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| | Non esiste fiore più seducente e profumato di quello che sfrutta la propria bellezza per uccidere. Non esiste donna più attraente e meravigliosa di quella che porta nell'animo il più puro istinto di morte. Meglio nota come L'inquisitrice, nomignolo che Eitinel stessa volle donarle, Xandra è fra i Guardiani la più potente. La più abbagliante, se di splendore si potrebbe parlare. Bella oltre ogni dire, il viso candido e minuto tale da suggerire una giovinezza apparentemente senza tempo, questa donna possiede una tale e stupefacente avvenenza che chiunque, nel notarla, non potrebbe che sentire il proprio cuore spezzarsi. Di seta le sue labbra perennemente arricciate in un gaudio sorriso. D'ametista gli occhi indagatori. Di porcellana le sue membra tanto snelle da far temere che si spezzino da un momento all'altro. Pura definizione di ciò che è perfetto e ineguagliabile, Xandra non teme né l'età né lo sfiorire del fascino che ella, senza neppur doversene preoccupare, naturalmente emana dai suoi movimenti e dalle sue parole. Nessuno ricorda quando ella giunse alle porte del Sorya. Nessuno rammenta perché, fra le mille e più possibilità che il destino le offriva, Xandra scelse proprio di arrestare i suoi passi li, alle porte del nebuloso confine fra il Caos del mondo esterno e l'orrore del Sorya. Ciononostante, di mese in mese, di anno in anno, questa donna prese a vegliare sull'ingresso dell'Eden, instancabile sentinella che nessuna pietà o compassione avrebbe smosso dal compiere il proprio dovere. Sempre vestita di un leggero Yukata i cui colori spesso paiono cambiare proprio dinnanzi agli occhi di chi guarda, ella pare non essere invecchiata di un giorno. Sempre inesorabile la sua ispirazione all'ironia e alla prevaricazione sull'altro, la sadica gioia dei suoi occhi nel negare il desiderabile al prossimo, nello spezzare le sue resistenze infin dal ridurlo a niente. Per questo, notando la sua Natura crudele e perversa ben più dell'umana tolleranza, chiunque sarebbe indotto a pensare che ella non sia del tutto umana. Che il suo aspetto giovanile non sia altro che una maschera posticcia di un animo scuro e nero come l'abisso. Alcuni pensano che Xandra non abbia in sé nulla di propriamente tangibile ma che la sua stessa esistenza, sbucata dal nulla e volta verso un inalterabile niente, non sia altro che un brutto incubo del Sorya stesso. I suoi pensieri più abietti e bestiali che, vedendosi confinati in barriere di pietra e di luce, non ebbero altro sfogo se non quello di riunirsi in un unico centro, in un corpo che li custodisse in attesa di una improbabile liberazione. Se così fosse, se davvero la Guardiana più forte in realtà non fosse che un fantoccio negletto, allora il suo apparire e scomparire di continuo in ogni luogo dell'Eden, il risuonare delle sue risate nel vento e il ricorrere del suo profumo nei punti più imprecisati e indefiniti troverebbe una ragionevole spiegazione. Ad ogni modo, il Mistero di Xandra è irrisolvibile, così come irrisolvibile è il Perché del suo agire e del suo pensare. Fedele solo ad Eitinel e ai suoi più stretti seguaci, questa donna possiede solo una qualità tale da risollevarla dallo stato di meschinità che la contraddistingue: la Lealtà. Niente e nessuno potrebbe indurla a tradire tanto il Sorya quanto i suoi membri. Anche se il prezzo da pagare fosse la sua stessa vita.
