Neve. Che bello, dicono Tutti. Che merda, dico Io.
Perché quando fuori fanno -3 gradi e stai camminando in una foresta buia e umida, l’ultima cosa che vuoi sentire è la neve. Fottutissima neve. Ad ogni passo, mi brucia i polpastrelli come se stessi camminando su una piastra bollente. E quando scende sul mio naso, tutto un brivido mi scuote da capo a coda e a stento evito di starnutire. Che tempo da lupi, si usa dire. Ma chi è il mona che ha inventato questa frase? Preferirei starmene al calduccio. E già, la bianca che plana dal cielo si può gustare solo quando si è dentro a delle spesse mura e si guardano i suoi volteggi appannando il vetro con il fiato caldo. E poi, sai qual è la cosa più stupida? La neve non ha odore. Mi fa innervosire questo fatto. Non è come nulla al mondo: questa strana materia biancastra e fredda non sa da niente. Nessuna storia, nessun profumo, nessun trascorso. E’ soltanto fredda. E umida. Fine.
Non come il bosco… il suo odore mi pervade, si inserisce sotto alla pelle pelo e si aggrappa con tutte le sue forze, quasi a volermi trattenere. La prima cosa che sentiresti, anche avendo un naso normale, sarebbe l’odore di foglie bagnate e questo senso d’umido in generale. Sei un umano, no? Non so ancora perché mi stai seguendo. Evidentemente una bestia nera di quasi 80 kili e lunga 140 centimetri per 80 è la cosa più eccitante che tu abbia visto qui intorno. C’è qualcosa di molto più bello, invece: questo odore di funghi bagnati, che serpeggia sul terreno, il tonico muschio sui tronchi dei larici, le foglie, quelle che sono rimaste, resina, castagne e nocciole, e molto altro… il bosco è un mistero anche per me.
Alzo di scatto il viso, puntandolo davanti, a nord. Il mio naso freme. Fremo di rimando. Cibo. Odore di cibo, prima di tutto. Ma da qua si possono vedere anche le luci… C’è una città. Ristoro e Calore. C’è odore di gente, di festa. Odore di buono. E inizio a correre… corro come mai. Le mie zampe scivolano via rapide, come calamite opposte appena toccano il terreno vengono proiettate avanti, sempre più veloci. Una nuvoletta di vapore esce dall’angolo della mia bocca, come lo sbuffo di fumo di una locomotiva, e si condensa rapidamente mentre già la supero. Sono una grossa macchia nera, che solca un’immensa pianura bianca, lasciandosi alle spalle il bosco. Sono veloce, sono forte. Sono un lupo. Mi mangio il terreno a grandi falcate, avvicinandomi sempre di più a quelle piccole mura… Eccitato, non sento più il freddo e la fatica. Ansimo nella notte. Nuovi odori si aprono a me, facendomi passare fra di loro e sfiorandomi con le loro vesti. Carne Vino Miele Liquori Dolci Legna bruciata Profumi da donna… festa. E’ una festa. E da qui si sentono anche i suoni… c’è un orchestra, ballano. C’è un piacevole frastuono d’allegria, ubriachezza e calore. La città vive, combatte così l’inverno.
Un muro mi si para davanti… tre, quattro metri? E’ piccolo. Supero o butto giù? Non c’è nessuno. Lo supero. E’ così semplice. Facile. Appagante. E mi libro in volo. Salto oltre il muro, distendo il mio corpo che lo attraversa, mentre il mio pelo è appiattito e modulato dal vento freddo invernale. Atterro con le zampe unghiate girandomi bruscamente, continuo ad avanzare sul terreno gelido sbandando di lato. Sono troppo veloce. Ma mi fermo, lasciando un solco sulla neve. Sono dentro. Fa già meno freddo…
Sospiro sereno, incamminandomi verso il rumore. La mia ombra passa sopra al muro giallastro di un edificio, striscia sui mattoni, si gonfia, trema, si alza in verticale ed esplode in qualcosa di più grande con la semplicità di un soffio leggero… non sono più un lupo. Mi sistemo il colletto di pelo bianco con le mani, le mie dita lo lisciano e con un lento scatto lo tirano avanti, provando ad incrociarlo sotto al mento. Mi stupisco sempre della mia altezza e di come cambino i punti di vista da una forma all’altra… è tutta un’altra città. I miei occhi passano rapidi, fugaci, in cerca di una direzione sicura per il centro del borgo, da dove proviene l’odore confuso e pieghettato di tutti i cibi e le persone. Là, avanti a destra. Un onda fragorosa di voci, strepiti e urla mi accoglie, una raffica di odori mi sorprende al varco… quasi mi stordisce. Non amo i luoghi con troppa gente… più che altro, non amo la gente.
-Il cibo è gratis, ma l’offerta è di due soldi…- decreta una grassa e becera signora, con un porro sul mento. Donna di casa, giro vita e giro seno molto ampio, costituzione robusta, maglione rosso. Troppo peso sulle gambe, troppo sangue raccolto nelle vene delle articolazioni inferiori, probabile che al prossimo viaggio al pozzo, magari con questo freddo, il grumo di sangue le spaccherà il cervello… troppo tempo passato in casa a fare tortellini o pasticci di carne, troppo tempo rigida in piedi senza muoversi. Si sente, basta annusare. -Fa freddo, eh..?- dice la mia voce, guardando il bancone mentre sfilo un sacchetto di tela ruvida e ne estraggo due monete, posandole sul banco con un unico tintinnio sordo. Gli occhi mi si arrossano, le piccole vene aumentano la loro portata, quando la donna apre un cassetto gonfio di denaro e ripone i miei soldi. Non posso fare a meno di guardare dall’alto in basso, con odio, questa massa piatta e luccicante. Fanno affari d’oro, con la scusa del “tutto gratis”. Che poi, se si paga lo stesso, che razza di “gratis” è?
Mi mordo l’indice, e con una torsione del polso strappo via il guanto in pelle che copriva la mia mano per prendere un bicchiere bollente riempito con del liquido odoroso, vino molto probabilmente. Fiammelle leggere d’acqua di rose e fiori di campo volteggiano dietro di me, riesco a sentirle, accompagnate da abbondanti e muscolose dosi di dopobarba e leggero sudore ascellare, giovani donne e sedicenti braccianti che ballano fra loro, seguite dalla musica di un gruppo di musicanti più in fondo. Tutta la piazza è un arcobaleno di odori dalle tinte autunnali, che combatte il freddo dell’inverno con il cibo caldo e i balli luminosi. Risate. Passi veloci. Tutto ciò mi rallegra, ma c’è troppa musica, troppi odori, troppa confusione… Devo trovare un posto per passare la notte. Meglio andarmene via, assieme al mio vin brulè.
~ ~ ~
…i rumori della festa sono ormai tenui, ridotti di intensità e tremolanti come la fiamma di una candela al vento. Non ci sono quasi più odori, vicino a queste mura altissime. E’ un castello, si vedeva dalla piazza. Magari mi daranno ospitalità, magari qualcuno verrà ad aprirmi, giusto per questa notte…
Alzo gli occhi alla luna, coperta da una spessa coltre di nubi argentate. Questa sera non dovrebbe uscire. Meglio così, preferisco evitare di fare una strage in ogni paesino che incontro. Le mie dita fredde hanno già estratto fuori qualcosa dal cappotto, qualcosa di liscio, scanalato da un lato, ruvido e rettangolare. Un’armonica a bocca, rossa come il sangue ma ormai macchiata dalla ruggine, che viene accostata alle mie labbra, senza guanti. Soffio, mentre le mie mani si muovono.
