Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

La Salle des Roses Fanées

« Older   Newer »
  Share  
- Madhatter -
view post Posted on 21/12/2009, 21:48








Gradito Ospite,

la Signoria Vostra è invitata a prendere parte al Gran Ballo in Maschera
indetto nei domini del Clan Toryu,
al reale cospetto del suo sovrano, Lord Ray;
nel corso della cerimonia si festeggerà il termine del giro di eliminatorie
della Giostra interplanare nota come Warrior Day,
giunta odiernamente alla sua quinta edizione.

La serata danzante sarà animata da buona musica e altri intrattenimenti,
e si terrà presso la
Salle des Roses Fanées.

L’evento è aperto a tutti coloro che vorranno parteciparvi,
e le maschere custodiranno il mistero del vostro io...
...o forse no.

“L’uomo è tanto meno sincero quanto più parla di sé...

...ma dategli una maschera, e vi dirà la verità.

E voi che maschere sarete?
Bugiarde al punto da parer autentiche,
o così sincere da sembrare menzogna?


image








Salle des Roses Fanées

Un altro anno è trascorso e, come una tradizione in via di consolidarsi, una nuova sala è stata allestita con ogni sfarzo per un nuovo Gran Ballo di Gala, per l’ennesima edizione del Warrior Day... ancora una volta in un regno lontano, esotico, e denso di mistero e magia.
Gli inviti sono stati recapitati a ciascuno degli atleti nelle loro rispettive stanze, ma ciononostante le doppie porte -imponenti e pesanti, cesellate nel mogano tirato a lucido- aprono i loro battenti dai riflessi purpurei a chiunque voglia prendere parte ai festeggiamenti, sempre sotto la supervisione delle guardie -abbigliate in alte uniformi dai toni aurei e scarlatti- che sorvegliano gli ingressi, vigili ed impassibili, più rassomiglianti a motivi decorativi della festa che a veri e propri gendarmi.
Superati i soldati in livrea, non dovete far altro che scostare il drappo di velluto scarlatto che ancora cela la stanza ai vostri occhi per ritrovarvi a calcare i più pregiati marmi del pavimento, lisci e lucidi come uno specchio; la tenda rossa scivola dolcemente alle vostre spalle con un fruscio leggero, richiudendo l’uscio, ed è allora che la musica, il tepore delle luci, e il profumo intenso di rose vi avvolge, dandovi alla testa come una sorsata di buon vino.
Immediatamente, un paggio in abiti color borgogna e guanti bianchi vi raggiunge per accogliervi con un ossequioso inchino e pregarvi di consegnare le vostre armi; ogni oggetto ritenuto pericoloso sarà infatti preso temporaneamente in custodia e restituito a ricevimento concluso. Sbrigate le formalità, vi ritrovate liberi di dirigervi dove preferite per godere appieno di ciò che la festa offre:
ricchi tavoli da buffet, musica sulle cui note danzare, invitati con cui fare conversazioni e incontri interessanti, e... la possibilità di vedere il Re del Clan Toryu assiso sul suo trono, che domina su tutta la sala dalla terrazza superiore del palco; da lì egli pronuncerà il suo discorso per celebrare l’evento.
Lo stage sottostante, una decina di gradini più in basso rispetto a sua maestà Ray, è occupato dal Maestro di Cerimonia, il Pierrot dal volto dipinto di bianco e di nero, che resta dritto come un fuso in mezzo a due tavoli, su cui giacciono due grosse ceste di vimini il cui contenuto è nascosto da un drappo velo di seta rossa; là avverrà la distribuzione delle maschere cerimoniali per il Duetto.
Più in basso ancora, ai piedi del palco, celata allo sguardo dai separé rivestiti di velluto scarlatto è ospitata la folta orchestra che è stata riunita per allietare la serata, intrattenendo i convitati con della musica leggera di sottofondo fino all'inizio delle danze vere e proprie, quando si esibirà nei suoi valzer di repertorio.
Il resto dell’enorme ambiente, rischiarato da elaborati lampadari a più bracci da cui pendono gocce di chiaro cristallo di rocca, è diviso in tre navate da due file di alte ed imponenti colonne, decorate da nastri cremisi che risalgono a spirale dalla base fino al soffitto; la navata centrale è anche quella principale: larga tre volte le sorelle, essa ospita la pista da ballo, un ampio specchio di marmo delimitato ad intervalli regolari da tavole imbandite con bevande e pietanze prelibate per qualsiasi palato, disposte in zuppiere, plateau d'argento e lucidi piatti in ceramica, sorvegliati da molti servitori in livrea, pronti a rifornire di vivande ciò che dovesse terminare che si alternano ai colleghi che -armati di vassoi- vagano tra la folla porgendo calici e stuzzichini e ritirando bicchieri e piatti vuoti.
Ai margini della sala, nelle due navate più piccole, sono stati allestiti anche dei salotti di conversazione appartati: semicerchi formati da poltroncine e divani di velluto rigorosamente rosso e corredati di solidi tavolini di cristallo, messi a disposizione di quanti non amano la confusione.
E ovunque, sui centro tavola, tra i festoni alle pareti, sui tavolini, nei vasi... centinaia di rose purpuree.





image



Programma della Serata
Specifica Off-GDR


21/12/09
Inizio della festa danzante presso la Salle des Roses Fanées

23/12/09
Ingresso dei Re e pronuncia del Discorso Augurale
Distribuzione delle Maschere Cerimoniali

28/12/09
Rivelazione degli abbinamenti del Duetto di Maschere per il Primo Giro di Danze

05/01/10
Spettacolo Pirotecnico per salutare la Mezzanotte e la fine dell’Evento

10/01/10
Chiusura del Ballo


image

 
Top
Andre_03
view post Posted on 21/12/2009, 23:15




Si era messo in ghingheri.
Felpa nera, tamarra abbastanza da farlo sembrare uscito da un qualche filmetto di serie B e stivali scuri, in tinta -quasi- unita coi jeans. La giacca, volutamente slacciata, lasciava prendere aria ai pettorali nudi. Decisamente non l'abbigliamento adatto a una serata di gala come quella che si apprestava a vivere, ma il meglio del meglio per uno stronzo come lui. Un pinche cercatore di tesori, un assassino e -prima ancora- un mostro.
Ben calcata in volto dal cappuccio, indossava una maschera bianca dalle decorazioni cremisi. C'era scritto nell'invito. Lui aveva preso la cosa molto seriamente e se l'era procurato, quel pezzo di ceramica.
Gli piaceva, l'idea di essere uno come gli altri. Un nessuno fra tanti nessuno. L'anonimato rendeva quell'evento mondano molto più attrattivo di quanto non sarebbe stato altrimenti, per uno a cui la solitudine era spesso l'unico spazio concesso.



Fece il suo ingresso senza degnare di un'occhiata i guardiani.
Non aveva la Gorger, con sé. Tutte le armi di cui avrebbe avuto bisogno gliele aveva fornite madre natura: nocche e tibie. Del resto avrebbe tranquillamente fatto a meno. Anche se, ovviamente, non era lì per scatenare risse. Il ginocchio gli faceva ancora male -zoppicava in maniera impercettibile- e l'idea di comprometterlo in vista del secondo incontro non lo esaltava particolarmente. Così come i lustrini e le chincaglierie di quella sala. Lampadari d'oro e d'argento, profumo di rose, pavimenti di marmo lucido (di quello su cui ci si sarebbe anche potuti specchiare) e tutta una serie di sfarzosità che Dodici non poté fare a meno di odiare. Lui detestava i fronzoli, le cose inutili. Ma si era ripromesso di stare al gioco, per una sera.
D'altronde era da anni che non usciva..
dalla sua cella.

