Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

~ D a l y s VS Hatta., Ottavi

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- Madhatter -
view post Posted on 11/12/2009, 22:14




The Warrior Day V
Turno II - Girone I


Specchio Argenteo del Cocito
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Vi è stata fatta recapitare nelle vostre stanze la fotografia di questo luogo,
con tutte le poche e semplici istruzioni dell’Organizzazione del Torneo per come fare a raggiungerlo:
vi basterà strappare l’immagine per ritrovarvi sul posto.

Questo spiazzo circolare impiegato come campo di battaglia misura 100 metri di diametro,
ed è costituito dalla superficie di un lago in alta quota, completamente congelato in una distesa grigio-argento,
liscia, perfetta, e priva di ogni pecca, come una lastra di vetro lucidato a specchio.
A delimitare l’ampissima area, sono presenti pareti bianco-azzurre di solidissimo ghiaccio eterno:
esse sono indistruttibili e invalicabili, e non è possibile in nessun modo creparle o incrinarle.
Sopra le vostre teste, il cielo è grigio e nebbioso, e la temperatura è secca e rigida, ma ancora autunnale;
sebbene la luce del sole filtri appena dalla fitta coltre di nubi, riuscite a vederci piuttosto chiaramente.
Il ghiaccio è incantato magicamente per essere indistruttibile, e così anche si immagina sia l’aria,
che nonostante tutto non è proibitiva per nessun tipo di tempra fisica.
L’unica insidia è il pavimento ghiacciato su cui si svolgerà lo scontro: attrito zero.





~ D a l y s
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Dalys
La Rosa
- ~ D a l y s VS Hatta. -

Campo di Battaglia: Arena Esterna, Specchio Argenteo del Cocito
Condizioni Ambientali: Cielo grigio e nuvoloso, temperatura rigida
Limite di Tempo: 21 Gennaio *
Post Minimi: Presentazione + 3 Post Attivi
Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
Penalità: Dopo il giorno di mancata risposta
Primo Post: Hatta.



*Causa Feste Natalizie, il turno subirà alterazioni:
dal 21 dicembre al 10 gennaio il tempo sarà considerato sospeso;
gli scontri resteranno aperti e praticabili, ma non si subiranno penalità legate al ritardo.
Hatta.
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Mad Hatter
Phenomenon

Condizioni di Vittoria:
~ Morte Avversaria
~ Resa Avversaria
~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze (10%)
~Abbandono



Criteri di Giudizio
Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque.
Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.

NOTA:
I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata,
sia per schede complessivamente power-player.
 
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Hatta.
view post Posted on 14/12/2009, 12:45




Flashback di rito;
ogni duello come la Regina comanda dovrebbe cominciare con un flashback


Sì...?

Che squallida visione per l'eroico vincitore della battaglia!
Eccolo, fellone, tutto tremante e balbettante, come un monello che ha appena rotto il vetro di casa ed è stato colto sul fatto dal truce genitore.
Ahi ahi ahi, Hatta!, pensarono in molti: sei nei guai!
Per mezzo di qualche curiosa interferenza cibernetica, la fatidica telefonata venne diramata ai quattro venti dai sofisticati altoparlarnti dell'arena; certe cose non possono mai restare nella sfera privata, davvero.
La privacy è un brutto vizio. Lo diceva anche la Nonna di Hansel e Gretel (?).

Suddito.

La voce lo folgorò. Così suadente, così potente, così... Così regale!
Oddio, oddio, oddio. Sentiva la testa leggera sul collo, come se già non vi fosse più: un taglio netto, zac!, e il suo bellissimo viso sarebbe divenuto un soprammobile kitsch.

Oh. Vostra Altissima Vertiginosità.
Sono, ehm, stupito di sentirvi.


Pallido, pallidissimo, presagiva ormai l'ira incombente. Che Zeus potesse fulminarlo e Carroll modificargli il background, aveva insultato la Regina di Cuori!

Fingerò di non aver udito le tue parole, suddito.
Soprattutto per via del tuo aspetto riprorevole.
Pare tu sia appena uscito dalla pressa di Gutemberg.


Allarmato, l'interessato si guardò freneticamente attorno, come se si aspettasse di vederla comparire a momenti: poteva vederlo! Poteva sentirlo! Poteva manovrarlo!
Aaaaah!
Siamo tutti marionette nelle mani della Regina...

Comunque: sembra tu abbia fatto un buon lavoro, per ora.
E cancella quello sguardo terrorizzato dai tuoi occhi. Sì, proprio quello.
Che venga immediatamente annunciato al volgo.
L'editto è, da ora, vigente. Mi auguro tu abbia completato in fretta la missione,
quando giungerò lì.


Tu---t. Tu---t.
Aveva riattaccato, ma lo sgargiante eroe neppure se ne accorse.
Spiazzato. Spazzato. Spezzato. Sprezzante.
No, sprezzante no; però, insomma, i primi tre participi hanno reso l'idea, giusto? L'arena stessa non sapeva come prendere la notizia: questa tizia, questa Regina, era forse una V.I.P.? Un pezzo grosso?

Certo che lo è!

Esclamò Hatta, ripresosi al mormorare del suddetto popolame.

Un pezzo grosso! Grossissimo!

Agitò per aria l'unico braccio funzionante, pur stanco: doveva chiarire come stavano le cose! Doveva chiarire assolutamente!
Lo colse un pensiero: pezzo grosso?

No!
Cioè, volevo dire... Non nel senso che è grossa! No! E' stupendamente stupenda.


Gridò, cercando di riparare l'irreparabile danno. E lei, aveva udito? Probabile. Spaventato, corse fuori dal ring, ululando ambiguamente come un ossesso.
Stava arrivando la Regina!!

Da qualche altra parte, dentro,
monotamente bianca


Una distesa bianca, enorme, sperduta.
Fin dove poteva giungere lo sguardo, non si vedeva altro che un candido deserto di nulla: sopra, un cielo terso ed azzurro; sotto, un duro suolo d'indistruttibile, piatta roccia caliginosa.
Ovunque. Dappertutto.
No, aspettate: una figura c'era. Una macchia rossa in una monotonia eterna. Indossava un vistosissimo cilindro cremisi, e se non fosse stato per le appariscenti vesti da parata, probabilmente nessuno avrebbe potuto identificarlo come
il protagonista della storia.

Pensa, pensa, pensa, pensa.

Mormorava piano, immerso nei propri pensieri. Una nenia continua, ininterrotta, che avvolgeva il Cappellaio Matto come una camicia di forza, bloccandolo in piedi sul posto.

Pensa, pensa, pensa, pensa
Oi, mi servirebbe anche una mano!


Puff!, e comparvero. Due, tre, quattro figure.
Tutte identiche. Tutte uguali. Tutte immensamente simili alla straordinaria bellezza del magnifico eroe.

Scusaci Hatta...

Sì, scusaci. Eravamo impegnati, sai, un thè.

Come al solito, scansafatiche.

Anche tu non eri qui, Hatta!
Non fare il santino.


Pensa, pensa, pensa, pensa.

Santino! Non parlatemi di santini:
non li posso più sentir nominare dal duello precedente. Tsk.


Pensa, pensa, pensa, pensa.

Gente, magari al magnifico Hatta seve una mano...

Hai ragione, Hatta. Siamo qui per questo!

Te ne accorgi solo ora?

Pensa, pensa, pensa, pensa.

Presero a camminare in circolo, come squali attorno alla preda. Qualcuno saltellava, qualcuno ciondolava meditabondo. C'era persino che si sgranchiva facendo aerobica, ma nessuno gli badava.

Pensa, pensa, pensa, pensa.

Pensa, pensa, pensa, pensa.

Pensa, pensa, pensa, pensa.

Pensa, pensa, effetti speciali!

Si bloccarono tutti: effetti speciali?
Le rosse iridi dei cloni - meglio, delle diverse sfaccettature della psiche del Cappellaio - cercarono quelle invasate dell'originale. Effetti speciali, sì!

Ma certo! Possiamo farcela.

Dobbiamo solo trovare qualcuno bravo con gli effetti speciali.

Si chiamano illusioni, pezzenti.

E come la trovo una persona così?

La domanda, di nuovo, zittì il chiassoso uditorio. Cinque colonne immobili nella bianca brughiera, attendendo l'illuminazione.
Detto fatto: sull'Hatta numero 3 s'accese una lampadina, con tanto di "Eureka!" come effetto sonoro. Magie del delirio.
Bastarono due occhiate, e il comune pensiero venne trasmesso a tutte le copie.

Mi spiace, Hatta.
Dovrai comprendere da solo.


Sorrisero, tutti quanti. Ora, finalmente, sereni.
Spaesato, l'originale spostò l'attenzione da uno all'altro, cercando risposte che non arrivavano. Aiuto! Aiuto!

Cosa...?

Ci si vede di là, compare.

Il Cappellaio Matto avanzò di un passo, tentando disperatamente di agguantare uno dei suoi sè stesso. Voleva chiarimenti! Chiarimenti!
Non capiva, come poteva capire se anche la sua ragione (?) l'abbandonava? Qualcuno lo aiuti!
Fece, come si suol dire, il passo più lungo della gamba: fra lui e le ormai svanite copie comparve un palo d'acciaio. Tozzo, duro, pesante e largo.
Traiettoria sbagliata, Agente.
Sbattè violentamente il capo con un sonoro ululato di dolore - qui poteva sentirlo! -, e una marea nera si chiuse sopra di lui nell'istante stesso in cui cadeva a terra, inerte.

Da qualche altra parte, fuori,
fottutamente fredda


Mmmmh...?

Fregare la Regina di Cuori...!
Il ricordo, evanescente, gli stava stravolgendo il senno. Si sentiva fluttuare in un mare d'incoscienza, un coma indotto che lo trasportava in una dimensione onirica la cui descrizione si stava rivelando completamente senza senso; un torpore completo, della mente e del corpo.
Torpore?
Improvvisamente, aprì gli occhi, allarmato.

Gelogelogelogelogelo
GELOOO~~


L'urlo, disumano, quasi spazzò via le minacciose nubi che vedeva sopra di sè.
Si rese conto di trovarsi supino e semi-ghiacciato, sdraiato su un giaciglio d'acqua congelata.
E non era neppure Natale!, pensò, nonostante gli sembrasse di scorgere una slitta trainata da renne che fluttuava lassù, in alto, quasi invisibile; solo dopo scorse lo striscione pubblicitario: bevete Coca-Cola.
Scosse il capo, indignato: anche Babbo Natale era stato inghiottito dallo spietato mondo degli sponsor. Non c'erano più le Fiabe di una volta!
Proprio mentre si perdeva per aria, notò un altro dettaglio, certamente non irrilevante: aveva le braccia tese sopra di lui, e in ogni mano impugnava saldamente un lembo di una fotografia.
Sembrava ritrarre proprio il luogo dannato in cui si trovava, e quindi la domanda sorse spontanea:

Che diavolo di posto è questooo??