Una musica soave si spande nell’aria, volteggiando nel cielo scuro. Una ninnananna per la luna, che stanotte resti a dormire. Un avviso per i guardiani, perché qualcuno venga ad aprirmi.
†iF oN a WiNtErS NiGhT... ThE bEaUtY aNd ThE bEaSt ~
E’ come voler nascondere una candela accesa in un pagliaio. Un profumo così non passa inosservato, per quanto sia coperto dagli altri. …e, prima o poi, emerge.
Sorrido alla notte, mettendo via l’armonica nella tasca interna all’altezza del cuore. E’ proprio un bel profumo… possibile che appartenga a questa plebaglia paglia-e-fieno? Le mie narici si dilatano e si contraggono velocemente, cercando di carpire più sfumature possibili dell’odore che mi sta raggiungendo. Non sento ancora i suoi passi, si muove leggero, sembra davvero che sia solo un odore… ma un odore di che?
…femmina. E’ femminile, ma con qualcosa in più. Chiudo gli occhi, lasciando che questo vortice indistinto entri dentro di me, assieme all’aria fredda e scura. E sorrido ancora… non mi sarei mai aspettato di trovare un odore così in questo paese. Così orientale e caldo al tempo stesso. Così strano, ma… piacevole?
“Benvenuto, straniero, posso esserti d’aiuto in qualche modo?”
Mi volto con le labbra leggermente sollevate in un sorriso tranquillo, una perfetta imitazione di come dovrei comportarmi con tutti quelli che incontro. Ma questa non è un persona normale, l’avevo già capito. Anche lei sta provando a camuffarsi, ad ingannare. Gioca a fare l’innocente… ma quale innocente ragazza di campagna chiederebbe aiuto a un tale che sta suonando un’armonica ritto davanti al portone di un castello? La guardo, sorridendo cortese. Certo che mi può aiutare. Benvenuto, ha detto… benvenuto alla città? Tsk, escluso. Benvenuto a cosa? Impercettibili, le mie narici vibrano, cercando altri particolari… che trovo all’istante: oro. Oro quasi dappertutto: un anello alla mano, una catena al collo, che mandano entrambi un tenue bagliore. Di certo non sono gioielli che si può procurare la figlia di un paesano. Nobile? Regina? Puttana? Abita nel castello? C’è oro in mezzo ai capelli, oro dentro al mantello rosso scuro… quali altri segreti nasconde questa veste? Il mio sguardo indaga questa figura ambigua, soffermandosi pochi istanti per una visione generale. Ma se lei sapesse cosa nascondo io, sotto queste maniche… probabilmente scapperebbe. Non è vero…? Non è vero, signorina…?
Freddo. Mi irrigidisco all’istante, immobile. Ogni muscolo è in tensione, stranamente contratto. Ma non posso fare a meno di distogliere lo sguardo da questi occhi luminosi. Mi fissa così intensamente, sembra che riesca a vederci attraverso. E le sue iridi scintillano, come le zanne di un predatore felino alla luce della luna. Risplendono, delle stesse tonalità smeraldo grigiastro che hanno le scaglie di un serpente. Attirano, come una limpida fonte di montagna fa col viaggiatore assetato. Questa ragazza è pericolosa. Il suo odore e i suoi occhi parlano per lei… Chiudo la bocca, che si era dischiusa per pochi millimetri, riacquisto la fierezza che avevo perso durante questi attimi, e parlo con il tono di voce più affabile e tranquillo possibile.
-Senz’altro, sono arrivato adesso e mi servirebbe un posto per dormire. Una come lei sa certamente dove posso trovare un letto…
Una come lei… quali altri odori nasconde? Quali altri odori possiede e ha posseduto? …chi è?
†iF oN a WiNtErS NiGhT... ThE pOoR bEaUtY aNd tHe bEaSt GuY~
Sovrano.
Un flash nel buio, occhi che si spalancano spettatori di un passato non più presente. Sovrano e cavalli e polvere e stendardi e fremiti e mani che si chiudono per proteggere e parole e parole e parole ascoltate dietro ad una porta chiusa e urla e onore e qualcosa per cui vale la pena morire e sangue e foglie secche e umidi sentieri e altalena e capelli ramati al vento e fredda pietra e metallo e siringhe e onore per cui non vale la pena di fare niente e vendersi per la salvezza e urla e lacrime e pugni stretti e vittoria e dolore e sconfitta e… tutto questo… per volere di qualcuno più in alto di noi?
Le mie nocche si fanno pallide, le mie unghie si conficcano nel palmo delle mani. Il mio respiro è frastagliato, spezzato. Sovrano… come può questo fantomatico re rifiutare di dare ospitalità a un viaggiatore a meno che esso non gli giuri fedeltà? Fedeltà a una persona che non si conosce nemmeno? Fedeltà a un despota invisibile?
E questa ragazza sinuosa, questa dama scarlatta dagli occhi magnetici, non è altro che una sua serva. Profumi di lusso, vesti di seta, gioielli in oro… i compensi di nottate passate a scaldare le sue stanche membra? Mi sento avvolgere dalla sua voce, dal suo odore, mani sinuose che percorrono il mio corpo, fasce eteree che mi stringono a lei. Lei mi guarda, sorride invitante e maliziosa, è convinta del suo potere ed è ancora più convinta di cosa sta facendo. Ed ecco che anche gli odori più reconditi mi appaiono... i petali di questa rosa non sono tutti di sua proprietà. Sopra al suo corpo ci sono odori di altre persone. Indistinti, sbiaditi col tempo e cancellati forse anche dal ricordo, troppi corpi si sono sovrapposti e troppe storie si sono unite, annullandosi a vicenda.
Non posso fare a meno di sorridere. Forse i miei canini risultano sgradevoli alla vista, così accuminati e lucenti. Forse può fraintendere la mia smorfia... passione? Complicità? Malizia? No. Compassione.
Povera signorina dal profumo di rosa… credi che basti un sorriso? Credi che basti un bel corpo? Nulla potrà dominare l’uomo libero se non lui stesso. E, se non te ne fossi accorta, non sono un tipo qualunque. Non faccio parte della schiera di uomini che brama di possederti. Io… non voglio possedere nulla, e nemmeno essere posseduto. Ma forse tu non lo capisci, signorina dagli occhi di smeraldo, non hai mai capito la vera libertà. Essere al di sopra degli altri non vuol dire essere liberi, tendere i fili delle proprie marionette fin dove arriva la vista non vuol dire che tu non abbia dei fili dietro alla schiena, dove non puoi vedere. Siamo vicini, posso sentirla respirare. Posso immergermi nei suoi occhi.
-Non credevo che bisognasse giurare fedeltà per riposarsi dentro queste mura… ma soprattutto, non avrei mai creduto che lei fosse sotto il controllo di qualcuno. Chi sarà mai questo re, capace di negare ospitalità a uno stanco viaggiatore e, soprattutto, capace di averti al suo servizio?
