Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Andre03 VS Xanxus’, Quarti

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- Destino -
view post Posted on 27/1/2010, 21:01




The Warrior Day V
Turno III - Girone I


Vestibolo delle Prefiche
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Vi è stata fatta recapitare nelle vostre stanze la fotografia di questo luogo,
con tutte le poche e semplici istruzioni dell’Organizzazione del Torneo per come fare a raggiungerlo:
vi basterà strappare l’immagine per ritrovarvi sul posto.

L’ambiente in cui vi ritrovate è un ampio stanzone cubico, di 100 metri per lato,
con pareti, soffitto, e pavimento realizzati in una pietra calcarea di un colore azzurrino assai suggestivo,
eccezion fatta per le grate d’argento e ferro battuto, squisitamente elaborate con motivi floreali,
che sottendono il perimetro della stanza.
Quel che dà nome al posto sono le numerose statue femminili in varie pose, disposte lungo i muri:
secondo un’antica usanza diffusa presso molti popoli, il canto funebre era affidato alle "prefiche", lamentatrici di professione che vegliavano il defunto piangendo, urlando, e strappandosi i capelli.
La luce che filtra dalle molte vetrate è azzurrina e soffusa, e nell’aria umida la temperatura è fresca;
anche qui, pareti, pavimento e soffitto sono indistruttibili e invalicabili
Dagli occhi delle statue -in uno scroscio ininterrotto- lo sfogo delle fontane al loro interno fa sì che esse appaiano eternamente piangenti, generando nello stanzone un sottofondo continuo di acqua che scorre nelle grate sottostanti.





Andre03
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Hyena
#12
- Andre03 VS Xanxus’ -

Campo di Battaglia: Arena Esterna, Vestibolo delle Prefiche
Condizioni Ambientali: Luce soffusa e ovattata, clima freddo-umido
Limite di Tempo: 28 Febbraio
Post Minimi: Presentazione + 3 Post Attivi
Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
Penalità: Dopo il giorno di mancata risposta
Primo Post: Xanxus’
Xanxus’
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Xanxus
The Gunslinger

Condizioni di Vittoria:
~ Morte Avversaria
~ Resa Avversaria
~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze (10%)
~Abbandono



Criteri di Giudizio
Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque.
Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.

NOTA:
I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata,
sia per schede complessivamente power-player.
 
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Xanxus'
view post Posted on 31/1/2010, 11:07






Riprese i sensi la prima volta.
Era buio. Dinanzi a lui, solo una sagoma indefinita. Solo dopo avrebbe saputo che quello era uno sciamano, e che in quel momento stava lanciando una maledizione su di lui. Una voce gli sussurrò poche parole all’orecchio. Da quel momento in poi, gli Scowrer sarebbero stati immuni ad ogni suo attacco. Dopo, una risata. I bastardi preferivano premunirsi, prima di avanzare qualsiasi mossa. A tempo debito, a mente fredda, Xanxus si sarebbe chiesto perché non avevano subito disposto la sua fine. Sarebbe stato anche piacevole, morire da svenuti. Poco problematico. Evidentemente, volevano studiarne il codice genetico, per capire la radice dei suoi poteri. Un controllo elementale come il suo avrebbe fatto gola a chiunque. Dovevano solo impedirgli di utilizzarlo fino al momento opportuno. Le sue ferite erano ancora aperte. Il sangue scorreva.
Svenne.
Riprese i sensi la seconda volta.
In quella stanza quattro per quattro per quattro metri la luce proveniva solo da una lampadina impiccata al soffitto. Il suo corpo, ora, era ricoperto da bende e cerotti. Le urgenze ormai erano terminate. Cercò di muoversi, senza riuscirci. Sotto di sé dentiva il duro dell'acciaio ed il suono della carta che si piega. Era su un letto chirurgico. Sulla sua pelle il gelo, qualcosa che lo bloccava. Evidentemente delle catene lo stringevano per gli arti. Dalla sua posizione poteva vedere solo una lampadina impiccata al soffitto e delle pareti metalliche. Era ancora dentro la base degli Scowrer, era evidente. Sul suo viso sentiva il peso di una mascherina di plastica, mescolata con un sapore dolciastro che assopiva le sue labbra. Doveva essere stato anestetizzato. Era inerme, ma allo stesso tempo i conti non tornavano. La riserva di gas narcotico era chiusa, e lui stava progressivamente riprendendo conoscenza. Non aveva senso, ma a quel punto liberarsi dei legami era facile. Anche se non poteva vederla, sentì la morsa dell'acciaio allentarsi mentre la Fame si allungava sulle catene, corrodeva le molecole, permetteva a inutili granelli di sabbia di staccarsi dal suo cibo e cadere senza rumore sul pavimento. Rialzatosi poggiò una mano su una parete, per divorare anch'essa. Si sorprese al notare che oltre essa non c'era un corridoio o un'altra stanza, ma solo roccia. Poco male, la sua sazietà sarebbe durata solo qualche secondo in più. Scavò per ore, fino a riemergere in superficie, stremato.
Ma non potè assaporare il piacere della libertà per più di qualche secondo.
Cadde ancora nel baratro della sua debolezza, chiudendo gli occhi un’ultima volta.




Sentiva sulle labbra l’immediato bisogno di una sigaretta, di una dose di nicotina e dell’obnubilazione che era in grado di donarle. La accese, fissando quella foto tra le sue mani.
Ripensava sempre a quell’episodio, prima di prepararsi ad uno scontro.
Perché i segni che si ritrovò impressi a fuoco e ferro e sangue sulla pelle erano solo una lezione.
La più dura delle lezioni. La legge del più forte.
Lasciò cadere al suolo la sigaretta, spegnendola con la suola della sua scarpa destra.
Strappò la foto, inondando la stanza di una luce innaturale.
Chiuse gli occhi, concentrandosi solo sul proprio battito cardiaco. Sul fatto che la parte più dura di ogni missione era sempre darle un inizio. Sul fatto che in questo caso lui era solo un burattino da scena, quindi tanto valeva che fosse il destino a muovere il primo filo.



Un brivido gelido sulla pelle. Capì che era tempo di riaprire gli occhi quando sentì che la luce aveva ceduto il passo alla stessa oscurità che abitava dietro le sue palpebre.
Studiò rapidamente l’ambiente, restando fermo sul suo posto. La sua mente ora calcolava. Non impiegò molto a capire dove fosse, cosa rappresentasse quel luogo, cosa fossero quelle figure immobili che lo circondavano. Gli donarono un raro senso di fastidio. Gli ricordavano disgustosamente l’agguato degli Scowrer, e con loro ogni sua debolezza, il fatto che nel suo mestiere ogni errore può costarti caro. Respirò. La mente si focalizzava nell'analisi di ogni dettaglio che potesse tornargli utile nell'arena: le statue piangenti erogavano acqua. Dal rumore poteva contarle, stabilire approssimativamente la quantità di litri riversati al minuto. Un odore pungente come di muffa dalla sua sinistra indicava un'infiltrazione nelle pareti. Un lamento basso e modulato insieme all'ombra di un gufo stagliatasi un istante in controluce sul rosone pallido suggerivano che l'ora fosse tarda. La penombra, l’aria che scorreva lenta, gli sussurravano approssimativamente la posizione di ogni cosa intorno a lui. Un brivido lo scosse dall’interno, una scarica d’adrenalina, mentre al centro della stanza il suo corpo cominciò a divorare il pavimento, mutandolo rapidamente in sabbia.
Non poteva permettersi d’avere paura. Non lui. Non l’aveva più avuta, dopo essere sopravvissuto all’inferno di Vermissa Valley, a quella festa di sadismo e sangue dove aveva giocato la parte dell’invitato non gradito. Ora aveva solo sete, e c’era solo una persona che poteva saziarla. Il cui nome sapeva tanto di vittima.

CITAZIONE

HP 100
PP 100

Abilità
Ground Death »
La sabbia ha una sua peculiarità, una sua caratteristica che la rende unica. Assorbe i liquidi una volta che vi entra a contatto. Conseguenza del potenziamento dell'elemento è il seguente. La sabbia del pistolero inaridisce al contatto, privando ciò che tocca di ogni compattezza, mutando gli elementi solidi in altra rena, seccando gli esseri viventi con il contatto. Le stesse proprietà valgono anche per il corpo del pistolero, data la sua natura affine a quella del deserto. Maggiore è la quantità di sostanza a contatto con un corpo ed il tempo che essi restano in contatto, maggiore è il livello della disidratazione. Solo al pistolero sta escludere eventuali corpi da questo effetto. Un esempio, quando Xanxus si sofferma per qualche secondo su qualche superficie essa muta rapidamente in sabbia, con un area che aumenta rapidamente di circa un metro e mezzo di raggio per turno; mentre se colpisce fisicamente un altro corpo può privare la zona colpita dei liquidi indebolendola particolarmente. Ogni granello di sabbia, quindi, può essere minaccioso, da questo punto di vista.
(Passiva)
-5 punti-

Animal Cruelty » Lo spirito del Guerriero è sopraffino, e possiede una resistenza adamantina che gli ha concesso di superare i normali limiti solitamente tipici dell'umano medio. Egli non vede il mondo come lo vede l'uomo di strada, e ne comprende l'intima natura. Ogni suo riflesso va oltre l'apparenza, potenziato, subentrando nelle capacità più prossime a paragoni animaleschi che rispetto agli umani. Lo sguardo diviene così in grado di vedere in situazioni particolari, come in poca luce o nell'eccesso di questa, e nei minimi dettagli, rapida. L'olfatto s'affina, da canide, tuttavia con un'eccellente resistenza ai cattivi odori. Il gusto diviene più acuto, ed il tatto in grado di percepire i minimi spostamenti d'aria e di resistere al meglio in condizioni ambientali critiche. Infine l'udito è affinato, all'erta, sensibile tuttavia capace di tollerare un valore di decibel particolarmente elevato.
(Passiva)
-5 punti-

Note » Do Re Mi ♪ Bella Andrè, era da tempo che aspettavo questo scontro. Divertiamoci. =P


 
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Andre_03
view post Posted on 4/2/2010, 21:34




C'era sangue dappertutto.
Sopra i fili d'erba, piegati e violentati dalla crudezza di quella scena. Tra le sue dita, rosse all'inverosimile di una sostanza non sua. Per terra, sui vestiti, lì intorno. Grondava dalla spada.
Era meraviglioso.
Uno spettacolo per gli occhi e per l'animo. Appagante. Pieno. Come non ne ammirava da anni -quelli lunghi della prigionia. Si riscoprì a ridere, mentre la sua nuova compagna di giochi perversi gustava il frutto di tanta fatica. Un'anima nuova, un corpo in più da inghiottire dopo averlo miseramente fatto a brandelli.
Dodici barcollò indietro, un passo dopo l'altro.
Sembrava ubriaco.
Eppure rideva, allargando le braccia alla luna lui rideva. Era andato a caccia, quella notte. Il suo corpo aveva ritrovato la propria dimensione. Da predatore vero. Seppe, senza ombra di dubbio, che da quel momento in poi il torneo cui stava prendendo parte sarebbe stato diverso. Ogni preda avrebbe visto l'inferno. Ogni avversario si sarebbe specchiato nei suoi occhi cremisi implorando pietà. Ogni spettatore avrebbe provato ribrezzo, dinnanzi al suo grottesco modo d'essere.
Perché lui sapeva -ne era convinto, nel suo lucido cinismo- che nessuno l'avrebbe più fermato. Rinchiuso. Costretto a vivere in un buco sudicio.
Gli sembrava di volare alto in cielo, con quelle braccia larghe al vento.
Ed era una sensazione bellissima.
Si sentiva
libero.


