Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Another Mad Tea Party, Quarti di Finale

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- Madhatter -
view post Posted on 30/1/2010, 18:23




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Miss Lucy had some leeches
Her leeches liked to suck
And when they drank up all her blood
She didn't give a
Funny when the doctors
Had locked her in her cell
Miss Lucy screamed all night that they
Should go to bloody
Hello to the surgeon
With scalpel old and blunt
He'll tie you to the table
Then he'll mutilate your
Come it's nearly teatime
The lunatics arrive
The keepers bleed them all until
There's no one left a
Lively little rodents
Are eaten up by cats
We're subject to experiments
Like laboratory
Rats I've dropped a teacup
How easily they break
I'm on my hands and knees until
I pay for my mis -
Take off all your clothing
We've only just begun
We have no anesthesia
It's eighteen forty
One thing we should tell you
Before you try again
The tests are all invented by
A lot of filthy
Mentally hysteric
She's failed the exam
Don't bother telling Lucy for
She doesn't give a
Damn that nitrous oxide
For when you can't excape
They say the surgeons oft commit
A murder or a
Razor-blades are rusty
And not a lot of fun
So when they try to amputate
Your legs you'd better
Run and fetch the chemist
A patient's feeling sad
She's been in chains for ages
And she isn't even
Madness is a nuisance
And no one is immune
Your sister, mum or daughter
May become a raving
Lunatics are dangerous
And doctors are obeyed
They also go together just
Like toast and marma -
Ladies are like children
With brains the size of squirrels
Lets give clitoridectomies
To all the little
Girls are helpless treasures
That daddies must protect
So lie upon the table
For the doctors to in-
Speculums are super
And stirrups all the rage
So spread a lady's legs then put her
Back into her
Cage of naked crazies
The surgeon's here to bleed
The doctors all are learned men
And some can even
Reading can be risky
For women on the verge
It only did us worlds of good
To poison, leech and
Purging is a penance
Phlebotomy's a chore
No need to sterilize the tools
We never did be-
Fore the night is over
Before you go to bed
They'll take a hammer and a nail
And jam it in your
Headstones in the courtyard
And statues in the park
Are not for the insane
Just leave them rotting in the
D A R K
Dark! Dark! Dark! Dark! Dark!

image


Le siepi rase e curate di rose dipinte fiancheggiano il sentiero dorato di ciottoli e terra battuta, ricavando un corridoio naturale simile a quello di un labirinto, che si protrae per circa una decina di metri; giunti alla fine della stradina ci si ritrova in un'ampia radura, sormontata da una colossale cupola naturale.
Qui, alberi imponenti svettano verso il cielo terso, disposti in cerchio lungo tutto il perimetro, perfettamente in riga, come soldati in parata all'ingresso di un palazzo, e loro chiome ricche e rigogliose si uniscono, creando un intreccio così magnifico da apparire opera di mano divina.
I raggi dorati del sole filtrano appena sullo spiazzato sottostante, racchiuso nel verde come in uno scrigno, permeando l'aria di una serena penombra che, intrecciandosi agli aromi intensi e ai profumi dolciastri delle piante e dei fiori, provocando effetti rilassanti, inducendo all'ignavia e alle mollezze della vita sul prato verde ed erboso.

Il lunghissimo e ligneo tavolo da pranzo, sistemato al centro della piccola valle, è apparecchiato almeno per quaranta invitati, coperto dalla tovaglia bianca -bordata di pizzo- e ingombro di set di ceramica preziosa ed elegante, e dai tovaglioli di raffinata seta, ancora piacevolmente odorosi poiché lavati di fresco.
Piattini, tazze, teiere, zuccheriere e lattiere della porcellana più pregiata: i numerosi pezzi del servizio da Thè sono decorati in maniera differenziata, ma simile tra loro, variando talvolta i toni dei colori o le forme astratte del motivo decorativo; cestini di vimini pieni di biscotti, e splendidi e colorati canestri di frutta, fanno mostra di loro ogni quattro posti, sposandosi armoniosamente e con gusto al resto dei suppellettili, facendo risaltare il paniere al centro della tavola, ennesima creazione dell'arte perversa della Regina di Cuori: un meraviglioso canestro d'argento dagli elaborati intarsi, sormontato da mele scarlatte grandi come la testa di un bambino, con gli occhi sbarrati di un bambino, i lineamenti tipicamente infantili e le piccole labbra spalancate in un muto urlo di eterno terrore...


Il posto -insomma-, per quanti sono già stati avventori e commensali, è quello di sempre...
quell’anfratto onirico, sospeso nel tempo e intagliato nella sua personale dimensione, dove già in passato sono stati ricevuti ospiti illustri, arrivati per assistere al festino di sangue che si consuma con disinvoltura in arena, sotto i loro occhi assassini di semplici spettatori curiosi.

Le poltrone, poste attorno al tavolo per rendere il più confortevole possibile la permanenza degli ospiti, sono dotate di un altissimo schienale squadrato e da morbide e sfarzose imbottiture foderate di velluto scarlatto, ma stavolta, il Cappellaio con la maschera di Pierrot non occupa il suo seggio ad uno dei due capi della tavola: il posto alla testa del convivio è destinato ad un altro in questa occasione; l’alto scranno di pietra è riservato al Re dei Toryu.

E mentre poco più in là due bambine così simili da sembrare gemelle -una con nell’occhio una rosa bianca che le sboccia dall’orbita destra, l’altra con il sinistro sigillato da una benda decorata con una rosa violacea- intonano una filastrocca noir scandendo il ritmo battendo le piccole mani bianche l’una contro quelle dell’altra, la figura nerovestita del pagliaccio dal volto efebico sembra particolarmente assorbita dagli ultimi preparativi.


« ...quindi, quando arriva qualcuno, tu fai un bell’inchino e gli dici “Benvenuto Signore” - o signorina, nel caso si tratti di una fanciulla; no, non signora, potrebbero offendersi- “alla festa da thé riservata alla celebrazione dei campioni interplanari che prendono parte al Warrior Day”... capito? »

Il viso bello e nobile -coperto da fregi di trucco nero su un fondo di bianco cerone- su cui è calato lo strano cappello di turno, è tutto rivolto alla bimba albina abbigliata con un grazioso abitino con grembiule, la cui codina bianca si agita inquieta oltre le sue spalle, e le cui orecchiucce da gattino si abbassano afflitte, riflettendo il sentimento disperato che brilla negli occhi della piccola Chimera

« Ora prova tu, Miaka: ripetimi il saluto...! »

« Ben... Benve... Kyuuu... »

Un sospiro scoraggiato evade le labbra nere del Pierrot, prima di congedare la piccola con un cenno della mano ed un
“Non importa; ricordati l’inchino”.
Le iridi azzurre del Cappellaio percorrono ora il tavolo in tutta la sua lunghezza, superando il canestro metallico -adorno di teste, dita e altri arti disposti secondo una concezione depravata e malata dell'arte-, scivolando morbidi come il velluto sui quattro scudi di Cristallo, che riflettono come schermi le arene designate ad ospitare gli incontri del turno -ancora vuote-, per poi appuntarsi sul lungo corridoio verdeggiante che costituisce l’ingresso.


« Dove saranno tutti quanti...? E’ quasi l’ora del thè... »
 
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view post Posted on 30/1/2010, 21:08
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« Déjà vu »

Persino quando invitato, il monarca non mancava mai di mostrare supponenza.


Si presentò altero alle figure che lo attendevano nella sala, tra le quali riconobbe non solo Kirakisho - a cui peraltro rivolse un sorriso tanto gentile dal sorprendersi lui stesso di essere capace di simili bontà - ma anche il Cappellaio, quello con la "C" maiuscola, alla cui presenza si era dovuto necessariamente abituare, e la piccola chimera/gatto alle sue spalle - eh sì, benché l'avesse vista una volta sola, è difficile vincere la memoria del Re.
Raggiunse velocemente lo scranno dedicatogli a capotavola elargendo sorrisi e saluti di circostanza agli invitati, malcelando un forte disgusto innanzi a tanta ostentata mondanità.
Portava gli stessi abiti da cerimonia che aveva indossato al ballo e questi ancora lo tiravano con fatica, costringendolo ad un andamento dritto e impettito che poco si confaceva al nervoso tremolio delle sue labbra e dei suoi occhi, che saettavano per la sala alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa, alla quale potersi appoggiare.

