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scheda Yelle

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Yelle
view post Posted on 27/3/2006, 15:55




Nome: Yellë

Età: non ricorda a che età abbandonò la sua prima vita, ma da quel momento sono passati circa 117 anni

Energia Rossa = Una tecnica di consumo immenso sottrarrà il 36% di energia all'utente, una tecnica di consumo alto sottrarrà il 18%, una tecnica di consumo medio il 9% una tecnica di consumo basso il 5%. Può comprare pergamene da 250 Gold, da 500 Gold, 750 Gold e da 1000 Gold. Ad energia rossa non si potrà avere più di sei abilità personali.

Gold: gold

Clan: Sorya


Razza: elfo
bonus: Altissima resistenza alla magia, molto portato per la magia, ottima agilità e velocità.
malus:Bassa resistenza e forza fisica, fuori dalle foreste si sente a disagio. Scarsa padronanza delle armi non magiche.


Classe:
Ninja. Un guerriero misterioso, le sue tecniche lo portano a nascondersi e a non farsi trovare, e ad attaccare l'avversario quando meno se lo aspetta, oppure confondendolo psicologicamente prima di passare all'attacco


Razza-Elfo Classe-Ninja Bonus iniziale-+100 Energia-Rossa ---Dominio-Forza del ToroAbilità  OggettiTotali
Riflessi e Concentrazione (ReC)175//////+75//////250
Agilità e Velocità (AeV)175+25+25+75//////300
Potenza e resistenza fisica (PeRf)75-25+75+75+100+100400
Potenza e resistenza magica(PeRm)150//////+75-25///200
Controllo delle armi e Mira (CaeM)150+25///+75///+50300


Pergamene:

Trasformazione: Il ninja riesce, dopo un secondo di concentrazione, e chiudendo gli occhi, ad assumere istantaneamente l'aspetto di una qualsiasi creatura o oggetto, entro alcuni parametri.
Trasformatosi, non dovrà raggiungere infatti dimensioni inferiori a quelle di un falco, o maggiori a quelle di un Orso su due zampe. Mutando, cambierà solo l'aspetto. Peso... forza fisica... e tutti i parametri in generale, rimarranno sempre gli stesse, anche sotto l'influenza della tecnica. Nonostante il peso rimanga il medesimo, nel caso in cui il caster si trasformi in un falco o in un volatile, potrà comunque volare.
Consumo di energia: Basso

Confusione: Il ninja allunga una mano verso il proprio avversario scagliandogli contro un invisibile, se non per una leggera distorsione dell'aere, flusso d'energia. Colpitolo, la sua testa verrà immediatamente circondata da un sottilissimo strato di nebbiolina viola, a indice dell'effetto ottenuto dalla tecnica. Utilizzandola, infatti, questa stordirà e confonderà l'avversario per il resto del turno.
Su personaggi con poca concentrazione, avrà un effetto devastante, causandogli l'inibimento dei sensi per qualche secondo e il completo disorientamento, contro un mondo che vedranno girare intorno a loro. Contro avversari con alta concentrazione, invece, l'effetto sarà un poco attenuato, e questi sentiranno solo un leggero senso di nausea e stordimento, faticando a mantenersi in piedi, ma mantenendo coscienza del mondo circostante. [Va confrontata la propria PeRm con i ReC avversari. Nel secondo caso il condizionamento psicologico è di livello basso.]
La tecnica dura per circa dieci secondi, cinque, o meno, se si cerca di recuperare la concentrazione forzatamente, nonostante lo stordimento.
Un'ottima tecnica per impedire all'avversario di compiere elaborati incantesimi o per distrarlo prima di un attacco.
Consumo di energia: Medio

Preveggenza: Gli occhi del lanciatore si colorano di rosso, color del sangue. Da questo momento, il ninja vedrà, nell''ambiente circostante, un'ombra identica al proprio avversario, che ne mostrerà il suo prossimo movimento.
L'ombra può essere utilizzata per evitare un futuro attacco, oppure per anticiparlo e contrattaccare.
Per attivare la tecnica è necessario almeno un secondo di ferma concentrazione.
La tecnica resta attiva per i due turni successivi a quello d'attivazione, svanendo al termine del secondo turno, o per desiderio del caster.
Consumo di energie: Alto

Furia: Un attacco che dura pochi attimi e non ha bisogno di particolari tempi di concentrazione. In un unico secondo il guerriero riesce a scagliare fino a otto fendenti con la propria arma, rendendo il suo attacco pericolosissimo e estremamente difficile da evitare.
La posizione dei fendenti verrà dettata al momento dell'attacco stesso.
La tecnica non aumenta la velocità del guerriero nel percorrere alcune distanze, ma solo quella con cui scaglia i fendenti.
La tecnica può essere utilizzata anche sulle armi da lancio.
Ottima pergamena d'attacco.
Consumo di energia: Medio

Teletrasporto: Il ninja scompare nel nulla, e ricompare istantaneamente più lontano, teletrasportandosi. L'attacco non richiede di particolari tempi di concentrazione, né di posizioni delle mani, e può essere effettuato anche in volo, in quanto non si tratta di uno spostamento attuato con le gambe, ma di un vero e proprio teletrasporto.
Non è possibile teletrasportarsi a meno di due metri dal proprio avversario, in quanto le correnti energetiche del suo corpo interferirebbero con il processo di teletrasporto, anche se è possibile materializzarsi istantaneamente in qualsiasi punto compreso nel proprio campo visivo.
Tecnica utilissima. L'unico punto debole è l'elevato consumo di energie.
Se usata per difendersi va considerata una difesa assoluta.
Consumo di energie: Alto

Inferno di lame: Il guerriero, senza necessari tempi di concentrazione, infilza la lama della sua arma nel terreno. Qualche istante dopo, sotto l'avversario, senza preavviso, si alzeranno sistematicamente numerosissime lame da terra, crescendo in un istante come alberi o piante, rapidissime. Queste copriranno un'area dal diametro di cinque metri, e diverranno alte fino a due, più simili a grigie stalattiti che a lame vere e proprie.
L'attacco porta altissimi danni, ed è difficili da prevedere, se non lo si è visto in precedenza. Tuttavia il rumore provocato dalle lame prima di emergere dal terreno potrebbe fornire l'intuizione necessaria.
Consumo di energie: Alto.

Aura energetica: Il corpo del guerriero viene circondato da una tenue aura luminosa, quasi invisibile, che identificherà l'attivazione della tecnica. Per generarla non sono necessarie particolari imposizioni delle mani, ma almeno un secondo di ferma concentrazione.
Da questo momento le potenzialità fisiche e magiche del guerriero saranno potenziate allo sproposito, rendendolo pericolosamente resistente e potente a e in qualsiasi attacco.
In valori numerici, la "PeRf" e la "PeRm" del guerriero aumenteranno di 100 punti ciascuna.
La tecnica dura per tre turni dopo quello d'attivazione, svanendo alla fine del terzo, o prima, a desiderio del caster.
Consumo di energia: Alto

Favore dei muri: Il ninja, concentrando la propria energia nei piedi, è in grado di camminare su una superficie verticale come se fosse orizzontale, o anche su soffitti, con grandissima tranquillità.
La tecnica non richiede particolari tempi di concentrazione o di movimenti per l'attuazione, e può essere attuata con grande rapidità.
Una variante può essere quella di concentrare la propria energia nelle mani, piuttosto che nei piedi, e renderle così "Adesive".
Conta come un'abilità passiva.
Consumo di energia: Nullo

Cannone Spirituale: Il guerriero pone le mani davanti agli occhi a mo' di triangolo, congiungendo pollici e indici, utilizzandole come se fosse un mirino. Dopo qualche secondo di pura concentrazione, almeno cinque, tutto ciò che è contenuto all'interno del suo campo visivo limitato alle mani si illumina di un'aura giallastra, e viene investito come da un pesantissimo colpo. Le rocce si sgretoleranno e gli alberi saranno sradicati, ad esempio.
Un personaggio investito da questo colpo si ritroverà con diverse ossa rotte e ustioni di alta entità, e difficilmente avrà la forza necessaria a continuare il combattimento.
Un attacco devastante che, come unico punto debole ha i tempi di caricamento elevati e il dover rimanere completamente immobile, focalizzando una e una sola area all'interno della circoscrizione delle mani.
Consumo di Energia: Immenso

