Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Franky_ VS Andre03, Ottavi

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- Madhatter -
view post Posted on 11/12/2009, 22:16




The Warrior Day V
Turno II - Girone I


Ululante Altare del Vento
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Vi è stata fatta recapitare nelle vostre stanze la fotografia di questo luogo,
con tutte le poche e semplici istruzioni dell’Organizzazione del Torneo per come fare a raggiungerlo:
vi basterà strappare l’immagine per ritrovarvi sul posto.

La cornice designata ad ospitare il vostro scontro sembra uscita da uno dei racconti delle leggende,
vicende di altri tempi e di altri luoghi, che narrano storie di onore guerresco, sfide solenni,
e danze di guizzi d’argento sulle spade che si incrociano al chiaro di luna.
Intorno a voi, a perdita d’occhio, si stende una prateria sconfinata, verde e rigogliosa,
bagnata dalla luce della luna piena -unico chiaro riflettore su di voi- e accarezzata dal vento sibilante,
che piega l’erba -alta fino al ginocchio- in una fluente onda di risacca sotto il suo tocco capriccioso,
e copre ogni parola pronunciata con l’ululato delle correnti.
Non è raro, durante uno scontro, vedere fili d’erba odorosa sollevarsi in volo al minimo urto che interessa la zona,
dando vita a pittoreschi effetti coreografici, di potente impatto scenico ed emotivo.





Franky_
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Joey
Il Ribelle
- Franky_ VS Andre03 -

Campo di Battaglia: Arena Esterna, Ululante Altare del Vento
Condizioni Ambientali: Cielo notturno, sereno, brezza leggera
Limite di Tempo: 21 Gennaio *
Post Minimi: Presentazione + 3 Post Attivi
Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
Penalità: Dopo il giorno di mancata risposta
Primo Post: Andre03



*Causa Feste Natalizie, il turno subirà alterazioni:
dal 21 dicembre al 10 gennaio il tempo sarà considerato sospeso;
gli scontri resteranno aperti e praticabili, ma non si subiranno penalità legate al ritardo.
Andre03
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Hyena
#12

Condizioni di Vittoria:
~ Morte Avversaria
~ Resa Avversaria
~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze (10%)
~Abbandono



Criteri di Giudizio
Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque.
Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.

NOTA:
I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata,
sia per schede complessivamente power-player.


Edited by - Madhatter - - 12/12/2009, 00:54
 
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Andre_03
view post Posted on 11/12/2009, 23:58




Erano cambiate molte cose.
Tanto per cominciare, la stamberga sembrava molto più vuota. Il cavaliere era sparito, probabilmente ancora convalescente dopo il loro scambio di vedute. Degli altri due presunti compagni di stanza nemmeno l'ombra: Dodici era rimasto solo. Non che la cosa gli dispiacesse. Adorava il silenzio e la calma. Aveva passato il suo tempo a leggere, stando sdraiato su quel materasso pieno di scarafaggi e polvere. Di tanto in tanto chiacchierava con la Gorger.
Quello era il cambiamento più radicale.
Il loro rapporto aveva passato delle fasi e le aveva passate in fretta. Molto in fretta. All'inizio c'era stato quel periodo bondage, in cui lui dominava lei...poi lei dominava lui...erano volati insulti, minacce...e alla fine entrambi si erano ritrovati in una pozza di sangue con uno sconosciuto.
"Quanto manca?"
«Non lo so.»
Aveva il diario aperto nella mano destra, sollevata verso il soffitto. Con il braccio sinistro piegato sotto la testa cercava di sopperire all'assenza di un cuscino. E aveva imparato a comunicare con la spada anche senza toccarla, in certe situazioni. Stavano facendo progressi. Lui aveva una voce annoiata, mentre quella della Divoratrice sembrava impaziente.
"Il prossimo voglio sbranarlo, farlo a pezzi, strapp..."
«Sì, sì. Me l'hai già detto.»
Un disco rotto. Ecco a cosa somigliava la mannaia, quando le tornava la fame. Dopo il banchetto -operato anche a spese dello stesso Iena- si era calmata per qualche giorno. E alla fine aveva ricominciato a rompere. Per fortuna si era abituato presto a tutta quella nuova situazione, riuscendo a farsela piacere abbastanza da non incazzarsi ogni volta. In fondo -ma nemmeno troppo- non vedeva l'ora di saltare nuovamente al collo di qualche sconosciuto per fargli la festa. Stavolta sarebbe stato tutto diverso. Se lo sentiva.
Collaborare con la Gorger avrebbe avuto un altro sapore che domarla.
Bussarono alla porta.
«Sono in bagno» esclamò distrattamente. Non aveva proprio voglia di andare a vedere chi fosse «arrivo subito.»
Voltò pagina,
con calma.


