| Andre_03 |
| | Le Cronache del Sangue » [OpErA pRiMa DeL gIuLLaRe] « Il Re » ]InTeRLuDiO III-IV[ «
Questioni di responsabilità » ScEnA pRiMa « Erano stremati, distrutti. Dal primo all'ultimo Renothep, senza esclusioni, i mezzodemoni di quella pattuglia accusavano vistosi segni di stanchezza. Avevano effettuato sortite, organizzato trappole e creato scompiglio nell'esercito dei Martell. Per cinque lunghi giorni si erano battuti in pochi contro migliaia, abili nell'arte della guerra fra le dune del deserto, riuscendo a rallentare il nemico efficacemente. Ma non fu abbastanza: molti di loro avevano percorso già il Sentiero, abbandonando il mondo materiale per colpa di una spada o di una freccia. Li onoravano combattendo ancora, senza fermarsi. Neppure questo fu abbastanza. Le serpi avevano raggiunto infine le Dune Danzanti, molto più lentamente di quanto potessero aspettarsi, ma troppo in fretta per consentire al popolo degli Sciacalli di abbandonare le proprie terre. Tanti soldati difendevano donne, bambini e anziani. Tutti coloro capaci di impugnare un'arma erano, come da tradizione, stati reclutati sotto allo stendardo nero. Divisi in pattuglie, spediti a morire per prendere tempo contro un nemico troppo più forte di loro. Il Defunto Nero sentiva il peso di tutte quelle anime urlanti sulla propria schiena.
« Orchi rossi! »
Quell'esclamazione lo scosse dal torpore in cui stava cadendo. Si volse a guardare la retroguardia, allarmata e intenta ad osservare con un cannocchiale le schiere nemiche. Per un attimo non comprese il senso dell'affermazione, poi riuscì a formulare una risposta.
« Che diamine...? Quanti sono? »
« Non riesco a capire bene, sembrerebbero almeno un migliaio! Arrivano da Est. »
In quel momento, il Defunto Nero fu colto da inquietudine. Al contrario, i suoi uomini sembravano molto più allegri di quanto avrebbero dovuto essere: parevano improvvisamente speranzosi. Il massiccio Sh'narae -sua Ombra- ruggì sommessamente con tono soddisfatto.
« Bene! Mi chiedevo quanto ci avrebbero messo a farsi vivi, quei bastardi! » sbraitava, spavaldo « Vorrei proprio vedere le facce delle fottute serpi in questo momento. »
« Ma mio signore » esitò « ...gli orchi stanno entrando fra i ranghi delle Vipere... »
Un brivido percorse la schiena del Lord Sciacallo. Il resto della truppa si zittì, ammutolita dalla notizia. Lui prese un profondo respiro e scosse la testa: quell'alleanza non portava ovviamente niente di buono alla loro causa. Il clan Gro'nash, gli orchi con cui i Renothep avevano stretto un patto di non belligeranza generazioni addietro, li aveva traditi. Terre, oro, potere...quale che fosse la promessa dei Martell, il Defunto era certo che gli umani non l'avrebbero mantenuta. Eliminata una minaccia dal territorio, perché lasciarne proliferare un'altra? Quegli esseri dalla pelle rossa e grinzosa non erano rinomati certo per la loro intelligenza, ma del tranello ci si sarebbe potuto accorgere anche un bambino. Cosa avevano in mente?
« Per gli Déi... » mormorò « ...questa non ci voleva. »
Ci fu qualche istante di silenzio, poi un leggero brusio percorse le fila dei mezzodemoni.
« I Guitti! » esclamò uno di loro « Gli orchi hanno un conto in sospeso con i Bravi Camerati, così ci si sono ritorti contro!! Se non fosse stato per loro... »
Sospirò, il Lord. Quella era la voce del malcontento generale, che serpeggiava fra i suoi uomini fin dall'inizio di quella folle guerra. Ma era il compito di un comandante non contraddirsi mai, perseguendo l'obiettivo ultimo del benessere per la sua gente. E lui si fece forza con quell'ideale, chiedendo perdono agli Déi e agli Antenati per le sue sciagurate decisioni.
« ...se non fosse stato per loro, non avremmo nemmeno una speranza a cui aggrapparci, K'ledor! » riprese il Defunto « La nostra gente dipende da loro, ormai. »
Fu duro ammetterlo, ma negare l'evidenza sarebbe stato da sciocchi. Vide le sue Ombre lanciargli sguardi ammonitori, come per implorarlo di non fomentare i malumori dei soldati. Si era irrigidito persino Sh'narae, che si guardava attorno nervosamente.
« Ma a quale prezzo? La nostra gente ha già pagato abbastanza, per mano di quegli assassini! »
Ra'jil scattò prima che si potesse anche solo intuire una qualche sorta di movimento da parte sua. Punto un coltello alla gola dell'ultimo che aveva parlato, ponendo fine alle discussioni senza tuttavia versare del sangue. Era un impulsivo, non uno stupido: sapeva che ogni soldato aveva un valore inestimabile, in quel momento.
