Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

† Luxifer † VS Nephren-ka, Ottavi

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- Madhatter -
view post Posted on 11/12/2009, 22:15




The Warrior Day V
Turno II - Girone I


Tomba per le Lucciole
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Vi è stata fatta recapitare nelle vostre stanze la fotografia di questo luogo,
con tutte le poche e semplici istruzioni dell’Organizzazione del Torneo per come fare a raggiungerlo:
vi basterà strappare l’immagine per ritrovarvi sul posto.

Luogo di ispirazione puramente onirica, la Tomba per le Lucciole altro non è che un'immensa stanza buia
rischiarata unicamente dalle mille fiammelle di candele evanescenti -del tutto intangibili e disincarnate- che fluttuano a mezz'aria, sospese nel nulla; come facilmente intuibile, ad esse di deve il nome di questo posto bizzarro.
Secondo alcuni azzardi si tratterebbe di una sala circolare grande come un salone da ballo, ma le sue dimensioni reali risultano sconosciute, dal momento che nessuno ha mai visto o incontrato una parete che ne delimiti l'estensione.
Le fiamme che ardono dalle candele possono venire spente unicamente con l'ausilio di poteri sovrannaturali, e lo stesso dicasi per la possibilità di intaccare e distruggere i ceri: se si provasse ad afferrarle o urtarle esse risulterebbero incorporee come un'illusione, sebbene il loro fuoco scaldi ma non bruci.
Essendo questi lumi l'unica fonte di luce nel buio perenne, se spenti o distrutti, la stanza precipiterebbe nell’oscurità... ma mai per un tempo superiore ai 2 turni, giacché le candele fantasma paiono possedere la capacità di germinare dalle ombre in cui si sono estinte, tornando a rischiarare quell'enorme vuoto nero.
La temperatura è mite, l’aria immota e fragrante di incenso, e il locale si presenta soggetto ad una leggera eco.





† Luxifer †
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Edward Cavendish
The Mad Hatter
- † Luxifer † VS Nephren-ka -

Campo di Battaglia: Arena Esterna, Tomba per le Lucciole
Condizioni Ambientali: Temperatura mite, luce ovattata.
Limite di Tempo: 21 Gennaio *
Post Minimi: Presentazione + 3 Post Attivi
Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
Penalità: Dopo il giorno di mancata risposta
Primo Post: † Luxifer †



*Causa Feste Natalizie, il turno subirà alterazioni:
dal 21 dicembre al 10 gennaio il tempo sarà considerato sospeso;
gli scontri resteranno aperti e praticabili, ma non si subiranno penalità legate al ritardo.
Nephren-ka
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Ignus
Il Piromante

Condizioni di Vittoria:
~ Morte Avversaria
~ Resa Avversaria
~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze (10%)
~Abbandono



Criteri di Giudizio
Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque.
Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.

NOTA:
I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata,
sia per schede complessivamente power-player.
 
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view post Posted on 12/12/2009, 21:45

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Charlton Lancaster
La missiva


Narrato
*Pensato*
"Parlato di Edward"
"Parlato di Charlton"

Georgie Porgie, Puddin' and Pie,
Kissed the girls and made them cry,
When the boys came out to play
Georgie Porgie ran away. ♪

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The Blue Danube - Andre Rieu

Londra, villa dei Cavendish

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larghi sorrisi, le stoffe pregiate e gli eleganti vestiti; tutti racchiusi in centinaia di pupazzi disposti su bianchi scaffali, lungo le pareti di una stanza circolare. La famosa Sala del Gioco, come soleva chiamarla, ben illuminata e spaziosa per poter creare divertenti siparietti. Al centro di tutto, come ad incarnazione del sole vi era lui, il Conte, intento a ridere e tessere gioiose storie atte ad appagare la sua fanciullesca fantasia.

Eppure quel giorno niente sarebbe rimasto più lo stesso.

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La figura di un bambino, vestito da paggio con pregiato lino bianco, si introdusse nella stanza. Scostò con la mancina i capelli corvini dagli occhi color cobalto ed indicò l’erede dei Cavendish.

Fu tutto in un lampo.

Neanche il tempo di proferir parola, che la lama del Cappellaio dipinse un arco ed attraversò la gola del malcapitato macchiando il tutto di scarlatto sangue. La figura si accasciò a terra prima di frantumarsi in un tripudio di schegge, come il vetro infranto di uno specchio.

“Fatti vedere…”

Più che delle parole, un vero e proprio ringhio uscì dalle labbra del MadHatter, che aveva preso il controllo del corpo senza esitare. Un applauso riecheggiò nella sala, proveniente da un punto imprecisato della stessa, forse una delle tante mensole.

“Stupefacente come sempre…anche se ammetto che mi duole aver sacrificato uno dei miei pezzi più pregiati per poter assistere a questo delizioso spettacolo.”

Pochi metri più in là era comparso un altro bambino, interamente avvolto da una fiamma color indaco che celava in parte gli sfarzosi vestiti e la bizzarra acconciatura nivea che copriva metà del volto, lasciando solo l'occhio destro libero di osservare.

“…Georgie Porgie![1]

“Oh cielo…è Charlton Lancaster, non Georgie Porgie…e non dimenticatevi il titolo di Conte della Seconda Casata di Londra. Detto così sembrate quasi volermi paragonare ad un qualsiasi bifolco.”

Nuovamente un guizzo, nuovamente un colpo di spada, questa volta un fendente orizzontale che attraversò di netto il cranio del nobile facendo oscillare per un attimo la sua figura.

“E dovreste anche aver imparato che non potete ferirmi…non qui, almeno”

La Regina venne scagliata a terra in un moto di rabbia, sottolineato dalla smorfia sul volto di Edward, ben più abituato alla risata che al disgusto.

“Odio le persone che non sanguinano…non sei gradito…sparisci, insieme a quei tuoi schifosi burattini!”

“Ah se solo potessi…ti ho dovuto portare qualcosa…qualcosa indirizzata a te…o meglio a noi”

Il turbinio di voci che gridavano vendetta cessarono di urlare, lasciando spazio alla curiosità che rapida divorava ogni cosa. Chi o cosa era così importante da permettersi di mandare una lettera alle Casate di Londra e suscitare l’interesse di Charlton?
Con un rapido schiocco di dita, sul pavimento venne materializzata una lettera, dapprima avvolta dalle stesse fiamme del Conte, che leste svanirono lasciando l’involucro intatto. Sulla carta bianca era ben visibile la scritta Per i Quattro Conti in ottima calligrafia, sul fronte un sigillo di ceralacca rosso ancora intatto.

Edward si chino e la colse senza pensarci due volte, strappando il tutto, ansioso di ammirare cosa contenesse. Dall’interno scivolò una farfalla nera le cui ali erano fissate ad un cartoncino da due piccoli spilli. Sotto di essa una scritta: Warrior Day.

“Non pensi che dovremmo farla vedere anche a Lei? Ormai una riunione è d’obbligo.”

Edward sputò a terra. Odiava Victoria.


Asgradel, arena del torneo


La luce fioca delle candele creava giochi di ombre sul volto del giovane Conte, immobile in quello strano ambiente dove si sarebbe disputata a breve un’altra battaglia. Questa volta niente arene all’aperto mattonate, nessun pubblico fastidioso ed un’atmosfera noir. Aveva ricevuto nelle sue stanze una fotografia, con in allegato una lettera di spiegazioni sull’uso di quello strano oggetto e sul come si sarebbe disputata la sfida. Il tempo di trovare un vestito adatto per l’occasione, uno strappo all’immagine e si era ritrovato lì in attesa.

Un’elegante cappotto grigio di seta lasciava intravedere le maniche di pizzo nero e gli sbuffi del colletto, coordinato con un paio di pantaloni aderenti dello stesso colore ed un cilindro, il cui nastro color della pece, dopo un voluminoso fiocco, scendeva ben oltre le spalle. La mancina stringeva la Regina, ancora nel fodero ligneo laccato di nero, dando l’illusione di un innocuo bastone da passeggio. Alla vita nuovamente appeso il Puppet, questa volta avvolto da una lunga corda bianca che si attorcigliava terminando con un cappio.

La punizione per aver osato interferire contro Brost?

Lo scontro precedente era stato noioso, probabilmente quanto lo stesso avversario. In cuor suo sperava di trovare finalmente qualcosa o qualcuno di strano ed appariscente come un drago, in modo da soddisfare la sua sete di divertimento. E poi di che colore avevano il sangue i draghi?

La mano destra, avvolta da un guanto di cuoio scuro, controllò nel taschino estraendo un orologio raffinato, con cassa in argento finemente lavorato. Il quadrante segnava le cinque, le lancette immobili denotavano la rottura degli ingranaggi.

“Uffi~, mi mancava solo di saltare l’ora del thè…”

Note

[1] Edward è solito chiamare l'altro Conte con il nomignolo di Porgie, rifacendosi alla filastrocca citata in apertura. Come Porgie, Charlton è solito sparire quando "i ragazzi escono a giocare", ovvero ama agire nell'ombra.

SPOILER (click to view)
» Madhatter Profile~ Status

» Fisico: illeso

» Energetico: 100%

» Armi:

• Queen of Crystal {Infoderata}

• Puppet of Wonderland {Legato in vita}

» Riassunto

1) Arrivo in arena ed attendo l'avversario.

» Madhatter Blood
~ Abilities

» Mad Mind: Immunità tecniche basse o medie che manipolano la mente (confondendo, cercando di istillare false immagini o accentuare/creare emozioni e via dicendo)

» Master of Fancing: Bonus agilità +25%, velocità 25%

» Madhatter Tools
~ Equip

» Queen of Crystal: Spada incrocio tra stocco e sciabola con una lama di 1,05 metri di materiale cristallino. Presentando il filo da entrambi i lati, una punta accentuata ed un forma sottile. La resistenza dell’arma non supera quelle delle altre prodotte dall’uomo, in quanto non dispone di una passiva per aumentarla.

» Puppet of Wonderland: Pupazzo d’altezza pari a 40 cm, è composto d’ovatta e lana, racchiuse da uno strato di stoffa. Esteriormente presenta due tipi di tessuto, bianco a pois rossi a sinistra e scozzese a destra, cuciti tra loro come se rappresentassero le due metà della figura. L’occhio sinistro risulta un bottone arancione, mentre il destro è sostituito da una croce marrone. Sul petto a sinistra vi è un cuore rosso, trapassato da un grosso ago che attraversa tutto il corpo.
    Endless Time: I colpi lo attraversano e non può essere danneggiato.
» Madhatter Tricks
~ Tecniques

//

» Madhatter Scripts
~ Notes

Soliti auguri di buon divertimento ^^ Nel riassuntino sono riportati oggetti ed abilità in modo schematico e conciso. Nel caso volessi visualizzare il tutto nella forma estesa basta cliccare sul link che ho in firma e leggerti la scheda.
 
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Nephren-ka
view post Posted on 13/12/2009, 15:46




... e poi tutto era finito.
Dalle allucinazioni più ferventi e reali, persino più vere dell'esistenza che lo circondava, era crollato in un abisso di buio ed incoscienza. O forse no? Era come se avesse vissuto, ma non ricordava più cosa aveva fatto. Come se la memoria fosse stata sabbia, che non riusciva a trattenere tra le dita, e che scivolava, via, rapida, sempre di più, e anche se stringeva quelle mani - rosee, fragili, flaccide - non riusciva a trattenerla. No, non sabbia.
Acqua.
Acqua che colava, dal soffitto, da quella piccola fessura. Non ne aveva altra, ed aveva così tanta sete. Non si erano nemmeno disturbati a dargli una ciotola con dell'acqua da bere. Volevano ucciderlo... con la sete? No, no. Non era sufficiente, per loro. Se avessero potuto, gli avrebbero inflitto cento volte il dolore che pensavano lui avesse loro dato. Ma in realtà, lui non aveva fatto altro che tentare di liberarli. Tutte quelle scintille. Dentro i loro... corpi. Brillavano, ardevano, e soffocavano, in quella prigione di muscoli ed ossa. Che male c'era nel volerle strappare da quelle tombe di cartilagine? Che colpa ne aveva lui se loro erano imperfetti?
Non riusciva a pensare. Gli dolevano i polsi per le catene che li stringevano. E respirava a fatica, sotto quella benda. E ora... gli sembrava di vedere una luce, in un angolo. Voltò la testa, di scatto, ma quella luce rimase lì, fissa. Non era un'allucinazione. Anzi, ora diveniva più forte. Come la fiammella di una candela, che illuminava un paio di mani, trattenuta in quelle dita. Poi un'altra, dalla parte opposta. Ed un'altra ancora. E ancora, ancora, ancora. Ora tutta la stanza ne era piena, ognuna stretta in un abbraccio organico e impuro. Qualcuna, più forte, riusciva persino ad illuminare un viso, un naso, un paio d’occhi pieni di odio e fuoco. Ne aveva paura, ma, improvvisamente, era anche in pace. Avevano riunito tutti. Dai grandi arcimaghi, fino ai cartomanti che ti leggevano la mano per due soldi. Come una gran festa, nella sua cella. C'erano tutti, per punirlo.


Ora, mago, tu brucerai.