Seduto all'altro capo della tavola, lontano dagli altri invitati, li studiava con signorilità, la veste nera alzata fin sul capo.
Con dita gelide strinse a se una piccola teiera, e lasciò che l'altra mano sibilasse strisciante verso una tazza lì accanto, alzandola al suo volto.
La riempì solo fino a metà, deciso a concludere l'opera con un poco di latte tiepido. Non sia mai che la lingua del Re debba rischiare di scottarsi.
Nonostante non sapesse per quale ragione si trovava in quel luogo e in quell'istante, non Sembrava particolarmente turbato dal susseguirsi degli avvenimenti. Anche se Gli erano capitate situazioni peggiori, come quando s'era svegliato privo di tutti i suoi poteri all'interno di una scatola... Bei tempi, quelli.
Rigirò la tazza nelle mani con noia, senza prestargli realmente attenzione. Il suo sguardo era stato inevitabilmente catturato dalla figura del cappellaio matto, all'altro capo della sala.
Trucco, signorilità... probabilmente una punta di pazzia a legarne i sogni e i desideri. Il tipo di persona che per Ray era impossibile ignorare.


Già lo conosceva. Già l'aveva studiato.
Anzi, ormai il Cappellaio era di stanza all'interno del bianco maniero, in occasione del Warrior Day, e s'era persino abituato a vederlo saltellare per casa intento ad organizzare i suoi eventi di portata planare.
Si chiese per un lungo istante se quella grave sensazione di Déjà vu che stava provando fosse in parte dovuta a lui. Gli pareva quasi d'aver già vissuto quella situazione, ma i ricordi erano appena accennati, come se appartenessero ad un'altra vita, o ad un sogno.

Con accuratezza meticolosa, versò cinque cucchiai di zucchero all'interno del suo thè. Troppi per poter essere apprezzati persino da un amante dei dolci come lui; tant'é che, quando lo sentì scivolare lungo la gola, sul suo volto si disegnò una malcelata smorfia di disgusto.


« Bah. »

Come di consueto quando ci si trova in simili situazioni, comunque, persino la mente del Re era turbata da un unico pensiero, tutt'altro che Regale.
Che diavolo ci faceva, lui, lì?


Allungando lo sguardo sullo schermo che proiettava lo scontro che gli interessava, si spinse a combattere quel fortissimo déjà vu, e a ricordare perché era presenziato fin lì.
Era incazzato come una iena.
o meglio
Era incazzato con una Iena
e magari l'avrebbe vista morire.
 
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Miaka'
view post Posted on 31/1/2010, 08:15




« Hau~... »
Sospirò sconsolata, distratta ancora dalla canzone che le due bimbe stavano intonando poco più in là.
Sotto l'ampia gonna da cameriera nera e bianca, la codina diafana si mosse appena, soffocata dall'abito. Miaka tirò un po' il vestito, a disagio, per poi rimettere fuori posto per l'ennesima volta il cerchietto nero che le incorniciava i capelli color cenere, che però immediatamente le venne risistemato.
CITAZIONE

« ...quindi, quando arriva qualcuno, tu fai un bell’inchino e gli dici “Benvenuto Signore” - o signorina, nel caso si tratti di una fanciulla; no, non signora, potrebbero offendersi- “alla festa da thé riservata alla celebrazione dei campioni interplanari che prendono parte al Warrior Day”... capito? »


Le iridi rosse della piccola chimera si mossero rapide a destra ed a sinistra. Miaka strinse le manine sul grembiule, come se vi si aggrappasse con tutte le sue forze per non sprofondare sotto terra. Lentamente, abbassò le orecchie da gatta e lo sguardo, con un sospiro sconsolato.
Non aveva capito.
CITAZIONE

« Ora prova tu, Miaka: ripetimi il saluto...! »


« Ben... Benve... Kyuuu... »
Non era facile ricordarsi tutta quella formula, che sembrava tanto un rito magico. E poi a lei sarebbe piaciuto di più provare a ricordarsi la filastrocca che stavano cantando le due bimbe poco più in là, e infatti il suo sguardo si distrasse di nuovo verso di loro, mentre il cappellaio le diceva qualcosa in proposito delle signorine. Miaka si riscosse verso la fine delle raccomandazioni e rispose con un cenno deciso del capo, per poi alzare gli occhi in alto a sinistra, meditando, provando a ricordare mentalmente che cosa doveva fare.
Si fermò un attimo.
L'aveva dimenticato.
Si guardò intorno.
In effetti non ricordava nemmeno dove fosse e com'era arrivata lì...

Evitò di pensare (troppo complicato!), dunque zampettò verso un lato della grande tavola, avvicinandosi all'unica figura che fino a quel momento era arrivata per l'ora del thé. Giunta a qualche metro, fece quanto le era stato insegnato tanto tempo prima dalla padroncina, dunque mise le manine sulla gonna, poi si piegò leggermente in avanti con un sorriso dipinto sul visetto infantile, infine ripeté la formula che le aveva raccomandato il cappellaio poc'anzi.

« Benv... Ben... Benvenuta, signorina... »
Fatto ciò, si voltò e tornò dal pagliaccio, tirando lui una manica per attirare la sua attenzione ed alzando lo sguardo per chiedere la sua approvazione.
« Posso avere i dolci, adesso? »
 
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view post Posted on 31/1/2010, 12:25
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Like a paper airplane


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Love and scandal
are the best sweeteners
of tea.



Un the, l’avevano invitata a un the.
Sorrise, un sorriso un po’ sghembo. Si era preparata a lungo per quell’evento, supponendo che tutti i giocatori, perdenti o meno, sarebbero convenuti. Lei non era più nella gloriosa schiera di chi avrebbe dovuto combattere con cappa e spada. Ma poteva innescare altre battaglie, al di sopra degli orli candidi delle tazzine.
Aveva scelto un abbigliamento a suo parere sufficientemente discreto da attirare l’attenzione. Semplicemente un lungo abito rosso a coprirla e i propri capelli sciolti sulle spalle, come lunghi drappi in contrasto con il resto del colore. Nei suoi occhi brillava una luce famelica, libera da ogni paura di incontrare possibili avversari.
Aveva perso la battaglia, ma poteva condurre quella sera la propria personale partita di scacchi, forse perfino vincerla. In realtà sperava di incontrare di nuovo gli stessi compagni della notte al ballo, di poter dialogare, approfondire la conoscenza. Approfondire.
Un sorriso le affiorò nuovamente.


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Chissà se li avrebbe riconosciuti, senza maschera, o se loro avrebbero riconosciuto lei. Si infilò una mano tra i capelli, giocherellando con le ciocche rosse. Avrebbero bevuto the, chiacchierato all’ombra dei tavoli, finto di non desiderare, di non voler sopravvivere, di non essere rimasti scottati dalla sconfitta.
E ci sarebbero stati re e schiavi, guerrieri e soldati. Se al ballo si erano potuti nascondere, ora nulla avrebbe celato la loro identità, i gradini che li dividevano. Sarebbe stato buffo vederli alle prese con i propri limiti, con la voglia di liberarsene.
Quando arrivò due strane fanciulle stavano cantando una filastrocca. Inclinò la testa di lato, cercando di decifrare le parole. Non le pareva una canzone per bambini, eppure i loro gesti avevano il potere di straniarla. Le era già capitato, oh sì, nell’ultimo scontro. Dove c’era un tavolo come quello.
Strano come le cose potessero ripetersi in così breve tempo.
E non era sola, il Re suo Sovrano era già giunto. Rimase in silenzio, attendendo le dicessero dove e se potesse sedersi. Se lei, danzatrice, serva di quel regno, potesse mescolarsi a tutti gli altri commensali come se niente fosse.
Avrebbe atteso. Perché prima o poi sarebbe successo qualcosa. Di questo era certa.