moonlight hunting grounds

Gli avevano consegnato una fotografia.
Lo scatto di una pianura spettacolare, immersa nelle tenebre e scossa dal vento. Ogni filo d'erba era stato immortalato con un'angolazione innaturale, fortemente voluta da una brezza violenta. Era una polaroid suggestiva, dovette ammetterlo. E se non fosse stata anche lo switch di un qualche rudimentale sistema di teletrasporti, l'avrebbe apprezzata molto -molto- di più.
«Cazzo!» vomitò anche l'anima, imprecando con la testa riversa in avanti «Che schifo!»
Avrebbero dovuto avvertirlo, di quella traslazione!
Se avesse saputo di doversi teletrasportare chissà dove per un duello del torneo di sicuro non avrebbe passato la notte con quel tizio bizzarro apparso dal nulla, a bere e fumare canne. Sandro. Aveva detto di chiamarsi Sandro, quel pendejo.
Ricordava anche qualcosa di molto simile a una gara. Forse c'entrava una qualche sfida videoludica. Di certo non era ubriaco, né in botta. Purtroppo per lui, però, i viaggi dimensionali avevano la brutta abitudine di contorcere le viscere e riesumare colazioni, pranzi e cene. Per quello era buona norma evitare il cibo, prima di un lavoro. Maledisse il suo improbabile compagno di stanza e sollevò la Gorger da terra.
"Sei un essere disgustoso."
«Grazie.» brontolò, issandosi la pesante spada (infagottata) su una spalla come se nulla fosse «Vuoi dire che non cercherai di mangiarmi, stavolta?»
L'arma tacque per qualche istante. Gli diede il tempo di lasciarsi alle spalle il luogo in cui aveva -probabilmente- appena depositato le sue interiora. Iena stava per fare delle considerazioni su quanto fosse piacevole essere finiti dentro una foto, con la Cronovela disattivata e nessuno da massacrare, quando finalmente una voce scontrosa gli risuonò in testa.
"Non contarci."
Tipico.
Si concesse un sorriso e smise di camminare. Allontanarsi troppo dal punto del warp non sarebbe stata una mossa intelligente. Spinse via il cappuccio della felpa rossa con un gesto della mancina e sollevò lo sguardo alla luna. Un venticello fresco gli accarezzava i pettorali, lasciati nudi dalla giacca slacciata. I larghi pantaloni in jeans erano immersi per oltre metà nell'erba alta e tutto, attorno a lui, sembrava dannatamente perfetto.
Era come se quel mondo glielo avessero dipinto attorno.

«Ehi, Gorger.» lentamente, la sua espressione sorridente divenne qualcosa di più grottesco «Stanotte fammi un favore:»



«andiamo a caccia insieme, ti va?»

La Iena aveva già scoperto le fauci ghignanti,
pronta a prendere per sé tutto ciò che la notte
le avrebbe offerto.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE

B L O C N O T E S
appunti sparsi

Condizioni Fisiche Illeso
Condizioni Psichiche Eccitato, impaziente
Energie Residue 100%
Equipaggiamento Gorger (infagottata)
Passive Forza e Resistenza superiori, emorragie ridotte [Loser's Answer].
Tecniche -
Note Diamo spettacolo, ragazzo. :v:

...