I cancelli erano una buona posizione. Da lì si poteva godere di una magnifica vista lungo tutto l'arco della giornata; da quando il sole saliva da dietro le colline in lontananza a est fino al momento in cui calava oltre i boschi ad ovest. La posizione perfetta. Qualsiasi architetto avrebbe pagato a peso d'oro la collina sulla quale era stato edificato il castello. Dai portoni, poi, poteva godere dell'arrivo di tutti i volenterosi avventurieri che, ogni giorno, si scagliavano contro le sue porte. Li vedeva sempre. Solo quella volta non riuscì ad esimersi dal pronunciarsi.
« Il mio palazzo, Dalys. »
Sorrise, salutando con la mano sia lei che il cagnolino poco più distante. Strinse le labbra così che schioccassero, riaprendole nella seguente lenta nenia.
« Big brother is watchin' yoou~~ <3 »
Poggiò una spalla allo stipite dei cancelli, lasciandosi sfuggire un sorriso.
« Continuate pure, non era mia intenzione interrompervi. »
†iF oN a WiNtErS NiGhT... ThE pOoR bEaUtY , tHe bEaSt GuY ...aNd ThE iNnOcEnT (?) "kInG"~
Potrebbe saltarmi addosso da un momento all’altro. Sfoderare le sue armi e puntare alla gola, dove la carne offrirebbe vana difesa al suo assalto. Vuole più di ogni cosa levarmi quel sorriso irriverente dalla bocca, anche strappandomela. Vuole farmi male. Vuole provare a farmi male. Glielo si legge negli occhi, più metallici e scintillanti che mai…
Bisogna temere una ragazza che gira con un mantello scarlatto, che indossa il rosso in tutte le sue forme. Chi è capace di indossare delle simili vesti e andare per la città con questa naturalezza, è capace di tutto. Bisogna temere gli uomini che azzardano, che rompono la normalità con i loro gesti e i loro modi. E ancor più le donne, specialmente una rosa così profumata e irta di spine.
“Forse un Re molto ricco. Forse un Re molto pericoloso. O un Re molto saggio: le migliori armi è sempre meglio averle nel proprio palazzo. Ora giura, straniero, o ti mostrerò un giochino caldo, un giochino che ti piacerà”.
Brividi, brividi di piacere. Come si sta scaldando, la serata! La neve ha smesso di cadere, come se la tensione fra i nostri corpi, che ribollono nel profondo, potesse condizionare il clima. Ma, a differenza delle sue parole, la voce della ragazza non cambia di una virgola… che per lei questo sia così normale? E’ così importante giurare al suo re? Questo re ricco, pericoloso e saggio? O forse l’ho offesa con le mie parole: inconsciamente devo aver gettato sale nella carne viva del suo animo? Una persona non nasce così, la potenza dei colpi ricevuti in passato ne forgia il carattere, rende resistente e imperscrutabile lo specchio delle sue emozioni. Mi piacerebbe approfondire la conoscenza con questa ragazza, il suo profumo mi affascina. Ma forse è solo perché lei è diversa, forse è solo perché non mi conosce abbastanza.
Ma lei vuole giocare, vuole spostare da un’altra parte l’incontro: sul piano fisico? Si crede così forte? Illusa. Mi dispiacerebbe ucciderla… “Una giovane ragazza, presumibilmente puttana d’alto borgo nonché concubina del nostro amato re, è stata rinvenuta priva di vita davanti alle mura del castello, riversa su di un manto di neve resa rossa dal suo stesso sangue. Chi volesse rivendicare il corpo per le dovute esequie funebri, amici parenti o anche gli interessati per approfittarne finche è ancora caldo, sono pregati di recarsi all’ufficio adibito vicino al comune municipale.”
Risi sguaiatamente, una probabile fine per la ragazzina dalla mantellina rossa che voleva giocare col lupo, come una vecchia fiaba… ma non uscì alcun suono. Niente risata. Qualcosa mi aveva bloccato. Qualcosa di leggero e sottile, che si era infilato nelle mie narici. E, per la seconda volta in questa serata, mi sorprendo di essermi stupito. Rimango immobile di fronte a lei, dando le spalle alle mura, annusando la notte.
La prima cosa che capisco è che un vago velo di cioccolato serpeggia per l’etere, una leggera brezza di odore dolce e delicato. La seconda è che questo velo mi fa venire i brividi, questo odore così lieve è inquietante. Strano, perchè non sono mai scappato urlante alla vista di una barretta di cioccolato. E invece sono preoccupato, come se stesse per succedere qualcosa. Ma non c’è solo questo odore, ce ne sono molti di più… tutti che danno una sensazione di discreta pulizia, senza far emergere nulla di evidente. Non come la ragazza che ho di fronte, che con il suo profumo prova già a inebriarmi totalmente, a rendermi schiavo prima del suo spettro che del suo corpo. Questi odori non sono nulla di speciale, eppure… sento che un brivido mi percorre la schiena, all’altezza delle scapole.
Prima che possa voltarmi, una voce mi fredda all’istante.
« Il mio palazzo, Dalys. »
Precisa il ragazzo. Perché la voce appartiene a un giovane uomo, poco distante da noi. Lui è la fonte di quegli odori… lui è il re. Ho un’espressione davvero idiota sulla faccia: i miei occhi sono spalancati, la bocca è leggermente aperta e credo che quella cosa umida e liscia che mi sta scendendo all’altezza della tempia sia una grossa goccia di sudore. Anormale, con questa temperatura. Ma anche lui non è che sia molto nella norma… Non me lo immaginavo così, come aspetto fisico e come età: avrà si e no qualche anno in più di me! I re sono vecchi, hanno la barba folta, gli occhi malvagi, sono pieni di gioielli e altre carabattole! I re non vengono a fare i soldatini davanti al portone della propria magione, esponendosi al pericolo! I re sono degli uomini compassati che per forza ereditaria o gratuita brama di potere accumulano denaro, terre e servitori e posano i loro fili su chiunque capiti loro a tiro, per il proprio interesse! I re sono fiacchi, vestono mantelli lussuosi su cui sotto ci sono pettorine di metallo, le loro membra sono sviluppate solo nelle zone adiacenti ai bicipiti e al bacino, frutto di sforzi lussuriosi, e non sono così giovani! I re hanno iridi scure, avide e contratte, pronte a ghermire qualunque cosa vedano! E poi, questo…
« Big brother is watchin' yoou~~ <3 »
…è allegro. Penso che la simpatica gocciolina azzurra abbia raggiunto le dimensioni dell’unghia d’un pollice, nella sua lentissima traversata verso il suolo. Un re non è capace di un’allegria così modesta, di un sorriso così lindo, di un portamento così... assente. Non riesco a trovare nulla di regale in lui, non riesco a trovare nessun punto di riferimento per focalizzare il mio odio. Eppure mi inquieta, il suo aspetto mingherlino riesce comunque a mettermi in allerta. Forse sono solo questi grandi occhi azzurri, questi capelli neri ben curati. Shampoo? E’ questo l’odore delicato che sento? I miei capelli sono lunghi e stopposi, piegati come rampicanti sopra la mia fronte in spesse ciocche malleabili perché lievemente unte, tutto il contrario dei suoi.
« Continuate pure, non era mia intenzione interrompervi. »
Giusto, continuiamo pure! E allora perché non lasciare da parte per un attimo quel reuccio così discreto e giocherellone, e concentrarci su questa preda più invitante e maliziosa? Meglio lei che il re, meglio il calore che il freddo. Ma anche se gli do le spalle, sono comunque preoccupato… Ci sta guardando. E’ ancora lì, lo sento. Come può essere re un tipo così? Qual è il motivo di questa soggezione? Forse mi sbaglio, forse è solo una mia impressione, mi sono fatto tutte queste idee perché non riesco ad accettare che un re sia così giovane e con questo aspetto.
