è naturalmente resiliente alle tecniche di natura psionica, e insensibile al dolore e alla fatica per come la conoscono gli uomini.
Bisogna poi dire che Belphegor è un maestro dell'illusione: egli può generare qualsiasi immagine desideri sul campo di battaglia - o nella mente della propria vittima; modificare il proprio aspetto: generare suoni in lontananza; modificare il tono della propria voce; comunicare telepaticamente; cambiare liberamente il paesaggio e la forma del luogo di battaglia; rievocare pericolose visioni ed incubi nella mente del proprio avversario e molto altro ancora. La maggior parte di questi poteri sono spesso in realtà innocui, e perlopiù destinati a fare molta scena ma difficilmente a danneggiare il proprio avversario; tuttavia alcuni incubi e visioni possono essere potenti attacchi psionici in grado di intaccare anche le menti più solide.
L'unica arma di cui dispone Belphegor sono la sua mole e i suoi artigli, affilati come rasoi; egli non vi ricorre tuttavia spesso, forte delle sue illusioni. Potendo evitare il combattimento diretto, Belphegor non fronteggerà mai faccia a faccia il proprio avversario, nonostante il suo aspetto particolarmente intimorente.

Belfagorchiusa



CODICE
<table align="center">

<tr>
<td align="justify" valign="top" width="600px">[size=2][IMG=Belfagorpng]http://i.imgur.com/g6dME.png[/IMG]
<blockquote>[color=black][size=0]<i>i am no s t r a n g e r, my dear ~~~</i>[/size][/color]</blockquote>
« Belphegor è una strana creatura, contesa fra l'obbligo di servire e la volontà di non farlo. Si aggira senza pace per le mura del borgo, anelando nel ricevere nuovi arrivati - che almeno gli si dia la possibilità di sfogare le proprie turpitudini! E' astuto e particolarmente sveglio, nonché dedito al tormento e all'inganno: pensate che fra le mura del borgo, quando una persona si ritrova confusa o spaesata le si chiede: "<i>Che succede? Belphegor ti ha cavato gli occhi?</i>" »
Si presenta come una creatura umanoide completamente nera e alta più o meno due metri e mezzo, priva di bocca e con due mani provviste di artigli taglienti e affilati; anche se parlare di "forma" o "aspetto" nel suo caso e assolutamente eufemistico: Belphegor può apparirti in qualsiasi modo desideri - è capriccioso: a volte è una donna, a volte un uomo. A volte è tuo amico, a volte nemico; dipende tutto dall'umore del momento e da come ha deciso di sfogare le proprie frustrazioni su di te. Fortunatamente è un costrutto, e in quanto tale ha degli obblighi nei confronti del regno che non può esimersi dal soddisfare.[/size]</td>
</tr>

</table>

<table align="center">

<tr>
<td align="justify" valign="top" width="700px"><div style="margin-left: 10px; margin-top: 2px; margin-bottom: 0px; border-left: 3px solid #000000; padding-left: 8px">[size=2][color=black]<b>Nome:</b>[/color] Belphegor
[color=black]<b>Natura:</b>[/color] Costrutto (<i>Mezzo demone; Ladro Illusionista</i>)
[color=black]<b>Gioiello:</b>[/color] ///
[color=black]<b>Pericolosità:</b>[/color] E
[color=black]<b>Capacità straordinarie:</b>[/color] 1 (intelligenza); 1 (forza)
[color=black]<b>Allineamento:</b>[/color] Caotico Neutrale

Come accennato precedentemente, Belphegor non è una creatura vivente, benché ne abbia tutti i connotati. Egli è un costrutto artificiale che ha da sempre l'obbligo di servire l'uomo che siede sul trono dei Quattro Regni, indipendentemente da chi egli sia. Egli tuttavia si lamenta spesso di questo compito e sfoga la sua frustrazione di non potervisi sottrarre su tutti quei malcapitati che giungono alle porte dell'impero; è capriccioso e scontroso, e spesso tormenta coloro che è stato mandato ad accogliere solamente per il gusto di farlo. In quanto costrutto egli è naturalmente resiliente alle tecniche di natura psionica, e insensibile al dolore e alla fatica per come la conoscono gli uomini.
Bisogna poi dire che Belphegor è un maestro dell'illusione: egli può generare qualsiasi immagine desideri sul campo di battaglia - o nella mente della propria vittima; modificare il proprio aspetto: generare suoni in lontananza; modificare il tono della propria voce; comunicare telepaticamente; cambiare liberamente il paesaggio e la forma del luogo di battaglia; rievocare pericolose visioni ed incubi nella mente del proprio avversario e molto altro ancora. La maggior parte di questi poteri sono spesso in realtà innocui, e perlopiù destinati a fare molta scena ma difficilmente a danneggiare il proprio avversario; tuttavia alcuni incubi e visioni possono essere potenti attacchi psionici in grado di intaccare anche le menti più solide.
L'unica arma di cui dispone Belphegor sono la sua mole e i suoi artigli, affilati come rasoi; egli non vi ricorre tuttavia spesso, forte delle sue illusioni. Potendo evitare il combattimento diretto, Belphegor non fronteggerà mai faccia a faccia il proprio avversario, nonostante il suo aspetto particolarmente intimorente.