Il fruscio leggero irruppe nel silenzio della stanza.
Un'altra pagina voltata, l'ennesimo capitolo concluso. Con quella punta di soddisfazione per il frammento di libro appena lasciato alle spalle, unita a un pizzico di tristezza dovuta alla fine sempre più vicina. E come con le opere più belle, quelle che vanno gustate col contagocce, decise di esitare. Fermarsi. Chiudere il diario là dove si era aperta una nuova finestra bianca macchiata d'inchiostro.
Nonostante conoscesse a memoria ogni singola parola.
Nonostante l'avesse scritto lui stesso, quel racconto.
Si fermò, sorrise, appoggiò dolcemente il segnalibro nell'incavo fra le pagine
e lo strinse nel loro dolce abbraccio.
Alternare i propri passatempi per non averne mai noia era un segreto a lungo covato, gelosamente custodito. La pazienza di dire "basta" anche dinnanzi alle cose più entusiasmanti per affrontarne altre. Quello, si diceva, era uno dei suoi segni distintivi rispetto alla massa brulicante di prede.
Sollevandosi dal letto distrutto e sozzo della stamberga in cui alloggiava, afferrò una felpa rossa dalla sedia. La stessa che aveva indossato in occasione del Ballo. Se la infilò senza fretta, prese la spada -immersa in un raro silenzio- e, con la mano libera, raccolse la fotografia dal bordo del materasso. Ne strinse un'estremità fra i denti, issandosi in spalla la pesante mannaia.
Poi, con un mezzo sorriso, tirò forte e strappò la Polaroid.

eagle hunting and hunting eagles

Volava alto, sopra luoghi che non aveva mai visto -né mai avrebbe ammirato.
Fu la sensazione di un attimo. Il familiare scorrere dei tachioni sopra la pelle, oltre i vestiti. Non ebbe nemmeno il tempo di godersi quella sensazione, che tutto finì com'era iniziato: uno schiocco secco annunciò il suo arrivo nell'arena.
Apparve dal nulla in un luogo buio, lo stesso della foto.
Inspirò profondamente, tenendo gli occhi chiusi. Una boccata d'aria fresca, ma con quel lontano profumo di antico, chiuso. Quasi di morte, avrebbe detto. Al pensiero, manco a dirlo, un lungo solco gli si scavò fra le guance. Il ghigno candido anticipò di un battito di cuore le due iridi rosse che, nella luce soffusa della stanza, si allargarono e restrinsero di scatto al sollevarsi delle palpebre. Focalizzarono subito l'importante, dando appena periferica importanza all'ambiente: lì di fronte, a un tiro di sputo, se ne stava immobile la sua vittima. Gli fu sufficiente un primo sguardo per capire, sorridendo ancor di più, che si sarebbe divertito -a farla a pezzi.
Pistolero, epoca postmoderna, fisico asciutto.
Nei suoi occhi vide profondità, freddezza, abilità. Gli lesse lo spirito quel tanto che bastava, in guerra, da capire di non essere dinnanzi all'ennesima checca in vena di nuove esperienze. Quello sapeva come muoversi, in prima linea.
Non sarebbe stata una passeggiata.
«Hola, pendejo» il suo spagnolo era impeccabile. Non aggiunse altro, tanto era eccitato. La Gorger taceva, imbrigliata dall'esaltazione del Razziatore. Già svolta dalle bende che abitualmente ne celavano l'aspetto, rifletteva i pochi lumi della stanza sulla propria lama nera dalle forme gotiche.
Lui -Iena- diede un'occhiata in basso, attirato dalla strana sagoma che il terreno aveva preso ai piedi del tizio. Gli andava incontro lentamente, un passo alla volta. Con scioltezza, ma misurando le distanze -d'istinto. Si fermò che fra lui e l'altro passavano sei metri buoni, con attenzione a non avvicinarsi troppo...né troppo poco. Lo sguardo color del sangre si alzò nuovamente. Sabbia. Aveva visto sabbia, sotto quell'uomo. Come se quella roba l'avesse innaturalmente creata lui.
Gli offrì il braccio sinistro proteso. Un gesto della mano.
Le dita, levate in alto, fecero al nemico cenno di avvicinarsi.
Nemmeno si accorse del rivolo di sangue che gli colava dal braccio giù,
in picchiata verso il suolo.



Come lacrime
di gioia.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE

B L O C N O T E S
appunti sparsi

Condizioni Fisiche Illeso
Condizioni Psichiche Impaziente, ma concentrato.
Energie Residue 100%
Equipaggiamento Gorger
Passive Forza e Resistenza superiori, emorragie ridotte [Loser's Answer].
Tecniche -
Note Cito la "Volontà Propria" adesso, per spiegare come Iena possa parlare con la propria spada. Ammesso che lo faccia. XD Ah, e il sangue che cola non è dovuto a nessuna abilità attiva e/o ferita, se non al controllo elementale del sangue di Iena. Ho pensato che per una cazzata simile puramente scenica non fosse necessario un consumo. Perdonatemi, lo show viene prima di tutto.
Beh, comunque...epicitiamo l'epicitabile, ragazzo. :v:

...

CITAZIONE
[Volontà Propria] Voci, sussurri, bisbigli che sembrano provenire dall'arma in ogni momento, in ogni istante, e che pure può udire soltanto chi è stato eletto a suo possessore...o meglio: a suo portatore, perché la Gorger vede chi la porta come nient'altro che cibo, e mai come un padrone e quelle voci lo ricordano in continuazione, deliranti, insistenti, ossessive. Queste voci lontane provenienti da un angolo della psiche diventano urla, grida, imprecazioni, sbraitii e latrati che si sovrappongono l'uno sull'altro in una cacofonia insopportabile.
Individui con una forza di volontà immane che sono risultati resistenti alla Gorger sono immuni a questi sussurri finché l'arma si trova rinchiusa in un fodero o comunque non è impugnata, nell'attimo però in cui la stringono fra le mani, nemmeno loro sono esenti dall'udire la sua voce. Chi non è così forte, invece, è destinato inesorabilmente a sprofondare nella pazzia, a cedere completamente alla Gorger ed infine dall'esserne divorato e divenire parte di quel coro ossessivo nell'istante della sua morte.
Fintanto che la salute mentale, fisica e psicologica del personaggio che porta Gorger è forte, l'arma si limita a parlarli cercando di farlo scivolare nel baratro del delirio. Appena uno di questi tre fattori viene meno, tuttavia, l'arma prende il sopravvento e possiede chi la porta. In tal caso, automaticamente e bruciando in maniera del tutto autonoma energia spirituale e slot tecnica del portatore indipendentemente dalla sua volontà, la Gorger attiva una delle seguenti tre abilità speciali attive. Qualora più condizioni di attivazione si sovrappongono, il possessore sceglie se attivare più abilità e quali attivare. Non è possibile attivare normalmente le abilità attive di Gorger.
La spada è affamata. Sempre. In ogni istante. Fame di anime, e fame di sangue, è per questo che costringe chi la impugna nella follia allo scopo di spingerlo ad uccidere. Tutti gli individui uccisi dalla spada -e lo stesso portatore alla sua morte- vedono la loro anima estirpata ed assorbita. (Passiva)

CITAZIONE
-L O S E R ' S - A N S W E R-
Numero 12 è stato creato per combattere. Più nello specifico, per uccidere. E' uno degli assassini più pericolosi di cui l'Organizzazione attualmente disponga, costruito sulla base di precise indicazioni del Generale 3. Questi ha voluto una macchina da guerra capace di sopravvivere a qualsiasi sfida, pronta e reattiva ma soprattutto potente oltre ogni limite.
Lasciandosi ingannare dalle apparenze, si direbbe che "Iena" sia uno di quei mingherlini che, per picchiare, si affidano alla rapidità piuttosto che alla forza bruta; tutte stronzate. La sua indole va a braccetto con una prestanza fisica molto al di sopra del normale, coadiuvata da una resistenza...particolare. Il numero di danni che quest'uomo può sopportare è immane, grandioso. Pur non essendo immune alla sensazione di dolore, può battersi anche con squarci sul ventre o tagli sulle braccia, venendone soltanto rallentato nel caso in cui queste ferite risultino troppo eccessive.
Tuttavia, ciò che più colpisce delle capacità straordinarie di 12, è il suo innaturale legame con il sangue. Autodefinitosi "Elementalista del Sangue", sa gestirlo in maniera assolutamente incredibile. Oltre ad essere in grado -come si vedrà- di creare dal nulla alcune particolari aberrazioni sanguigne, ha come facoltà innata la quasi totale immunità alle emorragie. Specifichiamo: se tagliato, Iena perderà sangue come qualsiasi essere vivente, ma in quantità nettamente inferiori. Il che, data la sua natura di assassino brutale...è una vera e propria mano santa.
(3 passive)

 
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Xanxus'
view post Posted on 8/2/2010, 23:45




Il suo defunto padre gli aveva lasciato solo due cose.
Due pistole cariche ed un onore da mantenere.
Un onore che gli imponeva d’accettare ogni commissione.
Così si ritrovò su una vecchia Harley diretto verso il sole
su di una strada battuta a polvere
e cactus e vento caldo d’estate.
Una scena schifosamente poetica.


___________________________________________________

Passò la lingua sulle labbra. Sapevano di sale, di sangue, di quel desiderio istintivo che preme sui muscoli di un uomo e lo porta a uccidere per il semplice gusto di farlo. La natura con lui era stata magnanima, gli aveva concesso anche i mezzi per riuscirci con la stessa precisione di un pittore quando tratteggia uno specchio di mare o illumina gli occhi di un riflesso. Era questione di facilità. Chirurgica.
La giacca sulle sue spalle, quelle maniche nere che si perdevano nella penombra del vestibolo: un peso che non creava problemi. Avrebbe potuto liberarsene in qualsiasi momento con un semplice movimento delle spalle, su cui era soltanto appoggiata. Dalla camicia aperta il nuovo arrivato avrebbe avuto piena visione di ogni sua cicatrice. In quel che restava della sua umanità, piaceva pensare a ogni ferita era una battaglia vinta. Sangue versato, solo per saziare la sua sete.
Questo era almeno quel che tutti credevano...


Riuscì a studiare la situazione, nascosto, per due giorni e due notti. Poi decise d’intervenire. Vermissa era composta solo da vecchie case in legno disposte in file parallele, all’ombra di una montagna di discreta levatura che aveva solo il panorama del deserto.
Ma era nel sottosuolo la vera sorpresa.
Vi si accedeva solo tramite particolari passaggi di quelle miniere. I più profondi e virtualmente inaccessibili, per i meno esperti. Aveva impiegato quarantotto ore per studiarli tutti, sfruttando la sua abilità.
A seicento metri dalla superficie, una vera e propria base tecnologica occupava un’area di oltre un chilometro quadrato. Le pareti erano in acciaio rinforzato, e riuscire a scivolare via dall’inquadratura di quelle telecamere era roba per esperti.
Lui lo era abbastanza.
Per questo si stupì quando si ritrovò circondato.
Beccato come un dilettante. Da diverse uscite erano comparsi uomini armati quanto può esserlo il migliore dei soldati. L’avevano caricato con bombe e fucili, e lui avrebbe anche potuto resistere più a lungo, se le sue energie non si fossero esaurite. Perse i sensi lì, su una delle tante lastre d’acciaio che componevano quel bunker nascosto, come fanno i perdenti, con il corpo dilaniato di graffi e ferite, annegando nel suo stesso sangue. Prima di allora, non aveva neppure una delle sue decine di cicatrici, e nessuno avrebbe mai potuto immaginare che fossero nate tutte in una notte. Non era riuscito a far nulla. Nessuna vittima. Nessun risultato. Non era riuscito neppure a sapere il nome del capo dell’organizzazione. Una disfatta della peggior specie.


...e gli andava bene così.
Le impressioni lasciamole ai perdenti, perché bastano queste per schiacciarli. A lui bastavano le due pistole appoggiate alla cintura, opere d’arte d’acciaio e meccanica. Le sentiva vibrare, vive, desiderose di liberarsi di proiettili come d’impulsi assassini.
E un bravo pistolero trova sempre un modo per accontentare le sue armi.



