Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Liam Merihim Vs. Xain, L'abiezione ~ Carne da cannone

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view post Posted on 24/1/2010, 18:01
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Un antro chiuso.
Raggio di trenta metri, poi le pareti si sollevavano - altissime - dal terreno per congiungersi in un'unica volta sopra di loro da cui gocciavano sistematicamente dense stille di liquido bronzeo, polposo e vischioso. Una spelonca nel senso più comune del termine: buia e rorida proprio come ce la si aspetterebbe.
Chevalier stava accoccolato in un angolo della grotta, scrutando i due duellanti con malcelato distacco, pronto ad intervenire in qualsiasi momento per decretanre il vincitore
sotto il volere del Re

Lui invece, Ray, stava su un piano rialzato poco lontano.

« Un Kodoku » asserì prepotente « è un demone che nasce quando si lasciano in un barattolo molti animaletti quali lucertole, ragni e scarafaggi, abbandonandoli a eliminarsi a vicenda. Il sopravvissuto si trasforma in una creatura aberrante, dai poteri portentosi. »

Si profuse in una smorfia che devolse ai due combattenti sotto di lui, al centro di quell'arena improvvisata.

« Vediamo chi di voi due ha le referenze giuste per diventarlo. »


CITAZIONE
Liam Merihim Vs. Xain

Verde Vs. Verde
F Vs. D
Primo post: Liam Merihim
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A cinque giorni dalla risposta dell'avversario, sconfitta a tavolino.
Premi: 150G Per il perdente, 500G per il vincitore. 300G ad entrambi in caso di pareggio.
Arena: Una caverna spoglia con 30m di raggio, completamente vuota se non per il Golem di Ray - Charles-Etienne Chevalier - in un angolo e il sovrano stesso su un piano rialzato da dove assiste allo scontro.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate il bando, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale, più una piccola aggiunta: chiunque dovesse attaccare Ray o Chevalier perderebbe immediatamente il duello e mi costringerebbe a intervenire con un'azione da QM.
Background: I vostri personaggi sono stati invitati a partecipare a "L'abiezione" che gli è stata presentata come un normalissimo torneo. In seguito, dopo essere stati accettati, sono stati condotti in una grotta buia e appiccicosa dove si sono trovati davanti Ray e Chevalier (che non sapevano essere coinvolti, fino a quel momento).

 
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:.Sehnsucht.:
view post Posted on 25/1/2010, 22:33




And there was much Rejoicing.
Yay!






Oh, mondo meraviglioso! Non lasciarmi qui nel tuo ventre, ma riconducimi alle città perdute, dove qualcuno è ancora vivo!
Mi guardo attorno e mi sembra che combattere sia il minimo, mi sembra che tutto sia futile se non serve a portarmi in un luogo nuovo, in un luogo che ho già visto.
Oh, mondo meraviglioso... non abbandonarmi ora. Sono fatto di terra e fango, così come te, eppure-


"Perché, cervello?" borbottò mestamente Liam, battendo l'indice contro la propria fronte nella vana speranza di richiamare l'organo che lì risiedeva alla realtà, "Perché devi tradirmi in questo modo? Ti ho forse mai fatto mancare qualcosa? Ti ho forse trattato male? Non ti ho amato abbastanza?"

Un umile silenzio pregno di sobria vergogna fu l'unica risposta che l'elfo ricevette.

"Bravo, cervello. Vedo che capisci i tuoi errori."

Il suo cervello, commosso da tale nobile compassione, tacque, lasciandolo tornare in quella triste realtà fatta di grotte gocciolanti disgustosi umori marroni di cui non aveva la minima intenzione di comprendere la composizione. Non in quel momento, almeno.

Non quando, a poca distanza, c'era un golem che lo osservava con pietrosa severità. Non quando, su un piano rialzato a poca distanza, c'era il suo Re.
Liam si morse il labbro inferiore, tentando in quel modo di trattenere il sorriso che minacciava di rompere quella maschera di solennità con cui si era cinto il volto. Se doveva essere sincero, infatti, non era tanto il Sovrano a riempire il suo stomaco di farfalle quanto quel meraviglioso costrutto che osservava tutto dall'alto della sua inumanità.
Oh, quante domande avrebbe potuto rivolgergli! Una sola sillaba appena più forte di un sospiro rivolta a quella meraviglia della scienza e l'enigma, quell'enigma avvolto in un mistero e protetto da un indovinello che da tanti, troppi anni tormentava la sua anima, avrebbe visto avvicinarsi la propria soluzione- e sì, forse avrebbe mosso un passo minuscolo, forse sarebbe stato appena un micromillesimo di millimetro nell'infinito che separava la mente dell'elfo dalla risposta che tanto anelava, ma sempre un passo sarebbe stato e sempre più vicino, alla fine, si sarebbe trovato alla propria assoluzione.
Un angelo, quindi, un messaggero celeste fatto di argilla e terra cotta, impervio al dolore che l'esile elfo sempre più spesso si ritrovava a soffrire per colpa degli altri che, come lui, erano legati a quella dannata prigione di carne ed ossa prona a spezzarsi. Un'apparizione, qualcosa di così perfetto che una mente terrena non avrebbe potuto capacitarsi della fortuna che implicava esserne nelle vicinanze: e allora cosa dire? Cosa mai avrebbe potuto domandare quando le ginocchia tremavano e la lingua non era che una sottile linea di burro sul fuoco che bruciava nella sua anima?

(Se Liam fosse stato in sé avrebbe dato una manata al proprio cervello, gridando un qualcosa come “vuoi smetterla, marrano?!”, rovinando irrimediabilmente la propria reputazione di fronte al Re e facendosi allo stesso tempo molto molto molto male. Tuttavia lo scienziato era in un mondo distante e la sua mente non processava altro che pura ed incontaminata beatitudine intellettuale, il che era senza dubbio molto piacevole ma non l'emozione più indicata per compiere una qualsiasi azione che non fosse osservare l'oggetto dei propri desideri a bocca aperta.)

Parlare, dunque! Bisognava parlare, ed ecco che l'elfo apriva la bocca, timoroso, pronto a fare la sua domanda.

« Un Kodoku » Asserì il Re, e subito tutti i suoi sogni di gloria si infransero contro quella dura realtà fatta di grotte grondanti umori marroni (di cui ancora preferiva non conoscere la composizione) e di morte- perché, sinceramente, per quale altro motivo il suo Sovrano si sarebbe preso l'onere di venire in un posto come quello se non per assistere alla sua morte?

« è un demone che nasce quando si lasciano in un barattolo molti animaletti quali lucertole, ragni e scarafaggi, abbandonandoli a eliminarsi a vicenda. »

Ed ecco il sorriso tornare sul volto tormentato dell'elfo e la sua mano schizzare verso l'altro, saltellando istericamente nell'inconscio tentativo di imitare uno di quegli odiosi bambini che volevano assolutamente dare la soluzione alla domanda dell'insegnante- con l'unica differenza che lui ad avere una domanda, oh se ne aveva, quell'argomento era così dannatamente affascinante e aveva bisogno di saperne di più, doveva sapere tutto.

« Il sopravvissuto si trasforma in una creatura aberrante, dai poteri portentosi. »

Il sorriso si congelò, il corpo pietrificato in quella posa assurda e, per pochi istanti, il suo volto divenne un libro aperto: non uno solo dei mille pensieri che scorrevano nel suo iperattivo cervello rimaneva celato, anzi, tutti sembravano unirsi per plasmare la sua espressione in qualcosa di grottesco.
Grottesco, sì, quella era la parola giusta, perché nessuno, osservando i suoi occhi, poteva fingere di non aver colto quella scintilla di sadica, folle gioia che aveva illuminato la sua intera persona.

« Vediamo chi di voi due ha le referenze giuste per diventarlo. »

Il braccio alzato cadde lungo il fianco, come se tutta la forza dell'elfo fosse stata risucchiata da una qualche energia oscura e questo fosse capace di rimanere in piedi solo per semplice inerzia: una bambola, qualcuno poteva dire, il semplice simulacro di qualcosa che non era più nulla.
Qualcuno avrebbe potuto dire ciò, fissandolo, solo per poi correggersi quando lo sguardo cadeva sul suo sorriso: ed era così distorto, così tremendamente lontano da qualsiasi standard umano che subito lo spettatore si sarebbe corretto, subito avrebbe balbettato che qualcosa, in quel corpo, c'era, e che altro non aspettava se non affondare i denti nella carne dell'avversario.

(Quanto lontana era quell'analisi dalla reale personalità di Liam! Passione, non era altro che quella ciò che illuminava il suo viso, e se il suo incarnato era divenuto cinereo, se i suoi muscoli avevano perso qualsiasi energia, ciò era solo perché la sua mente si destreggiava fra mille informazioni e domande che, tutto d'un tratto, aprivano il suo cuore a nuove speranze: come avrebbe potuto parlare, muoversi, spiegarsi quando il suo mondo interiore era tutto d'un tratto divenuto così complesso?)

Aprì la bocca, chiudendola appena comprese che nulla di sensato sarebbe uscito dalle sue labbra: allora chiuse gli occhi e poteva rivedere, in rapida successione, tutta quella serie di eventi che lo aveva condotto lì, a quello che poteva essere il momento più importante della sua vita.

Un invito, qualcuno glielo aveva spedito, un uomo lo aveva scortato in quella caverna – oh, quanto più splendida sembrava in quel momento, sotto quella nuova luce - , l'uomo era scomparso e di fronte a lui il Re parlava e non capiva cosa dicesse, sembrava che non uscisse una parola dalle sue labbra, ma andava bene perché se avesse risentito quel discorso un'altra volta, anche se solo nel proprio cervello, allora il suo cuore sarebbe esploso.

Eeeeeeh!”

Uno squittio. Qualsiasi cosa si fosse aspettato di sentir uscire dalla propria gola, l'ultima era uno squittio.
Portò le mani di fronte alla bocca in un gesto che era – se ne rese conto solo in quel momento – molto alla Noki-chan. Ma cosa poteva mai essere un simile plagio quando bastava così poco per ottenere il potere?
Combattere, avrebbe dovuto combattere e lui lo odiava. Lo odiava con tutto se stesso.

Ma cos'era macchiarsi le mani di un po' di sangue quando le risposte erano ad uno sparo di distanza?



SPOILER (click to view)
[ReC : 260] [AeV : 220] [PeRF : 120] [PeRM : 365] [CaeM : 210]

Energia: 100%
Mana: 100%
Armi: Pistola - Riposta Pugnale - Riposto
Danni subiti: ///
Tecniche utilizzate: ///
Abilità attive: ///
Azioni: ///

Note: Editato per inserire lo specchietto. Buon combattimento! ^O^ Abbi pietà di me
 
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Il Dubbio
view post Posted on 27/1/2010, 14:42




Ecco cosa mi viene in mente se penso ad una grotta.

 
F l a s h B a c k
Anno: non saprei.
Mese: uno invernale.
Giorno: chiedi troppo.
Luogo: ricordo solo una caverna, una fredda ed umida caverna.


« Guarda Xain, è fantastico! » lei zampettava fra le rocce come un esperto stambecco. Le gambe sottili immerse in imbottiti scarponcioni molto poco eleganti, sintetici pantaloni impermeabili che stridevano sfregandosi ad ogni passo (zip zip zip zip), un giubbotto di piume color prugna ed un cappello verde in testa che le copriva le orecchie. Da questo confuso vestiario emergevano alcune punte dei capelli tinti, un sorriso e i suoi occhi dolorosamente azzurri. La voce squillava di gioia mentre, a braccia spalancate e roteando su se stessa, si immergeva in quella fantastica visione: una grotta completamente congelata la cui luce, rimbalzando e rifrangendo negli spicchi di freddo, generava spettacolari giochi di colore, un'aurora di baluginanti fuochi artificiali. Xain le si avvicinò camminando lentamente, per non destarla dalla sua estasi; la strinse alle spalle, lei si girò per baciarlo sulle labbra. « È meraviglioso qui » sospirò, abbandonandosi fra le braccia del ragazzo. Lui quella grotta l'aveva scoperta per puro caso poco tempo prima, ed era un vero miracolo che quel giorno non ci fosse nessun altro oltre a loro.

Sia maledetto quel giorno. Siano maledetti tutti i giorni che lo hanno preceduto. Ma, soprattutto, siano stramaledetti tutti quelli che lo hanno seguito.