Mi volto ancora a guardarlo, dritto negli occhi, per cercare una conferma della mia ipotesi. E la notte non mi è mai parsa più buia. Illuminata solo dal suo sorriso. Panico. Un caos immobile mi pervade. Non so cosa stia succedendo, non so perché in questa città vi abitino simili elementi, ma di una cosa sono certo:
Brucerò le tenebre, metterò in fuga la paura. E mi aiuterà lei. Scongelerò il mio corpo con il fuoco della passione, dell’adrenalina, con il calore del sangue.
-Fa piuttosto freddo… riscaldiamoci un po’, giochiamo assieme.-
Sorrido invitante. Falsa sicurezza, come se quello dietro di me non ci fosse. Quello, perchè ormai il fatto che sia un re è passato in secondo piano, visto che le mie teorie sulla loro fisionomia sono andate a puttane si sono infrante.
-Su, fai bella figura davanti al tuo Re… e forse giurerò.-
Qualsiasi cosa, andiamo pure avanti a fare lo sbruffone, aizziamo la signorina dal mantello rosso, mostriamo disinteresse verso il re. Qualsiasi cosa, o mi congelo sul posto. Non importa più avere un letto, entrare in queste mura è irrilevante. Mi basta solo scacciare questa tensione dalla mente, questo freddo dal corpo, e per farlo occorre solo dare il via al gioco.
Danza di Salomè ~ Nobile, affascinante, nei suoi occhi risplende una maliziosa e cupa attrattiva. La musica, la danza paiono aderire alla sua pelle, rendere i suoi movimenti ancora più sinuosi. La danza scorre nel suo sangue, soffia sulla brace latente nel suo cuore, come vento scuote i suoi capelli, lucide ali corvine di morte. E' il sangue che la invita a fargli da dama, ma l'amore a condurla, prendendola dolcemente per mano. Sacerdotessa di un'arte selvaggia e bellissima, si insinua nei pensieri dell'uomo al ritmo sussurrante del proprio passo, del proprio tiepido tocco. ogni battaglia vede lo spettacolo del suo muto danzare e gli dei, o gli inferi, ammirati dalle sue letali movenze, le hanno donato il proprio favore. Basterà un consumo pari a Medio perchè possa sottrarsi a qualsiasi legge fisica riguardante la velocità. Non conta più la sua rapidità, perchè ogni suo movimento è perduto in un frammento di tempo, singolo eppure eterno. Questo potere, questo dono, diventa però un'arma a doppio taglio. Tutte le altre tecniche legate alla danza potranno attivarsi solo se questa è già stata uttilizzata, poichè i divini spettatori vogliono poter legare a sè il segreto della sua grazia. La tecnica non ha limiti di tempo purchè Dalys continui a muoversi danzando. Se si dovesse fermare per qualsiasi motivo la tecnica dovrà essere attivata di nuovo.
Intimità ~ Dalys è una giovane donna affascinante. Lo sa, è l'unica arma che le è rimasta. Ciò che l'ha rovinata una volta può ora portarla alla vittoria. Quando la incontrano, quando vedono i suoi occhi grigio verdi ombreggiati dalle lunghe ciglia scure, pochi uomini restano indifferenti. E se hanno la fortuna di vedere il suo corpo muoversi, sinuoso e sensuale, a fatica distoglieranno lo sguardo. Poseranno gli occhi nei suoi, impenetrabili come l'acciaio, avvolgenti come la seta. E lei vedrà: leggerà le loro immediate emozioni, i loro desideri, tutto ciò che in quel momento si affaccia alla loro mente. Come attraverso un libro apertò leggerà di loro attraverso i meandri bui della coscienza. Condizione necessaria è il contatto visivo con l'uomo che subirà il suo fascino. [Passiva] Ma fate attenzione, perchè fissare a lungo i suoi occhi, attrarre a lungo la sua attenzione, potrebbe costituire un ulteriore pericolo. Ella infatti ha raggiunto una tale padronanza della mente dell'uomo, della propria preda, che è in grado con una certa concentrazione e con un consumo pari ad Alto, di inchiodarlo al proprio posto con un solo sguardo. Al gesto imperativo della sua bella mano, un flusso di energia si stenderà tra di loro, avvinghiando l'avversario che sarà come immobilizzato. Da una morsa come questa, da un contatto tanto forte e tanto tiepido, solo i più forti potranno liberarsi, solo i più tenaci riusciranno a spezzare le sue invisibili catene. La malia della fanciulla potrà essere fermata solo da barriere fisiche che si interpongano tra lei e il proprio nemico, ma nessuna magia potrà salvare il malcapitato da tanto caparbio desiderio di possesso.
†iF oN a WiNtErS NiGhT... ThE dAnCiNg BeAuTy , ThE sHaRp GuY ...aNd ThE wOoRrYiNg (?!) "KiNg"~
Oooh, Voi, maestà, non interrompete mai, ci dispiace avervi costretto a così tanto ingrato compito!
Cinguettò una voce proveniente da un angolino della mia scatola cranica, producendo un’emulazione distorta e caramellosa delle parole dette prima da quella ragazza. Sbuffai nervosamente, guardando il suo inchino rivolto al bel reuccio occhi azzurri posizionato davanti ai cancelli come uno spettatore che, più per curiosità che per interesse, assiste allo spettacolo da lontano, senza voler entrare nella calca di persone catturate dal numero. Non si vuole avvicinare, forse perché non gli interessa poi così tanto. O forse non vuole mostrare il suo interesse, schermandosi da lontano e facendo finta di esserci capitato per caso…
“Hei, re, che ci fai qui fuori?” “Ma no, niente, passavo di qua e ho visto una troietta e un lupo mannaro in procinto di scannarsi, così…” “Si, le solite robe… ‘notte”
"Ingrato compito"? Ma cosa…! Quel tizio è venuto solo a farsi un giro fuori, e per casualità ci ha visto. E poi, se ne può andare quando vuole, anche ora. Magari lo facesse ora. Mi rende nervoso. Che torni al suo lettone caldo e spumeggiante, per svegliarsi domani con il sole già alto e venir assalito da un plotone di cameriere e maggiordomi che lo laveranno, lo vestiranno e gli daranno soffici bagel ripieni di cioccolata!
Umiliante, inchinarsi di fronte a un tipo così… questa ragazza teme di perdere il suo posto nell’harem? Non che non sia degna, concediamoglielo, le misure ci sono e si dà da fare anche adesso, con questo freddo. Sta già iniziando a danzare… E difatti si leva il mantello, che sventola per alcuni istanti all’aria fredda della notte prima di essere lanciato verso il re. Guardo la veste che traccia una parabola svolazzante a cade oltre i miei occhi, sorridendo sornione. Profuma di Rosa.
Però, no, non ci siamo proprio. Il re non si aspetta solo il mantello, vuole ben altro! O almeno, se vuoi fare un peep show sulla neve fallo bene…! Dov’è il reggiseno rigorosamente rosso che cade a peso morto sulla testa dello spettatore, presagio di ciò che avverrà nel camerino da lì a poco?