Terminò la sua analisi dell’arena.
Le vetrate erano troppo ampie, avrebbe impiegato troppe energie per lasciare l’intero ambiente nell’oscurità. Un'idea da accantonare e lasciare nella scatola dei “forse”.
La disposizione delle statue era casuale, tuttavia poteva essere sfruttata per colpi di rimbalzo e difese improvvisate. Si premurò di memorizzarla prima di muovere qualsiasi mossa.
L’acqua che scorreva oltre le guance marmoree delle piangenti non sfruttava un sistema centralizzato. Era sempre la stessa per ogni statua, mancava il suono di un qualsiasi sistema idrico sotto i suoi piedi. Era un peccato, sarebbe stato discretamente utile sfruttarlo per far viaggiare la sua sabbia più velocemente ed al limite della sorpresa.
Il suolo era liscio e privo d'irregolarità. Non avrebbe dovuto aspettarsi brutti scherzi.
Poteva concentrarsi sul suo avversario, per completare il quadro. Sapeva già cosa fare, ma voleva farlo bene. Era quella la sua missione, ed era un piacere compierla.
Così come lui era arrivato, aveva subito la stessa sorte un altro simpatico rottinculo. Un fisico contratto, esile, ed allo stesso tempo una muscolatura ben visibile.Probabilmente un guerriero, vista la spada che aveva con sé: avrebbe dovuto premurarsi di tenerlo abbastanza lontano, allora. D’altronde, gli attacchi a distanza erano la specialità del cecchino. Tuttavia, quando si era avvicinato –troppo- a lui, non si era neanche preoccupato d’estrarre la sua lama. Doveva avere altro in mente.
Sentì distintamente delle gocce cadere sul terreno, esattamente da dove la sua vittima si trovava. Quell'uomo perdeva liquidi.
Quell'uomo sanguinava.
E non ci volle molto per fare due più due.
Rispose per non lasciare nulla in sospeso, con un’evidente cadenza americana.
«Hi, asshole.»
Due movimenti ad arco, in orizzontale, le pistole comparse all’improvviso nei pugni serrati. Un altro scatto delle braccia, ora tese verso l’ultimo arrivato.
«BANG!»
I proiettili, sparati simultaneamente, seguivano una traiettoria troppo larga. Non sarebbero stati in grado di prenderlo, ma il rimbombo dello sparo a quella distanza era tale da disorientare chiunque.Magari il bersaglio non si sarebbe neanche accorto della seconda coppia di colpi diretti frontalmente, al cuore e alla testa.
Rapidi. Diretti.
Letali.
Nessuno avrebbe creduto che l'attacco più pericoloso dovesse ancora essere lanciato.
I primi due colpi, composti da rena compressa, vennero catturati dal controllo del cacciatore, deviando il loro percorso, disegnando nell’aria un ampia parabola. Erano cartucce di sabbia, le sue cartucce, che portavano la Fame a saziarsi anche dove il portatore non arrivava. Con la mente ordinò loro di piegarsi al suo volere, ed esse, obbedienti, schizzarono oltre le statue, silenziose, accelerando la loro avanzata, fendendo l’aria come ghepardi, diretti sulla loro preda a fauci aperte. Seguì il loro movimento con la mente mentre si scostava spostandosi alla sua destra, posizionandosi strategicamente alle spalle di una statua a poco più di due metri da dove si trovava fino a pochi secondi prima. Il suo deserto ormai era già lì e si espandeva ogni secondo di più. Presto avrebbe divorato anche la terra sotto i piedi del martire, come a volerlo inglobare in quel mare. A Xanxus non piacevano le cose troppo sceniche, quando si trattava di uccidere: voleva solo spezzare direttamente la colonna vertebrale dello “spagnolo”. Sarebbe bastato un colpo alla base della nuca, l’altro al centro della rachide. Ed una volta colpito, lo sventurato sarebbe stato divorato dall’interno, come da un virus. Un virus dorato e affamato.
Neanche la fuga sarebbe servita, perché il cecchino avrebbe guidato i colpi fino al loro obiettivo, esattamente dove desiderava.
Dove avrebbero fatto più male
.


CITAZIONE

HP » 100
PP » 95

EQUIPAGGIAMENTO »
Dexert Eagles »
Coppia di pistole in acciaio inossidabile, calibro .44, canna da 8 cm, grilletto regolabile, manico in cuoio rinforzato imbottito e dove è possibile ricaricare l'arma quando necessario, con quindici proiettili la volta. Possiede un discreto peso che controbilancia il suo rinculo. Peculiarità sono le croci scarlatte che ne solcano la canna, dividendo l'armi in quattro sezioni immaginarie. L'arma non permette lo sparo di normali proiettili, bensì di cartucce composte da rena compressa. L'arma ricompone autonomamente ed istantaneamente i proiettili mancanti cogliendo i materiali necessari dall'ambiente esterno tramite spazi appositi siti nel tamburo e nel fondo del manico. Ogni proiettile può essere sparato ad un decimo di secondo di distanza dal successivo, timing necessario per permettere all'arma di ricrearne uno nuovo. Ogni colpo ha un valore offensivo di poco inferiore ad un basso, come si confà ad un proiettile di tale calibro, adatto per vere ondate di potenza, poco utili per semplici azioni intimidatorie.
-7 punti-

ABILITA' »
Ground Death »
Già citata. Area in espansione.

Animal Cruelty »
Già citata.

Desert Rose » L'affinità con il deserto, l'essere uno con la sabbia. Negli anni passati tra le sabbie giallo cremisi di uno dei luoghi più aridi del mondo ha capito che è tutto un meccanismo ed allo stesso tempo un cuore che batte. Ogni frammento di realtà è un pensiero a sé stante, una voce che ha bisogno di essere ascoltata. Aveva sempre capito bene quel che pensava la sabbia. Tratteneva tutto dentro, ma non per questo non poteva dirsi viva. E senza parlarsi si capivano, così da non essere nulla più e nulla meno che un'ottima alleata durante le battaglie. La rena può essere finemente manipolata dal pistolero, assumendo qualsiasi forma e resistenza in base alla quantità di essa presente nelle vicinanze. può muoverla a piacimento, senza limite di turni e gravità, come una telecinesi continua applicabile ai grani di terra in maniera tale da implementarne caratteristiche e peculiarità. Così un semplice filamento può assumere caratteristiche taglienti al pari di una lama, o l'adesività dell'adesivo, mentre un blocco può essere paragonabile in termini di resistenza ad un muro o flessibile come la gomma. In ogni turno vengono pagate le variazioni di stato della sabbia, ovvero come esso cambia con il tempo. Qualora, ad esempio, egli crei una spada con il suddetto elemento, nei turni successivi permane senza ulteriori spese. Beninteso, si agisce nei limiti logici della sportività del singolo. È bene ricordare che la sabbia agisce anche come entità viva a sé stante, che non riceve esclusivamente da Xanxus l'energia necessaria ai suoi mutamenti, ma la prende anche a forza in casi particolari.
(Attiva)
-2 punti-
(usato Basso per controllare due proiettili, la cui velocità è implementata dall'abilità Carbon Swing e la precisione controllata tramite l'abilità Perfect Gunslinger)

Carbon Swing » Sviluppo della simbiosi con il deserto, esso ne è semplicemente un potenziamento. Ogni tecnica o abilità in cui compare il suddetto elemento si ritroverà con un'ulteriore spinta in termini di velocità pari al 50%.
(Passiva)
-5 punti-

Perfect Gunslinger » Semplicemente, il risultato di anni d'allenamento nell'uso delle armi da fuoco. Oltre ogni limite. La rapidità d'esecuzione, la precisione, la velocità nella ricarica, tutto è amplificato nel nome della santità della sua arte. La capacità di colpire un dato bersaglio è millimetrica, anche nelle condizioni più avverse con colpi ad effetto o di rimbalzo. Xanxus stesso è diventato un'arma a cui sfuggire è impossibile.
(Passiva)
-5 punti-


 
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Andre_03
view post Posted on 12/2/2010, 09:52




Avrebbe tanto voluto piangere.
Si era illuso, per un momento, che quel pendejo potesse rappresentare una sfida decente. Un divertimento extra, prima di quello derivante dallo smembramento della vittima. Invece no. Gli era capitato l'ennesimo senzapalle, di quelli all'apparenza tosti, duri. Tutto fumo e niente arrosto. Gli rivolse contro due pistole -arnesi di distruzione niente male- e poi, bang-bang! altrettanti proiettili. Dritti in fronte.
Reagì d'istinto.
Un piede indietro -il destro- e il busto piegato rapidamente in avanti. Nello stesso momento il braccio saettava spostando di peso la mannaia. Creò uno scudo, così facendo. Una solida difesa fatta di metallo nero e tante, tantissime anime innocenti. La chiamavano Gorger.
Tanto piacere - avrebbe voluto sentirle dire - sono la stronza che ti aprirà il culo.
Dio, se sarebbe stato divertente.
Però non ebbe troppe soddisfazioni, anzi. Dei bossoli che si aspettava neanche l'ombra, per quella frazione di secondo di troppo sufficiente a fargli storcere il naso. Strano. Data la distanza e la forza dell'arma, avrebbe pensato che quei due colpi, per sbattere sulla sua difesa improvvisata, ci avrebbero impiegato meno tempo. Sbagliato. Stava per scansare l'arma e gettarsi a capofitto nell'azione, consapevole dei rischi, quando le vide. Ombre gemelle che lo aggiravano, troppo rapide per non poter essere scorte almeno con la coda dell'occhio. La pupilla umana, si sa, è attratta dal movimento. Nota per primo qualsiasi spostamento nel suo campo visivo. Fu così che Iena ebbe occasione di salvarsi il culo da un attacco fin troppo prevedibile.
Avrebbe tanto voluto ridere.
Ma non lo fece, non ne aveva il tempo. Si limitò a coagulare una quantità di sangue sufficiente lungo tutta la schiena, per prevenire qualsiasi rottura di coglioni. Generò così un sottile carapace fra la felpa e la pelle, sufficiente però a proteggerlo da quello che venne dopo. La coppia di proiettili perforò la sua giacca rossa all'altezza del fondo schiena e della nuca. Due twack! gemelli ruppero il silenzio quasi in contemporanea.
Poi fu tutta questione di caccia.
La preda era davanti a lui, "nascosta" da una statua. Era stata tanto idiota da cercare riparo nonostante fosse -presumibilmente- consapevole della scia di sabbia che lasciava sotto di sé. A ogni passo sembrava capace di sfondare il pavimento per renderlo simile al deserto. Un'abilità interessante, senza dubbio. Ma inutile, quando si trattava di scappare da un cacciatore più abile.
«Cabròn...»
Mormorò divertito Dodici, appena un istante prima di partire all'attacco. A rapide falcate coprì tutti i sei metri che l'avevano tenuto lontano dalla vittima, puntando dritto verso la statua piangente. Era situata di fronte a lui, leggermente più a mancina rispetto alla posizione dell'avversario. Un gioco da ragazzi raggiungerla, aggirarla all'ultimo momento scartando a sinistra e, infine, sferrare l'offensiva. Aveva la Divoratrice stretta in ambo le mani; la teneva forte, come se avesse avuto paura di una sua eventuale fuga. Le fece azzannare l'aria in orizzontale, come fosse un battitore di baseball pronto a mandare la palla in home run, ma allo specchio. Colpì col sorriso dipinto sulle labbra, sferrando una mazzata devastante in senso orario all'altezza delle scapole nemiche.
Certamente l'avversario non si sarebbe reso conto della lama di sangue che, spuntando dal ginocchio di Iena e prolungandosi per oltre un metro e mezzo, mirava a falciargli entrambe le gambe. Animata da una forza innaturale.
Ghigliottina cremisi.



Un trucchetto, quello, che avrebbe sicuramente avuto di che divertire entrambi.
O forse no.
Forse avrebbe appagato soltanto il pazzo esaltato che, con le articolazioni ancora intere, avrebbe fatto l'altro a brandelli.
D'altronde il mondo cos'era, se non una fottuta questione di prospettive?



SPOILER (click to view)
CITAZIONE

B L O C N O T E S
appunti sparsi

Condizioni Fisiche Illeso
Condizioni Psichiche Concentrato.
Energie Residue 85%
Equipaggiamento Gorger
Passive Forza e Resistenza superiori, emorragie ridotte [Loser's Answer].
Tecniche Patina di sangue coagulato Bassa [Omega Red]; lama di sangue Media [Laughin' Red Dog] .
Note Scusa il ritardo ;_;

...