Disperato, tentò invano di alzarsi, finendo più volte - e sonoramente - per terra. Scivolava come un pazzo, con il risultato che il reggersi in piedi si stava rivelando un'impresa degna di Ercole!
Il più era, però, riuscire a mettersi in piedi davvero...
Poi, improvvisamente, vide il retro dei foglietti strappati. Così, solo in quell'istante si rese conto del guaio in cui si era cacciato.

No! Nononononono!!

Ottusamente, tentò di ricostruire la fotografia facendo combaciare i lembi dello strappo. Senza successo. Neppure s'accorse che, in quei momenti concitati, era riuscito faticosamente a trovarsi eretto divaricando le gambe e Mr. Rippner sottobraccio.
Frustrato, prese a battere i piedi convulsamente e ad agitare le braccia, in preda all'ira. Dannazione, dannazione, dannazione.
Gettò da parte le inutili parti di pellicola, domandandosi perchè, per tutte le Fiabe,
al protagonista dovessero sempre affidare le missioni complicate.
Mai una volta che gli si chieda di aiutare una nonnina ad attraversare le strada!!


CITAZIONE
~ Status: Blabla, tutto ok.
~ Armi in uso: Mr. Rippner: bastone da passeggio, equivalente ad una mazza.
~ Innate Passive in Uso (nel turno)(equip compreso).
__Splendida Cravatta Del Potere! |-
Questa rossa cravatta, sulla punta della quale sta ricamato il simbolo di picche, è la leggendaria cravatta del leggendario dio delle leggende. Di fatto, è un comunissimo vestito. Nè più nè meno. Emana un'aura spaventosa che provoca in chi osserva il portatore un'inspiegabile sensazione di sudditanza e terrore (nei confronti del vestito), ma non serve assolutamente a nulla. Non è Hatta ad apparire più forte, ma proprio la cravatta, che effettivamente lo è. Peccato non possa palesare la sua immensa immensitudine.
~ Tecniche in Uso (equip compreso): Nada!
~ Note: Febbre power. Augurissimi (anche per la S. Lucia di ieri, sì) =P

 
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~ D a l y s
view post Posted on 17/12/2009, 18:24





Vincere una battaglia non voleva dire vincere la guerra.
Non voleva dire che gli occhi clementi di qualcuno si sarebbero chinati su di lei, portandola via. Perché, poi? Non aveva forse aderito di propria iniziativa, pregustando le sensazioni di tensione, di angoscia che avrebbe provato? Avrebbe sempre potuto scappare. Lo aveva considerato, dopo aver lasciato la giovane donna svenuta sul campo. Aveva rigirato a lungo la propria lama tra le mani, guardando i riflessi scarlatti del nastro, soppesandone la leggerezza.
Sarebbe potuta uscire da quell’albergo. Che disonore avrebbe potuto aggiungersi a ciò che già era? Non c’era forse in lei tanto peccato da aver ormai riempito il vaso? Guerriera, ballerina, geisha. Non avrebbero rinunciato a lei solo per una sconfitta. Eppure non aveva fatto le valigie.
Era ancora.
Forse sperava di incontrare uno sguardo clemente, in mezzo a tutti gli altri, uno sguardo che facesse tacere le Voci più del sangue e la facesse sentire amata. O semplicemente era troppo testarda per prendere e partire, proprio ora che il profumo lieve della vittoria si faceva un poco più intenso.
Non aveva dimenticato.
L’ovazione del pubblico, gli applausi, le grida.


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Il sapore del sangue non suo, la lama contro il terreno, l’esultanza che vibrava in ogni muscolo, in ogni nervo.
Era stato questo a tenerla in vita in quei tre giorni, a impedirle di lasciarsi andare, a curare tanto rapidamente le sue ferite e la sua mente. Tanto che era già pronta. Voleva combattere. Come la belva in gabbia non vedeva l’ora di poter emergere dalla galleria buia, rivedere la luce al fondo, udire il boato della folla riempirla, gonfiarla, innalzarla.
Certo, non poteva sapere quanto tutto sarebbe stato diverso.
Quando le consegnarono l’immagine si limitò a guardarla. Prima distrattamente, poi con attenzione. Le avevano detto che avrebbe combattuto lì. Che ci sarebbe dovuta andare con un trucchetto magico. E già non le piaceva. Aveva fissato quella landa desolata, e si era immaginata che sarebbe stata fredda. Rabbrividì.
Lei odiava il freddo. Era tiepida, calda, non avrebbe sopportato un ambiente gelido. E poi il ghiaccio, il peggior nemico del fuoco, latente creatore di acqua. E il vento. E quella superficie apparentemente desolata. Niente pubblico.
Si era figurata il silenzio, profondo, ideale per le Voci. Aveva sentito un risucchio all’altezza dello stomaco, come se la stessero afferrando per attirarla verso di loro. Si chiese chi avesse avuto un’idea tanto folle. Lei, la Ballerina della fiamma, non poteva essere destinata a un regno glaciale. Ma, certo, che divertimento ci sarebbe stato, altrimenti? Come si sarebbero prodotte le sadiche risate del Re e della propria corte?
Aveva stretto le labbra, in una smorfia di altezzosità compiaciuta. Volevano lo spettacolo? Rieccola pronta ad elargirlo.
Aveva strappato l’immagine così, come avrebbe fatto per una foto inutile, per un ricordo doloroso. O come avrebbe voluto fare. Non ne aveva avuto neppure il tempo. Le aveva immaginate tutte al loro posto, ritratti, disegni, schizzi di loro insieme, dei suoi fratelli, della bella madre. Non aveva avuto il tempo di sfiorarli né di riguardarli. E ora forse giacevano in cenere, oppure a marcire nelle grandi stanze profumate di rosa.
Chiuse gli occhi per un istante. Avrebbe voluto si inumidissero. Ma l’umanità non era più parte di lei. Ma non c’era più pietà per se stessa. Rimasero asciutti, finché una ventata fredda, autunnale, non li sferzò.
Sentì la propria pelle animarsi. Brividi. Diffusi in tutto il corpo. Tante piccole scosse che risalivano dalle braccia e dalle gambe, lungo il petto, sulla nuca. Non c’era parte che venisse risparmiata dai mulinelli gelati. Sentiva le labbra secche. Lei. Di solito così calda. Immersa in quella desolazione glaciale.
E già loro che la chiamavano. Poteva sentirle.

Si stanno svegliando.



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Una consapevolezza ancora più fredda di quella superficie. Aveva bisogno di qualcosa su cui focalizzare l’attenzione, qualcosa per non pensare all’angoscia che la teneva come pietrificata nel punto in cui era giunta. I suoi occhi si aggrappavano disperati ai declivi nevosi. Dove, dove, dove guardare?
E finalmente una macchia. Un’ombra scarlatta. Le coincidenze del Warrior Day evidentemente. Prima la dama, ora l’avversario rosso. Sorrise faticosamente, mentre si rendeva conto di essere vicina alla concentrazione, al momento in cui le barriere della sua ragione avrebbero potuto prevenire un attacco.
Doveva solo fare l’ultimo passo. Si fece avanti. O meglio tentò di farsi avanti.
I suoi piedi scivolarono come se avesse camminato sull’olio. Proiettò le mani in avanti, poco prima di ritrovarsi gettata a terra. Lei. Regina dell’eleganza. Davanti a quello che sarebbe stato il suo nemico. Sotto le sue dita il ghiaccio era freddo, le avrebbe strappato la pelle. Tentò di rialzarsi, a fatica, cautamente. Come un felino tentò di toccare il meno possibile quell’acqua.
L’orlo delle sue labbra, le unghie, la punta del naso stavano già assumendo il colorito rossastro della congestione. Freddo. Troppo freddo.
Alzò lo sguardo verso l’avversario, un uomo fortunatamente. Piegata in avanti per non cadere, meditando come fare a portarsi abbastanza vicina per poterlo almeno sfidare, lo percorse lentamente con lo sguardo.
Era vestito in modo buffo, e le pareva di averlo già visto da qualche parte. Aggrottò la fronte. Cappello, colore rosso. Quella cravatta. Che le incuteva una vaga sensazione di inadeguatezza, come se fosse lei a dominare la situazione. Lei al posto della tribuna, del pubblico e del Re.
Lei, così superiore da poter assurgere al ruolo di giudice.
Poggiata sul petto del suo nemico, pronta a guardarla con il proprio aspetto apparentemente inanimato. Cercò di fare un passo, ma sentì che i piedi aderivano alla superficie a fatica. Niente danza.
Merda.
Aprì la bocca per imprecare, ma il vento freddo le provocò solamente un attacco di tosse che rischiò di farla ribaltare un’altra volta. Si resse il petto.
Perfetto. Ci mancava solo quello.
Tentò di rimettersi in posizione eretta, di guardarlo dall’alto in basso. Piccolo omuncolo insignificante che portava l’emblema del potere sul petto. Come tutti gli uomini doveva credersi speciale. Gli avrebbe dato lei una bella lezione.



Benvenuto, nobile avversario. Vediamo di scaldare un po’ qui attorno. Questa donna ti promette che farà del proprio meglio”.



Un sorriso malizioso.
Non si era aspettata così il nuovo inizio. Aveva desiderato il pubblico, un pubblico caldo, stimolante, un bagno di folla.
Aveva desiderato un nemico folle, sanguinario, terribile, e non quell’eccentrico ometto.
E soprattutto aveva sperato Loro, le Voci maledette, non ci fossero. E invece erano lì, pronte a colpirla mentre fosse stata più debole. Quando fosse caduta o fosse stata ferita.
Attendeva la risposta. E ascoltava il silenzio. Terribile. Immenso tra quelle montagne. Un silenzio eloquente.