CITAZIONE
-L O S E R ' S - A N S W E R-
Numero 12 è stato creato per combattere. Più nello specifico, per uccidere. E' uno degli assassini più pericolosi di cui l'Organizzazione attualmente disponga, costruito sulla base di precise indicazioni del Generale 3. Questi ha voluto una macchina da guerra capace di sopravvivere a qualsiasi sfida, pronta e reattiva ma soprattutto potente oltre ogni limite.
Lasciandosi ingannare dalle apparenze, si direbbe che "Iena" sia uno di quei mingherlini che, per picchiare, si affidano alla rapidità piuttosto che alla forza bruta; tutte stronzate. La sua indole va a braccetto con una prestanza fisica molto al di sopra del normale, coadiuvata da una resistenza...particolare. Il numero di danni che quest'uomo può sopportare è immane, grandioso. Pur non essendo immune alla sensazione di dolore, può battersi anche con squarci sul ventre o tagli sulle braccia, venendone soltanto rallentato nel caso in cui queste ferite risultino troppo eccessive.
Tuttavia, ciò che più colpisce delle capacità straordinarie di 12, è il suo innaturale legame con il sangue. Autodefinitosi "Elementalista del Sangue", sa gestirlo in maniera assolutamente incredibile. Oltre ad essere in grado -come si vedrà- di creare dal nulla alcune particolari aberrazioni sanguigne, ha come facoltà innata la quasi totale immunità alle emorragie. Specifichiamo: se tagliato, Iena perderà sangue come qualsiasi essere vivente, ma in quantità nettamente inferiori. Il che, data la sua natura di assassino brutale...è una vera e propria mano santa.
(3 passive)

 
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Franky_
view post Posted on 14/12/2009, 22:09




.L'arte e il tempo.
Segue Da Qui.

Un tonfo sordo si espandeva nell’aria. Pezzi di vetro, gocce di liquore volavamo come se fossero interpeti di una splendida coreografia, impattando sulle fredde piastrelle della stanza. Il profumo dell’alcolico impregnava le mura e l’ambiente sembrava tutt’altro ostico rispetto a quello che Joey ricordava. Il mondo si colorava. Come nelle sue tele tutto diventava caldo, cerchi concentrici di pura bellezza rapivano i suoi occhi, mistiche come non mai le sue fantasie lo riportavano indietro nel tempo. Il profumo di ciliegio guidava il suo naso mentre quello di muschio e vaniglia sosteneva le sue gambe che arrancavano passi scomposti in lungo e in largo. Al centro della stanza iniziava ad erigersi una grossa quercia, originandosi dal nulla, formando la propria immensità proprio come una ballerina che leggiadra si dimena tra gli elementi scenografici. Tutto intorno a lui cambiava. Visioni e immagini che lo riconducevano ad un passato lontano, attimi che facevano rivivere la dolcezza e, subito dopo l’amarezza, dell’infanzia. In quel momento la sua mente aveva iniziato un percorso tralasciando indietro la sua carnalità, ancorata a quella vasca, che a poco a poco scivolava sul fondo ricoprendogli il corpo di acqua fredda e incolore.

« C…c….casa »



I lineamenti del suo viso si intenerivano a poco a poco rivelando agli occhi della natura gote rosee e labbra scarlatte. Il tutto sembrava essere finemente disegnato da una mano esperta che, per qualche oscuro motivo, ridisegnava l’essenza di Joey che si trovava vittima di un ciclo inverso. Quei campi di grano così cari e così dannati per la sua mente gli propiziavano attimi di pura dolcezza. Il tempo gli aveva riconsegnato, seppur per poco, l’antico splendore. Come nel più bello dei ritratti i capelli dorati scendevano poco sotto la spalla, così come gradiva suo padre. Gli aveva sempre detto che quel modo di portarli ingrossava il suo volto, rendendolo più rotondo, più pieno. Due pozzi azzurri al posto degli occhi attiravano lo sguardo di qualunque animale che girovagava per le campagne incuriosito anche dagli strani movimenti che compieva il ragazzo. Una serie interminabile di flashback, attimi dimenticati e frammenti ripudiati dall’inconscio si susseguivano davanti ai suoi occhi. Tutto ripercorreva la sua vita che ai suoi occhi sembrava limpida e priva di peccati.


« D…d…dannata »



La strada proseguiva. Dismessa da così tanto tempo che chiunque aveva perso i ricordi sulla praticabilità di quell’insieme di mattoni oramai sormontati da spighe di grano giallo e piante spontanee. Tutto si andava incupendo, dentro se lo sentiva. Il mondo stava riprendendo la sua forma, spietato e omicida senza compromessi. L’odore acre di morte imperversava, ricordi troppo spiacevoli per essere ricordati. La reazione non tardò ad arrivare : un senso di vuoto, un cappio stretto che la sua mente si era messo al collo da sola. Lì tra le frasche giaceva la carcassa di una volpe, ferocemente sbranata, al punto che le ossa erano visibili sotto i muscoli ed i tessuti. Qualcuno avrebbe potuto dare di stomaco a quella vista, eppure a lui piaceva. L'odore era inebriante, e così forte da fargli girare la testa, come se qualcuno lo avesse colpito con forza...

