Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Røse VS ¬E s c a p e, Ottavi

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- Madhatter -
view post Posted on 11/12/2009, 22:21




The Warrior Day V
Turno II - Girone II


Vestibolo delle Prefiche
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Vi è stata fatta recapitare nelle vostre stanze la fotografia di questo luogo,
con tutte le poche e semplici istruzioni dell’Organizzazione del Torneo per come fare a raggiungerlo:
vi basterà strappare l’immagine per ritrovarvi sul posto.

L’ambiente in cui vi ritrovate è un ampio stanzone cubico, di 100 metri per lato,
con pareti, soffitto, e pavimento realizzati in una pietra calcarea di un colore azzurrino assai suggestivo,
eccezion fatta per le grate d’argento e ferro battuto, squisitamente elaborate con motivi floreali,
che sottendono il perimetro della stanza.
Quel che dà nome al posto sono le numerose statue femminili in varie pose, disposte lungo i muri:
secondo un’antica usanza diffusa presso molti popoli, il canto funebre era affidato alle "prefiche", lamentatrici di professione che vegliavano il defunto piangendo, urlando, e strappandosi i capelli.
La luce che filtra dalle molte vetrate è azzurrina e soffusa, e nell’aria umida la temperatura è fresca;
anche qui, pareti, pavimento e soffitto sono indistruttibili e invalicabili
Dagli occhi delle statue -in uno scroscio ininterrotto- lo sfogo delle fontane al loro interno fa sì che esse appaiano eternamente piangenti, generando nello stanzone un sottofondo continuo di acqua che scorre nelle grate sottostanti.





Røse
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Rose
Black Monster
- Røse VS ¬E s c a p e -

Campo di Battaglia: Arena Esterna, Vestibolo delle Prefiche
Condizioni Ambientali: Luce soffusa e ovattata, clima freddo-umido
Limite di Tempo: 21 Gennaio *
Post Minimi: Presentazione + 3 Post Attivi
Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
Penalità: Dopo il giorno di mancata risposta
Primo Post: Røse



*Causa Feste Natalizie, il turno subirà alterazioni:
dal 21 dicembre al 10 gennaio il tempo sarà considerato sospeso;
gli scontri resteranno aperti e praticabili, ma non si subiranno penalità legate al ritardo.
¬E s c a p e
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Jack Krauser
Perfect Soldier

Condizioni di Vittoria:
~ Morte Avversaria
~ Resa Avversaria
~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze (10%)
~Abbandono



Criteri di Giudizio
Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque.
Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.

NOTA:
I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata,
sia per schede complessiv
amente power-player.
 
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Røse
view post Posted on 12/12/2009, 17:20




First Interlude - B
-born from sickness-
~
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{Reaping off the tears of the victim's cries}

We are the lost, the damned, the shamed
Broken homes, lost souls
Devoured dreams, devastation
Can't show regret, nothing to say
I never asked to be this way
But this world never wanted me

Just like you,
I'm fucking lost

~~~

Buffo come certe cose avessero il potere di farle ricordare gli anni della Guerra.
Rose - allora giovane e per certi versi inesperta - era in prima linea, in veste di Cavaliere Dragone e Primo Generale delle truppe degli Alati.
Prima di diventare il Mostro Nero, prima di perdere la propria umanità, Rose era stata una donna, e un soldato.
Aveva imparato ad amare, a perdonare, ad uccidere e piangere e soffrire.
Ora, appollaiata su quella torre al chiaro di luna, le sembrava che tutto quel che aveva appreso non le fosse servito a niente.
Non aveva pianto – forse – ma si sentiva terribilmente vuota.
Era sola, come sempre – sola a fare i conti con il proprio dovere.
Aveva partecipato a quello sciocco torneo per un motivo ben preciso, ma di Shitan non aveva visto nemmeno la parvenza di un’ombra.
Eppure, il sesto senso le diceva che lui era lì fuori, da qualche parte, e aveva indizi precisi sulla posizione della donna che portava in grembo il Seme della Distruzione.
Aveva imparato a chiamarlo ‘Figlio della Luna’, secondo i dettami della vecchia Profezia.
L’essere che ogni 108 anni si incarnava in un nuovo nascituro, e lei…
Lei era lì apposta, ad attenderlo.
Dopo più di undici millenni poteva dirsi sufficientemente ferrata in materia, ma, ironia della sorte, tutto quel che aveva ottenuto dalla gita in quel mondo era una graziosa lettera rinvenuta poco prima, quando – di passaggio nella stanza che la sorte o chi per lei le aveva assegnato – aveva scorto una grande busta bianca, confezionata con cura e una certa dose di buongusto; l’aveva raccolta senza indugio, portandola con sé durante la scalata notturna.
Non si era coperta con qualcosa di meno succinto, ma la temperatura era sopportabile: una brezza leggera - tuttavia capace di scarmigliarle la chioma d’ebano - e un cielo sereno facevano da cornice alla luna, pallida e piena come mai l'aveva vista.
A dire il vero, era salita fin lassù soltanto per guardarla da vicino: scoprire che non era rossa e sanguigna come appariva durante le notti di caccia, le dava una bella sensazione di… normalità.
Ogni cosa al suo posto, quiete che pareva poter durare in eterno.
Quella non era la Luna Che Mai Tramonta, elemento centrale della leggenda, ma una luna normale; bella, serena.
Sospirò, volgendo un ultimo sguardo al satellite, e si lasciò andare a un moto liberatorio: appoggiata la schiena a uno dei bastioni, sollevò il capo adagiandolo sulla parte pianeggiante, esponendo la gola rosea al vento invitante.

Era passato qualche minuto, quando finalmente aveva aperto l’involucro di carta avendo cura di non danneggiarlo.
Dentro, oltre a un pugno di righe scritte con una fine calligrafia – che gli occhietti neri divorarono d’un fiato – rinvenne una bella fotografia, raffigurante una cattedrale o qualcosa di molto simile.
Non si mostrò molto scettica quando lesse le ultime righe.
Strappa la foto, dicevano.
Chiuse gli occhi.

Eseguì.



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Comparve al centro del santuario, materializzandosi dal nulla, ancora seduta nella stessa, identica posizione che aveva adottato poco prima.
Sfortunatamente mancava l’appoggio della schiena, cosa che le costò una rapida quanto innocua caduta indietro.
Quando si fu rialzata, sorridendo al pensiero che qualcuno potesse averla vista in quella situazione comica, notò come sia la foto che la busta fossero scomparse.
Un rapido giro a trecentosessanta gradi le diede la certezza che da lì non se ne sarebbe andata, non fino al termine dell’imminente duello.
Non che le dispiacesse, quella breve e forzata permanenza: era un bel posto, in fin dei conti; tranquillo come piaceva a lei.
Dopo qualche secondo riconobbe le varie statue che la circondavano, guardinghe e solenni come silenti osservatori.
Doveva trattarsi di Prefiche, le guardiane dei defunti – o almeno, così le pareva di ricordare.
In fondo ne aveva viste così tante, di cose, che le più marginali tendeva sempre a dimenticarsele.
Un po’ come l’avversario del turno precedente: chissà che quello nuovo non fosse talmente fortunato da ritagliarsi una spazio più duraturo nelle memorie del Mostro Nero.