Siamo qui…





} Per Fare Il Punto {
Energia Residua: 100%
Stato Fisico: Illesa
Azioni Svolte: Arrivo in Arena

Passive in Uso


Intimità ~ Dalys è una giovane donna affascinante. Lo sa, è l'unica arma che le è rimasta. Ciò che l'ha rovinata una volta può ora portarla alla vittoria. Quando la incontrano, quando vedono i suoi occhi grigio verdi ombreggiati dalle lunghe ciglia scure, pochi uomini restano indifferenti. E se hanno la fortuna di vedere il suo corpo muoversi, sinuoso e sensuale, a fatica distoglieranno lo sguardo. Poseranno gli occhi nei suoi, impenetrabili come l'acciaio, avvolgenti come la seta.
Ne saranno ammaliati al punto da trovarla desiderabile, irresistibile, oggetto di ogni loro più recondita fantasia. Non sanno, non riusciranno ad intuire a meno di possedere adeguate resistenze, la reale pericolosità celata sotto i petali della rosa, tagliente come le sue spine. [Tecnica Passiva psionica che produce nel nemico non dotato di difese adeguate o non sufficientemente resistente, in particolare se uomo, attrazione nei confronti del pg. L'attrazione stessa renderà il pg particolarmente desiderabile e affascinante agli occhi del nemico, cancellando qualsiasi indice della sua reale pericolosità.] (5 punti)

Attive Utilizzate





CITAZIONE
Mi scuso per il ritardo, causa esami e incombenze varie. E colgo l'occasione per augurare già buon duello al mio avversario >3

 
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Hatta.
view post Posted on 20/12/2009, 20:13




Ma certo. Nobile avversario.
Sicuro...


Probabilmente, solo un misero antro della sua supremacchinauniversalmentepensante (volgarmente definita cervello) filtrò e rispose alle parole della ragazza.
Troppo occupato a passare in rassegna i propri stati emotivi, Hatta non le prestò attenzione per una buona manciata di secondi, quando infine si rese conto che chi aveva parlato non era stata una sua fantomatica copia, ma, presumibilmente, la sua nuova avversaria.

...Eh?

Bingo. Lui guardò lei. Lei guardò lui. Si guardarono. Reciprocamente.
Le iridi scarlatte dell Fiaba si persero nel suo meraviglioso volto, incrinando la gelida atmosfera e lasciando che un alito di tiepida brezza gli scompigliasse i ribelli capelli corvini e lo costringesse a trattenere il vistoso cilindro sul capo.
Molto scenico, sì. Senza alcun dubbio.
Aspettandosi da un momento all'altro una struggente colonna sonora da telenovela storica su Rete 4, un sorriso ebete gli adornò le labbra, rendendo complessivamente l'immagine del giovane come una brillante idol della Disney.

Ma sei stupenda!!

Esclamò, puntandole il dito indice contro. Solo dopo si rese conto di quanto potesse sembrare scortese, e il dettaglio lo costrinse ad un paio d'inchini maldestri e imbarazzati che culminarono con un olimpionico scivolone.
Appunto mentale: quando si cade di faccia, il ghiaccio è tremendamente doloroso per il proprio naso.

Ahia. Uhm, dicevamo?

Dopo qualche tentativo, si rialzò a fatica in tutta la sua immensa immensitudine. Stava perdendo punti Eroe, ne era consapevole, ma che poteva farci? Persistevano a metterlo contro splendide donzelle, dannazione. Lui era un gentiluomo!

Organizzatori malvagi!!

Gridò, agitando minaccioso il pugno mancino verso un punto non meglio definito sopra di lui - i piani alti stan sempre oltre le nuvole. Nel gesto, perse quasi il birichino bastone da passeggio che teneva sottobraccio.
Dannazione, Hatta!, rifletté tra se e se; stai monologando, come al solito!!

Acc, è vero. Senti, Stupendosità, facciamo in fretta, sì?

Disse, finalmente rivolgendosi pienamente alla donna - di cui ancora non riusciva a non sentirsi attratto. Oh, dolce Stil Novo!

Mi serve qualcuno bravo negli effetti spec--

Sciaf! Poderoso schiaffo dalla sua stessa mano destra.
Probabilmente, qualcuno dentro di lui non era d'accordo...

--illusioni, già.
Quindi, ora ti prendo il Cuore fiabesco e non se ne parla più, ok?


Così bella da sembrare tostissima! No, non era così: non dava per nulla l'impressione potesse nuocergli. Però, però, però! Se stava al secondo turno di quel giochino doveva essere forte, no? E poi tutte le sventole delle storie sono sempre fortissime: basta pensare ad Alice, o alla Regina...
Brrr. Rabbrividì, e non era quel gelo stramaledetto. La Regina...
Si levò rapidamente una delle due cinghie che portava legate alla coscia sinistra. Faceva un po' sadomaso, ma non se ne curò: quella favolosa tattica era per il bene di entrambi. Istantaneamente, la cintura si tramutò in una corda mediamente lunga e apparentemente robusta, che il Cappellaio si premurò di assicurarsi al polso mancino. Infine, mostrò a tutti la propria perizia piratesca formando un perfetto nodo a circa un quarto di essa... Ed ecco che, dalle sue straordinarie mani, nacque un lazo!

Arrivo, eh.

Non era proprio sicuro di quanto quel suolo potesse dargli una mano, e proabilmente la sua corsa sarebbe stata inarrestabile su un terreno completamente privo d'attrito. Se almeno fosse stato in un palasport... Niente. Gli sport invernali sono spesso sottovalutati, davvero.
Impugnò saldamente Rippner nella destra, la fantastica gomena - sì, insomma, la corda - nella sinistra, roteandola. Avrebbe dovuto prenderla al volo!
Così, dopo un paio di passi per saggiare la stabilità - e Grazie A Tutto Il Creato per non essere scivolato -, Hatta scattò.
La corsa, così rapida da apparire quasi impossibile da seguire, terminò poco prima che si trovasse a pochi centimetri sulla destra della dama; fu in quel preciso istante che l'illuminante pacifista dell'Agenzia (?) tese quella sorta di cappio in una perfetta riproduzione de "l'Acchiappaanimali", tentando di acciuffarla con il lazo e di trascinarla, indenne ma catturata, dietro di sè.
Sì, perchè, piccolo problema: su quel ghiaccio non ci si ferma, e lui non poteva che continuare scivolando quella folle corsa... Fino a quando non lo avessero fermato, o non avesse trovato qualcosa contro cui scontrarsi più duro della sua capoccia.
Per evitare un poco gradito frontale contro le pareti al limite del lago, dunque, il folle protagonista avrebbe provato a voltarsi per conficcare il gotico bastone nel suolo, a mo' di piccozza.
Avrebbe domato la Bellissima Bellezza? Sarebbe riuscito a fermarsi? O gli avrebbero levato i punti dalla patente?
Ai posteri l'ardua sentenza.


CITAZIONE
~ Status: Blabla, tutto ok, 90%.
~ Armi in uso: Mr. Rippner: bastone da passeggio, equivalente ad una mazza.
~ Innate Passive in Uso (nel turno)(equip compreso).
__Splendida Cravatta Del Potere! |-
Già citata: terrore inspiegabile alla vista del vestito e del suo portatore.
__Spreading Insanity |-
Blablabla (evito tutta la descrizione, la trovi tra i poteri speciali in scheda): tra le altre cose, insensibilità al dolore.
__Break The Unbreakable |-
Blablabla, superforza passiva (come la precedente, rintracciabile tra i poteri speciali in scheda).
~ Tecniche in Uso (equip compreso):
x Prima Cinghia Della Costrizione: Legata alla coscia sinistra del Cappellaio, questa cinghia portentosa ha la peculiarità di allungarsi un casino (ben 25 metri!! Woooh): unita ad una resistenza più che notevole, ne fa un ottimo oggetto per ogni necessità. Servirsene è semplicissimo! Uno slot tech e un consumo basso, e ci si potrà servire di questo comodissimo utensile. Molto apprezzabile la sua funzione lazo! [Tech Bassa]
x Mazzate-velox: Picchiare è lo sport più facile del mondo: trovi una vittima e la pesti a fondo. Semplice, no? E che si sia armati o meno, la gragnuola di colpi è sempre un devasto. Così, Hatta si è specializzato in questa amena occupazione, e, dato che per le auto esiste l'auto-velox, per i suoi colpi esiste il mazzate-velox. Insomma, quanto fa figo avvicinarsi di botto all'avversario e dargliele di santa ragione? Proprio questo dunque fa questa tech: Hatta potrà muoversi ad una velocità assurda, praticamente invisibile all'occhio, con traiettoria retta e breve. Utile anche per schivare! Sempre se possibile, ovviamente. Mentre è in scatto, perchè di uno scatto si tratta, non può nè attaccare nè difendersi. Può solo muoversi. Con un consumo basso potrà fare due metri, con un medio 4, con un alto 6 e con un critico 9. Zam, sparito, e paff, riapparso! Poi, son solo legnate. [Usato Basso per scattare!]
~ Note: //

 
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~ D a l y s
view post Posted on 10/1/2010, 16:35





Guardò quell’ometto che pareva essere deciso a non lasciare silenzio tra loro. Le voci si erano come ritirate in sua presenza, quasi le irritasse entrare in contatto con una tale euforia. Pareva un bambino, nei gesti e nelle parole, un bambino ingenuo. Eppure doveva essere un guerriero, altrimenti non sarebbe stato lì davanti a lei, a fissarla con tanta straordinaria intensità. Pareva affascinato, anzi di più. Pareva letteralmente ammirato dalla sua figura, qualcosa che esulava da qualsiasi suo potere, che pareva provenire dalla sua mente.
Sentì una strana sensazione di smarrimento, mentre lo osservava cadere, rialzarsi, maledire il cielo e schiaffeggiarsi giocosamente. Pareva che nulla potesse turbarlo al di sotto di quella superficie di pazzia. Si chiese se non fosse meglio essere così, come lui. Uno del genere non doveva avere incubi, non doveva avere un passato triste e terribile pronto a perseguitarlo. E soprattutto pareva non temere gli scivoloni, anche su quel terreno tanto inadatto alla lotta.
Voleva il suo Cuore Fiabesco? Sorrise, sarcastica. Avrebbe voluto spiegargli che di cuori, fiabeschi soprattutto, lei non era affatto portatrice. Semmai cuori feriti, corrotti, circondati da spine. E poi diciture come quelle appartenevano alle favole, alle storie che era stata abituata a raccontare e che aveva maledetto, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Ma sapeva non avrebbe fatto in tempo. Le parole di lui sembravano decise a sopraffarla prima ancora dei suoi attacchi. Sentiva di essere in una posizione instabile, davanti ad un uomo instabile, in una situazione dove si sarebbe deciso della sua vita o della sua morte. Un futuro incerto nelle mani di un pazzoide che pareva volere il suo Cuore Fiabesco.
Cominciava a sentire uno strano dolore alle tempie. Perché si trovava lì, quella creatura? Perché non era in qualche circo a dare spettacolo delle proprie doti di intrattenitore? Non provava per lui alcuna avversione, non quella che nutriva verso gli uomini, non quella che sentiva a pelle per i nemici. Mentre rabbrividiva pensò che si sarebbe meritato qualcuno in grado di abbracciarlo e dargli un po’ di tepore. E forse lo avrebbe fatto, se non fosse stata sicura di cadere nuovamente.
Strinse i denti. Non doveva dimenticare i problemi pratici, su quel terreno assurdo. Non doveva dimenticare che il sangue presto avrebbe bagnato quella distesa innevata da cartolina. Che quello non era un gioco, era la vita, una vita che presto avrebbe potuto finire.
Cuore Fiabesco. Che assurdità.
Lei avrebbe avuto il suo cuore e basta, lo avrebbe estratto insieme a tutte le viscere, insieme alla lingua, se solo fosse stata certa che questo lo avrebbe zittito.
Anche lui pareva essersi fatto più serio, ora. Aveva svolto dalla coscia una corda. Per un attimo aveva pensato fosse simile alla sua Mietitrice, con una lama al termine, o a un cilicio, di quelli che i pellegrini utilizzano per compiere le proprie penitenze. Aveva creduto fosse uno strumento di tortura. Poi si era convinta fosse un semplice frustino. Aveva sorriso.
Lei contro il combattente sadico. Gli organizzatori dimostravano come al solito una discreta fantasia.
Ma no, nemmeno questo si era rivelato vero. Perché la corda si era allungata, fino a diventare straordinariamente lunga. Strappandole un altro sorriso, folle, un sorriso malizioso. Sì, la battuta le era salita spontanea alle labbra. Se non avesse dubitato, se non si fosse convinta che un’uscita del genere non sarebbe stata apprezzata né da lui né dal pubblico, si sarebbe espressa. Ma quell’uomo simile a un fanciullo non avrebbe potuto capire.
E lei, comunque, non avrebbe avuto il tempo di parlare. Perché quando sollevò gli occhi lui pareva essere scomparso. Eppure aveva sentito la sua voce solo pochi secondi prima. Iniziò a guardarsi attorno, quando qualcosa la strinse attorno alla vita. L’aveva stretta sopra i fianchi, strappandole un piccolo grido di spavento.