Trovò posto in piedi, subito presso uno dei tavoli del buffet.
C'era ogni genere di leccornia, persino qualche dolce o stuzzichino che non aveva mai visto in vita sua. L'imbarazzo della scelta lo colse impreparato, così stette qualche minuto a osservare -imbarazzato- le tavole imbandite senza sapere che diamine mangiare. Osservava. Pensava. Osservava. Pensava. Quando prese una decisione era di fronte alle tartine col caviale sopra, delle delizie che non assaggiava da quella volta in cui era stato spedito ad ammazzare un qualche cuoco del ventiduesimo secolo. Ne afferrò una, soddisfatto e già ne pregustava il primo morso...quando qualcosa glielo impedì.
Nel portare il cibo alla bocca si rese conto -troppo tardi- di aver scelto una maschera
senza aperture oltre a quelle per gli occhi.
«Merda...»



SPOILER (click to view)
Mi prendo la libertà di inaugurare questo Ballo, tanto per fare gli onori di casa. :v:
Buon divertimento a tutti e...occhio alle maschere che scegliete!
 
Top
- Destino -
view post Posted on 22/12/2009, 02:14




image

~ PNG

Nome: ????
Status: Imbucata
Fisico: Illesa
Mente: Svampita
Maschera: Nessuna



image
Ondeggiava per i corridoi come se fosse brilla,
o preda di qualche esaltazione indotta da stupefacenti,
muovendo i piedini sul marmo lucido al ritmo di una musica
che probabilmente era la sola a sentire,
intrappolate come restavano quelle successioni di note nella sua testolina rosa,
rosa come lo zucchero filato.

Superò le guardie che fiancheggiavano l’ingresso, scostò il drappo rosso,
e si ritrovò avvolta nel clima tiepido e allegro della festa;
una zaffata intensa di profumo di rose le soffocò il respiro,
e immediatamente la fanciulla sgranò gli occhioni color acqua marina,
meravigliata e rapita dalla contemplazione dei bellissimi lampadari,
a ridosso dell’alto soffitto.

Nel suo avanzare col naso per aria, senza guardare dove metteva i piedi,
la giovane finì nei pressi del buffet, e andò a sbattere contro
qualcuno;
la sua statura contenuta a una distanza di 174 centimetri dal suolo
aiutò molto a limitare il danno: l’urto non era stato violento...

-e c’era da dire che il davanzale aveva pure ammortizzato-

L’onomatopea di uno “splat” attirò la sua attenzione verso il pavimento,
precisamente sulla tartina che aveva appena fatto cadere di mano
a quello che aveva urtato,
la quale si era spiaccicata sul marmo -naturalmente dalla parte farcita!

Assumendo una posa difensiva,
la giovane sollevò le iridi chiare per vedere contro chi fosse finita,
ma quello le dava le spalle,
e così non distinse altro che il retro di un cappuccio nero.

Così si immobilizzò dove stava,
con un’espressione mortificata e curiosa sul faccino da cerbiatto.


"Ehm..."
 
Top
view post Posted on 22/12/2009, 12:55

戯け者
······

Group:
Member
Posts:
2,616

Status:


Narrato
*Pensato*
"Parlato"

Asgradel, Camera d'Albergo

Rotolò nel letto, portando l’invito più vicino alle iridi per scrutarlo meglio. Non era certamente la prima volta che si prestava ad eventi pubblici, abituato a galà di alta classe un giorno si e l’altro pure. Tuttavia, questa era la prima volta che avrebbe partecipato ad un ballo che coinvolgeva persone di più mondi, ed una certa curiosità lo divorava. Divertente poi come in quel massacro, gli organizzatori avessero trovato tempo per una programmazione così mondana e quasi superflua.

Balzò fuori dalle coperte ed aprì una delle grosse valigie che aveva portato con sé. Fosse per lui si sarebbe recato anche in pigiama, ma sapeva che il Madhatter era vanitoso e non gliel’avrebbe perdonato. Estrasse quindi il vestito di gran gala, quello che era solito indossare ai ricevimenti degli altri duchi.

Camicia di seta nera, con merletti e sbuffi alle maniche, dello stesso colore del gilè con ricami argentati. Il tutto sovrastato da una giacca bianca fasciante con bottoni neri, risvolti alle maniche in seta e terminante con due code come un frac. I candidi pantaloni finivano poco sotto al ginocchio, stringendosi alla gamba, dove un vistoso fiocco faceva da decorazione. La restante parte degli arti inferiori era coperta da morbide ghette bottonate, con la punta ed il tacco delle scarpe di satin nero che spuntavano dal tutto. Infine, il niveo cilindro per coprire il capo; adornato da una fascia di seta nera ed un paio di rose rosse, colte di giornata. Amava un tocco cremisi nel vestito.


image

Una seconda valigia venne scoperchiata, contenente le più svariate maschere; da quelle complete e semplici a quelle composte da piume e lamine d’oro. La prima scelta ricadde su una di porcellana, con un poco rassicurante ghigno in volto. Il gorgoglio dello stomaco gli ricordò di non aver messo ancora niente sotto i denti, portandolo ad optare per una più utile bauta bianca e rossa con intarsi in platino.

Delle armi non avrebbe avuto bisogno, perciò, al posto della sciabola da cerimonia, sistemò un pupazzo raffigurante un vecchietto incoronato. Dopotutto, l’ospite principale sarebbe stato un Re.


Asgradel, La Salle des Roses Fanées

Scostò delicatamente la tenda che lo separava dalla sala, ignorando le guardie, non per mancanza di educazione, ma per pura abitudine. Da quando un nobile si rivolgeva al resto della gente? La sala era enorme e sontuosa; decorata con rose rosse ed addolcita da una delicata musica di sottofondo, non avrebbe sfigurato a confronto dei migliori party di Londra.

Eppure, in quel momento, ad Edward non interessava nulla di tutto questo. Lo stomaco chiedeva a gran voce qualcosa da mettere sotto i denti, punto in genere dolente in tutte le feste di alta classe. Cibo scelto non per il sapore, ma bensì unicamente per l’alto costo. Eppure questa volta…


image

“Kyaaaaaaaa~”

Un grido di gioia accompagnò la corsa ai tavoli di dolciumi, che comprendevano svariate qualità di torte ed un abbondante quantità di pudding. Senza indugiare oltre, afferrò la forchetta ed iniziò ad ingozzarsi in modo poco elegante.

In fondo la fame univa tutti, poveri e ricchi.