CITAZIONE
-L A U G H I N' - R E D - D O G-
Sangue.
Semplicemente, Iena ne è assuefatto. Del proprio, di quello altrui: gli piace, lo adora e -sebbene si renda conto di quanto poco sana sia quest'abitudine- ama farlo scorrere a fiumi. Un'innata predisposizione che gli deriva sicuramente dai geni che ha ereditato in laboratorio, coi quali è nato capace di manipolare a proprio piacimento la linfa vitale degli esseri umani. La sua esistenza stessa è composta di sangue, un liquido da lui maneggiabile e plasmabile in ogni forma o dimensione. Può crearlo dal nulla, attingendo al proprio animo corrotto -e artificiale- trasmutando l'aria che lo circonda in qualcosa di più rosso, denso, grondante. Dalle sue mani, dodici, può generare armi o lame cremisi, coagulazioni aberranti partorite da una mente malata. Fondamentalmente, si tratta di un controllo elementale unico nel proprio genere, applicabile solo a contatto con le creazioni generate.
(Variabile)

CITAZIONE
[Omega Red]
Salvarsi il culo è un'arte. Farlo con stile e raccapriccianti sonorità è molto di più. Si tratta di epicità. Iena ha imparato a sfruttare le proprie capacità al servizio della suddetta arte, oltre a quella di smembrare le persone. Banalmente, per quanto spettacolare possa apparire, egli è in grado di creare dal nulla degli scudi solidi come -e forse più del- metallo, di dimensioni variabili legate al dispendio energetico connessovi. Le barriere nasceranno istantaneamente dal nulla, grondando sangue ed accompagnate da suoni grotteschi, viscidi. Resteranno a proteggere il loro creatore per tutto il tempo necessario ad assorbire l'attacco nemico, sparendo poi in mille schizzi sanguinolenti e disgustosi. Dodici, ovviamente, non sa che questa è una tecnica molto comune fra gli affiliati all'Organizzazione; la considera un suo personale colpo di genio.
(Variabile)

 
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Xanxus'
view post Posted on 14/2/2010, 19:33






Il Deserto non perdona.
Il Deserto non ha bisogno di nulla eccetto sé stesso, il Deserto è la patria dei forti. Nel Deserto sopravvive solo chi ha le palle per andare avanti nonostante tutto. Il Deserto è un mondo con le sue leggi, la sua fisica. La sua crudele brama di sudore e sangue e viandanti dissennati. Il Deserto può essere l’incubo peggiore di ogni uomo, il Deserto può essere l’inferno perché giudice e giustiziere, il Deserto è il suo stesso arbitro e non concede seconde possibilità.
È semplice. Se puoi liberarti del Deserto e non lo fai, non avrai un secondo giro di ruota. Nessun rilancio. Nessun colpo di fortuna.
Il Deserto non perdona.
Quell’allocco era caduto in pieno nella sua trappola, mani, piedi e tutto quel che ne conseguiva. Ed era stato talmente semplice che non aveva neppure dovuto cominciare a riscaldarsi seriamente. Era solo un gioco al gatto col topo, e tutto in base ad un semplice sillogismo. A lui sarebbe bastato un granello di sabbia –invisibile- per ucciderlo. L’altro, misero, era uno dei tanti “spacca e distruggi” con il cervello troppo piccolo per sperare di tirare avanti. Uno come lui non sarebbe mai sopravvissuto alle guerre del cecchino. Non sarebbe mai fuggito da Vermissa. Uno come lui a quest’ora sarebbe solo sangue e cenere.
Avrebbe dovuto far notare allo spagnolo che s’andava immergendo sempre di più, un passo la volta, nel suo granuloso elemento. Firmava la sua condanna a morte con una disinvoltura ammirevole.
Cercò di ricordarsi come si faceva a sorridere. Se lo concesse, muovendo il labbro sinistro verso l’altro, in un ghigno terrificante, che deformava le sue cicatrici, che non era stato presente sul suo viso da anni. Sembrava l’opera di un pittore prossimo alla pazzia, che aveva voluto dipingere su quel rosa un attimo di debolezza e l’inferno del turbamento umano. Ora sembrava un uomo, come ai tempi della sconfitta di Vermissa.

Quando riaprì gli occhi, era in un ospedale di serie B sperduto in un paesino a svariati chilometri da lì. Nessuno mai capì come ci fosse arrivato, chi l’avesse portato.
Il resto è storia. Dopo due mesi riuscì a riprendersi dalle sue ferite, anche se il suo corpo si ritrovò ricoperto da ogni genere di cicatrice. Cercò qualcuno che lo liberasse dalla maledizione, per poter completare la sua missione. Trovò quel qualcuno in Mukuro, che in cambio lo volle e lo ottenne come sottoposto. Lui era disposto a tutto. Accettò. Il suo nuovo capo gli diede conoscenza e nuove armi ed un nuovo paio di occhi a guardagli le spalle. Ma la sua opera non era ancora finita.
Ora aveva bisogno di capire cos’era andato storto. Di aumentare la sua forza perché quell'inferno non si ripetesse.
Perché la forza è tutto.


Quando la spada arrivò, lui era pronto. Dava il fianco alla piangente. Sentiva il gelo della sua marmorea compagnia sulla spalla, e si premurò d’osservare ogni mossa del suo avversario con quei sensi allenati che andavano oltre la semplice vista. Lui vedeva più di quello che era concesso a qualsiasi uomo, e quel dono era il risultato di anni ed anni d’addestramento al riguardo. Non poté sfuggirgli la duplice offesa a cui quell’idiota era convinto di sottoporlo.
Fu più veloce di qualsiasi fendente. Più veloce dell’aria tagliata, di qualsiasi sferzata scarlatta.
Sospeso sul suo stesso elemento, l’Ultimo Guerriero scattò all’indietro senza neanche voltarsi, scivolando sul nulla. In pochi secondi distanziò l’ispanico di almeno sei metri, ritrovandosi tra altre prefiche e nuove pietre da divorare. Dietro di sé lasciò solo una scia aurea di roccia polverizzata e delusione nemica e spazio vuoto. E la cosa gli piaceva.

Ma ora era il suo turno, e quell’idiota era troppo vicino, e quella statua che Xanxus aveva usato come difesa già divorata dalla sua rena. Era tempo per una cerimonia funebre. La donna vicino lo spagnolo si voltò verso di lui, composta ora di pura sabbia, con un volto deforme, il volto di un defunto, il volto di un essere umano che ha pianto tutta la vita per rendersi conto che non ha più nulla per cui piangere. Allargò le sue braccia verso l’alto, lasciandosi cadere sul corpo dello sfortunato, mentre nello stesso momento tutta la sabbia che gli era intorno, viva, cominciò a sollevarsi in un turbinio simile ad un ciclone, affamata di un corpo a cui aggrapparsi.
L’avrebbero reso un ammasso informe di rena. La vittima avrebbe sentito l’azione di un peso crescente su ogni fibra del suo corpo. Neppure il suo viso avrebbe avuto spazio per respirare.
Ed ancora una volta, quella era solo la prima parte dei suoi piani.
Se n’era accorto dal colpo precedente. Quell’uomo aveva una forza incredibile, forse anche superiore alla sua. Avrebbe potuto, volendo, anche liberarsi da quella morsa. E nel momento stesso in cui i primi granelli avrebbero cominciato a lasciare spazi vuoti sulla sua carne esposta, il pistolero avrebbe iniziato a scaricare i suoi proiettili su di lui. Una raffica senza controllo di sei colpi diretti soprattutto in direzione dei punti vitali, pronti a scattare anche nel caso in cui avesse utilizzato qualche scudo o qualche barriera come difesa, attendendo il momento in cui i proiettili avrebbero avuto via libera; attacchi che non avrebbe potuto vedere o prevedere, avendo la sua personale maschera di sabbia sul suo viso da teppista di strada.
Senza contare tutti i danni che l’elemento del cecchino avrebbe causato sul suo fisico. Sarebbe stato un cancro silenzioso, che gli avrebbe rapidamente prosciugato ogni energia. Qualsiasi uomo, per quanto allenato, sarebbe crollato, dopo una furia offensiva del genere.
D’altronde lui l’aveva sempre sostenuto: il Deserto può essere l’inferno perché giudice e giustiziere, il Deserto è il suo stesso arbitro e non concede seconde possibilità.
Il Deserto non perdona.

CITAZIONE

HP » 100
PP » 65

EQUIPAGGIAMENTO »
Dexert Eagles »
Caratteristiche già citate.

ABILITA' »
Ground Death »
Area in espansione, già citata.
Animal Cruelty » Sensi più sviluppati, già citata.
Carbon Swing » Potenziamento medio della velocità d'esecuzione di ogni attiva. Già citato.

TECNICHE »
Route 66 »
La rena si concentra ai piedi del Guerriero sollevandolo dal suolo e spostandolo per aria come galleggiasse su di una sottile e leggera nuvola aurea. Lo spostamento del corpo avviene con un'incremento del 50% della stessa, visto che sfrutta la velocità della tecnica stessa, e non necessariamente sul terreno; ed ad ogni turno può essere prolungato aggiungendo un medio alle proprie spese senza ulteriori slot tecnica.
(Medio)

Desert Ceremony » La sabbia si solleva come in una tempesta, attaccante invisibile, cercando di far presa sul corpo nemico, circondandolo con un'elevata pressione crescente, privandolo di spiragli come una potente gabbia. Sviluppato il potere, esso stritolerà la sua vittima agendo a trecentosessanta gradi con il peso che è in grado d'esercitare, di diversi quintali, e con una resistenza superiore all'acciaio.
(Alto)

NOTE »
La prefica ormai di sabbia che si volta verso Hyena cercando di divorarlo è un effetto scenico per caratterizzare la tecnica offensiva in base alla situazione, ovviamente non rientra nelle caratteristiche tipiche della tecnica tantomeno ne altera lo svolgimento.


 
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Andre_03
view post Posted on 17/2/2010, 21:44




Che palle.
Fu l'unica cosa che riuscì a pensare: la sua doppia falciata si era appena infranta su un pezzo di pietra, con l'avversario che si teletrasportava altrove senza neppure rivolgere lo sguardo all'attacco. Era come se l'avesse vista dall'esterno, quella scena. Prevedendo ogni mossa di Dodici e agendo di conseguenza snobbando tutto il resto. Al disappunto per quella merda di schivata, in Iena si aggiunse la sorpresa -e la rabbia- per essere caduto in una trappola da novellini.
Forse il Terzo ci aveva visto giusto.
Forse il carcere l'aveva davvero arrugginito.
Dalla sua destra la sabbia era salita fin sulla statua. Anzi no. La piangente stessa era divenuta parte del deserto che andava formandosi lì attorno; già gli urlava contro, disperata e incazzata assieme. Il Razziatore rispose con un ringhio di stizza, un urlo violento che suonava tanto come un potente vaffanculo.
Cercò invano di divincolarsi mentre la presa della rena si faceva più forte, lo ricopriva interamente. Granello dopo granello venne inghiottito e compresso. Distrutto. Ammazzato.
L'avrebbe voluto davvero? No, non in quel modo.
L'avrebbe permesso davvero? Neanche per sogno.
"Svegliati."
Svegliati.
Soltanto questo seppe bisbigliargli la voce, lontana, oltre quel dolore così bianco -e bello. Ma sapeva, in cuor suo, che aveva ragione. Doveva svegliarsi. E così fece, semplicemente.
Si scosse, menando fendenti a vuoto nella tempesta che l'opprimeva; la spada urtò su un muro di sabbia, lo fendette ma quello si ricompose. Ancora. Ancora. Colpì col gomito alla sua sinistra, si fece male. Non poteva finire così. Fece un passo avanti, picchiò un pugno nel vuoto. I movimenti gli costavano fatica, ma non volle -non poté- fermarsi.
Furono attimi lunghi, estenuanti, in cui provò persino un moto di terrore.
Paura di non poter uscire di lì.
Paura di restare intrappolato per sempre in una fottuta tomba di sabbia.
Quindi fu scosso dalla luce -quella tenue, soffusa dell'insolita arena- e da un suono.

Bang!

Gli disse il mondo.

Bang!
Bang!
Bang!
...