image


Lei, gridare a quel modo, come una donnetta. Se ne sarebbe pentita. Sicuramente. Lo pensò mentre già iniziava a scivolare. Lui, maledetto, l’aveva ingannata. Si era finto un innocuo fanciullo mentre ora procedeva a velocità folle verso un muro dove entrambi si sarebbero potuti schiantare.
Cercò di mantenere l’equilibrio, piegandosi in avanti, tentando di muovere i piedi. Gli rivolgeva le spalle, trovandosi in una posizione estremamente scomoda, che la portò dopo poco a cadere a terra, di schiena.
Maledizione. Maledizione.
Sentiva dolore alle spalle, il freddo che le si propagava lungo la spina dorsale. E tutto per colpa della sua troppa fiducia. Pensò a come liberarsi, poi pensò che presto avrebbero incontrato un ostacolo, una parete, e si sarebbero schiantati tutti e due come mele mature. Sarebbero andati in mille pezzi, si sarebbero fatti male. Molto male.
Alzò lo sguardo, cercando di vederlo. Rapido, decisamente più rapido di quanto si sarebbe potuta immaginare. Sentì la rabbia invaderla, una rabbia calda, che si propagava dallo stomaco fino alle estremità. Una rabbia che la faceva avvampare, nel silenzio in cui le voci tornavano a sussurrare. Parlavano di morte, di ucciderlo, di farla finita con quello scocciatore.
Mentre la sua pelle si copriva di uno strato di fiamme le dicevano di bruciarlo vivo, di dimostrargli cosa significasse umiliare lei, la Rosa, a quel modo. Strinse le labbra. La parete era vicina, vicinissima. Sentì il contraccolpo, intuì che lui doveva aver cercato in qualche modo di fermarsi, e che questo avrebbe significato un aumento di velocità per lei.
Voleva dire che si sarebbe schiantata con violenza ancora maggiore, a meno che non avesse escogitato qualcosa. Si afferrò alla corda con entrambe le mani, rivoltandosi in modo da guardare verso il muro. Verso quella distesa immensa, candida, che si stagliava di fronte a lei. A pochissimi secondi. Si spinse all’indietro, sollevando le gambe. Sentì le gambe piegarsi e fremere per il dolore quando i piedi impattarono contro la parete. Ma non cadde, anzi, la spinta proseguì ancora per un pezzo, mentre le piante dei suoi piedi aderivano al ghiaccio.
Sorrise, attraverso il fuoco, passandosi la lingua sulle labbra.
Ah, signore in rosso. Questa non te la aspettavi, vero?
Si girò, rapida, un braccio già testo verso di lui. Ora vediamo come fai, signore in rosso.
Le voci dicevano di uccidere. Il suo cuore le diceva che si poteva fare, che bisognava ascoltarle. Lasciò che dal palmo della mano destra scaturisse una sfera di fuoco. Sì, aveva avuto ragione all’inizio. Era giunto il momento di scaldare un po’ l’ambiente.





} Per Fare Il Punto {
Energia Residua: 100% - [Medio x1 (-10%) + Alto x1 (-20%)] = 70%
Stato Fisico: Contusioni alla schiena per l'urto con il terreno.
Azioni Svolte: Subisco la presa, finendo per cadere sulla schiena. Utilizzo poi Passione per ricoprirmi di fuoco e all'ultimo momento mi giro verso il muro sfruttando la passiva per arrampicarmici anzichè schiantarmi semplicemente. Da quella posizione scaglio una palla di fuoco. Visto il tipo di cinghia, ho pensato che il mio fuoco non bastasse a spezzarla.

Passive in Uso


Intimità ~ Dalys è una giovane donna affascinante. Lo sa, è l'unica arma che le è rimasta. Ciò che l'ha rovinata una volta può ora portarla alla vittoria. Quando la incontrano, quando vedono i suoi occhi grigio verdi ombreggiati dalle lunghe ciglia scure, pochi uomini restano indifferenti. E se hanno la fortuna di vedere il suo corpo muoversi, sinuoso e sensuale, a fatica distoglieranno lo sguardo. Poseranno gli occhi nei suoi, impenetrabili come l'acciaio, avvolgenti come la seta.
Ne saranno ammaliati al punto da trovarla desiderabile, irresistibile, oggetto di ogni loro più recondita fantasia. Non sanno, non riusciranno ad intuire a meno di possedere adeguate resistenze, la reale pericolosità celata sotto i petali della rosa, tagliente come le sue spine. [Tecnica Passiva psionica che produce nel nemico non dotato di difese adeguate o non sufficientemente resistente, in particolare se uomo, attrazione nei confronti del pg. L'attrazione stessa renderà il pg particolarmente desiderabile e affascinante agli occhi del nemico, cancellando qualsiasi indice della sua reale pericolosità.] (5 punti)

Dominio ~ La sacerdotessa fonda il proprio potere sulla danza, al cospetto dei suoi movimenti l'animo degli uomini si piega, la loro resistenza è miseramente sconfitta. Ma per lei non è sufficiente. anche la Terra, l'antica e insensibile Natura, deve chinarsi alla sua eleganza. Nulla dovrà arrestare l'avanzare gentile della Rosa. Così ella ha affinato nel tempo la squisita tecnica del proprio passo, che le consente di camminare e danzare senza alcun ostacolo, senza alcuna incertezza. I suoi piedi aderiranno a pareti perfettamente verticali e soffitti con noncuranza, trasformandoli nel'ideale palco per il suo sensuale spettacolo. Qualcuno grida al miracolo, altri additano il suo potere come maleficio. E ancora una volta la fanciulla è inafferrabile alle loro mani. (5 punti)

Attive Utilizzate



Passione ~ Si parla spesso degli effetti della passione. I poeti l'hanno paragonata a molte cose, ma una la rappresenta più di tutto: il fuoco. Ardere, bruciare di passione, lasciare che invada il corpo e l'anima come un'unica forza, un unico sentimento.
Dalys, ancella della morte e dell'amore, conosce bene di cosa si tratti. Sa quanto possa essere avvolgente, quanto possa diventare pericolosa. L'ha sentita dentro di sè danzando, nel deserto riarso, danzando negli incubi e nei miraggi, uccidendo il nemico che diceva di amarla. E' così che è nato il potere, che la donna e la maga sono diventate un'unica cosa. Sarà nella lotta, nella danza, letale gioco di sensuale battaglia, sarà sotto gli occhi del nemico che si manifesterà la sua forza. Sacerdotessa dell'eleganza e dell'inganno, evocherà la passione e diverrà fiamma, torcia ardente che saetta lucente e rapida nella notte. Un soffio non vi basterà per spegnerla, un gesto le basterà per farvi suoi.
Praticamente, con una minima concentrazione il corpo di Dalys si coprirà di fiamme che non potranno in alcun modo scottarla e i suoi capelli arderanno come il fuoco, i suoi occhi diventeranno del colore rossastro delle braci. La ragazza potrà controllare le fiamme modificando la loro estensione attorno al proprio corpo e in tal misura il loro calore, in modo da infliggere danni bassi, medi, alti o critici al contatto in base all'energia spesa per evocare le fiamme stesse (l'estensione delle fiamme varia da un livello di pochi centimetri superficiale alla pelle ad uno spessore di due metri attorno al corpo). --> Usato livello Medio
Questa tecnica può essere usata solo in attacco.
In conseguenza di questo potere, la temperatura corporea della giovane sarà lievemente più alta del normale. Questo non avrà alcun risvolto pratico se non il fatto che la sua pelle risulterà sempre tiepida al contatto.
Se poi, ricoperta dalle fiamme della sua stessa rabbia, volesse colpire lo sfrontato nemico prima che osi toccarla, le basterà spendere un consumo pari ad Alto per gestire il fuoco a proprio piacimento, avvolgendolo intorno a sè o scagliandolo verso il nemico, con la forma che sia a lei più gradita, incandescente come la sua stessa anima. (1 punto. Necessita di Passione per essere utilizzata)



Edited by ~ D a l y s - 14/1/2010, 10:40
 
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Hatta.
view post Posted on 13/1/2010, 22:00




Frena frena frena frena!
Frenò.
Un sospiretto di sollievo scappò dalle sue labbra, ben consapevole di quanto avesse rischiato un'Hatta-frittata se si fosse schiantato a quella velocità contro le solide pareti ghiacciate.
E aveva sentito lo strattone! Aveva domato la Bellissima, dunque.
Tutto come previsto.
Solo dopo si rese conto di come, se anche lui era riuscito a frenare, il peso - leggerissimo, leggerissimo! Una donzella non pesa. Mai. - inerte della sua avversaria non le avrebbe permesso lo stesso lusso.
Fu così con una certa apprensione che, spalancando gli occhi stupito, la osservò sfrecciare accanto a sè, gradualmente infiammandosi. Letteralmente.
(Carine le strategie casuali.
Dite che le prepara prima, o le sfrutta così, come vengono vengono?)