Ruggito: Un attacco utilissimo per la sua velocità d'azione e efficacia. Il guerriero, estraendo un'arma e allungandola nella direzione desiderata, o allungando una mano nella stessa, genererà una sorta di onda d'urto potentissima, denominata appunto "Ruggito." Questa procederà in linea retta dal punto del guerriero, come una forza invisibile, scavando nel terreno una conca non indifferente, tanta sarà la potenza. La forza dell'onda d'urto è tale da poter sgretolare una roccia in mille pezzi e continuare ad avanzare.
L'attacco è molto veloce in quanto non richiede di particolari tempi di concentrazione, e estremamente potente. un uomo investito in pieno dall'onda d'urto, infatti, che ha un diametro di due metri, verrà scagliato lontano con gravissime fratture.
Essendo invisibile, è anche difficilmente identificabile, se non per il grosso solco che disegna durante il suo passaggio.
Consumo di energie: Alto

Favore dell'acqua: Emettendo energia dalla pianta dei propri piedi, il ninja riesce a camminare sulla superficie dell'acqua, come se fosse un pavimento di legno. Questa infatti non risulterà né scivolosa né in alcun modo interferirà con il suo incedere. Se l'acqua è in movimento, il ninja dovrà imporre più forza nella camminata, come se un nemico invisibile lo stesse trascinando per le caviglie nella direzione della corrente, con tanta forza a seconda di quanta è quella del fiume, o corso d'acqua che sia.
Ovviamente, per quanto l'acqua sia calma e piatta, camminarvi sopra provocherà dei piccoli cerchi concentrici o increspature, a seconda della pesantezza del passo, come se vi si stesse gettando all'interno delle pietre.
La tecnica si attiva automaticamente e va considerata come un'abilità passiva.
Consumo di energie: Nullo

Telecinesi: Il ninja riesce, concentrandosi e tenendo gli occhi socchiusi, a manovrare alcuni oggetti in aria, in modo che seguano la sua volontà. La tecnica non richiede alti tempi di concentrazione, ma, durante l'attuazione, bisognerà rimanere completamente concentrati sull'oggetto, e quindi preferibilmente immobili, in quanto bisognerà dirigerlo grazie a diversi spostamenti delle braccia, delle mani e delle dita, in modo da delinearne nell'aria la traiettoria.
Non si possono però spostare oggetti che si farebbe fatica a sollevare anche senza l'ausilio della telecinesi, e quindi troppo pesanti per essere sollevati fisicamente con facilità.
Non ci sarà alcun problema, però a muovere oggetti come spade, o lame di diverso genere.
Il consumo del colpo dipenderà dalla velocità con la quale si desidera muovere l'oggetto. Se sarà pari, velocità massima, alla propria "AeV", allora il consumo sarà medio, mentre, nel caso in cui lo si desideri muovere a velocità inferiori, il consumo sarà basso.
Spendendo un consumo pari ad alto, l'oggetto si muoverà a una velocità pari al 150% della propria "AeV".
Spendendo un consumo critico l'oggetto si muoverà a una velocità doppia della propria "Aev".
NB: Non è possibile muovere più di un oggetto alla volta.
Consumo di energia: Variabile, a seconda della velocità impressa.

Stella: Il ninja, alzando i palmi a coppa innanzi a se, vi creerà una sfera lucente, dal diametro variabile ma mai superiore a una decina di centimetri, che gli indicherà la giusta direzione verso un obbiettivo.
Ad essa potrà essere impartito qualsiasi traguardo. Un'uscita, un avversario, anche invisibile, o un arma persa precedentemente, tuttavia questo dev'essere conosciuto, almeno teoricamente, e presente sul campo di battaglia. La stella lo raggiungerà ad una rapidità che permetterà al ninja di seguirla, o di non perderla di vista, e cercherà di seguire il percorso meno ostacolante per arrivare al traguardo.
Una tecnica inaspettatamente utile contro nemici invisibili o simili.
Consumo di energie: Basso

Assorbimento magico: Il ninja crea uno scudo in grado di bloccare qualsiasi sorta di attacco elementale. Questo, che potrà essere creato istantaneamente e senza posizioni particolari, coprirà solo un lato della sua figura, ed avrà forma semisferica, di colore trasparente. Durerà solo l'attimo necessario ad essere investito dal colpo, poi svanirà nel nulla. La barriera fungerà quindi da ottimo scudo contro la tecnica appena subita, sopportando qualsiasi potenza.
Il prossimo attacco del ninja portato con un arma o a mani nude, avrà le proprietà dell'elemento appena assorbito.
Es: Se si è appena bloccata una palla di fuoco, il fendente della spada risulterà essere infuocato.
Es2: Se si è appena bloccata una folata di vento, con un pugno in avanti è possibile ricrearla.
Può bloccare, comunque, solo tecniche di livello alto o inferiore. Non è in grado di bloccare colpi fisici o non elementali.
Consumo di energie: Alto

Abilità:

Abilità di razza: Empatia animale
Razza nata e evoluta all'interno delle foreste, in contatto con la natura, a sviluppato con essa un'affinità non indifferente, crescendo e rafforzandola.
Alcuni vantaggi non possono essere certo ignorati... ed è per questo che gli elfi, talmente attaccati ai loro beni, sono l'unica classe a poter utilizzare il proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo.
Un'abilità apparentemente inutile, ma che può rivelarsi estremamente pericolosa, se si sa potenziare il proprio compagno in propria compagnia, insieme a se stessi.

La mia anima è di fuoco
Yellë proviene da un passato oscuro fatto di tradimenti, inganni e violenze, dove l'orgoglio era l'unica cosa che la teneva in vita, l'unica a cui realmente tenesse, nonché il suo padrone e signore. Ogni tanto, se provocata o, comunque, se tremendamente arrabbiata, riesce a trasformare, involontariamente, la sua rabbia in energia, creando un'aura di fuoco che la avvolge, da cui estrae piccoli dardi infuocati da scagliare, indistintamente, contro qualunque cosa le si trovi vicino. Durante questa "trasformazione", cade in una specie di trance, che la porta a pensare a un'unica cosa: sfogare la sua rabbia su tutto e tutti. Questa tecnica è estremamente pericolosa, ma la consuma sia fisicamente che spiritualmente, e le richiede un alto consumo di energia. Per calmarla serve o una magia particolarmente potente, o la vista di un animale a lei caro, come il suo cavallo.

A ferita risponde ferita
Durante un combattimento, la mente intricatissima di Yellë riesce a entrare in sintonia con quella avversaria, provocando una specie i simbiosi fisica tra le due parti: così, ogni volta che l'elfa subisce ferite, l'avversario che gliele ha inflitte le subisce a sua volta, nello stesso punto e della stessa intensità si quelle sul corpo di Yellë.
Costo di attivazione: immenso
Costo di mantenimento: alto per post

A Warrior's mind
Grazie al lungo tempo passato a contatto con guerrieri, e ad allenarsi con loro, Yellë può usare anche pergamene da guerriero.
Costo: nullo

Poisoned blood
Yellë, allungando una mano in direzione del suo avversario verso la parte del corpo che intende colpire, dopo qualche secondo di concentrazione, stringendo il pugno, è in grado di far sì che inizi a scorrere dell'alcool, liquido molto infiammabile, nelle vene di quella parte del corpo (un arto, per esempio); in questo modo, la parte colpita sarà afflitta da un doloroso bruciore e non potrà più essere utilizzata al meglio; inoltre, se il sangue così trasformato entrasse in contatto con qualche sostanza estremamente calda o ustionante (come la spada dell'elfa, in cui è incastonato un occhio di drago), prenderebbe immediatamente fuoco, aggravando notevolmente la ferita. Naturalmente, appena Yellë perde la concentrazione o muove il braccio, l'effetto svanirà, e l'alcool tornerà sangue.
costo: medio.