EDIT: aggiunta l'immy della maschera in spoiler ^^

SPOILER (click to view)
image



Edited by † Luxifer † - 22/12/2009, 15:17
 
Top
view post Posted on 22/12/2009, 13:57
Avatar

Esempio
·········

Group:
Member
Posts:
19,427
Location:
Palermo

Status:


Comparve innanzi alle porte con la medesima grazia di un cigno. Queste, come trascinate da uno spettro, spalancarono i battenti innanzi alla sua figura, aprendo il suo sguardo ad un drappo rosso. Rivolse solo un breve saluto alle guardie, levando la mancina, e s'avvicinò al tessuto, da cui già trapelavano suoni ovattati. Scostò il tendaggio con un colpo leggero della mancina e, in un istante, fu immerso in un ambiente idilliaco dalle tonalità principesche: una leggera sinfonia, colma di voci leggere e strumenti dai suoni soavi, lo avvolse, e un fitto profumo di rose ravvivò i suoi sensi, investendolo quasi bruscamente. Entrambi sembravano colmare l'aria, donando, insieme alle luci e al loro lieve calore, una sfumatura esotica a quella grande sala, la Salle des Roses Fanées.
La sala, d'altronde, era magnifica così come la sinfonia che sembrava descriverla con le sue note celestiali. Grandi navate provviste di colonnato, finemente decorate, lunghe piste da ballo pavimentate in marmo, ampi tavoli riservati al buffet e, in fondo alla sala, una terrazza rialzata dove dove un magnifico trono costituiva il seggio di colui che presiedeva il ballo, il suo grande re, il Re che non perde mai.
Sennar, rivolto un inchino in risposta agli ossequi del paggio, proseguì per la sala mentre le sue scarpe da ballo, ticchettando dolcemente sul marmo, producevano un gradevole tic-tac cadenzato che lo seguiva. Indossava dei calzoni di un nero analogo a quello della giacca, anch'essa completamente nera, in lana. Dalla giacca, completamente aperta, trapelava una camicia nera di seta che, mancante di alcuni bottoni in cima, lasciava intravedere parte del petto. Per quanto amasse mostrarsi in quegli abiti, avrebbe preferito presentarsi in armatura, ma sventuratamente non ne disponeva. Indossava, invece, una maschera argentea piuttosto curiosa, che ritraeva un semplice volto umano. D'altronde, Sennar era un uomo che non amava mettersi in mostra.
Ancora rimaneva immobile, come scolpito nell'aria, ad osservare affascinato e meravigliato quel magnifico splendore, decorato in maniera squisita, che era quella sala. Quasi nolente, Sennar distolse gli occhi, perle blu ceruleo, e in un'istante il suo sguardo piombò sulle tavole squisitamente imbandite. Senza dar conto alle persone che si trovavano nella sala, l'uomo s'avvicinò con passo regale, serioso, ad uno dei tavoli, dove un tizio stravagante con una maschera bianca in viso ed una donna che appariva brilla ai più sembravano farsi compagnia.
Sennar si versò un bicchiere di vino e iniziò a sorseggiare lentamente, godendosi il pizzicore che il liquido violaceo gli induceva a sentire nel palato e aspettando che giungesse qualcuno di interessante.
Era decisamente fuori luogo in una festa come quella, sì.

SPOILER (click to view)
image
Ecco la maschera. L'ho cambiata in corner



Edited by Ma¡onese - 22/12/2009, 15:31
 
Top
~ D a l y s
view post Posted on 22/12/2009, 14:56





e cerca la sua maschera, l'orgoglio, lo stile,
impegnati sempre a vincere e mai a morire.


Le era sempre piaciuto raccontare le favole.
Sentire quella piccola mano dentro la sua, il fiato farsi più lieve nei momenti di tensione, gli occhi riempirsi di lacrime commosse alla conclusione. Aveva amato le favole perché amava Lei, la sorella perduta per mano di un uomo di cui aveva voluto fidarsi. Le raccontava una favola ogni sera, per cullarla in sogni lieti, in sogni dove il principe azzurro sarebbe venuto a salvarla.
Ma anche in quel tempo felice, di tutte le eleganti e buone principesse, una non l’aveva mai tollerata. La chiamavano Biancaneve. Snow Withe. Bianca come la neve. Inconsciamente rifuggiva da quel personaggio senza comprenderne il motivo.
Quel pomeriggio, nella sua stanza, era giunta alla conclusione. Bianca. Neve. Così pura da non desiderare il peccato, così fortunata da salvarsi in ogni occasione, così bella da suscitare niente altro che amore. La invidiava. Una fanciulla nel corpo di una splendida donna. Un destino di felicità eterna. Purezza. Candore. Quello che lei aveva perduto in un solo istante, contemporaneamente. E che non avrebbe più riavuto.
E così, in pochi secondi, aveva deciso quale sarebbe stata la sua maschera. L’aveva trovato intrigante. Si era dipinta il volto e il corpo della candida tintura della geisha. Candida come la neve, ma assai meno innocente. Uno strato uniforme, che risparmiava solo il rosso fuoco delle labbra. Dove nemmeno un’imperfezione sarebbe stata visibile.
E poi i capelli, pettinati in morbide onde, retti da un solo nastro scarlatto. Come il vestito, il ricco vestito che scopriva la scollatura invitante e dipinta di bianco. Solo le braccia e le mani non erano state ricoperte di colore e conservavano la tinta ambrata e tiepida dell’oriente.
Rosso.


image

Come le tende che ora scostava, invitata a quella insolita danza, in quella veste apparentemente inadatta a lei. La veste che si era scelta con ironia e con rabbia. Ne avrebbe riso, ne era certa.
I valletti in livrea parevano attenderla, perché si inchinarono al suo arrivo, quando consegnò l’invito. Lei era tra i combattenti, tra le persone autorizzate, anzi richiamate per essere lì. Non aveva armi, completamente indifesa. Candida. Come la neve.
Sollevò leggermente la gonna, facendosi strada tra i servitori e i pochi invitati già presenti. Sollevò il viso, la maschera, scarlatta anch’essa, che puntava verso il soffitto. Le decorazioni. Le sue labbra si piegarono in un sorriso.
Rose.
Quale deliziosa coincidenza. Rose come il profumo che emanava da tutto il suo corpo. Rosse. Rosa. Stupende. Inspirò. Aveva scelto una maschera che le coprisse solo la parte superiore del viso, ma senza nascondere gli occhi taglienti, espressivi.
Sarebbe stata una Biancaneve originale, senza ombra di dubbio. Attraversò l’ampia navata centrale, senza curarsi minimamente di attirare l’attenzione, anzi, cercando già con lo sguardo quelli che sarebbero stati un giorno i suoi avversari, per una notte i suoi ballerini. Con la mano destra afferrò una mela da uno dei vassoi.
Rossa.
Se la portò alle labbra, un altro sarcastico scherzo della natura.
Erano tutti lì attorno, e quasi tutti uomini. Sollevò gli occhi, mentre poggiava appena le labbra sulla buccia liscia del frutto. Come una roulette russa pescava alla cieca. Con chi avrebbe incrociato per prima lo sguardo?



SPOILER (click to view)
Finalmente mi unisco alla scena xD!
La maschera dovrebbe essere tipo questa, ma non ho trovato immagini migliori D:
image
 
Top
- Destino -
view post Posted on 22/12/2009, 15:31




image

~ PNG


Nome: ????
Status: Perso in un Sogno
Fisico: Illeso
Mente: Concentrato sull’ambiente
Maschera: il Sole
Interlocutore: ????



Emerse dal velluto nero del mondo onirico
per incontrare quello scarlatto del drappo che si stendeva davanti a lui;
era morbido e piacevolmente caldo al tatto della mano rosea, nuda e forte,
una sensazione fin troppo reale, e nostalgica, che quasi non ricordava più.