 
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- Madhatter -
view post Posted on 1/2/2010, 13:26




Si era distratto appena un momento, giusto il tempo di lanciare un’occhiata all’ingresso di quel cortile alberato per verificare una volta di più che ci fossero ospiti in arrivo... ma quando tornò a volgersi verso l’aiuto-cameriera appena istruita, un vago senso di agitazione lo colse non trovandola più a tiro dello sguardo delle iridi cerulee.
La perplessità virò presto alla preoccupazione quando vide la chimera bianca ormai all’altezza dello scranno di sua Maestà Ray, e quel vago nervosismo degradò in un gelido senso di apprensione quando il suo udito captò le parole uscite dalla bocca della bambina.


CITAZIONE (Miaka' @ 31/1/2010, 08:15)
« Benv... Ben... Benvenuta, signorina... »

Trasalendo, il Cappellaio dette in un piccolo gemito soffocato che -in un’alchimia perfetta- creava un connubio che fondeva frustrazione per quella mancanza di garbo (che pure aveva avuto intenzione di scongiurare cercando di inculcare nella testa di quella creaturina un po’ d’educazione), seccatura all’idea di dover spiegare alla Principessa che fine avesse fatto il suo gatto (e non sarebbe stato bello, a prescindere da quale delle due avesse dovuto affrontare), e soprattutto sollievo quando la vide voltarsi e allontanarsi indisturbata per fare ritorno da lui.

CITAZIONE (Miaka' @ 31/1/2010, 08:15)
« Posso avere i dolci, adesso? »

Miaka gli tirò piano la manica della giacca, cercando ingenuamente approvazione per la sua dimostrazione d’accoglienza, e fu allora che -con un sorriso tirato finto-gentile- il Cappellaio ripiegò le ginocchia per abbassarsi allo stesso livello della piccina; prima di parlare, allungò un indice affusolato, racchiuso nel guanto bianco, verso la donna dai lunghi capelli neri e abbigliata in rosso che aveva appena fatto la sua comparsa all’ingresso, dove sostava in attesa di essere ricevuta.
Esteticamente, la sua bellezza e il suo portamento la rendevano piuttosto simile alla Sirena che già aveva visitato quel luogo e che Miaka già aveva avuto occasione di conoscere e che -ne era sicuro- la Chimera avrebbe ricordato per associazione di
idee...

« Vedi quella signorina laggiù? E’ una “signora sorella”...! »
insinuò con voce flautata - il mormorio di un demone che è il veleno più dolce del mondo
« ...e che cosa fanno le Signore Sorelle alle feste da thè...? »

Immaginò che, rispetto alla festa precedente, Miaka avrebbe ricordato da sola la risposta -“portano i dolci!”-, così tornò ad alzarsi e, mentre si voltava per allontanarsi, lanciò una semplici istruzioni dietro di sé.

« Va a salutarla, falla accomodare al tavolo, e resta a farle compagnia:
se sarai brava, ti darà tutti i dolci che vuoi. »


Così dicendo, il Cappellaio raggiunse la postazione del sovrano, aggirando lo scranno e affacciandosi alla sua destra, per saggiarne l’umore burbero e ruvido col suo solito sorriso da pagliaccio, dipinto sulle labbra nere come fosse indelebile espressione di una maschera cortese e imperturbabile.

« Oh, Maestà...! Via quel muso lungo... »

Conciliò con voce chioccia il Pierrot, mentre con un gesto esperto -da prestigiatore- stendeva un pregiatissimo tovagliolo ricamato sul coperto davanti a sovrano, coprendo la tazza di thè e il piattino... prima di scoprirli nuovamente tirando via la stoffa con un piccolo scatto del polso, rivelando una grossa fetta king-size di Torta coordinata con il liquido nella tazzina, ora fattosi più denso e più scuro perchè trasmutato in una Cioccolata Calda

« ...non manca poi molto al gran finale. »

Garantì l’istrionico Maestro di Cerimonia, col tono affabulatore con cui un precettore farebbe promesse al suo pupillo per ricompensarlo dell’impegno e dei buoni profitti, mentre una testolina rosa confetto faceva capolino dalla sedia posta subito alla sinistra del Re, mentre la bimba a cui apparteneva si issava con le ginocchia sul sedile, aggrappandosi al bordo del tavolo con i gomiti, rivolgendosi a lui con la familiarità allegra e disinvolta che solo un bambino o un folle potrebbe tenere
accanto ad un simile pericolo.

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« E ci saranno quei bei fiori di luce nel cielo anche questa volta, Nii-san? »
 
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Miaka'
view post Posted on 1/2/2010, 18:10




CITAZIONE

« Vedi quella signorina laggiù? E’ una “signora sorella”...! »


« Oooh... »
Esclamò piano quella piccola manifestazione di sorpresa, tendendo le orecchie da gatta rapita quasi come se le stessero raccontando una fiaba.
Una signora sorella... che bello.
CITAZIONE

« ...e che cosa fanno le Signore Sorelle alle feste da thè...? »


« Mmh... »
Poggiò l'indice sulle labbra, premendovi l'ultima falange mentre ascoltava rapita quelle arcane istruzioni, inclinò appena la testolina di lato facendo viaggiare la sua testolina cercando di risolvere l'enigma. Aveva in mente una risposta, ma non era sicura che fosse quella giusta, era titubante a dirla e temeva che se avesse sbagliato sarebbe stata rimproverata.
Si dondolò appena a destra ed a sinistra facendo ondeggiare con quei gesti i fiocchi del vestitino da cameriera.
CITAZIONE

« Va a salutarla, falla accomodare al tavolo, e resta a farle compagnia:
se sarai brava, ti darà tutti i dolci che vuoi. »


Dolci!
Dimenticò repentinamente tutte le sue curiosità ed evase la domanda della cui risposta non era certa, le vennero in mente i cioccolatini e quindi zampettò via in direzione della Signora Sorella, lasciando da solo il cappellaio.
Raggiunta la donna le tirò piano una manica per far notare la propria presenza, poi una volta ottenuta dovuta attenzione fece due passetti all'indietro sistemando la gonna bianca e nera, poi congiunse le mani sul grembiule e fece un piccolo e grazioso inchino ripetendo a memoria con la vocetta un po' stentata la formula insegnatale dal Cappellaio, come se ripetesse una poesia imparata a scuola.

« “Ben, venuta, signorina. Alla, festa, del, thé. Uhm... Alla festa. Uhm...” »
Per un attimo coprì le labbra con il dito indice, e fece vagare gli occhi sanguigni altrove, poi di scatto concluse.
« Benvenuta signorina. »
E rimase ferma fissando la nuova venuta con un sorriso in volto ed occhi speranzosi, in attesa del suo premio.
 
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Hatta.
view post Posted on 1/2/2010, 19:54




Lo sapeva. Ne era certo.
Il suo esser lì, in quel luogo, in quell'ora, in quella circostanza,
quando avrebbe dovuto essere, ed in effetti era, dillà,
lo faceva sentire estremamente lamer.
Certe cose, però, non necessitano davvero di spiegazioni logiche.
C'erano degli invitati, un tavolo da thè, sedie e persino un monarca: forse che il Cappellaio Matto si trovasse fuori posto? Giammai, nemmai, no di certo, nossignore e vossignoria.
Bè, insomma, la sua missione era ben precisa, questa volta.
Non c'era alcuno spazio per le distrazioni! Nemmeno per le piccole gemelle con i bellissimi fiori sulle iridi fanciullesche! Nemmeno per la Bellissima Bellezza del turno precedente! Neppure per la sua controparte più sexy! Nè per la neko-bimba! Nè... Nè per tutti gli altri.
(Dio che personaggi interessanti)
NO!
Nessuna distrazione.
Con la soundtrack di mission impossible che martellava di basso nella sua testolina folle, Hatta s'infiltrò invisibile in quel sancta sanctorum dove non avrebbe dovuto essere, e dove, a rigor di regolamento pbf, davvero non c'era. Non c'era!

Oh. Il Re!

Gli sfuggì un estemporaneo commento lezioso.
Perchè, in effetti, aveva già intravisto il Re al Ballo, ed egli era proprio l'obiettivo del suo incarico lampo. Gli era venuta un'idea deliziosa! Oh, sì. E forse, forse, forse sì, lui sarebbe riuscito ad ingannare la Regina, o, o, o, ancora meglio... Zitto! Non rivelare l'astuto piano.
S'appressò al nobiluomo, un regnante tutto d'un pezzo, di quelli difficili da prendere a mazzate. Lo si comprendeva pienamente sin dal primo sguardo, e un piccolo brivido corse sull'eroica schiena della Fiaba, come sempre gli accadeva al cospetto di fortissime personalità.