Ma qualcosa non va: una sottile striscia di ferro brilla nella notte, fugace, condotta dalle mani della ballerina. Le spade giapponesi non sono contemplate negli spogliarelli, che io sappia. E quella lama mi solletica le narici… ecco da dove proveniva l’oro nella veste della ragazza: sotto alle bende, il manico della katana è un grosso pezzo unico. Che inutile sciccheria! Un sorriso fugace si dipinge sul mio viso, pronto a unirmi a questo folle ballo di mezzanotte. Ma il pittore è volubile, e lo cancella in fretta e furia per far spazio a una strana espressione, a metà fra lo stupore e la rabbia scaturita subito dopo aver capito che, strano a dirsi, non posso muovermi. Sono bloccato, fermo come un palo davanti alla ballerina, mentre questa continua a danzare. Al di là della situazione seccante, non posso fare a meno di pensare che forse voglia proprio usarmi come palo… c’è in programma anche una lap dance, dolcezza? Ma non serviva la tua magia per farmi diventare duro…
No, a parte gli scherzi e le battute di cattivo gusto, facciamo un piccolo briefing: sono capitato in questo ridente villaggetto mezzo morto di freddo, gironzolando in cerca di un letto, che andava bene anche in una qualsiasi locanda, o in una casa i cui proprietari siano usciti a mangiare, o in una stufa… in qualunque posto, basta che fosse stato caldo. E adesso mi ritrovo qui, dopo aver fatto la conoscenza di una tizia che se ne va in giro con un mantello rosso e si fa il bagno in un profumo stile “mille fiori d’asia”, armata di katana e alle dipendenza di un reuccio che, strano a dirsi, non è un vero e proprio re, ed è uscito persino dalla conchiglia del suo letto immerso nel tepore per venire a dire due frasi di dubbio senso e stare a guardare la sua servetta danzare sulla neve… dopo avermi immobilizzato?
Tutto ciò e insulso, nonché alquanto svilente alla mia dignità. E inoltre ho come la sensazione che qualcuno stia per approfittare di me durante la mia immobilità, se continuerò a rivolgere le spalle a questo strano ragazzo dalla faccia d’angelo, inquietante come un bambolotto giocattolo completamente nudo e pelato a cui hanno tolto un braccio e una gamba per parte e infine cavato un occhio. Sospiro. E’ ora di fare qualcosa…
Ma è come se fossi avvinghiato alla terra da rampicanti invisibili, incapace di smuovere le mie articolazioni ormai fredde. Ma non importa… non posso prendere la spada? La mia lingua diverrà la mia arma… perché tutte le attrici odiano essere criticate, e tutti i re detestano gli sfrontati. Almeno fino a quanto ho visto fin’ora.
-…e questo sarebbe un giochino caldo? Andiamo, io mi sto congelando…! Quando hai alzato il braccio pensavo mi invitassi a danzare con te, e invece…
La mia faccia è modellata nell’espressione più stanca che si possa avere, gli occhi sono l’unica fonte di luce in tutto il viso smorto, e si muovono seguendo con lo sguardo la danzatrice esprimendole il loro massimo disprezzo perché incapace di farli divertire. Occhi annoiati, sembrano che stiano per fondersi, sprofondando al suolo assieme a tutta la mia figura come del burro sopra alla fiamma. In verità, se starò fermo ancora per molto finirò per congelarmi, ma non è questo che voglio trasmettere ora…
-…e invece resti lontana, non t’avvicini. Paura del confronto con un uomo che non soccombe al tuo fascino, danzatrice?
Questo è un affondo in piena regola, un colpo preciso, diretto all’orgoglio pulsante della ragazza.
-…o forse non vuoi neanche questo, preferiresti continuare la serata stesa accanto al tuo re? Non ti scoccia la normalità?
Destro sgualembrato, diretto al collo dove la difesa è sguarnita, per poi ritornare in guardia, senza darle il tempo di difendersi, pronto per un altro immobile assalto.
-…e che dire del re in questione? Ci ha fatto l’onore di scendere dalle sue regali stanze, per assistere… assistere a cosa? Al balletto di una sgualdrina? Sono cose che si possono vedere anche giù in città, e poi… il tuo sovrano merita di meglio. Tutto dipende da te… di solito riesci a soddisfarlo?
La lama sibila nell’aria, taglia la giugulare in due parti uguali, il colpo è così preciso che le vene non hanno ancora iniziato a soffiare sangue e se ne stanno immobili, convinte di essere ancora unite. Lo faranno solo quando lei capirà quest’ultimo affronto, forse quello decisivo. E allora non si potrà più trattenere, mi si scaglierà contro. E sarà la sua fine.
Danza della Rosa ~ Dalys è una ragazza bellissima, meravigliosa, incantevole come una rosa e, come tale, provvista di dolorose spine. Spendendo un consumo pari ad Medio e iniziando una danza sinuosa e suggestiva, il terreno attorno alla ragazza si illuminerà di rosso, delineando una circonferenza perfetta avente il centro nel meraviglioso ballo di lei. Pochi istanti e dal suolo inizierà a ramificarsi un fitto cespuglio di spine color rosso sangue, che si innalzeranno verso l'alto e verso l'esterno, ferendo chiunque si trovi nelle circostanze e coprendo un raggio di circa cinque metri. Il roveto lascerà comunque a Dalys lo spazio di danzare al suo interno senza alcuna difficoltà, piegandosi docilmente a ogni suo gesto così da non ferirla. Le spine più vicine all'avversario, quindi, si getteranno su di lui nel tentativo di ferirlo, graffiandolo e trapassandolo con ferocia e provocandogli un danno pari a medio. Subito dopo torneranno nel sottosuolo, sparendo nel nulla. [Necessita della Danza di Salomè per essere attivata]
Passione ~ Si parla spesso degli effetti della passione. I poeti l'hanno paragonata a molte cose, ma una la rappresenta più di tutto: il fuoco. Ardere, bruciare di passione, lasciare che invada il corpo e l'anima come un'unica forza, un unico sentimento. Dalys, ancella della morte e dell'amore, conosce bene di cosa si tratti. Sa quanto possa essere avvolgente, quanto possa diventare pericolosa. L'ha sentita dentro di sè danzando, nel deserto riarso, danzando negli incubi e nei miraggi, uccidendo il nemico che diceva di amarla. E' così che è nato il potere, che la donna e la maga sono diventate un'unica cosa. Sarà nella lotta, nella danza, letale gioco di sensuale battaglia, sarà sotto gli occhi del nemico che si manifesterà la sua forza. Sacerdotessa dell'eleganza e dell'inganno, evocherà la passione e diverrà fiamma, torcia ardente che saetta lucente e rapida nella notte. Un soffio non vi basterà per spegnerla, un gesto le basterà per farvi suoi. Praticamente, con una minima concentrazione il corpo di Dalys si coprirà di fiamme che non potranno in alcun modo scottarla e i suoi capelli arderanno come il fuoco, i suoi occhi diventeranno del colore rossastro delle braci. La ragazza potrà controllare le fiamme modificando la loro estensione attorno al proprio corpo e in tal misura il loro calore, in modo da infliggere danni bassi, medi, alti o critici al contatto in base all'energia spesa per evocare le fiamme stesse (l'estensione delle fiamme varia da un livello di pochi centimetri superficiale alla pelle ad uno spessore di due metri attorno al corpo). Questa tecnica può essere usata solo in attacco. In conseguenza di questo potere, la temperatura corporea della giovane sarà lievemente più alta del normale. Questo non avrà alcun risvolto pratico se non il fatto che la sua pelle risulterà sempre tiepida al contatto. [Variabile - Necessita della Danza di Salomè per essere utilizzata]
†iF oN a WiNtErS NiGhT... ThE fIrEd BeAuTy , ThE sTeEl GuY ...aNd ThE uNsLeEpInG (?!) "kInG"~
Accusa il colpo in silenzio, non risponde. Ma è stata colpita, qualcosa dentro di lei si è rotto/spezzato/acceso. Eppure non smette di danzare, come se non fosse altro che un’attrice obbligata a soddisfare il pubblico. Ma qui, in questo spiazzo, ci siamo solo io e lei. E il “Re”. Le sue labbra si piegano e si rilassano, i suoi occhi divampano e si spengono. Si sta trattenendo. Sono nuovamente deluso, continuo a pensare che avrei fatto meglio ad andare a dormire anziché stare qui a cercare di ravvivare una sgualdrina e il suo amante insonne, come se non si potessero divertire già abbastanza dentro queste mura. Pietà.