Non era sicuro di dove fosse, né del perché di fosse finito:
ricordava di essersi messo in viaggio con un drappello di guardie
e accampato attorno al fuoco subito dopo aver vegliato per due turni di ronda,
e adesso...

Scostò il velo scarlatto, e si ritrovò in una sala luminosa e affollata:
il tepore, la musica e il profumo delle rose lo avvolse,
e la sensazione familiare della Risonanza fu bastante a placare ogni dubbio.

Avanzò all’interno dell’atrio, volgendo gli occhi cerulei all’alta volta a botte,
declinò l’invito del paggio con un gesto cortese -non aveva armi con sé-
e sollevò la mano per aggiustare la postura della maschera sul viso,
notando solo allora che anche i suoi vestiti erano cambiati
in qualcosa di molto più elegante dei comodi e funzionali abiti da “caccia”:
il tipico abbigliamento da nobiluomo del suo tempo, ciò che avrebbe tenuto al castello,
se non avesse fatto la sua scelta fatidica quasi un’eternità prima.

Dopo un attimo di concentrazione,
svoltò verso una delle navate laterali e si ripromise di godersi la festa:
non c’era nessun pericolo da sventare, né compiti da assolvere,
e la presenza degli
altri lo faceva sentire sereno e rilassato.

Lì era...
come a casa.




image
~ PNG

Nome: Kirakisho
Status: Agente Inviato
Fisico: Illesa
Mente: Incuriosita da Edward
Maschera: la propria
Interlocutore: Edward Cavendish



L’unico occhio dorato della piccola
indugiò sulla figura elegantemente vestita di bianco e nero
in sosta accanto ai tavoli del buffet,
che si dilettava a insidiare con particolar predilezione i dolci,
mangiando a quattro palmenti con gusto e puro entusiasmo.

E un po’ lo invidiò.

La bimba dai lunghi capelli, morbidi e rosa come lo zucchero filato,
era emersa dalla superficie specchiante del pavimento;
questa volta, però, le era stato dato il permesso -e un involucro!- per l’occasione:
poteva godersi la festicciola insieme agli altri Nii-san e alle altre Nee-san,
poteva assaggiare cose buone, incontrare nuovi Nii-san e nuove Nee-san,
e poteva persino rincontrare in Nii-san che lì era il più importante di tutti,
e che sedeva oltre il Cappellaio, su quella sedia di pietra lassù in alto.

Solo una cosa le avevano raccomandato il Card Master e la Padrona:
di non creare scompiglio e di comportarsi bene...
Per questo, come punto di uscita aveva scelto il riparo
che la bianca tovaglia lunga fino a terra offriva da occhi indiscreti.

Scostando il lembo di stoffa,
la sua testolina color pastello era emersa accanto ad un paio di gambe,
e sollevando il visino nella cui orbita sbocciava una rosa bianca,
l’occhio dorato -l’unico di cui disponesse-
si era soffermato attento e curioso sulla maschera veneziana.


image
"Che cosa mangi, Nii-san? ♥"
 
Top
view post Posted on 22/12/2009, 15:37
Avatar

Esempio
·········

Group:
Member
Posts:
19,082
Location:
Sanremo

Status:


Segue da Qui

Racconti del Warrior Day e successivi
Interludio II~III, Scena Prima ~ L'invito


Esce dal dedalo di gallerie che compongono l'edificio dove si è svolto il primo turno di qualificazioni e, stupita, trova ancora la limousine nera di questa mattina. Unico mostro di metallo in una piazza di posteggi deserta. Con un po' più di fiducia, si avvicina al mezzo - conscia del fatto che l'autista sa come dominarlo - e trova l'uomo ormai addormentato per la lunga attesa.
Apre lo sportello davanti e sale, provocandone così l'improvviso risveglio e un'iniziale agitazione. Inutile cercare di dar scuse di sorta, non le potrebbe mai capire. Senza fare domande quindi - anche perchè viene pagato apposta - mette in moto il motore e parte, con l'hotel come destinazione ultima.

La lascia esattamente sotto l'entrata e, finalmente, può anche lui andare a godere del meritato riposo. L'elfa entra nella Hall, ma non vi trova il ragazzo dalla faccia dipinta, bensì un altro umano che non aveva mai visto prima. E' giovane e impacciato, ma alla fine riesce a farle capire che c'è una lettera per lei, un invito.
Mentre sale le scale che la portano alla sua stanza, apre la busta e - allegato assieme a uno sfarzoso invito - si trova anche una breve lettera, scritta in elfico, dove le viene spiegato che la sera seguente, al castello Toryu, si terrà il consueto ballo in maschera. Lo scritto fa notare inoltre come, nel caso decidesse di partecipare, la direzione le abbia già messo a disposizione un abito per l'occasione, lasciato sul suo letto nel tardo pomeriggio. In un appunto finale però, sempre con le più sentite scuse della direzione, viene anche spiegato che la Cacciatrice è tenuta a lasciare la stanza entro 24 ore - come prevede il regolamento del Warrior Day in caso di sconfitta - e che il nuovo alloggio le sarà assegnato al momento della riconsegna delle chiavi. Poco male, in fin dei conti: dopo il ballo sarebbe subito ripartita.


Mattino finalmente. Deve ammettere che son comodi quegli affari che gli umani chiamano letti. Tremendamente comodi. E soffici.
La sera prima, rientrata in stanza, dalla stanchezza non ha degnato nemmeno di uno sguardo l'abito preparatole per il ballo. Ora invece lo solleva davanti a sè, osserva la fine fattura del tessuto bianco perlaceo - che non sa riconoscere, date le sue uniche esperienze in tal senso con pelle e lana - e gli attribuisce un certo qual merito. Mentre lo prova poggiandoselo semplicemente addosso, bussa alla porta una ragazzina, che dice - grazie a un altro preziosissimo biglietto scritto in elfico - di esser stata mandata lì per aiutarla a prepararsi. Inizia così il trattamento di bellezza per la povera Elen, che mai ha anche solo immaginato l'esistenza di tutto ciò. Si ritrova quindi a farsi lavare i capelli con non-definite sostanze liquide profumate, a vedersi dipingere il volto con strani bastoncini e infine a farsi trattare unghie delle mani, prima con una particolare stecca ruvida e poi con un inchiostro dall'odore sgradevole. Vorrebbe scappare da tutto questo, ma nel biglietto presentatole dalla ragazzina era scritto tassativamente di lasciar fare a lei, senza ribellarsi o protestare, che per presentarsi al ballo è richiesto un certo grado di eleganza. Quindi le tocca tacere e subire in silenzio anche il trattamento riservato ai capelli, che diventano più voluminosi e mossi.
Finito ciò - e siamo già nel primo pomeriggio - arriva infine il momento della prova dell'abito: come detto, è di un bianco perlaceo e si attacca dietro al collo - con un fiocco - e dietro la schiena, al di sotto delle scapole, lasciando il resto del dorso nudo. Davanti, per via dei succitati lacci, si forma uno spacco a "v" all'altezza del petto, che fa risaltare i seni da tanto è aderente in quella zona. Arriva poi fino ai piedi, quasi a toccare terra, coprendo quindi le calzature. Le scarpe, altro problema non da poco per la nostra Elen: mentre lei avrebbe voluto indossare i suoi soliti mocassini, la ragazzina le si è fermamente opposta, facendole infine mettere dei tacchi a spillo neri: inutile dire che, non avendoli mai provati, è costretta a re-imparare a camminare, arrivando comunque solo a muoversi goffamente. Ultimo tocco, prima della prova specchio, due grossi e pesanti orecchini d'argento a forma di cerchio.
Finito tutto questo, davanti alla vetrata riflettente, non si riconosce più, le pare di esser finita nel corpo sbagliato.
Ma non c'è tempo per dubbi ed esitazioni, il tempo è tiranno. Viene quindi portata di corsa giù nella hall, dove lo stesso autista del giorno precedente già la aspetta per condurla a destinazione. Un leggero cenno della mano - col quale si sposta gli immancabili occhiali neri - è l'unico segno di riconoscimento che le mostra.