Il commento della serious-mode ora è poco gradito, grazie.

Ehi...!

Gridò, cercando di attirare l'attenzione della fanciulla. Non era così che l'aveva pensata! Insomma, a lui serviva solo il suo Cuore, mica un formato donna 2D. Eppoi, eppoi, insomma, era così affascinante, sarebbe stato un crimine farle del male... E ora stava addirittura prendendo fuoco!!
Si voltò, poggiando la schiena sul gelido, gelidissimo suolo. Era praticamente impossibile coordinare fluidamente i propri movimenti su quel tipo di terreno, così si limitò a puntellare i gomiti e alzare lo sguardo, temendo ciò che gli si sarebbe presentato alle iridi rossastre.
Chissà come - e contrariamente ad ogni legge della fisica -, il largo cilindro gli si sistemò sul capo - anche con il provvidenziale aiuto della mano destra - affinchè non venisse perso dai convulsi movimenti. Misteri degli eroi.

...Eh?

Seconda volta in pochi attimi che vieni colto impreparato, e con la stessa, ebete reazione.
Complimenti, anche se ancora non ti sei avvicinato al record personale.
La straordinaria corda era a terra, bruciata, così come bruciava la donna appollaiata sulla parete...
... E così come stava bruciando un qualcosa pronto a schiantarsi contro di lui.

AAAH!!

Gridando terrorizzato, afferrò appena in tempo la Carta di Picche, la quale, protettrice, s'allargò magicamente per difenderlo dall'inferno divampante.
La sfuriata a caldo lo aveva lasciato completamente spiazzato - e un poco abbrustolito -, ma ancora non aveva compreso che proprio essa fosse un vendicativo attacco della dama.
Era troppo bella per essere pericolosa, suvvia!
Doveva salvarla da quel fuoco. Fiamme cattive, fiamme cattive!
Uff, e che faticaccia difendersi da quel meteorite...

Pompieri?
Pompieri~


Invocando aiuto, più che abbronzato dall'offensiva avversaria
(Bello, giovane ed abbronzato. Una citazione famosa.),
decise di tentare il tutto per tutto.
Azionò, epicamente e con la massima rapidità, l'Orologio di Bronzo che portava alla cintola.
Fumi cremisi e rosati l'avvolsero, scintille sprizzarono, raggi solari fecero capolino dalla densa ed umida nebbiolina.
Voilà! Il banchetto è servito. Perchè in effetti proprio un banchetto pareva: tavolata, tovaglia, posate, porcellane, persino il centrino con i cuoricini a centrotavola. Mancavano solo portate e sedie.
Ma, cosa più importante, aveva delle brocche d'acqua.

Arrivo! Aspetta a bruciare!

Ci stava mettendo un po' troppo, in effetti; rialzatosi - non senza una certa fatica - grazie agli appigli del tavolo. Afferrò prontamente la coppa più vicina, e, senza indugiare oltre, ne gettò violentemente l'intero contenuto all'indirizzo della non lontana dama.

Scusa scusa scusa
Io non volevo che finissi in fiamme~


Hatta, sei un perfetto idiota.


CITAZIONE
~ Status: Un po' abbrustolito qua e là, in generale è messo benino, 65%.
~ Armi in uso: Mr. Rippner: bastone da passeggio, equivalente ad una mazza.
~ Innate Passive in Uso (nel turno)(equip compreso).
__Splendida Cravatta Del Potere! |-
Già citata: terrore inspiegabile alla vista del vestito e del suo portatore.
__Spreading Insanity |-
Blablabla (evito tutta la descrizione, la trovi tra i poteri speciali in scheda): tra le altre cose, insensibilità al dolore.
__Break The Unbreakable |-
Blablabla, superforza passiva (come la precedente, rintracciabile tra i poteri speciali in scheda).
~ Tecniche in Uso (equip compreso):
x Carta Di Picche!: Accessorio speciale made-in-Hatta: questa carta rappresenta l'asso di picche, e con un consumo variabile e uno slot tech, permetterà ad Hatta di difendersi magicamente con essa: la carta s'ingigantirà notevolmente, divenendo praticamente uno scudo torre capace di proteggerlo su tutto il lato frontale. (considerabile rettangolarmente di fronte ad Hatta con una difesa 2 metri d'altezza per 1 di base). [Usato Alto per difendersi dal getto di fuoco]
x Orologio Di Bronzo : Questo terzo orologio è, se possibile, ancora più strabiliante dei precedenti. Senza consumi o slot tech, Hatta evocherà attorno a sè dei fumi rosa-violetto molto stilosi, da entrata in scena veramente powah. Alcune volte la densa nebbiolina è seguita da tazzine e/o teiere volanti. Con la giusta concentrazione, può evocare tavole imbandite o splendidi servizi da thè (con thè incluso, ovviamente). Bassa spesa d'energie, poco tempo e voilà!, è tutto servito. [Basso]
~ Note: Sì, è così. Hatta vuole salvare Dalys dalle sue stesse fiamme... Con una brocca d'acqua.

 
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~ D a l y s
view post Posted on 16/1/2010, 16:48





L’aveva appena colpito e già un sorriso sadico si allargava sulle sue labbra bollenti. Credeva che ora sarebbe fuggito, o quanto meno avrebbe tentato di difendersi nuovamente. La corda che la teneva pareva essersi bruciata e ora scivolava mesta verso terra, inutile burattino di cui entrambi i contendenti si sarebbero presto dimenticati.
Le Voci avevano avuto ragione. Cercare di toglierlo di mezzo con violenza non era stata una cattiva idea. Ora lui si sarebbe arrabbiato, ma lei era in piedi su una parete, non poteva sperare di raggiungerla e fronteggiarla. Si sarebbe aspettata di tutto, si sarebbe aspettata di essere trasformata in un artistico bersaglio per i colpi di lui.
Ma mai.
Mai.
Che facesse apparire una tavola imbandita nel bel mezzo del campo di battaglia. Per un attimo rimase interdetta, i suoi occhi si dilatarono, non riuscì a reagire in alcun modo. Nella sua mente, nella sua lucida, cinica considerazione dell’uomo non vi era spazio per eventi del genere. Tutto procedeva secondo una logica, per quanto folle. E in quell’ordine il nemico, pazzo o sano, aveva come principale scopo annientarla. E lei doveva odiarlo, colpirlo finché non avesse smesso di respirare. Affondare il coltello



nel suo petto e vedere i suoi occhi dilatarsi dal terrore.
E ridere.
Ridi, bambina, perché il Traditore finalmente è morto.
Ridi perché i suoi ultimi istanti sono stati terrore, pura paura. Ha avuto paura di te.
Affonda la tua mano, premi il coltello finché il suo cuore smetterà di battere.
Come un coniglio, come una stupida preda sul punto di essere scuoiata.
E guarda, bambina.
Piange.
Non trovi sia uno spettacolo appagante?



Cercò di scacciare la Loro voce dalla testa. Se le avessero parlato a quel modo l’avrebbero distratta. Eppure non riusciva a trovare una spiegazione, per quanto si sforzasse, ai gesti del buffo omino vestito di rosso, dell’omino che le faceva ancora più paura in quanto tanto simile a un bambino.
Lo vide prendere in mano una brocca, lo vide gettare l’acqua. Pensò si trattasse di uno scherzo, alzò lentamente un braccio per pararsi gli occhi. Non sarebbe riuscito a colpirla, sciocchezze.
L’acqua la investì in pieno. Non tiepida, come avrebbe pensato. Ma fredda, gelida quanto l’ambiente. In un istante la sua fiamma si spense, forse per lo shock di quel bagno inaspettato, forse come riflesso spontaneo del suo sconcerto. I capelli le scesero lungo le guance, brividi di freddo iniziarono a scuoterla.



Scusa scusa scusa
Io non volevo che finissi in fiamme~


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Si leccò le labbra, non sapendo se essere adirata o divertita, se temerlo o semplicemente riderne.
Si chiese se fosse sincero o se la sua fosse solo una messa in scena. Pareva parte di un folle complotto per farla impazzire, lui e quelle stupide Voci, lui e quel freddo assurdo che la intorpidiva, rendendole i movimenti più difficili. Lui e quella rabbia che la animava, una rabbia ferina, che suggeriva di ucciderlo subito



prima che si renda conto di poter fuggire.
Lentamente.
Perché possa provare la dovuta paura.
Perché possa implorarti di risparmiarlo.
Ridendo, come se si trattasse di un gioco.
Ma senza compassione, perché deve sprofondare nell’inferno.
Nel tuo inferno.



Stupido.
Piccolo.
Omuncolo.
Le sue labbra non riuscirono nemmeno a pronunciare le parole, tremanti, quasi congelate.
Sfoderò la propria arma, mentre lentamente, con passi misurati, iniziava a scendere dal muro. Si concesse di farla roteare una, due volte, prima che si disperdesse in decine di petali rosati sopra la loro tesa. Ridacchiò, mentre i suoi piedi toccavano nuovamente il terreno scivoloso. Non si sarebbe allontanata da quel margine freddo, viscido forse, ma a cui le sue unghie potevano aggrapparsi.
Gli sorrise, lasciando che il suo corpo tremante aderisse alla superficie.
Stupido.
Tenero.
Spaventoso.
Uomo.
Gliela avrebbe fatta pagare, lo avrebbe fatto strisciare al suo cospetto.



Che ne dici di un po’ di musica, con una tale tavola imbandita?



Le parole erano state pronunciate in modo flebile, scosse dai tremiti del suo petto bagnato. Si sarebbe presa una bella infreddatura. Aggrottò la fronte, ma non lasciò che quel sorriso altrettanto gelido scomparisse. Un sorriso che non si estendeva fino agli occhi, lucidi di furia.
Si resse con una mano, girandosi su un fianco e appoggiando la destra alla parete. Lasciò scorrere le unghie sul ghiaccio. Un sibilo fastidioso, simile a quello delle unghie sulla lavagna, simile a un grido sofferente. Ma troppo tenue per disturbare veramente, almeno senza un piccolo aiuto.
Piccolissimo davvero.
Sì, lo avrebbe dimostrato. A lui e a Loro.
Non c’era un unico folle, su quel campo.





} Per Fare Il Punto {
Energia Residua: 100% - [Medio x2 (-20%) + Alto x2 (-40%)] = 40%
Stato Fisico: Contusioni alla schiena per l'urto con il terreno; corpo scosso da brividi per il freddo - principio di congelamento
Azioni Svolte: Subisco la tua secchiata d'acqua, che mi provoca brividi di freddo e quindi l'impossibilità di movimenti fluidi di danza anche sulla parete. Uso la mietitrice giusto il tempo di disperderla in aria e poi scendo nuovamente a terra. MI appoggio alla parete per non scivolare e amplifico il suono delle unghie contro il ghiaccio della parete stessa. In tal caso amplifico appunto il suono acuto dello strisciamento delle unghie.

