| Hatta. |
| | ─Flashback di rito; ogni duello come la Regina comanda dovrebbe cominciare con un flashback─
Sì...?
Che squallida visione per l'eroico vincitore della battaglia! Eccolo, fellone, tutto tremante e balbettante, come un monello che ha appena rotto il vetro di casa ed è stato colto sul fatto dal truce genitore. Ahi ahi ahi, Hatta!, pensarono in molti: sei nei guai! Per mezzo di qualche curiosa interferenza cibernetica, la fatidica telefonata venne diramata ai quattro venti dai sofisticati altoparlarnti dell'arena; certe cose non possono mai restare nella sfera privata, davvero. La privacy è un brutto vizio. Lo diceva anche la Nonna di Hansel e Gretel (?).
Suddito.
La voce lo folgorò. Così suadente, così potente, così... Così regale! Oddio, oddio, oddio. Sentiva la testa leggera sul collo, come se già non vi fosse più: un taglio netto, zac!, e il suo bellissimo viso sarebbe divenuto un soprammobile kitsch.
Oh. Vostra Altissima Vertiginosità. Sono, ehm, stupito di sentirvi.
Pallido, pallidissimo, presagiva ormai l'ira incombente. Che Zeus potesse fulminarlo e Carroll modificargli il background, aveva insultato la Regina di Cuori!
Fingerò di non aver udito le tue parole, suddito. Soprattutto per via del tuo aspetto riprorevole. Pare tu sia appena uscito dalla pressa di Gutemberg.
Allarmato, l'interessato si guardò freneticamente attorno, come se si aspettasse di vederla comparire a momenti: poteva vederlo! Poteva sentirlo! Poteva manovrarlo! Aaaaah! Siamo tutti marionette nelle mani della Regina...
Comunque: sembra tu abbia fatto un buon lavoro, per ora. E cancella quello sguardo terrorizzato dai tuoi occhi. Sì, proprio quello. Che venga immediatamente annunciato al volgo. L'editto è, da ora, vigente. Mi auguro tu abbia completato in fretta la missione, quando giungerò lì.
Tu---t. Tu---t. Aveva riattaccato, ma lo sgargiante eroe neppure se ne accorse. Spiazzato. Spazzato. Spezzato. Sprezzante. No, sprezzante no; però, insomma, i primi tre participi hanno reso l'idea, giusto? L'arena stessa non sapeva come prendere la notizia: questa tizia, questa Regina, era forse una V.I.P.? Un pezzo grosso?
Certo che lo è!
Esclamò Hatta, ripresosi al mormorare del suddetto popolame.
Un pezzo grosso! Grossissimo!
Agitò per aria l'unico braccio funzionante, pur stanco: doveva chiarire come stavano le cose! Doveva chiarire assolutamente! Lo colse un pensiero: pezzo grosso?
No! Cioè, volevo dire... Non nel senso che è grossa! No! E' stupendamente stupenda.
Gridò, cercando di riparare l'irreparabile danno. E lei, aveva udito? Probabile. Spaventato, corse fuori dal ring, ululando ambiguamente come un ossesso. Stava arrivando la Regina!!─Da qualche altra parte, dentro, monotamente bianca─
Una distesa bianca, enorme, sperduta. Fin dove poteva giungere lo sguardo, non si vedeva altro che un candido deserto di nulla: sopra, un cielo terso ed azzurro; sotto, un duro suolo d'indistruttibile, piatta roccia caliginosa. Ovunque. Dappertutto. No, aspettate: una figura c'era. Una macchia rossa in una monotonia eterna. Indossava un vistosissimo cilindro cremisi, e se non fosse stato per le appariscenti vesti da parata, probabilmente nessuno avrebbe potuto identificarlo come il protagonista della storia.
Pensa, pensa, pensa, pensa.
Mormorava piano, immerso nei propri pensieri. Una nenia continua, ininterrotta, che avvolgeva il Cappellaio Matto come una camicia di forza, bloccandolo in piedi sul posto.
Pensa, pensa, pensa, pensa Oi, mi servirebbe anche una mano!
Puff!, e comparvero. Due, tre, quattro figure. Tutte identiche. Tutte uguali. Tutte immensamente simili alla straordinaria bellezza del magnifico eroe.
Scusaci Hatta...
Sì, scusaci. Eravamo impegnati, sai, un thè.
Come al solito, scansafatiche.
Anche tu non eri qui, Hatta! Non fare il santino.
Pensa, pensa, pensa, pensa.
Santino! Non parlatemi di santini: non li posso più sentir nominare dal duello precedente. Tsk.
Pensa, pensa, pensa, pensa.
Gente, magari al magnifico Hatta seve una mano...
Hai ragione, Hatta. Siamo qui per questo!
Te ne accorgi solo ora?
Pensa, pensa, pensa, pensa.
Presero a camminare in circolo, come squali attorno alla preda. Qualcuno saltellava, qualcuno ciondolava meditabondo. C'era persino che si sgranchiva facendo aerobica, ma nessuno gli badava.
Pensa, pensa, pensa, pensa.
Pensa, pensa, pensa, pensa.
Pensa, pensa, pensa, pensa.
Pensa, pensa, effetti speciali!