Illustrissimo vaccologo, nonchè insigne monarca.

Esordì, inchinandosi profondamente e levandosi dal capo - come etichetta imponeva! - il vistosissimo cilindro scarlatto. Pregò che, con la testa china, non offrisse una vista invitante del suo collo scoperto, e che Ray non amasse tagliar appendici tanto quanto la Regina.

Voi non perdete mai, vero?
Se ne può dedurre che siete molto potente, potentissimo, sì?
Ditemi di sì.


CITAZIONE
Comparsa lampo! Però mi serve di background. E' colpa di Kora che si aspettava l'ubiquità della nostra Fiaba!

 
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~ D a l y s
view post Posted on 1/2/2010, 21:13





Where there's tea
there's hope.



« Benvenuta signorina. »



Sorrise, chinandosi verso il basso e rivelando con sapiente malizia la scollatura e le curve sensuali che il vestito fasciava. Ora il suo viso era al livello di quello dalla ragazzina che l’aveva accolta con tanta confusionaria deferenza.
Signorina.
Dirlo a lei pareva quasi una battuta, avrebbe perfino potuto cogliere una vaga ironia nell’affermazione, se non fosse stata fatta da quella fanciulla che pareva del tutto estranea agli intrighi della corte. Evidentemente ripeteva una lezione imparata chissà dove, cercando in ogni modo di farsi piacere.
Guardò i suoi occhi rossi, speranzosi, in cui si riflettevano le ombre del suo sguardo. Le strizzò un occhio. Evidentemente la bambina si aspettava qualcosa da lei, credeva di conoscerla. Questo avrebbe spiegato anche la familiarità con cui si era avvicinata. Ma cosa poteva desiderare quella strana creatura?
Cosa poteva desiderare una bambina?
Rimase per un attimo incerta. Era passato tanto, troppo tempo, dall’ultima volta che una bambina le aveva rivolto uno sguardo simile. Allora avrebbe saputo certamente cosa fare, ma adesso la sua mente pareva essere stata trasportata in una stanza impermeabile a qualsiasi pensiero così semplice e innocente. Ora lei era semplicemente avvolta nella tela lasciva del ragno.
Le poggiò una mano sul capo, regalandole una mesta carezza, straordinariamente tenera per essere stata compiuta da lei. Intanto i suoi occhi vagavano attorno, alla ricerca di volti conosciuti.
E lo riconobbe subito. Eccolo, l’uomo con la cravatta rossa che l’aveva battuta, quello che aveva dolcemente accarezzato il suo viso rigato dalle lacrime. E parlava con il Re. Quale buffa scena. Si domandò se il Sovrano Invincibile avrebbe gradito il folle. Forse sarebbe stata un’attrazione interessante per la sua corte.
Istintivamente, senza neppure rendersi ben conto della propria avventatezza, si dimenticò della bambina che l’aveva accolta e si diresse verso il proprio antico avversario. Ora era nel proprio campo ideale, nel bel mezzo di una festa.
Fece scorrere il braccio attorno alla vita dell’omino rosso, stringendosi a lui quasi si fossero già accordati in precedenza. Ascoltò le sue ultime parole, mentre distrattamente gli poggiava il viso su una spalla.
Poi sorrise, invitante.



Oh, sì, potentissimo.
Che siano vacche o arieti, nessuno riesce a vincere le sue difese
”.

image



Si concesse un ammiccamento lieve al proprio interlocutore.
Un brivido le corse per la schiena al ricordo di come lei, tra tutte, fosse stata in particolar modo piegata dalla volontà del proprio Sovrano. Sapeva che già pronunciare quelle parole sarebbe stato un affronto. Ma lei era la Danzatrice, la vaga Ballerina, la spergiura e la provocante guerriera invitata a quella festa. La guerriera che aveva perduto insieme al proprio vincitore.
Era una scena bella, troppo bella per essere evitata.
Socchiuse gli occhi, sorniona.


 
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view post Posted on 1/2/2010, 21:42
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And...bla..Bla..BLA
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O

Permesso? Si può? Disturbo?
Ma cosa dovrei dire, in fondo?



Fermandosi li, ad un passo dallo sporgersi nella radura dove già molti ospiti si affollavano a prender parte alla cerimonia del The, Eitinel parve domandarsi distrattamente cosa ella avrebbe dovuto dire affinchè il suo ingresso assomigliasse più all'accettarsi di un invito piuttosto che ad un imporsi sulla porta, pretendendo che le venisse aperto.

Forse un " Spero di non essere in ritardo?"
Ma in ritardo per cosa?
Pareva non ricordarlo nemmeno lei.



Si passò distratta una mano fra le ciocche argento, così da inalennarne una dietro l'orecchio a punta.
E fu allora che notò la bambina, una bambina che le pareva di conoscere ma che, suo malgrado, mancò di mettere a fuoco nella sua mente.

M..Maka...Forse?...Tentò con poco successo.
Vita dura quella di chi è quasi incapace di ricordare.
O di voler ricordare...a seconda dell'umore.




E fu allora che notò il Re.
Impossibile mancarlo. Sedeva a capotavola. Ed ogni sguardo era puntato su di lui.
Chi infastidendolo.
Chi adulandolo, forse.
O chi rabbonendolo. Come si farebbe con una piccola gioia che si tema poter perdere per sempre.
E allora la si tenti di avvicinare, cauti. Indecisi fra l'essere terrorizzati dalla sua presenza o viceversa dalla sua assenza.

Nemmeno il tempo di pensarlo che Eitinel si accorse di essersi sporta all'indietro.
Solo di un sospiro, appena il baricentro che dall'essere proteso in avanti ora invece retrocedeva istintivamente, come se il suo corpo avesse ancor prima di lei decretato che tutta quella vicinanza non s'aveva proprio da fare.

No, certo che no.


Un conto era ballare in maschera, mischiarsi nella folla e far finta entrambi che lei non fosse semplicemente esistita.
Ma qui. Qui a spartire gli stessi pasticcini e gli stessi zuccherini...e chiedersi " Un pò di latte?"

Da quando in qua in lei albergavano istinti suicidi?



Sorrise incerta, il volto angelico che si aguzzava di un che di beffardo, come ricordandosi di un qualcosa impossibile da identificare ma che riuscì, suo malgrado, a strapparle una nota di divertimento in tutto quell'affiorare di pensieri.
Allora, di nuovo, come se niente prima di quell'istante fosse accaduto, la sua postura si fece nuovamente sciolta, elegante, sicura. Un velo di calma che si prendeva ancora la propria parte di Lei. DI nuovo. E per sempre.
Come l'usuraio che, dopo il gentile prestito, pretenda gli interessi. E magari una somma significativa a gradire.

E da quando in qua lei decideva di comportarsi da Cortigiana quando in realtà era anch'ella, a suo modo, una Regina?



Si mosse appena, lentamente, come una falena che, sebbene attirata dalla Luce, decida di volare nonostante tutto nell'oscurità, e si accostò al Cappellaio che, a sua memoria, le avrebbe certamente offerto una Lanterna con cui rischiarare il proprio cammino.

Non parlò. Sapeva che, come allora, sarebbe stato lui a trovarla. Oppure la bambina che, ancora, le pareva cosa troppo ardua ed impegnativa da ricordare.

Mika...? Si chiese di nuovo, con un sospiro.


O

 
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view post Posted on 1/2/2010, 22:25
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avete rotto
il cazzo
!

fatemi dunque quantomeno il favore di leggervi lo specchietto a fine post
così da capire cos'è successo.


Titolone: così che sia difficile che a qualcuno sfugga il concetto. Il modo migliore per postingdrcentrare l'attenzione è quello di inserire una gran bella parolaccia nel titolo, in modo che tutti capiscano l'aria che tira intorno al Re prima ancora che sia necessario descrivere i suoi movimenti.
Una parolaccia sola, però! Troppe danno la nausea, e vanno sapute giostrare. Una è il numero perfetto Sisi! anche perché il Re sa come offendere senza dover ricorrere a questi mezzucci di serie B.
Vacche.
Scrofe.
etc.