Arriva in perfetto orario innanzi le porte del castello, da cui già si ode la musica e si scorgon le luci della festa. Il bianco Maniero attende gli atleti, per dare il via alle danze. La sicurezza è però elevata, diverse guardie si trovano sia all'esterno dei cancelli che dentro, tra i cortili delle mura. E' tutto nuovo per la giovane Elen, che di quel luogo aveva solo sentito parlare. Dopo aver mostrato l'invito, viene condotta alla Salle des Roses Fanèes - nome non capito e subito dimenticato dalla ragazza - dove dopo aver superato i drappi rossi dell'entrata, viene accolta da un umano vestito in maniera bizzarra almeno quanto lei, che con un inchino la introduce all'interno. Il profumo di rose pervade l'ambiente e diversi tavoli imbanditi sono disposti ai lati, dove già alcuni si apprestano a mangiare
image
- come un ragazzo che, con poca educazione, si avventa sui dolci - mentre altri sembrano amabilmente conversare. Su un palco, elevati al di sopra della massa, la corte del castello e fra di essi il ragazzo dalla faccia dipinta di bianco e nero, il quale da l'impressione d'indossare egli stesso una maschera. Gli va quindi incontro - visto che è l'unica figura riconosciuta da quegli occhi da cerbiatta che risaltan per merito dell'orpello realizzato in stile veneziano - annaspando goffamente per via dei tacchi con cui non ha ancora preso confidenza. Bella, bellissima in quegli abiti, ma estremamente impacciata, come in un corpo non suo. A un certo punto rischia quasi di perder l'equilibrio e cadere per terra, attirando l'attenzione dei presenti lì attorno.



SPOILER (click to view)
Tecnicamente il mio pg aveva già lasciato l'hotel, ma mi cucisco un piccolo spazio temporale tra la fine del turno e la partenza. Come potevo perder l'occasione di incontrare tutti questi pg? Specie il Re, poi? :wow:

Per farvi un'idea dell'abito su cui mi son basato a grandi linee per la descrizione, ecco a voi. *Link*
 
Top
view post Posted on 22/12/2009, 19:19
Avatar

And...bla..Bla..BLA
·······

Group:
Administrator
Posts:
6,262

Status:


"L'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in prima persona. Dategli una maschera e dirà la verità."
Oscar Wilde

- O -

Un.due.Tre.
..un.Due.tre..

e

Un.due.Tre
..un.Due tre..

e ancora

Un.due.Tre.
..un.Due.tre..


Il morbido frinire dei violini spira quieto nella sala inseguendo il tintinnio ricorrente dei tacchi a spillo.
Scivola languido lungo il riflesso scuro del pavimento, sfiorando con la propria quieta armonia l'incedere silenzioso delle figure su questi posatevisi come libellule a pelo d'acqua, indugiando un attimo nel loro nostalgico ondeggiare e volteggiare finchè, nel bel mezzo di una giravolta, eccolo ritornare di nuovo laddove il ritornello aveva lasciato spazio al sospiro degli invitati.
Ed è come lo spiegarsi di un vento improvviso che le balze delle gonne si gonfiano. Che le sete dei corsetti si tendono. Che i copricapi scivolano in una spirale di piroette a terra, dimenticati.


Eitinel fissò per un momento quell'ormai fin troppo noto vorticare di grazia e bellezza mentre, al suo fianco, il paggio tendeva verso di lei due mani esigenti di considerazione.

No. Non possiedo armi con me.


Parve dire mentre, scoccandogli uno sguardo quieto, la giovane elfa portava le mani al cappuccio che aveva per un istante abbassato così da risistemarselo sulla testa.

No. Non ho intenzione di togliermi il mantello. Grazie comunque.


A guardarla, sarebbe parso che fuori da quel luogo a metà sospeso a metà disteso in una dolce suggestione melodica, facesse un gran freddo.
Che fosse giunto l'inverno e che, all'insaputa di quella grande sala addobbata a festa, nel mondo circostante fioccasse la neve.

No. non ho bisogno di nient'altro. Grazie.


Forse per via di tutto quel bianco.
Forse per via di quel suo incedere lento, calmo, quasi ella volesse trattenere il ricordo di ciò che aveva lasciato fuori piuttosto che accogliere la visione di quel che le si accostava dentro.

Un.due.Tre.
..un.Due.tre..

e

Un.due.Tre
..un.Due tre..

e ancora

Un.due.Tre.
..un.Due.tre..


Con uno sguardo, la candida maschera posta sul suo volto che ondeggiava prima a destra e poi a sinistra, Eitinel memorizzò il cremisi intenso dei drappi, la fastosa abbondanza dei tavoli traboccanti di ogni sorta di leccornia.
Sospingendosi di qualche passo in avanti avvertì la lucida levigatezza del pavimento gelarle i piedi nudi, disadorni di tacchi o altri futili accessori.
Ed infine, oramai al centro della sala, ella vide nello specchio una figura in bianco stagliarsi immobile dinnanzi a lei. Muta nell'aspetto, invisibile nelle fattezze celate dalla maschera atona, dal mantello intonso di macchia alcuna.



Eitinel, signora dell'Eden, in piedi nel centro esatto del regno del Re che non perde Mai.

- O -



SPOILER (click to view)
Ed ecco qui, giusto una Eitinel che si guarda intorno ben consapevole di essere nella tana del lupo^^'
La maschera che ho scelto è ben visibile nelle immagini inserite nel post.
Buon divertimento a tutti :asd:
 
Top
Rosasp¡na
view post Posted on 22/12/2009, 23:05




Un sogno tinto di cremisi.
Questo le parve, mentre le nebbie del sonno si diradavano, consegnandola a un mondo del quale non conosceva il nome.
Non poté scorgere nulla sin quando le calate non si schiusero dinnanzi a lei, liberandola dal bozzolo vellutato nel quale era rinchiusa, e rivelando uno scenario che andava al di là di ogni sua immaginazione.

Le mani corsero subito al volto, d’istinto, solo per aggiungere sorpresa ad altra sorpresa; la punta delle dita seguì le sinuose linee di una maschera adagiata sul suo volto minuto, le cui decorazioni catturavano, tra i rami fioriti e le catene dorate, i lunghi filami color rubino dei suoi capelli.
Sfioravano appena il lucido pavimento con la loro lunghezza, ed erano lasciati liberi e sciolti sulle spalle.