Mago. Non sapevano neanche il suo nome. Non era importante, però. Le fiamme, improvvisamente, crebbero, tutt'intorno a lui, riempiendo la stanza col loro dolce crepitio musicale. Ma neanche quella melodia riusciva a coprire il cantico di tutti quegli ipocriti. C'erano tutti, si, tutti, e cantavano, per lui, per mandarlo in quello che credevano l'inferno, per bruciarlo e imprigionarlo. Poteva sentire oltre le parole arcane, poteva capire il senso, come se l'incantesimo fosse stato inciso nella pietra sulla quale era stato gettato. Poteva leggere ogni simbolo arcano mentre compariva nell'aria intorno a lui. Ad ogni parola il fuoco diventava più alto, intorno a lui. Niente più mani, volti, carne, solo calore. Lo stringeva, lo abbracciava. Lo liberava dal dolore delle catene, ed esplodeva, da dentro, dal suo petto, strappando la veste cremisi, dipingendo un quadro di cenere sul suo petto. Niente più bende sulla bocca: ispirò, e sentì come il fuoco stesso entrava nei suoi polmoni, e lo liberava dalla stanchezza. Infine, sbatté gli occhi, e si alzò in piedi.

Bruciaaa...

Il cavaliere con l'armatura rossa e l'ascia era scomparso, così come tutta l'arena di bianche piastrelle, il pubblico, l'erba, e tutto. Erano spariti i maghi, le catene, la prigione, e quell'odiosa acqua che colava dal soffitto e scivolava davanti a lui. Cos'era la realtà? Era un'illusione che si scioglieva come cera. Ora era tutto un velo nero, e dietro di esso, poteva vedere le candele dell'esistenza bruciare, sospese a mezz'aria.
Reclinò il capo di lato, e rise. Sollevò una mano - nera, la pelle completamente estirpata dal fuoco, la carne sotto di essa che scoppiava e bolliva in un inferno di calore, le ossa esposte in più punti come stecche di carbone - e la protese in avanti, osservando come le fiamme vi danzavano dolcemente sopra. Dolore, dolore, dolore! Tutto sparito. Era morto? Era vivo? Quelle luci erano così belle, così carine... voleva toccarle. No, non era morto. Si sentiva puzza di incenso, sotto al suo stesso profumo di carne bruciata. Leggero, sottile, lo percepiva a malapena, eppure ora che l'aveva notato, non riusciva a scacciarlo dai suoi sensi. Splendida lucciola, lascia che ti afferri, permetti che io chiuda la mia mano intorno a te. Le dita nere si avvicinarono... e ci passarono attraverso. Era... calda calda. Non come lui. No no no. Ed era... una scintilla finta. Non poteva toccarla. Non poteva toccarla. I denti si serrarono, si strinsero. Li digrignò, mentre sul viso carbonizzato appariva prima un vago sgomento, e quindi una furia quasi sovrannaturale. Aprì la mano e la chiuse di nuovo, senza riuscire a sentire il fuoco sulle dita.


Non bruciaa... NON BRUCIAAAAA!

Il sussurro crepitante divenne un grido, il suo sudario incendiario che strillava con lui. Agitò la testa in una direzione, nell'altra e poi... no, si fermò. C'era... qualcos’altro. Lo vedeva. Lo sentiva. Fra le scintille. Una figura, alta. Umano. Si, un essere umano. Un mortale. Il piede destro si spostò in avanti, e sollevò le braccia. Non aveva neanche smesso di urlare, ma non se ne rendeva conto. Ora fu il turno del sinistro di muoversi, e di nuovo, ancora, mentre cominciava a correre. Una scintilla. Poteva quasi vederla. Era un'allucinazione. Era verità. Era una preda. Era combustibile. Doveva bruciarlo. Non era più frustrazione, era felicità, quella che traspariva dalle sue labbra, era una risata di gioia, mentre camminava, lentamente, ad accogliere in un abbraccio quella piccola, fragile scintilla.

SPOILER (click to view)
Fisico: Illeso
Mana: 100%

Oggetti: Bracciali
Innate: Ignus, l'Uomo che Brucia (Aura di fuoco perenne che provoca danni a cui si avvicina)
Inarrestabile (Niente danni aggravati per via di danni agli organi, niente sangue / incredibilmente resistente)
Levitazione (Levitazione)

Mi auguro che sia uno scontro ESPLOSIVO. Nel caso tu abbia bisogno... Scheda Ignus
 
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view post Posted on 14/12/2009, 19:28

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Birthday
Il Cappellaio ed il Silenzio


Narrato
*Pensato*
"Parlato di Edward"

Asgradel, arena delle lucciole

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inalmente era giunto il nemico, colui contro il quale si sarebbe dovuto scontrare in un’epica battaglia. Avanzava a passi lenti verso il Conte, all’ apparenza adirato nei confronti delle candele. Era…

“Ohhhhhhhhhhhhhh~”

Edward spalancò la bocca in un moto d’ammirazione. Era quello che voleva, era quello che aveva desiderato fin dall’ingresso in quella sorta di torneo. Un avversario strano, qualcosa che in genere popolava unicamente i sogni o gli incubi nel suo mondo. Chi aveva di fronte trascendeva l’aspetto meramente umano, divenendo un tutt’uno con le fiamme, al punto da rendere difficile comprendere dove iniziavano e dove la forma del corpo terminava.

“La torcia umanaaaaaa~”

Esaltazione a parte, il nemico addirittura si era messo a correre, costringendo il nobile a saltellare all’indietro per riguadagnare terreno e distanza, sfruttando l’apparente dimensione infinita della stanza. Niente presentazioni, niente galanterie, tutto era già iniziato senza inchini o cortesie. La mano destra poggiata sulla tuba per non farla cadere, la sinistra stretta sul legno del bastone; alla fine aveva visto ciò che voleva, poteva finalmente lasciare spazio al Madhatter per l’apertura delle danze.

“Sono folli questi giudici a mettermi sempre contro gente che brucia…mi dispiace per te fiammiferone…sei fottuto, tremendamente fottuto…sai, posso cancellare qualsiasi fiamma…”

Brevi parole pronunciante tra un salto all’indietro ed un altro, esibendo sul volto il suo solito sorriso di scherno, ottima pennellata per enfatizzare quegli occhi che si stavano appannando di pura follia.

Sanguina?
Sanguina?
Sanguina?
Sanguina?

La domanda ripetuta all’unisono da tutte le voci nella sua testa chiedeva solo alle labbra di essere pronunciata, scandita, urlata. Eppure ogni cacciatore ha un suo gusto particolare nel cacciare la preda. Semplici chiazze di sangue non sarebbero bastate a placare la sua sete: voleva qualcosa di più.

Vi erano forse venti metri, o addirittura di meno tra i due combattenti, quando la destra scagliò in aria il cappello, aggrappandosi al risvolto dell’abito ed aprendolo senza remore di strappare i bottoni argentati. Dal corpo del Conte, da quella camicia merlettata nera, emerse la figura evanescente di una bambina, accompagnata dal mutare del pupazzo. Ma in fondo chi bada ad un giocattolo durante uno scontro?

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La fanciulla, vestita di azzurro e bianco, si chinò in avanti soffiando con decisione di fronte a sé.

“Make a wish…a dark wish…”

Scesero le tenebre.

Le candele in un raggio di trenta metri si spensero improvvisamente, creando una vera e propria sfera d’ombra che inglobava i due combattenti. In realtà il Conte non aveva alcun potere di combattere le fiamme, come ben si era visto contro Brost, bensì aveva la facoltà di illudere la vista. Questo piccolo particolare era ignoto all’avversario, che aveva osservato Edward spengere addirittura candele eteree con un sol colpo, facendo piombare l’oscurità più assoluta, dove neppure le fiamme che ardevano dal corpo riuscivano a rischiarare il tutto.

Come si sarebbe sentito?

Il Madhatter assaporava ogni singolo istante, immaginando lo sgomento dipinto sul volto dell’essere, eppure voleva di più. Approfittando delle tenebre e del fatto di poter vedere chiaramente, si mosse, all’apparenza casualmente, avanti, dietro ed ai lati, compiendo il maggior rumore possibile con i tacchi in modo da confonderlo sempre di più.

"Jack the Ripper è stato ucciso.
Polly e Shiffy camminano nella cappella bianca.
Senza far alcun rumore,
sta arrivando Jack the Ripper che prende di mira le loro gole."

Ogni verso scandito ad ogni scatto, da dove provenivano quelle parole?

Poi silenzio.

Anche la quiete faceva paura se improvvisa. Niente: nessun suono proveniva dal Conte. Si sarebbe mosso lentamente, attento a camminare all’interno della zona d’ombra senza produrre rumori che ne potessero svelare la presenza in un punto preciso. Continuando così, si sarebbe portato ad una distanza di circa sei metri dal fianco sinistro di Ignus, per poi puntare l’indice destro verso la figura del nemico. Solo allora si sarebbe generato un cono di pura energia magica in grado, ironicamente, di bruciare ciò che investiva. La natura conica del colpo avrebbe permesso allo stesso di aumentare le proprie dimensioni in relazione della distanza, rendendo perciò difficile una possibile schivata; sempre nel caso in cui venisse scorto in tempo nelle tenebre.

Il fuoco sanguina?



SPOILER (click to view)
» Madhatter Profile~ Status

» Fisico: illeso

» Energetico: 100% - 10% -10% = 80%

» Armi:

• Queen of Crystal {Infoderata}

• Puppet of Wonderland {Legato in vita}

» Riassunto

1) Scatto all'indietro non appena vedo l'avversario correre verso di me.

2) Ad una distanza di circa 20 metri apro la veste ed uso la tecnica, creando un'illusione di raggio pari a 30 metri in cui non si riesce a scorgere nulla (buio assoluto).

3) Cerco di creare confusione muovendomi e parlando nella zona di buio, in modo da non far comprendere la mia reale posizione.

4) Taccio e mi muovo lentamente e furtivamente nella zona d'ombra, diretto verso il fianco del nemico cercando di non produrre rumore.

5) Ad una distanza di circa 6 metri uso la seconda tecnica, creando un raggio di forma conica con l'intento di danneggiarlo.

» Madhatter Blood
~ Abilities

» Mad Mind: Immunità tecniche basse o medie che manipolano la mente (confondendo, cercando di istillare false immagini o accentuare/creare emozioni e via dicendo)

» Master of Fancing: Bonus agilità +25%, velocità 25%

» Madhatter Tools
~ Equip

» Queen of Crystal: Spada incrocio tra stocco e sciabola con una lama di 1,05 metri di materiale cristallino. Presentando il filo da entrambi i lati, una punta accentuata ed un forma sottile. La resistenza dell’arma non supera quelle delle altre prodotte dall’uomo, in quanto non dispone di una passiva per aumentarla.

» Puppet of Wonderland: Pupazzo d’altezza pari a 40 cm, è composto d’ovatta e lana, racchiuse da uno strato di stoffa. Esteriormente presenta due tipi di tessuto, bianco a pois rossi a sinistra e scozzese a destra, cuciti tra loro come se rappresentassero le due metà della figura. L’occhio sinistro risulta un bottone arancione, mentre il destro è sostituito da una croce marrone. Sul petto a sinistra vi è un cuore rosso, trapassato da un grosso ago che attraversa tutto il corpo.
    Endless Time: I colpi lo attraversano e non può essere danneggiato.
» Madhatter Tricks
~ Tecniques


» Alice - The World is a Dream of my Own! {Consumo Medio}

Il Puppet of Wonderland assume le sembianze di una bambina di pezza, i capelli di spago biondi ed un vestito azzurro con un grembiule bianco.

Alice, la fanciulla che ha dato il via alla storia, incarna la fantasia dei bambini, in grado persino di creare nuovi e rigogliosi mondi. Si dice appunto che la mente dell’uomo sia ciò che più lo avvicina allo status di dio, libero di viaggiare nell’infinità. Questo potere sembra incarnarsi appieno nella nuova forma del pupazzo, dando vita ad una tecnica che necessita solamente della fantasia del nobile. Una volta che egli avrà deciso, tutto (nel raggio di 30 metri intorno la figura di Edward) sarà immerso nell’illusione creata dal Cappellaio, illusione che influenzerà l’avversario solo visivamente (ovvero ciò che è stato creato non sarà reale e non trasmetterà impulsi al cervello). Ideale quindi per modificare il paesaggio nel modo più opportuno, decisamente inutile nel caso la si voglia utilizzare per ferire l’avversario. Risulterà inoltre impossibile cambiare la posizione o la figura di Edward agli occhi del nemico, in quanto artefice del colpo. La tecnica potrà essere mantenuta per un altro turno dopo il primo con un costo di mantenimento pari ad un consumo basso.

Humpty Dumpty - And the Egg had a Great Fall! {Consumo Variabile Medio}

Il Puppet of Wonderland assume le sembianze di un uovo di stoffa, con tanto di giacca e calzoncini.

Humpty Dampty è un celebre personaggi delle filastrocche di mamma oca, spesso rappresentato come un uovo antropomorfo seduto su di un muretto, l’unico in grado di spiegare ad Alice il significato della poesia del Jabberwocky, in quanto maestro delle parole. Eppure ciò che deriva da questo pupazzo non è niente complesso, bensì rozzo e di pura potenza. Unione dell’idea che Humpty Dumpty sia un cannone dell’epoca della Guerra Civile Inglese e che l’uovo cada dal muro nella filastrocca, un potente cannone manovrato da un uovo comparirà sopra la testa di Edward. Cosa succederà? Molto semplice, nel tempo di un battito di ciglia, il marchingegno sparirà una bordata di energia dalla forma conica nella direzione verso cui punterà l’indice destro o la spada del ragazzo. Le dimensioni del colpo varieranno a seconda dell’energia spesa per attaccare, da un attacco semplice a qualcosa in grado di chiudere lo scontro.

[Consumo Variabile: Basso 5 metri, Medio 10 metri, Alto 20 metri, Critico 50 metri]

» Madhatter Scripts
~ Notes

Ho provato a scrivere tutto in ipotetico fin dall'illusione stessa, tuttavia il post risultava pesante ed illeggibile. Quindi considera il tutto come ipotetico, anche se non è scritto con il condizionale ^^

Come nel turno precedente mi son permesso di aggiungere il raggio massimo (30 metri) nell'illusione. Spero non ti crei problemi.
 