Ancora, a oltranza.
Lui sorrise, sussurrò un «Fanculo.» tra le labbra e spinse avanti il braccio mancino. Forte, implacabile. Lo fece con astio, ira grondante sotto forma di sangue. Che schizzò, in direzione dei proiettili. Veloce come e più di loro, rapido nell'avanzare quanto nel costruire a mezz'aria un solido schermo rosso dalle forme indefinite. Colava sul deserto, quel cremisi. Lo bagnava di vita e al tempo stesso era minaccia di morte.
Come il ghigno che, folle, l'assassino rivolse al suo nemico.
Uno dopo l'altro bloccò i colpi, agitando il braccio come a scansare delle persone fra una folla invisibile. E intanto avanzava, stanco. Era già stremato. Ma resistette. La barriera purpurea non si mosse di un millimetro fintanto che ci furono proiettili da deflettere.
Scivolò via nell'istante stesso in cui Iena vi passava oltre, a testa bassa ma con gli occhi fissi sulla preda. C'era forza, potenza, in quello sguardo. La ferrea volontà di un animale che non molla,
che non si arrende mai.
Lungo la schiena, appena sopra la pelle...sanguinava. Non per le proprie ferite -quelle timidamente mostravano soltanto segni di tumefazione- ma perché, lucido nel suo stesso impeto d'ira, preparava l'offensiva. Grondante, nascosto, guizzava celere verso il basso. Il liquido rosso danzò, fino a formare una sfera sorretta da un rivolo innaturalmente diretto in alto; pulsante, grande ma non abbastanza da essere visibile oltre la schiena del cacciatore. Questi se la rideva, pregustando la faccia sconvolta dell'altro quando si sarebbe visto arrivare addosso la bomba.
All'ultimo istante, infatti, il pirata spazio-temporale vibrò un fendente orizzontale che, in senso antiorario, mirava a falciare di netto il bacino di quel pistolero da quattro soldi.
Nel farlo, ruotò di poco il busto in modo che la sfera pulsante prendesse la giusta direzione: a metà fra il collo e il volto altrui. Lì sarebbe esplosa, deflagrando violentemente.
L'avrebbe reso cieco, dilaniato, castrato e soltanto alla fine di quel massacro
-"Faaaameeee"-
lo avrebbe gettato in pasto alla Divoratrice.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE

B L O C N O T E S
appunti sparsi

Condizioni Fisiche Contusioni medio-alte in tutto il corpo, in seguito a una forte pressione.
Condizioni Psichiche Disperato, come un animale ferito.
Energie Residue 60%
Equipaggiamento Gorger
Passive Forza e Resistenza superiori, emorragie ridotte [Loser's Answer].
Tecniche Barriera di sangue coagulato Bassa [Omega Red]; sfera di sangue esplosiva Alta [Crimson Boomer] .
Note Perdona i toni bruschi del post, è un periodaccio. Avevo bisogno di sfogare un po' di tensione generica. =ç=

...

CITAZIONE
[Crimson Boomer]
(Splash damage? Che modi!)
Uno dei numerosi metodi di tortura che Dodici ha escogitato nel corso degli anni di prigionia, è molto simile a quello che molti altri suoi ex-commilitoni definirebbero "Cero". Per quanto la forma, l'esteriorità per così dire, non vi si avvicini nemmeno un po', la potenza ed il funzionamento hanno con quella famosa tecnica molto in comune. Semplicemente concentrando una grande quantità di energia all'interno di una sfera di sangue coagulato, di dimensioni variabili in dipendenza dal consumo di energie, Iena può creare una vera e propria bomba schizzante. Questa bolla rossa, scagliata a gran velocità sull'avversario, non crepiterà; non emetterà suoni particolari e sarà all'apparenza innocua. Disgustosa, ma non pericolosa. Errore. Al contatto con una qualsiasi superficie, l'oggetto esploderà causando danni ingenti -proporzionati alle sue dimensioni- nell'area circostante.
(Variabile)

CITAZIONE
[Omega Red]
Salvarsi il culo è un'arte. Farlo con stile e raccapriccianti sonorità è molto di più. Si tratta di epicità. Iena ha imparato a sfruttare le proprie capacità al servizio della suddetta arte, oltre a quella di smembrare le persone. Banalmente, per quanto spettacolare possa apparire, egli è in grado di creare dal nulla degli scudi solidi come -e forse più del- metallo, di dimensioni variabili legate al dispendio energetico connessovi. Le barriere nasceranno istantaneamente dal nulla, grondando sangue ed accompagnate da suoni grotteschi, viscidi. Resteranno a proteggere il loro creatore per tutto il tempo necessario ad assorbire l'attacco nemico, sparendo poi in mille schizzi sanguinolenti e disgustosi. Dodici, ovviamente, non sa che questa è una tecnica molto comune fra gli affiliati all'Organizzazione; la considera un suo personale colpo di genio.
(Variabile)

 
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Xanxus'
view post Posted on 21/2/2010, 15:34




image

Avrebbe dovuto sentirsi soddisfatto.
Buona parte del suo operato era stato concluso con soddisfazione. Gran parte della sua strategia, ineccepibile. Eccolo, aveva avuto modo di dimostrarsi intellettualmente superiore a quel guerriero senza cervello né, apparentemente, esperienza. Dimostrarsi superiore: per i partecipanti al torneo era il senso del gioco, per qualcuno il senso di una vita. Per Xanxus, un atto come un altro.
Un altro essere umano in questo caso avrebbe sorriso. Diminuendo la quantità di adrenalina in circolo, rilassando l'attività cerebrale, inibendo temporaneamente le sue facoltà intellettuali, portandosi involontariamente in uno stato di autocompiaciuto obnubilamento... Diventando vulnerabile.
Il cecchino continuava a fissare il pazzo che si dimenava stretto dall'abbraccio della prefica come si fa con un brutto spettacolo, o come un panorama: dal suo sguardo non si capiva. Gli occhi sottili cercavano ancora di divorarne le reazioni, anticiparne i pensieri. I soli obiettivi erano lui, e il suo elemento.
E quando lo vide correre, il pistolero era già pronto.
Il tempo che quel guerriero avrebbe impiegato per piegare lo spazio tra loro era il tempo necessario per giocare le ultime carte. Il tempo buono per nullificare le sue intenzioni o controllarle nel modo più opportuno.
Nell'attimo in cui Xanxus s'accorse che l'uomo aveva ceduto il passo alle proprie emozioni, poi, capì che un'altra voce nell'elenco dei suoi obiettivi poteva essere depennata. Un nemico emotivo è una preda indegna. Una preda che ha già messo da sola il piede nella sua tagliola quando alle spalle c'è già un fucile puntato e pronto a sparare.
Osservò la sua mano. Il movimento più efficiente sarebbe stato quello mosso dal braccio che lo teneva verso la direzione opposta. Si spostò scattando in quella direzione, pochi passi, il necessario per guadagnare decimi di secondo preziosi per scegliere le contromisure adatte.

I due distavano meno di un paio di metri e la vide.
Coprire un attacco con un colpo di spada era una strategia di cui lo spadaccino aveva già abusato. Gli avrebbe fatto pagare questo errore a caro prezzo. A modo suo.
La sua sabbia saettò verso l'alto, concentrandosi, assumendo le fattezze di una parete grande quanto il suo corpo e spessa non più di venti centimetri. Tanto sarebbe dovuto bastare. Cominciava a sentire su di sé il peso di qualche colpo di troppo. La sua resistenza era limitata, le sue energie avevano ormai cominciato a viaggiare sotto la soglia di guardia ,quindi avrebbe dovuto amministrarle con dovizia.
Il colpo di lama s'infranse sul suo muro, limitandosi a riempire l'arena di altri granelli volatili, disegnando una crepa nella sua ultima creazione, ma lasciandolo illeso. Era solo una cicatrice su di un quadro perfettamente liscio.
Poi la sfera.
L'esplosione inglobò nel suo bagliore tutta l'arena. Un'inondazione d'energia, pronta a travolgere qualsiasi cosa. In altri casi non l'avrebbe mai permesso. Era un rischio che aveva deciso di correre, e decise che non avrebbe avuto remore. Fu una fortuna che scaricò gran parte della sua violenza su quella parete, limitando i danni che avrebbe subito il mercenario.
Serrò i denti, tendendo i muscoli. Percepiva distintamente dolore su dolore, scariche elettriche accavallarsi su ogni molecola del suo corpo. Aggrottò le sopracciglia. Non si sarebbe mai aspettato un effetto così dirompente da quella mossa. Parte del suo corpo era ricoperto da bruciature a macchia di leopardo, mentre le sue vesti lacere si tingevano di un carminio che a fatica sarebbe stato capace di lavare via. La sua spalla sinistra, più esposta all'attacco in seguito al suo movimento elusivo, doleva a ogni minimo movimento come se gli si strappasse. La sua carne era cauterizzata intorno le ferite. Socchiuse lo sguardo, decidendo d'andare avanti.
La sabbia era nebbia, ora, mentre decise che era tempo d'andare, approfittando della visuale minima. In virtù dell'ultimo sviluppo, aveva bisogno di muovere lo scacco. Per questo scattò. Una sola mossa, tendendo il braccio destro, che non aveva subito danni dall'offesa subita, in avanti, ad afferrare il tricipite di quell'arto che aveva appena concluso un fendente a suo danno. Lasciò cadere la sua pistola. Avrebbe stretto tanto forte da far male, da privarlo d'ogni forza, da renderlo un cumulo di fasci muscolari avvizziti ed inutilizzabili, da impedirgli ogni successivo colpo di spada.
Il cancro poi sarebbe salito, se non difeso, ad invadere il resto del corpo, a privarlo rapidamente di ogni forza. Sarebbe giunto rapidamente al cranio, al cuore.
Sarebbe stato rapido e indolore.
Un po' come morire nel sonno da svegli.



Accadde tutto nella Vermissa Valley, un buco di culo tra i monti e le piane nella zona nord del Nevada, ad ovest della Ruote 93. Uno sputo nero sulle cartine nazionali. Conosciuta al massimo come zona mineraria non più redditizia, quindi parzialmente dismessa, dove continuavano a far sedere il loro vecchio culo minatori falliti e le loro famiglie ed i loro discendenti. Per tutti i pochi interessati, quella era la migliore dimostrazione di virtù, tenacia, attaccamento alla terra natia.
Per chi sapeva leggere tra le righe, quella era una splendida copertura.
In quelle cave, su quelle mese baciate dal diavolo o chi per lui, venivano addestrati alcuni tra i migliori assassini da tempi indicibili. Secoli, probabilmente. Probabilmente i soli mercenari toccata e fuga ad un livello superiore a quello di Xanxus. Solo i più duri sopravvivevano ad un addestramento lungo anni, solo i migliori alle loro missioni, solo i più potenti sapevano della loro esistenza. E non si limitavano nell’usarli.
Si rimarrebbe stupiti nel sapere quanti potenti americani che han fatto la storia l’hanno potuta plasmare grazie ai loro servigi. Nel suo campo, Scowrer significava morte.
E lui che lo sapeva non avrebbe mai dovuto accettare quel lavoro.
Ma quei tipi avevano pestato i piedi a qualcuno di potente e la ricompensa era troppo vantaggiosa. Inoltre, sarebbe un bel vantaggio, un investimento. Far crollare quell’organizzazione, un ordine venuto dall’alto da un misterioso committente che, pur di mantenere l’anonimato, gli aveva già donato centomila dollari in anticipo. L’altra metà a missione compiuta. Non che gli importasse molto, ma il suo defunto padre gli aveva lasciato solo due cose, due pistole cariche ed un onore da mantenere. Un onore che gli imponeva d’accettare ogni commissione.
Così si ritrovò su una vecchia Harley diretto verso il sole su di una strada battuta a polvere e cactus e vento caldo d’estate. Una scena schifosamente poetica.
Davanti a sé, solo la prospettiva del suo più grande successo.
La missione che avrebbe cambiato la sua carriera.


CITAZIONE

HP 65
- Spalla sinistra compromessa, parte sinistra del corpo ricoperta da danni sparsi successivi all'esplosione, stanchezza in progressivo crescendo -
PP 35

ABILITA' »
Ground Death »
Già citata. Area in espansione.
Pronta ad essere utilizzata anche sull'avversario, potenziata (vedere tecnica Ground Sekko)

Animal Cruelty » Già citata.

Desert Rose » Controllo della sabbia, già citata.
Creazione di parete media.

Carbon Swing » Pot. medio velocità delle attive, già citata.