« Toc, toc, toc... »




Realtà. Il risucchio del fiato si ruppe come da copione, quasi come il risveglio improvviso da un incubo. L’acqua fuori dalla vasca a causa delle sue braccia che si erano dimenate. Sussultava, mentre gli occhi sfrecciavano a destra e a manca, totalmente confusi e spauriti. Il bagno era sempre lo stesso, e anche lui. Si controllò il volto e le spalle per accertare che tutto ciò che aveva visto, quella clessidra al contrario, era solo frutto del ricordo. A riportarlo indietro erano state le intenzioni di un volto sconosciuto. Tre colpi portati alla sua porta con tanta veemenza da farlo risvegliare. Uscì dalla vasca coprendosi con un asciugamano prelevato da una pila lì accanto e, vestendosi in fretta e furia del suo abito preferito, si diresse verso l'ingresso. I piedi nudi, parzialmente bagnati, lasciavano una traccia del suo percorso e contribuivano ad aumentare il caos di quella casa. Il tintinnio dei campanelli sul suo vestito cessò quando scoprì ciò che aveva interrotto le sue memorie. Un immagine, piccola. Una di quelle miniature frutto della tecnologia che tanto odiava. Come si può mai racchiudere in pochi centimetri la bellezza di una tela a dimensione naturale?
La raccolse chinando il capo verso il basso e mantenendosi con una mano sulla credenza alla sua sinistra. Aveva il corpo ancora troppo rilassato, poco scattante e in quella situazione non voleva rischiare di scivolare visti i suoi piedi umidi. Si passo la mancina tra i capelli portando una ciocca ribelle allo sato di quiete per poi passare la mano dietro al bianco collo. Con la destra, in contrapposizione, portò quel tentativo d'effige molto vicino al suo naso. Adorava scrutare in questo modo i quadri, da vicino, come se fosse un elemento inglobato all'interno del paesaggio. I suoi occhi, allenati e provati dalla visione di opere più o meno gradevoli, ripudiarono immediatamente quel paesaggio senza dargli alcun peso, senza nemmeno aprire una delle tante porte della memoria e far accomodare i tanti colori che costituivano quella foto.

« Che scempio, che spreco... »



La sua bocca si mosse orchestrata dalla superbia che gli scorreva dentro. Voltò le spalle quasi come se volesse screditare qualcuno, quasi come se gli fosse stata arrecata un offesa; e così era. Con sommo piacere strappò l'immagine con forza, ricavandone due grossi pezzi. Avvertì il fruscio della carta, ed un istante dopo fu come se ogni suo senso fu come spento. Era tutto buio, inodore, incolore, senza forma ne sapore; e lui era tutt'uno con quel nulla. La sensazione durò qualche attimo ancora, mentre la mancina si stringeva alla Fauce, come per trovare sicurezza. Il gelo che provava sotto le piante dei piedi era nuovo, più denso. Una brezza leggera soffiava sulla sua pelle, facendolo rabbrividire per l'improvviso sbalzo climatico, mentre la luce lunare illuminava a giorno quello scorcio. Era perfettamente uguale alla polaroid distrutta poco prima, in ogni suo minimo particolare e forma. Provò soggezione per un attimo, mentre i capelli si asciugavano da soli, e lo sguardo atraversava quel mare d'erba, fino a posarsi sull'altra figura umana. La distanza tra i due era di circa dieci metri, ed improvvisamente Joey fu colto da un improvvisa intuizione. Quella sera gli sarebbe stata data l'opportunità di dipingere ancora, attingendo ad un'altra tonalità di rosso. La sua galleria sarebbe stata ampliata, aggiungendovi una tela superba, che avrebbe mostrato la glaciale bellezza del luogo, connubiata alla calda carezza del sangue dei contendenti. Era il Warrior Day. Era i s p i r a z i o n e



SPOILER (click to view)
Spero di divertirmi in questo scontro! ^^
Ho cercato di includere il mio pg all'interno di un contesto di BG e non di farlo combattere e basta. Per i giudici (vale anche per te XP ) , gradirei che leggeste prima la scena antecedente al combattimento per capire meglio la cosa, e possibilmente valutarla ^^
Dal prossimo post integrerò lo schema riassuntivo in quanto non ci sono passive che condizionano la situazione attuale.