Fece qualche passo avanti, e declinò esitante l’invito del paggio: non aveva armi con sé da lasciare, ma solo la cappa che porse con cura e che nascondeva il morbido vestito di velluto dalla foggia medievale. Sembrava intessuto nel muschio con il suo bel verde, e metteva in risalto le iridi color dello smeraldo che occhieggiavano dalla maschera, come due gemme preziose.

Si guardò intorno, spaesata e soggiogata da tanta opulenza: rose a profusione, ovunque, il cui odore intenso si mescolava al suo stesso profumo di fiori.
Strinse la mani al petto, intimorita: non conosceva né il luogo, né gli altri invitati che l’avevano preceduta, ed essere lì, alla mercé degli sguardi altrui, faceva frullare il suo cuore come le ali di un uccellino in gabbia. Si spostò dalla navata centrale verso una delle laterali, e attese: attese che il destino si svelasse, regalandole un sogno, oppure la schiaffeggiasse con la crudezza della realtà, perché quella – lo sapeva, e ogni fibra del suo essere lo urlava – non poteva essere davvero lei, per quanto triste fosse ammetterlo.
Eppure sperò.
Bramò che quella scheggia di speranza conficcata tra mente e cuore sbocciasse, e il tremito dell’anima che le scioglieva le viscere non fosse solo frutto dell’emozione, perché la struggente nostalgia che la cullava era troppo vera – più di lei stessa – perché non significasse qualcosa.
E così, tra rose e velluti, la bella dama aspettò l’incontro col Destino.
Il Suo.
L’unico che avesse mai desiderato.


SPOILER (click to view)
image
 
Top
- Destino -
view post Posted on 23/12/2009, 01:53




image

~ PNG


Nome: ????
Status: Sognatore
Fisico: Illeso
Mente: Riflessivo
Maschera: il Sole
Interlocutore: Rosaspina



Affogava lo sguardo ceruleo nei riflessi che le luci della sala
creavano sulle sfaccettature di cristallo del calice di vino colmo a metà,
che solo si ergeva sul tavolinetto del salottino.

Si era accomodato da poco sul divanetto rivestito di velluto rosso,
e stava ancora riordinando le idee per decidere il da farsi quando la vide:
una dama meravigliosa, dai lunghissimi capelli scarlatti, e abbigliata di verde.
La vide, e per un attimo perse il filo di ogni altro ragionamento.

Sembrava una dea arborea smarritasi in un luogo alieno e lontano dalla foresta,
ma la bellezza folgorante che l’avvolgeva come un’aureola luminosa
non l’avrebbe comunque mai spinto alla villania
di cedere al desiderio bruciante di avvicinarlesi, toccare i suoi capelli
e stringerla per scoprire se era davvero reale.

...quello no -lui era capace di dominare gli istinti-,
ma cogliere l’ansia che doveva starle martellando il petto sottile,
costringendola a cingersi le braccia attorno al petto per rassicurarsi,
gli suscitava un’apprensione tormentosa che sfociava in desiderio di proteggere.

Gli occhi azzurri dietro la maschera del sole la scortarono
seguendone gli aggraziati movimenti di farfalla mentre lasciava la navata centrale,
rimirandola mentre si faceva più vicina;
al contempo, senza quasi rendersene conto, si era alzato in piedi,
e già avanzava per raggiungerla, ascendendo verso di lei.


« ...Madama. »
le si rivolse una volta vicino, inclinando la schiena in un inchino
« Perdonatemi per l’invadenza; noi non ci conosciamo, ma... Mi sembrate in difficoltà.
Posso aiutarla in qualche maniera? »




image
~ PNG

Nome: ????
Status: Dandy da bisboccia
Fisico: Perfetto :8D:
Mente: Vagamente annoiato
Maschera: Non indovinereste mai.
Interlocutore: Dalys



Sospirò, con palese apatia, rammaricandosi di essere lì senza il suo Socio.
Senza lui, i preparativi delle sue scenografie e le sue fisime modaiole ,
il nobiluomo dalla pelle bronzea aveva finito con l’arrivare troppo presto alla festa,
e così sostava accanto ad uno dei tanti tavoli del buffet con aria indolente,
cercando -invano- nel vino un qualche passatempo utile ad impiegare la serata
quel tanto che bastava ad intrattenersi fino a che l’evento entrasse nel vivo.

Ingenuo, da parte sua, sperare in un’aspettativa così rosea:
il vino era buono, fresco e dolce, ma scorreva nella gola senza entusiasmi;
il cibo era sfizioso, ma lo interessava poco (non era quello il suo peccato capitale)
la musica era piacevole e così anche l’odore delle rose, eppure...

Eppure: no, così non andava...!
Davvero era necessario trovare qualche altra cosa con cui gingillarsi.
Magari una partita a carte con qualcuno dei convitati,
-pensò, dando un’occhiata rapace ai dintorni-
magari... -cogitava prima che l’attenzione gli cadesse su una mela scarlatta
e sulle le labbra tumide che la mordevano in maniera così seducente-

...magari una donna.

Incatenò gli occhi dorati a quelli della geisha,
e le rivolse il suo miglior sorriso da demone seduttore,
poi portò la mano inguantata nella seta bianca alla falda del cilindro,
in un elegante cenno di saluto.

Rapì dal tavolo due calici di cristallo colmi di ottimo vino,
rosso e dolce, di quelli che danno alla testa,
e con passo elegante, fluido e fiero, tipico dei grandi felini,
le si fece incontro porgendole una delle coppe.


"Buonasera, mia bella signora...! E lei che maschera sarebbe?"
 
Top
~ Etna
view post Posted on 23/12/2009, 03:09




Ballo di Gala.
Libero ingresso.
Buffet.