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Nephren-ka
view post Posted on 14/12/2009, 22:40




Se avesse potuto guardarlo negli occhi, avrebbe visto, in quelle piccole scintille, in fondo alle pupille, tra le iridi, un riflesso della sua stessa follia. Differente, differente, uguale, uguale. Bruciava ed ardeva; non nel cuore, ma nella mente, nel cervello, tra i neuroni. Come lampi e fulmini, come saette sfrigolanti, riempiendo i pensieri di morte e cenere, di fumo e incendi. Era come lui, ma diverso da lui. Perchè non ti lasci abbracciare, pupazzo di carne? Dove scappi? Ora ti strappi la veste, e la agiti davanti a te...
... era buio, un buio terrificante. Di per se, il piromante non provava sensazioni assimilabili al panico, da quando era asceso a quello che era ora. Ma quel luogo aveva la capacità di scivolargli sotto la pelle, di strisciare nelle sue ossa, di roderlo da dentro. Il fuoco non riusciva a scacciare la gelida sensazione di morte che permeava tutta quella stanza. Enorme, completamente oscura. Non ne vedeva neanche il soffitto. E nonostante fosse evidentemente artefatto, lui sapeva che quel luogo era assolutamente alieno. Poteva vederlo: il suolo era coperto da uno spesso strato di polvere. Poteva sentirlo, perchè il crepitio del suo sudario cremisi riecheggiava migliaia di volte in quell'enorme androne, rimbalzando sulle pareti distanti, senza essere disturbato da altri suoni. Ma, sopra a tutto il resto, poteva avvertirlo. Le ombre del terrore strisciavano oltre al suo campo visino, là dove non poteva vedere. Lunghi artigli, viola come il loro carapace, ed un corpo che pareva più un'armatura forgiata che carne umana. Vere ombre, vere ombre. Lui l'aveva ripetuto. Il ... mastro. Gustò la parola. Era anche lui lì, da qualche parte, in quella stanza senza fine. Ed anche gli altri che lo seguivano, i deboli senza scintilla. Gusci vuoti. Insetti, scarafaggi pieni di carne e organi flaccidi. Niente potere, niente di niente; per lui erano vuoti, anzi, non esistevano neppure. Ora come ora, però, era completamente solo.
Assolutamente, totalmente solo.
Allargò le braccia, e si alzò leggermente dal suolo. Sentiva i rumori, ma ora erano diversi. Non sembravano predatori. Parevano... spaventati. Loro sapevano. L'immortalità è solo una parola, uno stupido termine. Ogni cosa si può uccidere, basta avere l'arma adatta. Le bugie, l'acciaio, l'acido, il fuoco. Quelle erano forse le vite passate del suo maestro, forti del suo sapere, di migliaia d'anni d'insegnamento, ma lui era Ignus, era il piromante, e la loro eterna vita, di fronte al suo implacabile giudizio, non era che un minuscolo, patetico stoppino, fin troppo facile da bruciare interamente. Ora le vide, si. Erano come le aveva immaginate, con le dita che si protendevano verso di lui, verso la sua vita, e quegli occhi che pur brillando nel buio non trasmettevano alcun senso di calore, se non un terribile, orrendo freddo. Ma la cosa più abominevole ed impura, che le elevava da semplici immagini a veri mostri, era il fatto che, nonostante fossero lì, cariche di potere, non avevano nessuna scintilla. Lo vedeva... chiaramente. Non potevano nasconderlo. Non erano che falsi. Come fumo nel vento.
Una gridò. Si, sapeva che avrebbero attaccato. Non resistevano. C'era già stato, forse? Era per questo che ricordava? No, no. Avevano fame, troppa fame, fame di vita e ricordi. Di tutte quelle cose a cui avevano dovuto rinunciare. E non potevano combattere l'impulso di attaccare una preda, anche se sapevano - come potevano NON sapere? - che sarebbero state distrutte. Era diretta contro il suo fianco. L'artiglio fu rapido, ma lui di più. Calò improvvisamente contro il suolo, la mano nera chiusa a pugna, diretto contro quelle piastrelle del colore della notte più buia, colpendole con le dita semi carbonizzate, con la carne ribollente e con il potere dell'Arte. Avvertì un dolore, ma non era molto di cui preoccuparsi, mentre le unghie gli laceravano la coscia e parte del fianco. Una ferita leggera; al rallentatore, poteva sentire, insieme, come l'arma dell'ombra lo feriva, mentre il suolo rispondeva al suo attacco. La crosta si spezzò in un frammento di secondo, e lì, da quel terreno sotto al quale non c'era altro che granito blu e nero, da quell'arido suolo sul quale nulla sarebbe mai cresciuto, nacque il suo potere. Si gonfiò, mietendo metri in meri secondi, disintegrando letteralmente l'ombra, dal braccio, in su, fino al midollo delle ossa. Altre si gettarono contro di lui, si, certo, era logico, ma nessuna riuscì a ferirlo; l'altra sua mano colpì il terreno, spaccando un nuovo frammento di quell'ingrato terriccio, e scagliandolo con forza, insieme a schizzi di magma e lava, contro quei loro corpi così fragili. E loro, come se fossero state fatte di vetro o sabbia, si spezzarono, e dissolsero, volando via, gridando in preda ad un'agonia che mai avevano provato. E lui intanto colpiva quel punto, non contento, continuando con tale rabbia ed ira che pareva che il suolo stesse sanguinando per la violenza dell'attacco.
Alla fine - concluse levandosi in aria, e quindi piantando il piede a terra con altra, inutile rabbia, abbastanza forte da causare un'ultima piccola eruzione - nessuna di loro - NESSUNA - era sopravvissuta. Non erano rimasti neppure i cadaveri. Erano quelle... le vite del maestro? Erano... così... deboli. Inermi. Per così tanto tempo aveva creduto in lui. Così... tanto tempo. Non ricordava neppure quando fosse cominciato il suo apprendistato. Era anche lui così? Una marionetta di stoffa che bruciava così in fretta. Si voltò, fronteggiando il luogo dal quale era emersa la prima ombra, quella che lo aveva ferito.
Tornavano. Non erano poi così poche. Forse... lo volevano spezzare col loro numero? No. Ora... si tenevano distanti. Avevano imparato la sua lezione, l'insegnamento del dolore! Che ironia, che dei gusci d'uomo si rivelassero più recettivi allo studio che migliaia di vivi cui aveva tentato di farla capire! Oh, ma naturalmente, erano frammenti del maestro, maestro maestro maestro. Dovevano imparare. Così come lui l'aveva imparata dal maestro stesso.


Ignusss...

Pronunciò il proprio nome, inspirando l'aria di quel luogo. Fredda fredda fredda... non c'era vita, lì. Solo ombre, tante ombre, striscianti serpenti di un'esistenza spezzata. Aprì le dita, e fissò i palmi delle mani, davanti a se, per quindi rialzare il mento, e guardare diritto, avanti a se. Qualcosa brillava. Splendeva. No, non erano i termini adatti. Era come un piccolo sole. Era... maestro. La scintilla del maestro! Un pezzo del maestro! Il pezzo più importante! Quello che mancava. Riflessi verdi, come le foglie di un albero, spine e rovi, contorto, e insieme, divino, il suo maestro. Gli faceva... paura. Lo riempiva di gioia. Avvicinati, maestro. No, aspetta... qualcosa non và. Non è il maestro. Non c'è maestro. Non ci sono ombre. E' tutta un'allucinazione? Concentrati, uomo che brucia... lui è... quello vero? Quello falso?
Balzò in avanti, alla cieca, percorrendo circa un metro e mezzo. E poi, di colpo, le labbra nere e carbonizzate si aprirono, le mascelle che forzavano le guance e fessuravano la pelle distorta dal calore, gli occhi giallastri improvvisamente iniettati di sangue nero, Ignus urlò. Come se i venti del pandemonio lo assistessero, l'aria emerse dalle sue fauci, stridendo, correndo, urtando i nemici d'ombra e d'illusione creati dalla mente, tagliandogli, incrinandoli... Un grido dall'inferno stesso, terrificante, altissimo, ma non abbastanza distorto da impedire di riconoscere le parole di Ignus.


Ignus... desssidera... BRUCIAREEEEEEEEEE!

SPOILER (click to view)
Mana: 70% (100% - (20% + 10%))
Fisico: Leggera ferita al fianco, all'altezza della coscia.

Oggetti: Bracciali
Innate: Ignus, l'Uomo che Brucia (Aura di fuoco perenne che provoca danni a cui si avvicina)
Inarrestabile (Niente danni aggravati per via di danni agli organi, niente sangue / incredibilmente resistente)
Levitazione (Levitazione)

Prometheus Plume : Di colpo il folle piromane si scaglia contro il suolo, il suo animo colpito da un irrefrenabile desiderio. I suoi arti scheletrici si levano per un attimo, le dita incenerite si chiudono, si stringono a pugno, per quindi colpire il suolo, con violenza inumana. A quei colpi, la terra si mette a sanguinare, l'elisir della vita che sgorga da lei copioso, in una pioggia di magma ardente. Ad ogni colpo, una nuova esplosione, altri frammenti di roccia che si staccano ed emergono con violenza dal terrneo, prima che Ignus si rimetta in piedi, concludendo il tremendo attacco con un calcio al suolo, che provoca un'onda di lava finale. Il raggio della tecnica è di tre metri e mezzo per i colpi normali e cinque per l'onda finale. [Alta]

Howl of Pandemonium: La rabbia e la violenta psicosi del piromante, concentrata in un singolo urlo di furia, è di un potere spaventoso. Questo grido è talmente forte da letteralmente tagliare gli oggetti, frantumando il vetro, incrinando il metallo più robusto, infrangendo le ossa e mutilando la carne. Naturalmente, oltre a questi effetti più esotici ci sono anche i normali danni causati da un suono troppo alto, che provoca sordità, stordimento, e piccole emorragie. Ignus continua ad urlare per due turni, e questo suono provoca i suoi effetti più gravi in un'area di cinque metri intorno ad Ignus. [Media]

Ignus è convinto dall'illusione di essere in un altro posto. I tuoi movimenti inziali (quelli rumorosi) vengono avvertiti come i sussurri delle ombre. Il cannone come l'ombra che lo ferisce. Tutto il resto è una totale allucinazione. Prometheus Plume viene usato per parare (parzialmente) il tuo cannone.
 
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view post Posted on 17/12/2009, 22:37

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Inutile
Urla nell'Oscurità


Narrato
*Pensato*
"Parlato di Edward"


E' morto un uomo, un uomo molto disordinato.
Quando hanno cercato di metterlo in una bara non sono riusciti a trovare un suo dito.
La sua testa era sotto il letto, le sue braccia erano sparse nella sua camera ♪


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Asgradel, arena delle lucciole

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i sono volte in cui quello che si desidera non accade mai, quasi la fortuna si potesse togliere la benda in quegli istanti cruciali. Edward lo sapeva bene; il turno precedente aveva cercato in tutti i modi di trasformare il proprio avversario in un ammasso deforme di carne, senza grandi risultati.

Anche in questo caso non aveva ottenuto l’effetto sperato, riuscendo a ledere solo superficialmente la torcia umana…o almeno così aveva intravisto prima di quell’esplosione di magma.

Magma. Davvero un bel problema.

Il calore lambì il suo volto. Probabilmente qualche metro più avanti e sarebbe divenuto un mucchietto di cenere da raccogliere con lo scopino. L’idea di non avvicinarsi troppo era stata ben ripagata, così come quella di creare un ambiente buio, in cui Ignus aveva potuto sfoderare la propria potenza senza un bersaglio ben preciso.

Hai paura?

Una delle voci nella sua testa lo ammonì. I folli hanno paura? Effettivamente i poteri dell’avversario stavano dando prova della loro capacità distruttiva, una valanga rovinosa in grado di cancellare ogni cosa, vivente o meno, che si fosse trovata lungo la sua strada. Eppure il Madhatter non sembrava rabbrividire, bensì si aspettava che venisse nuovamente applicato uno dei principi fondamentali: ad ogni Azione corrisponde una Reazione. Aveva attaccato? Ora doveva aspettarsi una risposta più concreta dell’ondata di lava precedente.

Lo stregone si voltò verso il punto da cui era partita la cannonata di energia, scattando in avanti; mossa a cui seguì uno speculare balzo all’indietro del Cappellaio. Aveva imparato che la distanza era un fattore fondamentale in quello scontro ed aveva intenzione di sfruttare la maggiore velocità posseduta rispetto all’avversario per portarsi il più lontano possibile nel minore del tempo.

La terra vibrò.

Scossa da un singolo urlo che trasportava desideri e rabbia concentrati in un devastante colpo, frantumando il terreno lungo il suo cammino. Il Conte ebbe appena il tempo di compiere un paio di passi in più e raggiungere circa i cinque metri di distanza dall’ammasso di fuoco, prima di venire investito anch’egli da quella furia. Sentì l’aria lambire la sua pelle, artigliandola superficialmente ed accarezzando i suoi vestiti, per poi colpire con veemenza il legno a protezione della spada.

Il mondo vibrò.

O meglio, oscillò, almeno dal punto di vista del ragazzo. Ammortizzò la repentina perdita d’equilibrio con i resti del bastone, piegandosi in avanti e cercando di rimanere in piedi. Il fischio acuto, che non smetteva di interrompersi, ed il bruciore ai timpani alimentavano la sua rabbia, concretizzata nell’estrazione della Regina, pronta a reclamare vendetta.

Sanguina?

No.
No.
No.
No.