Desert Cocoon » La sabbia è perennemente presente intorno al corpo del guerriero, anche se non visibile. Essa ne ricopre il corpo, invisibile, come un sottile strato granuloso di materia che lo protegge dalle offese esterne per un valore medio, come un esoscheletro elementale. Inoltre, in forma corpuscolare, circola nei dintorni del suo fisico condensandosi e tornando visibile solo qualora lui lo ritenga necessario.
(Passiva)
- La parte frontale sinistra del velo sul corpo del cecchino è andata perduta nella deflagrazione, nonostante la frapposizione del muro di sabbia, ormai già prossimo a cedere. -

TECNICHE »
Ground Sekko »
Un'estremizzazione dell'abilità di contatto di Xanxus. Al contatto rapido con una qualsiasi superficie, ne causerà l'immeditata disidratazione con le ovvie, disgreganti conseguenze. Un corpo fisico solido ne risulterà polverizzato -anche se il concetto corretto sarebbe "mutato in sabbia"- mentre un entità vivente seccherà rapidamente nel punto toccato.
(Variabile)
- Utilizzato Alto -


 
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Andre_03
view post Posted on 24/2/2010, 07:34




Arrancava come un verme.
Strisciava su quella sabbia senza ben sapere che fare, dove andare. Chi ammazzare. Da cosa difendersi. Era tutto estremamente confuso, caotico. Frenetico. Teneva in mano un pezzo di metallo, lo stringeva così forte da aver bloccato la circolazione sanguigna fin sulle nocche -bianche. Questo lo ricordava. Il resto erano fotogrammi sporcati dalla polvere del deserto, macchiati di un rosso -il suo cremisi- opaco, schizzato a destra e a manca tanto per dire che sì, lui c'era. Era vivo, e combatteva.
Ma a che pro?
Questa a cui aveva preso parte non era la sua missione, nessuno gli aveva espressamente ordinato di partecipare al torneo. Non gli era stato detto di ammazzare questo o quello stronzo. L'aveva scelto. Da uomo libero, dopo tanti anni.
Eppure eccolo lì, in balia di un avversario di gran lunga meno esperto. Un vaccaro della mesa arida, una specie di signore delle sabbie che all'inizio aveva suscitato la sua curiosità e poi aveva gettato Iena in una furia incontrollabile.
Non sopportava di farsi prendere per il culo dai morti.
Soprattutto da quelli che ancora non si erano resi conto di esserlo già.
"Sei prevedibile, umano." il nero della Gorger cozzava sulla barriera di rena così come si scontrava coi suoi -di Dodici- pensieri "Non rompere." nell'attimo che precedette la deflagrazione "Lascia fare a noi." plurale, centinaia di voci e una fitta alla tempia.
"Vai a farti fottere."
Per la seconda volta, l'offensiva del Razziatore si era conclusa in un nulla di fatto; o quasi. Il suo attacco principale, nonostante fosse andato apparentemente a segno, non sembrava aver sortito gli effetti sperati. La vittima ancora si muoveva. Gran seccatura, quella. Anche perché lui era sbilanciato dal fendente e circondato da una coltre di polvere simile alla bara di sabbia che lo aveva appena esasperato.
Senza nemmeno accorgersene si era protetto il volto con il braccio sinistro, sollevato dall'incarico di mantenere la Divoratrice assieme al gemello, che invece assolveva ancora il suo sporco compito. Per poco, almeno. Dalla nube grigio-giallastra emerse un arto. Dita sottili si strinsero attorno al suo tricipite destro, bloccandolo in una morsa d'acciaio. Fosse stato solo quello il problema, Iena ci avrebbe impiegato davvero poco a scrollarsi di dosso il cowboy. No, quello stronzo d'un pistolero aveva altro in serbo per lui.
Se ne accorse subito, e fu una consapevolezza strana. Istantanea. Tuttavia sconosciuta, nuova. Dal suo braccio veniva risucchiata via l'acqua. Tutta. Stava seccando nel vero senso della parola, corroso da una forza innaturale e nel contempo splendida. Nemmeno il suo beneamato controllo del sangue avrebbe potuto salvarlo da quella condanna a morte.
Forse.
«WAAAH!!!» sbraitò, divincolandosi di scatto ed arretrando di un solo passo «Che cazzo mi hai fatto, hijo de puta?!!?» la cancrena intanto avanzava, consumando l'avambraccio, il polso e la mano «Che cazzo ha il mio braccio...?»
Clangore, quello di una bestia -una Divoratrice- che cade in ginocchio. La mannaia era a terra, e il mastino dell'Organizzazione presto l'avrebbe raggiunta.
Non troppo in fretta, però.
«Ma dai.» smise di agitarsi, nonostante avesse già il braccio destro ridotto ad un ramoscello rinsecchito. Sorte simile stava toccando alla spalla, ma di tutta quella faccenda all'assassino sembrava importare veramente poco. Anzi. A giudicare dal suo sguardo esaltato dava l'impressione di essere quasi soddisfatto della piega che avevano preso gli eventi. «Non ci avrai creduto davvero.»
Rise, mentre con la mancina artigliava -letteralmente- la carne essiccata della propria spalla. Vi scavò con le unghie fino a raggiungere le vene, le arterie. L'esperienza gli suggeriva di porre fine a quella cancrena, stroncandola sul nascere.
«Sympthoms of embolia»
Secco, deciso.
Un embolo bloccò -temporaneamente- l'avanzare della tecnica mostruosa cui il nemico lo aveva sottoposto. Avrebbe sacrificato in seguito quell'arto. Per il momento non gli restava altro da fare che continuare a battersi. Nel giro di pochi istanti, sarebbe finito tutto; lui stesso avrebbe scritto la parola fine sulla storia di quell'incontro.
Con una firma in calce, color rosso cremisi.
In appena un battito di ciglia la stessa cinquina di dita che aveva tagliato fuori una parte di lui dal resto del corpo si mosse fulminea. Come un cazzotto ben assestato. Una spinta forte, precisa. Il palmo aperto, circondato -sormontato!- da rivoli di sangue guizzante nell'aria, così vivo da far quasi paura.
Ci mise un sorriso, tra la quiete e la tempesta.

«Facciamola finita con le stronzate.»



La testa di un canide enorme apparve come dal nulla, generata dal coagulo di quelle linee rosse. Era viscida, grondante. Lugubre. Ma al tempo stesso mostrava un ruggito silenzioso e crudele, che a fauci spalancate si gettò sul corpicino indifeso del novello Charles Whitman. Con un morso solo avrebbe potuto inghiottirne il busto intero.

«Laughing red dog»

Decretò, a fil di labbra.
Sentiva le energie abbandonarlo, la stanchezza risalirgli lungo la spina dorsale. Ma non avrebbe ancora ceduto il passo; la Gorger, per la prima volta in quel breve torneo, non sarebbe stata la vincitrice dello scontro.
Non avrebbe pasteggiato lei, sul cadavere del nemico.
Non stavolta.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE

B L O C N O T E S
appunti sparsi

Condizioni Fisiche Contusioni medio-alte in tutto il corpo, in seguito a una forte pressione. Braccio destro andato, completamente essiccato.
Condizioni Psichiche Esasperato, ma determinato a vincere.
Energie Residue 10%
Equipaggiamento Gorger (caduta)
Passive Forza e Resistenza superiori, emorragie ridotte [Loser's Answer].
Tecniche Coagulo di sangue che blocchi la corrosione del braccio per un turno, consumo Medio [Sympthoms of Embolia]; attacco finale figo Critico [Laughin' Red Dog] .
Note Ok, un paio di chiarimenti sono d'obbligo. 8D
1 La tecnica "Sympthoms of Embolia" dovrebbe, secondo il mio ragionamento, bloccare l'avanzare del "Ground Sekko" per un turno. Non annulla gli effetti della tecnica. D'altronde, se vincerà Ace sarà libero di descrivere il proseguo degli effetti, se invece sarò io il vincitore la tecnica andrà "curata" dagli addetti ai lavori del torneo. Ho scelto di agire così in onore dello spettacolo.
2 L'attacco portato con "Laughin' Red Dog" è da considerarsi alla stregua di una lama creata col sangue, di forma semplicemente più grande.
3 Ci tenevo troppo a prendere i danni del "Ground Sekko", almeno da quando ho scoperto che il tuo pg aveva una tecnica del genere in scheda. *__* E' dai tempi della saga di Alabasta che aspettavo un avversario così, grazie dell'opportunità. X'D
4 Charles Whitman

...

CITAZIONE
[Sympthoms of Embolia]
L'embolia è una brutta bestia, infida e spesso imprevedibile. Ne esistono di diversi tipi: c'è quella causata da una bolla di gas (azoto, ossigeno) che blocca la circolazione sanguigna, detta appunto Embolia Gassosa, e quella invece dovuta al coagulo venoso o arterioso del sangue stesso. Quest'ultima, meglio conosciuta come Trombosi, è in grado di portare all'arteriosclerosi o -persino- alla morte. Tuttavia, nelle limitate capacità di Dodici, non rappresenta un pericolo così letale; è comunque un rischio, poiché la tecnica -utilizzabile solo sugli arti nemici già feriti, 12 deve ancora farci pratica- genera un coagulo venoso in grado di bloccare (per un turno) la circolazione della parte colpita. In pratica, causa la perdita di un arto per un lasso di tempo sufficiente ad elargire alla vittima una morte lenta e dolorosa.
(Media)

CITAZIONE
-L A U G H I N' - R E D - D O G-

Sangue.
Semplicemente, Iena ne è assuefatto. Del proprio, di quello altrui: gli piace, lo adora e -sebbene si renda conto di quanto poco sana sia quest'abitudine- ama farlo scorrere a fiumi. Un'innata predisposizione che gli deriva sicuramente dai geni che ha ereditato in laboratorio, coi quali è nato capace di manipolare a proprio piacimento la linfa vitale degli esseri umani. La sua esistenza stessa è composta di sangue, un liquido da lui maneggiabile e plasmabile in ogni forma o dimensione. Può crearlo dal nulla, attingendo al proprio animo corrotto -e artificiale- trasmutando l'aria che lo circonda in qualcosa di più rosso, denso, grondante. Dalle sue mani, dodici, può generare armi o lame cremisi, coagulazioni aberranti partorite da una mente malata. Fondamentalmente, si tratta di un controllo elementale unico nel proprio genere, applicabile solo a contatto con le creazioni generate.
(Variabile)

 
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Xanxus'
view post Posted on 26/2/2010, 19:47




Notte dopo notte
mi gira nella mente,
questo suo sogno mi fa impazzire.
Nell'angolo di qualche campo straniero
il cecchino stanotte dorme.
Quel che è fatto è fatto.
Non possiamo cancellare le sue ultime parole.
Pensate bene al suo sogno.
Pensateci bene.