Già, chissà…

…chissà se camminare fino al centro della stanza e impugnare la lancia, piantandone la punta negli interstizi della pavimentazione, non servisse a velocizzare la comparsa del disgraziato di turno.
E chiuse gli occhi, percependo un silenzio tale da permetterle di ascoltare i battiti del proprio cuore.
(tum)
(tum)
(tum
)

Nemmeno lo scroscio dell’acqua che scivolava dagli occhi delle statue, in lente e limpide cascatelle, era capace di coprire quel rumore delizioso.
Almeno, aveva la certezza di possederlo ancora, un cuore – o qualcosa di simile.

Non era bello concedersi il lusso di sognare, qualche volta?


SPOILER (click to view)
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Fisico: illeso.
Consumi del turno: nessuno.
Energia: 100%
Equipaggiamento
: Broken Butterfly (lancia di lunghezza complessiva pari a 250 cm)


.::.(Abilità passive)
    ≈ Play loud, Evil's Symphonic Poem
    Nonostante non ami fare sfoggio di stili di combattimento particolari quanto ricercati – preferendo lasciarsi andare in tempeste di colpi privi di schemi precisi, come un animale selvaggio – risulta difficile non notare la grazia e l’eleganza che accompagnano ogni suo movimento, dal più innocuo al più letale: tuttavia, spesso accade che… quando ti rendi conto di queste cose, sei già morto - nel senso più letterale del termine.
    Proprio come risulta facile notare il fluire dei movimenti, può risultare altrettanto facile non riuscire a seguirli, e non soltanto per via dell’elemento che ammanta la Sua figura; si tratta di velocità pura, diretta, quasi brutale nel suo manifestarsi repentino e inaspettato.
    La lancia, maneggiata con maestria, consente giochi ed evoluzioni che tendono a sfuggire all’occhio umano, per via della loro incredibile rapidità d’esecuzione.
    Il tutto, unito alla velocità stessa del contenitore terreno che la brandisce - Rose -, trasforma il susseguirsi dei movimenti in un’alchimia mortale: una fredda melodia d’acciaio, dolore e…
    ...m o r t e.

    Evanescence?
    C’è una certa differenza, tra ciò che l’occhio vede e ciò che il cervello elabora.
    Dopo questa doverosa premessa, è necessario dire che il corpo dell’Araldo è costantemente circondato da una patina invisibile, altro non è che quella parte dell’elemento che – presente in eccesso – non riesce ad essere contenuta e si riversa all’esterno, “impregnando” la zona immediatamente circostante, a fior di pelle.
    Inconcepibile per la mente di un essere umano, questo genera un disturbo visivo, una vera e propria interferenza; per certi versi, simile a quella di un canale televisivo che l’antenna non riesce a decodificare.
    Per i processi sopraelencati, l’occhio è messo a dura prova: ogni volta che si focalizza sulla Sua figura, il Velo fa sì che la visione sia parecchio fuori asse, generando problemi nel distinguere con precisione la profondità e la direzione dei colpi e dei movimenti.
    Un po’ come guardare attraverso una lente appannata, ma solo per quanto concerne il corpo dell’Araldo: tutto il resto è chiaramente visibile, cristallino come l’acqua.

    The last seal - Sesto senso
    Disciplina della percezione extra-sensoriale per eccellenza, questa abilità permette di vedere l’invisibile: essa consente di percepire e “vedere” l’aura degli esseri viventi e l’energia spirituale da loro emessa; anche attraverso oggetti solidi, si riesce a notare stati d'animo e forza dell’emanazione a seconda del colore e dell’intensità che lo spettro visibile assume.
    L'ultimo sigillo è un'abilità particolare, in quanto - a dispetto del nome - non necessita di essere "sbloccata" in alcun modo, essendo costantemente attiva in un raggio massimo di 20 metri: questo perchè l'elemento, anche se non visibile, aleggia constantemente attorno al suo fulcro, trasmettendogli per tempo una rapida immagine mentale della fonte di energia percepita, permettendogliene quindi la localizzazione.

.::.(Tecniche)
    ///

Note: Che dire? Divertiamoci, vecchio mio. Le passive non saranno più quotate interamente d'ora in poi: solo una riga riassuntiva in ogni futuro spoiler.
Il Shitan cui si fa spesso riferimento è un diretto attendente di Rose, preposto a darle maggiori informazioni circa la posizione del suo eterno obiettivo, così come a convincerla a non desistere e a non impazzire. Insomma, una sorta di 'amico'/'confidente'/psicologo.
Infine, Rose sa cosa sono le prefiche in virtù del suo interminabile arco di vita, che l'ha portata a conoscere quasi ogni tempo, epoca, luogo, usanze e via dicendo.

"Enough talk. Die, Comrade!" [Cit.] :qew:
 
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Krauser
view post Posted on 15/12/2009, 15:19




Angry And Desperate!

We are the angry and the desperate,
The hungry, and the cold,
We are the ones who kept quiet,
And always did what we were told.

But we’ve been sweating while you slept so calm,
In the safety of your home.
We’ve been pulling out the nails that hold up
Everything you’ve known.

Don’t hold me up now,
I can stand my own ground,
I don’t need your help now,
You won’t let me down, down, down!

_________________________________________


Il primo pugno arrivò da una direzione imprevista.
Le nocche, dure come la roccia, colpirono le sue labbra. Nell'impatto i denti lacerarono la carne e il sangue schizzò dolciastro e nauseante. Jack Krauser si era lasciato stupidamente sorprendere e, mentre un dolore acuto si diffondeva per tutto il cranio, fu costretto ad incassare un secondo colpo tra lo zigomo e il naso. Le narici si riempirono di liquido vischioso e lui scivolò all'indietro urtando contro uno spigolo del tavolo poco dietro di lui. Cadde tossendo convulsamente, cercando di mantenere la posizione eretta. Ma la vista gli si annebbiò per un istante mentre cercava di passare al contrattacco.
«T'ammazzo, figlio di un cane!»
Ringhiò l'uomo estraendo da una tasca un affilato rasoio che aprì con un impercettibile movimento del pollice.
Intorno a Jack, nella locanda Il Puttaniere c'era un publico di visi brutali, barbe lunghe e occhi stralunati; lavoratori di ogni tipo che, dopo un'intensa giornata di fatica, non vedevano l'ora di godersi lo spettacolo della morte di un uomo da poco vincitore del primo girone del Warrior Day, il torneo che aveva messo in fermento l'intera cittadina.
Il mercenario della Umbrella non aveva fatto niente per meritarsi le indesiderate attenzioni di quell'essere: chiamarlo uomo sarebbe stato riduttivo. Jack fisicamente era un bestione, cento e passa chili di muscoli e potenza, tuttavia non era altro che un moccioso in confronto a Yasuf - così doveva chiamarsi il suo nemico, o almeno così gli era parso di capire dai mormorii entusiasti degli spettatori.