La repentina risposta delle voci lo riempì di furia. Una nuova domanda venne posta.

Se non sanguina cosa fare?

Spazzalo via.
Spazzalo via.
Spazzalo via.
Spazzalo via.


Le pupille dilatate, i denti stretti fino a far dolere le gengive. Avrebbe mosso passi lenti all’indietro, cercando rimanere in equilibrio e sfruttando quelle tenebre che lo ammantavano e rendevano più letali i suoi attacchi, in modo da guadagnare una decina di metri almeno da Ignus. Dopodichè, avrebbe mosso rapidamente la spada, dando prova di tutta la sua forza, generando ben sei lame di vento, taglienti ed affilate come rasoi, con lo scopo di ridurre in brandelli il proprio nemico.

Due avrebbero colpito frontalmente, assumendo le fattezze di una croce greca; lo stesso numero avrebbe colpito ai fianchi con un movimento parabolico. Infine le rimanenti sarebbero scese, descrivendo un’iperbole balistica per piombare sulla testa della torcia umana. Il tutto ovviamente si sarebbe svolto contemporaneamente, sfruttando l’oscurità per colpire in più punti senza dar prova della presenza effettiva dei colpi. Tale, almeno, era la speranza di Edward.

Il fuoco non sanguina?
Allora non mi interessa.


SPOILER (click to view)
» Madhatter Profile~ Status

» Fisico: tagli superficiali, lesioni all'apparato uditivo, momentanea perdita di equilibrio.

» Energetico: 80% - 5% -20% = 55%

» Armi:

• Queen of Crystal {Mano destra}

• Puppet of Wonderland {Legato in vita}

» Riassunto

1) In contemporanea al tuo scatto in avanti ne compio uno all'indietro, sfruttando la mia maggiore velocità (passiva +25%) per portarmi al limitare dei 5 metri

2) Subisco danni lievi al corpo ed alle orecchie. Mi sorreggo sfruttando i resti del bastone per evitare di cadere. Estraggo la spada.

3) Sfruttando le tenebre mi muovo lentamente fino a raggiungere i dieci metri almeno di distanza.

4) Una volta raggiunti scaglio le lame.

» Madhatter Blood
~ Abilities

» Mad Mind: Immunità tecniche basse o medie che manipolano la mente (confondendo, cercando di istillare false immagini o accentuare/creare emozioni e via dicendo)

» Master of Fancing: Bonus agilità +25%, velocità 25%

» Madhatter Tools
~ Equip

» Queen of Crystal: Spada incrocio tra stocco e sciabola con una lama di 1,05 metri di materiale cristallino. Presentando il filo da entrambi i lati, una punta accentuata ed un forma sottile. La resistenza dell’arma non supera quelle delle altre prodotte dall’uomo, in quanto non dispone di una passiva per aumentarla.

» Puppet of Wonderland: Pupazzo d’altezza pari a 40 cm, è composto d’ovatta e lana, racchiuse da uno strato di stoffa. Esteriormente presenta due tipi di tessuto, bianco a pois rossi a sinistra e scozzese a destra, cuciti tra loro come se rappresentassero le due metà della figura. L’occhio sinistro risulta un bottone arancione, mentre il destro è sostituito da una croce marrone. Sul petto a sinistra vi è un cuore rosso, trapassato da un grosso ago che attraversa tutto il corpo.
    Endless Time: I colpi lo attraversano e non può essere danneggiato.
» Madhatter Tricks
~ Tecniques


» Alice - The World is a Dream of my Own! {Consumo Medio Basso}

Il Puppet of Wonderland assume le sembianze di una bambina di pezza, i capelli di spago biondi ed un vestito azzurro con un grembiule bianco.

Alice, la fanciulla che ha dato il via alla storia, incarna la fantasia dei bambini, in grado persino di creare nuovi e rigogliosi mondi. Si dice appunto che la mente dell’uomo sia ciò che più lo avvicina allo status di dio, libero di viaggiare nell’infinità. Questo potere sembra incarnarsi appieno nella nuova forma del pupazzo, dando vita ad una tecnica che necessita solamente della fantasia del nobile. Una volta che egli avrà deciso, tutto (nel raggio di 30 metri intorno la figura di Edward) sarà immerso nell’illusione creata dal Cappellaio, illusione che influenzerà l’avversario solo visivamente (ovvero ciò che è stato creato non sarà reale e non trasmetterà impulsi al cervello). Ideale quindi per modificare il paesaggio nel modo più opportuno, decisamente inutile nel caso la si voglia utilizzare per ferire l’avversario. Risulterà inoltre impossibile cambiare la posizione o la figura di Edward agli occhi del nemico, in quanto artefice del colpo. La tecnica potrà essere mantenuta per un altro turno dopo il primo con un costo di mantenimento pari ad un consumo basso.

Queen of Hearts - Off with their heads! {Consumo Variabile Alto}

Il Puppet of Wonderland assume le sembianze di un pupazzo grassoccio, con una coroncina in testa ed un ampio vestito con ricamato un cuore.

La Regina di Cuori, l’irosa tiranna che controlla il mondo di Wonderland. Nota prevalentemente per la sua “passione” di punire tagliando la testa agli abitanti, le sue decisioni sono perentorie. Questo pupazzo dona ad Edward la possibilità di creare delle lame di vento, dall’aspetto di mezzalune di lunghezza pari a 40 cm, con le quali poter colpire il nemico. Tale pericolosa offesa ha origine da uno degli arti (o anche più di uno) che dovrà esser mosso in modo da dar origine alla forma del colpo (per l’appunto a mezzaluna). Nel caso egli abbia sfoderata la spada, potranno anche esser create dalla lama, secondo il precedente gesto. Resta da sé che non è solo l’aspetto tagliente a dover esser preso in considerazione, bensì la poca visibilità del colpo, in quanto composto da sola aria e verranno perciò percepite come distorsioni od increspature.

[Consumo Variabile: Basso 1 colpo, Medio 3 colpi, Alto 6 colpi, Critico 10 colpi]

» Madhatter Scripts
~ Notes

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Nephren-ka
view post Posted on 18/12/2009, 14:09




Ora... era davvero solo.
Persino l'ultimo nemico - l'uomo fatto di rami e radici, la sua corazza come una pelle vuota e coperta di spine, l'entità che sembrava il suo maestro - si era frantumato. Il suo grido lo aveva spezzato, frantumato, ne aveva lacerato la figura come avrebbe fatto un coltello con un velo, o come avrebbe fatto una lastra di vetro che crolla a terra. Il suo corpo era esploso, ed i frammenti, piovendo intorno a lui, avevano cancellato dalla sua visuale quell'abominevole luogo, freddo di morte e d'ombra, per lanciarlo, nuovamente, nel buio più totale. No no no, non era stato l'essere a rompere l'esistenza, era stato il suo urlo, il suo U-R-L-O. Ed anche ora che tutt'intorno a lui non vi era altro che buio, continuava ad urlare, perchè quelle cose - le cose nella sua testa, le cose che strisciavano nella realtà, e quelle che erano per una parte creazione dell'uno e per un’altra dell'altro - si tenessero a distanza. Finché continuava a strillare, quelle cose sarebbero morte, se gli fossero venute vicino. Si sarebbero rotte come si erano frantumate le ombre ed il maestro-fantoccio. Stranamente, nonostante non vedesse nulla sotto di sé, non gli sembrava di cadere. Forse... perchè sotto... c'era qualcosa? Si, era per quello. Ora era sicuro.
Non c'era mai stata nessuna fortezza, nessun mostro di rovi. Era solo un'arena di quel torneo. Ricordava con chiarezza: ora i suoi pensieri erano tanto limpidi che concentrarsi su di loro gli faceva male per quanto fossero acuti. Era nella stanza delle scintille, e c'era quell'uomo, quel ragazzino, con quella scintilla tanto lucente. Poi tutto si era spento, si, si. Di chi era la colpa? Quelle candele erano soffocate per fare spazio al suo grido, o per colpa del suo avversario? Lo odiava, per quello. Le fiamme non si sarebbero mai spente per Ignus. Sapevano che era loro amico. Lo vedeva, quando accendeva un fuoco, come quello lo lambisse e lo abbracciasse. Era il suo unico amico, si, il suo compagno. Non si sarebbero mai spente per colpa sua. Voleva... uccidere quel ragazzo. Non liberare la sua scintilla. Era colpa sua se le luci erano morte. Ma non lo vedeva. Si, era troppo buio. Il suo grido, da un unico, inenarrabile lamento, cambiò tono e forma, e divenne una frase, continuando a fendere tutto ciò che lo circondava con rabbia inumana, spaccando le sue labbra e fessurando il viso pur di emergere.


I CIELI SSSSARANNO FIAMME, E TUTTE LE VITE TORCEEE!

Ignus sollevò il volto al cielo, fissando l'oscurità che sembrava un velo di pece come uno scultore che fissa un blocco di marmo. Era come se potesse vedere la statua, già pronta, imprigionata nella pietra, ed il suo lavoro non fosse quello di creare qualcosa, bensì quello di liberare l'oggetto dalle spire della terra, e di fargli vedere la luce. Avrebbe riempito l'intera arena di fiamme, per rischiararla, per farle piovere sul suo nemico, e punirlo e benedirlo in un solo momento, insieme. Sollevò le braccia, aprendole, messia di fronte ad una massa di persone che non esistevano, e poi -
Il dolore invase ogni suo senso, facendolo rinculare indietro. La botta si trasformò in una complessa schivata, in cui piroettò letteralmente di più di un metro nella direzione opposta a quella da cui erano arrivati i primi due colpi, schivandone completamente altri tre, e venendo solo leggermente colpito da un quarto. Il suo grido rabbioso si dipinse per un attimo dell'agonia che provava, mentre si accucciava a terra come un grosso, disgustoso e luminescente ragno, ed artigliò il terreno, con quelle dita dure e nere di cenere. Il suo manto si trasformò, gonfiandosi per un attimo, e quindi ritornò alle sue usuali dimensioni, per avvolgere dolcemente Ignus. Il fuoco gli carezzò la ferita - ancora dolorosamente pulsante, come una croce sul petto - alleviandola, rilassando il terrificante piromante come il tocco gentile di una persona amata. Era lì - in quella direzione. Non aveva bisogno di vederlo. Quel demonio infernale, quella gabbia di carne vagante, lui l'avrebbe divorata. Le mani premettero il suolo, sollevando il suo corpo, che - in una nuova acrobatica piroetta - si scagliò per un attimo nell'aere, roteando, ed infine ricadde, trattenendosi a qualche centimetro dal suolo.
Non aveva bisogno di vederlo. Come se lo avesse nutrito, il fuoco che lo circondava si ingigantì. Lui scivolò in avanti, sempre urlando, ma senza toccare il suolo. Ora sembrava una colossale torcia, alta più di due metri, pronta ad appiccare l'incendio all'intero mondo, pronta ad estinguere tutta l'umanità. Gli occhi giallastri si iniettarono di quel poco sangue che rimaneva, nero, rovente, mentre il calore si concentrava, nel suo palmo, ed assumeva una forma ben precisa, una struttura fisica e definita. Le dita si strinsero, afferrando quell'oggetto a metà tra il mondo fisico e la magia, che si stava gonfiando sempre più, come un pallone, una sfera distruttiva. E Ignus ora aveva cambiato posizione, le braccia e l'intero corpo parallelo al suolo, come se più che levitare stesse planando, con un grido acutissimo, intenso, rovente come il cono di fuoco che avrebbe creato una volta che si fosse trovato a circa cinque metri dal punto in cui era partito, alla cieca, e che si sarebbe propagato davanti a lui, per altrettanti metri, divorando e mietendo qualsiasi cosa si fosse trovata lungo il suo percorso. Ma non si sarebbe fermato.
Avrebbe continuato a caricare, accelerando sempre di più, diretto contro il punto in cui pensava si trovasse il suo avversario, così, nel caso avesse bloccato il cono di fuoco o fosse in qualche maniera sopravvissuto, lo avrebbe speronato ed ucciso con il proprio stesso terrificante calore.


SPOILER (click to view)
Mana: 50% (70% - (10% + 10%))
Fisico: Leggera ferita al fianco, all'altezza della coscia. Ferita di media entità al petto.

Oggetti: Bracciali
Innate: Ignus, l'Uomo che Brucia (Aura di fuoco perenne che provoca danni a cui si avvicina)
Inarrestabile (Niente danni aggravati per via di danni agli organi, niente sangue / incredibilmente resistente)
Levitazione (Levitazione)

Ascension: In quanto al centro di un vero e proprio inferno, Ignus crea costantemente una corrente ascensionale attorno a se. Questa corrente normalmente ha un effetto trascurabile, ma grazie ad un leggero sforzo di Ignus può aumentare al punto di sollevarlo e scagliarsi violentemente in una certa direzione, evitando un attacco nemico. Il costo della schivata è pari a quello dell'attacco nemico; la tecnica agisce a tutti gli effetti come una difesa. [Variabile][Media]

Call the Great Destroyer: Il fuoco è il grande distruttore, la calamità che tutti temono. Ignus ne è circondato, ne è PIENO. Gli basta sollevare una mano, anzi, neanche, per crearne ancora di più, fuoco che può quindi usare come meglio crede. Può lanciarlo contro l'avversario, sottoforma di proiettile, cono, bordata di calore, o persino generare un'esplosione. Tutto dipende da quanto mana Ignus voglia bruciare, e da quanto la sua fantasia sia infiammata in quel particolare momento. Comunque, è male. [Variabile][Media]

Ignus si libera ad inizio turno dall'allucinazione, ma non dall'illusione. Continuando ad urlare, tenta di usare una tech, ma viene colpito dalle prime due lame di Edward, e di conseguenza schizza indietro, vnendo solo parzialmente colpito da una terza. Quindi si scaglia letteralmente contro la direzione da cui sono arrivati i colpi, lanciando un cono di fuoco a cinque metri dalla sua partenza, e quindi prosegue il suo moto, tentando di caricare Edward.
 