 



Sì, beh, le due cave potrebbero benissimo essere le facce delle mie rispettive vite: la prima colorata e speranzosa, come nella vita da Xain, la seconda scura, umida e disgustosa come la vita da Sciame. Mi sembra ironico, nonché offensivo, questo comportamento del Fato; intendo, sbattermi in situazioni e posti che odio, che mi riportano alla luce soltanto tormenti e malinconia. Eppure, per quanto io continui ad accusare il Destino per ciò che succede giorno dopo giorno, dovrei semplicemente prendermela con me medesimo: Xain Whitness, il nome con cui firmavo le linee tratteggiate dei documenti. Ma come potete pretendere che sopporti anche questo strazio dopo ciò che mi è successo? Concedetemi di dare la colpa a qualcuno che non sia io, almeno per questo.

Le scelte dello Sciame sono le mie scelte, quindi se lui vuole ottenere ancora più potere io sono costretto ad assecondarlo. E ora, qui, dimensione (o pianeta?) Asgradel. Come iniziare quella ricerca impervia? Informazioni. Dove si ottengono le informazioni? Dalle persone, e qualcuno ha detto che il modo migliore per conoscere qualcuno è combatterci. Dove si può combattere? Ah, questa è facile: ad un torneo.

Così, dopo aver aderito con tracotanza al progetto de "L'Abiezione" Lo Sciame ha trascinato il mio povero e provato corpo fino a questa cava, troppo simile alle mie precedenti dimore. Il buio è ovunque (non che sia un problema, certo), i piedi sostano sopra una dura parete rocciosa, umida e schiumosa come il latte marcio; basta toccare le pareti perché le mie dita si bagnino di chissà quale liquido vaginale secreto dall'enorme utero petroso. Dal soffitto stesso cadono suicidandosi gocce dense di ruggine e calcare, ruvide e marroni. Complimenti a chi ha scelto l'arena, ora posso andarmene? No. Lo Sciame è qui per combattere, e io sono costretto a stare con lui.

Così i miei occhi filtrano l'oscurità senza fatica, e vi notano ...una...due... tre figure distinte. In un angolo, come un feto gigante ospitato nel ventre materno di questa caverna troppo sudicia, un Golem dalle mani di forbice. Che orrore. Poco distante, in un regale distaccamento, qualcuno mai visto prima, qualcuno che parla: « Un Kodoku è un demone che nasce quando si lasciano in un barattolo molti animaletti quali lucertole, ragni e scarafaggi, abbandonandoli a eliminarsi a vicenda. Il sopravvissuto si trasforma in una creatura aberrante, dai poteri portentosi. Vediamo chi di voi due ha le referenze giuste per diventarlo » ... ... ...

Ok, e questo cosa significa? Lo Sciame non sembra troppo interessato -per ora- alle parole. Anzi, il suo sguardo è fisso sulla terza figura, i miei occhi profondi piantati sull'ultima forma che anima la grotta. Qualcosa come un rachitico e spento essere vivente, troppo magro e pallido per rappresentare una minaccia (come no, stupido Sciame). L'avversario? Oh sì, senza dubbio. E già inizio a piangere bigatti, e già dalle guance escono cimici e dalle mani mosche senza zampe. Uno dei più grotteschi ed impuri sorrisi sul mio volto, ancora una volta. Lo Sciame schiocca tutte le mie dita, una ad una, e il rumore delle ossa rimbalza prepotentemente sulle laide pareti.

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Lo sento.
Lo Sciame farà di tutto per vincere questo incontro.
E io?
Ebbene, io farò di tutto per impedirglielo.



°


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X a i n

ReC: 275 AeV: 175 PeRf: 125 PeRm: 400 CaeM: 200

1 0 0 %

Ferite: -


Equip: Hex [ +50 PeRm / Al Collo ] - Scaglia di Insetto [ Arma Avanzata / Riposta ] - Scarabei Succosi [ 2x Oppio ] - Vecchia Foto [ - / Riposta]



Passive:

Scurovisione ~ Capacità di vedere nell'oscurità e oltre coltri non illusorie come se fosse pieno giorno. Inutile contro abilità attive.
Risparmio Energetico ~ Consumi ridotti del 5%.
Apparizione Immediata ~ Riduzione a zero dei tempi di concentrazione per le abilità di evocazione.
Apparizione Multipla ~ Possibilità di usare due volte la stessa abilità/pergamena di evocazione occupando un unico slot tecnica. Il consumo va comunque calcolato come doppio.

Attive: -

Riassunto: -

Note: Bene bene, eccoci qua. Buon divertimento e buona fortuna anche a te.

 
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:.Sehnsucht.:
view post Posted on 30/1/2010, 18:25




The Creature must Die.
Sterben!





Gioia, forse era quella l'emozione che non gli permetteva di rimanere fermo un secondo- e come avrebbe potuto, d'altronde, provare qualcos'altro? Tutto ciò che doveva fare era presentarsi al Re con le mani macchiate di sangue ed in cambio avrebbe ricevuto il potere.

Potere. L'elfo aveva provato solo un assaggio di ciò che era il vero potere, di quella forza che scorreva nelle vene e faceva sentire invincibile- anche se i polmoni erano schiacciati e i nervi recisi e chissà come si riusciva ancora a rimanere in piedi, di fronte ad un avversario grosso il doppio che impugnava una mazza ferrata.

Potere, pensava, e la sola parola bastava a scaldarlo, i muscoli venivano scossi da energia mistica ed un singolo battito del suo cuore bastava per gonfiarlo di rinnovato ottimismo: avrebbe vinto, doveva farlo, perché possedere il potere, alla fine, era come essere perennemente circondati dal calore dell'abbraccio del fratello, o come tenere sempre la mano della sorella.
Doveva vincere, attaccare, uccidere, perché essere potente equivaleva ad un perenne fiume di mana che non avrebbe mai smesso di scorrere nelle sue vene.
Perché sarebbe stato come essere ancora a casa, come non essersene mai andato.

(Lo scricchiolare d'ossa lo riportò a quella squallida realtà fatta di grotte in cui piovevano liquidi marroni e un nemico poco distante che sembrava chiedere solo di essere attaccato: prendere la pistola, dunque, senza nessun indugio, ed intanto prepararsi a dire addio a quel calore che aveva canalizzato con tanta pazienza e che presto, molto presto, avrebbe preso forma tangibile.)

Oh, dal tizio escono insetti, esclamò allegramente una vocina nel suo cervello.
Allora Liam, la pistola puntata verso il nemico – chi era, comunque? Avrebbe dovuto almeno presentarsi, non era cortese semplicemente attaccare – ed un alone viola attorno alla propria figura, mostrava un sorriso infantile mentre si chiedeva cosa potesse causare tale strano fenomeno.

Oh, dal tizio escono insetti, esclamò tetramente una vocina nel suo cervello.
Allora un moto di disgusto scosse le spalle dell'elfo, lo sguardo rapito da quegli orrendi esserini che certo erano parte integrante della natura, ma non per quello meno disgustosi, e per la prima volta non sembrò fare caso alle tre piccole ombre che sorgevano dall'oscurità, danzando attorno al loro genitore.

“Uuuuh, chiedo scusa, a volte tendo a dimenticare le regole della buona educazione. Deve essere il luogo,” e le sue labbra si arricciarono, dimenticando momentaneamente gli insetti e ricordando il disgusto che quella specie di pioggia marrone gli stava causando – ma non importava, giusto? Tutto andava bene, l'energia ancora scorreva nelle sue vene e tutto, tutto sarebbe andato a posto. “Ha questo je ne sais quoi che... bhè, penso che le parole non facciano giustizia.”

Sorrise, un sorriso folle e allegro come solo quello di uno scienziato poteva essere, e poco importava che l'alone violaceo attorno a lui era scomparso, che il suo corpo era tornato freddo e debole, che un demone malvagio lo avesse accoltellato allo stomaco con una lama invisibile e che il dolore quasi gli facesse piegare le ginocchia: no, non importava nulla di tutto ciò.
Importava rimanere in piedi, in quel momento più che in ogni altro, importava mantenere la mira, fissare il nemico e sorridere, perché o vinceva e null'altro importava o perdeva e allora poteva anche morire.

“Hhhnf!” il braccio destro tremava, la mano sinistra era un pugno così stretto che le unghie si stavano conficcando nella carne ma non importava, doveva rimanere in piedi, non era nulla, assolutamente nulla. “E-eh. Mi ch-chiamo Liam Merihim. So-sono il tuo avversario, come... come penso tu abbia ormai capito.”

(Premette il grilletto e per qualche secondo gli sembrò che la pistola potesse essergli volata via dalle mani- ma così non fu. La canna era ancora puntata contro il petto del nemico e la presa era così forte che poteva quasi sentire le sue ossa scricchiolare attorno al calcio del revolver e non importava, non se l'altro poteva essere stato ferito e la vittoria era più vicina.)

“Loro,” e le tre ombre smisero di volteggiargli attorno, schivandolo per poter raggiungere quel tizio che non conoscevano ma a cui semplicemente dovevano dare un abbraccio, “sono la luce dei miei occhi. Le mie stelline.”

Correvano, anzi, per meglio dire volavano verso l'avversario, una dietro l'altra, e solo a guardarle un sorriso d'affetto sorgeva sul suo viso esangue e quasi sembrava che il dolore si attenuasse, che quella terribile fitta allo stomaco altro non fosse che un lieve crampo.
Non era vero, ovvio: se così fosse stato la sua mano sinistra non avrebbe stretto in quel modo l'addome, nel vano tentativo di bloccare quell'emorragia interna. Ma cosa poteva importare?
Le sue stelline volavano, graziosi frammenti di pura energia, una contro il petto del nemico e le altre due ai lati, all'altezza dei fianchi, e quel freddo, quella leggera debolezza, erano sciocchezze se servivano a creare quei tre piccoli tesori.



SPOILER (click to view)
[ReC : 260] [AeV : 220] [PeRF : 120] [PeRM : 365] [CaeM : 210]

Energia: 95%
Mana: 70%
Armi: Pistola - Mano Destra Pugnale - Riposto
Danni subiti: Emorragia interna allo stomaco (danno basso)
Tecniche utilizzate:
Maledizione Superiore - Toglie al nemico il 15% di energie per turno, Liam subisce una ferita interna bassa fino a che non decide di eliminarla. Consumo Alto.
Invincibile Armada - Tre ombre alte un metro che volano contro il nemico, a contatto con qualcosa esplodono. Consumo Medio.
Abilità attive: ///
Azioni: Lanciata Maledizione Superiore, ha sparato mirando al petto di Xain, ha lanciato le Tre Ombre contro il nemico.

Note: Ho editato un attimo il layout. Internet mi odia.
Edit2: Ho editato perché sono un'idiota ed ho sbagliato ad inserire i consumi nella tabella. Chiedo umilmente scusa.


Edited by :.Sehnsucht.: - 31/1/2010, 14:51
 
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Il Dubbio
view post Posted on 2/2/2010, 22:39




Perché non sta zitto?

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Questo suo tono di voce squillante, i modi bambineschi e allegri, tipici di quell'innocenza perduta che io ho contribuito ad estinguere. Perché non sta zitto? Perché? Non fa altro che infuriare Lo Sciame in questo modo, è proprio l'ingenuità una delle cose più disprezzate dal mio mirabile parassita. L'elfo si sta scavando la tomba, e presto ci finirà dentro sotto la forma di cadavere mangiato dai vermi. Devo evitare tutto questo, devo trattenere Lo Sciame il più possibile.

Ma, quando un alone violaceo inizia a ricoprirmi, la determinazione che tanto vorrei avere sparisce. Mi sento stanco, anzi, la parola giusta è prosciugato. Lo Sciame avverte la mia debolezza mentre tento di stare immobile ma barcollo, e lui non può permettersi che io non sia al massimo della forma. Allora, dentro la mia testa, grida di riprendermi, ordina di scrollarmi di dosso quella sensazione ed iniziare a combattere. Ma io non posso, non ci riesco, e con un grugnito rabbioso si chiede come sia stato possibile che una specie animale fragile come l'homo sapiens sapiens sia vissuta tanto a lungo. Già, tanto a lungo da generare te, Sciame! Conclude sussurrandomi che devo riuscire a riprendermi in fretta, intanto lui farà il resto.

Sembrano le parole di una buona madre, invece escono dalle unte labbra dell'entità più disgustosa esistente nell'infinito. Quando termina la sua ammonizione, in un unico istante, una nube di api mi esce dalla bocca, fra colpi di tosse e terrificanti rumori gutturali; quaranta bestie in tutto. Man mano che fuoriescono si ingrandiscono, diventando vespe gigantesche. Mi coprono quasi completamente, riempiendo la cava lurida col loro ronzio incessante e fastidioso. Pensare che questi orrori mi stanno proteggendo mi disgusta, e io mi odio per aver scelto un destino simile. Lo Sciame mi difende perché io sono il suo investimento, non sono né suo figlio né un suo alunno pubescente. Si tratta soltanto di puro e semplice interesse.