Bastarono queste tre parole, che di bocca in bocca arrivarono sino alla città di Sequerus nel presidio dell'Ovest, a muovere il culo della demonietta.
Vassallo dell'Overlord; questo era, e certamente non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione di sfoggiare il suo titolo e la sua nobiltà ad un evento simile.
Si preparò di tutto punto, e con lei la guardiana, nuova amica e socia, pervasa dallo stesso sentimento di vanità.
Un kimono fu la sua scelta, come quello della sua compagna.

~~~

Tap tap tap

I sandali di legno suonavano ritmicamente sul pavimento di marmo, mentre Etna si avvicinava alla pesante tenda rossa.
La scostò e fu dentro; Yoe si mosse con lei.
Diede un buffetto al paggio:

"Non ho armi, allontanati"

Poi con passi lenti e cadenzati si mosse sino all'incipit della navata centrale:

"Che vergogna nessuno annuncia il nostro ingresso"

Disse sussurrando a Yoe.
Il suo sguardo era carico di curiosità: molte persone già godevano del buffet, della musica e dell'inebriante profumo di fiori che pervadeva la sala; ma si trattava di un gruppetto insolito ed eterogeneo.
Di certo nessuno aveva il loro stile e la loro eleganza: la demonietta e la guardiana erano semplicemente...

*Le migliori*

A passo elegante di mosse verso un cameriere vagante con dei bicchieri contente un liquido trasparente ma evidentemente forte; ne prese uno e subito dopo vide che il ragazzo si stava allontanando.

"Dove vai? Prego, uno anche per la signorina Yoe qui a fianco."

Il cameriere si avvicinò alla ragazza porgendo il vassoio; Etna aspettò che si fosse allontanato per commentare:

"Se fosse stato un prinny gli avrei tolto il cibo per un anno per questo affronto..."

Un pizzico Una secchiata di acidità pervadeva il suo animo quella sera, solo Yoe poteva capirla.

"Vieni Yoe, troviamo un bel posto a sedere"



SPOILER (click to view)
Vedere il post sotto per risposte al quesito. Cosa ti da il diritto di muovere due pg? XD
 
Top
Shui Yoe Tu
view post Posted on 23/12/2009, 03:18




~ Utente non partecipante al WD

Endlos
Presidio dell'Ovest
Undarm: Sorella Nera


Lento è il passo di colei che è Regina di Terra e Mare, così che tutti possano avere il tempo di ammirarne le delicate sembianze ed il dolce profumo, nel continuo andare e venire di Lei presso il mercato di quella città che all'Ovest regna sulle acque.

Vi era, in quelle vie, una turba di mortali che discorreva piacevolmente riguardo ad un evento, da quella moltitudine definito "di grande prestigio", che si sarebbe svolto presso lontani lidi, su pietre che nessuno fra quella folla sapeva come raggiungere, eccetto un giovane ragazzo che, tanto animatamente, stava spiegando ad un altra creatura come poter arrivare in quel luogo. Allora l'Eccelsa si mosse verso questo e, carezzandogli un poco il petto, e sorridendogli furba e conquistatrice, gli chiese spiegazioni più dettagliate:

-Mio diletto, perché non sciogli la lingua anche per la tua Signora? Dimmi, senza indugi, cosa dovrà accadere presso quella terra e quanto dista da questo mare...-

Sgomento lo colse, tanto bella e sensuale era la figura della Guardiana, e tanto melenso e accattivante il tono e le parole di Lei; si fece rosso in volto e balbettò la risposta:

-Ce-certo...E' un ballo...Il ba-ballo che celebra un famoso torneo che vede come partecipanti creature di ogni dimensione: il Warrior Day...Quest'anno si svolgerà nella terra di Asgradel...E' molto lon-lontana da Undarm, perché è su un altro piano...-

Il sorriso di lei, allora, si fece più dolce, e maggiormente magnetico, e proseguì, carezzando ora i capelli del giovane:

-So che non deluderai questo mio volto. Non è vero, mia creatura? Rallegrami, e dimmi che conosci la via per penetrare le dimensioni...Se non erro, poco fa ne parlavi con lui..-

Indicò la creatura accanto al ragazzo, il quale, sempre più schiavo della bellezza e dell'eleganza della Seconda, rivelò la modalità d'accesso:

-Un vecchio mago che abita nel palazzo dietro di noi, può condurti ovunque tu voglia...Chiedi di Asgradel, e dì che ti manda Rufus...-

-Ti ringrazio, mio diletto...Potrai passare sui miei prati e bere dalle mie acque senza rimanerne vittima...-

Un dolce bacio sulla fronte di lui, poi la Seconda accelerò il passo e si dileguò, mentre ancora il ragazzo restava assorto nel ricordo della bellezza dell'Essenza.

Aveva Yoe inoltre appreso dalla folla che l'evento era di libero accesso e che vi erano ricchi buffet da cui servirsi; allora rifletté e subito capì che un'unica compagna avrebbe potuto apprezzare quanto lei tutti i vantaggi di quel lieto ballo: Etna, sua nuova e fedele amica, nonché stimata socia in affari. Così si diresse verso la Sequerus, dove la demonietta abitava, con l'intento di riportarle fedelmente tutto ciò che aveva udito e, con molta facilità, convincerla ad accompagnarla. Come previsto dall'eterna mente, nell'arco di brevissimo tempo si ritrovarono nuovamente ad Undarm, nella casa del mago, per farsi trasportare sulla terra dove il ballo si sarebbe svolto.

Asgradel
La Salle des Roses Fanées


Pochi istanti dopo le due donne posarono i loro piedi sulla tanto citata Asgradel, e tanto accurato fu il vecchio mago, che quando ebbero lasciato Endlos, giunsero a pochi metri dall'ingresso del palazzo sede dell'evento. Superate con elegante nonchalance le guardie di fronte a loro e scostata la bella tenda che si trovava oltre queste, il duo di dame si vide sbarrato il passo da un paggetto, che tanto sicuro di sé chiedeva la consegna di armi; alla fredda risposta di Etna, seguì una ben più sensuale precisazione di Yoe che, fissando dolcemente il ragazzo, disse:

-Ben più micidiale arma è il mio corpo e la mia bellezza di qualunque arco io questa sera non abbia portato con me, ma so che mai vorresti privare questa sala della mia presenza, non è vero? Ora va', e rendi grazie alla carità delle Acque e della Terra!-

Come mortificato, il paggio si dipartì, lasciando che le due donne vedessero un magnifico salone a più navate estendersi sotto i loro occhi, ricco di cibo e rose color della porpora; era questo uno spettacolo che mai gli occhi della Guardiana avevano visto, sebbene nel suo cuore già dall'eterno esistesse come il ricordo di aver ammirato spazi ancora più maestosi ed eleganti di quanto non fosse quello.

Per quell'occasione il Fiore aveva indossato un lungo abito bianco senza maniche, decorato con molteplici fiori rossi che, grazie alla particolare forma, metteva in risalto il bel seno di Lei; aveva due spacchi sulle gambe e ad esso erano abbinate scarpe, rosse anch'esse, con un sottile e slanciato tacco.

SPOILER (click to view)
image


Alle parole della demonietta, infastidita perché nessuna delle due era stata annunciata, aveva risposto con strana tranquillità:

-Meglio così...Avranno più gusto nello scoprire questi due magnifici boccioli...-

La Guardiana non mostrava, quella sera, particolare voglia di condurre il gioco, non per ora almeno, poiché le pareva un ambiente troppo differente dai soliti campi arati e dalle solite onde, ed era in qualche modo intimorita dal poter dire più di quanto non avesse intenzione di far trasparire quella sera. Così si limitò a sorridere maliziosa come era innato in Lei quando Etna le porse il bicchiere colmo di un liquido dal forte odore alcolico, ma dentro si Sé scrutava attentamente ogni singola maschera presente al ballo, ed ogni altra persona dal volto scoperto, da poter accalappiare con la bellezza del suo chiaro viso e dei suo lunghi capelli color del legno, raccolti parzialmente in uno chignon (fermato da due bastoncini incrociati), e lasciati poi scendere liberi e morbidi sotto di questo: mai avrebbe desiderato terminare la serata nel più totale incognito, e sapeva quanto l'amica stessa tenesse ad essere riverita e ammirata per il titolo ricoperto. Quando il Vassallo le propose di prendere posto, silenziosa nelle labbra ed ipnotica nei gesti, la seguì verso uno dei salottini, allestiti per l'occasione; a differenza della demonietta però, Shui Yoe Tu rimase in piedi, delicatamente poggiata sul bracciolo del divanetto dove l'amica era seduta e, sorseggiando il proprio bicchiere, si lasciò inebriare dal profumo delle innumerevoli rose della sala.

 