Passive in Uso


Intimità ~ Dalys è una giovane donna affascinante. Lo sa, è l'unica arma che le è rimasta. Ciò che l'ha rovinata una volta può ora portarla alla vittoria. Quando la incontrano, quando vedono i suoi occhi grigio verdi ombreggiati dalle lunghe ciglia scure, pochi uomini restano indifferenti. E se hanno la fortuna di vedere il suo corpo muoversi, sinuoso e sensuale, a fatica distoglieranno lo sguardo. Poseranno gli occhi nei suoi, impenetrabili come l'acciaio, avvolgenti come la seta.
Ne saranno ammaliati al punto da trovarla desiderabile, irresistibile, oggetto di ogni loro più recondita fantasia. Non sanno, non riusciranno ad intuire a meno di possedere adeguate resistenze, la reale pericolosità celata sotto i petali della rosa, tagliente come le sue spine. [Tecnica Passiva psionica che produce nel nemico non dotato di difese adeguate o non sufficientemente resistente, in particolare se uomo, attrazione nei confronti del pg. L'attrazione stessa renderà il pg particolarmente desiderabile e affascinante agli occhi del nemico, cancellando qualsiasi indice della sua reale pericolosità.] (5 punti)

Dominio ~ La sacerdotessa fonda il proprio potere sulla danza, al cospetto dei suoi movimenti l'animo degli uomini si piega, la loro resistenza è miseramente sconfitta. Ma per lei non è sufficiente. anche la Terra, l'antica e insensibile Natura, deve chinarsi alla sua eleganza. Nulla dovrà arrestare l'avanzare gentile della Rosa. Così ella ha affinato nel tempo la squisita tecnica del proprio passo, che le consente di camminare e danzare senza alcun ostacolo, senza alcuna incertezza. I suoi piedi aderiranno a pareti perfettamente verticali e soffitti con noncuranza, trasformandoli nel'ideale palco per il suo sensuale spettacolo. Qualcuno grida al miracolo, altri additano il suo potere come maleficio. E ancora una volta la fanciulla è inafferrabile alle loro mani. (5 punti)

Attive Utilizzate




Canto~ Qualunque nobildonna d’Oriente, qualunque Geisha, viene addestrata alle arti, in particolare al canto e alla musica. Sin da bambine queste giovani imparano a distinguere ed amare i suoni puri, le armoniche perfette, non ancora sporcate dai rumori della quotidianità. Come la campanella d’argento che il Ballerino porta al collo, il cui suono è così puro da apparire celestiale. La Rosa ha imparato ad amarlo, tanto quanto il proprio compagno, così da acquisire il potere di amplificarlo fino a renderlo un boato, assordante per qualsiasi altro orecchio.
[Tecnica di consumo Alto, che consente di amplificare a livello di un boato assordante i suoni prodotti dal Compagno Animale o dal personaggio stesso]


~ Mille tagli ~ Spendendo un consumo pari a Medio e cessando improvvisamente la propria danza, il possessore della Mietitrice Scarlatta sarà in grado di disperderla nell'aria, lasciando che essa si frammenti in una moltitudine incredibile di piccoli petali di rosa. Essi si disperderanno per tutto il campo di battaglia, ricoprendo e fluttuando per tutta l'arena, in attesa di un gesto o di un ordine del proprio possessore, che potrà concedersi anche nei turni successivi e non necessariamente in quello in cui disperde l'arma (Che ovviamente non potrà quindi essere utilizzata, nel frattempo).
Ad un suo segnale, i petali di rosa inizieranno ad abbattersi sull'avversario da tutte le direzioni, taglienti come lame, per infliggergli un danno totale pari a Medio, che si manifesterà con una moltitudine incredibile di piccole ferite lungo tutto il corpo.
Dopo aver attaccato, i petali riformeranno istantaneamente la Mietitrice Scarlatta. (1 punto)
 
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Hatta.
view post Posted on 19/1/2010, 20:59




Quindi, gridò.
Stavolta, sì, di dolore. Un dolore lancinante, severo, una sofferenza impietosa che non gli permetteva di schiarire la propria mente contorta ed offuscata dalla follia.
Un'esplosione di suoni e stridii discordanti, incapaci di ferirgli le orecchie - quelle, sì, irraggiungibili dallo strazio -, ma devastanti all'interno della sua psiche multiforme.

Gah!

Lo stava assordando! Lo stava assordando!
Irresistibile, il feroce raschiare gli stava trapanando il cranio, aprendo brecce nella sua stabilità mentale e sgretolando le difese che aveva costruito per arginare la sua mutevole pazzia.
Tentò disperatamente di tapparsi le orecchie con le mani, invano.
Non riusciva! Non riusciva ad opporsi ad esso! Era... Una marea insaziabile, un gorgo vorace che non aveva alcuna intenzione di liberarlo.
Ma gli avrebbe resistito. La Bellissima Avversaria non era malvagia. C'era, sì, c'era una motivazione per quanto stava facendo.
C'era. Ci doveva essere.
Doveva aggrapparvisi, altrimenti sarebbe caduto...
No! Doveva proteggerla. Lei... Lui poteva resistere. Poteva.
Come in un sogno, o come quando un soldato è rimasto assordato da un ordigno esploso a poche lunghezze da lui, annaspò, cercando con lo sguardo cremisi qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse cessare quel tormento.
Lui...
Insane.
Riusciva a scorgere il lungo tavolo, proprio dietro di lui.
Insane.
Provò ad avvicinarvisi, barcollando sul terreno insidioso; quasi cadde, vittima del ghiaccio, e percepì sotto gli stivali lo sgretolarsi di cocci e frammenti - la brocca? Doveva essergli caduta... Ma quando? Non l'aveva udito.
Insane.
Poi, notò l'ancora che avrebbe potuto salvarlo.
Il lungo bastone da passeggio, nero, nero, così stupendamente nero, dalla testa goticamente disegnata con un teschio argentato.
Così nero... Così benedetto.
Insane.
Qualcosa, dentro di lui, pulsava. Forte, forte, sempre più forte: non riusciva più a trattenerlo.
Sì chinò per strappare il glorioso Mr. Rippner dal suo abbraccio con il gelido suolo...
InSaNe.
... E mormorò, piano.

Perdonami.

(Wake me up before I change again
Remind me the story that I won't get insane
Tell me why it's always the same
Explain me the reason why I'm so much in pain)

Ciò che afferrò lo scabroso - sì, scabroso - bordo del tavolo non era più Hatta, ma ciò che di più malvagio v'è nelle favole. La scintilla oscura di ogni cuore, l'angolo buio della mente di ogni vivente.
Non si può sfuggire dal proprio riflesso.
E quell'immagine, allo specchio, restituiva un sorriso maligno.

(Voy perdiendo el suelo...
I'm becoming Insane.)

La forza fluiì prepotente nel nuovo Cappellaio Matto.
Ciò che sempre era stato trattenuto, ora straripava distruttivo ed impietoso, come già era accaduto contro l'Angelo dell'eliminatorie di quella cruda giostra di sangue.
Grugnì, mentre nelle iridi erano visibili schegge impazzite di un io pericoloso.
E, pur dando le spalle alla fanciulla, Hatta decise per il dolore. Occhio per occhio... O forse qualcosa di più.
Qualche attimo di sforzo, e il tavolo s'alzò, orizzontale, sollevato dalla sovrumana possanza dell'esile Fiaba. Quel che stava su di esso, cadde, andò in frantumi, ma lui non se ne curò.
Invece, ruotò su sè stesso, veloce, crudele, e liberò quel grande peso proprio verso la giovane danzatrice.
Schiacciarla? No, niente di così barbaro.

YA-HA!!

Urlò, comprimendo la propria follia nel pugno destro, e sparando con esso una cannonata d'urto proprio all'indirizzo del soprammobile appena scagliato.
Che ne dite? Un'esplosione di legno, una pioggia di schegge. Un boato, per lui, inudibile. Mille, migliaia di aghi su una distesa congelata.
Una morte SeRiA.
Seria?
Oh, sì. Terribilmente seria.


CITAZIONE
~ Status: Bruciacchiato, assordato ed in preda alla pazzia, 55%.
~ Armi in uso: Mr. Rippner: bastone da passeggio, equivalente ad una mazza (conficcato a terra, come avevo scordato di citare precedentemente)
~ Innate Passive in Uso (nel turno)(equip compreso).
__Splendida Cravatta Del Potere! |-
Già citata: terrore inspiegabile alla vista del vestito e del suo portatore.
__Spreading Insanity |-
Blablabla (evito tutta la descrizione, la trovi tra i poteri speciali in scheda): tra le altre cose, insensibilità al dolore.
__Break The Unbreakable |-
Blablabla, superforza passiva (come la precedente, rintracciabile tra i poteri speciali in scheda).
~ Tecniche in Uso (equip compreso):
x Sempre Mazzate: Non sempre le vittime considerano lo sport che Hatta pratica uno...sport. Anzi, la maggior parte tende a scappare, quando si scatena; incomprensioni a parte, v'è un tipo assai fastidioso di avversario che tende a volteggiare o stare lontano: quel tipo di nemico fa sempre imbestialire il nostro Cappellaio Matto, che vorrebbe darglierle di santa ragione, ma non è capace di farlo. Il suo corpo fiabesco, però, ha colmato questa sua incapacità, rendendo per un breve periodo di tempo i suoi colpi - pugni, calci, mazzate - come onde d'urto, che si propagano sulla distanza fino a dieci metri da lui. Non provocano danni, ma fanno fare dei gran voli. [Tech Media, Due Turni]
~ Note: Il tavolo era di dimensioni 2,5 x 1,5 (non sapevo come descriverlo in-game), ma, insomma, ora è poco importante, essendo andato in mille pezzi... / YA-HA è citazione in onore del mitico Hiruma.