Liam Merihim (così come si è presentato il canuto e sciatto sfidante) spara. Il proiettile scheggia come un fulmine e apre a metà una delle mie, nostre, vespe. Le zampette si muovono un po', strisciando sul terreno, prima di irrigidirsi. Ne rimangono trentanove, non credo che avrà abbastanza proiettili per farle fuori tutte. Poi, fra l'incessante sbatter d'ali delle mie velenose figlie, sento ancora la sua voce acuta da piccola canaglia: « Loro, sono la luce dei miei occhi. Le mie stelline » Ma loro chi? Oddio, che sensazione spregevole. Non vedo niente immerso in questa nube di strisce gialle e nere. Loro chi? Taci! Non innervosirmi, se non fossi così stanco tu non avresti più la lingua. Finiscila prima che lui ti raggiunga e ti divori.

Non faccio nemmeno in tempo a pensare tutto questo che tre esplosioni annientano altre nove api. Non sono riuscito bene ad avvertire la dinamica di tutto questo, ma so per certo che ne sono rimaste solo trenta, ora, di manifestazioni del mio dolore. E quando sento che il mio braccio tremolante sfila la Scaglia di Insetto so già cosa aspettarmi. Non può sprecare le mie energie adesso che sono già così provato, quindi dovrà sfruttare una delle tre sorelle. Liberarla dalla sua immonda prigione affilata e ordinarle di divorare il nostro avversario.

La mia mano, nascosta dalla movimentata coltre di pungiglioni, si protende in avanti e, come d'incanto, la gigantesca larva nera appare fuoriuscendo dalla punta del pugnale. Striscia sudicia e veloce sul roccioso pavimento, stridendo con un'acida voce di donna. La bocca, spalancata, enorme, bavosa basterebbe ad inghiottirlo in un unico boccone acerbo. La larva macina la distanza che la separa dal topo. Vuole avvolgerlo, stringerlo nelle sue spire lubrificate e nauseanti; poi, una volta stretto tenterà di staccargli la testa piombando dal cielo, stringendo i denti acuminati attorno al suo ventre, per stracciarlo a metà. Sono contento di essere avvolto dalle api: mi perderò la scena.


°


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X a i n

ReC: 275 AeV: 175 PeRf: 125 PeRm: 400 CaeM: 200

0 8 3 %

Ferite: Maledetto (livello alto)


Equip: Hex [ +50 PeRm / Al Collo ] - Scaglia di Insetto [ Arma Avanzata / Impugnata nella Mano Destra ] - Scarabei Succosi [ 2x Oppio ] - Vecchia Foto [ - / Riposta]



Passive:

Scurovisione ~ Capacità di vedere nell'oscurità e oltre coltri non illusorie come se fosse pieno giorno. Inutile contro abilità attive.
Risparmio Energetico ~ Consumi ridotti del 5%.
Apparizione Immediata ~ Riduzione a zero dei tempi di concentrazione per le abilità di evocazione.
Apparizione Multipla ~ Possibilità di usare due volte la stessa abilità/pergamena di evocazione occupando un unico slot tecnica. Il consumo va comunque calcolato come doppio.

Attive:

Vespe Giganti ~ L'animale basilare che Xain è in grado di evocare; esso rappresenta il dolore acuto, l'amarezza e, in generale, tutto ciò che è sporco e laido. Essa è in tutto e per tutto identica, almeno nella forma, ad una vespa normale, se non fosse che misura ben trenta centimetri ed è di un colore bluastro. Possono esserne evocate due diverse tipologie: quella base, con un consumo energetico pari a basso, che non avrà poteri particolari. Si limiterà a ronzare paurosamente e ad avventare il proprio aculeo sulla carne delle vittime, con una furia terribile. [...] [ Basso x2 ]
Le Tre Larve ~ [...] Questo negativo si è manifestato concretamente sotto la forma di tre gigantesche larve, dalla lunghezze di sette metri ciascuna. Nonostante non possano sostare sul campo più larve contemporaneamente, tutte le tre che verranno evocate saranno liberate gratuitamente dalla Scaglia, occupando solo uno slot tecnica, ma contando come evocazioni di livello alto. Il morso di queste creature è molto velenoso, e può portare ad un forte annebbiamento della vista più un generale senso di disorientamento nella vittima. La singola evocazione, se non sarà distrutta o richiamata, sosterà sul campo di battaglia tre turni, attivazione compresa. L'unico segno che distingue le tre diverse larve sarà una fiammella che ruoterà attorno al loro corpo, manifestazione magica che non può causare nessun tipo di danno, risultando completamente intangibile. La prima larva evocata avrà una fiamma rossa, la seconda verde e la terza blu. [ Turni 1/3 ]

Riassunto: Accuso gli effetti della maledizione ed evoco quaranta Vespe Giganti (usando la passiva Apparizione Multipla e usando quindi doppio consumo con un unico slot) a livello basso in modo che esse mi ronzino attorno muovendosi, formando una specie di cupola semisferica dal diametro di non più di un paio di metri. Essendo queste di una tristezza unica, il proiettile della tua arma ne uccide una, mentre le ombre (scontrandosi con la "cupola") ne seccano altre nove. Ne rimangono dunque trenta. Sfilo la scaglia ed evoco una Larva (pergamena incastonata, quindi senza consumi ma è considerata di livello alto) e questa ti striscia contro, cerca di stritolarti avvolgendoti, e con la bocca prova a morderti la testa e il busto. Xain sta fermo, abbastanza provato dalla maledizione, al centro della nube di vespone.

Note: :v:

 
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:.Sehnsucht.:
view post Posted on 7/2/2010, 22:24




Schrödinger's cat
Damn...



Dolore. Non aveva che appena cominciato e già il suo corpo era lacerato da una fitta di puro e semplice dolore, peraltro causata dalla sua stessa tecnica: non avrebbe mai vinto, ed una parte del suo cervello, quella più sensata e cinica e malvagia, lo stava ripetendo più e più volte, tanto che se fosse stato un normale duello Liam avrebbe finito per crederci.
Ma non era un normale duello, no: quello era un altro modo per raggiungere la conoscenza, forse meno sicuro di leggere un libro ma con lo stesso, identico fine.
Che cosa sentiva, allora, il caro misero elfetto le cui braccia potevano sollevare giusto giusto una pistola?
Dolore, oh, quello sicuramente: era lancinante, insopportabile, straziante. La mano sinistra stringeva lo stomaco, nel tentativo di attenuare quella fitta, e lo sapeva che era inutile ma non avrebbe potuto fare altrimenti.
Attesa, perché se i suoi attacchi andavano a buon fine allora era un passo più vicino al suo sogno e tutta la sofferenza di quel mondo non sarebbe stata che un misero buffetto sulla guancia.
Timore, perché se i suoi attacchi non andavano a buon fine allora che cos’altro avrebbe potuto fare, se non attendere la fine con il disgustoso, amaro sapore del sangue in gola?

Questi e tanti altri pensieri turbinavano nella sua mente- ed una voce, più chiara delle altre, si distingueva in quel caos di emozioni, ottimismo, pessimismo e follia, canticchiando una lenta nenia di distruzione.

(Intanto continuava a puntare la pistola contro il nemico, la mano sinistra stretta contro l’addome, osservando come al rallentatore ciò che succedeva di fronte a lui: le ombre, le api, il… verme, immaginava, non si era mai particolarmente appassionato all’entomologia o qualsiasi fosse quella scienza che studiasse quegli esseri viscidi e disgustosi… tutto quanto si svolgeva a poca distanza e quasi sembrava non fosse che una foto, una pellicola che per un qualche strano motivo l’elfo si era trovato a fissare e da cui non riusciva più a staccare gli occhi.)

Liam sbatté più volte le palpebre senza però muoversi di un millimetro: per quanto girarsi e scappare fosse un’azione assolutamente sensata tutta la sua concentrazione, tutta quella forza che avrebbe altrimenti utilizzato per abbassare la pistola e spararsi ad un piede - giusto per vedere se quello non fosse solo un incubo - , tutto doveva essere indirizzato al suo cervello affinché questo sfortunato organo avesse abbastanza energie per analizzare e comprendere che diavolo stava succedendo.
Era forse uno scherzo? Forse i suoi occhi ricevevano delle interferenze da una qualche dimensione parallela dove gli insetti facevano da padroni? Forse- che diavolo stava succedendo? Cioè, che diavolo stava succedendo?
Il tizio, bhè, lo aveva notato prima: i suoi pori rilasciavano insetti così come una persona normale sudava. Ma, seriamente, api? Una campana di api? E il verme-tenia-larva-quello-schifo?
Distruggi, squarta, lacera, uccidi: ignora qualsiasi cosa stia succedendo e continua ad attaccare, sembrava cantilenare una vocina nella sua mente e sì, doveva seguire gli ordini del suo cervello, doveva sparare ed evocare altre ombre e sopportare le ferite che la maledizione avrebbe creato, ignorare quella fitta insopportabile che sembrava volerlo uccidere e, soprattutto, fare qualcosa prima che rimanesse ucciso.
Doveva attaccare. Doveva rispondere.
Doveva assolutamente evitare quel viscido orrore che stava strisciando verso di lui.

(Evitare era più una speranza che una possibilità: l’odioso insetto era straordinariamente veloce e prima che potesse decidere se fosse meglio scaricargli addosso l’intero caricatore oppure scappare e rintanarsi dietro le spalle del caro golem le sue gambe erano avvolte dal disgustoso e viscido corpo del verme.)

Strillare, certo, l’avrebbe fatto volentieri: ma era terrorizzato e disgustato e prima che potesse aprire la bocca ed agitarsi – inutilmente, lo sapeva – aveva sparato, una volta sola, contro il corpo di quell’orrore, mentre con la mano sinistra impugnava il coltello nascosto nel camice per pugnalare quella larva schifosa.

Una seconda volta, colpiscilo un’altra volta canticchiava la vocina nel suo cervello e sì, l’avrebbe fatto, l’avrebbe accoltellato una, due, cento volte fino a che non fosse rimasto che un ammasso informe di carne e poi avrebbe continuato, ancora e ancora e ancora e ancora- ma il suo volto schizzava verso l’alto, la mano sinistra stretta attorno all’elsa del pugnale, e non importava che non sapesse se avesse effettivamente colpito quel verme (era stato tutto così veloce, così confuso, era stato guidato dal disgusto e non sapeva, non sapeva davvero) perché adesso quello stava scendendo, la sua bocca aperta e i denti che chiedevano la sua carne.

(Si era dimenticato dell’emorragia allo stomaco - l’adrenalina aveva reso il suo pensiero confuso e i suoi sensi ovattati - eppure, mentre fissava con orrore quei denti avvicinarsi sempre di più, sempre di più, la seconda fitta superò la barriera che la sua mente aveva eretto e il dolore tornò, forte, insopportabile e bruciante più di prima e l’amaro e disgustoso sapore del sangue gli arrivò fino in bocca e, Cielo, sapeva così tanto di Sconfitta.)

Era confuso e non sapeva cosa stesse succedendo e il suo cervello era in cortocircuito- così tanti pensieri, così tante piccole voci che non conosceva, non comprendeva, non voleva e quel qualcosa, in sottofondo, quell’unico, piccolo appiglio che gli rimaneva prima di cadere nella più completa follia e che, nonostante ciò, non riusciva a riconoscere.
Gli occhi scottavano. Lacrime, quindi? Sarebbe stato sensato. Stava per morire e sarebbe stato orribile, davvero orribile.
Così terribilmente orribile. Così deludente. Il suo obiettivo era lì, era vicino, così tanto vicino che sarebbe bastato allungare una mano per raggiungerlo... sì, era sulla strada giusta, ne era sicuro- o forse no. Sarebbe morto prima di capirlo, comunque.
Un filo di sangue e saliva sfuggì dalle sue labbra, una calda scia che dalla sua bocca scendeva lungo il collo sino a raggiungere petto e da cui sembrava diramarsi uno strano tepore che – lo sentiva! – avrebbe sciolto tutti i suoi problemi.