Naturalmente non lo dice. Lui è un uomo di classe (?!?), quindi si limita a constatare quante mattonelle della sua pazienza stanno venendo fatte a pezzi prima che ceda tutta la struttura - decisamente non regolamentata perché sia a norma di terremoti e calamità varie nononono...
E allora PAM! E un "Signorina" va a schiantarsi direttamente sulle fondamenta.
E BOOM! Spunta Kirakisho con del cioccolato - ottima cosa in realtà (Se avesse avuto il tempo di risponderle). Il Re adora sia le bambine che il cioccolato, figuratevi se in coppia!
E CRASH! "Vaccologo" lo colpisce direttamente sotto la nuca provocandogli un forte giramento di testa.
E BANG! Dalys interviene prima ancora che possa rispondere.
E SCATATUNFTLINGTLINGTLINGTLING...

Eitinel
Ho già detto che il Re ha un'ottima memoria?
E che non si è dimenticato di quando la dama gli ha dato del "cameriere"?

Come da titolo (cit.)
Perché ripeterlo è maleducazione.


In realtà, il sovrano reagì con calma innaturale.
Avvenente e soave, si alzò dal suo scranno in un gesto di assoluta voluttuosità, facendo un cenno a Kirakisho perché gli scaldasse il posto in sua assenza. Le avrebbe consegnato anche la sua torta: Non voleva certo che si rovinasse.
Si volse per un istante in direzione di Hatta e concesse lui un gesto d'intesa mentre estraeva la Persona di Loec dalle vesti per poi lasciarsela cadere sul viso, così che lo incorniciasse.

Se sei il Re "che non perde mai" i casi sono tre:
o sei abbastanza potente da non perdere,
o non hai nulla da perdere,
o entrambi i precedenti.
E a volte sei talmente di cattivo umore/vuoto/depresso
che l'unica cosa che ti sembra sensato fare
è tentare di uccidere l'unica donna che hai sempre amato. (Tu, non il Re)
ovviamente.

Il primo attacco fu psionico, come al solito. Dalla sua figura, per tutta la stanza, si dipanò a velocità straordinaria la più profonda, invalicabile e cazzutissima (Ecco, l'ho detto di nuovo) sensazione di terrore che mai era stata percepita su Asgradel.
Il secondo attacco, invece, magico. Il vecchio raggio nero old style scaturì dal dito indice del sovrano in una bordata inquantificabile di energia, rivolto al viso di Eitinel.

« Eitinel, mia Vecchia amica. »

Sperò che si accorgesse della "V" maiuscola.

« La tua presenza, qui, è sgradita. »


image

Qualcuno aveva detto di essere Lamer...?
Lui poteva esserlo molto di più.

SPOILER (click to view)
Energia: 86%
Tecniche e abilità utilizzate: Ingannare le difese: Il ghigno scheletrico. Il tanto malizioso quanto supponente sorriso, la venefica espressione di Persona è solo mera decorazione, o nasconde un altro, grande, potere?
Si dice che il volere di Loec sia supremo e assoluto, impossibile da contrastare se non da un'altra divinità e in grado di piegare persino i più grandi eroi mortali. Tale grandezza deve necessariamente trovare forma anche nel suo adepto, una volta indossata Persona, ed è a questo che servono le articolate sfaccettature del suo volto, le membra contratte in una gioiosa espressione senza fine, supponente e incredibilmente arrogante. A incrementare le capacità psioniche del portatore stesso.
Si può quindi senza dubbio affermare che tutti gli attacchi di questo tipo lanciati dall'indossatore di Persona, e solo quando questa è calata sul suo volto, sono più potenti del normale, o almeno in apparenza. E' infatti tipico di Loec ingannare non solo i suoi avversari, ma anche i suoi stessi servitori.
In termini di gioco, le tecniche offensive psioniche lanciate dal portatore nel momento in cui indossa la maschera, comprese eventuali abilità passive, risultano essere di un livello superiore al normale, ma solo e soltanto contro le tecniche difensive nemiche. Volendo fare un esempio pratico, una volta indossata la maschera, per l'avversario sarà necessario castare tecniche difensive di livello medio per difendersi dagli attacchi psionici di livello basso lanciati da Ray. Ciònonostante, se decidesse di non difendersi, gli attacchi infliggerebbero un danno psichico pari a "Basso" e non "Medio". [Psion]
Sii la mia forza: "Dal momento che l'amore e la paura possono difficilmente coesistere, se dobbiamo scegliere fra uno dei due, è molto più sicuro essere temuti che amati." La paura; l'inganno; le fobie e il terrore: Tale è il dominio del Re che non perde mai. Egli sa che un popolo tenuto sotto il gioco dello spavento sarà sempre cento volte più obbediente di un popolo amato e lasciato libero a pascolare. Egli sa che la paura è il mezzo più sicuro, ovvio e piacevole perché gli venga riconosciuto il comando dai suoi sottoposti. E così l'aura del sovrano è cambiata, lentamente, in tal senso. Chiunque lo veda, lo senta, ne percepisca l'odore o addirittura l'aura, infatti, inizierà a provare una profonda paura incontrollata e inspiegabile: Lo stesso terrore che si prova innanzi ad una porta che da su una stanza completamente buia. La stessa fobia che fa credere che sotto il proprio letto vivano dei mostri terribili, o che il rumore che si è appena sentito siano i passi di uno sconosciuto. La paranoia di chi crede che qualcuno potrebbe eliminarti da un momento all'altro e la consapevolezza che quel "qualcuno" è dentro di Ray, senza che si sappia esattamente cosa sia. Tale potere può anche essere convogliato tramite la propria energia in una tecnica attiva di potenza Variabile, direttamente dipendente dal consumo.
Ingannare le ombre: Ma chi non sa che le risate e gli scherni si nascondono nelle ombre? Trovano agio nelle tenebre, e fanno dell'oscurità la loro umile dimora? Tramano contro i passanti, disegnando sul terreno creature terribili e orrendi incubi, seguendo le loro vittime fino a casa, dove troveranno sollievo solo accendendo la luce del vialetto. Altro non sono che i figli e le figlie di Loec, i suoi fedeli folletti che, sotto suo ordine, tramano nell'ombra per terrorizzare i mortali, piegarli al volere del loro signore, prendendo forma dal suo stesso potere.
Anche parte di questo potere si riversa all'interno dell'animo dell'adepto, che può trasformare la propria forza in un fedele servo delle tenebre, in grado di difenderlo e sconfiggere i suoi nemici per lui, pur non indossante Persona sul volto, come fosse, e anzi lo è, una sua propria tecnica.
In termini di gioco, il portatore è in grado di dare vita alla propria aura, trasformandola in fasci d'entità magica, composti d'una energia del colore della notte e altrettanto sanguine, non appartenente ad alcun elemento ["Non elementale"].
Questi possono essere creati in svariati modi, a fantasia dell'adepto stesso, per generare raggi, scudi, fasci d'energia e quant'altro, e imprimere in essa tanta energia quanto desidera, facendo di questa tecnica la sua "Forza portante".
Naturalmente la tecnica ha un consumo Variabile, a seconda di quanto si desidera sia forte il fascio d'energia/scudo, generato. [Mage]

In breve: Ray provoca a tutti i presenti nella sala una sensazione di terrore di potenza Critica, dalla quale però ci si può difendere solo con difese psioniche di livello Mortale (o due difese psioniche critiche). In seguito, spara una bordata di energia non-elementale (Anche questa critica) contro Eitinel.


Edited by Ray~ - 1/2/2010, 22:46
 
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- Madhatter -
view post Posted on 2/2/2010, 21:20




Non c’è mai tregua per un organizzatore di tornei interplanari, soprattutto quando si ha l’importante ed ingombrante ambizione di coinvolgere negli eventi mondani così tante fascinose personalità, carismatiche e uniche e nel loro genere, radunando allo stesso tavolo potenti monarchi, angeli e demoni, prescelti e dannati, creature del mito ed eroi delle fiabe...

CITAZIONE (Hatta. @ 1/2/2010, 19:54)

Oh. Il Re! Illustrissimo vaccologo, nonché insigne monarca.


Trattenendo il respiro, il Pierrot sollevò il tiro degli occhi cerulei sulla versione più allegra della stessa fiaba -e per questo, probabilmente, la più autentica e originale- di cui portava il nome, fissandolo con uno sguardo intenso e penetrante, augurandosi che il Re non avesse dato bado all’appellativo che gli aveva usato.