PS: diamo alla gente quello che vuole camerata :qwe: e almeno fammi migliorare invece di massacrarmi solo :qwo:
 
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Andre_03
view post Posted on 17/12/2009, 22:05




Prima ancora del crepitio.
Prima ancora del risucchio tipico dei viaggi spazio-temporali.
La voce della Gorger risuonò divertita e impaziente nelle orecchie -e solo le sue- del giovane assassino.

"Eccolo."

Non gli aveva risposto, tacendo fino all'istante che anticipò la comparsa del suo avversario. Della sua preda. Iena abbassò il capo distrattamente, volgendosi verso destra e buttando un'occhiata a quel tizio. Era apparso dal nulla -esattamente come Dodici si aspettava- e stava in silenzio poco distante da lui. Una decina di metri scarsi, ad occhio e croce. Gli rivolse un cenno del capo.
Fu il suo saluto al nemico, prima di dare inizio alle danze.
Le discussioni sarebbero state superflue in ogni caso; non era quella l'occasione giusta per fare amicizia. Del suo nome non gli importava, di chi fosse e da dove venisse nemmeno voleva sentirne mezza. Tutto ciò di cui ebbe a preoccuparsi fu l'aspetto del biondino e, di conseguenza, che genere di stronzo gli fosse capitato da ammazzare. Già ad un primo sguardo escluse che si trattasse dell'ennesimo cavaliere. Questo qui sembrava provenire da una collocazione cronologica diversa rispetto al suo precedente avversario: era impercettibilmente più evoluto. Avrebbe detto Basso Medioevo, o primo Rinascimento. La mancanza di una spada fu poi ulteriore motivo di curiosità e delusione al tempo stesso: sapeva già, senza dover chiedere niente a nessuno, che quel damerino gli avrebbe offerto una sfida mediocre. Ma restava l'incognita su che genere di abilità gli avessero consentito di superare il primo turno eliminatorio.
Si sarebbe trattato soltanto di andare a caccia, sotto lo sguardo attento della luna.
E costringere la preda a difendersi con tutte le sue armi.
"Allora?" la punzecchiò "Lavoro di squadra sì o no?"
Attimi di silenzio, nella conversazione privata fra lui e l'arma. Dodici aveva scoperto che, per comunicare con la Gorger, gli era sufficiente pensare. D'altronde lei gli leggeva la mente, senza incontrare alcun ostacolo. Bastava farci l'abitudine e tutto risultava facile.
"Sì, sì, ma fai in fretta." il tono era sbrigativo, ansioso "Ho fame."
Sul volto del clone si dilatò un'apertura bianca, fatta di denti minacciosi come le zanne di una fiera rabbiosa. Involontariamente si presentò all'avversario:
"Salve, io sono Iena. Sto per farti il culo."

«Va bene.»

Lo disse in un sussurro che il vento coprì ululando.
Una folata d'aria fresca mosse l'intera pianura e sollevò fra i due contendenti diversi ciuffi d'erba strappata alla terra. Era un chiaro segnale: la battaglia poteva cominciare, il tempo dell'attesa era già finito.
Con un fruscio il cacciatore si gettò in avanti a tutta forza, mentre il vento -come spesso accade nei luoghi ampi come quello- compiva un giro tale da soffiargli ormai a favore. Sospinto dall'occasione propizia di quel momento, l'uomo divorò i metri che lo separavano dalla vittima in un battibaleno: corse a perdifiato piegandosi in avanti e brandendo la spada a mo' di mazza con la sola mano destra. Quando si trovò a pochi passi dal nemico fletté le gambe in un accenno di scivolata. Le scarpe da ginnastica incontrarono l'attrito dell'erba folta e alta, rallentandolo alla perfezione. In contemporanea la Gorger sibilò nella notte, vibrando un violento attacco diretto fra la spalla e il bicipite sinistri dell'omuncolo. Era un tondo crescente che abbatté nella sua strada anche diversi filamenti erbosi. E avrebbe fatto lo stesso con l'arto avversario.
Da lì avrebbe cominciato il suo doloroso -per il malcapitato- lavoro di demolizione.
Nel frattempo, Iena, aveva preparato un altro attacco. La sua posizione era volutamente tesa a quella seconda, invisibile offensiva. Si trovava infatti col piede destro più avanti rispetto al gemello e con entrambe le ginocchia piegate. Avere così il fianco mancino arretrato gli diede occasione di nascondere la mano libera in basso, fra l'erba; nel momento in cui attirava l'attenzione del biondino verso l'alto, aveva cominciato a far sanguinare il proprio braccio. Sotto alla giacca, sospinti magicamente verso il palmo aperto colarono rivoli cremisi che si fusero assieme, danzando e giocando nell'ombra. Diedero vita a una sfera delle dimensioni poco inferiori a un pallone da calcio. Questa era particolarmente viva, ribollente ma silenziosa. Al di sotto di una cortina rossastra intrecciata con linee di sangue coagulato -più scuro- batteva il cuore di una bomba.
Una bomba pronta ad esplodere.