Top
Sidius G. Custos
view post Posted on 23/12/2009, 08:15





T h e M i n u t e O f D e c a y

B L A C K   R O C K   S H O O T E R

Salle des Roses Fanées:
The Mask_




Attraversò i tendaggi con passo sicuro, lasciando che i fini drappi di stoffa cremisi si richiudessero dietro al suo passaggio.
Il delicato profumo di rose, l'aura tenue e l'atmosfera musicale le ricordarono momenti indimenticabili trascorsi in un paesino dell'Inghilterra del 1899...

Era vestita dei suoi soliti abiti: stivali alti fin sotto al ginocchio, shorts di pelle e bikini... il tutto di un color nero antracite rifinito con particolari bianco perla. Lo spolverino nel frattempo - chiuso sul davanti dalla cerniera a nasconderle il corpo - lasciava lievemente scoperte le spalle fino ai seni, mettendo leggermente in mostra la loro tenue rotondità delicata, facendo ancor più risaltare un piccolo tatuaggio nero a forma di stella, situato proprio dietro la spalla sinistra e dipinto per l'occasione.
Ma mentre avanzava verso il centro della navata principale - priva di armamento alcuno - il particolare di più indubbio interesse e bellezza risiedeva nel suo viso.
Dalla lunga chioma sciolta e corvina Sidius mostrava un lato di sé che nessuno aveva mai visto prima: i suoi occhi erano caldi e pieni, vividi di una misteriosa esalazione turchina che - rassomigliante ad un tripudio di stelle ascendenti - sgorgava solitaria dall'orbita mancina;
le sue labbra - sottili e delicate nel disegno - erano velate da un tenue alone trasparente e lucido,
mentre ad adornarne il capo vi erano due fermagli di ossidiana ritraenti un teschio ed una piastrina lievemente ricurva - recante alcune scritte - i cui particolari rilucevano degli stessi astri illuminanti il suo sguardo,
ed i cui idiomi parevano apparentemente incomprensibili...
Per i più dotti "Fuck the World".

Quella era la sua maschera.
Un'apparenza di evidente esposizione alla folla...
Nessuno poteva sapere che ad esser presente in sala non era Sidius G. Custos,
ma Black Rock Shooter.



Stranamente infatti - memore dei consigli e dei dettami trasmessile da Koudelka - il Thànatos aveva adoperato se stessa ad acconciare i propri capelli per adeguarsi alla massa.
Dopo ciò che era avvenuto durante il proprio scontro, alle eliminatorie, aveva esitato nel rispondere positivamente all'invito che le era stato recapitato e che l'avrebbe condotta al ballo, ma ripensando sempre a ciò che le aveva detto la mora sua insegnante, giunse alla conclusione che anche quella sarebbe stata un'esperienza...
anche se auspicava che fosse meno triste e più istruttiva della precedente.
Si guardò attorno, mentre la spalla destra - ferita durante le eliminatorie - le doleva ancora fasciata dopo le cure mediche, lievemente celata da parte del suo spolverino.
S'incamminò facendo risuonare i suoi alti stivali verso il buffet per cibarsi - altra consuetudine umana che lei aveva ancora difficoltà a far sua - ma ripensando a Zwei ed alla prima volta che ebbe ingurgitato del cibo da ella cacciato, sul suo viso si dipinse un tenue sorriso.
Decise quindi che avrebbe assaggiato qualcosa su cui l'aveva istruita la sua medium preferita, prima della sua partecipazione al torneo:
Il caviale.
In funzione di ciò giunse in prossimità del tavolo delle vivande, ove vide due soggetti - alcuni dei primi - che popolavano la sala da ballo:
Un uomo con il cappuccio ed una maschera bianca, ed una ragazzina - appena caduta a terra.
Li osservò per un lungo istante, ma decise poi di non disturbarli e di rimanere alla sinistra del personaggio dal volto celato, che le aveva indicato - con la propria gaffe - la locazione ove trovare le tanto anelate tartine...
Ne prese una, e la portò alla bocca rivolgendo il proprio sguardo nuovamente verso il personaggio mascherato, che aveva fatto sbattere la sua porzione sulla propria celata.
Dopodiché, con sguardo stranito ed incuriosito al tempo stesso l'addentò con delicatezza, cercando di non sembrare la solita goffa pasticciona.
«Mmh...»
Gusto strano...
aveva bisogno di acqua.
Prese un bicchiere e vi versò del liquido trasparente, successivamente - portatolo appena in prossimità delle labbra - si soffermò ad osservare la propria immagine riflessa sulla superficie di quella bevanda, che - forse grazie al gioco di musiche sognanti, forse per l'atmosfera calda della serata - le sembrò diversa...
Come al solito.
Diversa dalle altre.



SPOILER (click to view)
Eccomi! Anche io ad inaugurare il ballo!
SECSI! :wow:




 
Top
~ D a l y s
view post Posted on 23/12/2009, 12:16





adesso non ha più rivali la tua vanità
e il gioco dello specchio non si ripeterà.


Sollevò lo sguardo.
La voce, così suadente, l’aveva colta quasi di sorpresa. Era così simile a quella che lei normalmente utilizzava con gli uomini da farla rabbrividire. Come gli occhi di lui, color dell’oro, e il suo aspetto curato, forse esageratamente curato, forzatamente annoiato, visibilmente interessato. Era evidente che cercava qualcuna con cui giocare, con cui trascorrere il tempo, con cui divertirsi.
Uno simile a lei, forse più molle.
Ma certo altrettanto consapevole delle opportunità di quel ballo.
Era vestito di bianco, bianco quanto lei era rossa. Le parve un ottimo abbinamento di colori, qualcosa che stuzzicava in qualche modo la sua immaginazione. Biancaneve. Quale miglior cavaliere di un bianco accompagnatore?
Lo guardò raccogliere quasi con noncuranza i bicchieri ricolmi di vino, senza rovesciare nemmeno una goccia, con la grazia felina del predatore che lei aveva a lungo coltivato. Sarebbe stato un gioco interessante cercare di destreggiarsi con quell’uomo che tanto pareva condividere la medesima arte di lei.
Raccolse la coppa, badando a sfiorare le sue dita, quasi fosse un caso, una distrazione. Badando a sorridere in modo malizioso, sensuale, dietro la propria maschera rossa e il proprio volto dipinto di bianco. Voleva che per lui fosse una situazione insolita, sorprendente quanto inizialmente lo era stato per lei.
Si portò il bicchiere alle labbra, poi parve ripensarci, decidersi finalmente a rispondergli. Chinò leggermente il capo di lato, come fosse imbarazzata, in realtà solamente per far ricadere sulla spalla una ciocca di morbidi capelli corvini.



La maschera di Biancaneve, ma immagino non molti la conoscano.
O forse sono io che non la rappresento opportunamente.
La fanciulla più candida del reame…

image



Fece una pausa, bagnandosi appena le labbra nella bevanda che le era stata offerta, asciugandole con un lento movimento della lingua.
Sorrise di nuovo, gli occhi che si fissavano in quelle di lui.



E lei, gentile cavaliere misterioso, che maschera ha deciso di vestire?



Si piegò in avanti, la seta del vestito frusciante sul pavimento, il suo profumo teso ad avvolgerlo.
La più candida del reame.
Provò l’impulso di mettersi a ridere.

 
Top
175 replies since 21/12/2009, 21:48   5432 views
  Share