Speranza, quindi? Era quello ciò a cui si stava aggrappando, tutto ciò che in quel momento gli permetteva di mantenere il contatto con la realtà?
Era quello ciò che lo scaldava, che gli dava nuova forza, che lo avvolgeva in un caldo abbraccio di conforto?
Chiuse gli occhi - le lacrime erano divenute bollenti - e il mondo scomparve: non c’era più nulla al di là del buio, non un nemico che doveva uccidere, non il suo Re, non una larva, nemmeno il suo sogno e neanche la sua infanzia, la sua casa, i suoi fratelli. Non c’era nulla dietro le sue palpebre e, per un piccolo, misero attimo ciò gli andò bene.
Era buio e il suo corpo veniva attraversato dal mana ma non importava, perché fino a che non vedeva nulla poteva almeno fare a finta che le cose non fossero così disperate.
Poteva fare a finta che quel calore provenisse dal caminetto di casa sua, poteva fare a finta che a stringerlo fossero i suoi fratelli e poteva fare a finta che l’unico motivo per cui i suoi occhi erano chiusi era perché il sole gli aveva dato fastidio.
Fino a che teneva gli occhi chiusi, quello poteva essere vero.

Quando aprì gli occhi, l’unica cosa che vide furono pipistrelli.
Erano tantissimi- una ventina, probabilmente. Non li aveva contati, non aveva ancora abbastanza lucidità mentale per fare cose simili e, comunque, non era importante sapere quanti erano perché erano morti al suo posto, divorati dal verme.
Sbatté le palpebre, una, due, tre volte: sapeva che quello spettacolo non avrebbe dovuto confonderlo eppure non poteva semplicemente continuare senza chiedersi, per un attimo, che cosa diavolo stesse succedendo.
Abbassò lo sguardo: le tre piccole ombre giocherellavano attorno a lui, allegre bambine troppo immerse nella loro realtà per vedere altro. Sorrise istintivamente, paterno, e avrebbe tanto voluto abbracciarle, piccoli tesori, se solo ciò fosse stato possibile.
Sorrise, anche se l’addome pulsava e la gola lanciava mille grida di lancinante dolore e le gambe erano strette nella morsa del verme e la testa girava e, nonostante tutto, era ancora lì, ancora vivo.

“Andate dal signore, stelline.”

Le tre piccole scattavano, una dietro l’altra, due dirette ai lati e una al petto dell’avversario e Liam le guardava, felice, anche se il suo corpo era tornato freddo e l’unica cosa che lo riscaldava era il sangue che colava copiosamente dalle sue labbra.
Chissà come avevano fatto a decifrarlo, chissà come avevano fatto a capire che quel suono che era sfuggito dalla sua gola era la sua voce e non un semplice gorgoglio di dolore.
Chissà.



SPOILER (click to view)
[ReC : 260] [AeV : 220] [PeRF : 120] [PeRM : 365] [CaeM : 210]

Energia: 85%
Mana: 55%
Armi: Pistola - Mano Destra - Tre Proiettili Pugnale - Mano Sinistra
Danni subiti: Emorragia interna allo stomaco (danno basso) , Emorragia interna alla gola, danno basso alle gambe per lo stritolamento
Tecniche utilizzate:
Maledizione Superiore - Toglie al nemico il 15% di energie per turno, Liam subisce una ferita interna bassa fino a che non decide di eliminarla.
Invincibile Armada - Tre ombre alte un metro che volano contro il nemico, a contatto con qualcosa esplodono. Consumo Medio.
Pipistrello - Evoca da uno a venti pipistrelli di energia totale gialla. Consumo Basso. [Evocati venti - Ognuno un ventesimo di energia gialla]
Abilità attive: ///
Azioni: Viene stritolato alle gambe dal verme-larva-coso (danno basso) , si protegge dal morso evocando venti pipistrelli che vengono subito uccisi, spara e accoltella la larva, utilizza le tre ombre contro Xain (o, almeno, ci prova, considerando le api) e, infine, la maledizione ha effetto. Sia sul nemico che su Liam. Yaay.

Note: Ohohohoh, per il rotto della cuffia. Yaay. Scusami per il ritardo ç_ç
 
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Il Dubbio
view post Posted on 9/2/2010, 20:31




Veleno.



Immagino che la causa della mia crescente stanchezza la si debba cercare in questa nebbiolina violacea. Da quando è comparsa non faccio altro che barcollare o stringermi la faccia con i palmi delle mani. I rumori vorticano confusi tutti intorno a me, amplificati in modo astratto dall'acustica di questa caverna sozza. I suoi escrementi mi infradiciano i capelli e me li schiacciano tutti sulla testa. Cado sulle ginocchia, la bocca spalancata ansimante, le pupille pulsano impazzite, incapaci di trovare la dilatazione giusta per mettere a fuoco le forme.

Dal centro di questa nube gialla odo a fatica alcune grida, uno sparo, rumore di carne tritata. Che sia Liam? No, ti prego, non deve essere lui. Posso ancora salvarlo. . Posso farcela, ma non in queste condizioni, non sotto gli effetti di questo veleno, o maledizione di sorta. Deve annullarla se vuole avere anche solo una speranza di sopravvivenza o vincita. Devo dirglielo, farglielo capire usando meno parole possibili, o Lo Sciame mi fermerà prima della metà del concetto. Oddio, come fare? Come diavolo posso fare?

Il rimuginare viene interrotto da altre tre esplosioni, del tutto simili a quelle precedenti, di cui continuo a non percepirne la provenienza. Capisco solo che altre quindici (quindici? Ma è stato un massacro!) vespe cadono a terra, alcune bruciate, altre fatte a pezzi. Tutte intorno a me provano a muoversi sulle loro zampette sottili, chiedono pietà, vogliono vivere. Ma le loro ali spezzate, i loro occhi accecati non permettono la sopravvivenza. Ancora una volta sono circondato da cadaveri.

Finalmente la nube si dirada leggermente, e scorgo ancora Liam fra le spire della mia sudicia amica. Poi lo sento, il controllo dello Sciame sparisce. Dove è andato? Ad analizzare i danni subiti? Non lo so, non mi interessa, ma voglio sfruttare questa occasione. Urlo: « Liam Merihim! Ascoltami! » cado sulle braccia, socchiudo gli occhi in una smorfia di dolore e scaccio via il mio demone per altri cinque miseri secondi: « Annulla questa maledizione e io ti aiuterò a sconfiggerlo! Ti prego, non sono io il tuo nemico. Non posso fermarlo in queste condizioni. Dammi retta! » Forse piango, forse no, forse le due gocce che scorrono sulle mie guance non sono nate nei miei occhi, forse provengono dalla roccia della caverna. Sì, esatto: forse.

E proprio quando termino l'ultima parola Lo Sciame, prepotente, rivuole il controllo su di me e io ritorno ad essere un semplice neurone nella mia mente. Tutto intorno a me: mosche! Nere, sporche, appiccicose, tante. Mosche! Si appoggiano alle pareti, alle api, alla larva (la larva, a proposito, non sembra in perfetta forma) e al mio intestino crasso. Le rimanenti volano nella loro puzza per tutta la caverna. Il verme gigante, dal canto suo, decide di allentare la presa, e solo quando circonda con il suo corpo Liam, formando una specie di confine circolare dal diametro di tre metri, noto che sta sanguinando. Sempre che si possa chiamare sangue quella poltiglia gialla trasparente che fuoriesce dalla sua carne immonda.

Ma non è finita, perché sento ancora le uova nella gola, le sento schiudersi, e altre api vengono vomitate dalla mia bocca. Sono altre quaranta, prima piccoline ed innocenti, poi crescono e prendono la solita forma. Si mischiano con quelle evocate precedentemente, sono cinquantacinque. Mio dio, chi può resistere a questo esercito di pugnali senzienti? Quando sulla Terra una sola di loro poteva uccidere anche una famiglia intera, oggi ce ne sono mezza centinaia soltanto per uno sfidante. Come ha fatto a meritarsi tutto questo?

Poi le vespe si alzano, non mi proteggono più. Io non riesco a parlare, ma guardo Liam con gli occhi più sinceramente tristi che ho. Voglio salvarlo, voglio salvarmi. Le api si muovono, formano quelle che sembrano lettere. No, non sembrano, sono lettere. Liam. La parola, il nome, rimane sospeso qualche secondo, giusto perché lui possa leggerlo immagino, poi la forma cambia di nuovo: un gigantesco teschio con le tibie incrociate sotto. Sì, insomma, un pò' come i simboli sulle bandiere dei pirati, solo che questo è formato da innumerevoli vespe giallonere. Il messaggio penso sia chiaro: Liam deve morire.

Ma non è finita, e le manifestazioni del mio dolore turbinano, roteano in un misto di ronzii spaventosi. Cos'è? Oddio, è un uragano! Un gigantesco e colorato tornado di pungiglioni. Ecco perché la larva ha allentato la presa, vuole soltanto impedire a Liam di fuggire, e se scapperà tenterà di morderlo con le ultime forze rimaste. E dal cielo, come una punizione di Dio, quelle schifose api piombano turbinanti nel loro vortice di agonia pungente. Vogliono avvolgere l'innocente ed ingenuo Liam, ed io non posso fare nulla per impedirlo.


°


image

X a i n

ReC: 275 AeV: 175 PeRf: 125 PeRm: 400 CaeM: 200

0 5 1 %

Ferite: Maledetto (livello alto)


Equip: Hex [ +50 PeRm / Al Collo ] - Scaglia di Insetto [ Arma Avanzata / Impugnata nella Mano Destra ] - Scarabei Succosi [ 2x Oppio ] - Vecchia Foto [ - / Riposta]



Passive:

Scurovisione ~ Capacità di vedere nell'oscurità e oltre coltri non illusorie come se fosse pieno giorno. Inutile contro abilità attive.
Risparmio Energetico ~ Consumi ridotti del 5%.
Apparizione Immediata ~ Riduzione a zero dei tempi di concentrazione per le abilità di evocazione.
Apparizione Multipla ~ Possibilità di usare due volte la stessa abilità/pergamena di evocazione occupando un unico slot tecnica. Il consumo va comunque calcolato come doppio.

Attive:

Vespe Giganti ~ L'animale basilare che Xain è in grado di evocare; esso rappresenta il dolore acuto, l'amarezza e, in generale, tutto ciò che è sporco e laido. Essa è in tutto e per tutto identica, almeno nella forma, ad una vespa normale, se non fosse che misura ben trenta centimetri ed è di un colore bluastro. Possono esserne evocate due diverse tipologie: quella base, con un consumo energetico pari a basso, che non avrà poteri particolari. Si limiterà a ronzare paurosamente e ad avventare il proprio aculeo sulla carne delle vittime, con una furia terribile. [...] [ Basso x2 ]
Le Tre Larve ~ [...] Questo negativo si è manifestato concretamente sotto la forma di tre gigantesche larve, dalla lunghezze di sette metri ciascuna. Nonostante non possano sostare sul campo più larve contemporaneamente, tutte le tre che verranno evocate saranno liberate gratuitamente dalla Scaglia, occupando solo uno slot tecnica, ma contando come evocazioni di livello alto. Il morso di queste creature è molto velenoso, e può portare ad un forte annebbiamento della vista più un generale senso di disorientamento nella vittima. La singola evocazione, se non sarà distrutta o richiamata, sosterà sul campo di battaglia tre turni, attivazione compresa. L'unico segno che distingue le tre diverse larve sarà una fiammella che ruoterà attorno al loro corpo, manifestazione magica che non può causare nessun tipo di danno, risultando completamente intangibile. La prima larva evocata avrà una fiamma rossa, la seconda verde e la terza blu. [ Turni 2/3 ]
Invasione di Mosche ~ [...] Tecnica fondamentale ed ottima per un evocatore. Non ha un particolare significato simbolico, anche se si pensa che le mosche evocate siano tutte coloro che si sono nutrite dei cadaveri di animali e piante in ogni universo. Dopo qualche secondo di concentrazione, il campo di battaglia verrà oscurato e sarà pervaso da un leggero tanfo di cadavere (irrilevante dal punto di vista dei danni). Ovunque lo sguardo possa posarsi, dopo quel momento, si noteranno un'infinità di mosche nere e ronzanti. Alcune di esse si appiccicheranno alle evocazioni di Xain, potenziandole e rendendole dello stesso livello dell'evocatore, e non di uno inferiore. Inoltre, visto l'oscuramento della luce, i demoni potranno andare in forma demoniaca e gli angeli dovranno rimanere in forma umana. La tecnica necessita di un consumo alto e svanirà al termine del turno successivo all'attivazione; le mosche moriranno insieme al fetore che si sono portate dietro. [ Turni 1/2 ]

Riassunto: Soffro per la maledizione e quindici vespe muoiono sotto i colpi delle ombre. Cerco di convincere Liam di annullare la maledizione e subito dopo attivo l'Invasione di Mosche. La larva, provata dai tuoi colpi ma non morta, ti libera e ti circonda formando una specie di cerchio i cui confini sono le sue stesse spire, tre metri di diametro. In sostanza Liam è al centro e lo spessore del corpo della larva (due metri) dovrebbe essere abbastanza per impedirti di fuggire, ma se tenti di scappare avvicinandoti alla bestia quella cercherà di morderti. Dopo questo evoco altre quaranta vespe, nelle stesse modalità del post precedente (ora ce ne sono cinquantacinque in tutto). Le api ronzano e formano una gigantesca scritta che recita "Liam" e poi un teschio con le ossa incrociate sotto (tutto per fare scena :v:) infine si muovono formando una specie di grottesco tornado e si lanciano contro di te dall'alto. Nonostante la forma del colpo, si tratta di un semplice attacco a 360°, in quanto tu dovresti essere "nell'occhio del ciclone" con tutti gli insetti attorno, che ti danneggiano con la loro semplice potenza di evocazioni.