CITAZIONE (Hatta. @ 1/2/2010, 19:54)

Voi non perdete mai, vero? Se ne può dedurre che siete molto potente, potentissimo, sì? Ditemi di sì.


Una domanda neutra tutto sommato -tirò il fiato-; chissà perché, dopo aver seguito le gesta in campo di quell’atleta eccentrico quanto un’artista s’era preoccupato che potesse porre chissà quale domanda strampalata e imbarazzante...
Ed essendo Hatta ancora in lizza come Atleta del Warrior Day, il Satana aveva molto a cuore che la sua incolumità fosse preservata fino al momento di dare spettacolo durante il suo scontro in arena.


CITAZIONE (~ D a l y s @ 1/2/2010, 21:13)

Oh, sì, potentissimo.
Che siano vacche o arieti, nessuno riesce a vincere le sue difese
”.


Una donna -affascinante e piacente- si affiancò al Cappellaio dell’Agenzia X-Down, sorridendo sorniona e rimarcando il concetto già espresso dal suo precedente avversario, al quale ora si stringeva addosso come un’accompagnatrice, con la maliziosa civetteria tipica d’ogni signora che conosca il potere della propria bellezza; in lei riconobbe Dalys, la Geisha Rossa, la Danzatrice dei Toryu, eliminata nel turno precedente, che tuttavia aveva saputo mostrare che la grazia può essere forza,
e la seduzione una tortura fatalmente crudele.
Fissandola per un istante con le insondabili iridi colore del ghiaccio, l’organizzatore le elargì un ambiguo sorriso delle labbra nere, augurandosi -per lei-che il Re potesse sopportare anche quel tentativo di stuzzicarlo e vedere quell’intervento per quel che in fondo era: un omaggio...

Ma presto l’attenzione del Cappellaio Bianco e Nero fu rapita altrove, catturata dall’aureola argentea dei capelli della Signora Elfica, che -appena comparsa alla fine del corridoio di siepi all’ingresso- avanza verso il tavolo con l’incedere dignitoso, elegante e deciso che solo una regina saprebbe tenere, procedendo a testa alta nonostante la consapevolezza di essere su suolo nemico.

Rimarchevole... e divertente. Una donna che trovava senza dubbio interessante star ad osservare.

Sgusciò via dalla sua postazione in piedi al fianco del sovrano, e s’affrettò ad andarle incontro con nell’andatura la velocità e la morbidezza impalpabile con cui le ombre si allungano alla sera, stirate dalla luce sempre più fioca del tramonto; sul viso bianco per il cerone e decorato da un’asimmetrica maschera nera con una lacrima in eterna caduta,
il suo più cordiale sorriso confezionato ad arte.


« Milady Eitinel! Benvenuta...! »

Il Cappellaio fece appena in tempo ad esibirsi in un leggero inchino e a prodigarsi in un perfetto e composto baciamano prima che tutt’intorno -letteralmente- esplodesse la furia del Re.

CITAZIONE (Ray~ @ 1/2/2010, 22:25)

« Eitinel, mia Vecchia amica. La tua presenza, qui, è sgradita. »


Non fu sicuro se il Re avesse parlato prima e attaccato poi, e non viceversa -a senso, propendeva più per la seconda-, ma sebbene trovasse molto suggestivo vedere il monarca dare in escandescenze con la spontaneità e l’immediatezza tipica di un bambino (un bambino con troppo potere) in un attimo il Pierrot seppe subito cosa fare e come farlo.
vantaggi dell'essere un PNG, incarnazione di qualcosa in attività dagli albori del mondo, in borghese per mantenere un low-profile
...anche perché -in fondo- persino lui era stato preso da quell’ondata di paura irrazionale:
paura per la sorte del suo amato set di stoviglie.

Con un gesto rapido e molto cavaliere, il Cappellaio si pose davanti all’Inquisitrice, sfilandosi il cilindro e offrendone la cavità al devastante raggio di energia oscura, che vi penetrò senza apparentemente provocare danni: immediatamente, quando l’emanazione devastatrice della rabbia del Re si fu estinta al suo interno, il pagliaccio dal volto dipinto raddrizzò l’incavo in orizzontale -perché guardasse alla verde volta lontana intrecciata dalle chiome degli alberi- e vi pose davanti la mano guantata di bianco a mo’ di coperchio; un istante dopo -rimossa la copertura- un nutrito nugolo di bellissime farfalle nere si librò all’esterno, disperdendosi e sparpagliandosi nell’aria del giardino.

« Via, Maestà...! »
riprese a parlare, con tono conciliante e condiscendente, sorridendo
« Che figura mi fate fare con la mia Ospite...? »

Con disinvoltura, minimizzando i tempi morti tra idea e azione, il Pierrot mise in atto la sua contromossa: fece un rapido cenno a Kirakisho, eseguì uno schiocco di dita e -voltandosi per affiancarla- prese Eitinel a braccetto e le fece fare dietro-front, per condurla all’altro capo del tavolo -lontana dal Re- al secondo scranno che vi era sorto dal nulla per ospitarla.
Allo stesso tempo, la bambina dai soffici capelli rosa rispose prontamente all’ordine implicito che le era stato impartito:
neutralizzare il
rivoltoso.
E se il rivoltoso in questione è un Re che non perde mai, che incidentalmente è anche il tuo Nii-san che ti piace tanto (♥♪)
c’è principalmente una sola cosa da fare.


« Adesso che hai salutato la tua Vecchia Signora Amica mangiamo la torta, Nii-san? »

...cinguettò Kirakisho con voce teneramente infantile, mentre -alzatasi anche lei in piedi sulla sedia- gli allacciava le braccia al collo, ciondolando i piedini nel vuoto e fissandolo con l’occhio aureo innocentemente pieno di aspettativa.
Mentre, più in là, tutte le zuccheriere, le teiere e le lattiere si scoperchiavano per prosciugare le negatività nell’aria, come a rimarcare le parole del loro padrone...


« Sarà il caso di usare un po’ più di dolcezza... »

Scandì, con il solito sorriso sornione e amabile ad aleggiare sulle labbra nere,
ma non fu affatto chiaro a quale dei suoi interlocutori si riferisse.


SPOILER (click to view)
Poker Face: La “Faccia da Poker” è l’ espressione impenetrabile, di totale distacco, che –per mezzo di uno straordinario dominio delle proprie emozioni- non fa trapelare all’osservatore nessun sentimento particolare, rendendo indecifrabili.

Purezza di Rosa Bianca: L’aspetto dell’infante la rende il ritratto del candore e dell’innocenza, ed è molto difficile per chiunque la guardi non provare impulsivamente affetto o un forte istinto di protezione nei suoi confronti; ne consegue che offrirle il proprio aiuto spontaneamente o proteggerla da eventuali pericoli diventa la prassi più comune per chi le sta intorno: è così carina e dolce, che cercare di regalarle un sorriso è un peso da poco conto, mentre vederla piangente -triste o imbronciata- è intollerabile.
Tuttavia, il risvolto della medaglia risiede nel fatto che la sua straordinaria bellezza tende ad attirare spesso anche attenzioni sgradite, risvegliando perversioni sopite in quei soggetti portatori di turbe mentali latenti che tendono a manifestarsi in forma più o meno violenta e plateale a seconda delle specifiche personalità con cui entra in contatto; naturalmente, persone munite di saldi principi morali, così come quelli che sono dotati di forte volontà o coloro –semplicemente- privi di traumi e devianze non subiscono questa sfumatura negativa, ma… è pur vero che -in tali casi- spesso divenire i paladini e salvatori della piccola diventa una loro grana.
 
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Hatta.
view post Posted on 3/2/2010, 20:56




Neppure s'accorse della fanciulla avvinghiataglisi al braccio.
Certo, il suo bellissimo viso sulla spalla offriva un quadretto veramente tonico e rinfrescante, di quelli che, sì, fan sentire ancora giovani - perchè lui, in fondo, giovane era.
Ma ecco, ma dai! Il Re, il Re, il Re era esploso!!
Come avrebbe potuto prestare attenzione alla pur degnissima d'attenzioni Bellezza (di cui ancora non sapeva il nome)?
Già schiacciato dall'insostenibile peso di quel titolo volgare - e il font contribuiva parecchio, cheddiamine - quell'ondata lo travolse senza possibilità di scampo.
Sbiancò, tremò, rabbrividì, roteò gli occhi, scosse il capo e persino starnutì.
Era fottutamente spaventato!!
E non fu affatto sicuro fosse stata la bordata nera o il cenno d'intesa del fantastico monarca.