<p align="center">[IMG=Belfagorchiusa]http://i.imgur.com/emA8H.png[/IMG]</p>[/size]</div></td>
</tr>

</table>


© Toryu e Ray~
Vietata la copia, anche parziale



Edited by janz - 9/1/2014, 01:27
 
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ZENO
il corvo


« Sono in molti a chiedersi in che modo Zeno possa essere divenuto uno dei guardiani delle mura appartenenti al Clan Toryu. Alcuni hanno potuto constatare che il chierico, giunto poco dopo la scomparsa di Rainier, si sia fatto portavoce delle gesta del Sovrano e che possa essere divenuto il capo di un circolo di uomini fedeli a ciò che ora è dei nuovi Regni – e che in seguito verrà riconosciuta come una vera e propria religione. »


{Critico: 40%} - {Alto: 20%} - {Medio: 10%} - {Basso: 5%}


Il chierico è un uomo imponente e regale a cui è stata riconosciuta la sua fama per le gesta compiute, per il nome che si è fatto affibbiare che, per l’appunto, è Zeno il Corvo; la sua figura si riflette nello spirito di un predicatore che ha trovato la sua salvezza nelle fede di uomini che l'hanno aiutato a sopravvivere dalle angherie del suo passato, o almeno di quel poco che si conosce. Si è fatto carico dei suoi doveri, ha riconosciuto la libertà che gli è stata concessa ma che, fin da piccolo, ha dovuto ottenere e conquistare. E’ perciò da sempre stato un personaggio carismatico, intelligente, che grazie alle sue doti è riuscito a mistificare e a rendere imponente il culto di guerrieri veterani votati alle imprese del Sovrano scomparso; ha riunito gruppi di fanatici, semplici uomini impressionati dalla potenza che li ha in parte soppressi, è riuscito a far ragionare e istillare nelle menti di questi gli obiettivi reali che da sempre tutti si erano prefissati, obiettivi che si sono trasformati in concetti, in constatazioni cosi profonde e reali da far coesistere uomini dalle menti malate e diverse. Zeno è un profeta, un curatore e non uno dei tanti personaggi fanatici che si sono immischiati, o almeno ci hanno solo provato, nelle storie antecedenti al Clan Toryu e alla sua ricostruzione. Si sa poco del suo passato, cosi vale lo stesso per il suo presente e del perché soprattutto il suo unico fine sia quello di battezzare coloro che tentano di far parte di questo nuovo culto. Il chierico è ad ogni modo una figura emblematica, ricoperta da un alone di mistero che lo rende apparentemente oscuro, un uomo conscio dell’importanza che ricopre il proprio ruolo e a cui dopotutto non importa più di tanto insistere o meno nel convertire i nuovi pretendenti.




Q67oF

« Solitamente un uomo di culto si rifà ad una divinità, ne esalta ogni aspetto positivo, si costringe nel sottomettersi ai voleri e agl’ordini di colei che è descritta come un oltrenatura, eppure l’adorazione non è determinante o obbligatoria, le osservanze nel culto non sono necessarie e sono in pochi coloro che comprendono le preghiere, gli inni recitati o cantati, le danze o spesso i sacrifici. Il culto di cui si fece portavoce Rainier aveva poco a che vedere con i rituali, e difatti la divinità è sempre stata vista come una figura mutevole e poco definita, di cui il Re fu solo uno dei precursori, e come già detto, un profeta. La divinità è un'entità a sé stante, è tutto e non è niente, comprende la vita, la morte, esattamente gli opposti, il male o il bene, Rainier e i suoi nemici, gli alleati e i traditori. Non si sa bene dove sia nata, o perché si sia spinta cosi lontano, semplicemente si sa che è presente lì, nell’aria, nella vita, nelle parole in ogni meccanismo del tempo e dell’avvenire. »


nome ~ Zeno razza ~ umana classe ~ mago informatore
allineamento ~ moderato gioiello ~ /// pericolosità ~ ? Capacità Straordinarie ~ 2 a Costituzione