«Crimson Boomer!!»



Lanciò il globo pulsante appena un attimo prima dell'ipotetico impatto della mannaia sul corpo nemico. Il suo fu un tempismo ineccepibile.
L'obiettivo di Dodici era un punto indefinito fra l'inguine e il ventre; se fosse riuscito a centrarlo avrebbe causato una deflagrazione -accompagnata da schizzi cremisi e rumori viscidi, vischiosi- tale da mettere K.O. l'avversario in un sol colpo. Era una zona troppo delicata per uscirne indenni.
Ammesso e non concesso che quel pendejo ce li avesse, i coglioni.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE

B L O C N O T E S
appunti sparsi

Condizioni Fisiche Illeso
Condizioni Psichiche Deluso, ma curioso
Energie Residue 85%
Equipaggiamento Gorger (infagottata)
Passive Forza e Resistenza superiori, emorragie ridotte [Loser's Answer].
Tecniche Spadata di livello Basso [FightClub]; sfera di sangue avente proprietà esplosive di entità Media [Crimson Boomer].
Note Per correttezza cito anche "Volontà Propria", l'abilità di influenza psicologica passiva che permette a Iena di dialogare con la Gorger.

...

CITAZIONE
Volontà Propria] Voci, sussurri, bisbigli che sembrano provenire dall'arma in ogni momento, in ogni istante, e che pure può udire soltanto chi è stato eletto a suo possessore...o meglio: a suo portatore, perché la Gorger vede chi la porta come nient'altro che cibo, e mai come un padrone e quelle voci lo ricordano in continuazione, deliranti, insistenti, ossessive. Queste voci lontane provenienti da un angolo della psiche diventano urla, grida, imprecazioni, sbraitii e latrati che si sovrappongono l'uno sull'altro in una cacofonia insopportabile.
Individui con una forza di volontà immane che sono risultati resistenti alla Gorger sono immuni a questi sussurri finché l'arma si trova rinchiusa in un fodero o comunque non è impugnata, nell'attimo però in cui la stringono fra le mani, nemmeno loro sono esenti dall'udire la sua voce. Chi non è così forte, invece, è destinato inesorabilmente a sprofondare nella pazzia, a cedere completamente alla Gorger ed infine dall'esserne divorato e divenire parte di quel coro ossessivo nell'istante della sua morte.
Fintanto che la salute mentale, fisica e psicologica del personaggio che porta Gorger è forte, l'arma si limita a parlarli cercando di farlo scivolare nel baratro del delirio. Appena uno di questi tre fattori viene meno, tuttavia, l'arma prende il sopravvento e possiede chi la porta. In tal caso, automaticamente e bruciando in maniera del tutto autonoma energia spirituale e slot tecnica del portatore indipendentemente dalla sua volontà, la Gorger attiva una delle seguenti tre abilità speciali attive. Qualora più condizioni di attivazione si sovrappongono, il possessore sceglie se attivare più abilità e quali attivare. Non è possibile attivare normalmente le abilità attive di Gorger.
La spada è affamata. Sempre. In ogni istante. Fame di anime, e fame di sangue, è per questo che costringe chi la impugna nella follia allo scopo di spingerlo ad uccidere. Tutti gli individui uccisi dalla spada -e lo stesso portatore alla sua morte- vedono la loro anima estirpata ed assorbita. (Passiva)