UOOOOH!

Sgranò gli occhi, terrorizzato eppur eccitatissimo, nell'esattissima sensazione che provava ogniqualvolta si trovava al cospetto della Regina di Cuori. Ah, questi aristocratici! Trovano sempre il modo di farti sentire uno schifosissimo plebeo.
Con un movimento rapidissimo ed estremamente flashoso, puntò il dito direttamente al viso di Ray, non riuscendo affatto tuttavia a calmare il proprio tremore - se di paura o di gioia, non sapeva dirlo. Ciò che era chiaro, era quanto fosse buffo vedere un fatidico indice incapace di star fermo, in eterna vibrazione con l'intero corpicino sgargiante della Fiaba.
Toh!, pensò. Una lacrimuccia.
Dannati moscerini...

Avevi ragione.
Avevi ragione, Bellissima!! E' potentissimo!!
Ma l'avete visto??


Ritrasse il pericolossissimo dito - un'arma spesso ingiustamente sottovalutata -, preferendo esternare la propria soddisfazione con un applauso tutto speciale e fanciullesco.
Oh, dannazione, dannazione, che paura, che gioia!
Costui era una vera bomba!
Si zittì, inspirando forte, preparandosi alla frase che avrebbe portato a senso compiuto quella straordinaria e fruttuosa missione over-location.
Un, due, tre.

Quindi
voi mi donerete il vostro Cuore!!


Bum, e silenzio.
Silenzio.
Ancora silenzio.
Hatta si guardò attorno un'istante, sul viso un'espressione interrogativa, non riuscendo tuttavia ad interpretare gli altrui sguardi - che, era certo, fossero tutti converti su di lui.
Solo poi comprese, e, se possibile, il suo bel viso imberbe si fece ancor più pallido. Abbassò lo sguardo, assumendo un'aria mortificata, il magone pronto a dirompere in pianto e il mento tremolante dalla tristezza.

Ma... Ma io...
Io non intendevo in quel senso...


Mormorò pianissimo, rivoltò più a sè stesso che a qualcuno dei presenti, prima tra tutti la Stupendosità con cui aveva lottato.
No... Io... Voi... Perchè!
Indice contro indice, Hatta divenne il ritratto dell'incomprensione.
 
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Miaka'
view post Posted on 4/2/2010, 03:13




Aveva dapprima ritratto impercettibilmente il capo a quella carezza, facendo affondare la testolina nelle spalle un po' titubante, per poi risollevarla accorgendosi del gesto tenero, cercando piuttosto il palmo della mano bianca della signora sorella (non era signorina? Le avevano detto che "signora" era da non usarsi, però lei era una signora sorella, e allora... hauuu~, perché è tutto così difficile?). Inaspettatamente e con grande delusione, però, quel contatto era perdurato molto poco, nemmeno il tempo di rendersene conto appieno che quella mano era fuggita via lasciando Miaka da sola. La piccola chimera aveva abbassato le orecchie diafane rimanendone delusa, poi si era avviata mesta sulla scia di quella donna, osservando senza capire l'evolversi degli eventi.

Poi... poi... poi.
Si era un po' persa, invero
Mia è una mente semplice. La sua capacità di comprendere le situazioni è limitata. Si era riscossa solo dopo qualche istante confuso, ritrovandosi come per magia in quel luogo dall'aspetto familiare, ma inesorabilmente alieno. Gli occhietti ora grigi e spenti vagarono per la stanza, fino a soffermarsi sulle spade che aveva impugnato per puro istinto, sfoderandole in risposta ad una minaccia ora non più tale ma che l'aveva allertata. Adesso quel pericolo sembrava passato, infatti guardandosi intorno non vide niente e nessuno in quella sala che potesse anche solo vagamente rappresentare un pericolo per l'harem o per la madre. Dondolò lentamente il capo a destra ed a sinistra ricordandosi una volta tanto che non c'era nessun harem e nessuna madre, e dunque la sua testolina passò alla priorità assoluta, scartata quella primaria e irrazionale indotta dall'istinto. Si affrettò verso il cappellaio tirandosi appresso le spade come se fossero giocattoli, poi una volta giunta al suo scranno guardò prima la lama corta, poi quella più lunga, indecisa su come fare per tirare la manica del demone per richiamarne l'attenzione visto che aveva ambedue le mani occupate. Alla fine si chinò a terra per poggiare la katana ai piedi della sedia, dunque strinse pollice ed indice sulla stoffa nera di quell'unica figura che le risultava familiare, e tirò piano, ma più volte.
Non era importante sapere dove si trovava. A Miaka, in realtà, non interessava nemmeno sapere chi erano quelle strane persone. Una sola cosa le premeva, e sperava tanto che quella persona dal trucco pesante potesse rispondere a quell'unica domanda.

« Scusi... dov'è la padroncina...? »
Forse era il caso che il cappellaio ricominciasse daccapo con le spiegazioni su come dare il benvenuto agli ospiti...

 
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~ D a l y s
view post Posted on 4/2/2010, 12:04





A true warrior, like tea,
shows his strength
in hot water



Avrebbe scommesso qualsiasi cosa sul fatto che il Re si sarebbe molto irritato, in particolare con loro due, forse al punto da tentare di punirli. Ma nulla, proprio nulla, avrebbe mai potuto indurla a prevedere l’arrivo di quella che lui salutò come dama Eitiniel. L’aveva già sentita nominare, sebbene non avesse mai avuto l’onore di incontrarla, e qualcosa le diceva che tra i due non correva buon sangue.
Socchiuse gli occhi. Da cosa poteva essere prodotta l’ira di un sovrano di solito tanto imperturbabile?
Non ebbe il tempo di rispondere, che la ben nota sensazione di paura la invase. Sapeva che doveva provenire da lui, eppure le pareva quanto mai giustificata. Sentiva le gambe cederle lentamente, mentre il suo volto tiepido sbiancava e si svuotava di ogni malizia. Spalancò gli occhi, le labbra secche che invocavano di essere inumidite, e istintivamente strinse tra le proprie il braccio dell’omino rosso, del folle che aveva provocato il Re Invincibile.
Sapeva che qualcuno avrebbe rischiato di lasciarci le penne. Credeva di non temere più la morte, eppure in quel momento, premuta contro quel corpo estraneo, sentì un forte desiderio di piangere, di invocare l’altro perché scappassero via tutti e due. Premette il viso contro la sua manica, inspirando il profumo che emanava dai suoi vestiti.
Ti prego.
Tipregotiprego.
Sentì partire il colpo, quasi uno spostamento dell’aria poco distante. Ora qualcuno avrebbe urlato. Lei, lui, l’altra donna.
Attese.
Ma nulla era successo. Lentamente aprì gli occhi, cercando di riacquistare il contegno perduto. Forse si poteva ancora rimediare, forse avrebbero potuto portarsi a casa la pelle perfino con un pizzico di dignità.
Fece per dire qualcosa, per commentare con ironia la scena, quando lui, sempre l u i, se ne uscì con la gaffe del millennio.




Quindi
voi mi donerete il vostro Cuore!!



In un attimo non ebbe più bisogno di scommettere.
S e p p e con più che adeguata approssimazione che un cuore sarebbe stato estratto vivo dal corpo. Ma non si sarebbe trattato del Cuore Fiabesco o come accidenti quel pazzo lo chiamava. Sarebbe stato il loro, forse quello di entrambi, infilzato come un’oliva su uno spiedino. Non se ne sarebbero pure accorti.
E come se non bastasse, ora l’altro pensava loro avessero frainteso e cercava anche di spiegarsi. Sentì una serie di brividi gelidi risalirle lungo le gambe e stringerle lo stomaco, il petto, la gola. Stava combinando un disastro dietro l’altro. Si trattenne a stento dal chiudergli la bocca con una mano.
Seppe, ancora senza bisogno di sarcastiche scommesse, di dover dire qualcosa prima che succedesse il disastro. Fissò con gli occhi dilatati dal terrore la bambina dai capelli rosati che il Re teneva tra le braccia. Nella sua mente qualcosa si affannava disperato per cercare una soluzione.
Un lampo baluginò tra i suoi pensieri. Era un’occasione che non andava persa.
Vivere o morire.
Quasi come in battaglia.