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view post Posted on 21/12/2009, 00:29

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Noia
Come biglie


Narrato
*Pensato*
"Parlato di Edward"
"Parlato di Charlton"

Little Nanny Etticoat
In a white petticoat,
And a red nose;
The longer she stands
The shorter she grows. ♪ [1]

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Asgradel, arena delle lucciole

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rollò l’oscurità, dissolta da un soffio di vento. L’illusione si sgretolò, frantumandosi in centinaia di schegge, destinate a divenire fine polvere pochi attimi dopo. Ora, anche i silenti spettatori, potevano rimirare ciò che era avvenuto in quei brevi, ma intensi istanti, gioendo o rattristandosi a seconda della posizione presa.

Ignus era stato travolto in pieno dall’attacco; effettivamente era stato spazzato via come il Conte desiderava, eppure, in quello sguardo soggiogato dalla follia, non vi era contentezza. Ciò che doveva esser tagliato in più parti, per il volere della Regina, era ancora integro, senza neanche una goccia di sangue versata.

Proprio il fatto di esser stato scagliato via indicava la sua robustezza, in grado di resistere persino ad un colpo di tale entità senza rimetterci troppo. Se due biglie di ferro si scontrano tra loro, quella che subirà il colpo verrà semplicemente spostata più avanti.

Una biglia. Che gusto c’era a colpire una biglia?

La parte di Edward infantile desiderava semplicemente vedere qualcosa di strano; se lo aveva già visto non gli interessava lo scontro.
La parte di Edward folle desiderava semplicemente vedere scorrere sangue; se non lo poteva vedere non gli interessava lo scontro.


La fiamma, che alimentava il Madhatter, stava svanendo senza più combustibile a disposizione. Unicamente il fattore sopravvivenza cercava di stimolarlo, di fargli ancora muovere l’arma contro la torcia umana.

La vita è un pendolo che oscilla tra noia e dolore.

Senza l’illusione del divertimento, si può davvero chiamare vita ciò che rimane? Vale la pena andare avanti?

Le voci smisero di parlargli. Offese o forse affrante dalla situazione, cancellarono quel ghigno sul volto, fino a che le labbra non volsero le estremità verso il basso. L’unico rumore che in quel momento riempiva la testa, era lo sbadiglio della Regina Bianca, svegliatasi dal suo sonno e desiderosa di mantenere in vita il proprio padrone.

Con o senza la volontà del Conte, lo scontro stava proseguendo ed il tempo stringeva. La rabbia, unico sentimento che quell’essere sembrava provare, lo avvolse e lo rese ancora più simile ad una bestia inferocita. Si lanciò contro di lui come un missile, generando una poderosa fiammata con lo scopo di ridurlo in cenere e coglierne la vita.

Un gesto secco della mano destra, uno sguardo vuoto verso l’obiettivo in movimento; infine un fendente verticale al suolo. L’intero potere, sprigionato per un attimo, sovrastò la penombra, brillando di una candida e calda luce.

Cosa hai trovato dietro lo specchio, Edward? Cosa mostra la realtà?

Niente. Non vi è niente.

Le fiamme vennero letteralmente tagliate in due, sbriciolandosi e polverizzandosi, non appena la loro trama magica finì distrutta.

“Te l’avevo detto che le fiamme non servivano a nulla contro di me…”

Valeva la pena continuare la stupida recita, o forse era il momento di calare il sipario? Un vero attore continua fino alla fine, anche se il pubblico non si trovava più ad assistere?

L’uomo sul palco può fermarsi quando vuole, eppure il mondo intorno a lui continuerà a muoversi. Ed in quel mondo vi era Ignus, che proseguiva la sua traiettoria, come una freccia pronta a trafiggere il cuore dello sventurato.

Edward portò con lentezza il piede destro in avanti, pronto a far ricorso ad una schivata laterale, in modo da sottrarsi al colpo. Il dolore lo travolse inaspettatamente, lacerando con facilità la carne, facendo scoppiando i suoi capillari e riportandolo alla dura realtà. Il mondo si fece silenzioso e distorto, più simile ad un dipinto di un principiante, che a quel luogo in cui aveva trascorso vent’anni della sua vita.

Perse l’equilibrio, sentendosi una foglia sospinta dalle correnti; carambolò in avanti, prima che le fiamme ed un nuovo doloroso impatto lo punissero per la propria stoltezza. Un unico gesto istintivo, quello di portarsi le braccia a coprire il volto, con la spada obliqua in modo da difendere le parti vitali, lo salvò da una fine certa.

La sofferenza invece, la subì tutta fino all’ultima goccia. Le ustioni su tutto il corpo ed il doloroso schianto contro il terreno lo fecero urlare, senza che potesse ascoltare la propria disperazione. Ora era disteso prono, a circa sei metri di distanza dall’assalitore, sanguinante e ridotto in uno stato pietoso.

La mano destra stringeva ancora la Regina, al punto che le nocche avevano assunto una colorazione bianca, unico suo appiglio per non esser inghiottito in uno stato di incoscienza. Una crepa sulla lama, nel punto dell’urto subito, era il prezzo che l’arma aveva pagato per proteggere il proprio padrone.

In quel frangente capì tutto. Se Ignus era la biglia di ferro, ora sapeva che cosa era lui.

Una stupida e sciocca biglia di vetro.

Il vetro può vincere contro il ferro?

Note

[1] I versi sono quelli di una filastrocca ed indicano una candela, conferendole tratti umani. Lo stesso Edward, difatti, considera le candele nell'arena i propri spettatori (i silenti spettatori).

SPOILER (click to view)
» Madhatter Profile~ Status

» Fisico: tagli profondi, sordità, condizione in generale grave per via della continua perdita di sangue.

» Energetico: 55% - 10%= 45%

» Armi:

• Queen of Crystal {Mano destra}

• Puppet of Wonderland {Legato in vita}

» Riassunto

1) Persa la voglia di combattere, lascio che l'illusione si dissolva.

2) Uso la Regina Bianca e dissolvo il getto di fiamme che mi lanci contro.

3) Perso nei miei pensieri mi preparo a scartare lateralmente la tua carica, ma vengo colpito dalla tecnica sonora (l'urlo) ancora attiva.

4) Perdo l'equilibrio e, tramite un gesto istintivo, mi salvo la vita, ma finisco sei metri più in là per via dell'impatto. Sono steso a terra ed in condizioni gravi.

» Madhatter Blood
~ Abilities

» Mad Mind: Immunità tecniche basse o medie che manipolano la mente (confondendo, cercando di istillare false immagini o accentuare/creare emozioni e via dicendo)

» Master of Fancing: Bonus agilità +25%, velocità 25%

» Madhatter Tools
~ Equip

» Queen of Crystal: Spada incrocio tra stocco e sciabola con una lama di 1,05 metri di materiale cristallino. Presentando il filo da entrambi i lati, una punta accentuata ed un forma sottile. La resistenza dell’arma non supera quelle delle altre prodotte dall’uomo, in quanto non dispone di una passiva per aumentarla.

» Puppet of Wonderland: Pupazzo d’altezza pari a 40 cm, è composto d’ovatta e lana, racchiuse da uno strato di stoffa. Esteriormente presenta due tipi di tessuto, bianco a pois rossi a sinistra e scozzese a destra, cuciti tra loro come se rappresentassero le due metà della figura. L’occhio sinistro risulta un bottone arancione, mentre il destro è sostituito da una croce marrone. Sul petto a sinistra vi è un cuore rosso, trapassato da un grosso ago che attraversa tutto il corpo.
    Endless Time: I colpi lo attraversano e non può essere danneggiato.
» Madhatter Tricks
~ Tecniques

White Queen {Consumo Variabile Medio}

Cosa si cela dietro lo specchio? La fantasia e la realtà, la realtà e la fantasia. Edward gioca molto su questo espediente realizzando ciò che per altri può essere soltanto utopia. Dietro lo specchio si trova la vera realtà della cosa, l’essenza di cui tutto è composto che impregna la lama: la Bianca Regina. Cosa serba la realtà? La possibilità di distinguere le trame magiche, sottili fili che possono essere così recisi in modo da poter influire su qualcosa che un normale spadaccino dovrebbe solamente subire. Ciò si traduce nella possibilità di tagliare ciò che può esser definito come magico (comprese le illusioni stesse, se di natura magica) utilizzando parte della propria energia nell’atto (energia che viene assorbita in modo variabile). Consumando quindi un’energia pari a quella usata per l’attacco ed uno slot tecnica, è possibile vanificarlo semplicemente “affettandolo” mentre la lama emette un bagliore celestiale. E’ possibile anche spendere energia minore a quella usata nell’offesa, anche se così si avrà solo il magro risultato di affievolire il colpo (ovvero smorzarlo) con tutte le conseguenze del caso. Tutto semplice, se non fosse che la Bianca Regina è decisamente capricciosa, limitando così la possibilità di sfruttare il suo potere ad un massimo due [2] volte a duello.

» Madhatter Scripts
~ Notes

Innazitutto preannuncio che il pg è ancora vivo xD Quindi tranquillo che lo scontro non è ancora finito ^^

Dopodichè riporto parte dell'mp ricevuto, per far capire che l'attacco dell'urlo non me lo sono sognato, ma il non riportarlo è stato solo una dimenticanza.

CITAZIONE
Un paio di domande sull'ultimo post ^^

1) Nella tecnica dell'urlo era scritto che durava due turni. E' quindi ancora attiva anche se non l'hai citata?

1) Si, mi ero dimenticato di farlo XD
 
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Nephren-ka
view post Posted on 29/12/2009, 21:29




Ed alla fine era riuscito a colpirlo.
Non era del tutto sicuro di averlo ferito, a dire il vero. Tutto era molto confuso, quasi... etereo. Il suo grido aveva investito l'avversario con tutta la sua forza, scuotendolo, confondendolo, e creando un'apertura per il successivo assalto, quello portato con tutto il corpo. Come mossa, era stata geniale, ma aveva avuto qualche conseguenza. Nel difendersi, infatti, il suo avversario aveva frapposto tra se ed il piromante una lama, corta, grigio-verde; quell'arma lo aveva colpito, marchiando il suo viso, giù, dalla guancia, fino alla spalla, con una lunga ferita. No. Non era un pugnale, no, non era di quei colori! Era una lama di cristallo. Cosa stava pensando? Come poteva essere una lama di cristallo? Rallentò, frenando nell'aria, ignorando il pulsante dolore, in quella tomba per lucciole, e si voltò...

... per vedere la larga stanza, ovale, familiare. Le piastre di pietra che coprivano il suolo erano debolmente illuminate da una luce color azzurro acqua, emanata da un massiccio cristallo sospeso nell'aria, esattamente al centro di quello strano luogo. La stessa artificiale luce dipingeva strane ombre sul volto di cinque statue che facevano da colonna, disposte a semicircolo dietro di lui. Si, ricordava quel luogo, così come rimembrava la piccola fontana, ormai disseccata dall'arsura del tempo sotto a quella levitante gemma: quella era un'altra delle stanze di quella fortezza di ombre. Si era distratto nel bel mezzo dello scontro... Doveva mantenere la concentrazione.
Tentò di fare un passo in avanti, ma crollò a terra, in ginocchio. Ferite... gravi. Più gravi di quanto aveva pensato all'inizio? Portò una mano al petto, toccando i lembi di carne tagliata. Non erano ferite mortali, no. Non potevano fermarlo, non ORA, che era così VICINO, ora che poteva quasi AFFERRARE la vittoria contro quell'uomo quella CREATURA quel demone che odiava così TANTO, e voleva ucciderlo, e tormentarlo, e bruciarlo, per sempre, mille volte, fino a che persino la sua fottuta immortalità non sarebbe stata che solo una parola senza senso, come vita, come morte, e ci sarebbe stata solo agonia e sofferenza.
Si rimise in piedi, sorgendo nell'aria come un fiore che sboccia, e scivolò di lato, muovendosi intorno alla cristallina lampada che stava al centro di quel posto, finché non lo poté vedere. Eccolo, lì, a terra, vulnerabile. Com'era disgustoso, quell'uomo. La pelle grigiastra e dura come cuoio, coperta di cicatrici, ferite, e neri tatuaggi, come un dipinto. I capelli, untuosi, che si avvolgevano in ciocche da soli, e coprivano quel volto orrendo e senza vita. Sembrava quasi già morto. Poi tutto, intorno a lui, tremolò. Nuovamente, si stava distraendo. Mise le mani davanti agli occhi, e balzò indietro, sopprimendo la visione di un luogo scuro, illuminato da mille candele volanti, e di un ragazzino ferito, a terra. No non era vero no.
Ora il corpo a terra era solo un manichino, e lui lo guardava, così, fermo in mezzo al nulla, e vedeva quel viso - senza alcuna caratteristica facciale ben definita, spoglio, come una maschera di plastica grigia - improvvisamente alieno ed incomprensibile, che gli sorrideva. Cosa aveva da sorridere? Si, era chiaro, sorrideva. Nonostante lo avesse bruciato, il maestro sorrideva ancora! Cosa hai da ridere? SMETTILA DI RIDERE!