« Se hai qualche altra proposta, parla e faremo di te il nuovo Lord Morente. » un sussurro, un soffio di voce « Altrimenti faresti meglio a tacere. »
« Basta, fratelli. Basta con le discussioni. Abbiamo una guerra da combattere, o ve ne siete dimenticati? » il suo tono era stanco, ma autoritario come sempre « Ra, mia fedele Ombra...ritira la tua lama. Devo parlarvi, in privato. »
Si rivolse anche a Sh, mentre il resto dei guerrieri si disperdeva nell'improvvisato accampamento notturno. Senza fuochi, senza tende: solo con il riparo di un manto di stelle e nuda roccia. I mezzodemoni erano abituati a quella vita, non si lamentavano. Quando tutti furono lontani, il Defunto Nero prese a camminare nella direzione opposta assieme ai suoi due fedeli compagni. Li portò distanti da orecchie ed occhi indiscreti, per discutere con loro di una faccenda che gli pesava sul cuore come un macigno.
« K'ledor ha ragione » esordì, mestamente « non possiamo affidarci alla parola di un uomo, men che meno di Shagwell il Giullare. » volgendosi, guardò negli occhi entrambi i suoi più amati seguaci « Ho commesso molti errori. Il primo è stato fidarmi di un Guitto, sacrificando in nome di una sua promessa persino una parte di me. » il pensiero volò a Ja, perso nelle sabbie insanguinate di Brisia « Ma ancora peggio, ho condannato il mio popolo alla morte. »
« Non essere tanto severo con te stesso, fratello. In pochi avrebbero saputo... »
« ...fare tanti danni? Sì, lo credo anche io. »
Sorrise tristemente, mostrando le fauci alla luna.
« Partirete domani, alle prime luci dell'alba. Con voi porterete tutti coloro che vorranno abbandonare le Dune, donne e bambini innanzitutto. Andrete lontano, saprete guidare la nostra gente ad un destino migliore di quanto abbia saputo fare io. »
Lo disse tutto d'un fiato, non lasciando spazio agli altri due per replicare o interromperlo. Seguì un lungo attimo di silenzio, nel quale il Defunto sperò di poter definitivamente sprofondare nella vergogna.
« Tu ci stai chiedendo...di scappare? »
Non sembrava in grado di concepire il concetto.
« Sai benissimo che non possiamo e non vogliamo. »
« Giusto. Siamo le tue Ombre, non dimenticarlo. »
« Ma.... »
Gli impedirono di aggiungere altro. Lo fecero senza dire nulla, semplicemente con la fermezza dei loro sguardi. Così simili, nella convinzione e nella fedeltà, a quello di Ja'nhae da mettergli addosso una profonda tristezza. Li aveva scelti bene, i suoi tre successori. Fra loro sarebbe sorto un grande Morto, se solo i Renothep fossero sopravvissuti alla battaglia imminente. Ancora una settimana di scontri, stavolta più diretti che in loro favore. Non si pose nemmeno la domanda fatidica: "ce la faremo?"
« Saremo al tuo fianco, fratello. » annuirono « Percorreremo insieme il Sentiero. E gli Déi ci guideranno. »
Tutta quella fiducia lo demolì e insieme lo rafforzò. Diede loro le spalle, osservando con aria pensierosa la notte stellata e soffermandosi infine sul cerchio pallido che era la luna. Le sorrise, malinconico.
« Che gli Déi possano guidarci, allora. »
Ma in cuor suo, non sentiva più la fede che credeva di aver avuto.
Il silenzio. Tutto era ammantato di un soffice velo di quiete, divenuta una compagna ormai naturale di quei luoghi. La Sala del Trono si era abituata così in fretta al tintinnio dei campanelli che Shagwell portava sempre addosso, da sembrare tremendamente vuota ora che il Giullare non abitava più lì. Le pareti avevano respinto l'allegro suono dei sonagli tante volte, negli ultimi tempi, da esservisi -si direbbe- assuefatte. Ma tutto ciò che il Rosso aveva portato nell'oscurità di quell'ampio salone, non c'era più. Così come se l'era portato appresso entrando, altrettanto aveva fatto uscendo dal Maniero. Suoni, rumori, persino gli odori erano diversi; la forzata ed esagerata acqua di colonia che mai aveva coperto il lezzo del sangue rappreso, era sparita. Al suo posto solo polvere. Polvere e silenzio.
CITAZIONE » ]QM pOiNt[ « TuRnAzIoNe « Ray per primo, poi gli altri due come preferiscono. AmBiEnTaZiOnE « Castello del Clan Toryu, sala del trono. iNdIcAzIoNi « Non sto a menarvela troppo, perché tanto non si tratta di una vera e propria quest. L'immagine della sala del trono è made-in-Andre, quindi non mi violo nessun autocopyright se la uso; d'altronde è lì che si ambienta questa scena, quindi... Dopo il primo giro vedremo il da farsi nel topic del bando, vi lascio poche indicazioni da QM dispotico che vuole che tutto si svolga nel migliore dei modi. 1) Tutto si svolge 2 giorni dopo le vicende di "Ombre ad Ovest": Zephyr e Sennar hanno avuto giusto il tempo di tornare al Maniero (da soli) e vanno subito a fare rapporto al Re; 2) Il socio ha il mio permesso per agire autoconclusivamente sui vostri personaggi, soprattutto sul deretano di Zephyr (mediante l'ausilio di Chevalier) e sulla lingua di Sennar (deja-vù).
Buon divertimento!
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