L'incontro tra i due non era stato casuale. Yasuf era venuto fin lì per prendersi la sua vendetta, lo aveva seguito per tutto il giorno in attesa del momento migliore per attaccarlo. Aveva scommesso un ingente somma di denaro su Edge, puntando sul fatto che il suo avversario, essendo uno straniero di quel mondo, non avrebbe sicuramente potuto contro i poteri magici del biondino. Era andata diversamente e ora quel bestione, ardente di rabbia per il denaro perduto, era in cerca di vendetta, o comunque di un modo per sfogarsi.
Krauser aveva commesso l'errore di sottovalutare le prime minacce orali provenienti da quell'uomo, sottovalutando la sua aggressività, convinto che se non gli avesse dato corda, l'avrebbe finita.
Ora stava pagando le conseguenze del suo errore.
Yasuf teneva il rasoio ben stretto con la mano destra e di certo sapeva come servirsene: un'arma semplice ma letale. Dominando il dolore e la nausea, Jack si rimise in piedi aggrappandosi al bordo di una mensola.
«Ti apro come un maiale!»
Tornò a minacciarlo Yasuf, il viso stravolto e i capelli mori quasi incollati alla nuca per via del sudore. Ma Krauser era lì, in quel mondo sconosciuto per realizzare il suo sogno, non per farsi uccidere da uno stronzo qualsiasi. Asciugatosi il sangue dal viso con il dorso di una mano, si mise in guardia. Partì all'attacco un attimo dopo, mosso dall'ira e fu subito addosso al bestione, prima che questi potesse reagire. Yasuf tentò ugualmente di colpire il militare con una rasoiata, tuttavia egli riuscì a bloccare la mano armata dell'avversario e a colpirlo con un montante sotto il mento. Yasuf tossì e barcollò incerto sulle gambe. Strabuzzando gli occhi mollò il rasoio il quale cadde sul pavimento. Adrenalina e rabbia centuplicavano le energie di Jack attenuandogli il dolore per i colpi ricevuti. Assestò una ginocchiata al ventre del nemico, poi lo afferrò per i risvolti della camicia e lo scaraventò sul tavolo. Per gli spettatori era uno spettacolo superbo, superiore alle loro previsioni. Tra le grida di incitamento, in un clima di esaltazione collettiva, ora erano in molti quelli pronti a scommettere sull'ex Marines.
E quelli che diedero fiducia all'americano tirarono su' un bel gruzzolo. Krauser vinse, dopo un'altra decina di minuti di pestaggio in gran stile, riuscì a mettere K.O. quel bestione, senza ucciderlo, fratturandogli - con un certo piacere - diverse ossa e provocandogli dolori che lo avrebbero seguito per un bel pezzo.
Poteva anche trovarsi in un altro mondo, in una nuova e sconosciuta dimensione, ma l'animo umano era sempre lo stesso, sempre ugualmente meschino.



Rabbrividì.
Un lungo brivido risalì la schiena dell'uomo e lo scosse con violenza, facendolo sussultare e irrigidire. Si guardò attorno con sospetto, non ancora in grado di muoversi. Sentiva le gambe pesanti come macigni, indolenzite. Non gli facevano male, fisicamente sembrava ancora in ottimo stato, semplicemente non capiva cosa fosse successo e non aveva ancora ripreso il controllo sul suo corpo.
Cosa cazzo era successo? Dove si trovava?
Sospirò rassegnato: collegò gli avvenimenti e la cosa non gli piacque particolarmente. Erano passati tre giorni dalla fine del duello con Edge e dallo spiacevole incontro con Yasuf, un vistoso livido sullo zigomo era ciò che il bestione gli aveva lasciato come ricordo e il secondo round del Warrior Day stava per iniziare. Gli era stato detto di andare nella stanza d'albergo a lui assegnata per trovare le istruzioni: aveva strappato una foto ed era stato inghiottito dall'oscurità, finendo poi per ritrovarsi in quel luogo.
Lentamente il senso di malessere agli arti inferiori andava scemando, il freddo invece no, persisteva con ostinazione nella sua opera di infastidimento. Presto però ci sarebbe stato da combattere e nella foga dello scontro sicuramente quello sarebbe stato solo un dettaglio insignificante. Ancora immobile, Krauser si passò le mani sul petto e vicino alla cintura, lasciandosi andare ad un sorriso grottesco quando scoprì che tutte le sue armi erano al loro posto.
Nessun fottuto scherzo dall'amministrazione.
Benchè dovessero esser passati solamente una manciata di secondi, i momenti che egli attese perchè il suo corpo tornasse in suo controllo gli parvero non finire mai. Con un veloce movimento delle gambe ruotò di trecentosessanta gradi voltandosi, osservando l'ambiente circostante e... e il suo avversario che era già arrivato, pronto a dare inizio agli ottavi di finale di quel torneo.
Constatò subito che l'ambiente era maledettamente in stile gotico. Arricciò il naso, piegando lateralmente il capo scuotendolo come a voler biasimare la scelta dell'arena. Poi quelle dannate statue... indugiò forse troppo su di loro con lo sguardo. Non capiva che senso avessero ma riuscivano comunque ad infastidirlo. Si sentiva osservato, spiato. E non era una sensazione piacevole. Mentalmente mandò a fare in culo gli organizzatori del torneo, i partecipanti e chiunque fosse coinvolto. Lo stavano trattando come un fenomeno da baraccone.
Tossicchiò leggermente, portandosi la mano mancina davanti alla bocca, stupendosi di chi si sarebbe trovato a fronteggiare. Un nuovo, agghiacciante sorriso a mezza bocca dipinse il volto di Krauser, dandogli un espressione davvero spaventosa, contando anche le varie cicatrici che gli deturpavano il viso. Nel primo round aveva fronteggiato un bamboccio, ora gli mettevano contro una ragazzina. Era davvero sfortunato. Con un gesto che già molte altre volte aveva compiuto, si scrocchiò le nocche delle dita di entrambe le mani, producendo una serie di crack che rupperò il silenzio tombale del luogo.
«Jack Krauser.
Piacere tuo, donna.
Affrontami ora.
»

Spartano, autoritario, brusco e disinteressato. Così era Jack con le donne. Infondo esse erano solo oggetti da utilizzare per i proprio scopi. Bamboline da stuprare quando se ne ha voglia. Tutto qui.
 
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Røse
view post Posted on 17/12/2009, 17:14




(Relentless, through and through)
---
Vederlo barcollare alla stregua di un ubriaco, visibilmente privo di punti di riferimento, la convinse a tossicchiare sommessamente, come a volerne richiamare l’attenzione.
Ad accogliere il faccione truce dell’uomo, soltanto un blando sorriso a fior di labbra, che non mancò di rivelarsi più affilato e tagliente di qualsiasi lama – almeno per il suo orgoglio di maschilista.
Forse voleva spaventarla, con quell’espressione da cattivone della serie ‘conquisterò il mondo’.
Così tenero, e buffo a tratti: un peccato dovergli fare ingoiare la sua spavalderia insieme a quasi tre metri d’acciaio.
A braccetto con gli eufemismi che la fantasia – e non di meno, la realtà dei fatti – le suggerivano, andavano la presunta e manifesta superiorità, così come i pregiudizi palesati nella pronuncia di quel nome incolore.
Donna.

Donna…
Quanto avrebbe voluto riderne di gusto, e magari strappargli la lingua subito dopo.
O voltarsi e andarsene, perché non aveva nessuna voglia di fare del male ai bambini.