Dominio:

~ Forza del Toro


Forza bruta, estrema, inumana. Non sono molti coloro che possono vantare una tale potenza, nel corso dei secoli. Esseri dall'aspetto sempre diverso, mai accomunati da fisicità similari, alcuni tozzi e muscolosi, altri dotati di fisico asciutto e non per questo debole. I portatori di questo Dominio Innato dunque non si assomigliano sotto il profilo fisico, ma da un punto di vista psicologico, invece, hanno più o meno tutti una certa fiducia nei propri mezzi, sono orgogliosi e testardi, talvolta arroganti. La sconfitta sarà per loro bruciante e dolorosa, inaccettabile quasi, e la loro indole li porterà ad essere combattivi oltre ogni limite, facendo di questi possenti guerrieri delle macchine da battaglia da prima linea, sempre pronti a menar le mani. Tuttavia, questa loro estrema fiducia nello scontro fisico, li porterà inevitabilmente ad essere titubanti di fronte alla magia, dalla quale diffideranno ampiamente, come ne fossero spaventati. Ovviamente, è possibile che il carattere di un determinato Personaggio venga poco influenzato dal Dominio, essendo dunque molto diverso da quanto descritto.

Lv. 1 ~ Energia Bianca

CITAZIONE
Effetto sulle statistiche ~ I portatori di questo dominio di livello uno avranno un bonus di 50 punti ai "PeRf", mentre la propria "PeRm" sarà diminuita di sempre 25 punti.
Effetto passivo ~ La forza dei portatori di questo Dominio è, come già accennato, estremamente elevata. Non solo in termini numerici, sia chiaro. Essi sono proprio forti a prescindere da qualsiasi standard, tant'è che, a questo livello del Dominio, gli sarà possibile sollevare pesi molto elevati. Un esempio? Spade bastarde a due mani, mazze chiodate enormi, alabarde di grosse dimensioni...tutte queste armi saranno impugnate senza problemi dal possessore del Dominio, che le maneggerà come fossero spade normali, o fioretti leggeri.
Effetto attivo ~ Le potenzialità di un portatore della Forza del Toro non si fermano certo ad un misero potere passivo. Ogni possessore di questo Dominio avrà la facoltà di migliorare le sue prestazioni fisiche, per la precisione incentrate sulla forza bruta, secondo la sua volontà. Ad un costo energetico pari a Medio, sarà possibile per lui, senza particolari tempi di concentrazione, incrementare la propria "PeRf" di ben 100 punti, incrementando dunque la massa muscolare per avere una maggiore resistenza e una più elevata potenza fisica. Il potenziamento durerà per poco, tant'è che alla fine del turno in cui sarà attivato, esso svanirà, riportando le Caratteristiche Fisiche del Personaggio alla normalità.

Lv. 2 ~ Energia Verde

CITAZIONE
Effetto sulle statistiche ~ Al secondo livello dell'innata il portatore guadagna un ulteriore "50" aggiuntivo alla "PeRf".
Effetto passivo ~ Non solo forza, ma anche estrema Resistenza. I portatori di questo Dominio, man mano che il loro potere crescerà, riusciranno a scoprirne nuove ed esaltanti caratteristiche. La seconda in ordine crescente sarà appunto un notevole incremento della Resistenza Fisica, intesa come irrobustimento del corpo del portatore. In particolare, a prescindere dalla Razza, il possessore del Dominio a questo livello possiederà una pelle molto più coriacea del normale, più difficile da scalfire. Inoltre sanguinerà leggermente meno, in quanto sarà più difficile scatenare emorragie nel suo corpo, ed infine potrà avvalersi di un'ossatura pressoché indistruttibile, poiché sarà estremamente remota la possibilità che le sue ossa si fratturino.
Effetto attivo ~ Al secondo livello crescono le potenzialità del Dominio, in ogni senso. Il portatore, oltre all'Effetto Attivo di cui potrà sempre beneficiare fin dal primo livello, sarà in grado di effettuare un potenziamento muscolare ulteriore, più difficile. Sempre senza particolari tempi di concentrazione, od imposizioni delle mani, il possessore del Dominio potrà, ad un costo Alto di energie, incrementare la propria muscolatura, dunque la "PeRf", di 125 punti, per tutta la durata del turno di attivazione, al termine del quale il potenziamento svanirà inevitabilmente.

Lv. 3 ~ Energia Blu

CITAZIONE
Effetto sulle statistiche ~ Al terzo livello dell'innata il portatore guadagna un ulteriore "50" aggiuntivo alla "PeRf".
Effetto passivo ~ All'ultimo livello, il portatore, oltre a possedere una grande forza ed un'ancor più elevata resistenza, potrà finalmente beneficiare dell'ultimo, grande vantaggio di questo Dominio brutale: l'insensibilità al dolore. Il portatore della Forza del Toro, al terzo livello, sarà dunque incapace di percepire il dolore, continuando a combattere senza sosta e senza tregua, come una vera bestia assetata di sangue, incurante delle lacerazioni o dei danni riportati in battaglia. Non si tratta di invulnerabilità, però. In questo modo, sarà possibile percepire il dolore fisico, semplicemente ignorandolo, come se non esistesse. E tuttavia, raggiunte grandi quantità di danni, il portatore non potrà non svenire o continuare a ignorare il dolore.
Effetto attivo ~ Quando questo Dominio non avrà più segreti per il portatore, ecco che sarà per lui possibile raggiungere l'ultimo, esaltante potere di quest'Abilità Innata. Oltre a poter utilizzare i precedenti stadi del Dominio, il possessore della Forza del Toro, avrà a disposizione un ultimo, temibile potenziamento, sempre della durata di un turno, alla muscolatura. Al costo di un consumo Immenso di energia, potrà infatti incrementare la propria "PeRf" di ben 150 punti.




Caratteristiche fisiche:

Yellë è un elfo abbastanza basso per la sua razza, dato che misura circa 157 cm; in compenso, è molto muscolosa e agile. Ha lunghi capelli biondo cenere, pettinati sotto forma di rasta da quando, tempo addietro, aveva cominciato ad apprendere la magia nera; la faccia lunga e affilata, terminante in due orecchie appuntite, racchiude una sottile bocca rosata, ormai perennemente tesa in un'espressione cupa, un piccolo naso dritto e leggermente all'insù e due occhi grigio-verdi a mandorla, sovrastati da sopracciglia sottili e arcuate; presenta una carnagione, più che pallida, cadaverica, ad eccezione della punta del naso, costantemente colorata di un rosso acceso. una lunga e sottile cicatrice le percorre tutta la guancia sinistra in orizzontale, ricordo della battaglia contro i licantropi; l'elfa ha preferito conservare la cicatrice come monito dell'estrema debolezza dovuta all'Orgoglio dimostrata in quel frangente.


Caratteristiche psicologiche:

un tempo Yellë era un elfo oscuro, malvagio, dominata solo dal suo orgoglio e dalla sua alterigia; aveva appreso le arti più arcane e terribili della magia in cambio di un prezzo elevatissimo: l'oblio. Per diventare un mago potente (quale era, all'epoca, il suo sogno) avrebbe dovuto dimenticare ciò che, alle origini, era stata: una tranquilla elfa dei boschi, allegra e gioiosa come tutti i suoi compagni. Quando, infine, si avviò sulla strada dell'espiazione, cercò in tutti i modi di nascondere e sopprimere il suo carattere burrascoso e arrogante: pian piano ci sta riuscendo, ma ogni tanto la parte più oscura di lei prende il sopravvento, facendole commettere azioni troppo simili a quelle che era solita compiere nel passato. E' perennemente lacerata dalle due parti del suo io, una specie di "sindrome da Gollum".