La follia dilagò, avvolgendolo, stringendolo, il lenzuolo di fiamme che lo avviluppava alimentato dalla pazzia come un incendio sul quale è stato gettato dell'olio. Il fuoco si gonfiò, si ingrandì, ingigantendosi fino a proporzioni gargantuesche, per quindi scendere, verso il basso, verso le sue mani, ed accumularsi, formando due globi cremisi. Le mani ascesero fino ad essere quasi parallele al suolo, inclinate appena per indicare il bersaglio, il corpo del suo nemico di non distingueva più l'identità. La confusione lo divorava come quell'immortale calore; lo inghiottiva, sgretolando la sua mente così come il suo corpo, e riducendo tutto ad un ammasso semi-informe di cenere. L'unica cosa che Ignus riusciva in quel momento a pensare era di ardere quel ragazzino/maestro, di bruciarlo, di incenerirlo fino al midollo delle ossa e poi di continuare ancora a sputare fiamme e fuoco, finché non era che un polvere nera. Un sorriso si dipinse sul viso furioso del piromante, accendendo in lui una scintilla di sadico piacere, e in quel preciso istante, da entrambe le mani partirono due colonne di fuoco e calore, dirette contro Edward. Ma non bastava, no. Quello gli avrebbe fatto male, forse lo avrebbe ucciso, ma non sarebbe certamente bastato per disintegrarlo completamente. Finito di lanciare quella specie di inferno mobile, il mago sarebbe balzato indietro, ridendo follemente. Per imparare... era necessario soffrire. Le ferite che l'avversario gli aveva inflitto non facevano che renderlo più potente! Quel povero piccolo manichino, non poteva sconfiggerlo, non lui, che era il grande Ignus! Così tante volte gli era stato ripetuto da quelle odiose labbra screpolate del maestro che per apprendere doveva provare dolore. Ignorò la stanchezza, anche se ormai cominciava a farsi sentire. Presto i movimenti sarebbero stati lenti, e lui ancora più vulnerabile. Doveva concludere rapidamente lo scontro, si, o sarebbe stato sopraffatto. Sapeva che il maestro poteva rigenerare ogni ferita, se non era assolutamente mortale; aveva visto le scottature più gravi ridursi e divenire meri segni dopo pochi minuti, per svanire quindi del tutto nel giro di qualche ora. Non poteva permetterlo. Avrebbe concluso tutto, qui, ed ora.
Avrebbe calato il pugno contro al suolo, toccando quel terreno con le nocche e le dita, e avrebbe lanciato il secondo incantesimo. Si, un incantesimo per distruggere, per uccidere, per cancellare del tutto senza lasciare alcuna traccia. Avrebbe richiamato gli stessi poteri che nutrivano il cuore infuocato del mondo, avrebbe invocato il magma ardente, e quello, come in risposta alle sue preghiere, sarebbe sorto, direttamente sotto il corpo del nemico, per scagliarsi verso il cielo, ad affrontare quel nemico irraggiungibile.


SPOILER (click to view)
Mana: 30% (50% - (10%+10%))
Fisico: Leggera ferita al fianco, all'altezza della coscia. Ferita di media entità al petto. Leggera ferita al viso. Stanco.

Oggetti: Bracciali
Innate: Ignus, l'Uomo che Brucia (Aura di fuoco perenne che provoca danni a cui si avvicina)
Inarrestabile (Niente danni aggravati per via di danni agli organi, niente sangue / incredibilmente resistente)
Levitazione (Levitazione)

Conflagration: Il fuoco brucia nel cuore della terra così come nel cuore di Ignus; e come in esso, può venire risvegliato. Per Ignus è sufficiente ponere i palmi contro il suolo, e trasferire il proprio potere... la propria ira, nel suolo, risvegliando il primale legale tra le fiamme. E poi... un tremito, un rumore. Il preavviso è breve, e l'attacco repentino; la terra sotto ai piedi dell'avversario si fessura, si sfalda, e si rompe. Non crea un baratro sufficiente ad inghiottire un avversario... ma non è quello il punto. Perchè quel cunicolo che ora ha trovato un'apertura all'aria aperta porta nel cuore del mondo, e subito si riempie di calore, di gas incandescenti, di fango rovente, che schizzano verso l'alto, creando una colonna di distruzione, direttamente sotto al punto dove stava l'avversario attimi prima. [Medio]

Call the Great Destroyer: Il fuoco è il grande distruttore, la calamità che tutti temono. Ignus ne è circondato, ne è PIENO. Gli basta sollevare una mano, anzi, neanche, per crearne ancora di più, fuoco che può quindi usare come meglio crede. Può lanciarlo contro l'avversario, sottoforma di proiettile, cono, bordata di calore, o persino generare un'esplosione. Tutto dipende da quanto mana Ignus voglia bruciare, e da quanto la sua fantasia sia infiammata in quel particolare momento. Comunque, è male. [Variabile][Media]
 
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view post Posted on 11/1/2010, 23:31

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La Danza delle due Dame
Motivo d'esistenza


Narrato
*Pensato*
"Parlato di Edward"
"Parlato della Dama Rossa"

Dance, little Baby, dance up high!
Never mind, Baby, Mother is by.
Crow and caper, caper and crow,
There, little Baby, there you go!
Up to the ceiling, down to the ground,
Backwards and forwards, round and round;
Dance, little Baby and Mother will sing,
With the merry coral, ding, ding, ding ♪

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Asgradel, arena delle lucciole

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el buio più totale troneggiava quella stanza, adornata di specchi dalle più diverse fatture e dimensioni, grande quanto una sala da ballo, eppure spoglia e malinconicamente priva di invitati. Al centro sempre lui, il Folle, adagiato su di una poltrona in velluto; stanco di tutto e soprattutto dei continui fallimenti che sembravano costellare quel torneo.

Un Sovrano annoiato.

Ormai era steso a terra, inerme ed immobile. Il nemico non si sarebbe fatto certo impietosire dal suo stato, non in quel momento, ed avrebbe attaccato al massimo delle forze. Tutto sarebbe terminato rapidamente ed il Cappellaio sarebbe vissuto unicamente nelle fantasia e nei pensieri, come un'anima immortale.

Sussultò, al contatto di un guanto di velluto sul suo volto; sorpreso, forse infastidito dalla presenza altrui in quel luogo che da sempre aveva considerato unicamente suo: la mente. Isolato e protetto dal resto, per via di quel vortice oscuro, si era ritagliato una piccola dimora dove poter riposare quando non era gradito, come era accaduto al ballo. Eppure era comparsa lei, una ragazza in broccato rosso, dai corti capelli corvini; lo stesso colore di quegli occhi così profondi che ora lo fissavano, simili all’infinità dello spazio. Le dita di lei scivolarono sulla fronte, per poi giungere sulle guance ed infine afferrare con forza la gola.

Era forse la morte? Non pensava fosse così piacevole e così bella. Poi, quasi senza senso, lasciò la presa e l’afferrò al bavero della camicia, tirandolo a se.

“Non puoi morire qui. Te ne sei dimenticato? Tu hai me per proteggere lei.”

Le parole erano affilate e stridevano, come la lama che scorreva su di una superficie metallica. Senza neanche rendersi conto di ciò che stava compiendo, si ritrovò a stringerla e ballare un lento. Sentiva scivolare via tutti i timori, tutte le preoccupazioni, lasciando unicamente la brama di sangue e di morte.

“Tu sei nato per questo.”


Quasi mosso da una volontà propria, il sangue del Madhatter scivolò sulla lama, dando vita a scritte il cui significato era perso nel tempo. Le energie vennero strappate via amplificando il dolore, per poi lasciare uno stato di torpore ed infine il nulla. Appena in tempo per ricevere il primo colpo del mago piromante: due colonne di pure fiamme che lo investirono in pieno, carbonizzandolo. I vestiti si sbriciolavano come carta, la pelle ardeva e si consumava, eppure lui non sentiva niente.

Divertente per il Conte, che tratteneva a stento le risate, seppur il corpo ormai non fosse che un mera massa di carbone a nascondere muscoli ed ossa. Non appena terminata l’ondata di calore, si alzò in piedi, con ancora ben salda la Regina nella mano destra. Prima ancora di concretizzare la cosa, era già in corsa verso il mago, veloce come non mai e con chiari intenti omicidi. Il bianco della cornea e dei denti risaltava su quel corpo color dell’ebano, fino a rendere la sua figura ancora più grottesca.

In quel momento giunse la seconda offensiva, implacabile e devastante come lo erano state quelle precedenti. Il terreno franò, dando vita ad un condotto dal quale esplose una colonna di puro magma, pronta a sciogliere il ragazzo in un baleno. Eppure lui era veloce, era in movimento ed in quel momento non percepiva alcun dolore, motivi per i quali non se ne curò più di tanto.

Non sentì neanche il caldo liquido attraversare la schiena portando via muscoli e vene, continuando a correre in avanti e lasciandosi il colpo alle spalle. Aveva la percezione della vita che lentamente scivolava via, prosciugandogli la forza rimasta e rendendo pesanti le palpebre. Si stava chiudendo il sipario di quell’opera, eppure il giovane non demordeva: ancora pochi istanti, solo pochi altri.

Con un fluido gesto girò su se stesso, cambiando al tempo stesso dama. Afferrò una timida mano spuntata dal nulla, accarezzando quel velluto bianco che si accostava perfettamente alla candida pelle. I lunghi capelli color del grano e quegli occhi azzurri persi nel vuoto, come se potesse osservare una realtà tutta sua.

La lama della Regina mutò di nuovo e si ricoprì di una patina color della neve di primo mattino, illuminando nuovamente il campo di battaglia. Cos'avrebbe mostratto al Conte ciò che spezza la realtà?

Lesto, in quanto gli attimi di quella vita erano ormai brevi, era a poca distanza dall’obiettivo. Avrebbe perciò tentato un affondo, sfruttando la possibilità di squarciare le fiamme nemiche grazie alla Bianca Dama, con l’intento di penetrare quel corpo che sembrava indistruttibile. Per far ciò avrebbe mirato al punto più esposto e fragile, ovvero dove le due lame si erano incrociate al centro del petto. Se tutto fosse andato secondo i piani, la lama avrebbe trapassato il busto. A quel punto, Edward avrebbe fatto forza con entrambe le braccia, per compiere un taglio verticale che, dallo sterno, sarebbe proseguito fino al collo ed eventualmente alla testa. Per quanto quell’essere sembrasse invincibile, ben pochi potevano permettersi il lusso di sopravvivere dopo un colpo del genere.

Poteva ancora ribaltare la situazione?

SPOILER (click to view)
» Madhatter Profile
~ Status

» Fisico: completamente carbonizzato, parte della schiena asportata insieme ai vasi sanguigni. Ad un passo dalla morte.

» Energetico: 45% - 20% - 10%= 15%

» Armi:

• Queen of Crystal {Mano destra}

• Puppet of Wonderland {A terra}

» Riassunto

1) Riscosso nella mente, si attiva la Dama Rossa, concedendomi l'immunità al dolore in quel turno.

2) Mi prendo in pieno la fiammata e finsico carbonizzando. Non sentendo il dolore mi rialzo in piedi e corro verso di te.

3) A causa del power up passivo in velocità e per via del mio essere in movimento subisco parzialmente il colpo nemico, beccandomelo alle spalle, ma subendo comunque gravi danni, che mi portano sempre più vicino alla morte.

4) Uso la Dama Bianca e cerco di trafiggerti nel punto in cui avevi subito le lame, sperando in una minore resistenza all'impatto. Sfrutto anche la possibilità, grazie alla tecnica, di poter cancellare le fiamme poste a tua difesa e una possibile opposizione al colpo. In caso di successo cercherò di portare la spada vero l'alto letteralmente squarciandoti in due (dallo sterno alla testa)

» Madhatter Blood
~ Abilities

» Mad Mind: Immunità tecniche basse o medie che manipolano la mente (confondendo, cercando di istillare false immagini o accentuare/creare emozioni e via dicendo)

» Master of Fancing: Bonus agilità +25%, velocità 25%

» Madhatter Tools
~ Equip

» Queen of Crystal: Spada incrocio tra stocco e sciabola con una lama di 1,05 metri di materiale cristallino. Presentando il filo da entrambi i lati, una punta accentuata ed un forma sottile. La resistenza dell’arma non supera quelle delle altre prodotte dall’uomo, in quanto non dispone di una passiva per aumentarla.

» Puppet of Wonderland: Pupazzo d’altezza pari a 40 cm, è composto d’ovatta e lana, racchiuse da uno strato di stoffa. Esteriormente presenta due tipi di tessuto, bianco a pois rossi a sinistra e scozzese a destra, cuciti tra loro come se rappresentassero le due metà della figura. L’occhio sinistro risulta un bottone arancione, mentre il destro è sostituito da una croce marrone. Sul petto a sinistra vi è un cuore rosso, trapassato da un grosso ago che attraversa tutto il corpo.
    Endless Time: I colpi lo attraversano e non può essere danneggiato.
» Madhatter Tricks
~ Tecniques

White Queen {Consumo Variabile Medio}

Cosa si cela dietro lo specchio? La fantasia e la realtà, la realtà e la fantasia. Edward gioca molto su questo espediente realizzando ciò che per altri può essere soltanto utopia. Dietro lo specchio si trova la vera realtà della cosa, l’essenza di cui tutto è composto che impregna la lama: la Bianca Regina. Cosa serba la realtà? La possibilità di distinguere le trame magiche, sottili fili che possono essere così recisi in modo da poter influire su qualcosa che un normale spadaccino dovrebbe solamente subire. Ciò si traduce nella possibilità di tagliare ciò che può esser definito come magico (comprese le illusioni stesse, se di natura magica) utilizzando parte della propria energia nell’atto (energia che viene assorbita in modo variabile). Consumando quindi un’energia pari a quella usata per l’attacco ed uno slot tecnica, è possibile vanificarlo semplicemente “affettandolo” mentre la lama emette un bagliore celestiale. E’ possibile anche spendere energia minore a quella usata nell’offesa, anche se così si avrà solo il magro risultato di affievolire il colpo (ovvero smorzarlo) con tutte le conseguenze del caso. Tutto semplice, se non fosse che la Bianca Regina è decisamente capricciosa, limitando così la possibilità di sfruttare il suo potere ad un massimo due [2] volte a duello.