___________________________________________________

Lui sapeva che i tempi erano maturi per l'atto finale, e respirò.
Sapeva che ogni sua pulsazione, ogni bossolo che non è mai caduto, ogni goccia di sudore, era un passo accessorio per arrivare a quella grande scritta rossa tracciata a sangue sull'orizzonte.
M o r t e.
E quando sentì d'esser ritenuto prevedibile, ripensò a come sarebbe stato riderne. Quel torero mancato non sapeva che per giudicare bisogna prima essere capaci di guardare in faccia la morte e scrutarla con lo stesso disgusto e disprezzo e noncuranza che può avere solo chi è in grado di domarla; per giudicare bisogna avere le palle di essere qualcuno che può avere il diritto di farlo.
Il resto è vene tagliate e gole recise ed un silenzio che incornicia il tempo prima e dopo un lavoro ben fatto.
Avrebbe lasciato a quello spagnolo la quiete che meritava.
La sua mano destra premeva sulle carni di quel braccio nemico, mentre al dolore si sostituiva il dileggio. Che fosse coraggio o idiozia era solo un dettaglio, una sfumatura in scala di grigi. Non la capiva, ma gli avevano insegnato come reagire.
Lo lasciò andare. Non lo riuscì a trattenere.
Lo lasciò andare perché era tempo di andare.
Si trovò ad immaginare che quello spadaccino dalla mente fine si sarebbe lanciato su di lui con un attacco diretto, come aveva sempre fatto. Non dovette attendere molto per avere ragione. Il cecchino sapeva che non avrebbe resistito e si premurò d'accettare l'idea con una smorfia ed un sorriso. Era il momento di ripagarlo con la sua stessa moneta. La sabbia plasmò un'altra parete, sollevandosi dal terreno come fanno i monti ed i miracoli. Si condensò formando uno scudo dalla palese forma di osso umano, un femore dalle dimensioni di un uomo, dorato. Si era formato in fretta. Il suo avversario al confronto si era dimostrato disgustosamente lento.
«Mordi questo, cucciolo.»
Provò disgusto per il suo uso dell'umorismo. Non lo comprendeva, ma l'avevano addestrato ad usarlo per demolire psicologicamente le sue vittime. Sarebbe servito per fargli ancora perdere il controllo, lasciarlo infuriare e fargli sprecare le sue ultime energie per niente. L'arte dell'omicidio non muove solo sulla carne.
Sentì un peso improvviso sull'addome. Il suo scudo crollare come fanno ogni giorno le parole. Venne inondato dal suo stesso elemento, ma quello era l'ultimo dei pensieri che potevano affliggerlo.
Un dolore intenso.
Come se esistesse solo quella sensazione al mondo. Bruciore e scossa, mentre il suo corpo veniva sbalzato indietro di diversi metri. Strisciò su quel marmo stringendo l'addome con entrambe le mani, mentre il suo volto veniva deformato dal dolore. Il suo petto s'andava raffreddando, a contatto con il terreno, che nel frattempo si tingeva d'un carminio nuovo e nuova rena che s'andava formando.
In quel continuo corrugamento di muscoli, si concesse lo sforzo di sorridere.
Possibile lo spagnolo non abbia pensato che Xanxus avesse calcolato tutto questo sin dall'inizio?
Si era lasciato trascinare dal colpo che aveva appena subito, cercando di allontanarsi il più possibile dalla sua vittima. Ora giaceva al suolo, quasi inoffensivo.
Cercò di rilassarsi, sforzandosi di ignorare la grande emorragia sul suo busto. Le costole fratturate e gli organi lesi e l'epidermide squartato. Era infernale ma necessario. Dava davvero l'impressione d'essere svenuto.
Con i suoi occhi socchiusi riusciva appena a mettere a fuoco il combattente che s'ostinava a restare in piedi.
La morte poteva attendere.
Fu fulmineo ed inaspettato. L'arma che il cecchino aveva lasciato cadere pochi attimi prima, ora ai piedi del suo avversario, venne mossa da una mano di sabbia. Tre colpi schizzarono rapidi, diretti al centro del petto, al volto ed a quel braccio già da buttare.

Poi quell'arto di calcare e terra svanì, lasciando la pistola al vincolo della gravità, disegnando un perfetto quadro di morte per due uomini ormai sul bordo del precipizio.
Si sentì svenire.
I suoi sensi, per la sua migliore partita a scacchi.
E tanti saluti al re, perché qui dominano i pedoni.

Respirò,
e chiuse gli occhi un'ultima volta.


CITAZIONE

HP Svenimento
- Spalla sinistra compromessa, parte sinistra del corpo ricoperta da danni sparsi successivi all'esplosione, petto squartato, costole fratturate, organi interni in condizioni critiche -
PP 10
- Svenimento -

ABILITA' »
Ground Death »
Già citata. Termine utilizzo a fine turno.

Desert Rose » Controllo della sabbia, già citata.
Creazione di parete alta a forma di osso per cani.
Creazione di una semplice mano di sabbia, basso.

Carbon Swing » Pot. medio velocità delle attive, già citata.

Desert Cocoon » Non più presente, distrutto.

NOTE » Citazione iniziale dei Pink Floyd.


 
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- Madhatter -
view post Posted on 8/3/2010, 23:34




Xanxus’

Narrazione: 3.5 + 3 + 3.5 = 10: 3 = 3.3
Commenti
Qui tutto bene. Italiano scorrevole, corretto, spigliato. Una buona narrazione, anche se in alcuni momenti è parsa incepparsi inspiegabilmente, perdendo in efficacia e chiarezza esplicativa, facendomi perdere quel che era il filo dello scontro, con mio disappunto.
Hai reso bene il pg e le sue sfaccettature, i punti di forza e quelli di debolezza, cosa alla quale hanno contribuito anche i vari flashback seminati qui e lì lungo lo scontro, senza esagerare.
Il rimpallo di bieche considerazioni è stato carino, ma alla lunga ha stufato un po’: capisco che si tratta dell’indole dei vostri personaggi, ma penso che dopo il quarto post fosse chiaro!



Accessibile nella scelta del lessico e abbastanza scorrevole nella costruzione dei periodi, il giocatore fa sfoggio di uno stile piacevole e interessante, che si lascia leggere, sebbene -talvolta- si perda in specifiche un po’ ridondanti che rallentano il ritmo della narrazione; snellire e rendere più agile è un personale consiglio (quindi, naturalmente, non incide significativamente sulla votazione).
Per quanto concerne l’interpretazione di Xanxus, sebbene a monte ci sia un ottimo lavoro per la caratterizzazione -a livello di concept e background-, la sua resa poteva venir eseguita in maniera più accattivante di come è stato fatto: appare in un certo qual senso evidente lo zampino dell’intervento del giocatore alle spalle del suo personaggio, e forse è proprio questo particolare antipatico a rendere stucchevole ed inverosimile -specie a lungo andare, quando diventa quasi un vizio ad ogni post- l’atteggiamento spavaldo e saccente riassumibile nella monotona linea di pensiero “Ah-ah! Ma io lo sapevo che avrebbe fatto così! Me lo aspettavo! :B): Niente mi coglie di sorpresa!”, che in un confronto con un avversario mai visto e dai poteri virtualmente sconosciuti è quanto meno sgradevole a leggersi... sarebbe stato più corretta, oltre che verosimile, una visione delle azioni avversarie non attraverso l’occhio del giocatore ma con quello del personaggio, più sinceramente e spontaneamente “addentrato” nella realtà di gioco.



Piacevole il narrato sebbene leggermente artificioso: subisce un po' il confronto con i post appassionati dell'avversario che evidenziano un po' la mancanza, da parte del giocatore -non certamente da colpevolizzare- di riuscire a trasmettere tanto al lettore, che è un pregio raro e che per esempio vincolato anche all'ispirazione del momento. Ciò che più ho apprezzato dei post è una buona capacità di mostrare l'azione al lettore con occhi esterni al personaggio, una ben riuscita terza persona, alternando il tutto a delle introspezioni più ravvicinate che, contrariamente a quanto crea di solito questo espediente, non "staccano" troppo dal narrato e non appesantiscono eccessivamente il tutto. In generale definirei la prova in scrittura come equilibrata, senza pecche rilevanti ma nemmeno particolari virtuosismi; rispetto all'avversario ha inoltre il pregio di rimanere più costante dall'inizio alla fine, senza incorrere in flessioni di rendimento. In definitiva, apprezzabile.



Strategia: 3 + 3.4 + 3.5 = 9.9: 3 = 3.3
Commenti
L'uso massiccio di campi di forza mi fa storcere il naso, l'uso continuo di scudi di livello variabile è sinonimo di una difesa semplicistica che non richiede nessuna abilità o inventiva nel giocatore e che sarebbe -dal mio personalissimo punto di vista- da limitare a massimo un utilizzo a duello. Questo che ho appena esposto non è un vero errore, in quanto tale non ha certo portato a penalizzazioni, tuttavia diciamo un appunto personale che -se applicato- porterebbe a mio parere a duelli sicuramente più spettacolari. Non ho particolari appunti da fare al giocatore sul piano strategico, si difende bene senza eccessivi virtuosismi e attacca con azioni efficaci.



Nulla da dire: hai studiato l’ambiente, l’hai sfruttato a tuo vantaggio, hai cercato di trarre il meglio – forse anche troppo – da situazioni che all’apparenza sembravano “disperate”, per così dire. Hai usato belle combo, intelligenti e molto utili, anche se tutto lo scontro naufragava in una sorta di fiacchezza generale, per diversi motivi.



Niente male in questo campo: Xanxus è stato semplice e lineare con le offensive portate all’attivo; tutte buone idee ben congeniate, specie con le spalle coperte dalle numerosissime passive -talune pure un po’ troppo tirate- in dotazione al personaggio... anche se l’esperienza del suo avversario ha permesso a questi di tenergli testa, contenerne gli assalti e limitarne l’efficacia, rendendolo meno incisivo di quanto si sarebbe preventivato.
Adorabile l’ultima difesa al critico avversario con uno scudo a forma di osso :lol:



Sportività: 3 + 2 + 2.9 = 7.9: 3 = 2.63
Commenti
Leggendo lo scontro e i suoi allegati, sono molti i punti che hanno destato perplessità in questo campo, ma più che veri e propri errori nella condotta della giocata si tratta di assiomi di fondo che risultano esagerati nel range dei loro effetti, un po’ troppo tirati e sempre -almeno nella mia ottica- al limite delle regole: si parla di Ground Death, che praticamente senza alcun consumo ricrea costantemente un ambiente favorevole con cui il personaggio può avvantaggiarsi, di Animal Cruelty, che in un’unica passiva racchiude tutti i bonus derivabili da tutte le percezioni sensibili escludendone però i malus, ma anche dell’attiva variabile Desert Rose utilizzata molto spesso e comprendente una serie di applicazioni virtualmente infinite dell’elemento sabbia... un po’ troppe, insomma, se si considera che potenzialmente ciascuna tecnica dovrebbe circoscrivere i suoi effetti nella propria descrizione.



La tecnica Route 66 richiede uno slot tecnica a mantenimento ad ogni turno in cui rimane attivo. Al secondo turno attivo: difesa errata sull'attacco dell'avversario, evita di colpo sia il fendente che l'attacco di livello medio eseguito dall'avversario con un semplice spostamento all'indietro potenziato con un power-up. I power-up in velocità non permettono di schivare una tecnica (altrimenti chi ha un power-up medio passivo potrebbe schivare tutti gli attacchi di livello basso e medio); inoltre eseguire un movimento prima del termine delle azioni dell'avversario è un countermove (ovvero: il personaggio esegue un'azione prima del termine di tutte le azioni dell'avversario, andando ad influire in tal modo sulle successive di quest'ultimo). Nonostante un paio di riserve valuto corrette le azioni intraprese nei turni successivi, e più precisamente valuto corretti i danni subiti in relazione agli attacchi incassati- compresa la perdita dei sensi, avvenuta all'ultimo turno attivo per raggiungimento della soglia critica di energia residua.



La nota qui è un po’ dolente, da parte di ambo i contendenti. Nessuno dei due ha brillato per correttezza, ma mi aspettavo che il tuo personaggio si rapportasse in maniera più sportiva al suo avversario: questo, in sostanza, si sarebbe dovuto tradurre (ai miei occhi, badiamo bene) con una maggiore capacità di contrastare adeguatamente – e non con semplici schivate o barriere – le mosse di Hyena, anche solo perché, in termini di possanza e velocità fisica, lui ti è superiore. Anche i danni riportati dal contatto con la bomba non sono paragonabili, a mio modesto parere, al consumo impiegato per quella tecnica, ossia un alto; doveva essere una gran bella botta!
Andando avanti, ho notato che per il tuo personaggio – come per quello di Andre – tutto sembrava già fatto, già visto, già detto e già vissuto: insomma, una noia mortale. Il tuo pg pareva così seccato, che alla fine mi sono seccato pure io, sebbene si debba ammettere che nel finale l’atmosfera sia andata migliorando, facendosi più appassionata e avvincente.
Complimenti per Ground Sekko, comunque, una tecnica davvero intelligente e pratica.
Infine… c’è stato un punto in cui, tra passive e tecniche, i poteri attivi erano una quantità esorbitante. Non è stato forse un po’ troppo? Calma ragazzi, calma, ce n’è per tutti…



Puntualità: 5



Andre03

Narrazione: 3.9 + 4 + 4 = 11.9: 3 = 3.96
Commenti
Bello stile, complimenti: rapido, scorrevole e senza fronzoli, preciso e netto come il taglio di un bisturi. Tutto, ovviamente, infarcito della giusta dose di correttezza sintattica, ortografica e lessicale.
Il tuo pg mi è piaciuto: la tua abilità sta nel rinnovare canoni narrativi (guerriero pazzo e assetato di sangue armato di una spada più grande di lui) senza appesantirli, sino a renderli piacevoli.
Un appunto: a volte, capire l’interazione dei vostri colpi – e mi riferisco agli scambi fisici – risultava arduo e non di immediata comprensione, costringendomi a rileggere il passo; non metto in dubbio che sia attribuibile anche alla mia scarsa esperienza in termini di combattimento fisico puro, ma credo che, nella stesura di un post, si debba tenere conto anche di questo, specie se si partecipa ad un torneo e si è consci di andare incontro ad un giudizio; quindi, se proprio non si vuol sacrificare un po’ di raffinatezza stilistica in favore di una maggior snellezza didascalica, suggerirei più note a fine post. È per questo che sono un grande sostenitore degli specchietti riassuntivi: in due righe si può rendere comprensibile a un bambino di 2^ uno scambio di fendenti degno del miglior trattato di scherma!