Armi:

Yellë porta un arco lungo con una faretra di frecce. E’ particolarmente legata a una coppia di pugnali gemelli, che porta sempre con sé ma che non utilizza quasi mai, unico ricordo di suo padre, da lei stessa ucciso.

Spada bastarda con incastonato un occhio di drago:
Occhio di drago:Da solo non ha utilità, ma se incastonato in un'arma, le permette di scatenare delle fiamme a contatto con l'avversario, che infliggeranno danni di media intensità. Se incastonato in un'armatura la rende ustionante al contatto.


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Oggetti:

nella bisaccia dell’elfa non mancano mai penna d’oca e pergamena, per scrivere quotidianamente un diario in cui aggiornare i sui progressi nella battaglia che si svolge continuamente dentro di lei. Possiede inoltre alcuni sigilli riccamente decorati, ultimo ricordo dei suoi nobili natali.

Compagno animale:

L’”oggetto”, tuttavia, che più le sta a cuore, è il grande cavallo nero, Bringham, suo compagno di avventure da sempre; in effetti, la sua prima magia oscura fu di renderlo immortale, come lei, così da averlo sempre al suo fianco. Dato che, però, entrambi sono immortali ma non invulnerabili, spesso combatte a piedi o, se lo monta, la sua principale preoccupazione durante la lotta è la salvaguarda di Bringham più che la sua. Yellë cavalca a pelo, parlando in lingua elfica col cavallo per dirigerlo, quindi non ha tiene sella né redini.

Dopo l'incantamento, Bringham è mutato, divenendo molto più di una semplice cavalcatura; termine con il quale, tuttavia, era rischioso definirlo anche prima. I cambiamenti non hanno coinvolto la sua psiche, però, che resta sempre fedele agli ordini di Yelle, non tanto come un servo ma più come un fedele compagno. Vivo e pronto a combattere a fianco dell'altra, non importa quanto pericolosa la battaglia possa prospettarsi.
La potenza, in lui, è però straripante. Il cavallo possiederà infatti un aura energetica immensa, che si dilungherà per tutta l'area del combattimento, appigliandosi ad ogni ostacolo come la tela di un ragno, e continuando ad espandersi all'infinito. Per chiunque in possesso di capacità che permettono di sentire l'aura del proprio avversario, sarà dunque impossibile scorgere quella di Yelle. Bringham, con la sua sola presenza, distrarrà enormemente le percezioni dell'avversario, rendendo l'elfa sua compagna completamente inesistente ad Auspex o abilità di sorta. [Auspex di livello basso o superiore percepiranno comunque Yelle, non lasciandosi distrarre dall'aura immane del cavallo].
Ma non finisce qui. Nel caso in cui Yelle si trovi a cavalcare il suo amico, questa potenza si riverserà nel suo corpo, rendendola praticamente invincibile. La PeRf della donna sarà infatti alzata di ben 150 punti, rendendo ogni suo colpo talmente potente da infrangere completamente anche la roccia.
Ma non abbiamo ancora parlato dei cambiamenti nell'aspetto di Bringham che, rinato, apparirà diverso, come controllato da una volontà superiore e... malvagia. Il suo pelo sembrerà infatti più nero del nero, i suoi occhi rossi come braci, e il suono dei suoi passi riempirà l'aria.
Un'altra capacità del cavallo è quella di saper sempre dove si trova una vittima designata all'inizio del duello. Una volta scelta la sua preda, infatti, l'animale ne conoscerà sempre la posizione, indipendentemente dai sistemi di mimetizzazione che l'avversario provi ad utilizzare. Purtroppo però, questo potere agisce solo su un elemento alla volta, dunque persino per il compagno dell'elfa è impossibile conoscere la posizione di due nemici contemporaneamente.
Come ultimo potere, senza dubbio il più potente, l'animale diviene dominatore delle braci e del fuoco, rendendolo non dissimile da quello che in alcune mitologia viene chiamato "Incubo". Bringham potrà infatti sputare fiamma per massimo due volte a duello: una bordata che potrà ragigungere cinque metri di lunghezza, e dalla potenza di una tecnica alta. Questa azione non consumerà energia né al cavallo né a Yelle, ma occuperà comunque uno dei due slot tecnica del turno.


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Anello del potere: Un semplicissimo anello che, se indossato, aumenterà l'energia del portatore del 25%. Questo, infatti, partirà in ogni quest o duello con il 125% delle energie rispetto che con il normale "100%"

Impacco naturale: se masticato, può curare una ferita profonda, o due leggere, e ridonare il 30% dell'energia totale (una volta a duello).

Amuleto della visione: Un semplicissimo amuleto che, se indossato, aumenterà le capacità visive del portatore. Questo sarà infatti in grado di scrutare attraverso fortissime luci, tenebre assolute, non illusorie, e fumi o nebbie di qualsiasi tipo.

Bomba accecante: la bomba accecante ha la forma di una biglia bianca del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un immenso flash in grado di accecare più avversari. Il flash svanirà nell'arco di un secondo, ma sarà abbastanza potente da riportare i demoni in forma umana.

Occhio della pantera: uno strano medaglione che, se indossato, aumenta il controllo delle armi e la mira del portatore, anche se non esageratamente. +50 "CaeM"

Due Occhi della tigre: uno strano medaglione che, se indossato, aumenta la forza e la resistenza fisica del portatore, anche se non esageratamente. +50 "PeRf" l'uno.

Lettera, lasciatale da Azhrarn, alla fine del loro duello, con su scritto:

CITAZIONE
Ciao, cara.

Se ti stai chiedendo chi ha curato le tue ferite, sono stato io. Certo, niente è gratuito, e per questo mi sono permesso di prendermi una ricompensa. Ho molto apprezzato il nostro combattimento, da cui ho appurato con quanta foga tu odi i demoni. E' un vero peccato, questo, perchè io invece adoro gli elfi. Certo, alcuni di voi sono come te stupidi e cocciuti, ma la maggior parte della vostra popolazione è cordiale, sempre che si assomigli loro, ovvio.
Parlavamo di ricompensa, vero? Sai, mi sei piaciuta così tanto che credo di essermi innamorato, sempre che io sia in grado di provare qualcosa del genere. Comunque credo di non essere riuscito a resistere all'impulso di baciarti. Posso giurarti sul mio onore che è stata un'esperienza da favola, e se avessi avuto un cuore penso avrei sussultato.
Beh, è ora di congedarmi, prima che tu ti svegli. Non vorrei proprio dover passare di nuovo davanti alle situazioni da cui siamo appena usciti.
Come ultima cosa ho pensato di levarti qualche impiccio, che sicuramente ti avrebbe dato fastidio con tutte quelle ferite, ma non ti preoccupare: era solo un'inutile sacchetto pieno di strani dischi di metallo. Ma a cosa servono?

Arrivederci,

Azhrarn

Guardaroba:
Yellë predilige abiti ampi e comodi, che permettano una larga gamma di movimenti: alti stivali di cuoio grezzo senza tacco, in cui conserva i pugnali; lunghi pantaloni aderenti grigi tenuti su da una grossa cintura che regge anche la spada tramite un maneggevole sistema di lacci; alcune fasce giallastre le avvolgono il busto, coperte da un pratico corpetto, che a sua volta è posto sotto una maglia leggera, verde. Le spalle sono protette da degli spallaci di piastre di acciaio; inoltre possiede un lungo mantello verde scuro con cappuccio, caldo e comodo per l’inverno. Porta a tracolla il lungo arco di frassino e la faretra con le frecce piumate, che si costruisce lei stessa.