Note: Io odio la tua maledizione che mi costringe a risparmiare le energie.

Edit: Avevo sbagliato a scrivere Merihim, uhuhuhu.


Edited by Il Dubbio - 9/2/2010, 21:10

 
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:.Sehnsucht.:
view post Posted on 10/2/2010, 21:33




I'm becoming Insane
Just for you!




Aveva creduto, per un attimo, che le sue gambe sarebbero state schiacciate.
Erano stati attimi di puro panico, quelli. Il più piccolo movimento faceva scricchiolare le sue ossa l’una contro l’altra in una cupa sinfonia che non prometteva nulla di buono eppure, anche se i suoi muscoli erano sempre più deboli e il sangue cominciava a non circolare più, non poteva smettere di agitarsi, non poteva accettare quella prigionia: bastava che la larva stringesse con appena un briciolo in più di forza e i suoi arti inferiori sarebbero stati sbriciolati, bastava che quel disgustoso orrore abbassasse appena un po’ la testa e Liam si sarebbe ritrovato decapitato. Era in trappola e bastava niente perché il nemico ne approfittasse per ucciderlo- per sconfiggerlo.

Aveva creduto, per un attimo, che le sue gambe sarebbero state schiacciate, ed era per quello che un sospiro di sollievo gli sfuggì dalle labbra quando il verme lo lasciò andare, anche se le ginocchia erano troppo deboli e doloranti per tenerlo in piedi. Era sollevato, sì, anche se il sangue ancora sgorgava dalla sua gola e un nauseante odore di cadaveri penetrava nelle sue narici, colpendo le sue viscere nel tentativo di rivoltarne il contenuto. Aveva forse ucciso l’insetto? Meglio. Ne era felice.
Felicità, doveva essere quella l’emozione che gli scuoteva le spalle e rendeva il suo cervello leggero leggero, riducendo il mondo esterno ad un confuso rumore ovattato - non c’era nulla di importante da sentire, no, nulla era importante a meno che non fossero i lamenti del nemico, la voce del Re che gli confermava la vittoria, le grida di gioia del fratello.
Nulla era importante meno che uccidere il nemico ed era ora che se ne convincesse. Era ora che si affidasse esclusivamente a quella vocina che canticchiava l’avvento della distruzione e accettasse a braccia aperte i suoi insegnamenti, ignorando tutto il resto.
Ignorare quell’odioso peso al petto. Ignorare quella strana sensazione che c’era qualcosa che non andava, che doveva fermarsi, che non doveva fidarsi. Ignorare tutte quelle vocine traditrici che sembravano implorarlo di fermarsi, di ascoltare, che piangevano e piangevano e lo confondevano in quel momento così cruciale.
Ignorare tutto ed alzare lo sguardo, cercando di capire che cosa stesse succedendo. Il verme era sempre lì, a pochi metri di distanza, steso a terra in un cerchio- voleva circondarlo, voleva bloccarlo per rendere più semplice colpirlo, era tutto un trucco, un dannatissimo trucco e Liam avrebbe voluto gridare e sparare, sparare fino a che l’avversario non fosse morto e non avesse pagato per quel vile trucco e la vittoria non fosse finalmente stata sua.
L’avversario. Un brivido gli scosse la spina dorsale, un brivido che la vocina nella sua testa fu veloce a descrivere come odio: d’altronde che altro avrebbe mai potuto provare per qualcuno che vomitava insetti su insetti per il solo dannatissimo gusto di diminuire le sue possibilità di successo? Oh, sì, l’odiava, era quella la realtà: doveva morire, così da poterlo aprire e togliere ogni singolo parassita dal suo corpo bruciandolo uno per uno. Doveva morire, tutto lì.
Quella era la semplice, pura verità: doveva essere distrutto, lacerato, sconfitto, ucciso.

(Intanto le sue gambe continuavano a tremare, piegate sotto il suo peso, e Liam si ritrovava immobilizzato ad osservare mentre uno sciame di api formava il suo nome e, subito dopo, un teschio: il significato era chiaro, preciso e, soprattutto, ricambiato. Dovevano morire, loro, il verme e il loro padrone- quel padrone che lo stava guardando, patetico, in quel modo così triste.)

Non mi guardare così.

Liam chiuse istintivamente gli occhi e sì, era il sangue quel sapore così amaro che sentiva in gola, sì, era la rabbia quel peso così opprimente sul suo petto, e no, quelle parole così chiare che avevano cominciato a rimbalzare fra le pareti della sua mente e che tanto sembravano essere state dette dal suo avversario non erano mai state pronunciate, in realtà.

Ti prego, non sono io il tuo nemico.


Le spalle tremavano solo perché si sentiva debole. Si stava stringendo la testa fra le mani che ancora tenevano le armi solo per proteggersi dalle api che stavano per colpirlo. Non si sentiva male. Non si sentiva in colpa. Aveva solo paura di perdere.

Annulla questa maledizione e io ti aiuterò a sconfiggerlo!


Quella frase non era mai stata pronunciata, era solo una dannatissima invenzione di quella parte del suo cervello che non voleva vincere, che non voleva aiutarlo, che voleva farlo rimanere miserabile ed inutile per sempre- l’avrebbe sentita se fosse stata pronunciata, no? L’avrebbe sentita.

Dammi retta!


E se anche in realtà il nemico avesse realmente detto quelle cose- allora? Le persone mentivano, soprattutto quando non volevano perdere.

Non sono io il tuo nemico.


Non poteva perdere, non poteva perdere, doveva ripeterlo e ricordarselo per sempre, sempre, sempre. Non poteva perdere e se quello era l’unico modo per non farlo allora doveva continuare, doveva seguire quella voce che sapeva quale fosse la strada migliore, doveva distruggere, lacerare, sconfiggere, uccidere.
Doveva ricordare che lo faceva per quel calore, per essere sempre protetto, perché quello era il modo per raggiungere il potere e il potere era come essere sempre lì, a casa, e dannazione perché lo guardava in quel modo!

(La terza fitta lo colpì al rene destro. Era un dolore straziante eppure, nel retro del suo cervello così confuso, era grato per quella pugnalata invisibile: poteva convincersi che quello era l’unico motivo per cui si era rannicchiato a terra, che quello era il motivo per cui stava tremando in quel modo- ma, soprattutto, grazie a quella fitta la sua mente si era staccata, lasciando sfuggire l’immagine di quegli occhi così tristi e lasciandolo solo con quell’odiosa canzone di distruzione.)

Non avrebbe dovuto dimenticare il perché stava facendo quello che stava facendo.
Non avrebbe dovuto dimenticare quel tepore, quella sensazione di potere, quegli attimi in cui sembrava che tutto fosse possibile e che bastasse solo schioccare le dita perché i suoi desideri si realizzassero.
Tipo quel momento. Delle api, molte api, si stavano dirigendo verso di lui con tutta l’intenzione di pungerlo, magari per trapassarlo da parte a parte. Che fare?
Sacrificare un pipistrello per proteggersi. E se un solo pipistrello non bastava, allora bisognava utilizzare più pipistrelli.

Poteva sentire le loro strilla mentre venivano punti e morivano, patetici animaletti che per un malvagio scherzo del destino non riuscivano mai ad ottenere più di pochi secondi di vita. Le sentiva ed intanto le contava, ragionando sul numero di punture che doveva aver evitato.
Aveva ancora in mente quel numero mentre la sua schiena, le sue gambe, le braccia che facevano disperatamente da scudo alla testa venivano colpite e tentava di pensare – in quell’ottimismo che tanto lo contraddistingueva – che almeno era andata bene. Almeno aveva evitato una parte del pericolo.
Ci pensava anche mentre il sangue cominciava a sgorgare dalle ferite e il suo cervello sembrava pulsare per tutto il dolore che i nervi registravano e no, non vedeva quel dannatissimo liquido rosso, ma poteva scommettere che era dappertutto perché ne sentiva il calore, ne sentiva il gusto e per un attimo si chiese- quell’odore di cadavere, era il suo?
Ma subito si riprendese- che idiota che era stato a pensare cose del genere. Come poteva essere morto?
Sentiva il calore, come se la sua carne fosse stata in fiamme, sentiva le sue vene pulsare, sentiva il suo cuore battere a tempo di quella nenia che la voce nella sua mente non aveva mai smesso di cantare, non per un solo secondo.
Sentiva le sue braccia sollevare il corpo senza mai minacciare di cedere, sentiva di poter muovere le gambe e, anche se tentare di mettersi in piedi gli aveva fatto tremare le ginocchia in modo terribile e subito era ricaduto a terra, sentiva di poter alzare la testa e fissare il nemico senza nessun problema.

“Ch-” tossì, sputacchiando un grumo di sangue, e quando tornò a parlare il suo tono era basso, instabile, con un sinistro gorgoglio di sottofondo. “Chi… devo colp-hk-ire per vincere?”

Tre ombre si erano formate attorno a lui, semplice condensazione delle tenebre, ed erano piccine, ed erano sempre le solite tre piccole bambine ma, per una volta, non correvano. Non giocavano a rincorrersi, non scherzavano nel loro silenzioso modo.
Erano lì, attorno a Liam, e per una volta rimanevano ferme, immobili, l’inesistente sguardo fisso sull’avversario che non era più un amico, un parente, qualcuno da abbracciare- quello era un nemico, una preda, qualcuno che andava eliminato.

Le tre ombre volarono verso l’avversario, due dirette ai lati, all’altezza del bacino, e la terza correndo dritta fra le sue braccia. Non per affetto. Non per gioco. Solo per ucciderlo.

Ed intanto l’elfo rimaneva seduto, la mano destra alzata per sparare al petto del rivale, circondato da ogni genere di insetto, e sì, il dolore rimaneva come e più di prima ed era insopportabile ed opprimente- però il sangue lo ricopriva, lo scaldava, cullandolo al suono di una canzone della sua infanzia le cui parole erano state stravolte ma la cui melodia rimaneva la stessa e no, non aveva freddo.



SPOILER (click to view)
[ReC : 260] [AeV : 220] [PeRF : 120] [PeRM : 365] [CaeM : 210]

Energia: 67%
Mana: 40%
Armi: Pistola - Mano Destra - Due Proiettili Pugnale - Mano Sinistra
Danni subiti: Emorragia interna allo stomaco (danno basso) , Emorragia interna alla gola (danno basso), danno basso alle gambe per lo stritolamento, Danni per via dei pungiglioni a schiena, gambe e braccia, Emorragia interna all'altezza del rene destro (danno basso)
Tecniche utilizzate:
Maledizione Superiore - Toglie al nemico il 15% di energie per turno, Liam subisce una ferita interna bassa fino a che non decide di eliminarla.
Invincibile Armada - Tre ombre alte un metro che volano contro il nemico, a contatto con qualcosa esplodono. Consumo Medio.
Pipistrello - Evoca da uno a venti pipistrelli di energia totale gialla. Consumo Basso. [Evocati venti - Ognuno un ventesimo di energia gialla]
Abilità attive: ///
Azioni: Non riesce ad alzarsi per i danni alle gambe, si protegge in parte dalle api grazie ai pipistrelli ma, comunque, sono parecchie e viene colpito a schiena, gambe e braccia. La maledizione ha effetto su moi e toi. Io lancio la tecnica Invincibile Armada, solito modo (due ai lati, una dritta) in più ti sparo mirando al petto.

Note: Tell me why it's always the same, Explain me the reason why I'm so much in pain! 8DD Forza, quasi finito! Allons-y! :ponpon:
 
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Il Dubbio
view post Posted on 11/2/2010, 13:47




Niente da fare.