Ma di super-eroi – e chiunque si sarebbe detto d’accordo – ne era pieno il mondo: tolto di mezzo uno, qualcun altro ne avrebbe preso il posto.
E allora, dopo un’esistenza di lavoro e dovere, dovere e lavoro, perché non divertirsi un poco, alle spalle di chi, con il divertimento, pareva camparci?
Lo pensò con un pizzico di gioia e una spruzzatina di entusiasmo, non tanto per il duello – relativamente importante – quanto perché il solo dedicarsi a qualcosa che esulasse dal dovere, facendolo di propria volontà, costituiva di per sé una sorta di ribellione al giogo che esseri superiori le avevano imposto.
Una presa di posizione, un modo per dire a sé stessa più che ad altri 'posso ancora scegliere'.

Lo guardò di nuovo, più a lungo.
Il portamento, la mimica facciale e il tono della voce tradivano una sicurezza di sé che anche lei aveva ostentato fieramente, quando era giovane e ingenua.
La Campagna del Drago, dal canto suo, aveva portato via tutto: gli ideali, la gioventù e la vita, lasciando solo un guscio vuoto.
Un contenitore che era stato riempito di false promesse, e di un Male che non si può spiegare a parole, ma che il bamboccione avrebbe visto con i propri orribili e immaturi occhi.
Il Velo ne avrebbe divorato la carne, e il Mostro Nero avrebbe banchettato con il suo cadavere.
Già pronto, le gambe appena piegate e la lancia stretta con tanta forza da farsi quasi sanguinare le mani; i muscoli dei polpacci, tesi nel preludio di uno scatto talmente rapido da rendere difficile all’altro capire anche solo che cosa l’avesse colpito.

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Ma non mi dire!
Occhi spalancati, finta sorpresa.
E io che ero qui solo per fare quattro chiacchiere...
Si finse delusa, tuttavia non del tutto convinta che l'altro avrebbe afferrato quel sarcasmo.
Pazienza; si ravviò i capelli con la mano libera, che tornò prontamente a impugnare l'asta, poi schizzò verso di lui.
Gli fu addosso in non più di un paio di secondi, sollevando alle proprie spalle una piccola nuvola di polvere e detriti.
Aveva attraversato i pochi metri che li dividevano con una serie di passi lunghi e diritti, dando l’impressione di volerlo affrontare frontalmente. Solo un istante prima di raggiungerlo piegò le gambe, proiettandosi verso il lato destro dell’uomo, ancora intento a scoprire quanto le ossa delle proprie mani fossero resistenti.
Quell’inutile giochetto – unitamente ad un occhio forse non preparato a ciò che stava per mostrarsi - aveva buone probabilità di costargli la vita, almeno a giudicare da come la mora aveva impugnato la lancia, ponendola dritta contro il proprio fianco sinistro durante la manovra di aggiramento, cercando di ridurre al minimo le possibilità di un rapido contrattacco.
In quell’esatto istante lasciò fluire il Velo, che in parte si riversò all’esterno come
una bolla semitrasparente - andando ad amplificare il disagio visivo in chiunque la stesse guardando -, e in parte si fuse alla punta della lancia, che aveva già compiuto un arco a mezz'aria, tornando in una posizione ottimale per l'attacco, prodigandosi in tre affondi gemelli partiti dal lato destro e diretti con decisione verso il fianco del soldatino.
Erano furiosi, brutali: l'elemento arcano si agitava attorno all'arma come un macabro sudario, soffocandone i colori e affogandoli in un mare di vivo ametista.
Con una precisione degna del miglior chirurgo sulla piazza, cercavano il contatto con coscia sinistra, bacino e gola, in un crescendo di altezza e velocità pura.
E all’inferno le leggende e le profezie, all’inferno i figli della luna e ancora, all’inferno i mostri neri.

D’altronde, se davvero il diavolo era lei, non avrebbe avuto niente di cui preoccuparsi: non rischiava di perdere nulla.





SPOILER (click to view)
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Fisico: illeso.
Consumi del turno: Medio, Basso.
Energia: 85%
Equipaggiamento
: Broken Butterfly (lancia di lunghezza complessiva pari a 250 cm)


.::.(Abilità passive)
    ≈ Play loud, Evil's Symphonic Poem
    Già citata; potenziamento generico alla velocità.

    Evanescence
    Già citata; immagine fisica distorta, difficoltà di distinguere l'esatta provenienza/profondità dei colpi.
    ([...]è necessario dire che il corpo dell’Araldo è costantemente circondato da una patina invisibile, altro non è che quella parte dell’elemento che - presente in eccesso - non riesce ad essere contenuta e si riversa all’esterno, 'impregnando' la zona immediatamente circostante, a fior di pelle.
    Inconcepibile per la mente di un essere umano, questo genera un disturbo visivo, una vera e propria interferenza; per certi versi, simile a quella di un canale televisivo che l’antenna non riesce a decodificare.
    Per i processi sopraelencati, l’occhio è messo a dura prova: ogni volta che si focalizza sulla Sua figura, il Velo fa sì che la visione sia parecchio fuori asse, generando problemi nel distinguere con precisione la profondità e la direzione dei colpi e dei movimenti.
    Un po’ come guardare attraverso una lente appannata, ma solo per quanto concerne il corpo dell’Araldo: tutto il resto è chiaramente visibile, cristallino come l’acqua.)


    ≈ The last seal - Sesto senso
    Già citata; auspex pari a 20 metri, vaga percezione degli stati d'animo.

.::.(Tecniche)
    Gate to abyss
    Concentrando la propria aura e trattenendola per un istante, è possibile per l'araldo liberarne una gran quantità affinchè vada a cumularsi agli effetti di disturbo causati dall'abilità passiva.
    Solitamente liberata in fase d'attacco, questa si espande come una bolla evanescente e intangibile, che circondando il caster per un tempo non superiore ad un paio di secondi, amplifica tremendamente il disturbo visivo in chiunque osservi il fenomeno - se entro una distanza massima di tre metri. Effetto istantaneo.
    ~ Consumo Medio

    ≈ Second seal
    Compito del secondo sigillo è quello di consentire un'accelerazione immediata alla/e parte/i del corpo indicata/e, permettendo così di sferrare rapidi colpi o, - perchè no -, realizzare scatti e acrobazie qualora si presenti la necessità.
    ~ Consumo Variabile -> Basso, al braccio destro.

Note: "Gate to Abyss" si pone lo scopo di amplificare parecchio gli effetti dell'abilità passiva "Evanescence", che ho citato per intero per ovvie ragioni.
Il suo rilascio avviene al momento del primo affondo, e interessa anche i due successivi.
Piccolissima nota: in scheda non ho citato percentuali per quanto riguarda il potenziamento passivo alla velocità, le odio.
Tuttavia, visto l'andazzo generale, presumo vada interpretato come un buon 50%.
Il resto va da sè. =)
 
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Krauser
view post Posted on 20/12/2009, 19:38




(Not) Ready To Fall.

Hold on slow down
Again from the top now and tell me everything.
I know I`ve been gone for
What seems like forever
But I`m here now waiting
To convince you that I`m not
A ghost or a stranger
But closer than you think
She said just go on to what you
Pretend is your life but
Please don`t die on me!