CITAZIONE
-F I G H T - C L U B-
Dontforgettherules

Non si è mai considerato un bravissimo spadaccino, Numero Dodici. Sa brandire quasi ogni tipologia di spada, persino quelle più grosse e pesanti. Questo lo deve alla sua strabiliante forza fisica; tuttavia, per mancanza di interesse e di applicazione...il suo stile risulta oltremodo grossolano. E' pieno di movimenti inutili, di gesti grezzi e privi di classe. Ma per fortuna la fantasia non gli manca. Fondamentalmente è grazie a questa caratteristica che riesce a cavarsela anche quando affronta i più valenti spadaccini, a spasso per le dimensioni e le ere.
La sua prima regola è "non ci sono regole". Della seconda e successive non ha, ovviamente, bisogno. In combattimento è sempre stato così, una costante improvvisazione che l'ha portato a gestire molto bene le proprie energie. Oramai sa trasformare senza problemi un fendente qualunque in un attacco temibile, un affondo nella tecnica che non ti aspetti. Insomma, si arrangia come può, per sporcarsi al meglio le mani di sangue (altrui).
(Variabile)

CITAZIONE
[Crimson Boomer]
(Splash damage? Che modi!)
Uno dei numerosi metodi di tortura che Dodici ha escogitato nel corso degli anni di prigionia, è molto simile a quello che molti altri suoi ex-commilitoni definirebbero "Cero". Per quanto la forma, l'esteriorità per così dire, non vi si avvicini nemmeno un po', la potenza ed il funzionamento hanno con quella famosa tecnica molto in comune. Semplicemente concentrando una grande quantità di energia all'interno di una sfera di sangue coagulato, di dimensioni variabili in dipendenza dal consumo di energie, Iena può creare una vera e propria bomba schizzante. Questa bolla rossa, scagliata a gran velocità sull'avversario, non crepiterà; non emetterà suoni particolari e sarà all'apparenza innocua. Disgustosa, ma non pericolosa. Errore. Al contatto con una qualsiasi superficie, l'oggetto esploderà causando danni ingenti -proporzionati alle sue dimensioni- nell'area circostante.
(Variabile)

 
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- Madhatter -
view post Posted on 27/1/2010, 15:01




Franky_
image

Joey
Il Ribelle
A causa del ritiro di uno dei due contendenti, e per l’evidente insufficienza di materiale,
il Corpo-Giuria si vede costretto ad assegnare una vittoria a tavolino.


Andre03 passa il turno qualificandosi per i Quarti.
Andre03
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Hyena
#12

 
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Andre_03
view post Posted on 27/1/2010, 17:32




BOOM!

Un solo suono, due esplosioni.
Colpirono insieme, la Gorger e la bomba. Una impattò sul tentativo di difesa dello stronzo, l'altro sul suo tentativo di mascolinità. Falliti entrambi, tra l'altro. Nello stesso istante l'erba si macchiò di rosso e di nero, con quella chiazza scura che era il corpo del malcapitato -scagliato indietro e alla propria destra dalla forza di Dodici- intento a sorvolare il prato fino a immergervisi con un tonfo.
«Centro.» stranamente la sua voce non aveva nulla di tronfio, anzi. Sembrava deluso. «Alzati, hijo de puta. Con te ho apena cominciato.»
Non costringermi a venire lì --non farlo.
Fortuna volle che il Razziatore non dovette davvero andare a prendersi la preda. Fu quella a venire da lui, almeno in parte. Il biondo taciturno si era rialzato, barcollante. Gli dava le spalle, intontito dalle botte prese -e dire che lo scontro era iniziato da pochi istanti. Una preda inerme. Ecco cosa gli avevano spedito, con la foto e tutto il resto: una fottutissima gazzella zoppa. Troppo facile, ragazzi.
"Troppo facile." convenne la mannaia. E sì che, in natura, la iena era un animale capace di accontentarsi degli avanzi. A volte. A fanculo, in quel caso. Lo stronzo indifeso, i bastardi che gliel'avevano mandato contro. Tutti quanti.
Scattò ancora, tirando con la mancina le bende che coprivano la lama nera della sua spada brutale. Nuda e cruda, con il filo che brillava sotto ai raggi lunari. Il ghigno che rivolse alla schiena della vittima fu cruento quasi quanto i suoi movimenti repentini, impazienti e le sue dita protese nel gesto -ideale- di afferrare, stringere, strappare. Saltò, atterrando con le sneakers -un modello del ventesimo secolo, comode e anche discretamente belle- sulla colonna vertebrale dell'avversario. Un duplice calcione che ebbe l'effetto di spingere in avanti Mr. Biondo e poi giù, a terra. Con la Iena sopra che rideva. Una mano cinse la nuca del poveraccio, sbattendola più volte sul terreno.