Non mi ascolta, non mi ascolta più nessuno. Ma come posso pretendere, dopo quello che ho fatto, che qualcuno si possa ancora fidare delle mie parole? Le mie labbra pronunciano frasi empie e sconsiderate da troppo tempo e poi chi è l'idiota che crede alle parole dettate da qualcuno che vomita insetti? Come ho potuto sperare anche solo una frazione infinitesimale di tempo che Liam mi avrebbe ascoltato? Nella mia testa, fra le pieghe viola del cervello vicino al collasso, Lo Sciame se la ride, l'infame, ecco perché mi ha lasciato libero di parlare: soltanto perché sapeva che non mi avrebbe mai dato retta.

Ma mentre sghignazza con i suoi denti gialli io, semi disteso a terra, posso schioccare le dita e fregarlo. Le ossa producono un rumore secco e la larva apre il cerchio, si alza e mi guarda, poi strilla con la sua solita voce di megera. Un proiettile la colpisce, ma non è quello che la fa urlare. La fiamma che le girava intorno le entra in bocca e quella grida, si dimena, il suo corpo si carbonizza in una manciata di secondi e di lei non rimane che cenere. E Lo Sciame se ne è accorto e non accetta il mio affronto. Mi punisce. Sento che il mio corpo si alza in piedi, con fatica, e rimane immobile.

Sgrano gli occhi, ci sono tre forme che fluttuano verso di me. Ombre? Qualcosa di simile. Sciame, aiutami, non so cosa siano, possono essere dannose. Ma non risponde. Sciame, cosa fai? Vuoi mettere a rischio la mia vita? . Come sarebbe a dire "sì"? Devi proteggere il tuo ospite! Mi risponde di non preoccuparmi, non mi uccideranno, faranno solo molto male. Ah, ora ho capito, sono la mia punizione per aver richiamato la larva. Che tu sia maledetto, Sciame, che tu sia maledetto.

Per quanto inutile non posso impedirmi un gesto istintivo, e mentre quei ballerini di colore volano verso la mia forma, poco prima che schiantino i loro corpi evanescenti, alzo le braccia per coprirmi il viso, chiudo gli occhi e per un lungo, interminabile istante tutto sparisce. Poi tutto brucia, qualcosa esplode. Io sono esploso. Quando apro gli occhi il mio corpo sta volando, la carne del petto e delle braccia è annerita, bruciata, dolorante. I vestiti semi carbonizzati. La Scaglia vola via dalla mia mano e si pianta a terra da qualche parte, non so dove. Cado di schiena, sbatto ossa, gambe e braccia. Fa male, tanto male.

Come un verme tagliato a metà il mio corpo si contorce, me ne starei qui sdraiato in eterno, ma non posso. Le vespe abbandonano la loro vittima e vengono a prendermi. Ne sono rimaste poche, una trentina o non molte di più. Tutta la nube gialla e chiassosa mi sovrasta, le loro zampette nere si avvolgono attorno alle mie membra, mi sollevano come un abominevole crocifisso, un sudicio Cristo sconfitto dal Diavolo in persona. Le loro ali sbattono con furia e mi portano al cospetto del mio nemico, mi appoggiano, i miei piedi sono per terra. Sono dritto nonostante la fatica. Gli animali si staccano e ronzano confusamente senza attaccare.

Un'ape ritardataria arriva veloce, la Scaglia di Insetto fra le zampe. La mia mano si apre con il palmo rivolto verso l'alto e accoglie il peso dell'oggetto, che come una piuma di cemento viene appoggiata dalla nostra schiava a strisce. Le mie mani ripongono l'arma fra le braghe nere. Alzo gli occhi, ma non sono io a farlo, è Lo Sciame, li pianta dentro quelli bicromatici di Liam. Povero Liam, cosa hai fatto per meritarmi? Se solo mi avessi dato retta forse avresti avuto una microscopica probabilità in più di uscirne illeso.

Mentre penso mi ritrovo in bocca uno scarabeo, le sue frattaglie rosse disgustose si appiccicano al palato, la pelle dura si infila a scaglie fra i denti, ma almeno mi sento un po' meglio. Soltanto un po'. Poi la mia testa si inclina a sinistra, gli occhi psicotici che non hanno nulla di mio guardano il loro avversario. I miei vestiti sono inceneriti per metà, e me li sfilo e strappo di dosso. Sotto la pelle è tutta una crosta, il freddo Hex batte contro il petto e mi infastidisce. Le gocce di denso mercurio grattano via parte della patina nera. Le mie labbra si schiudono, la mia lingua si muove come un agile serpente d'acqua, dalla mia bocca escono parole che io non pronuncio.

« Perché vi affannate così tanto quando poi fate sempre la scelta sbagliata? » Allunga le mie braccia, i palmi bianchi rivolti verso di lui. Ho delle belle mani, grandi, dalle lunghe dita, forse un po' troppo pelose ma proporzionalmente perfette. E, forse per il solo gusto di cancellare questi miei pensieri innocenti, tante cimici mi escono dal naso, dalle orecchie e da ogni altro buco. Camminano solleticandomi l'epidermide fino a raggiungere entrambe le mani. Formano due brulicanti guanti verdi, e le mie labbra sospirano altre frasi: « Perché fate di tutto per rovinarvi la vita? » Dannato Sciame, quanto hai ragione.

I miei pugni si schiacciano, seguiti dallo sguardo delle mie iridi tinte di merda. Due nubi acide si avvolgono in una spirale letale e percorrono veloci il tragitto che le separa dal naso e dai pori di Liam. Come un'evanescente mano avvelenata cercano di stringergli la faccia e soffocarlo, farlo collassare definitivamente. Muori, Liam! Muori! Lo Sciame odia e vuole la sconfitta del mio avversario e io, per quanto mi possa impegnare a cercare il contrario, non posso andare contro il volere del parassita. E quando penso che tutto ciò è solo colpa mia allora vorrei stringermi una corda al collo. La mia anima per una forca. Troppo tardi, la mia anima è già stata venduta, tanto tempo fa.


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X a i n

ReC: 275 AeV: 175 PeRf: 125 PeRm: 400 CaeM: 200

0 3 1 %

Ferite: Maledetto (livello alto), Bruciature a petto e braccia (medio), Contusioni da caduta (graffi)


Equip: Hex [ +50 PeRm / Al Collo ] - Scaglia di Insetto [ Arma Avanzata / Riposta ] - Scarabei Succosi [ 1x Oppio ] - Vecchia Foto [ - / Riposta]



Passive:

Scurovisione ~ Capacità di vedere nell'oscurità e oltre coltri non illusorie come se fosse pieno giorno. Inutile contro abilità attive.
Risparmio Energetico ~ Consumi ridotti del 5%.
Apparizione Immediata ~ Riduzione a zero dei tempi di concentrazione per le abilità di evocazione.
Apparizione Multipla ~ Possibilità di usare due volte la stessa abilità/pergamena di evocazione occupando un unico slot tecnica. Il consumo va comunque calcolato come doppio.

Attive:

Invasione di Mosche ~ Tecnica fondamentale ed ottima per un evocatore. Non ha un particolare significato simbolico, anche se si pensa che le mosche evocate siano tutte coloro che si sono nutrite dei cadaveri di animali e piante in ogni universo. Dopo qualche secondo di concentrazione, il campo di battaglia verrà oscurato e sarà pervaso da un leggero tanfo di cadavere (irrilevante dal punto di vista dei danni). Ovunque lo sguardo possa posarsi, dopo quel momento, si noteranno un'infinità di mosche nere e ronzanti. Alcune di esse si appiccicheranno alle evocazioni di Xain, potenziandole e rendendole dello stesso livello dell'evocatore, e non di uno inferiore. Inoltre, visto l'oscuramento della luce, i demoni potranno andare in forma demoniaca e gli angeli dovranno rimanere in forma umana. La tecnica necessita di un consumo alto e svanirà al termine del turno successivo all'attivazione; le mosche moriranno insieme al fetore che si sono portate dietro. [ Turni 2/2 ]
Esalazione delle Cimici ~ Ma Xain non possiede solo tecniche di evocazione, egli ha sviluppato abilità più subdole che non si limitano a lanciare insetti giganti contro un nemico. Un esempio è la possibilità che ha nel produrre il fetido e letale olezzo delle cimici, in maniera amplificata centinaia di volte. Questo letale miasma rappresenta l'inquinamento moderno e gli avvelenamenti antichi, che hanno portato a cancri e morti premature di tantissime vite già dal passato. La tecnica si attiverà con un semplice gesto del braccio che si protenderà in avanti, a questo punto il corpo del negromante si riempirà di cimici che brulicheranno sino al suo palmo aperto; schiacciando le dita in un pugno serrato egli spappolerà gli insetti ed una densa nube verdognola inizierà a procedere per un massimo di una decina di metri. L'esalazione, notevolmente densa e pericolosa, non avanzerà troppo velocemente, ma se inalata causerà un forte senso di indebolimento, fremiti in tutto il corpo e vista fortemente annebbiata. L'attacco ha un consumo medio, ma se verrà aspirato da degli angeli (rappresentazione della purezza e dell'incorruttibilità) causerà danni totali pari ad alto. [ Medio x2 ]

Riassunto: Soffro per la maledizione e riesco a richiamare la larva (che sarebbe comunque morta alla fine del post) ma prima riesce ad incassare il tuo proiettile (ti stava circondando, quindi non ha problemi). Ricevo in pieno le ombre soffrendo i relativi danni poi le api mi prendono e mi trasportano ad un paio di metri da Liam. Lo Sciame parla usando la bocca di Xain e ti attacco con due Esalazioni, mentre le api rimangono in stallo e non fanno nulla (ne sono rimaste quarantacinque, dieci vengono uccise dai pipistrelli). Ah, mangio anche uno Scarabeo per riprendermi un po' le energie e al termine del post l'Invasione di Mosche svanisce.

Note: Questo combat mi è proprio piaciuto! Peccato che il tuo prossimo turno sia l'ultimo...

 
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:.Sehnsucht.:
view post Posted on 11/2/2010, 20:30




FaReWELL
Lights out!




Le dita si muovevano suo malgrado, componendo quella melodia che sola sembrava riuscire a mantenere la sua mente e il suo corpo unite, compatte, che sola faceva in modo di non farlo completamente impazzire mentre guardava quel miasma verde avvicinarsi e sapeva di non poter fuggire ma non importava, non importava davvero. Per un qualche strano motivo tutta quella situazione gli sembrava necessaria.
Chiuse gli occhi e la canzone divenne più forte, più insistente, tanto che sembrava che non esistesse più nient’altro, al mondo, se non lui e quella musica: inspirava, chiedendosi se fosse aria quella che penetrava fra le sue narici oppure quell’odiosa sostanza verde, e subito si dimenticava anche di quella domanda, così come si dimenticava del combattimento, dell’avversario, dell’artefatto, del Re.

(Il sangue continuava a colare sul suo corpo, avvolgendolo in quel calore così familiare che tanto ricordava un abbraccio, eppure Liam tremava e si sentiva debole e non ne poteva più e doveva smetterla, forse doveva solo lasciarsi andare ed addormentarsi, forse, forse, forse: la sua mente era piena di odiose vocine che non facevano che seminare dubbi e renderlo debole- ma andava bene, perché quella melodia aumentava di volume e tutto veniva sepolto sotto un mare di note.)

La sua presa sulla realtà si stava facendo sempre più debole, trascinata lontano assieme a quel fiume di energia che, piano piano, traspirava dalla sua pelle ed andava ad aumentare quel disgustoso odore di cadavere che non faceva che rendere il mondo al di là delle sue palpebre sempre più irreale: si sentiva distante, leggero, come uno di quei palloncini che, nonostante quanto lottino, non possono smettere di volare verso il sole, e l’unica cosa che ancora lo legava alla terra era quella canzone.
Quella canzone.
Ed intanto, come se fossero stati trasportati dall’aria, delle immagini gli volteggiavano attorno, ricordandogli come era finito in quel luogo, in quel momento, in quelle condizioni: e c’erano insetti, nelle sue memorie, c’era la rabbia, c’era la domanda del suo nemico e c’era quello sguardo così triste.

Perché vi affannate così tanto quando poi fate sempre la scelta sbagliata?


Avrebbe voluto gridare. Avrebbe voluto rispondere.

Perché fate di tutto per rovinarvi la vita?


Ma la realtà era che se avesse aperto bocca dalle sue labbra non sarebbe uscito altro che sangue.