_________________________________________


Sgualdrina.
Ascoltando la risposta della donna Krauser capì di non essere riuscito ad impressionarla, come invece avrebbe voluto fare. Ma non gliene importava più di tanto, il suo scopo non era far cagare addosso quella piccola, minuta e insignificante creatura femminile; il suo scopo era quello di metterla a tacere per sempre, ficcandole la sua dannata spavalderia in culo, dimostrando così la superiorità maschile in campo bellico. E non solo in quell'ambito, bensì in generale. Come avrebbe fatto un qualunque altro maschilista convinto al suo posto.
Quel prototipo di donna - ahimè! - non gli era affatto sconosciuto, aveva più volte avuto a che fare con tipette simili in passato e a sue spese aveva imparato a trattare efficacemente con loro.
Si passò la lingua sulle rosee labbra, pregustando già il piacere che avrebbe ottenuto alla fine di quello scontro, ricordando ciò che aveva già fatto in passato, eccitandosi al solo pensiero. Le avrebbe fatto fare la stessa fine che aveva riservato a quella puttana di Kate. Come prima, anche adesso non avrebbe avuto pietà: il fatto che fosse una donna, francamente, per lui era irrelevante.
Kate Livingston era morta alla giovane età di ventisette anni, uccisa da un assassino che gli inquirenti ancora non erano riusciti a trovare; inutile dire che fu Krauser a sopprimerla. Erano stati fidanzati per circa cinque mesi - un record! - prima che la tragedia costrinse l'uomo a fare ciò che fece. La scoprì a letto con un altro e, quando lei sprezzante gli disse che tra loro era finita e non avrebbe più voluto vedere la sua "faccia di merda", Jack perse la calma e non riuscì a reprimere i suoi istinti: finì così per uccidere lei e il suo amante.
Altri uomini al suo posto si sarebbero sentiti a disagio ad affrontare una femmina, impossibilitati a causa dei loro principi morali ad uccidere ma, fortunatamente, quello non era il suo caso, Jack non era quel genere di uomo.
Sembrava volersi prendere gioco di lui e questo non fece particolarmente piacere al soldato, il quale però si impose di rimanere calmo e di non dar a vedere il suo nervosismo. Non le avrebbe dato questo piacere, sarebbe rimasto impassibile ad eccezione di un sogghigno - che non prometteva nulla di buono - stampato sul rude volto, sul quale si potevano intravedere diverse, orrende cicatrici.
I suoi trofei, ricordi dolorosi di mille battaglie a cui era sempre sopravvissuto.
Indugiò ancora un attimo, scegliendo con cura le parole adatte con le quali risponderle.

«Mi piacciono le puttane sfrontate...»



«... quando le stupri, non violenti solo il loro fisico ma anche la loro mente.
Soffrono molto di più. Non riescono ad accettare che qualcuno le sottometta.
»


Con Kate non era arrivato a tanto, si era semplicemente limitato ad ucciderla.
Ma quella misteriosa donna non era come la sua ex-ragazza, certo, le assomigliava, gliela ricordava, ma anche dal punto di vista fisico erano differenti. Infatti, quella sua avversaria non doveva essere una comune umana. Si deliziò al pensiero - quando gli sarebbe ricapitato di scoparsi un'aliena? Ne era la prova il fatto che, nonostante l'avesse riconosciuta a grandi linee come una femmina, non riusciva a scorgerne i singoli tratti del volto e del corpo. Uno strano alone mistico la circondava, rendendogli difficoltoso il guardarla con chiarezza. Vedeva chiaramente la sua figura generale, poteva comprendere il modo in cui si sarebbe mossa, ma non tutti i dettagli. Ma non era poi così importante, l'avrebbe battuta e poi si sarebbe divertito alle sue spalle.
Restò sorpreso nel vederla impugnare un lungo oggetto - probabilmente un bastone o una lancia, se non un'alabarda -, non capacitandosi di come uno scricciolo di donna come quella potesse utilizzare un'arma tanto ingombrante e antiquanta. Trovò così conferma all'ipotesi che aveva già avanzato durante il suo primo incontro: in quel nuovo mondo, la tecnologia bellica era rimasta parecchio indietro rispetto al livello cui era abituato.
Beh, meglio per lui. Almeno non avrebbe dovuto vivere la stessa situazione vissuta in Afghanistan, dove ogni cento metri la sua unità era costantemente bersagliata da colpi di RPG provenienti da estremisti arabi del cazzo. Quella sì che era stata una missione critica. In confronto, quel duello sarebbe stata una passeggiata.
Con un - finto - gesto cavalleresco, Krauser si esibì in un inchino piegandosi in avanti con le ginocchia e allungando un braccio proprio difronte al petto, orizzontalmente, chinando la testa verso il basso, dando uno spettacolo quanto mai grottesco, volutamente grottesco. Le stava dicendo, indirettamente qualcosa del tipo: "Ehi stronza, fatti avanti. Sono qui che ti aspetto".
Non se lo fece ripetere troppo e, sotto lo sguardo attento e vigile del Marines, scattò all'attacco, dando dimostrazione di una velocità ben al di fuori della norma. Poi tutto accadde troppo velocemente e Jack, abbandonando la ragione, si affidò unicamente al suo istinto di guerriero, lasciandosi guidare da esso.
Seguiva - seppur non fluidamente - i movimenti della donna con lo sguardo: ci riuscì con facilità fin quando non accadde qualcosa di inaspettato: il disturbo che gli provocava la vista della figura della donna, si amplificò notevolmente. Merda! Ragionò velocemente e si capì fortunato. Il fatto che ella impugnasse una lancia però gli fu di un certo vantaggio, difatti se avesse utilizzato una qualche arma corta, Jack probabilmente non l'avrebbe distinta dalla figura generale.
Mentre la misteriosa avversaria avanzava mulinando l'arma in una danza macabra, il soldato chiuse gli occhi per un istante, come a volersi isolare completamente dal mondo esterno. Quando li riaprì, non era più la persona che era stata fino a quel momento. Ora, era divenuto una bestia.
Non gli fu difficile seguire i movimenti della puttana, puzzava e lui poteva ora percepire la sua fetida traccia. Come un bravo segugio, ora non avrebbe più perso di vista la sua preda.
E fu così che, con estrema tranquillità, senza scomporsi, senza muoversi, ben saldo sulle possenti gambe, diede la sua prima dimostrazione di potenza. Aspetto, le diede tutto il tempo per mettere in pratica al meglio delle sue capacità l'offensiva. Poi estrasse il coltello, stringendolo nella mano sinistra con forza e dignità, come se stesse dando la mano ad un vecchio amico - cosa che per lui, infondo, il pugnale era.
Con un eleganza inadatta ad un bestione della sua specie, mosse il braccio sinistro con una delicatezza e una sicurezza impressionanti, colpendo con rude forza l'acuminata punta della lancia avversaria, provocando uno sgradevole cozzare di metallo ma riuscendo così a deviare ogni volta la letale traiettoria che, altrimenti, avrebbe finito per ucciderlo. Il pugnale sembrava quasi un naturale pezzo del corpo di Krauser, tanto riusciva ad usarlo con dimestichezza e naturalezza, quasi fosse nato con quell'oggetto in mano. Veloce, rapido e artistico. Due, rapide deviazioni. Il primo attacco, quello diretto al polpaccio e forse quello più insidioso, lo evitò all'ultimo momento, ruotando il busto - e di conseguenza anche le gambe - sulla destra, facendo così fendere il vuoto alla lancia avversaria.