Red Queen {Abilità Passiva - Consumo Alto}

Il secondo lato della lama, la brama di sangue e la furia opposte alla bianca realtà. Degno volto per chi come il Madhatter non desidera altro che squarciare corpi e tingere il mondo del color scarlatto. Quando Edward soddisfa i requisiti, il cristallino metallo della lama diviene color del sangue, mentre lentamente il corpo prova un freddo brivido. Da quel momento il ragazzo non proverà più alcun dolore, come se i nervi non trasmettessero più gli impulsi, rendendolo difatti una tremenda macchina da guerra bramoso del sangue nemico. Ovviamente tutto ciò ha anche il rovescio della medaglia, in quanto potrebbe addirittura morire di emorragia senza accorgersene. Quali sono dunque i requisiti richiesti per l'attivazione? Innanzitutto è necessaria una ferita sul corpo del giovane, il cui sangue dovrà tingere la lama (Tributo di Sangue), dopodichè sarà necessario impiegare uno slot tecnica ed un consumo energetico Alto (Tributo Energetico) per far sì che la Rossa Regina si mostri in tutta la sua furia.

» Madhatter Scripts
~ Notes

Come al solito la tecnica è scritta male e manca una specifica. In questo caso la Red Queen mi eprmette l'immunità al dolore unicamente per un turno. Spero sia chiaro, ma è sempre meglio specificare.
 
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Nephren-ka
view post Posted on 12/1/2010, 18:26




Stava impazzendo.
Stava impazzendo.
Stava impazzendo.
Il mondo che lo circondava continuava ad ondeggiare. Forse era per il dolore. Forse era per la frustrazione e shock di dover combatter contro un tale avversario. Il maestro, si, il maestro, lo stava facendo impazzire. Di nuovo, dopo che già una volta lo aveva gettato nel baratro, strappandogli la sua sanità mentale. Ma non lo aveva fatto con la forza, no; in fondo lui voleva affondare in quel buio abisso, tra le fiamme che adorava. Le sognava, di notte. Vedeva i cieli tingersi d'arancione, la terra spaccarsi ed esplodere. Vedeva il mondo diventare un inferno, e lui, torcia umana in mezzo a quel cataclisma, rideva, in preda alla gioia e alla più splendida, limpida, cristallina follia. Maestro... mastro... mostro. Ora si rialzava, anche se lo aveva colpito, non una, non due, ma mille e mille volte. Era il suo incubo e demone personale, la creatura che lo tormentava, la sua ombra. I suoi insegnamenti lo avevano avvelenato, si, ed ora era come prigioniero, vittima di quell'immortale carnefice. Le fiamme che aveva scagliato contro il suo petto non avevano sortito alcun effetto, non quello di colorare la carne grigia di cenere e nero. Il torrente di magma che aveva scatenato alle sue spalle era stato in parte schivato e in parte assorbito dall'inumana resistenza della coriacea pelle di quell'uomo, no, di quella creatura indegna persino di essere annoverata nella razza umana! Niente scintilla, niente ANIMA, niente VITA! Era immortale perchè non aveva la morte dentro di se, e questa lo rifiutava, continuamente, lo rigettava indietro. Ma lui poteva liberarlo.
La fredda carne si stava già richiudendo. Lentamente.
Lentamente.
Lentamente.


Aveva in mano quella spada di cristallo, che il suo calore sembrava incapace di sciogliere. Un'arma certamente adatta ad attaccarlo; non come quelle con cui decine di "giusti" avevano tentato di fermarlo. Pugnali di acciaio? Spade di ferro? Bastoni di legno? Tutto si dissolveva, a contatto con la sua pelle e col suo dolce sudario incendiario. Come i loro cuori, il loro coraggio, quando lo vedevano. Aveva la capacità di bruciare i loro corpi così come le loro menti, e ne abusava, distruggendoli completamente. Ma non lo faceva per odio o cattiveria. Semplicemente, non avevano quella scintilla che li avrebbe fatti sopravvivere. Invece il ragazzino che ora gli si avventava contro la possedeva. La vedeva, che batteva nel petto, il vero cuore della persona.

Gli occhi d'inchiostro, vacui come quelli di un cadavere, gli rivolsero uno sguardo pieno d'ira. Era l'attimo finale, il momento in cui tutte le storie finivano. Il suo viso si sciolse in un'espressione di compiacimento. Comunque fosse andata, presto sarebbe stato diviso per sempre da quell'essere patetico. Il maestro, la vuota ma indistruttibile gabbia di carne, presto sarebbe stato completamente e definitivamente annichilito! Era quello il punto debole, l'inganno finale che lo avrebbe condotto -finalmente- alla bara. Perchè anche se un'anima può vivere senza corpo, un corpo senz'anima -pur se immortale- può venire totalmente distrutto, essere completamente cancellato dal santo fuoco. Ma era così stanco... non era sicuro di riuscire a schivare il temibile oggetto che gli stava venendo scagliato contro. Un'occhiata risoluta; ecco, l'immortale maestro stava per attaccarlo. Il braccio scattò, la temibile corta lama grigia e verde che si gettava a mordere le sue carni...


...e lui schivò, scartando di lato, verso destra, evitando di venire trafitto dal colpo mortale. La lama percorse il suo letale tragitto, colpendolo alla spalla sinistra invece che allo sterno, e squarciò la pelle e la carne, provocando solo una ferita che un comune umano avrebbe definito superficiale, per quindi deviare contro l'osso resistente quanto il legno indurito dal fuoco, e scattare nella direzione opposta, a offendere l'aria. Il dolore scivolò nella sua mente, pugnalandolo con altrettanta forza, ma insieme alla tremenda, infiammante agonia sentì qualcos'altro. Il sapore della vittoria, la consapevolezza che quello sarebbe stato l'ultimo danno che gli avrebbe inflitto la lama di cristallo dell'avversario; che anche se per un'inspiegabile ragione il dolce lenimento che gli dava il calore sembrava essere svanito dalla sua spalla, lui lo avrebbe sconfitto, calpestato, e completamente distrutto.


BRUCIAAAAA!

Urlo, con tutte le sue forze, mentre sollevava l'altro braccio, il destro, quello completamente sano, la mano semiaperta, le dita protese come lunghi e temibili artigli. Come un demone infuriato proveniente dagli inferi stessi, il suo mantello cremisi si animò, allungando una specie di grossa, liquida lama di fuoco dalla spalla sana, che si avvolse quindi intorno all'avambraccio, e emerse dal palmo incenerito, forgiando una spada di vere e proprie fiamme. Ora il braccio partì, diretto alla testa nemica, ardendo con tale intensità da accecare gli osservatori. Qualunque fosse stato l'esito dell'assalto, il piromante avrebbe continuato il moto verso sinistra della mano, solo per bloccarsi nell’istante in cui il suo fianco fosse stato completamente esposto al nemico. A quel punto avrebbe colpito, nuovamente; stavolta però con il gomito, non badando a mirare ad una qualche parte del corpo nemica, ma semplicemente avendo come obbiettivo quello di infrangerlo, di massacrarlo e mutilarlo definitivamente. E in quegli occhi acquosi, pieni di liquido per imbalsamare, non avrebbe visto altro che il riflesso delle sue iridi, gialle, iniettate di sangue, e infettate di follia.



SPOILER (click to view)
Mana: 15% (30% - (10%+5%))
Fisico: Leggera ferita al fianco, all'altezza della coscia. Ferita di media entità al petto. Leggera ferita al viso. Leggera ferita alla spalla sinistra. Esausto.

Oggetti: Bracciali
Innate: Ignus, l'Uomo che Brucia (Aura di fuoco perenne che provoca danni a cui si avvicina)
Inarrestabile (Niente danni aggravati per via di danni agli organi, niente sangue / incredibilmente resistente)
Levitazione (Levitazione)

Ascension: In quanto al centro di un vero e proprio inferno, Ignus crea costantemente una corrente ascensionale attorno a se. Questa corrente normalmente ha un effetto trascurabile, ma grazie ad un leggero sforzo di Ignus può aumentare al punto di sollevarlo e scagliarsi violentemente in una certa direzione, evitando un attacco nemico. Il costo della schivata è pari a quello dell'attacco nemico; la tecnica agisce a tutti gli effetti come una difesa. [Variabile][Media]

Call the Great Destroyer: Il fuoco è il grande distruttore, la calamità che tutti temono. Ignus ne è circondato, ne è PIENO. Gli basta sollevare una mano, anzi, neanche, per crearne ancora di più, fuoco che può quindi usare come meglio crede. Può lanciarlo contro l'avversario, sottoforma di proiettile, cono, bordata di calore, o persino generare un'esplosione. Tutto dipende da quanto mana Ignus voglia bruciare, e da quanto la sua fantasia sia infiammata in quel particolare momento. Comunque, è male. [Variabile][Bassa]
 
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view post Posted on 12/1/2010, 22:32

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Fallimento
Gli specchi si infrangono


Narrato
*Pensato*
"Parlato di Edward"
"Parlato della Dama Bianca"

Asgradel, arena delle lucciole

Dolce e lieve si muoveva, quasi come danzare sopra le nubi, con il rischio di cadere se il passo fosse stato troppo marcato. Da quanto tempo continuava quella musica così incantevole? Da quanto tempo la teneva tra le braccia, assuefatto dal suo profumo?

CRASH

Gli specchi andarono in frantumi all’unisono, riversando schegge in quell’improvvisata sala da ballo. Le iridi di lui incontrarono quelle di lei; perplesso, attonito ed incapace di comprendere la situazione.

“E’ finita...”

Le sue parole un sussurro nel vento, eppure così pesanti sulle sue spalle.

“Ho fallito quindi…”

“Si…”

La consapevolezza della catastrofe imminente gli diede il colpo di grazia; ancora una volta pagava caro il suo essere impotente di fronte agli eventi.


L’affondo attraversò quel corpo robusto, eppure non nel punto desiderato. Perforò la spalla sinistra, scontrandosi con qualcosa all’apparenza più resistente dello stesso acciaio che ne componeva la lama. In un modo o nell’altro la Dama Bianca aveva ragione, tutto si era concluso lì. I muscoli non rispondevano più, la vista ormai non era più affidabile e non rimaneva altro che aspettare la fine.

La falce della morte giunse rapida ed indolore, nella forma di una spada di fuoco che attraversò il cranio del Conte, calando una volta per tutte il sipario su quell’opera così pietosa. Il secondo colpo neanche lo sentì; la mano scivolò dall’elsa, accompagnando la caduta della salma sul pavimento.

Inchino degli attori.
Applausi.


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Lala's Lullaby - D.Gray Man

Lacrimosa dies illa
Qua resurget ex favilla
Judicandus homo reus.
Huic ergo parce, Deus:
Pie Jesu Domine.

Judicandus homo reus.
Huic ergo parce, Deus:
Pie Jesu Domine.

SPOILER (click to view)
» Madhatter Profile
~ Status

» Fisico: morto.

» Energetico: 15%

» Armi:

• Queen of Crystal {Nella spalla sinistra del nemico}

• Puppet of Wonderland {A Terra}

» Riassunto

1) Non mi riesco più a muovere e subisco in serie tutti gli attacchi, cadendo a terra esanime.

» Madhatter Blood
~ Abilities

» Mad Mind: Immunità tecniche basse o medie che manipolano la mente (confondendo, cercando di istillare false immagini o accentuare/creare emozioni e via dicendo)

» Master of Fancing: Bonus agilità +25%, velocità 25%

» Madhatter Tools
~ Equip

» Queen of Crystal: Spada incrocio tra stocco e sciabola con una lama di 1,05 metri di materiale cristallino. Presentando il filo da entrambi i lati, una punta accentuata ed un forma sottile. La resistenza dell’arma non supera quelle delle altre prodotte dall’uomo, in quanto non dispone di una passiva per aumentarla.

» Puppet of Wonderland: Pupazzo d’altezza pari a 40 cm, è composto d’ovatta e lana, racchiuse da uno strato di stoffa. Esteriormente presenta due tipi di tessuto, bianco a pois rossi a sinistra e scozzese a destra, cuciti tra loro come se rappresentassero le due metà della figura. L’occhio sinistro risulta un bottone arancione, mentre il destro è sostituito da una croce marrone. Sul petto a sinistra vi è un cuore rosso, trapassato da un grosso ago che attraversa tutto il corpo.
    Endless Time: I colpi lo attraversano e non può essere danneggiato.
» Madhatter Tricks
~ Tecniques

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» Madhatter Scripts
~ Notes

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- Madhatter -
view post Posted on 27/1/2010, 15:01




† Luxifer †

Narrazione: 2.5 + 5 + 3 = 10.5: 3 = 3.5
Commenti
Interessanti flashback che danno spessore al personaggio. Uno stile buono, chiaro. L'unica pecca, imputabile anche all'avversario, è che la maggior parte delle parole vengono usate per parlare di altro rispetto al duello. Luxifer usa molti font diversi, molti colori. Sarebbe più opportuna una maggior uniformità. Apprezzati gli spoiler tecnici.



Nulla da eccepire in questo campo: corretta la forma, buona la sintassi e la padronanza di linguaggio, piacevole e scorrevole lo stile; la dinamica delle azioni viene descritta in maniera pulita -chiara e semplice- e le citazioni di filastrocche dimostrano una certa cura nella preparazione del post.
Sempre emozionante e caratteristica l’interpretazione del Conte e della sua bipolarità; ho trovato particolarmente affascinante il siparietto introspettivo nella sala degli specchi con le due Regine: complimenti.