Si bloccarono tutti: effetti speciali? Le rosse iridi dei cloni - meglio, delle diverse sfaccettature della psiche del Cappellaio - cercarono quelle invasate dell'originale. Effetti speciali, sì!
Ma certo! Possiamo farcela.
Dobbiamo solo trovare qualcuno bravo con gli effetti speciali.
Si chiamano illusioni, pezzenti.
E come la trovo una persona così?
La domanda, di nuovo, zittì il chiassoso uditorio. Cinque colonne immobili nella bianca brughiera, attendendo l'illuminazione. Detto fatto: sull'Hatta numero 3 s'accese una lampadina, con tanto di "Eureka!" come effetto sonoro. Magie del delirio. Bastarono due occhiate, e il comune pensiero venne trasmesso a tutte le copie.
Mi spiace, Hatta. Dovrai comprendere da solo.
Sorrisero, tutti quanti. Ora, finalmente, sereni. Spaesato, l'originale spostò l'attenzione da uno all'altro, cercando risposte che non arrivavano. Aiuto! Aiuto!
Cosa...?
Ci si vede di là, compare.
Il Cappellaio Matto avanzò di un passo, tentando disperatamente di agguantare uno dei suoi sè stesso. Voleva chiarimenti! Chiarimenti! Non capiva, come poteva capire se anche la sua ragione (?) l'abbandonava? Qualcuno lo aiuti! Fece, come si suol dire, il passo più lungo della gamba: fra lui e le ormai svanite copie comparve un palo d'acciaio. Tozzo, duro, pesante e largo. Traiettoria sbagliata, Agente. Sbattè violentamente il capo con un sonoro ululato di dolore - qui poteva sentirlo! -, e una marea nera si chiuse sopra di lui nell'istante stesso in cui cadeva a terra, inerte.
─Da qualche altra parte, fuori, fottutamente fredda─
Mmmmh...?
Fregare la Regina di Cuori...! Il ricordo, evanescente, gli stava stravolgendo il senno. Si sentiva fluttuare in un mare d'incoscienza, un coma indotto che lo trasportava in una dimensione onirica la cui descrizione si stava rivelando completamente senza senso; un torpore completo, della mente e del corpo. Torpore? Improvvisamente, aprì gli occhi, allarmato.
Gelogelogelogelogelo GELOOO~~
L'urlo, disumano, quasi spazzò via le minacciose nubi che vedeva sopra di sè. Si rese conto di trovarsi supino e semi-ghiacciato, sdraiato su un giaciglio d'acqua congelata. E non era neppure Natale!, pensò, nonostante gli sembrasse di scorgere una slitta trainata da renne che fluttuava lassù, in alto, quasi invisibile; solo dopo scorse lo striscione pubblicitario: bevete Coca-Cola. Scosse il capo, indignato: anche Babbo Natale era stato inghiottito dallo spietato mondo degli sponsor. Non c'erano più le Fiabe di una volta! Proprio mentre si perdeva per aria, notò un altro dettaglio, certamente non irrilevante: aveva le braccia tese sopra di lui, e in ogni mano impugnava saldamente un lembo di una fotografia. Sembrava ritrarre proprio il luogo dannato in cui si trovava, e quindi la domanda sorse spontanea:
Che diavolo di posto è questooo??
Disperato, tentò invano di alzarsi, finendo più volte - e sonoramente - per terra. Scivolava come un pazzo, con il risultato che il reggersi in piedi si stava rivelando un'impresa degna di Ercole! Il più era, però, riuscire a mettersi in piedi davvero... Poi, improvvisamente, vide il retro dei foglietti strappati. Così, solo in quell'istante si rese conto del guaio in cui si era cacciato.
No! Nononononono!!
Ottusamente, tentò di ricostruire la fotografia facendo combaciare i lembi dello strappo. Senza successo. Neppure s'accorse che, in quei momenti concitati, era riuscito faticosamente a trovarsi eretto divaricando le gambe e Mr. Rippner sottobraccio. Frustrato, prese a battere i piedi convulsamente e ad agitare le braccia, in preda all'ira. Dannazione, dannazione, dannazione. Gettò da parte le inutili parti di pellicola, domandandosi perchè, per tutte le Fiabe, al protagonista dovessero sempre affidare le missioni complicate. Mai una volta che gli si chieda di aiutare una nonnina ad attraversare le strada!!
CITAZIONE ~ Status: Blabla, tutto ok. ~ Armi in uso: Mr. Rippner: bastone da passeggio, equivalente ad una mazza. ~ Innate Passive in Uso (nel turno)(equip compreso). __Splendida Cravatta Del Potere! |- Questa rossa cravatta, sulla punta della quale sta ricamato il simbolo di picche, è la leggendaria cravatta del leggendario dio delle leggende. Di fatto, è un comunissimo vestito. Nè più nè meno. Emana un'aura spaventosa che provoca in chi osserva il portatore un'inspiegabile sensazione di sudditanza e terrore (nei confronti del vestito), ma non serve assolutamente a nulla. Non è Hatta ad apparire più forte, ma proprio la cravatta, che effettivamente lo è. Peccato non possa palesare la sua immensa immensitudine. ~ Tecniche in Uso (equip compreso): Nada! ~ Note: Febbre power. Augurissimi (anche per la S. Lucia di ieri, sì) =P
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