Un attimo dopo però passò al contrattacco, furioso ed eccitato dall'occasione che gli si presentava.
Si mosse rapidamente a sua volta verso la figura femminile, passandosi nel frattempo il pugnale da una mano all'altra con un movimento nervoso, quasi fosse un tic. Una volta arrivato a pochissimi passi da lei, sfruttando il possibile sbilanciamento che avrebbe forse subito a causa della deviazione dei colpi - ecco uno dei punti deboli della lancia, ha poco controllo, è difficile da manovrare - avrebbe tentato di afferrare con la sua mancina l'asta stessa all'incirca alla metà della sua lunghezza, serrandola con forza, per poi tirarla verso di sè, utilizzando tutta la potenza di cui poteva disporre. Avrebbe attirato a sè donna e arma, così da poter attaccare al meglio. Subito dopo, avrebbe mosso in avanti il pugnale - in direzione opposta alla lancia che stava venendo tirata all'indietro - tentando di affondarlo nella tenera carne della ragazzina, all'altezza del fegato.

«E ora muori!»

Ancora oggi non poteva comprendere il motivo per cui Kate lo avesse sfidato e insultato in quel modo: possibile che non avesse avuto alcuna paura di lui? Possibile che non aveva pensato alla reazione che avrebbe avuto Jack - uomo irascibile e violento - una volta sentite? Forse credeva che non sarebbe mai stato in grado di alzare le mani su di lei.
E, come Kate, anche quella donna non sembrava aver paura dell'uomo: avrebbe anch'essa compiuto l'errore della Livingston, sottovalutando il soldato, o si sarebbe mostrata una persona più accorta?

SPOILER (click to view)

. R e p o r t .


Nome___Jack
Cognome___Krauser

Status Fisico___Illeso
Status Psicologico___Carico.

Energia Totale___100%
Energia Utilizzata___ 5% + 5% = 10%
Energia Rimanente___ 90%
Equipaggiamento In Uso (Escluse granate)___ Pugnale - Revolver.


Passive Utilizzate___
CITAZIONE
~Essere un Infetto~
Come già detto, Jack Krauser dopo aver disertato dal corpo scelto dei Marines degli Stati Uniti d'America, scelse volontariamente di offrirsi come cavia per il test di una nuova, micidiale e potenziata Plagas, facendosela così immettere nel corpo per nulla preoccupato dei rischi che ne sarebbero potuti derivare, concentrandosi così unicamente sul potere che gliene sarebbe derivato, affatto scoraggiato dalle scarse possibilità di riuscita dell'esperimento, le quali possibilità di riuscita sfioravano solamente il 10%, dato che fino a quel momento, solo una cavia su dieci era sopravvissuta ed era riuscita a controllare l'infezione senza riportare danni o incorrere subito dopo nella morte. Il trattamento fu attuato in uno stabilimento della Tricell Pharmaceutical Company a New York, nel cuore della notte e in gran segreto: inutile dire che per l'uomo fu doloroso, molto doloroso e finì anche in coma per alcuni giorni, nei quali i medici della compagnia vegliarono su di lui, però convinti che sarebbe morto come gli altri. Dopo sette giorni, il miracolo. Jack Krauser si risvegliò, apparentemente per nulla cambiato e acciecato da una furia assai preoccupante, massacrò a mani nude i medici che lo stavano tenendo sotto controllo. Scoprì poi la mutazione principale del suo corpo, difatti comprese di essere in grado, senza alcuna fatica o consumo energetico, di riuscire a trasformare il suo braccio sinistro in un orrida e mostruosa lama, il tutto grazie al potere della Plagas ben radicata nel suo organismo. Quando avviene la trasformazione, il braccio sinistro dell'uomo viene letteralmente trafitto dall'interno da una grossa lama organica e mostruosa, la quale buca la carne e spunta dal resto del suo braccio: questo, fortunatamente, è un processo del tutto indolore e non permanente, bensì completamente a scelta dell'uomo. Questo ventaglio, formato da una lunga e affilatissima lama principale, è composto da moltissime altre lame minori ma comunque letali e pericolosissime - le quali però spesso vengono tenute nascoste, a ventaglio appunto - permettendo così a Krauser di colpire in molti modi differenti e non unicamente con affondi: hanno un'ottima resistenza e sono in grado di rivalegggiarle degnamente con qualsiasi altra arma bianca: esso può spezzare ossa e sventrare carni con estrema facilità Il mercenario può usarle per creare spettacolari combinazioni d'attacco e solide difese da ogni tipo di attacco - il tutto ovviamente tramite tecniche apposite. Ma i vantaggi derivanti dalle Plagas non finiscono qui, difatti questo agente presente nel corpo del soggetto, lo rende fisicamente molto più prestante e potente di qualsiasi altro essere umano tanto che i suoi colpi potranno con estrema facilità sdradicare alberi, distruggere massi e molte altre cose al limite del possibile, data l'enorme dose di potenza che riesce ad imprimere ad ognuno dei suoi attacchi. Temibile diventa così ogni suo attacco fisico, tanto che anche un suo singolo pugno - potente come l'acciaio - non ha difficoltà ad uccidere un uomo. Da ciò deriva anche una resistenza fisica assolutamente fuori dal comune: difatti anche quando un qualsiasi essere dovrebbe trovarsi in punto di morte, Krauser sarà ancora in grado di combattere al meglio delle sue possibilità, dovendo infatti subire molte più ferite del normale per essere sconfitto del tutto. Ha una pelle che pare fatta di puro acciaio e delle ossa di adamantio.
In termini di GdR sono tre passive: 1) La trasformazione del braccio - 2) Power Up Passivo alla Forza del 50% - 3) Power Up Passivo alla Resistenza del 50%.

Tecniche Utilizzate___

CITAZIONE

“Hunter”
Krauser, grazie a questa tecnica, riesce a raggiungere un livello sensoriale pari a quello di un gatto, o di un felino, che lo rendono estremamente pericoloso in battaglia. Sarà infatti capace di individuare un nemico nascosto grazie alla traccia d'odore che lascia dietro di se, di avvertire un attacco alle spalle grazie all'udito, e di intercettare attacchi a distanza tramite la vista. L'attuazione della tecnica non richiede particolari posizioni o attimi di concentrazione, e dura tre turni compreso quello d'attivazione, svanendo al termine del terzo turno. Grazie all'olfatto e all'udito, gli sarà inoltre facile identificare la posizione di avversari invisibili.
Tecnica "Supporto" - Consumo Basso - Turno: 1/3.

“Master Of Knife”
Questa tecnica basata sull'utilizzo del pugnale da combattimento di Krauser comprende tutte le altre combinazioni di attacchi - e difese - che il mercenario può immaginare ed eseguire per ferire od uccidere l'avversario. L'utilizzo della suddetta è dunque estremamente libero e acquisirà significato solo al momento della descrizione effettiva dell'azione. Le tecniche derivanti da ciò differiscono dalle normali azioni offensive per forza, velocità e precisione di esecuzione, il tutto in relazione alle energie utilizzate dal caster. Con un consumo basso, si potranno portare fino a 4 colpi, con un medio fino a 6, con un alto fino ad 8 e con un critico fino a 10. Se il colpo sarà unico, varrà esattamente come il consumo utilizzato, altrimenti il consumo andrà a dividersi per il numero totale di colpi.