Semplice. L'utente risulta piacevole e di piacevole stampo se si prende in considerazione il singolo post, ma vagamente ridondante e stancante nel caso in cui si debba valutare l'intero duello. L'interpretazione del MadHatter, inoltre, non riesce a convincere del tutto: Nonostante l'utente si proponga di esprimere una certa pazzia e infantilità ci riesce solo in parte e solo tramite gli sporadici virtuosismi (I riferimenti alle fiabe, soprattutto). Manca di ispirazione, forse.



Strategia: 2.5 + 2 + 3 = 7.5: 3 = 2.5
Commenti
Scadente. Il MadHatter inizia bene, si lascia andare a metà e termina in modo pessimo, sotto questo punto di vista. Inconcepibilmente in un turno - proprio nel vivo del combattimento - decide di non attaccare, concedendo all'avversario quel piccolo vantaggio che gli è bastato per riversare completamente la situazione (Castando due tecniche offensive). Il risultato della scelta forse interpretativa lo si può denotare al termine del duello: Sotto un punto di vista strategico, Edward ne esce completamente sconfitto, sia nel corpo che nella mente.



Luxifer si impegna nelle prime battute ad elaborare una strategia. Poi lascia stare. Un peccato, anche perché il personaggio e l'utente avevano capito quale poteva essere il punto di forza dello scenario. Per il resto, una disperata – e poco riuscita – difese al fuoco nemico.



Parte piuttosto bene, ma -forse perché poco ispirato da un avversario che non sanguina- perde ben presto di mordente man mano che lo scontro si sviluppa; al terzo turno attivo non sferra alcun attacco, e nell’ultimo tenta un ultimo assalto puramente berserk.



Sportività: 5 + 3.5 + 2.5 = 11: 3 = 3.6
Commenti
Encomiabile: nel corso dello scontro l’ho trovato un vero signore; con una scheda apprezzabilmente low-power nel complesso, ma mirabilmente versatile senza scadere nel “minetrone”, si è trovato a dover fronteggiare le abilità sbilanciate del suo avversario. Questo lo ha abbattuto a livello di motivazione -appare evidente soprattutto negli ultimi due turni- ma è ugualmente arrivato fino alla fine, rispettando dell’impegno preso per il duello. Il Conte prende i danni, certo, e -specie nel finale- li enfatizza anche un po’ troppo, in una maniera che potrebbe risultare al lettore piccata e, proprio per questo estremizzata.
Un appunto ininfluente, questo, anche e soprattutto perché i giocatori si sono saggiamente risolti a chiarirsi vicendevolmente in privato -con una discrezione che ho trovato squisita-, quindi ricompenso il fair-play col massimo voto.



Buona: Edward prende i danni e attacca con coerenza e discreta cognizione delle proprie possibilità. Potrebbe fare di meglio, ma quando capisce di aver subito troppi danni si arrende elegantemente alla sconfitta sul campo, e questo gli vale senza dubbio qualche punto in questo campo. Pecche? Forse il raggio troppo ampio e la grande versatilità dell'illusione utilizzata nel primo turno, opinabili entrambi considerato il consumo medio.



Si prende troppi, troppi danni. Da un lato questo suo errore è da attribuire, probabilmente, alla scheda – alla mancanza, cioè, di difese adeguate – ma dall'altro è da attribuire alla volontà del giocatore: l'altro personaggio non è un combattente, quindi gli attacchi fisici sarebbero stati facilmente parabili del Cappellaio, che è mago ma anche duellante. Poi fa troppo affidamento sulla passiva “Master of Fencing”: un power up non può aiutare così tanto nello schivare una tecnica, fisica o magica (soprattutto).



Puntualità: 5



Nephren-ka

Narrazione: 2 + 4 + 3.25 = 9.25: 3 = 3.083
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Dunque, di base l'idea del personaggio è ottima e, come per l'altro utente, si vede che Ignus è un personaggio sentito. Tuttavia, l'utente scrive troppo e di cose che hanno poco a che fare col duello. Di fatto, le parti “utili” nell'economia dello scontro si risolvono a poche righe, piene, pure queste, di pensieri, riflessioni e giochi retorici che alla lunga rendono pesante la lettura dei post. Post più snelli con più attenzione ai movimenti tecnici sarebbero stati più graditi.



La calda passione del giocatore per questo personaggio si palesa nello stile molto bello -anche se un po’ barocco- e nell’interpretazione ispirata, ma l’idea è che in certi punti si sia fatto prendere la mano anche un po’ troppo, contagiando gli scritti con gli stati d’animo del piromante.
Ignus è folle, e soffre di visioni articolate anche nel bel mezzo dello scontro: questo, da una parte può sembrare un incentivo della caratterizzazione, ma -a conti fatti- genera una gran confusione nel lettore; se nel 1° post attivo non ci fosse stato il riassunto in off-game, sarebbe stato impossibile capire la dinamica delle sue azioni.



Caotica (In senso buono!). L'utente riesce a trasmettere perfettamente la natura bestiale del suo personaggio, facendolo passare agli occhi del lettore (E dell'avversario) come una vera e propria inarrestabile forza della natura. La caoticità presente in ogni post è tale da trasmettere tutto l'impegno che lo scrittore ha impiegato nella costruzione di ogni periodo, centrando perfettamente il punto della questione. Peccato che spesso esagera con le virgole, ostacolando la scorrevolezza dei periodi, e alla lunga la concentrazione necessaria al lettore per cogliere ogni aspetto di Ignus renda il tutto estremamente pesante e ridondante: Il mio consiglio è di limitarsi a post addirittura più brevi di quanto già non siano.



Strategia: 3.5 + 3 + 3.5 = 10: 3 = 3.3
Commenti
Strategia? Ignus si limita a lasciar tracimare il proprio potere dall'inizio alla fine del duello in qualsiasi maniera possibile: Urla, spacca la terra, emette fiamme, vola. E funziona! E' una forza inarrestabile che "esplode" letteralmente sul campo di battaglia distruggendo tutto ciò che gli sta intorno senza alcun criterio. Ottimo che vi riesca, un po' meno che, per scelta interpretativa, si riduca a difendersi con consumi superiori a quelli che dovrebbe impiegare (E nemmeno riesce a difendersi del tutto). Un lavoro magistrale da parte dell'utente.



Neanche Nephren-ka si sforza molto in fase strategica, visto che tutto quello che viene mostrato del bagaglio tecnico sono bordate di fuoco da diverse direzioni. E sì, che il personaggio è un mago elementale votato al fuoco, ma anche avendo a disposizione due interi slot tecnica, come succede al penultimo turno, l'attacco si rivela una sequenza di palle di fuoco. C'è da dire, comunque, che le fiamme hanno avuto la meglio sul resto, anche grazie alle passive.



Incisiva, strutturata su un’impronta offensiva e sbilanciata in difesa (anche perché, per via delle passive, può permettersi di trascurare i danni ricevuti) e -a quel che si è visto- ben efficace, anche se in talune operazioni risulta un po’ troppo calcata... cosa che va però a inevitabile discapito della sportività.



Sportività: 2.5 + 3.25 + 2 = 7.75: 3 = 2.583
Commenti
Nota dolente, in cui sono numerosi gli appunti da fare; come nel mio consueto criterio standard, ogni scorrettezza -per quanto portata con ingenuità e senza vera intenzione- corrisponde ad una penalità di mezzo punto:
- la passiva Inarrestabile concede, a conti fatti, un ampio numero di benefici finanche troppo accentuati; ritengo che -in gioco- tu ne abbia fatto abuso, perché in questo modo Ignus non ha mai dovuto preoccuparsi davvero di difendersi, perché non c’era effettivamente qualcosa che l’avversario potesse concretamente fare per provocare danni seri. Questo ha notevolmente sbilanciato a prescindere lo sviluppo del duello.
- la passiva dell’Aura di fuoco -così come permanente e gratuita- risulta eccessiva, perché pone in immediato vantaggio il personaggio: Ignus, se avesse guadagnato il close-combat sarebbe stato in condizioni di nuocere -e gravemente- al suo avversario anche senza consumi, cosa che fa riflettere se si pensa che per ottenere lo stesso risultato con una tecnica, nei precedenti Warrior Day la cosa richiedeva un consumo Alto all’attivazione, un Basso per turno di mantenimento, e la durata massima non poteva eccedere i 3 turni.
- la tecnica Conflagration risulta poco corretta per il fatto che scaturisca direttamente sotto il corpo dell’avversario, senza definire distanze o dare -di fatto- possibilità di evitarla o di reagire per tempo vedendola arrivare.
- la tecnica Howl of Pandemonium in me -che ho giocato un Musicalist per molto tempo- desta un certo numero di perplessità: innanzitutto, parlo del fatto che duri ben 2 turni; essendo una tecnica “sonora” sarebbe perfettamente logico vederla limitata ad una singola azione, anche perché la descrizione riporta -testualmente- nel suo incipit “La rabbia e la violenta psicosi del piromante, concentrata in un singolo urlo di furia”.
In secondo luogo, faccio riferimento alla questione del consumo, decisamente ribassato per causare gli effetti devastanti (tagliare gli oggetti, frantumando il vetro, incrinando il metallo più robusto, infrangendo le ossa e mutilando la carne. Naturalmente, oltre a questi effetti più esotici ci sono anche i normali danni causati da un suono troppo alto, che provoca sordità, stordimento, e piccole emorragie) che vengono riportati nella descrizione: passi la sordità momentanea -che pure è un effetto collaterale di una certa rilevanza-, ma un dispendio Medio spalmato su 2 turni equivarrebbe ad un Basso per rotazione... e, nemmeno a dirlo, una tecnica dal consumo basso ha effetti più blandi di quelli.
- Nel 2° post attivo, sempre per via degli strascichi della tecnica Howl of Pandemonim ti ritrovi a compiere ben 3 azioni (schivata, fiammata, e urlo), che -facendo capo ad una tecnica ciascuno- travalicano il limite universalmente consentito di 2 slot a turno.
Tuttavia, la disponibilità a comprendere i propri errori, a chiarirsi con l’avversario, e la buona volontà predisposta a venirsi incontro per non fare polemica e guastare il clima dell’evento, attestano un certo fair-play che ho voluto premiare con un piccolo sconto sui malus.



Anche tu, come il tuo avversario, subisci i danni che devi (Forse addirittura più di quanti ne avresti subiti con un personaggio più "razionale" e lo stesso campionario di tecniche) e continui a combattere. Impeccabile - forse un tantino esagerato - sotto questo punto di vista. Unica pecca la tecnica del grido: Considerata la sua natura, trovo che avrebbe necessariamente dovuto impiegare uno slot tecnica anche nel secondo turno per poter rimanere attiva.



La prova di Nephren-ka è agli stessi livelli di quella di Luxifer. Innanzitutto, è giusto ribadire come il personaggio sia un incantatore puro: i colpi fisici, quindi, come la carica o la gomitata, non hanno praticamente senso. Non si spiega, poi, come faccia il Piromante ad avere questa precisa consapevolezza della posizione avversaria nel buio: non ha nessuna passiva del tipo “auspex”. Soprattutto non è apprezzabile la reazioni al primo attacco di Luxifer che ha cercato di confondere l'avversario né la difesa alle lame di vento.



Puntualità: 5





† Luxifer †
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Edward Cavendish
The Mad Hatter
Verdetto

Con una media-punteggio globale del 3,6/5 contro 3,4915/5
dichiaro † Luxifer † vincitrice dello scontro;
a lei la possibilità di concludere in-GDR il duello.

Conformemente alla delibera sottoscritta ad inizio torneo
sono proibite le scene di omicidio, mutilazione e furto.
Nephren-ka
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Ignus
Il Piromante
 
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view post Posted on 28/1/2010, 13:58

戯け者
······

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Risate
Sogno o realtà


Narrato
*Pensato*
"Parlato di Edward"

Asgradel, stanza gialla

Fissava con occhi sgranati il soffitto della propria stanza, disteso sul letto. Vestito esattamente come prima del combattimento, sul suo ventre giaceva il foglio raffigurante l’arena, strappato in due, gesto compiuto per poter disputare gli ottavi.

Era ancora vivo?

Poteva sentire ancora quelle fiamme che lo investivano e ne bruciavano le carni, il magma che scioglieva muscoli ed ossa, e quell’urlo raccapricciante. Si girò di lato vomitando sul pavimento. Eppure era ancora lì, illeso e pieno d’energie, come se non si fosse mai mosso da quel luogo, come se tutto fosse stato solo un brutto sogno. Alzatosi, poggiò la schiena al muro, iniziando a ridere senza più fermarsi.

Ma certo…un sogno. Un essere del genere non poteva esistere. Non aveva senso un mostro senza sangue. Non aveva senso una creatura invincibile. Era tutto un dannato incubo. Era forse la prova per poter accedere ai quarti? L’aveva superata o ne era uscito sconfitto?

La risposta sul comodino, dove una lettera di invito per il turno successivo era stata posta con cura. Continuò a ridere senza ritegno, colpendo il muro con i pugni, prima di ritornare a distendersi sul letto.

Se solo si fosse accorto della data. Se solo si fosse accorto che erano passati due giorni da quando aveva strappato quella visita. Se solo si fosse accorto di aver passato quelle quarantott’ore nelle mani dei medici del warrior day. Allora avrebbe compreso che quell’esperienza di sogno aveva in comune soltanto l’assurdità.

Eppure, tutto ciò che gli importava era un’unica cosa. Era ancora vivo.

E questo bastava.

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13 replies since 11/12/2009, 22:15   331 views
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