(Tremava come un bambino, anche se attorno a lui tutto era caldo, anche se una fiammella si era accesa nel suo petto e roventi scintille scorrevano nelle sue vene: nonostante tutto lui tremava, stanco, ed avrebbe voluto dirgli di sbrigarsi, di ucciderlo oppure di morire.)

La melodia continuava, ancora ed ancora ed ancora, ignorando la sua situazione, ignorando quanto stesse soffrendo, ripetendo solo lo stesso ordine.
Sconfiggilo.

(Sconfiggilo, ripeteva la vocina, sconfiggilo continuava a dire, sempre più disperata, sempre più implorante, fino a che non divenne un semplice torrente di vocali: allora Liam aprì gli occhi, confuso, senza riuscire a capire che cosa fosse successo, e solo allora un pugnale invisibile si piantò fra i due emisferi del suo cervello, girando e rigirando la lama per penetrare sempre più a fondo e sì, strillò, striLLò fiNo a QUAndo la gola nOn si Squarciò E le CORDe vocALI non si spezzAROno e il SANGUE sgorgAVA E POTeva SENTiRe le proprie DIta ScavAre NeL CRANIO e NeLLa CARNE E c’ErA SANGUE.)

Non vedeva niente, non c’era niente, era come se una patina fosse stata fissata sui suoi bulbi oculari e non gli piaceva, non vedeva niente, doveva strapparli e pulirli e rimetterli a posto e non c’era niente, dov’era?
Era sparito, il nemico era sparito, maledetto, tutti sparivano, si era portato via la voce, si era portato via la canzone, era tutto un CaOS e le voci parlavano e gridavano e il suo corpo tremava e non era giusto, gli era sfuggito tutto tra le mani, la testa faceva male, faceva così tanto male, era colpa sua, del nemico, perché non moriva?
Morire, doveva morire, doveva morire per tutto il SANGUE e il DOLORE e quelle fitte, mille pugnalate, al rene, allo stomaco, alla gola, la gola bruciava, e la testa, la testa scoppiava, stava scoppiando, stava scoppiando fra le sue mani che stavano stringendo la sua testa, scavando, stavano scavando nella sua carne e nelle sue ossa ed era tutta colpa sua, sua, sua, SUA.
Morire, doveva morire, dovevano morire lui e i suoi insetti e quelle vocine che avevano fatto fermare la musica e si sentiva così Vuoto e non vedeva niente, era tutto annebbiato, guardava di fronte a sé e vedeva solo buio e un’ombra, un punto più scuro degli altri, e doveva essere LUI, non poteva essere una delle sue stelline, una di quelle bambine che nascevano dall'oscurità e gli rimanevano a fianco fino al momento di partire- le sentiva, piccoli tesori, gli avevano rubato il caldo, gli avevano rubato la melodia e dovevano morire, dovevano morire anche loro, dovevano morire con LUI, dovevano volare verso di lui, dovevano circondarlo, dovevano buttarsi su di lui e dovevano morire tutte, tutte, tutte, dovevano morire TUTTI!



SPOILER (click to view)
[ReC : 260] [AeV : 220] [PeRF : 120] [PeRM : 365] [CaeM : 210]

Energia: 40%
Mana: 20%
Armi: Pistola - Mano Destra - Due Proiettili Pugnale - Mano Sinistra
Danni subiti: Emorragia interna allo stomaco (danno basso) , Emorragia interna alla gola (danno basso), danno basso alle gambe per lo stritolamento, Danni per via dei pungiglioni a schiena, gambe e braccia, Emorragia interna all'altezza del rene destro (danno basso), Danno alto per avvelenamento (vista offuscata, debolezza, fremiti), Emorragia interna alla testa (FORTE male alla testa, leggero squilibrio mentale, l'ho valutato un pò più alto del basso)
Tecniche utilizzate:
Maledizione Superiore - Toglie al nemico il 15% di energie per turno, Liam subisce una ferita interna bassa fino a che non decide di eliminarla.
Invincibile Armada - Tre ombre alte un metro che volano contro il nemico, a contatto con qualcosa esplodono. Consumo Medio. (x2)
Abilità attive: ///
Azioni: Subisce il veleno. Subisce l'emorragia al cervello che lo manda fuori di testa. Evoca due Invincibili Armate, per un totale di sei ombre che tentano di accerchiarti per colpirti.

Note: ULTIMO POST! :ponpon: Ora, tu ti chiederai: perché il mio avversario ha fatto qualcosa di così stupido come danneggiarsi il cervello in un combattimento ufficiale? BECAUSE IT'S THE LAST POST! Vedi? VEDI? ULTIMO POST! E lo faccio uscire di testa perché è il mio ciccino e un pò di dolore e pazzia è seeeeeempre bello. SOPRATTUTTO NELL'ULTIMO POST! :ponpon: Guardalo. Guardalo! FUORI DI TESTA! Awesome! :ponpon: (in altre parole l'ho fatto solo per divertirmi e provare cose nuove. Tanto, ehi, è l'ultimo post! *passa la palla*)
 
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Il Dubbio
view post Posted on 13/2/2010, 16:43




Fingete di essere al cinema.



Sì, immaginate di starvene seduti comodi su poltrone di stoffa sintetica rossa, uno schiroccio di pop-corn vuoto (solo qualche duro seme che frulla sul fondo del bicchiere). State succhiando una bibita ghiacciata dalla cannuccia, ma la scena finale del film scorre sotto i vostri occhi e voi non volete perdervi un solo fotogramma. Allora staccate le labbra umide e ve le asciugate con la manica (in un altro contesto non avreste mai fatto una cosa così sozza, vero?) poi vi sfregate la mani per pulirle dalle briciole di cibo. Un amico al vostro fianco sussurra qualcosa, ma non vi interessa. L'ultima scena, il clou, l'apoteosi della vicenda è sotto i vostri occhi e non ve la volete perdere per nulla al mondo.

La sala è piena, ma sono tutti zitti con gli occhi piantati sullo schermo gigante. Dagli altoparlanti escono i ronzii delle mie api (vengono inquadrate in modo da sembrare migliaia e non solo una trentina, ovunque nella grotta). Poi la camera sposta su Liam, afflitto e piegato sotto le sue stesse ferite, il rosso del sangue è così vivido che vi sembra bagni lo schermo. Primo piano sulla mia faccia, tanti insetti (in sala si sente qualche ragazzina che esordisce con un che schifo sussurrato) e un ghigno da vero anti-eroe, spregevole. La mia bocca mastica un altro scarabeo. Tutte quelle persone sedute mi odiano più di ogni altra cosa in questi pochi minuti finali del film.

Ora i suoni che escono dagli altoparlanti si ovattano, diminuiscono di intensità fino a spegnersi. Al posto dei ronzii degli insetti ascoltate una dolce e malinconica colonna sonora, che accompagna tutto quello che sta per succedere. I fotogrammi sono rallentati, per far assaporare al pubblico tutta la suspance possibile. Inquadrano il golem e l'uomo, nessuno deve dimenticarsi che lì ci sono anche loro. Inquadrano ancora Liam. Inquadrano le api (potete apprezzare ogni scatto delle loro ali, ogni singolo movimento è talmente rallentato che lo distinguete perfettamente) e poi inquadrano me. Cioè, il mio corpo, io come essere pensante dimoro dentro la testa del mio corpo, non fuori.

Particolare della mia pelle bruciata, poi la visuale si allarga e intorno a me si vedono altre sei ombre. Particolare delle ombre. La colonna sonora triste risuona in tutto l'ambiente. I lenti ballerini si lanciano contro il mio corpo, e lo schermo diventa tutto bianco. Non può finire così! Stanno sussurrando quelli seduti dietro, increduli. Ma non finisce affatto così. Che sia morto? Si domanda un giovanotto con gli occhiali al lato della fila. Speriamo, se lo meriterebbe. Risponde una bella ragazza al suo fianco. Ma non è così, questo è un finale a sorpresa.

Lentamente il bianco luminoso si oscura, e riappare la grotta. C'è Xain che si protegge con le braccia, nello stesso punto in cui sostava prima, tutto attorno a lui i cadaveri bruciati di insetti scuri. Lui è ferito, ma non più di prima. Allora ghigna, perché è rimasto illeso dall'ultimo attacco portato dall'avversario. E tutti non vogliono che finisca così, perché Xain Whitness è il cattivo, quello che alla fine viene ucciso. Chi è il regista di questo film? Non possono fare trionfare quella sagoma nera e orrida. Primo piano sui miei occhi: bruni, tristi, arresi. Guardo il pubblico e chiedo di essere perdonato per quello che ho fatto e per quello che farò. Mi dispiace se non mi sono lasciato fare a pezzi, avete ragione, avrei dovuto, me lo merito, ma non è questo il copione.

Prospettiva dall'alto
. Si vedono le gocce dense e marroni che piovono su di noi, ma non c'è nessun rumore, solo la cantilenante melodia. L'unico suono che sentite è quello di una lama estratta (fa eco per tutta la grotta) e c'è un primo piano sulla mia mano destra che stringe la Scaglia. Tutti hanno già capito cosa sta per succedere ma nessuno vuole crederci. Il mio corpo si avvicina a quello della mia innocente vittima, voglio accarezzarlo. Primo piano sulle mie labbra, sentite un sussurro: « Perdonami, Liam... » C'è un coltello che si avvicina alla sua gola (o almeno ci prova). C'è una lama che vuole trapassargli la trachea, affondare nella sua carne e staccargli la testa.

Tutto il pubblico è teso, gli occhi spalancati, la bocca pure, le dita artigliano i bracciali delle loro comode poltrone borghesi. E in tutte le loro teste risuona un unico pensiero, una sola voce formata da una congiunzione e una parola, il tutto concluso da un enigmatico punto interrogativo. Ogni anima, ogni donna, ogni uomo, ogni bambino e ogni anziano, in questo momento, si stanno ponendo la stessa stupida domanda: E adesso?


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Adesso, signori, vediamo i titoli di coda.
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X a i n

ReC: 275 AeV: 175 PeRf: 125 PeRm: 400 CaeM: 200

0 3 1 %

Ferite: Maledetto (livello alto), Bruciature a petto e braccia (medio), Contusioni da caduta (graffi)


Equip: Hex [ +50 PeRm / Al Collo ] - Scaglia di Insetto [ Arma Avanzata / Mano Destra ] - Scarabei Succosi [ 0x Oppio ] - Vecchia Foto [ - / Riposta]



Passive:

Scurovisione ~ Capacità di vedere nell'oscurità e oltre coltri non illusorie come se fosse pieno giorno. Inutile contro abilità attive.
Risparmio Energetico ~ Consumi ridotti del 5%.
Apparizione Immediata ~ Riduzione a zero dei tempi di concentrazione per le abilità di evocazione.
Apparizione Multipla ~ Possibilità di usare due volte la stessa abilità/pergamena di evocazione occupando un unico slot tecnica. Il consumo va comunque calcolato come doppio.

Attive:

Lo Sciame!!! ~ Il demone/parassita non ha una forma unica, né è un'entità sola: egli è un insieme di migliaia di insetti diversi, esistenti e non classificati. Lo Sciame rappresenta semplicemente "il male del mondo"; o meglio, è immagine di tutto ciò che esiste di disgustoso, sporco, immorale, anti-etico, folle, inaccettabile, maligno, orribile, immondo ed ignobile. Quale onore venire scelti per essere posseduti da questo demone, vero? Basti pensare che Lo Sciame accetta come vittime quelle sole persone che hanno rinnegato tutto ciò che è positivo, tutti coloro che hanno distrutto tutto ciò che hanno amato per immergersi solo nell'odio, nel rifiuto e nella disperazione. Quando esso entra in contatto con un corpo umano lo controlla quasi completamente, ma lascia libera la coscienza dell'umano-ospite; questo significa che, nonostante la stragrande maggioranza del tempo il corpo parli e agisca sotto l'influsso dello Sciame, a volte esso dona al succube la possibilità di pensare per qualche istante o minuto, permettendogli di respirare la propria esistenza. Se non lasciasse questi istanti in cui il posseduto non possa ricordarsi di essere ancora in vita, il cervello crollerebbe e morirebbe, costringendo Lo Sciame ad entrare in un altro corpo. Ma il demone partecipa anche in prima persona ai combattimenti, non si limita solo ad evocare le svariate rappresentazioni dei mali del mondo. Ad un costo variabile Xain genererà dal proprio corpo un vero e proprio sciame di insetti di ogni tipo, che si sparpaglierà nella direzione voluta in qualsiasi modo. Gli insetti potranno avventarsi contro una vittima per divorarla o entrargli nel corpo e svuotarle delle viscere, oppure formeranno potenti mura difensive per proteggere il loro succube. Lo Sciame non è in grado di sopravvivere per tempi lunghi fuori da un corpo umano, quindi, una volta che esso impatta con la vittima o subisce il colpo da cui doveva difendere il proprio ospite, morirà dissolvendosi (e morirà solo una parte infinitesimale del vero demone). Può essere paragonato ad un controllo energetico di tipo non-elementale, con l'unica differenza che invece di fare danni sotto-forma di energia (bruciature e simili), egli infliggerà tagli, morsi e buchi sulla vittima, oppure tenterà di entrarle dentro attraverso narici, orecchie e ferite. Si tratta di una tecnica mascherata da evocazione e sarà comunque molto compatto e ogni singola parte dello Sciame rappresenta anche il tutto. Questo significa che basterà colpirne una parte con una tecnica di uguale consumo per distruggerlo in tutta la sua estensione.. [ Medio x2 ]

Riassunto: Soffro per la maledizione ma mangio uno scarabeo (-15% + 15% = nessun cambiamento). Le mie energie, quindi, sono al 41% (non al 31% perché al turno prima ero stato un idiota e non avevo contato il risparmio energetico). Mi difendo dalle ombre usando due Sciami di livello medio (adesso sì che vado davvero al 31%!) Poi sfilo la Scaglia di Insetto e provo ad avvicinarmi a Liam tentando un affondo dalla cortissima distanza al centro della gola (me lo permetto solo perché so che Ray non avrà difficoltà a fermarmi).