Tecnica 'Offensiva/Difensiva' - Consumo Variabile Basso.



Note: Scusate per il linguaggio volgare - e scusami anche te Tom per i vari insulti - ma è nell'indole di Krauser. =/
Riassunto: Allora, visto che l'attacco in sè era un semplice attacco fisico, mi sono difeso anch'io senza tecniche, sfruttando - come te - solo dei potenziamenti. Praticamente evito il primo colpo semplicemente ruotando il busto e cambiando così guardia - assicuro per esperienza personale che non ci vuole niente a farlo, anche in combattimento. Gli altri due affondi con la lancia li devio col pugnale, colpendo la punta della medesima con forza deviandone così la traiettoria. Infine avanzo verso di te e, con la sinistra tento di afferrare la tua arma e di strattonarti in avanti, mente con la destra tento un affondo combinato - ho utilizzato un Basso centralizzato in un solo colpo, vedi la seconda tecnica per capire.
 
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Røse
view post Posted on 11/1/2010, 17:05




«Man, I've been there too»

Si chiedeva sempre come mai, anche davanti a simili personaggi, non riuscisse ad essere cattiva come la dipingevano.
Quello che lei non riusciva a capire, però, Shitan si era premurato di spiegarlo un buon quantitativo di volte; abbastanza da farle rimembrare le sue esatte parole, e far sì che accadesse proprio in quell’istante.
L'ultima volta era stato quando stazionavano entrambi al centro di una delle vallate più suggestive di Celentir, poco prima della Festa della Luna che si sarebbe tenuta a Liberty, e tutto il caos che ne sarebbe seguito.
Aveva sempre l'abitudine di parlare veloce e tutto d'un fiato, il buon dottore.
Ascoltarlo era un piacere.
Smettila di mentire a te stessa, lo sai.
Sei così, non hai scelta se non quella di decidere se compiere o meno il tuo dovere.
Non compiendolo, sai bene a cosa si andrà incontro. E’ esattamente questo – il tuo lato umano - ciò che ti impedisce di tirarti indietro.
Allo stesso modo, però, desideri che tutto ciò abbia fine. Ma non puoi nemmeno considerarti un mostro, perché loro possono provare un briciolo di pietà.
E’ la più grande contraddizione del mondo, Rose.
Devi abbracciare la tua natura, se vuoi liberarti dei freni che il tuo passato da umana ti impone.
Abbracciala...

Abbracciala.
Abbracciala.

~

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Siamo seri, signor Krauser…
Fu la sua voce a farsi strada nell’eco di quelle parole vuote, subito dopo l’originale e imprevedibile frase ad effetto del povero Jack.
Era una voce calma, suadente, e parlava lentamente – come assicurandosi che all’altro non sfuggisse nemmeno una parola.
C’è ancora molto da imparare.
Lascia che ti illustri come i grandi risolvono le cose da grandi. Vuoi?

E le disse con gusto, senza nascondere un gran sorriso: sapeva che provocarlo sarebbe stato divertente.
Si sarebbe messo a urlare, diventando rosso in volto, o più probabilmente sarebbe scoppiato a piangere.
Brutto essere umiliati, eh sì. Da una donna, poi!
Quale sacrilegio, Jack.
Quegli occhietti neri che lo guardavano, poi, sembravano prendersi gioco di lui, brillanti di una luce intelligente e beffarda.
Una luce che sembrava ritirarsi lontano dall’iride, lasciando dietro di sé soltanto un tetro baluginio purpureo – e quello era. Un lampo scuro, nient’altro che un lume inesistente. E dannatamente inquietante.
Ma che importava, in fondo. I grandi uomini non si fanno certo spaventare da simili bazzecole.
Sciocca che era stata, anche solo a pensarlo.
E che ridere, in cuor suo. Non si divertiva da tanto, troppo tempo per non permettersi di cogliere al volo l'occasione.
E non solo quella, oh no.
Era lento, e goffo; avrebbe potuto eluderlo senza versare una goccia di sudore.
Eppure era lì per giocare, non per abbattere i muri. Non ancora, almeno.
Giocare comporta l'esposizione a rischi di varia natura. Come quello di una pugnalata nei pressi dell'addome, null'altro che un necessario sacrificio lungo il percorso che avrebbe portato alla più sonora umiliazione mai ricevuta da Berretto Rosso.
Vide quell'altro braccio muoversi con largo anticipo, ma lo lasciò fare.
Cercava di afferrare la lancia, e che ci riuscisse pure; avrebbe scoperto a sue spese che nella lista delle tante azioni intelligenti che poteva intraprendere, aveva scelto l'unica che non vi figurava.
La mano si avvicinava, lei non ritrasse l'asta: touchè.
Contemporaneamente, il suo bacino ruotava lateralmente e si inclinava appena indietro, grazie anche a un sottile piegamento della gambe.
La risultante fu un lungo sfregio sul fianco sinistro, prontamente affogato in un denso liquido nerastro che aveva preso a colare imperterrito.
Un pò di dolore, il sale della vita.
Il resto accadde un istante dopo; aveva reagito così velocemente - e ferocemente - da spazzare via l'ultimo briciolo della sua umanità.
Un animale, che divaricò le gambe spostando il proprio peso all'indietro, alzando il braccio sinistro e stendendolo davanti a sè a palmo aperto, crepitante di elemento arcano.
Abbassandosi su sè stessa, potè porre la mano diagonalmente, così da liberare una fiumana di pura energia in traiettoria tale da portargli via il braccio armato - con tanto di coltello - e buona parte di quel suo brutto muso.
Mentre il proiettile mistico lasciava il palmo e - a distanza zero - si delineava nell'aria procedendo ritto, rapido e crepitante, dalla lancia stretta nel palmo avverso prese a fuoriuscire una densa nebbia violacea, veloce e improvvisa, che nel giro di pochi millisecondi li avrebbe inglobati entrambi.
Oh, bè. Il suo dovere lo aveva comunque già fatto, quella preziosa arma.

Lei si limitò a schiudere le labbra rosee, pronunciando una formula magica.
Corri, coniglietto.
Magica poichè aveva il potere di scatenare l'ira degli omaccioni nerboruti.
Corri.
Perchè se incazzati, sono più buffi.



SPOILER (click to view)
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Fisico: Ferita di Bassa entità al fianco sinistro.
Consumi del turno: Alto, Medio.
Energia: 55%
Equipaggiamento
: Broken Butterfly (lancia di 250 cm)


.::.(Abilità passive)
    ≈ Play loud, Evil's Symphonic Poem
    Già citata; potenziamento generico alla velocità.

    Evanescence
    Già citata; immagine fisica distorta, difficoltà di distinguere l'esatta provenienza/profondità dei colpi.

    ≈ The last seal - Sesto senso
    Già citata; auspex pari a 20 metri, vaga percezione degli stati d'animo.