Background:

Yellë era sempre stata attratta dalla magia nera, fin da bambina, quando scappava dalle cure della sua nutrice per andare a spiare le riunioni del Consiglio dei Maghi. Quando raggiunse l’età di 45 anni, una nullità, per gli elfi, le fu accordato il permesso di consultare le pergamene antiche e libri arcani della biblioteca reale della sua città. Avrebbe potuto ottenere un permesso speciale per farlo prima, dato che era la figlia primogenita di Aran e Seried, il re e la regina della regione, ma i suoi genitori ci tenevano a rispettare le leggi che loro stessi avevano promulgato, e non le concessero alcun favoritismo. In ogni caso, il giorno in cui entrò, per la prima volta, nella biblioteca, le cambiò la vita.
Appena ebbe varcato le massicce porte di legno che prima costituivano il suo più inattaccabile ostacolo alla conoscenza, sentì una spinta fortissima, come se delle mani invisibili la stessero costringendo ad andare in direzione di uno scaffale a qualche metro dall’ingresso. Si avvicinò e vide un grosso libro nero, senza scritte, distinguersi tra gli altri ammassi di inutili libri. Allungò la mano. Le sue dita erano quasi a contatto con la copertina, quando avvertì un gelo mortale provenire dal volume. Però, non ritirò la mano, perché quella sensazione la solleticava piacevolmente, senza darle alcun fastidio. Aspettò un attimo, assaporando quella fredda stretta, pi afferrò il libro. Il gelo, ora, cominciò ad avvolgerla dappertutto, deformandole perfino il sorriso che, fino a un attimo prima, aveva stampato in faccia.
“Ti piacerebbe leggerlo tutto, vero?” disse una voce glaciale alle sue spalle.
Yellë si voltò di scatto, estraendo la spada che portava al fianco, pronta a combattere. Di fronte a lei c’era una figura ammantata, completamente vestita di nero, col cappuccio calato fino al naso. Il poco viso che poteva vedere era affilato, bianco come il latte; anche le labbra, sottilissime, erano talmente pallide che non si sarebbero potute distinguere dal resto, se non fossero state schiuse in un ghigno malvagio; i denti che ne uscivano erano lunghi e appuntiti, brillanti e perlacei. Nonostante l’aspetto poco rassicurante, Yellë provò attrazione per quell’essere e, riposta la spada, gli si avvicinò.
“Mi piacerebbe, sì.”
“Allora prendi il libro e vieni con me.”
“Ma…è vietato portare i libri fuori dalla biblioteca…”
“Non preoccuparti di questo”, disse, e, avvicinandosi allo scaffale, vi appoggiò sopra le mani, chiudendo gli occhi. Un attimo dopo, quando si spostò, una copia perfetta del libo che Yellë aveva in mano aveva rimpiazzato il vuoto provocato dalla mancanza del volume.
“Come hai fatto?” chiese lei, affascinata.
“Seguimi, e lo saprai”.
E Yellë lo seguì, attraverso i corridoi del suo palazzo, stranamente deserti, e oltre le strade della città, vuote e silenziose.
“Sei stato tu a far sparire tutti?”
“Sì”
“sono… morti?”
“No. Ricompariranno appena saremo lontani.”
“Chi sei tu?”.
Il nerovestito si voltò verso di lei, che arrancava cercando di tenere il ritmo con quei lunghi passi cadenzati. “Se è il mio nome che vuoi sapere, puoi chiamarmi Moren. Se invece mi chiedi il ruolo che avrò nella tua vita, questo dipende tutto da te. Se lo vuoi, sarò il tuo maestro. Se non lo vuoi, sarò solo un brutto sogno."
“Lo voglio" ”disse lei, decisa.
“Lo so”.
Improvvisamente si fermò. Davanti a loro si trovava un enorme castello che, Yellë ne era sicura, non era mai stato nei pressi della sua città.

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“Benvenuta a casa” disse l’altro, abbassandosi il cappuccio.
Finalmente, Yellë vide il suo volto: bianchissimo, sarebbe parso il volto di un cadavere, se non ci fossero stati gli occhi, due occhi rossi e vivi che non stavano mai fermi, con al centro due gialle pupille da rettile; il naso era lungo e dritto e le orecchie erano affilate e piegate verso l’esterno, così come il paio di corna che aveva sulla fronte.
Un demone.
Lui la fissò per un attimo, poi schioccò le dita. A quel suono, i battenti del portone cominciarono ad aprirsi, rivelando un atrio buio, illuminato da poche torce che emanavano una luce rossastra, da cui si dipartivano ampie scalinate a spirale. Una volta entrati, il demone condusse l’elfa oltre una porticina laterale semi-nascosta nell’oscurità e poi, presa una torcia, giù per innumerevoli scalini umidi, che sembravano non finire mai.
Quando, finalmente, la discesa si arrestò, il demone disse: “Questi sono i sotterranei del mio castello, dove ti allenerò e ti insegnerò tutto ciò che ti serve per diventare un potente stregone. E’ questo che vuoi, vero?”
“Sì”
“Bene. Perché sappi che tutto ciò non è gratis. Diventerai un vero stregone solo se accetterai di pagare il prezzo che comporta: l’oblio. Firmando questo contratto, dimenticherai le tue origini, la tua vita passata, per dedicarti completamente all’apprendimento e alla divulgazione del male. Per te comincerà una nuova esistenza, che ti porterà gloria e potere.” Yellë non rispose. Restò un attimo immobile, pensando ai suoi amici, ai suoi genitori, al suo cavallo, Bringham, che amava più della sua vita. Ma pensò anche alla frustrazione che provava ogni volta che le veniva impedito di fare qualcosa, e alla rabbia che aveva nei confronti dei maghi del Consiglio, così imbelli e codardi. “Accetto”, disse, “ma a patto che tu mi lasci tenere Bringham.”
“Già fatto”, replicò lui, “in questo momento il tuo cavallo sta mangiando nella stalla più comoda del castello. “
Senza una parola, Yellë prese una penna d’oca e ne premette con forza la punta contro un polpastrello, finché alcune gocce di sangue stillarono dalla ferita. Con quelle scrisse il suo nome in fondo alla pergamena che lui le porgeva.
Sentì una strana sensazione, come se il poco calore che l’avvolgeva venisse completamente spazzato via, e rimpiazzato da un soffio di ghiaccio perenne.
Un attimo dopo, non ricordava più niente. Le uniche cose che restarono ben impresse nella sua mente furono il suo cavallo, le sue armi, il suo orgoglio. Socchiuse gli occhi, che ora erano infastiditi dalla fioca luce della torcia.
“Cominciamo”, disse, con una voce nuova, tagliente e gelida, come ormai era diventato il suo cuore.

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……….

Yellë si avvicinò al suo grande cavallo nero, che scalpitava, impaziente, nella stalla.
“Bringham, vecchio mio”, gli disse lei, parlando in elfico, lingua che gli aveva insegnato, con le oscure arti che aveva appreso da Moren, a comprendere, “sono anni che combattiamo insieme e io non riesco a evitare, tutte le volte che scendo con te sul campo di battaglia, di preoccuparmi per la tua incolumità. Sì, sì, lo so che la prima vera magia che ho voluto fare, una volta diventata stregone a tutti gli effetti, è stata quella di renderti immortale. Purtroppo sia la tua, sia la mia immortalità, che deriva dal mio essere elfo, non prevedono l’invulnerabilità; ciò vuol dire che se qualcuno ci piantasse una spada nel ventre, moriremmo come un qualsiasi misero essere umano. E’ per questo che voglio chiederti, alla vigilia di una battaglia così importante, di non combattere.” Il cavallo nitrì, contrariato.
“Per favore… Ti ho già spiegato il piano che io e Moren abbiamo concordato: dobbiamo spazzare via quegli stupidi elfetti che abitano questa regione. Dopo aver vinto lo squallido esercito che quei portatori di luce hanno arruolato, niente più potrà fermarci: massacreremo indistintamente chiunque ci si pari davanti, come piace a me, raderemo al suolo città, bruceremo foreste e poi, finalmente, quando la zona sarà estirpata da quei miseri esserini buoni, fonderemo una nuova nazione sotto l’egida del male, che comanderemo noi, io e te! Moren me l’ ha promesso, è il mio premio per la dedizione e l’impegno con cui ho studiato in questi anni: se vinceremo, creeremo un regno tutto nostro! Però, davvero, ascoltami: lasciami combattere a piedi, me la caverò benissimo. Tu aspettami fuori dal campo, e quando tornerò, banchetteremo coi cadaveri dei nostri nemici! D’accordo?”
Bringham la guardò un attimo storto, contrariato, ma poi abbassò la testa.
“Grazie, amico mio, vedrai che andrà tutto bene!”