IL SACRIFICIO DEI CORVI

::: i gracchi
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Le abilità del corvo si sono evolute col tempo, con lo studio della storia del proprio clan, con l’esperienze vissute tra le file dei soldati, in tutti quegl’uomini che hanno gettato le loro anime nelle braccia di quel nuovo Dio che è riuscito a riappacificare i loro sentimenti perduti. Zeno oltre a possedere una semplice asta di metallo con cui è raffigurato il disegno di un Leviatano è anche un maestro capace di riportare nelle menti dei rinnegati visioni paradisiache e di serenità; è capace di ricostruire un paradiso talmente meraviglioso da istillare nei cuori di molti guerrieri tutte quelle sensazioni che sembravano essere perdute, o ricercate. Un attacco psionico che in molti hanno subito, senza potervisi sottrarre: Zeno saprà sempre quando è il momento adatto per lanciarlo, poiché egli può percepire le intenzioni delle persone con cui sta parlando, parte dei loro pensieri e se stiano mentendo o meno. E se Zeno è capace di creare queste visioni, è anche pronto a ottenebrare la vista dei suoi nemici, quasi accecandola; e se è capace di comprenderli, può anche correggerli. Gli basterà infatti alzare le mani verso l'alto per generare fortissime luci, accecanti per chiunque; oppure costringerli a dire la verità e rinnegare le loro menzogne. Questi bagliori bianchi non sono così innocui come potrebbe sembrare, e potranno essere concretizzati in energia magica luminosa, che il Corvo è in grado di manipolare liberamente.

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«Se le dà i Corvi per ciascuna mano in atto di cantare,
il qual canto è sempre Cras, Cras,
così gli huomini irresoluti differiscono di giorno in giorno,
quanto debbono con ogni diligenza operare,
come dice Martiale
»


:::portatore di mala sorte
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Il chierico è ben consapevole dell’importante figura che ricopre; sa che le responsabilità e le veridicità del proprio credo risiedono entrambe nelle sue gesta, in ciò che egli profetizza ai suoi discepoli. Benché sia uno dei tanti ad avere tra le mani la crescita del culto, egli è però l'unico a poter accogliere chi tenta di entrare nel nuovo regno, più per la sua destrezza e il rispetto che ogni altro chierico possiede per lui che per vere e proprie capacità combattive. Coloro che hanno potuto vederlo in azione hanno infatti visto nella sua essenza un uomo forte e ben consapevole di ciò che fa, e questa sua forza si rifà ad un misto di superbia e di caparbietà fuori dal comune, tant’è che alcuni dei suoi nemici pare abbiano avuto cosi tanto timore della sua presenza da non riuscire più ad alzare lo sguardo per cercare quei grigi e gelidi occhi che appartengono a Zeno, occhi tenebrosi che sono nascosti dietro una maschera e un cappuccio di sola stoffa nera. Questo timore reverenziale non ha però intaccato la severità di Zeno, che riesce a mantenersi freddo e concentrato in duello anche quando chiunque altro sarebbe accecato dalla superbia: egli è un maestro soprattutto di incantesimi difensivi, ed è in grado di erigere numerose e potentissime barriere di qualsiasi forma e dimensione a protezione del suo corpo, tutte composte da quell'elemento magico luminoso di cui si è già parlato in precedenza, e che sa anche utilizzare a scopi offensivi. La resistenza delle sue difese è leggendaria, e si dice che anche quando siano così estese che quelle di chiunque altro sarebbero risultate più deboli le sue restano inattaccabili e insormontabili. A Zeno non piace combattere, e le rare volte in cui scende sul campo di battaglia si assicura che niente possa ferirlo.