Questa ballerina danza ma la sua mente è altrove, i suoi passi ricalcano sequenze già fatte in passato, non vedo il fuoco dell’ispirazione. Sembra che non si stia divertendo, che tutto questo sia una noiosa prassi, che questo ballo sia un modo come un altro per passare il tempo. E questo sarebbe uno degli spettacoli a cui è possibile assistere alla corte del sovrano ricco/potente/saggio/che non perde mai? Se avessi dei popcorn glieli lancerei dietro, è più eccitante infilare una mano dentro ad una tana e sperare che qualcosa ti morda. Inizio ad avere sonno.
Sto quasi per andarmene, ora che per qualche strano motivo ho ripreso la mia mobilità articolare, ma la ballerina si è decisa a proferir parola, a interrompere il suo stato catatonico in cui vagava danzando con la testa altrove. La cosa scocciante è che non mi risponde, prova un altro approccio e stavolta le domande le fa lei. Tipico delle prime donne.
“Senti freddo, straniero? Hai bisogno di qualcuno che ti abbracci? O forse di qualcosa che ti scaldi?”
La cosa divertente invece, che mi fa pure sorridere, è che “qualcosa che mi scaldi” me l’aveva promesso anche prima, con questa stessa voce dolce e melliflua come se avesse appena bevuto una tazza di zabaione bollente. Approposito di zabaione bollente, mi sta anche venendo fame, chissà se alla festa giù in città è avanzato qualcosa da mangiare... ma non mi sembra il caso di abbandonare una danzatrice così carina proprio ora che si è decisa a venire verso di me. E finalmente arriva il fuoco, cominciando dal terreno che si tinge di rosso e inizia a illuminarsi. Chiudo le palpebre, mentre la danzatrice esce dal mio campo visivo, ispirando quest’aria fredda intrisa di profumo orientale e odore di terra smossa. Forse vuole abbracciarmi sul serio. Oppure si sta solo prendendo gioco di me, come testimoniano questi rami colorati di rosso che si allungando in un serrato intrico di spine e aghi provando a sfregiarmi il volto con i loro denti lignei. E’ questo l’abbraccio che intendevi?
Ce ne è voluto di tempo prima che la ballerina iniziasse a fare sul serio, prima che finalmente si scagliasse contro di me assieme alle sue piantine graziosamente anomali sia per dimensione e colore. Sono avvolto da un cespuglio di rovi, che si muove unito come un branco di pesci e continua a strapparmi la carne... o almeno ci prova, perché tutto quello che porta via non sono altro che brandelli di stoffa nera e bianca, che volteggiano in questo arbusto così fitto da dividere persino il cielo in tanti piccole figure geometriche formate dall’incrocio dei rami spinati. Delizioso, peccato che non riesca a vedere la danzatrice… però la sento. E’ riuscita a passare in mezzo alle rose senza ferirsi, a quanto pare, visto che non c’è neanche una goccia di sangue nell’aria. Notevole, davvero notevole la sua magia. Finalmente lo spettacolo aumenta di livello, forse riuscirai a far divertire il tuo re, Dalys. Perché è così che ti chiami, no? L’ha detto proprio Lui.
-Spero che il calore sia meglio di questo abbraccio, Dalys, o devo pensare che tutte le tue carezze siano così delicate?-
E adesso che i rovi si ritirano, questo straniero dal vestito graffiato e il corpo incolume non rinuncerà al tuo vero abbraccio, danzatrice, assecondando il tuo volere. Peccato che io ho ben altri fini, queste mani che sfiorano i tuoi fianchi non vogliono assicurarsi una presa per danzare con te, vogliono solo restituire il favore di prima. E ora che siamo uno davanti all’altra, ora che il tuo braccio si appoggia sulle mie spalle questi occhi d’acciaio finalmente divampano. Letteralmente. E con loro tutto il resto del corpo prende fuoco come una torcia imbevuta d’alcol. Luce. Calore. Ma da dove proviene questo fuoco, danzatrice di fiamme? Dal dolore di una ferita riaperta? O dal gocciolante orgoglio ferito? Forse è solo un’insana superbia che ti ha spinto a fronteggiarmi, mettendo in pericolo anche la tua stessa vita? Ma tutto questo non ha importanza, è difficile parlare con le fiamme, cercare di farti ragionare, soprattutto perché –nel frattempo- mi rovinerei il cappotto.
Il rumore dell’acciaio che viene sparato fuori dalle mie maniche si unisce ai miei denti che si sfregano in un sorriso forzato, per non urlare. Non farti vedere debole, non davanti a lei. Questo fuoco è dannatamente caldo, mi sta bruciando i vestiti, ma non è nulla in confronto al dolore che dovrà provare in questo momento, quando 30 centimetri d’acciaio temprato le perforeranno i lombi in tre squarci per lato, poco sopra gli ossi del bacino, penetrando in profondità orizzontalmente e forse anche toccandosi fra di loro grazie al meccanismo di apertura inserito nelle mie protezioni. Mi dispiace, ti farà male, ma non sono il tipo che combatte contro le dame, puttane o ballerine che siano.
Mi sposto indietro subito dopo, seguito dalle mie lame ricurve assicurate agli avambracci, cercando di allontanarmi a sufficienza per non farmi toccare dalle sue fiamme. Quello che resta della mia giacca cade a terra sfrigolando, un fagotto nero e fumante strappato con velocità per evitare che le fiamme si propagassero ulteriormente. Solo adesso mi accorgo di quanto male mi ha fatto, ora che le ferite da ustione iniziano a pulsare e il freddo torna a tormentarmi le membra. Quella ballerina si è appena data fuoco. Rido, una risata nervosa e sommessa, alzando lo sguardo verso la mia partner di stanotte per verificare gli effetti del mio attacco. Chi ha detto che i lupi hanno paura del fuoco?