Il giorno dopo, Yellë si svegliò di buon ora nella sua stanza circolare, che si trovava nei sotterranei. Recitò alcune formule magiche ed evocò alcune armi, per esercitarsi e allenare la mente alla battaglia che si sarebbe svolta quel pomeriggio. Si vestì, indossando una corta tunica nera sopra i pantaloni aderenti, scuri come la pece, e una resistente cotta di maglia che lei stessa aveva stregato in modo da renderla pratica e leggera; prese il suo spadone, lo lucidò e lo affilò con la magia, pregustando già tutto il sangue che vi sarebbe scorso, bagnandole le mani; infine, infilò il lungo mantello nero, che la avvolse come una seconda pelle. Si guardò ai frammenti dello specchio che aveva distrutto più e più volte, ferendosi le nocche, ogniqualvolta era arrabbiata perché non riusciva a eseguire qualche magia. Il suo viso pallidissimo richiamava stranamente la luce che emanavano i suoi capelli elfici che, pur essendo stati maneggiati e rimodellati a lungo, fino a farli diventare rasta, mantenevano tutte le loro antiche caratteristiche. Disgustata da quel chiarore, Yellë si voltò, sapendo che non avrebbe potuto in alcun modo, al suo stadio di preparazione, modificare la sua natura.
“Ma quando diventerò un drow… allora sì che sarà tutto perfetto!”, disse tra sé, preparandosi ad uscire.


Yellë cavalcava alla testa della sua armata di demoni e orchi, in groppa al suo fedele Bringham, nero su nero.
“Ci siamo”, pensò, scorgendo un’altura davanti a sé.
Si voltò verso i suoi uomini, sventolando il suo vessillo, una bandiera nera contornata da piccole rune rosse recanti la sua iniziale.
“Ho poche cose da dirvi: dietro la collina che si erge davanti a noi, un’armata di elfi ci sta aspettando. Sono numerosi, è vero, ma cosa può la vile forza dei portatori di luce contro la squassante potenza del male? Distruggeteli, e tutta la regione sarà nostra! Distruggeteli, e violenze e saccheggi vi si offrono su un piatto d’argento! DIMOSTRATE LORO COSA PUÒ L’OSCURITÀ!”
Così detto, smontò da Bringham, dicendogli di aspettarla lì, e si unì all’orda dei suoi uomini, correndo verso il massacro.


imageGirata la collina, l’esercito infernale si trovò davanti un esiguo numero di elfi, schierati in perfetta formazione, comandati da un guerriero che, dalle insegne pompose e gli stemmi riccamente decorati, doveva essere di sangue regale.
“Uccideteli tutti!” gridò Yellë, dirigendosi verso quello che sembrava il re, “Ma lui lasciatelo a me!”. L’elfa si gettò nella mischia, tranciando arti e falciando teste col suo spadone, senza curarsi delle ferite che, a volte, qualcuno riusciva a infliggerle, fin ad arrivare a fronteggiare l0avversario che si era scelta. Si squadrarono per un po’, girandosi intorno a vicenda, lei nera e orgogliosa, lui luminoso e concentrato.
A un tratto, l’elfo sembrò impallidire, guardandola in volto.
“Non può essere”, balbettò “tu… tu…”
“Cosa blateri, codardo? E’ forse uno sporco trucco per distrarmi e colpirmi alle spalle?”
“No… Yellë…”
“Come fai a conoscere il mio nome?” chiese lei, sospettosa.
“Yellë, non mi riconosci?” gridò lui, col viso deformato dal dolore “Sono Aran, tuo padre!”
“Tu menti! Sei solo un misero patetico elfetto! Mio padre è il male, e mia madre è la violenza! Non meriti neppure di rivolgermi queste infide parole!” urlò e, con un solo colpo, gli tagliò la testa, affondando la spada nel suo caldo sangue di elfo.
Eppure… dopo averlo fatto, si sentì sfinita, come dopo aver eseguito magie per ore e ore; provava un forte mal di testa, e c’era qualcosa che, dentro di lei, le diceva di aver sbagliato, di aver sbagliato tutto…
La sensazione passò appena vide avvicinarsi un altro elfo, che trucidò senza pensarci troppo, rinvigorendosi e riprendendo a combattere, compiendo stragi.

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Il tramonto illuminava un campo rosso, non a causa dei raggi vermigli del sole, ma per l’enorme quantità di sangue che bagnava, ancora caldo, l’erba ormai rancida, che mai più sarebbe ricresciuta. Yellë vagava tra i cadaveri, al fianco di Bringham, che aveva ubbidito agli ordini dell’elfa e aveva aspettato ai margini della battaglia, piena di ferite, con la spada in mano, di tanto in tanto vibrando qualche colpo per finire gli eventuali sopravvissuti.

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Stranamente, i suoi passi la riportavano spesso al corpo del comandante di nome Aran.
Alla fine, non ne poté più, e si decise ad esaminare il cadavere senza testa. Indossava abiti magnifici sotto la resistente armatura, e le sue armi erano state finemente lavorate da artigiani che sapevano fare il loro mestiere egregiamente. In particolare, oltre alla spada sottile e affilata e all’arco che aveva a tracolla, la colpirono molto i due pugnali gemelli che l’elfo aveva nella cinta. Li sfilò, osservandoli da vicino. Erano squisitamente decorati sull’elsa con motivi vegetali, intricati disegni che si annodavano tra loro, semplici e al contempo complicatissimi.
Yellë rimase un po’, incantata, a fissarli, finché, vedendo che si stava facendo ardi, decise di tenerli, e li infilò dentro i pesanti stivali di pelle nera, al sicuro.
Dopo un’ultima ricognizione, si riunì al suo esercito, che quasi non aveva subito perdite, e ordinò ad alcuni soldati di dar fuoco ai corpi. Presto, un’enorme falò si innalzò, oscurando col suo fumo i boschi circostanti. Si volse verso i suoi uomini, inebriati ed eccitati all’odore acre della carne bruciata. “Avete ottenuto una grande vittoria, oggi… Ora ci accamperemo per qualche ora, dopodiché metteremo a ferro e fuoco questa regione!” Grida di giubilo si alzarono dalle sue schiere, subito, però, zittite dallo sguardo gelido dell’elfa, che spinse le creature a preparare l’accampamento.
Nel cuore della notte Yellë mobilitò il suo esercito, ordinando di rimettersi in sesto il più velocemente possibile.
“La notizia della strage non avrà sicuramente ancora raggiunto neanche la città più vicina. Se partiamo adesso, attaccheremo la città prendendola di sorpresa, e, prima che il sole sorga, sarà ridotta a un cumulo di macerie incenerite!”.
Meno di mezz’ora dopo, gli uomini erano pronti a seguire la loro comandante in sella al suo grande cavallo nero, e questa, incitando i suoi uomini a uccidere chiunque si trovasse, partì al galoppo, inoltrandosi nell’oscurità
Dopo un paio d’ore, e dopo aver incendiato un paio di case sparse e qualche boschetto, giunsero in vista della città.
“Bene”, disse ai suoi soldati, “dopo aver distrutto questa, la capitale del regno, non avremo più ostacoli alla conquista della regione. Datevi da fare!”
Udendola, i guerrieri scattarono in avanti, urlando, e arrivarono alle porte prima ancora che le sentinelle potessero dare l’allarme; poco dopo, i battenti erano stato scardinati da un ariete di fortuna, spinto da decine e decine di orchi. Così, un fiume nero di orchi e demoni si riversò all’interno della città. Dall’esterno, Yellë poteva cominciare a sentire le urla di terrore e di morte provenienti dagli abitanti indifesi.
“Che dici, andiamo a divertirci un po’?” chiese a Bringham, che nitrì con forza, partendo come un fulmine.
Appena entrarono in città, gridando e nitrendo, però, si accorsero che qualcosa di strano e di imprevisto stava accadendo. Ora le urla si erano pacate, e non si udivano nemmeno più i rumori della battaglia. Yellë fermò il cavallo, mettendolo al passo, preoccupata. Avanzarono ancora di qualche metro, guardinghi, tesi a cogliere il minimo rumore sospetto. Voltato un angolo, si trovarono in una grande piazza, di fronte a una scena tremenda: tutti i soldati dell’armata dell’elfa erano riversi a terra, immersi nel loro stesso sangue, mentre di fronte a lei, dall’altra parte della piazza, stava, immobile e silenzioso, un esercito luminoso, con le armi ancora sguainate e sporche di rosso.
Uno di loro si fece avanti.
“Non hai scampo, Yellë. Arrenditi, e non ti verrà fatto alcun male.”
Una smorfia di ribrezzo s formò sul volto dell’elfa, mentre il su petto si gonfiava per l’orgoglio.
“MAI!” urlò, spronando Bringham, incurante del pericolo che stavano correndo entrambi, sguainando la spada, pronta a morire piuttosto che cedere.