«Che c'è, che c'è?» canzonò «Parla più forte, non ti capisco!»

Quello gridava e sputava terriccio, cercando di divincolarsi.
Almeno ebbe il buongusto di non morire e basta. Disarcionò l'assassino, che cadde col culo a terra bestemmiando. E prese a correre. Scappava. Lì, seduto fra i fili d'erba alti quasi fino alla sua testa, Dodici si ritrovò a ridere forte.
"Volevi una caccia al chiaro di luna, umano?" sferzò la Gorger "Eccoti accontentato."
Non le rispose.
Si limitò ad alzarsi, ancora scosso da risa. Di fronte a lui c'era un disperato che si allontanava «Dove vai, pendejo??» e lui non aveva intenzione di lasciarglielo fare «Dove cazzo vai?» né l'avrebbe fatto sopravvivere.
Ormai oltre dieci metri li separavano. Una distanza notevole, ma non sufficiente a scampare dalle ire di un sempre più incazzato -e meno divertito- Numero Dodici. Lanciò la mannaia, dando al gesto tutta la forza di cui era capace. Fu il suono viscido e secco, unito al grido di dolore della vittima, a fargli capire di aver fatto centro. Di nuovo. Sempre sorridendo come un folle si incamminò con calma verso il punto, nella prateria, da cui spuntava un manico nero -corrotto. Portando le mani sui fianchi, stette un momento a godersi la scena: un uomo giaceva prono in mezzo all'erba, con una mannaia di un metro e mezzo conficcata fra la scapola destra e la schiena. Ad occhio e croce dava l'impressione di soffrire parecchio. Bene. Gli piaceva vedere i suoi nemici in quello stato. Guardarli negli occhi mentre provavano le pene dell'inferno. Per mano sua. Se però non tentavano nemmeno di difendersi, allora...beh, lui si incazzava. E diventava una bestia.
Il piede sinistro calò una, due volte sulla testa del biondino. Quindi si piantò bene sulla spalla sinistra e, facendo pressione per sfilargli via la Gorger dalle carni, gliela slogò. Ops. Schizzi di sangue tutt'intorno alla lama che saltava fuori dal corpo del tizio, rivoli rossi sulla sua sagoma scura.
"Ancora!" lo incalzava la voce "Ancora!!"
Fece spallucce.
Ok -sembrò dire- se proprio insisti...
Per prima cosa amputò il braccio destro. Un colpo secco, preciso. Quindi, lasciando che l'omuncolo si concentrasse sul dolore, sollevò l'arto mozzato e lo scrollò sopra la testa del biondo. C'era una catena attaccata a un guanto, una catena che sembrava avere un qualche fottuto valore.
«Ehi stronzo...» assorto, contemplava il suo orrido trofeo «...vale qualcosa questa pinche catena del cazzo?»
Notando che l'altro era troppo impegnato a urlare per rispondergli, diede una pedata al suo ginocchio sinistro. Dal sonoro crack suppose di averlo spezzato abbastanza. Ma niente. Nemmeno quello aveva attirato l'attenzione. Decise di tenersi la catena, magari dopo averla sfilata dal braccio sanguinolento. E anche quella maschera che era caduta al pendejo. Puzzavano di 'oggetti-mica-male'. Non era certo roba da lasciare lì a marcire, di fianco a un cadavere maciullato.
Così, mentre affettava l'affettabile -per la gioia della Divoratrice- finì a pensare che no, non era andata poi tanto male quella notte di caccia. Due artefatti nuovi tutti per sé, con contorno di interiora sparse e schizzi di cervella.
Lamentarsi sarebbe stato scortese.
Davvero troppo scortese.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE
Penso non ci sia bisogno di spiegazioni ulteriori. Sfruttato il Player Killing e rubati gli artefatti "La Fauce" e "La maschera dell'Oblio", come concesso da regolamento.
Spero comunque che ci possa essere un'altra occasione per giocare assieme, Mike/Franky. :v: Non volermene per Joey.
 
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5 replies since 11/12/2009, 22:16   359 views
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