~ ~ ~
†Riassunto azioni: mi difendo dai rovi con la difesa assoluta, che come dice (posso chiamarti zio? ) Ray può difendere anche da un medio o superiore, poi, quando i rovi se ne vanno visto il tempo della tecnica mi giro e, subito dopo la tua "combustione", faccio scattare le lame all'altezza dei lombi/bacino. Dopodichè, compiuto il misfatto, mi allontano (vista la differenza di perf e la velocità uguale, ho dato per scontato che sarei riuscito a fare uno scatto sufficiente per allontanarmi abbastanza) †Energia: 100-12(medio)=88% †Danni: ustioni proporzionate al consumo speso (?) da Dalys nelle aree colpite dalle fiamme, in particolare nella schiena superiore, in prossimità del collo (+ tagli dei rovi su tutto il corpo pari a basso -se non teniamo conto della differenza di PerM, altrimenti arriviamo forse ad alto- che non avevo contato per il motivo scritto in fondo allo specchietto. †Statistiche: ReC: 225}{AeV: 225}{PeRf: 275}{PeRm: 100}{CaeM: 150 †Tecniche Utilizzate:
CITAZIONE
ProvaaScalfirmi† Anche nella sua forma umana, Inugami può sfruttare i vantaggi di essere un licantropo. Con un consumo medio potrà aumentare la propria potenza fisica e la durezza della sua pelle a dismisura. Il colpo non richiede di particolare concentrazione, e può essere attuato in qualsiasi istante, ma necessita della completa immobilità del personaggio. Lo "status" potrà essere mantenuto giusto per pochi secondi, i tempi necessari a subire un attacco, poi svanirà nel nulla, e Inugami potrà tornare a muoversi e agire come prima. Questo colpo non va considerato come un power up, bensì come una difesa a 360° con potenziale difensivo pari a basso.
Messaggio Importante: per un fraintendimento del termine 360°, da me inteso come difesa assoluta, erroneamente, mi sono difeso completamente dai rovi peccando in sportività. Rimando chi dovrà giudicare e chi sta giocando contro di me, povero ragazzo inconsapevole, a >questo topic.
Attrazione Violenta ~ Dalys, i suoi occhi d'acciaio, il suo corpo perfetto, modellato nell'ambra e nella danza, le sue labbra che paiono pronte a lascivi sussurri, le sue mani che sembrano invitare e attrarre. La Rosa, stillante grazia e sensualità, che nasconde sotto i petali abilità in grado di renderla letale. Come poterle resistere? Come non desiderare di essere già tra le sue braccia, avvolti dal suo corpo profumato? Per questo alla donna bastera allungare un palmo verso qualsiasi persona e, perfino, verso qualsiasi oggetto per attrarlo verso di sè con la violenza stessa del suo desiderio, impossibile da contrastare, sufficiente a sradicare un piccolo albero. Essa non dovrà neppure concentrarsi, tanta è la disponibilità di ciascuno a starle vicino. [ Medio]
Sipario ~ La danzatrice, l’amante è bella quanto vanesia. Ama potersi esibire per la propria preda, per l’uomo che vuole conquistare. Come tutte le ballerine vorrebbe che per lei si aprisse un sipario, un velo di spesso velluto che la mostri al mondo e al tempo stesso la difenda da esso alla fine dello spettacolo. Ma il suo è un sipario del tutto particolare. Durane la sua danza, infatti, potrà controllare la propria rabbia fino ad incanalarla in una parete fiammeggiante. Con un consumo pari ad Alto essa potrà essere spessa fino a un metro, alta quattro e larga dieci a una distanza da due a dieci metri dalla stessa. Una difesa e un fondale adatto ai suoi movimenti rapidi, una minaccia e una difesa. Chi oserà ora rubare la danzatrice al palco e farla propria contro la sua volontà? Chi oserà leggere la condanna nei suoi occhi? [Alto]
Azioni & Note: Subisco il colpo e mi allontano da te, lasciando tra noi la distanza di almeno due metri (contando anche il tuo spostamento). Evoco Sipario, ponendo il muro di fuoco tra me e te, e poi attrazione violenta, allo scopo di trascinarti verso di me attraverso il muro di fuoco stesso. Le due pergamene corrispondenti agli attacchi sono indicate in scheda. Per il danno inflitto, il mio personaggio è rimasto in posizione china, piegato in avanti a sorreggersi il busto con un braccio.
†iF oN a WiNtErS NiGhT... ThE BeAuTy , ThE wOlF GuY aNd ThE dUmB kInG"~
Pietra che graffia, scintilla che crepita. Vampa luminosa e odore di gas. Fiammella accecante e puzza di bruciato. Si scalda la guaina di metallo attorno alla lingua danzante infissa nell’acciaio, si illumina il pollice mettendo in rilievo i suoi canyon digitali. L’accendino profetizza: ti ustionerai, faccio male. Testa di fosforo azzurro che diventa fenice urlando il suo piacere. Il bastoncino corroso dalle fiamme che stanno raggiungendo a morsi i polpastrelli serrati grida: molla la presa, o brucerai con me. La dama di stoppa del lago di cera dai capelli infuocati ti guarda ballando al vento, sussurra sospesa nel punto più fondo mentre attorno a lei il mondo si scioglie: non toccarmi, perderai la luce e guadagnerai dolore. L’orgasmo della pezza ubriaca d’olio sbocca in un vulcano di lingue ardenti protese verso il cielo e urla: la mia maestosità duetta con la sofferenza. L’anima del fuoco recita come un mantra la formula: il calore è in proporzione alla distanza, la potenza alla quantità.
Tante belle parole per dire che un dito sopra alla fiamma di un accendino si ustiona e ti fa stringere i denti. Una mano sopra a un rogo si corrode dal caldo e ti fa piangere e urlare. Un corpo in un muro di fuoco si brucia e ti uccide. Tante cazzate per dire che più vicino sei e più grande è il fuoco, più ti fai male. E io sto per provare questa legge, nella sua variante più letale.
Probabilmente avrebbe riso, sicuramente mi avrebbe guardato con i suoi occhi traboccanti di superbia e maligna pietà, vedendo il mio stupore di fronte alla sua ultima opera, la Rosa. Ho sentito il rumore di centinaia di fiammiferi accesi in un colpo solo, e un muro di fuoco si è alzato vorticando fra noi due, facendomi socchiudere gli occhi per la luce. Mi vuole distrarre, la maghetta? Le zaffate di calore mi accarezzano il viso, mi dicono di non avvicinarmi. Vuole proteggersi, la donna. Riesco a sentire l’odore del sangue. La ballerina vuole prendere tempo, sanguinante dietro alla sua creazione, per rimettersi in sesto. L’area si è illuminata a giorno, il muro di fiamme è così spesso che non posso guardare cosa c’è oltre. Vuole bloccarmi, la servetta? Ma per quanto io ne sappia le pire di fuoco non saltano addosso alla gente, stanno ancorate al suolo. Basterà fare il giro e far capire a questa “Dalys” che, insomma, mi dispiace averle tagliato qualche settore dello stomaco, che non avevo fatto apposta a lasciarle le mie unghie nell’addome e che se si è perforato qualche organo interno basta stringersi forte il pancino per bloccare l’emorragia e resistere fino all’arrivo di un medico. Sono davvero caduto in basso, colpire una donna. Vergognoso. Poi andrò dal re, lo solleverò di qualche centimetro prendendolo per il collo e guardandolo fisso negli occhi gli spiegherò che è ridicolo questo modo di accogliere la gente, che addestrare i propri servitori a scagliarsi contro i viandanti per difendere l’onore altrui è davvero riprovevole. Che se lo difenda lui il suo onore. A quel punto, prima di scagliarlo contro il muro e andarmene per la mia strada, dirò con l’aria più seria e impassibile misto figa con tanto di brezza che scompiglia i capelli misto uomo vagabondo che ne sa a pacchi: “Sei il secondo re che ho conosciuto, e il primo che lascio in vita.” Poi cercherò un ostello, sperando che alla reception non ci sia un’altra maliziosa piromane che prima prova a sedurre il viandante e poi a dargli fuoco, e finalmente dormirò al caldo. Sì, me ne tornerei volentieri alla mia tranquilla vita di sussistenza… Peccato che questi nobili siano così tanto ospitali, mi vogliono a tutti i costi con loro. Ma guarda, chi l’avrebbe mai detto? Ci tengono proprio alla mia compagnia, mi stanno trascinando a forza dentro al loro castello. Peccato che fra me e il portone ci sia un muro di fuoco abbastanza consistente. Quella che si dice “un’accoglienza calorosa”.