……….

Quando Yellë si risvegliò, provò, oltre a un martellante dolore alla testa, delle lancinanti fitte ai polsi e alle caviglie. Aprì gli occhi, rendendosi felicemente conto che era immersa nell’oscurità: almeno gli occhi non le avrebbero fatto male. Guardò in direzione del dolore, e vide che era strettamente incatenata a un muro, di fronte a delle sbarre,
“Dunque non sono morta”, pensò, infuriata per l’umiliazione subita, “dannazione! Ma me a pagheranno!”
Svenne, sfinita.


Si riprese dopo quelle che le parvero ore, con un unico pensiero che le rimbombava in testa: “Bringham! Bringham! Bringham!…”


Yellë sussultò, presa alla sprovvista dalla secchiata di acqua gelida che le era stata gettata addosso.
“Sveglia! La regina chiede di parlarti.”
“E chi è quella regina che è anche solo degna di pulirmi gli stivali?” gridò lei, sprezzante.
L’altro non le rispose, ma aprì la porta cigolante e sussurrò alcune parole a una figura incappucciata che neanche i malvagi occhi dell’elfa riuscirono a distinguere dalle tenebre.
Quando entrò, vide che i suoi contorni emanavano una strana luce lunare, che ferivano il volto di Yellë. Questa avrebbe voluto sbeffeggiarla, ma qualcosa le impediva di pronunciare insulti: sentiva che quella donna aveva qualcosa di speciale, che andava oltre il sangue reale, ma proveniva da altro, più profondo…
La regina si fermò di fronte a lei, abbassandosi il cappuccio.
Yellë rimase abbagliata dalla bellezza di quel viso: non aveva mai visto una carnagione così pallida eppure così buona; occhi così chiari e gentili, anche se, in quel momento, pieni di lacrime; espressione così tenera e, al contempo, triste. Credeva di essere diversissima da quella donna, e da tutti gli elfi luminosi, ma sentiva che qualcosa le accomunava, di assomigliarle, quasi.
L’elfa provò, per la priva volta dopo più di cento anni, un sentimento che credeva di aver dimenticato, o che credeva qualcuno avesse cancellato per sempre dalla sua vita: compassione.
Quando la regina parlò, dalle sue labbra rosse uscì una voce limpida e dolce, benché incrinata dal dolore: “Yellë… cosa ti è successo? Quale follia ti ha portato a compiere tutto ciò?”
Yellë non capiva: le sembrava di aver già sentito quella voce, e strane immagini colorate le si sovrapponevano nella mente, immagini che non ricordava, che non le appartenevano…
Era confusa, smarrita: com’era possibile che, dopo aver ucciso migliaia di elfi, una patetica appartenente alla loro razza la turbasse così?



“Yellë… apri il tuo cuore… tu sai chi sono, così come sapevi chi era il comandante delle nostre truppe che hai assassinato ieri. Io sono Seried, tua madre, e ieri tu hai distrutto l’avanguardia dell’esercito di tuo padre, che si era offerto volontariamente per comandare i suoi uomini nel massacro, fino all’ultimo, per distrarti mentre il vero esercito si ammassava qui… Tu hai ucciso tuo padre, Yellë… e se non mi riconosci, presto anch’io morirò di dolore…”
Forse furono gli occhi di lei, che imploravano in silenzio, o forse furono le sue parole, a far sentire a Yellë una sensazione sconosciuta… calore, che scioglieva, pian piano, la dura corazza di ghiaccio che avvolgeva il corpo, e il cuore, dell’elfa…
“No! Lasciami stare! Io… sono uno stregone malvagio… presto diventerò un drow… Non riuscirai a irretirmi con le tue parole…”
“Ti prego, figlia mia, apri gli occhi!”
“Vattene! Solo Moren può darmi degli ordini, e ancora per poco!” gridò, con gli ultimi residui di voce che le rimanevano, prima di svenire, esausta.


Quando si risvegliò, notò con piacere che non era più legata, e che, addirittura, la porta della cella era aperta.
Oltrepassò la porta, meravigliandosi sempre più della stoltezza degli elfi, vedendo che, appese fuori, c’erano le sue armi, intatte. Infilò i pugnali negli stivali ma tenne in mano la spada, pronta ad aggredire chiunque le sbarrasse la fuga.
“Io non lo farei, se fossi in te.”
Si voltò di scatto, con le narici dilatate e frementi, in guardia.
Era un elfo molto alto, con profondi occhi blu che la guardavano, sprezzanti, dall’alto di un viso pallido incorniciato da lunghi capelli biondi e lisci.
Senza preavviso, Yellë lo caricò, menando un fendente con tutta la forza che aveva in corpo. Quello, con una sola torsione del busto, lo schivò, e tirò un pugno in piena faccia all’elfa, che si era appena voltata. Schiumante rabbia, cieca dalla voglia di vendicare l’orgoglio ferito, lei si avventò di nuovo contro l’elfo che, con calma e tranquillità sornione, evitò tutti i suoi colpi. Alla fine, con un solo sguardo, disarmò la sua avversaria, che si ritrovò inerme, con la sola forza dell’onore a sostenerla.