In linea generale, pur conservando inalterato il tipico stile fresco, agile, frizzante, graffiante e scorrevole, il giocatore si avverte come un po’ sottotono rispetto ai turni precedenti: compie sempre il suo “dovere” con professionalità e puntualità impeccabile; il narrato affascina e si fa leggere tutto d’un sorso, senza problemi, e si sente respirare la vitalità della situazione di un combattimento acceso, ma si percepisce una sorta di variazione nell’abituale standard.
Venendo all’interpretazione è ottimamente reso il “passaggio di stato” dell’umore di Hyena: dapprima esaltato per la macellazione effettuata sulla Pianura del Vento, l’ispanico arriva piuttosto carico ed entusiasta all’inizio del nuovo incontro, ma quello che si trova davanti non è esattamente quello che voleva -o quel che si era aspettato- e così sopraggiunge la delusione che ben presto sfocia nella tipica rabbia generata dall’insoddisfazione... insomma, Dodici si conferma sempre una personalità viva, vivace e autentica: ironico, divertente e colorito.



Il primo punto che ho personalmente apprezzato tantissimo è la costruzione del personaggio e la sua resa sul campo. L'interazione che si crea fra psicologia del personaggio, stile di combattimento, poteri personali e poteri derivati dall'equipaggiamento è ciò che più di ogni altra cosa mi ha lasciato sorpreso -piacevolmente- e che merita a mio dire un voto alto. E' insomma tutta la caratterizzazione del pg e del duello in se che mi è piaciuta: attenzione ai particolari (specie a livello psicologico), stile di combattimento coerente con se stesso e per ciò che si è visto affatto teso ad un power-playing. Questi sono i punti di forza del giocatore ed i fattori che ne determinano la felice riuscita nel fattore interpretazione.
La scrittura è senza dubbio buona, il vero pregio è la capacità di entrare in una certa empatia col lettore, trascinandolo moltissimo e -anche per questo- risultando coinvolgente e generando a tratti momenti di entusiasmo vero e proprio. Lessico semplice, espressioni dirette, puntualità e precisione nelle fasi di combattimento sono il resto dei motivi per cui mi sento di assegnare un punteggio molto alto in questa voce. Ho particolarmente apprezzato i primi post, poi negli ultimi turni il giocatore mostra una flessione nella qualità dei post, forse per l'esaurirsi dell'impeto iniziale o per motivi esterni al duello in se. In generale, però, tutto molto buono.



Strategia: 3.25 + 3.7 + 4 = 10.95: 3 = 3.65
Commenti
Premetto che non sono un grande fan dei campi di forza variabili, ritenendoli una difesa tatticamente valida ma fin troppo semplicistica, perché consente nella stragrande maggioranza dei casi di parare attacchi di qualsiasi entità senza grosse difficoltà. Nella fase offensiva ho apprezzato le azioni combinate di tecniche e attacchi fisici, il giocatore ha esibito una buona interazione delle abilità di elemento sangue con un personaggio portato al corpo a corpo con azioni relativamente semplici ma abbastanza efficaci. La risposta alla tecnica Ground Sekko merita menzione: ad una tecnica di livello Alto piuttosto letale il giocatore reagisce con un medio e riesce a ridurne di moltissimo i danni pur subendola completamente con l'apporto di un consumo Medio di energia, con un'azione bella e valida che gli permette di parare un Alto con un Medio sacrificando un arto, praticamente l'essenza di un'azione di sacrificio.



Nessuna nota di demerito, come di merito. Hai sfruttato un po’ meno l’ambiente rispetto a Xanxus, ma hai impiegato bene le tue abilità, anche se non al meglio – come negli altri scontri. Bello l’uso dell’embolia per salvarti la pellaccia dalla cancrena, ma anche della bomba. Bravo ragazzo.
Anche a te debbo dire che, a tratti, sembrava una gara a chi offendesse meglio e di più l’altro; ripeto… capisco la psicologia e tutto il resto, ma ad un certo punto mi sono demoralizzato pure io…



I piani d’azione attuati nel corso del duello risultano buoni, semplici, ed efficaci; per il resto non c’è molto da dire: si vede che sei esperto e sai come muoverti. Ho apprezzato il ricorso alla tecnica dell’embolo come manovra difensiva contro la disidratazione e il fatto che ti sia saputo dosare le energie per lanciare un critico come gran finale -arricchito di quel tocco di gusto scenico in più.



Sportività: 3 + 3.5 + 3.3 = 9.8: 3 = 3.26
Commenti
A parte una fuga un po’ sospetta dalla tecnica Desert Cerimony durante il secondo turno attivo, e una sorta di minimizzazione dei danni (nei primi due turni) non ci sono infrazioni rilevanti. Comportamento pulito e nella norma.



Sul finire del quarto turno attivo il raggiungimento della soglia critica di energia residua -10%- viene interpretato come una perdita di forze e non dei sensi dal giocatore. Dopo un'attenta riflessione e dopo aver dato il peso che merita all'ultima parte del suddetto post non ritengo questa decisione passibile di penalizzazione, in virtù del fatto che le do valenza totalmente scenica confidando nel fatto che avrebbe subito correttamente l'attacco successivo nell'ipotetico quinto turno attivo -inesistente causa tempo. Consiglio maggiore cautela nell'esibizione di questi "espedienti teatrali", personalmente tendo ad accontentarmi di un'interpretazione dello stato fisico del personaggio e non richiedo maggiore precisione, tuttavia non dubito che vista da un punto di vista più rigido si poteva anche penalizzare di un buon venticinque centesimi.



Come per Xanxus’, anche con te non ci siamo stati molto, sebbene verso la fine ti sia ripreso più che degnamente; mi sto riferendo in particolare al momento nel quale hai schivato i proiettili di Xanxus: sebbene tu non sia dotato di sensi sovrasviluppati (al contrario di quel che accade per il tuo contendente), ti sei accorto – in un modo che mi è parso tirato per i capelli, in tutta onestà – che due di essi ti stessero aggirando, nonostante questi fossero resi più rapidi (con un bonus in velocità del 50%, stando alle abilità del pistolero) dall’affinità del tuo avversario con la sabbia. Mi è sembrato poco sportivo, ma soprattutto poco corretto.
Tuttavia, come già detto, hai avuto ampio modo di riprenderti e dimostrare il contrario, premiando anzitutto lo spettacolo… buon sangue non mente, eh?



Puntualità: 5





Andre03

image

Hyena
#12
Verdetto

Con una media-punteggio globale del 3.9675/5 contro 3.6075/5
dichiaro Andre03 vincitore dello scontro;
a lui la possibilità di concludere in-GDR il duello.

Conformemente alla delibera sottoscritta ad inizio torneo
sono proibite le scene di omicidio, mutilazione e furto.
Xanxus’
image

Xanxus
The Gunslinger



 
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Andre_03
view post Posted on 9/3/2010, 18:03




Aveva una gran sete.
Fu questo, forse, a svegliarlo: un desiderio irrefrenabile di far scorrere sulle labbra della fresca, dissetante acqua naturale. Così si mise a sedere quasi di soprassalto, sul letto d'ospedale -o presunta clinica- che ormai gli stava diventando più familiare dell'alloggio stesso cui era stato assegnato.
Alla sua sinistra, un provvidenziale bicchiere d'acqua cristallina -invitante come non mai- era poggiato sul comodino dalle tinte anonime. Lo afferrò senza fare troppi complimenti e se lo portò alle labbra; più bello ancora che sentire il liquido scendere lungo la gola fu lasciarlo libero di accarezzare la bocca, la lingua, il palato. Estasi. Si sentì come uscito da un lungo tunnel di dolore e astinenza.
Solo allora si rese conto di essere effettivamente ridotto -di nuovo- a uno straccio e vivo per miracolo. Glielo fecero capire i fori di proiettile nuovi, freschi di ricucitura. Il braccio destro completamente fasciato e privo di sensibilità, al quale erano attaccate poco rassicuranti flebo. La dolorosa emicrania dovuta al brusco risveglio gli impose di rimettersi sdraiato, e lui obbedì.
Fu lì, con gli occhi fissi sul soffitto -ancora- intonso, che ringraziò una non precisata entità per averlo trascinato fuori dall'arena. Quello scontro col cowboy gli aveva fatto venire i nervi a fior di pelle; lo aveva deluso. Si aspettava di poter fronteggiare qualsiasi nemico senza la benché minima difficoltà, e invece aveva sbattuto il muso contro un ostacolo dopo l'altro. A giudicare dai risultati dovette ammettere che sì, era parecchio arrugginito. La prigione lo aveva cambiato, in qualche modo. Due avversari su tre erano stati capaci di spedirlo in terapia intensiva, mentre il terzo non aveva semplicemente opposto resistenza.
La verità, amara, era che quel fottuto torneo stava portando alla luce le prove di quanto il Terzo aveva paventato: Dodici si era rammollito. Da grande assassino temuto perfino dai suoi pari -e superiori- in grado, stava scivolando verso quello che, con ironia, si era sempre autodefinito: un perdente.
Batté forte il pugno sinistro sul letto, stringendo le dita l'una all'altra con tale forza da sanguinare. Una macchia rossastra si allargò in corrispondenza della mano, sporcando il lenzuolo bianco di un colore estraneo, brutto a vedersi. Ma vero, vivo.

«Merda.»

Imprecò sottovoce, chiudendo gli occhi
e lasciandosi andare nel mondo dei sogni.



SPOILER (click to view)
Innanzitutto, ci tengo a scusarmi.
-Con Ace (chiamarti "mio avversario" suonava impersonale da far schifo XD) per primo, perché non sono stato in grado di offrirgli quel divertimento che avrei voluto e che avevo preventivato; perché, vuoi il periodo di merda un po' per entrambi, mi sono lasciato andare ad espressioni che -pur non volendo essere offensive nei suoi confronti- hanno appesantito il clima di gioco. Spero sinceramente che comunque avremo l'opportunità di rifarci in altre occasioni. Io, te e uno spargimento di sangue coi controcoglioni. :zxc:
-Con chi avesse letto questo duello, perché sono sicuro che entrambi possiamo offrire di più sia in termini di spettacolo che di divertimento reciproco. Perché, diciamocelo -bando alle ipocrisie- io mi sono divertito solo a tratti, non so Ace e gli altri eventuali lettori. Non per demeriti dell'avversario, quanto miei nel trovare motivazioni di risposta. Ripeto: era solo un periodaccio, però la verità è questa. Nasconderla per buon costume mi sembra idiota.

In ultimo vorrei lasciare un appunto ai giudici. Polemico, forse, ma lo intendo più come una critica costruttiva a chi avrebbe dovuto criticare costruttivamente me, e invece non l'ha fatto del tutto.
Suggerire di non rinunciare a una scrittura poco chiara in favore di fantomatici specchietti riassuntivi di dubbia utilità, e farlo in una valutazione dei quarti di finale di un torneo che, nel nostro piccolo, è un grande evento...mi sembra di una superficialità disarmante e di cattivo gusto.
Mi impegnerò, come ho sempre fatto, a migliorare e a far tesoro dei consigli anche in questo caso; tuttavia preferisco senza ombra di dubbio dirottare il mio stile di scrittura verso una più modesta elementarità piuttosto che perdermi in fronzoli e poi dover spiegare tutti quei begli orpelli in un tristissimo SPOILER a fine post.
 
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11 replies since 27/1/2010, 21:01   888 views
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