Non temo le immonde pene dell'Inferno. Non temo le braci ardenti di un'agonia senza fine. Temo invece la crogiolante apatia della beatitudine, le soffici e sfavillanti catene del Paradiso. {CS Intelligenza: 2}
| Razza| Umana Clan di appartenenza| Sorya Talento| Illusionista Lv.2 Pericolosità| D Allineamento| CM Grado| Guardiano |
Per la lunghezza di entrambe le braccia, avvolte come le spire di due enormi serpenti quiescenti, Xandra porta delle bende dallo spessore di 10 centimetri l'una. Candidi come neve e morbidi più della seta, tali nastri dalla lunghezza di 20 metri ciascuno possiedono una filatura tale da consentir loro di resistere a qualsiasi tensione senza stracciarsi. Benché l'intento di Xandra sia esattamente quello di indurre i propri avversari a pensare che questi due oggetti, eleganti e delicati alla vista, non più pericolosi di un vestito o di uno straccio qualsiasi, non siano niente più che un paio di stravaganti guanti volti a proteggere i suoi arti color porcellana, in realtà essi rappresentano la sola ed unica arma in suo possesso. Sormontati ad entrambi i capi da due pesi di 3 chili l'uno riccamente lavorati così da spacciarli per innocui monili, essi vengono solitamente fatti scivolare a terra all'inizio del duello. Un lento srotolarsi delle spire tale da rivelarne per intero la lunghezza che in seguito, sfruttando le proprie abilità, la Guardiana comincia a farli lievitare in aria a seconda del proprio volere. Con mosse repentine e subitanee cui solo la mente potrebbe porre un freno, queste due "fruste" non convenzionali lanciate ad altissima velocità alla volta del nemico resterebbero in ogni caso una pallida imitazione di qualsiasi autentica arma senonché, una volta tese le fibre, emergerà da esse una nuova, pericolosa, particolarità: il tessuto filato non è affatto semplice seta o cotone ma bensì una resistente variante dell'alluminio, leggerissimo da manovrare ma, se sfruttato a dovere, terribilmente tagliente.
L'Invadenza dell'anima La natura mutevole ed insieme eterna di Xandra rende il suo animo e la sua mente due entità estremamente difficili da decifrare. Apparentemente nulla di questa guardiana è sondabile, sia che ella intenda mostrare il proprio io sia che preferisca celarlo dietro uno dei suoi soliti sorrisi malevoli. Ciononostante, ciò che è imperscrutabile per altri, non egualmente ingestibile è per Xandra stessa che con estrema e disarmante naturalezza, riesce costantemente a calarsi nella propria psiche ed estrarne con facilità tutto ciò che desidera. Sia che si tratti di illusioni mostruose che di semplici pensieri atti a venire concretizzati per suo semplice diletto. Non le occorrerà che un istante per decidere di dare forma concreta e visibile a qualsiasi cosa le passi per la mente, basterà che ella lo voglia, e semplicemente ciò accadrà. Un incubo terribile, un sogno delizioso. Qualsiasi cosa. Nel caso in cui, sfortunatamente, la sua diabolica perversione sia volta a manifestarsi a danno di un avversario.
Ineguagliabile nel governo della propria mente e della sua psiche, Xandra non è costretta a sottostare alle normali legge che porrebbero dei limiti all'agire umano. Il suo inoltrarsi, scavare e turbare l'io dell'altro non teme barriere o ostacoli. Procede anche laddove altri sarebbero malauguratamente costretti a fermarsi. Per questo, impossibile da fermare, tutto ciò che scaturisce dalla sua mente impiega il minor sforzo possibile per manifestarsi. Incubi e sogni, come detto. Niente di più semplice. Xandra dovrà solo pensarlo, e ciò che ella desidera accadrà. Nulla può sottrarsi al suo dominio, cadendo vittima dell'immaginazione di colei che più di ogni altro può inventare e plasmare l'ignoto. Questo vale anche per la materia concreta e tangibile, abile di essere manipolata e gestita a piacimento come le sfocate finiture di un sogno.
Gli uomini sono famosi per non possedere né una gran forza, né un'eccellente velocità. Sono nulla più che creature imperfette, atte più all'errore che alla giusta direzione. In loro la persistenza dell'errore si incontra con una tale frequenza da far pensare che sia proprio questa caratteristica la loro reale natura più di qualunque altra futile caratterizzazione.
Il respiro del Sorya Di tenebra sono i sottili fili che legano le trame del Sorya. Oscurità e ombre il suo respiro che aspro si ode talvolta nella notte, nella greve stasi che sommerge e avvolge le sue terre. Xandra, essenza di ciò che il Sorya era ed è, possiede nel proprio animo tale oscuro potere, tale nefanda tetraggine. A seconda del proprio desiderio, Xandra riesce a dare al proprio corpo la composizione di un'ombra. Evanescente ed impalpabile, immune a tutto ciò che affligge le entità reali, il suo corpo non cambierà di costituzione e rimarrà comunque su tre dimensioni.