Note: Wooohooo :v: fantastico, davvero, mi sono divertito molto e spero che si siano divertiti tutti i nostri scommettitori :riot: Sono contento che sia stata una bella esperienza anche per te. Comunque vada il duello, chiunque vinca, senza rancori di alcun genere, Sensy sei un figo!!!

 
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view post Posted on 14/2/2010, 00:35
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CITAZIONE
Azione da QM.

« Splendido, splendido! »

Lo squittio gongolante del sovrano tintinnò e riecheggiò lungo le pareti della caverna provocando lo stesso suono di una marea di biglie rovesciate al suolo.

« Siete stati magnifici! »

E mentre lui si compiaceva dello spettacolo - proprio il film che Xain aveva sceneggiato con così tanta maestria! - Chevalier si preoccupò di sollevare Liam con delicatezza, con la mano destra, fermando nello stesso istante l'attacco del maniaco insettoide con la mancina.
Non li avrebbe scaraventati contro una parete facendo perdere loro i sensi, no.
In fondo in fondo, Chevalier sapeva essere un giudice imparziale. E senza dubbio entrambi si erano meritati il diritto di fare un nuovo passo - più o meno ampio - lungo la scalinata che li avrebbe trasformati in un Kodoku.

« ...Specialmente tu, Dr. Frankensteen. »


Liam Merihim Dr. Frankensteen

» Scrittura: Magistrale. Liam è pazzo, ma uno di quei pazzi ironici che sanno di poter far ridere, come far ridere, quando far ridere, e ci riescono. Alcune perle sono poi particolarmente umoristiche, come i dibattiti tra il negromante e il suo cervello che si leggono nei post. Come se non bastasse, il tutto è accompagnato da una leggerezza/scorrevolezza che non potrebbe essere definita meglio che dal termine "appropriata". Shensucht non pretende di essere il miglior scrittore della piattaforma, ma sa quali sono i suoi punti di forza e li sfrutta con sapienza e sagacia. Come se tutto questo non bastasse, l'utente dispone di un lessico ampio e di una correttezza grammaticale perfetta. Inoltre, sa sfruttare ciò che i professori denominavano tanto superbamente "il dono della sintesi". Liam non dice "Lo sguardo del Golem era freddo come quello di uno statua di Michelangelo"; Liam parla di "Pietrosa solennità" e tanto basta per esprimere lo stesso concetto. Dovrei poi aggiungere altri elogi riguardanti lo stupendo post conclusivo?
No, voglio evitare che tu ti monti troppo la testa.
» Voto: 8.0

» Strategia: La nota dolente. Non c'è nemmeno bisogno di aprire la scheda per capire che le possibilità di Liam siano limitate e che il personaggio disponga di poche tecniche, ma non posso esimermi dal dare il voto che devo. Il negromante resiste come può alla valanga di evocazioni dello sciame, e purtroppo questo non è sufficiente. Termina lo scontro con ferite che lo porterebbero prossimo alla morte, la gran parte - ma non le più gravi - provocate persino dalla sua stessa tecnica di maledizione. Tuttavia non me la sento di abbassare troppo questo voto per due ragioni: La prima è, ovviamente, la scheda low-power di Liam stesso. La seconda, invece, è la constatazione del fatto che nel suo piccolo, la scelta di utilizzare la maledizione fin da subito si è rivelata vincente: sono certo che Xain sia stato a dir poco messo alle strette dal prepotente consumo di energie, tanto da essere costretto a ricorrere ad oppi e a far inchinare il proprio personaggio perché il negromante cessasse di maledirlo.
» Voto: 6.5

» Sportività: Centellinata. Nonostante tutti gli attacchi ricevuti, Sehnsucht sa perfettamente quanti danni ci sono sul corpo di Liam, dove sono e quanto influiscono sul post del giocatore: non ho mai visto un personaggio così sapientemente duttile al suo status fisico. Quando è danneggiato alla gola non riesce a parlare. Quando è danneggiato alle gambe non riesce a camminare. Quando è danneggiato al cervello non riesce a pensare. Più coerenza di così? Inoltre, nonostante la quantità di danni, Liam non sviene. Ed è giusto! Anche sommandoli essi formerebbero una quantità poco più che critica: decisamente destabilizzante, quindi, ma non per questo mortale o simili. Uniche pecche: l'utilizzo di un parametro "energia" oltre a quello di "mana" nello specchietto (confonde solo l'avversario) e la tendenza a non quotare interamente le tecniche. Capisco l'amore per la sintesi, ma almeno la prima volta che vengono utilizzate nel corso del duello andrebbero quotate nella loro interezza.
» Voto: 7.5


Xain Il formicaio

» Scrittura: Influenzabile. Nonostante tu abbia uno stile ben definito - di cui parlerò in seguito - la prima cosa che ho notato è stata la tendenza a lasciarsi coinvolgere un po' troppo dai testi del tuo avversario. Ciò non è necessariamente un male, ma lo diviene quando ti porta ad alcune cadute di stile che snaturano il personaggio: la prima che mi viene in mente è l'esclamazione "oddio!". Xain è un personaggio crudo, disperato, abbandonato e debole, non bisogna dimenticarlo. A parte questo (che è comunque solo un piccolissimo neo), devo ammettere che il rapporto tra lo sciame e Xain rende ogni post interessante da leggere: peccato che non sempre tali rapporti siano definiti alla perfezione. Accentuerei quindi quest'ultimo aspetto.
Un tempo avevo detto che Xain somigliava al Kishin, un mio pg della scacchiera. Bé, devo ricredermi: Xain e lo sciame sono due cose diverse rispetto al Kishin e ai suoi Bebilith, che convivono pacificamente. Xain è in continua lotta con lo sciame. Lo combatte, lo rifiuta e cerca di fermarlo. E' una caratterizzazione encomiabile.
Il post che senza dubbio mi è piaciuto di più è stato l'ultimo, dove Xain assiste alle azioni dello sciame come se fosse realmente uno spettatore al cinema. Un'idea stupenda: peccato che non ti sia venuta in mente prima.
» Voto: 7.0

» Strategia: Siii può daaare di più~~, hanno cantato Morandi, Ruggeri e Tozzi. Xain si comporta in maniera eccellente: si difende bene, risponde con maestria ed è estremamente pericoloso nonostante debba contenersi notevolmente a causa degli effetti della maledizione che agisce sul suo corpo. Anche in tal senso, tuttavia, riesce a gestire le proprie energie in modo da giostrarsi le evocazioni già presenti in campo e quelle che invece tiene nascoste nelle maniche. Tuttavia, tuttavia... tuttavia, perché a volte il verme non attacca? Perché le vespe, a volte, stanno ferme? In alcuni post sembra quasi che tu le lasci in disparte in favore di un non-abuso decisamente sportivo, ma aggravante sotto il punto di vista strategico. In generale, Xain da l'idea di poter "dare di più"; di poter fare molti più danni di quanti ne ha fatti e di poter essere molto più pericoloso. Senza dubbio questo resta comunque il tuo campo migliore - hai quasi ucciso Laim, eh! - e sono convinto per le ragioni di cui sopra che sarà una gloriosa strada tutta in ascesa verso il paradiso degli ottimi voti.
» Voto: 7.5

» Sportività: Grossolana. Sarebbe stata estremamente buona, se non per un paio di cadute di stile che, purtroppo, aggravano il voto a più di quanto vorrei averti potuto assegnare. Iniziamo con le cose buone: ho apprezzato tantissimo il tuo "tenere alcune evocazioni in disparte" per non abusarne. Una scelta forse non particolarmente interpretativa - in quanto lo sciame avrebbe persino evirato Liam, avendone la possibilità - e scadente sotto un punto di vista strategico; ma immensamente sportiva: di questo ti faccio i miei complimenti.
Ciò che mi ha fatto storcere il naso, invece, sono stati due comportamenti in particolare. Il primo - solo un neo - sono stati i "graffi da caduta" subiti dopo aver perso l'equilibrio a seguito delle esplosioni ricevute dalle tecniche di Liam. Sono danni superflui e inutili, che io personalmente vedo solo come un tentativo da parte del giocatore di esclamare "Guardate come sono bravo, mi sono fatto ferire! :v:" alla volta dei giudici. Tuttavia questo è solamente un neo trascurabile.
Il secondo errore invece - ben più grossolano, senza dubbio dovuto ad una stupida distrazione - è stato quello di difendersi dalle ombre di Liam nell'ultimo turno con due consumi medi. Vedi, le sue ombre avrebbero dovuto "accerchiarti e colpirti" in un attacco a 360° gradi di consumo medio+medio = Alto.
Tu ti difendi evocando lo sciame che, cito, si riduce a "tutto attorno a lui i cadaveri bruciati di insetti scuri."
In breve, lo sciame ti ha avvolto per proteggerti ma, così facendo, si è comportato come una difesa a 360° e quindi, da regolamento, valente un livello inferiore al consumo speso. Detta in breve, avresti dovuto usare Alto+Alto per difenderti dalle ombre di Liam, e non Medio+Medio. Spero che sia chiaro, ma sono certo che sia stato un errore dovuto ad una stupida distrazione che, però, non posso ignorare.
» Voto: 6.5


Media :.Sehnsucht.:: 7.33
Media Il Dubbio: 7.00

Vincitore: :.Sehnsucht.:


CITAZIONE
Nessuno di voi due è privo di sensi. Liam Merihim vince lo scontro in sede di giudizio: 500G a lui e 150G a Xain. 500G anche a me.
Siete entrambi liberi di fare un post conclusivo: in tal caso potrete reagire come preferite alle parole del Re dopo le quali, tuttavia, sentirete un profondo fiume di energia (basso e corrotto) pervadere il vostro corpo e perderete i sensi.

 
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Il Dubbio
view post Posted on 21/2/2010, 15:01




È finita.

« Dimmi, sei deluso? »
« No. Anzi sono felice di averti visto fallire »
« Stupido umano, quando io fallisco anche tu fallisci »
« Smettila di darmi la colpa per i tuoi errori. Liam è vivo e tu hai perso, tu hai fallito »
« E allora perché ti senti deluso? »
« Te lo ripeto, io non sono affatto deluso »
« Dovresti saperlo che a me non puoi mentire »
« ... »
« Bravo, vedo che hai capito »
« Perché mi sento deluso? »
« Perché è la tua natura, lo sai. Sei costretto a fallire sempre finché io sarò in vita »
« ... »
« Forza Xain, torniamo a casa »
« Sulla Terra? »
« No, Xain, la nostra casa è il Clan ora. Sai benissimo cosa hai fatto alla Terra »
« Cosa abbiamo fatto... »
« Giusto: abbiamo. Adesso chiudi gli occhi Xain »

Il film è finito. Le luci in sala si accendono. Tutti tornano a casa. Io sono ancora qui. Io sono sempre qui.



°


Termino così l'incontro. Rinnovo i ringraziamenti al Giudice, all'avversario e al pubblico. Speriamo nel prossimo incontro...

 
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12 replies since 24/1/2010, 18:01   518 views
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