Tante sensazioni per esprimere la bellezza di trovarsi di fronte a un muro di fuoco che risplende nella notte stellata all’ingresso di un mastodontico castello bianco, attirato dalla mano invisibile di una stronzetta che vuole ucciderti per vendetta dopo che le hai squarciato lo stomaco e hai insultato il suo re, scagliandoti in mezzo a delle fiamme create dal nulla. Ma che sono nella merda l’avevo già capito da un pezzo, appena mi sono rivolto al re e alla sua servetta.
Non faccio neanche in tempo a imprecare, perché sono spinto e trascinato verso la barriera infuocata, e tutta la mia vita mi passa davanti. Un film abbastanza noioso, anche perché è la seconda volta che lo vedo. Cazzo.
Ma no, oh no, nonvogliomorire. Non qui, non adesso e soprattutto non per mano di questi qui. Lo spettacolo non prevede la morte di uno dei due attori. Ti ho fatto male, vero? Stai sanguinando copiosamente e probabilmente sei così infuriata da voler uccidermi. Cazzi tuoi, e perdonami il linguaggio, dolce donzella. Hai provato ha sedurmi e, respinta, mi hai graffiato e bruciato. Sciocco errore, provare ad avvicinarti a me. Io non sono come voi, non ho nulla da spartire con una cortigiana al servizio del proprio re. E tantomeno non sarò mai al servizio di nessuno, ne legato a qualche persona per affetto o amore. Per scelta, non per necessità. Solo, come un lupo solitario.
E adesso alza gli occhi, questo lupo nero che fende le fiamme non è uno spettacolo comune. Ammira la sua figura possente, i muscoli tesi pronti all’atterraggio, questo pelo su cui si agitano le ombre del fuoco. Non sarei potuto resistere alla tua presa, ma sono riuscito ad aumentare ancora la velocità dell’attrazione. Un rapido tocco a terra con entrambe le zampe, e mi sono gettato nel fuoco per attraversarlo il più rapido possibile. Questo muso selvaggio, queste zanne candide leggermente scoperte e una fierezza che nessun essere umano potrà mai raggiungere, mentre la bestia si inclina verso il suolo e distende le zampe anteriori per l’impatto.
~ ~ ~
Il lupo atterra leggero, muovendo alcuni passi verso la ragazza piegata, per poi crollare a terra davanti ai suoi piedi. La massa del corpo offerto alle fiamme è stata ridotta, il pelo robusto non ha preso fuoco anche per la velocità con cui è stato attraversato il muro, e questo ragazzo che prende forma dalla bestia non è morto, anche se il suo corpo disteso al suolo è segnato in più punti dal fuoco e i vestiti sono stati morsi e scuriti dalle fiamme che ne hanno roso alcuni piccoli pezzi. Fatica a muoversi, solleva la testa a stento, quasi tremante per il dolore. E non ha che da dire una cosa, lo sbruffone, guardando negli occhi colei che l’ha accolto.
-Ci tenevi proprio, eh…
Dice lo stronzetto, prima far cadere la fronte sopra al suo avambraccio destro, piegato davanti a lui. Ci teneva proprio… a cosa? A dargli una lezione? A farlo giurare? Al contatto fra i loro corpi? Allo spettacolo? Questo stupido ragazzo dai pensieri foschi non l’ha specificato. Non ha nemmeno giurato al re, non si è reso conto che in fondo la sua figura e quella della ballerina non erano poi così diverse, perché nessuno dei due appartiene veramente a qualcuno o qualcosa. Il ragazzo è crollato dal dolore davanti a un re, abbandonando l’antico oroglio e la diffidenza verso queste figure. Forse, ma del resto non lo conosce nemmeno. Credo solo che, alla fine, il calore cercato sia stato felicemente sentito, poco importa se ora sviene. Non avrà freddo per un bel po’.
†Riassunto azioni: senza esitazione mi trasformo in lupo, mi dò lo slancio e trapasso la barriera il più velocemente possibile. E' impossibile evitare un'attrazione come quella, considerando anche la perm, senza fare azioni antisportive, perciò punto sulla logica: se passi un dito sopra ad una fiamma velocemente non ti fai niente, se lo passi lentamente ti fai molto male, quindi cerco di limitare i danni con la velocità e con la pelliccia che verrà poi fatta scomparire. La massa del corpo esposto al fuoco si espande di botto, e questo forse dovrebbe annullare eventuali fiammette. Ma del resto, sono andato contro una piromane super super super, me la sono cercata, tenete conto di questo nella valutazione, anche perchè sarei dovuto morire solo per i rovi
Edit: mi sembrava corretto svenire, quindi, dopo tutti quei colpi.
A chi se lo chiedesse: no, un lupo non salta quattro metri d'altezza. E, per la cronaca, mi comprerò la perga balzo proprio per sopperire a questa difficoltà tecnica
Però è stato divertente xD †Energia: 88-12x2(medio+medio)=64% †Danni: ustioni proporzionate al consumo speso (?) da Dalys nelle aree colpite dalle fiamme, in particolare nella schiena superiore, in prossimità del collo (+ tagli dei rovi su tutto il corpo pari a basso -se non teniamo conto della differenza di PerM, altrimenti arriviamo forse ad alto- che non avevo contato per il motivo scritto in fondo allo specchietto. Più un danno alto se non contiamo la differenza di perm (se la contassimo diverrebbe più che mortale anche solo in forma umana) su quasi tutto il corpo sottoforma di bruciature lievi, medie o intense. †Statistiche: ReC: 225}{AeV: 225}{PeRf: 275}{PeRm: 100}{CaeM: 150 †Statistiche Lupo: ReC: 175}{AeV: 175}{PeRf: 225}{PeRm: 50}{CaeM: 100 †Tecniche Utilizzate:
CITAZIONE
Effetto attivo ~ Il portatore possiederà un particolare potere, il primo fra quelli offertigli dalla malattia, a caro prezzo ovviamente. Spendendo un costo energetico pari a Medio, sarà capace di mutare il proprio aspetto e la propria forma in quelle dell'animale cui fa riferimento il suo codice genetico mutato. Nel caso banale di un Licantropo, egli potrà divenire un Lupo, nel caso di un uomo-ratto, egli diverrà una pantegana. Ovviamente, non sarà un animale normale. Palesemente, avrà dei tratti ancora umanoidi, che lo renderanno diverso e più grande degli animali della specie cui dovrebbe appartenere, dunque incapace di trovare spazio fra loro. La mutazione dura per tutto il resto del duello, e può essere invertita spendendo un costo energetico di pari quantità. In questa forma, le sue Caratteristiche Fisiche varieranno, e saranno pari a quelle di partenza della sua Razza originaria, con 50 punti ciascuna in meno (A cui poi dovranno essere sommati gli stessi bonus della forma umana).