CODICE
[size=2]<p align="center">[font=Times][color=black][size=30]ZENO[/size][/color][/font]
[size=5]<i>[font=Times]il corvo[/font]</i>[/size]</p>
<div align="center"><table border="0" cellpadding="4" cellspacing="0" width="50%"><tbody>

<tr>
<td><p align="justify">[size=3]« <i>Sono in molti a chiedersi in che modo Zeno possa essere divenuto uno dei guardiani delle mura appartenenti al Clan Toryu. Alcuni hanno potuto constatare che il chierico, giunto poco dopo la scomparsa di Rainier, si sia fatto portavoce delle gesta del Sovrano e che possa essere divenuto il capo di un circolo di uomini fedeli a ciò che ora è dei nuovi Regni – e che in seguito verrà riconosciuta come una vera e propria religione.</i> »[/size]</p></td>
</tr></tbody>

</table></div>
<p align="center">[font=Times][size=1][color=black]{Critico:[/color] 40%[color=black]}[/color] - [color=black]{Alto:[/color] 20%[color=black]}[/color] - [color=black]{Medio:[/color] 10%[color=black]}[/color] - [color=black]{Basso:[/color] 5%[color=black]}[/color][/size][/font]</p>
<blockquote><p align="center">Il chierico è un uomo imponente e regale a cui è stata riconosciuta la sua fama per le gesta compiute, per il nome che si è fatto affibbiare che, per l’appunto, è Zeno il Corvo; la sua figura si riflette nello spirito di un predicatore che ha trovato la sua salvezza nelle fede di uomini che l'hanno aiutato a sopravvivere dalle angherie del suo passato, o almeno di quel poco che si conosce. Si è fatto carico dei suoi doveri, ha riconosciuto la libertà che gli è stata concessa ma che, fin da piccolo, ha dovuto ottenere e conquistare. E’ perciò da sempre stato un personaggio carismatico, intelligente, che grazie alle sue doti è riuscito a mistificare e a rendere imponente il culto di guerrieri veterani votati alle imprese del Sovrano scomparso; ha riunito gruppi di fanatici, semplici uomini impressionati dalla potenza che li ha in parte soppressi, è riuscito a far ragionare e istillare nelle menti di questi gli obiettivi reali che da sempre tutti si erano prefissati, obiettivi che si sono trasformati in concetti, in constatazioni cosi profonde e reali da far coesistere uomini dalle menti malate e diverse. Zeno è un profeta, un curatore e non uno dei tanti personaggi fanatici che si sono immischiati, o almeno ci hanno solo provato, nelle storie antecedenti al Clan Toryu e alla sua ricostruzione. Si sa poco del suo passato, cosi vale lo stesso per il suo presente e del perché soprattutto il suo unico fine sia quello di battezzare coloro che tentano di far parte di questo nuovo culto. Il chierico è ad ogni modo una figura emblematica, ricoperta da un alone di mistero che lo rende apparentemente oscuro, un uomo conscio dell’importanza che ricopre il proprio ruolo e a cui dopotutto non importa più di tanto insistere o meno nel convertire i nuovi pretendenti.</p></blockquote>
<hr style="width: 50%; height: 2px;">
<p align="center">[IMG=Q67oF]http://i.imgur.com/Q67oF.png[/IMG]</p><div align="center"><table border="0" cellpadding="4" cellspacing="0" width="75%"><tbody>

<tr>
<td><p align="justify">[size=3]« <i>Solitamente un uomo di culto si rifà ad una divinità, ne esalta ogni aspetto positivo, si costringe nel sottomettersi ai voleri e agl’ordini di colei che è descritta come un oltrenatura, eppure l’adorazione non è determinante o obbligatoria, le osservanze nel culto non sono necessarie e sono in pochi coloro che comprendono le preghiere, gli inni recitati o cantati, le danze o spesso i sacrifici. Il culto di cui si fece portavoce Rainier aveva poco a che vedere con i rituali, e difatti la divinità è sempre stata vista come una figura mutevole e poco definita, di cui il Re fu solo uno dei precursori, e come già detto, un profeta. La divinità è un'entità a sé stante, è tutto e non è niente, comprende la vita, la morte, esattamente gli opposti, il male o il bene, Rainier e i suoi nemici, gli alleati e i traditori. Non si sa bene dove sia nata, o perché si sia spinta cosi lontano, semplicemente si sa che è presente lì, nell’aria, nella vita, nelle parole in ogni meccanismo del tempo e dell’avvenire.</i> »[/size]</p></td>
</tr></tbody>