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“Cosa vuoi anche tu? Cosa volete tutti? Se volete uccidermi, fatelo senza tanti preamboli, altrimenti lasciatemi andare!”
“Non vogliamo ucciderti. Noi, al contrario di come hai imparato a ragionare tu, offriamo a tutti una seconda possibilità, anche quando hanno commesso crimini ignobili come i tuoi. Per ora, voglio solo farti ragionare e riflettere. Seried, la nostra regina, stanotte è morta per il dolore di aver perso, in un solo giorno, il marito e la figlia.”
“Non mi interessa! Non voglio avere niente a che fare con voi patetici, vili…”
“Dici che non ti interessa, ma la tua voce trema mentre parli; ci chiami vili, ma i tuoi occhi vagano per la stanza alla ricerca di una via di fuga. Fuga da cosa, poi? Dal tuo passato, Yellë, che non vuoi, con tutta l’anima, ricordare. Ti sei convinta, con l’aiuto di un libro di incantesimi e di un demone maledetto, che per ottenere una cosa basta prenderla con la forza; ti sei inebriata di false promesse e formule magiche, certa che un pugno di parole messe in fila in un certo ordine realizzano qualunque desiderio. E’ vero, la magia è utile, ma il suo vero scopo, in realtà, è far comprendere a chi la usa la necessità e la bellezza di non usarla. Ora la userò, sì, per attuare la condanna che ti è stata riservata.”
“Bene! Almeno mi ucciderete e la faremo finita! Ma non sperate che io vi conceda alcuna soddisfazione! Morirò con onore, e il mio nome sarà ricordato tra coloro che non si piegarono a niente!”
“La condanna che ti spetta non è la morte. Al contrario, è la vita… una nuova vita, nella quale ricomincerai dall’inizio, consapevole di entrambe le vite che hai già vissuto.”
“Mi… mi farai passare dalla parte del bene, costringendomi con la tua sporca magia?”
“Non ti costringerò a fare niente. Quello che farai, sarà di tua spontanea volontà.”
“Mi toglierai i poteri?”
“Si”
“Non potrò mai diventare uno stregone, allora?”
“No”
“Ma perché, perché non mi uccidi? Sarebbe tutto più facile…”
“Lo vedi che qualche cambiamento ha già cominciato a prendere piede in te? Prima non ti saresti mai abbassata a dire una cosa dl genere, e ora vuoi farla finita, tramite la strada più facile. Non è vigliaccheria, questa? Non vogliamo ucciderti, Yellë, perché la morte non servirebbe a farti capire dove hai sbagliato. E’ per questo che, dopo aver ricordato tutto, ti allenerai come ninja, e ti trasferirai in una città, crocevia di popoli e razze, sviluppata intorno al dibattito e al confronto-scontro tra i cittadini che si dedicano al bene e quelli che si dedicano al male. Ti arruolerai nel clan foriero del bene, e lì svolgerai, insieme ai tuoi futuri compagni, le missioni che ti verranno affidate. Se riuscirai a superare la prova, a non tornare dalla parte del male, ma a impegnarti affinché il bene, che così a lungo hai rinnegato, e che continui a rinnegare, trionfi, troverai, finalmente, la pace che hai sempre sognato, e che, per quanto tu lo possa negare, non hai trovato neanche quando militavi sotto le insegne nere di Moren. Man mano che dimostrerai di aver capito la lezione, ti verrà concesso di utilizzare alcune magie. La prima che ti sarà permesso di usare, fin dall’inizio, sarà l’abilità di trasformarti in un oggetto, o una persona, che si trovi nei tuoi pressi”
“No! Trasformarsi, e nascondersi, è da vigliacchi! Preferirei morire, sopraffatta da decine di guerrieri, piuttosto che ricorrere a simili espedienti!”
“Purtroppo l’orgoglio è una delle poche cose di cui non posso privarti, neppure con la magia… ma forse è meglio così: essere schiava del tuo orgoglio potrà aiutarti ad odiarlo, benché tu lo odi e lo ami già adesso. Esso è il tuo padrone, che tu lo voglia o no: è lui che ti comanda, che ti spinge a fare quello che fai, a dire quello che dici. E’ una caratteristica molto strana, questa: meno ne si ha, più lo si disprezza; più ne si ha, più si pensa che sia la cosa migliore in assoluto. E sia: l’orgoglio sarà il tuo marchio, e la tua maledizione. Milioni di volte desidererai non averlo, e non potrai sbarazzartene. Oltre a ciò, potrai tenere le tue armi, più tutte le altre che imparerai ad usare; potrai rivedere Bringham, che in questo momento è al sicuro con i nostri stallieri, e portarlo in giro con te; inoltre, ti rimarranno i capelli pettinati in questo modo, e siano essi un monito e un ricordo del tuo sbaglio. Preparati: questa è l’ultima volta che esisti senza ricordarti quello che, in realtà, sei.”
L’elfo le si avvicinò.
Yellë avrebbe voluto spostarsi, ma una forza invisibile la bloccava sul posto, impedendole qualunque movimento.
Le appoggiò le mani sul capo, chiudendo gli occhi e sussurrando alcune parole in lingua elfica, che tuttavia l’elfa non riuscì a comprendere.
Yellë si preparò, aggrappandosi all’immagine del suo cavallo sano e salvo lì da qualche parte…
Poi, la sensazione fu quella di un pugno, fortissimo, il più forte che avesse mai ricevuto, allo stomaco.
E poi immagini, immagini, che scorrevano a ritmi vertiginosi nella sua ente, illuminandola di comprensione, e del dolore che essa provocava.
“Madre… padre… che cosa ho fatto...” furono gli unici suoni che riuscì a emettere, prima di crollare al suolo.

……….

Il ninja uscì dal palazzo, vestito di abiti comodi e semplici, in groppa al suo grande cavallo nero.
Si voltò solo una volta, per salutare, con un ceno del capo, un elfo silenzioso che si stagliava, contro la luce vermiglia del tramonto, in cima a una scalinata.
Cosa le avrebbe riservato il futuro, una volta arrivata in questa nuova città?
Avrebbe resistito all’impeto, al fuoco che ancora covava dentro di lei, pronto ad esplodere, con tutte le sue nefaste conseguenze, alla prima sfregatura?
“Clan Sorya… chissà, Bringham, cosa scopriremo, chi incontreremo…”
E si allontanò, al passo, in direzione del sole che tramontava, senza più voltarsi verso quella che, un tempo, era stata la sua dimora.

Edited by Yelle - 10/4/2009, 18:45
 
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view post Posted on 28/3/2006, 14:09




OOOOOk... convalidata...

Se ti va mettici qualche img...

cmq... fai l'arrivo al clan e poi... vieni direttamente alle presentazioni generali... così conosci gli altri..



ah... te fo il conto in banca... poi linkalo nella scheda...

Edited by White_Light - 28/3/2006, 15:10
 
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Yelle
view post Posted on 28/3/2006, 14:12




1° domanda: dove devo farlo l'arrivo al clan?

2° domanda: come cavolo faccio a inserire un'immagine abbastanza grossa che ho nei miei file?

3° domanda: come faccio a linkare il conto in banca?

Grazie per la disponibilità....

Edited by Yelle - 28/3/2006, 15:13
 
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view post Posted on 28/3/2006, 14:19




allora... arrivo al clan in ARRIVO AL CLAN SORYA

immagine linkabile da internet...

a linkare il conto in banca pigi http// dove scrivi la scheda (modificala) e metti come link quello che tra poco te scrivo...

https://asgradel-gdr.forumcommunity.net/?t=2846311


Edited by White_Light - 28/3/2006, 15:20
 
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Yelle
view post Posted on 28/3/2006, 16:43




Ti ringrazio molto milady
 
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Yelle
view post Posted on 27/6/2006, 18:30




Aggiunte immagini (finalmente ce l'ho fatta!).
Ora mi manca solo quella della madre...
 
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Yelle
view post Posted on 10/11/2006, 16:23




aggiunta la seconda abilità per l'energia verde
 
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view post Posted on 10/11/2006, 18:12
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And...bla..Bla..BLA
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uhm....direi che va bene^^
 
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Yelle
view post Posted on 20/11/2006, 16:58




Aggiunto il dominio
 
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view post Posted on 21/11/2006, 17:09
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Convalida secondo il nuovo regolamento ~

Convalidata^^
 
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Yelle
view post Posted on 24/11/2006, 17:49




Modificata la parte dell'energia con le percentuali^^
 
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view post Posted on 25/11/2006, 11:27
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Convalidata de nuevo^^(che ripetizione-.-)
 
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†Elidarth†
view post Posted on 25/11/2006, 12:22




Pardon se mi intrometto, ma secondo nuovo regolamento il costo "elevato" è stato cancellato!
C'è quindi da modificare il costo della seconda abilità :si:

elevato-->immenso

Ciau^^
 
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Yelle
view post Posted on 25/11/2006, 19:47




Ooops... ^^''
Modificata l'abilità...
 
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†Elidarth†
view post Posted on 25/11/2006, 20:28




Xd ok.. ma già che c'eri potevi mettere tutto un costo più basso :P..

Cancella pure XDD ciau
 
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48 replies since 27/3/2006, 15:55   3132 views
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