 
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~ D a l y s
view post Posted on 20/1/2010, 17:28





Pareva veramente stordito da quel rumore.
Lei stessa, pur essendone immune, poteva percepire lo spazio circostante risuonare di quel boato stridulo, simile a un grido disperato. Immaginava che effetto potesse fare, immaginava l’angoscia che potesse provocare. Sentiva le Voci esultare, mescolarsi a quel suono e levarsi verso l’alto. Quello che era stato un campo completamente silenzioso, ora godeva la purezza di quel tumulto acuto, che lentamente svaniva.
Ma l’omino rosso, il terribile, innocuo omino rosso, non sembrava rilassato. Non sembrava lieto di quella musica. E soprattutto non sembrava follemente felice. Qualcosa nel suo corpo si era deformato, poteva leggerlo nel suo sguardo e nei suoi gesti, nel modo in cui parlava, nell’atteggiamento che aveva verso di lei.
Le parve le avesse detto qualcosa. Pensò la stesse implorando di risparmiarlo e si chinò in avanti. Cosa stava dicendo?
Perdonami.
Un campanello d’allarme risuonò nella sua mente. Non era una parola nuova, per lei. Non era un termine sconosciuto, pronunciato a quel modo, sofferente, malinconico. Lei stessa l’aveva pensato, o forse perfino pronunciato, anni prima. Era la parola di chi si appresti a fare giustizia. Di chi esprima la sentenza di condanna per il proprio nemico.



Occhi sbarrati riapparivano davanti ai suoi.
Un corpo tremante che chiedeva perdono, un perdono impossibile da ottenere.
Lei e il suo coltello.
Aveva spinto la lama contro il ventre, il sangue le era schizzato sul viso e sulle labbra.
Perdonami.
Quella parola l’aveva riempita ed era fluita all’esterno, portando con sé Tutto il Male.



E ora anche lui stava per fare qualcosa, qualcosa di terribile. Si girò nuovamente, la schiena contusa contro la parete fresca. Le pareva che decine di piccoli cuori pulsassero ovunque sul suo corpo. Sulle spalle, sulle gambe, nel ventre. Come un leprotto tremante sentiva il fiato arrestarsi in gola, quelle pulsazioni amplificarsi al punto da diventare tamburi.
Avrebbe potuto fronteggiare l’ira di quel folle in un momento qualsiasi, all’inizio del duello, fuori dall’arena. Ma lì, coperta di quelli che sarebbero diventati lividi, sapeva che non ci sarebbe riuscita. Le energie venivano meno, lentamente, insieme con l’aumentare del freddo.
Non aveva bisogno di un medico per sapere che la sua temperatura si stava abbassando sempre di più, che l’acqua che la ricopriva aveva iniziato a provocarle brividi sempre più violenti e strani sfoghi bluastri sulle dita delle mani e sulle caviglie. Si leccò le labbra e sentì la pelle screpolata sotto la lingua. Avrebbe ceduto per il freddo, semi paralizzata, se non fosse stato lui a terminarla.
L’unica possibilità era concludere quello scontro al più presto ed essere portata indietro, nella stanza calda, sotto un getto d’acqua bollente.
Ancora una volta il destino la omaggiava con la propria ironia. Lei, creatura del fuoco, anima scottata dall’inferno, sarebbe morta in una piana coperta di ghiaccio. Nella giudecca, patria dei traditori, dove forse già riposava l’uomo da lei ucciso. Forse proprio sotto quella superficie. Rabbrividì e alzò gli occhi sul nemico.
Aveva sollevato il tavolo. Si schiacciò contro la parete. Che volesse schiacciarla con l’intera superficie di legno?
Stoviglie e bicchieri cadevano per terra, le posate tintinnavano sul ghiaccio. Immaginò il proprio corpo spappolato, il sangue rosso che sarebbe fluito e subito congelato, gocce simili a preziosi rubini.
Ma no. Non pareva quella l’intenzione dell’omino, del mostro.
Lo vide gettare in aria tutto il tavolo con una forza che non gli avrebbe mai attribuito. Lo vide sollevare il pugno. Capì che sarebbe arrivato in quel modo, niente più che una serie di affilate lame pronte a trafiggerla. Un puntaspilli umano. Divertente. Certo appropriato alla personalità di quel folle.
E lei, come si sarebbe potuta difendere?
Tese un braccio davanti al viso. Pareva che un peso trascinasse polso e gomito verso il corpo. Era tutto così faticoso. Spostare un arto significava esporlo al freddo, nuovi brividi, nuova sofferenza. Era tutto così pesante, così tremendo. Così inutile. Ci avrebbe scommesso.
Eppure le voci nella sua testa inneggiavano alla morte. Non fare l’idiota, stupida ragazzina. Attacca. Uccidi.
Il fuoco fluì dalle sue dita con violenza, disponendosi in una barriera davanti a lei. Socchiuse gli occhi, sperando in un po’ di calore che non venne. Sciocca. Era solo magia, quella, niente che lei potesse percepire, uno spettacolo esclusivo per il nemico. La mano tremò mentre il suo personale sipario si frapponeva tra lei e quell’insolito bombardamento.
Alcune schegge avevano già fatto in tempo a passare. Portò l’altro braccio davanti agli occhi. Sarebbero giunte, ma scappare sarebbe stato faticoso. Inutile. Avrebbe solo avuto più freddo. Sentiva lo scoppiettio del legno tra le fiamme. Sentiva fitte di dolore esploderle lungo le gambe ed il corpo.
E aveva tanto, tanto sonno.
Scivolò a sedere, mentre lo scudo che l’aveva difesa lentamente scompariva. Ora sentiva uno strano tepore avvolgerla. Un tepore umido. Aprì gli occhi, ancora coperti dall’avambraccio. Era quello che pensava, sì. Era sangue. Sangue un po’ ovunque, che rendeva impossibile capire l’entità effettiva di quei colpi.
E poi anche quello sarebbe stato un inutile dispendio di energie.
Lasciò cadere il braccio, fissando il proprio nemico.
Era proprio necessario che aspettasse tanto a farla finita?
Lei aveva sonno.
Tremò, le labbra socchiuse.
Tanto sonno.
Gli occhi ricaddero a terra, sul ghiaccio lucido che si popolava di facce. Visi con mani che premevano contro la superficie, per uscire. Visi conosciuti.




Siete qui. Siete venuti.
Voi, miei amati, angeli miei.
Perché?
Per me?
Anche tu. Maledetto.
Non morirò con te, vattene.
Vattene.
Non disturbarmi.
Io ti ho ucciso, non hai diritto di tornare.
Vattene.
Devo dormire.
Ho tanto, tanto sonno.



image



Il maledetto. Il maledetto era lì.
Vedeva i suoi occhi riflessi nel ghiaccio. E tra le coltri di sonno che l’avvolgevano le Voci gridavano la sua rabbia.
Puniscilo.
Non poteva sopportare quegli occhi, non poteva nemmeno per un altro secondo.
Digrignò i denti, sollevando un braccio.
Sopra la sua testa veleggiavano petali di rosa.
Sorrise a quegli occhi che solo lei poteva vedere. Il volto deformato da quella smorfia di follia, di morte.
Addio, maledetto. Hai fatto la tua ultima comparsa.





} Per Fare Il Punto {
Energia Residua: 100% - [Medio x2 (-20%) + Alto x3 (-40%)] = 20%
Stato Fisico: Contusioni alla schiena per l'urto con il terreno; corpo scosso da brividi per il freddo - principio di congelamento; corpo trafitto in vari punti da schegge di legno; stanchezza dovuta al freddo e alla perdita di energie.
Azioni Svolte: Evoco Sipario per cercare di fermare ciò che posso del tuo attacco, poi mi accascio a terra. Una serie di allucinazioni convincono Dalys che il suo antico amante ucciso sia tornato a prenderla. Ormai posseduta da questa illusione, conclude Mille Tagli credendo di colpire e punire lui.

Passive in Uso


Intimità ~ Dalys è una giovane donna affascinante. Lo sa, è l'unica arma che le è rimasta. Ciò che l'ha rovinata una volta può ora portarla alla vittoria. Quando la incontrano, quando vedono i suoi occhi grigio verdi ombreggiati dalle lunghe ciglia scure, pochi uomini restano indifferenti. E se hanno la fortuna di vedere il suo corpo muoversi, sinuoso e sensuale, a fatica distoglieranno lo sguardo. Poseranno gli occhi nei suoi, impenetrabili come l'acciaio, avvolgenti come la seta.
Ne saranno ammaliati al punto da trovarla desiderabile, irresistibile, oggetto di ogni loro più recondita fantasia. Non sanno, non riusciranno ad intuire a meno di possedere adeguate resistenze, la reale pericolosità celata sotto i petali della rosa, tagliente come le sue spine. [Tecnica Passiva psionica che produce nel nemico non dotato di difese adeguate o non sufficientemente resistente, in particolare se uomo, attrazione nei confronti del pg. L'attrazione stessa renderà il pg particolarmente desiderabile e affascinante agli occhi del nemico, cancellando qualsiasi indice della sua reale pericolosità.] (5 punti)

Dominio ~ La sacerdotessa fonda il proprio potere sulla danza, al cospetto dei suoi movimenti l'animo degli uomini si piega, la loro resistenza è miseramente sconfitta. Ma per lei non è sufficiente. anche la Terra, l'antica e insensibile Natura, deve chinarsi alla sua eleganza. Nulla dovrà arrestare l'avanzare gentile della Rosa. Così ella ha affinato nel tempo la squisita tecnica del proprio passo, che le consente di camminare e danzare senza alcun ostacolo, senza alcuna incertezza. I suoi piedi aderiranno a pareti perfettamente verticali e soffitti con noncuranza, trasformandoli nel'ideale palco per il suo sensuale spettacolo. Qualcuno grida al miracolo, altri additano il suo potere come maleficio. E ancora una volta la fanciulla è inafferrabile alle loro mani. (5 punti)

Attive Utilizzate



Sipario ~ La danzatrice, l’amante è bella quanto vanesia. Ama potersi esibire per la propria preda, per l’uomo che vuole conquistare. Come tutte le ballerine vorrebbe che per lei si aprisse un sipario, un velo di spesso velluto che la mostri al mondo e al tempo stesso la difenda da esso alla fine dello spettacolo. Ma il suo è un sipario del tutto particolare. Durane la sua danza, infatti, potrà controllare la propria rabbia fino ad incanalarla in una parete fiammeggiante. Con un consumo pari ad Alto essa potrà essere spessa fino a un metro, alta quattro e larga dieci a una distanza da due a dieci metri dalla stessa.
Una difesa e un fondale adatto ai suoi movimenti rapidi, una minaccia e una difesa. Chi oserà ora rubare la danzatrice al palco e farla propria contro la sua volontà? Chi oserà leggere la condanna nei suoi occhi?