Ciò che accadde nella Guerra del Crepuscolo è noto a molti. La fine del mondo, la conclusione di un'era e l'inizio di una nuova da ceneri e macerie di un passato oramai irripetibile. Le leggende narrano che l'agonia del vecchio mondo, il disperarsi di ciò che era fu tale da risuonare in tutto Asgradel come un lamento latente, costante, esasperante. In tutto ciò, in tutto quel perire, Xandra c'era. Ella, la guardiana d'ombra, era Li. Li alle prime crepe di Velta. Li nella straziante nenia di Eitinel. Li, infine, nello scomparire della Torre e di tutto ciò che un tempo aveva rappresentato il Sorya. Nei suoi occhi, l'orrore dell'ultimo attimo prima della Fine. Sulle sue labbra, lo stremato sentimento di un clan che muore. Ed ora, ora che ogni cosa è tornata al silenzio e di nuovo risuona di vuoto e calma, ora, non basterebbe che un attimo perché tutto andasse perduto. La memoria è labile e con essa, il ricordo. Ma non certo per coloro che videro. Per coloro che sentirono e assistettero a ciò che mai e poi dovrebbe essere obliato.
Voce Scricchiolante, nefasta, cavernosa. Velta era l'anima del Sorya, il suo greve richiamo, unica risonanza tale da volgere qualunque sguardo, da stupire ogni ascoltatore. Poco prima della fine, Xandra poté cogliere quella cantilena, quel canto del cigno senza voce e modulazione, e tanto profondamente esso si impresse nella sua coscienza, che da allora le è del tutto impossibile liberarsene. Rumore di sottofondo, fruscio inconsistente, ogni suo attimo di vita rivive di quella voce non solo apparente ma reale, effettivamente presente tutt'attorno alla sua persona. Chiunque avrà la sfortuna di avvicinarsi a Xandra potrà a sua volta condividere con lei tale sfortunato destino, riuscendo a sentire la voce di Velta nell'aria, spiro mefitico di morte e Vendetta. Corpo Nel giorno del Crepuscolo, ogni cosa del Sorya venne meno, cedendo e poi corrompendosi come sabbia al vento. Xandra ricorda quei momenti, quegli attimi in cui, tutti fuggendo, lei rimase ferma, immobile, ad assistere alla decaduta del luogo che un tempo ebbe in animo di chiamare casa. E il ricordo è così impresso nel suo sguardo che, semplicemente chiudendo gli occhi, ella sarebbe in grado di ricreare ogni particolare, ogni minimo frammento prima della fine, prima dell'inevitabile soccombere. Dita Anime impalpabili, i figli del Sorya subirono con esso il tragico concretizzarsi della fine. Creature, ombre, uomini e spiriti. Tutti, uniti sotto l'abbraccio mortale di Velta, affondarono poco a poco con lei nell'abisso, affogando in quel mare di disperazione che, da chissà dove, si era spalancato ai suoi piedi. Come dimenticarli? Come cancellare quei volti sgomenti, quelle espressioni contratte dal terrore e dal panico? Xandra non ha potuto. Obliare avrebbe significato tradire la memoria di quegli attimi, la sensazione di quegli ultimi istanti. Occhi Coloro che sopravvivono alla Morte hanno occhi di pietra, diceva un vecchio saggio. Poiché non vi è nulla di più crudele, di più malvagio che costringere un'anima a spirare il profumo della fine per poi sottrarla alla stessa nel ricordo di ciò che accadde, nel memento di quanto sarebbe potuto accadere ma no, non è davvero accaduto. Gli occhi di Xandra non hanno il colore della pietra, eppure in essi vive proprio quel gelo, quella mite e fredda diffidenza dal mondo e dalla vita in sé. Un simile sguardo non teme gli enigmi della realtà, le nubescenti trappole della mente, potendoli in qualunque momento dissolvere con il cinismo di uno sguardo, con l'indifferenza di un'occhiata. Mente Nulla più del ricordo concede dolore e sofferenza. Nulla più della memoria induce l'animo alla corruzione, alla crudele e nefasta agonia di colui che non può dimenticare, non può obliare. Xandra porta in animo ciò che il Sorya era, e ciò che il Sorya distrusse. Per questo, fra le sue molte e più tristi rimembranze, ella conserva quella della distruzione originaria, quella del più grande dolore: il Drago. O meglio, ciò che il Sorya ricordò dal giorno in cui Venatrix giunse a Velta e costrinse Eitinel alla morte.
| Edited by Ray~ - 2/9/2013, 14:47
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