Questa bambina così affascinante ha già catturato il tuo cuore, amico mio?
E io che pensavo di avere guadagnato con fatica il posto d’onore!



Aveva esagerato il tono e le espressioni, per nascondere il tremito involontario che la scuoteva.
Nessuno, proprio nessuno ci sarebbe cascato. Ma avrebbero potuto fare finta, abbastanza finta da poterli graziare.



Quale signorina fascinosa.
In un colpo cattura l’attenzione di tutti gli uomini presenti
”.



Strizzò un occhio anche alla bambina in rosa.
La Rosa e la bambina con una rosa sull’occhio. Poteva essere la loro salvezza. Forse.
Ma questa volta non ci avrebbe scommesso.

 
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view post Posted on 4/2/2010, 17:12
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And...bla..Bla..BLA
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›› And Then They Kissed

" Notevole " avrebbe voluto dire.
" Divertente " avrebbe tanto agognato esprimere.
" Deludente " avrebbe infine finito col pensare.
Veni-vidi-vici, insomma.
O forse no?


Eitinel avvertì i propri capelli prima gonfiarsi e poi scompigliarsi in milioni di lucenti onde alabastro, come fili di diamante cui un bambino dispettoso avesse appena soffiato attraverso, sfidandoli a librarsi nell’aria come colombe atterrite dall’arrivo del cacciatore.
Solo per un attimo, giusto l’accendersi di una bianca espressione di confusione, di rabbia, di risentimento come creatura rimasta fino ad allora dormiente. E poi essi ricaddero morbidi sulle sue spalle, in un fruscio. Un velo argenteo che andava nuovamente a ricoprire la nivea pelle dell’elfa, ora fredda come ghiaccio, ora morbida come seta. E nonostante tutto, sempre unicamente Lei.
Si sentì sospirare, suo malgrado, un non so ché di rassicurante che la costringeva a sciogliere la propria posa in un muto ansito a labbra strette, le narici che si colmavano di aria e nuovamente se ne svuotavano, con un rapido rabbrividire.

Ad occhio e croce nulla e più di quanto si sarebbe dovuta aspettare.
In fondo.
Di quanto avrebbe dovuto preventivare mentre se ne sbucava nella radura.
Probabilmente.
Prima o poi il grande Leviatano, silente nel proprio quieto riposo verso l’eterno, deve pur aprir gli occhi e notare lo civettare del Mondo attorno a lui.



Socchiuse piano le palpebre, lo stropicciarsi dell’aria innanzi a lei in uno sfavillio di mille e più farfalle d’ombra che colmava quell’attimo in un cui, potendo scorgere il suo viso, Eitinel sapeva che un qualsiasi osservatore avrebbe potuto riconoscervi l’espressione della confusione, del disorientamento. E poi ancora, di nuovo, e come sempre, il Niente. Come l’inesorabile scemare di una tempesta, come le ultime frattaglie di una ben diversa forma di potenza, di un tanto differente sentimento espresso ed ancora presente, ancora percepibile nell’aria come spiro elettrico. Greve.
Impossibile da ignorare la Furia del Re.
Oh, certo che no. Anche dall’altro capo del mondo, se possibile.
Impossibile da soprassedere con una risatina sommessa e una battutina di circostanza.
Oh, di certo non con un senso dell’umorismo come il Suo.
Eitinel poteva ancora sentire su di lei la sbavatura acre di quelle sue parole, di quell’insulto abile a ferire più un infante che una Vecchia amica, come egli l’aveva definita.
E sorrise, ciononostante, come se bastasse quello per scrollarsi di dosso ogni cosa, per dimenticarsi in un solo attimo di essere stata offesa, difesa ed infine salvata senza che ella avesse avuto nemmeno il tempo di accorgersene. Figuriamoci di reagire.

O forse non era stato meglio così?


Parve pensarci un attimo, la Dama, il bel volto che si tendeva nel suo stesso domandarsi che cosa, diamine, egli stesso intendesse esprimere in quell’istante.
Come se fosse stata cosa ardua decidere che sentimento provare ORA.
E stranamente l’elfa si ritrovò a constatare quanto poco le fosse in realtà dispiaciuta quella variante al solito defilé di “ Mi scusi “ e “ Prego, si accomodi” e ancora “ E’ permesso?” e inoltre “ Non disturbo?”.

E che, senza dubbio, il Re aveva reso tutto più divertente.
Ora come allora.
Ora come Allora.

Curioso vero?
Nonostante tutto. Nonostante il Tempo e la volontà ardua di chi tenti in ogni modo e con ogni mezzo di difendersi da esso. Nonostante ci si impegni, ci si provi con anima e corpo. Nonostante se stessi. Nonostante Lei, Eitinel, donna incatenata al proprio ineffabile ed inavvicinabile Presente.
La memoria non dimentica mai se stessa.

In quella, proprio mentre la dolce presa del Cappellaio la conduceva al suo posto, ad Eitinel venne in mente una frase che un giorno le era capitato di leggere, incisa su una lapide.

› › QUALCOSA IN ME RICORDA, E NON VUOL DIMENTICARE ‹ ‹


E di nuovo le sue labbra si tesero nella disinvolta insulsaggine di un sorriso. Nella sciupata consistenza di una ammissione tardiva a giungere, indecisa sul mostrarsi.
Com’era?
Un degno ricordo ne rievoca un altro. Ed allo stesso modo una grande delusione ne richiama una medesima, eguale.
Ma cosa di lei, effettivamente, non era riuscita a dimenticarsi di Ray?
Cosa aveva agito in sua vece affinché quel volto affilato, quella voce leziosa non le risultassero ORA del tutto nuovi, del tutto sconosciuti? E che quel gesto, quel suo modo arrogante e puerile di agire come un bambino che, trovandosi fra le mani il Mondo, non trovasse altro da fare se non distruggerlo, non destassero in lei sorpresa o sbigottimento?

Prese un sorso d’aria, e con un gesto vi accompagnò un ansito di Thè che offrì al cappellaio, come a volerlo ringraziare del gesto compiuto in suo favore.


Ora Mi ricordo di Lei, Sire”

cominciò quindi a dire, semplicemente, come se fra il suo arrivo e il suo essersi seduta al tavolo degli invitati non fosse trascorso nulla più che un istante

“ Allora la chiamai Cameriere, se non erro”

aggiunse lentamente con vacua sicurezza, come se ella stessa fosse indecisa sulle proprie parole. Sulla loro veridicità.

“ Mi chiedo cosa sia effettivamente cambiato da quel giorno.”

Lo studiò un secondo, conscia di come il suo volto esprimesse il medesimo interesse della prima volta, la stessa accortezza, lo stesso distacco e disprezzo. Solo per un attimo il suo sguardo cadde sulla bambina in rosa. Le sorrise con naturalezza, come se non sapesse che entrambe si trovavano in un posizione rischiosa, precaria.
Poi, con un mezzo sorriso, posò sul tavolo la tazza che aveva precedentemente offerto al Cappellaio, e ne prese una per sé.

“ Forse, l’unica cosa che oggi ci manca è davvero il bicchiere. Non crede? ”



SPOILER (click to view)
Energia: 86%
┐Nel contraddirsi del pensiero... X 2
╗Eitinel potrà liberarsi da qualsiasi illusione spendendo un consumo variabile. Ciò sarà possibile grazie alla sua profonda convinzione di possedere il pieno e totale controllo del mondo che la circonda e che, come tale, può venire da lei stessa manipolato a suo piacimento se, cause incomprensibili, finisca per rivoltarlesi contro. Già di per sè conseguenza di una tale supponenza, la possessione di questa abilità donerà ad Eitinel una sorta di calma serafica nell'affrontare qualsiasi allucinazione dalla quale potrà, senza sforzo, ribellarsi.╔
 
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32 replies since 30/1/2010, 18:23   1255 views
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