~ Mille tagli ~ Spendendo un consumo pari a Medio e cessando improvvisamente la propria danza, il possessore della Mietitrice Scarlatta sarà in grado di disperderla nell'aria, lasciando che essa si frammenti in una moltitudine incredibile di piccoli petali di rosa. Essi si disperderanno per tutto il campo di battaglia, ricoprendo e fluttuando per tutta l'arena, in attesa di un gesto o di un ordine del proprio possessore, che potrà concedersi anche nei turni successivi e non necessariamente in quello in cui disperde l'arma (Che ovviamente non potrà quindi essere utilizzata, nel frattempo).
Ad un suo segnale, i petali di rosa inizieranno ad abbattersi sull'avversario da tutte le direzioni, taglienti come lame, per infliggergli un danno totale pari a Medio, che si manifesterà con una moltitudine incredibile di piccole ferite lungo tutto il corpo.
Dopo aver attaccato, i petali riformeranno istantaneamente la Mietitrice Scarlatta. (1 punto)


CITAZIONE
E questo è il mio ultimo post. Non posso che ringraziare il mio avversario per il bellissimo combat ^w^!

 
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- Madhatter -
view post Posted on 27/1/2010, 15:00




Un giudice ha tenuto a riportare ad entrambi un commento, qui riportato come premessa

In primis, complimenti ad entrambi. È lo scontro che mi ha divertito maggiormente sino ad ora, quello che ho letto con maggior piacere e quello che più è scivolato facilmente nella lettura.
Bravi, bravi e ancora bravi. In parimenti misura. E ora campo ai giudizi!



~ D a l y s

Narrazione: 4 + 4 + 3 = 11: 3 = 3.6
Commenti
I tuoi post sono davvero gradevoli da leggere, molto introspettivi e concentrati sulla descrizione delle emozioni e delle sensazioni che il tuo personaggio sta provando. Ho gradito anche gli accenni al suo passato, che non hai presentato nella consueta forma del flashback. Il tuo italiano è scorrevole, i termini sono usati in maniera corretta e non sono mai astrusi o eccessivamente aulici, la grammatica, la sintassi e l’ortografia sono corretti. Buona l’interpretazione.



La serietà della ballerina è impressionante, quasi volesse colmare il vuoto presente nell'avversario. Devo dire che in questo duello una tale freddezza di carattere è un piacevole contrasto con il calore proprio delle azioni. Il contrasto, per riflesso, si trasmette anche allo scritto, dando ad esso vitalità e colore.



Lo stesso dicasi per Dalys. Una buona prova, un po' rovinata ai post troppo lunghi e dalla formattazione proibitiva: non è sempre vero che "molto" significa "buono", soprattutto se 3/4 del post non ha nulla - o pochissimo - a che fare con l'azione della battaglia. Il personaggio, anche in questo caso, è molto buono, come anche la prova: sembra, semplicemente, molto chiaro che l'utente difetta semplicemente in esperienza.



Strategia: 2 + 4 + 3.75 = 9.75: 3 = 3.25
Commenti
Una prova a ridosso della media per Dalys. Buona la difesa iniziale, ma il freddo ha da quasi subito la meglio sul personaggio, un personaggio che usa il fuoco (!). C'è un accenno di strategia a medio termine - quando la Mietitrice Scarlatta viene rilasciata ma non attacca - ma l'unico, vero, potente attacco è una palla di fuoco diretta.



Hai sfruttato intelligentemente le tue capacità, che non sono certo quelle di un guerriero tritacarne, guadagnando il massimo risultato possibile. Ti sei giostrata bene nelle varie situazioni, riuscendo ad improvvisare con stile e grazia – esattamente come si confà ad una ballerina. Sfruttare un ambiente così ostico, senza mai dimenticarne gli svantaggi – specialmente per te, che impieghi il fuoco – non è semplice, ma tu hai assolto al dovere con onore. Brava!



Pur dominando il campo con astuzia e intelligenza, Dalys non riesce sempre ad avere la meglio su un avversario decisamente fuori dagli schemi. L'ausilio del campo e della stravaganza avversaria gli permettono, però, di sopperire alla differenza d'iniziativa, dandole mondo di cavarsela con pochi danni seri.



Sportività: 4.5 + 4.5 + 4 = 13: 3 = 4.3
Commenti
Una buona interpretazione del gioco, nel complessivo. Sia in difesa che in offesa, Dalys si mantiene su un livello ottimale di correttezza, incassando e subendo i danni senza errori di valutazione.



Praticamente nulla da ridire. La geisha risente pure del freddo. Molto brava.



Molto brava anche tu. Non hai strafatto o stradetto, hai subito quando c’era da farlo e inflitto quando era il caso. Ho gradito anche le tue tecniche, utili e assolutamente calibrate – anche se, come ovvio, sono di stampo nettamente diverso da quelle del tuo avversario. Più agguerrita del tuo nemico, e non per questo meno abile o astuta. Complimenti anche a te!



Puntualità: 5



Hatta.

Narrazione: 4 + 4 + 3 = 11: 3 = 3.6
Commenti
Lettura molto scorrevole, italiano sintatticamente, grammaticalmente e ortograficamente corretto. Interpretazione adorabile. Con poche pennellate sei subito riuscito a farmi capire di che pasta è fatto il tuo personaggio – in tutti i sensi! Che dire, sei un bravo giocatore, continua così!



La carica comica del personaggio, complice l'ambiente e la serietà dell'avversaria, strappa volentieri dei sorrisi durante la lettura, che scivola leggera pur non dimenticando di descrivere con il proprio stile le azioni e i pensieri, rimanendo sempre fedele a se stesso.



Una buona prova, quella di Hatta, soprattutto per il tono scherzoso del personaggio che rende leggero il combattimento. Questo, infatti, anche grazie all'uso di tecniche non orientate alla violenza, è molto godibile alla lettura. Ogni tanto, tuttavia, l'utente si lascia andare a descrizioni e interventi un po' troppo lunghi, relegando la parte propriamente dedicata al combattimento a poche righe. Il personaggio, infine, sebbene interessante, non eccelle in originalità.



Strategia: 3 + 4 + 3.75 = 10.75: 3 = 3.583
Commenti
Mh, peccato. Nel senso che la prima offensiva è molto interessante, poi, anche complice la passiva "Intimità" della geisha, la strategia si sgretola velocemente. Però mette in difficoltà l'avversaria, venendo colpito con poca efficacia.



Non avevi un piano ben preciso, ma non ti sei risparmiato affatto e nell’inventiva, e nello sfruttamento dell’ambiente circostante; complimenti, hai spremuto tutto sino all’osso! La cosa che più ho gradito è stato il piegare la strategia ai principi del tuo personaggio, dimostrando così una grande fantasia nell’usare i tuoi poteri – di cui ribadisco fermamente l’originalità e la peculiarità. Di sangue ne ho visto poco – cosa apparentemente strana in un duello –, ma questo non penalizza affatto il risultato finale. Complimenti.



Sia il campo che le azioni dell'avversaria aiutano il Cappellaio nell'imbastire una strategia valida ed efficace, che ad una prima lettura sembra sfruttata così, come viene viene. È indubbio che l'essere pazzo lo aiuta a mettere a disagio la giovane e a sfruttarne lo stupore, come succede con la brocca d'acqua. Non male, per un pacifista.



Sportività: 4.5 + 4 + 4 = 12.5: 3 = 4.16
Commenti
Una buona interpretazione del gioco, nel complessivo. Sia in difesa che in offesa, Hatta si mantiene su un livello ottimale di correttezza, incassando e subendo i danni senza errori di valutazione.



Praticamente nulla da ridire. Il Cappellaio risente pure della passiva dell'avversaria, usando un'intera fase di attacco per aiutarla. Molto bene.



Ti sei comportato molto bene. Le tue tecniche sono spassosissime, e le ho semplicemente adorate. Lei hai utilizzate in maniera molto intelligente -e soprattutto ironica- e non ne hai abusato, comportandoti da vero signore: chi, al giorno d’oggi, userebbe una fune per non ferire la propria avversaria? E poi dicono che la cavalleria sia morta con Re Artù! Li hai smentiti in pieno, e ti sei penalizzato a dovere per rispettare questo tuo principio. Good job!



Puntualità: 5





~ D a l y s
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Dalys
La Rosa
Verdetto

Con una media-punteggio globale del 4.08575/5 contro 4.0375/5
dichiaro Hatta. vincitore dello scontro;
a lui la possibilità di concludere in-GDR il duello.

Conformemente alla delibera sottoscritta ad inizio torneo
sono proibite le scene di omicidio, mutilazione e furto.
Hatta.
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Mad Hatter
Phenomenon
 
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Hatta.
view post Posted on 1/2/2010, 19:24




Il cielo stesso parve ruggire alla sua dimostrazione di pazzia.
Come un'onda irata che desideri spazzar via l'opera umana, mille e ancora mille petali rossi si scagliarono sul folle Agente delle Fiabe.
Farlo a pezzi, a brandelli, in polvere!
Ma la sua instabilità mentale fu più forte di quel divino incanto.
Alzò le braccia trionfante, accettando pienamente l'immensa scarica che gli trafisse l'intero, bellissimo corpo in una miriade di ferite.
E gridò. Ah, come gridò!
Gli parve di essere King Kong in cima al grattacielo, Hulk che devasta le fragili armate americane. Chi poteva fermarlo? Chi? Neppure la Regina avrebbe avuto il coraggio di opporglisi, almeno non quando diveniva realmente serio!
Lui... Lui!
Si diede uno schiaffo.
La mano fu pesante, come se un guanto d'arme l'avesse colpito in pieno viso.
Come aveva osato? COME AVEVA OSATO?? Per qualche istante, aveva totalmente dimenticato la sua stessa missione, la razza, il motivo per cui era divenuto folle.
Era divenuto folle? Davvero?
Scosse il capo, perdendo totalmente le fila dei pensieri che lo avevano condotto ad un'incredibile rivelazione solo pochi istanti prima. Mah, boh, chissà, nonsisà.
Una sola cosa contava.
Non le ferite.
Non i suoi timpani sfondati.
E neppure il fottutissimo freddo.
Alzò un dito al cielo, che, immediatamente, s'aprì come al comando di un potentissimo dio.
Il cono giunse subitaneo, illuminandolo di una luce vittoriosa.

That's Epic Men!!



Crogiolandosi della gloriosa vittoria, l'occhio gli cadde sulla bellissima donna con cui s'era scontrato.
Ora, in qualche modo, aveva compreso le sue azioni, ma non poteva, non sarebbe mai riuscito a condannarle. Anche lei, dopotutto, era una guerriera che, per le proprie ignote ragioni, scalava la vetta fino alla cima di quella piramide di sangue.
S'avvicinò, pur malfermo, inginocchiandosi di fronte a lei.
Tese la mano guantata, sfiorandole con dolcezza la guancia morbida e candida.
Poi...

▪ ▪ ▪ Cute Faces Are Always Hiding Something ▪ ▪ ▪
-titolo d'autore-

... Mormorò, pieno di tristezza.

Scusa.
 
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10 replies since 11/12/2009, 22:14   378 views
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