.::.(Tecniche)
    The Ebony Line
    La mano viene sollevata e puntata - palmo aperto - nella direzione desiderata.
    Dopo un brevissimo tempo di quiete, talmente infinitesimale da risultare irrilevante, come un fiume in piena il velo porpora - nella sua forma più pura, grezza ed incontaminata - prorompe violentemente dal palmo dell'araldo, delineandosi nell'aria secondo una geometria dettata dal caso, seguendo però una traiettoria rettilinea.
    Estendendosi per una quantità di metri variabile a seconda del consumo, e bruciando come un fuoco infernale, divora e consuma qualunque manifestazione, fisica e non, che abbia l'ardire di ostacolarne il passaggio. La furia distruttrice della disgrazia energoforme è totalmente dipendente dalla quantità di mana sacrificata per darvi origine.
    ~ Consumo Variabile -> Medio

    Atmos-fear
    Evoca in un punto predeterminato del campo -in un raggio massimo di dieci metri- una nebbia violacea estremamente densa, la quale compare in seguito a un tremolio dell'aria e ingloba un'area di due metri quadri.
    Quando il miasma penetra nell'organismo - per inalazione o attraverso i pori della pelle - ottenebra completamente le percezioni per quel turno e quello successivo. La realtà apparte nerasta e distorta, i sensi vanno completamente in tilt e lo stesso dicasi per la psiche che diviene incapace di ragionare in maniera coerente, prova soltanto un sentimento: il terrore estremo nei confronti di qualcosa di indefinito e surreale. Il corpo non risponde più ai comandi, o vi risponde molto difficilmente.
    ~ Consumo Alto

Note: Non mi occorre che giustifichi off-gdr ogni azione che compi, vai tranquillo. =P
"Atmos-fear", come mi è stato fatto notare nei giudizi del precedente duello, necessitava di un tramite. Ora ce l'ha: è la lancia.
C'è una citazione, da qualche parte.
Come sempre, se hai dubbi, MP o msn.
 
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¬E s c a p e
view post Posted on 11/1/2010, 17:29




CITAZIONE
Mi duole farlo ma mi ritiro dal torneo, come ti ho scritto qualche ore fa' su msn - non eri Online, appena entri vedrai il messaggio mandato verso le 13.00 circa.
Questo perchè? Semplice, non riesco a ruolare al meglio Krauser, non è un personaggio adatto a me. In più, in questo periodo sono parecchio incasinato e non riuscirei assolutamente a postare in tre giorni, specie se per un combattimento. Non voglio tirarla per le lunghe e quindi mi ritiro ora. Non voglio che si creda però che l'ho fatto per codardia o poichè non avrei saputo replicare - il post non l'ho ancora letto -, come prova di ciò, il messaggio che ti ho mandato su msn, qualche ore prima che tu postassi.
E' stato bello finchè è durato, sono sicuro che combatteremo ancora in futuro, magari però con tempi di risposta più "umani".
See ya!

 
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- Madhatter -
view post Posted on 27/1/2010, 15:03




Røse
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Rose
Black Monster
A causa del ritiro di uno dei due contendenti, e per l’evidente insufficienza di materiale,
il Corpo-Giuria si vede costretto ad assegnare una vittoria a tavolino.


Røse passa il turno qualificandosi per i Quarti.
¬E s c a p e
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Jack Krauser
Perfect Soldier
 
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Røse
view post Posted on 27/1/2010, 20:05




Già finito?
Già finito.
Non perse tempo a considerare la situazione, nè si pose troppe inutili domande circa il perchè e il percome i colpi fossero andati a segno così perfettamente - così brillantemente.
Lei era diretta, andava subito al sodo, e le sue armi non erano da meno; e dire che avrebbe volentieri proseguito la giostra equivarrebbe a dire una bugia di quelle grosse grosse, con le gambe corte corte.
Non ci sarebbe voluto un grande intelletto a capire che la sua espressione insofferente esprimeva tutta la voglia che aveva di proseguire l'insensato scambio di opinioni - forse, sarebbe bastato persino quello dell'omaccione.
Oppure, più semplicemente, lui aveva appena perduto la capacità di pensare in modo lucido, come testimoniato dai suoi occhi scuri, liquidi di paura e apparentemente imploranti pietà.
Eppure, li conosceva bene quegli archetipi: troppo orgogliosi per dire 'basta', troppo poco furbi per farlo prima che fosse troppo tardi; e il soldatino, quel limite, lo aveva superato da un pezzo.
L'agglomerato d'energia lo colpì dove previsto, portandogli via la metà sinistra del viso e infierendo sul braccio che si era trovato sulla strada, trasfigurando lo stesso in un ammasso di carne e ossa fumanti.
Niente sangue, però: Rose era troppo elegante per permettersi di farli sanguinare; il Mostro, però, la pensava diversamente.
Non appena lo vide collassare sulle proprie gambe, retto solo dalle ginocchia tremanti e incapace di reagire, trasse un bel sospiro e prese ad avvicinarglisi lentamente, ponendogli una mano sulla nuca e compiendo un paio di giri attorno. Passi lenti, misurati.
Credetemi: per fare perdere la pazienza a lei, bisognava impegnarsi non poco; c’erano però individui che riuscivano a farlo senza rendersene conto, semplicemente recitando la parte di sé stessi.
Si chinò appena, sfiorandogli le labbra con un rapido bacio. Chissà che effetto doveva fargli, a lui. In fondo, non aveva chiaramente espresso l’intenzione di possederla, fin dall’inizio?
Ed essere posseduti, invece? Chissà cosa si prova, signor Krauser.

Sarebbero bastati pochi semplici gesti, a distruggere ogni briciola del suo orgoglio e della sua virilità. Un piacere innegabile e da assaporarsi lentamente – per lei.
La mano che prima accarezzava la nuca scese, serrandosi con forza attorno al grosso collo d’oca del militare. Le unghie incisero profondi segni rossi nella carne, mentre faceva forza e gli spingeva il busto contro il terreno, avendo però cura di lasciare esposto il grosso posteriore del soldato.
Così messo, non era poi dissimile da una grossa pecorella.
Pensarlo non la fece sorridere, tuttavia.
Si allontanò di poco, dandogli le spalle e socchiudendo le palpebre, non prima di essersi presa il coltello come souvenir.
Quando si voltò lo vide nella stessa posizione, incapace di parlare o muoversi.
Strinse la lancia.
Con entrambe le mani.
La sollevò.
La indirizzò dove pressapoco avrebbe dovuto trovarsi l’ano dell’uomo riverso a terra.

E, senza pensarci nemmeno un secondo, lo penetrò con quanta forza aveva in corpo.
Ma non smise di spingere, nemmeno quando la lama finiva invischiata nelle interiora, continuando ad esercitare la stessa, rabbiosa pressione fino a che l’arma non tornò a vedere la luce.
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Dall’altra uscita.


SPOILER (click to view)
I motivi del killing sono spiegati nel post: Rose, provando forte rancore verso chi uccide per divertimento mentre c'è chi - come lei - è obbligato a farlo, ha lasciato emergere la parte più recondita della sua personalità. Mi prendo il pugnale. =)
 
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8 replies since 11/12/2009, 22:21   387 views
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