</table></div>
<p align="center">[size=1][color=black]nome <b>~</b>[/color] Zeno [color=black]razza <b>~</b>[/color] umana [color=black]classe <b>~</b>[/color] mago informatore
[color=black]allineamento <b>~</b>[/color] ln [color=black]gioiello <b>~</b>[/color] /// [color=black]pericolosità <b>~</b>[/color] ? [color=black]Capacità Straordinarie <b>~</b> [/color]2 a Costituzione [/size]</p>
<p align="center">[font=Times][color=black][size=20]IL SACRIFICIO DEI CORVI[/size][/color][/font]</p><blockquote><p align="justify">[size=5][color=black][size=1]<b>:::</b>[/size][/color]<i>[font=Times] i gracchi[/font]</i>[/size]
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Le abilità del corvo si sono evolute col tempo, con lo studio della storia del proprio clan, con l’esperienze vissute tra le file dei soldati, in tutti quegl’uomini che hanno gettato le loro anime nelle braccia di quel nuovo Dio che è riuscito a riappacificare i loro sentimenti perduti. Zeno oltre a possedere una semplice asta di metallo con cui è raffigurato il disegno di un Leviatano è anche un maestro capace di riportare nelle menti dei rinnegati visioni paradisiache e di serenità; è capace di ricostruire un paradiso talmente meraviglioso da istillare nei cuori di molti guerrieri tutte quelle sensazione che sembravano essere perdute, o ricercate. Un attacco psionico che in molti hanno subito, senza potervisi sottrarre: Zeno saprà sempre quando è il momento adatto per lanciarlo, poiché egli può percepire le intenzioni delle persone con cui sta parlando, parte dei loro pensieri e se stiano mentendo o meno. E se Zeno è capace di creare queste visioni e anche pronto a ottenebrare la vista dei suoi nemici, quasi accecandola; e se è capace di comprenderli, può anche correggerli. Gli basterà infatti alzare le mani verso l'alto per generare fortissime luci, accecanti per chiunque; oppure costringerli a dire la verità e rinnegare le loro menzogne. Questi bagliori bianchi non sono così innocui come potrebbe sembrare, e potranno essere concretizzati in energia magica luminosa, che il Corvo è in grado di manipolare liberamente.
<p align="center">[size=1][color=black]~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~[/color][/size]</p></p><p align="center">[IMG=FhHzM]http://i.imgur.com/FhHzM.png[/IMG]</p><p align="center">[size=1]«<i>Se le dà i Corvi per ciascuna mano in atto di cantare,
il qual canto è sempre Cras, Cras,
così gli huomini irresoluti differiscono di giorno in giorno,
quanto debbono con ogni diligenza operare,
come dice Martiale</i>»[/size]</p>
<p align="justify">[size=5][color=black][size=1]<b>:::</b>[/size][/color]<i>[font=Times]portatore di mala sorte[/font]</i>[/size]
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Il chierico è ben consapevole dell’importante figura che ricopre; sa che le responsabilità e le veridicità del proprio credo risiedono entrambe nelle sue gesta, in ciò che egli profetizza ai suoi discepoli. Benché sia uno dei tanti ad avere tra le mani la crescita del culto, egli è però l'unico a poter accogliere chi tenta di entrare nel nuovo regno, più per la sua destrezza e il rispetto che ogni altro chierico possiede per lui che per vere e proprie capacità combattive. Coloro che hanno potuto vederlo in azione hanno infatti visto nella sua essenza un uomo forte e ben consapevole di ciò che fa, e questa sua forza si rifà ad un misto di superbia e di caparbietà fuori dal comune, tant’è che alcuni dei suoi nemici pare abbiano avuto cosi tanto timore della sua presenza da non riuscire più ad alzare lo sguardo per cercare quei grigi e gelidi occhi che appartengono a Zeno, occhi tenebrosi che sono nascosti dietro una maschera e un cappuccio di sola stoffa nera. Questo timore reverenziale non ha però intaccato la severità di Zeno, che riesce a mantenersi freddo e concentrato in duello anche quando chiunque altro sarebbe accecato dalla superbia: egli è un maestro soprattutto di incantesimi difensivi, ed è in grado di erigere numerose e potentissime barriere di qualsiasi forma e dimensione a protezione del suo corpo, tutte composte da quell'elemento magico luminoso di cui si è già parlato in precedenza, e che sa anche utilizzare a scopi offensivi. La resistenza delle sue difese è leggendaria, e si dice che anche quando siano così estese che quelle di chiunque altro sarebbero risultate più deboli le sue restano inattaccabili e insormontabili. A Zeno non piace combattere, e le rare volte in cui scende sul campo di battaglia si assicura che niente possa ferirlo.</i></p></blockquote>


© Toryu; Sarnek ~ e Ray~;
Vietata la copia, anche parziale



Edited by janz - 2/12/2013, 20:14
 
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2 replies since 9/2/2009, 21:46   4445 views
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