Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Joey Vs. Vràstax Victoriàn, L'abiezione ~ Riscaldamento

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view post Posted on 15/2/2010, 16:37
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Nuovamente, un antro chiuso.
Squadrato, questa volta. E tanto latteo e pulito da ferire la vista al primo impatto.
La camera spoglia di un laboratorio - o forse di un ospedale? - accoglie i due partecipanti all'esperimento del Re che non perde mai. Un quadrato piastrellato del raggio di una trentina di metri, con un soffitto abbastanza lontano perché nessuno - nemmeno il più alto - possa pensare di raggiungerlo e toccarlo saltando. Al centro di quest'ultimo pende uno stanco lampadario che - sibilando in maniera intermittente - illumina la stanza lasciandone gli angoli nella penombra.
Lungo le pareti sono dipinte macchie di ciò che a prima vista potrebbe rivelarsi sangue, ma che ad un esame più approfondito potrebbe rivelarsi come una sostanza più simile al fango che all'emoglobina.
Poggiato ad una parete, Chevalier squadra attento i due contendenti.
Sul lato opposto, invece, si apre un vetro oltre il quale il Re che non perde mai si gode lo spettacolo stravaccato lungo un sofà di tessuto rosso.

« Benvenuti. »

Incalza le vibrazioni della lampada, prendendone il posto.

« Per metterla giù in breve, solo chi di voi riuscirà a vincere abbastanza scontri potrà aggiudicarsi il premio. »

Sorride, alla prospettiva dell'assegnazione di tale compenso.

« Ora scannatevi. »


CITAZIONE
Joey Vs. Vràstax Victoriàn

Verde Vs. Verde
D Vs. D
Primo post: Joey
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A quattro giorni dalla risposta dell'avversario, sconfitta a tavolino.
Premi: 150G Per il perdente, 500G per il vincitore.
Arena: Una stanza medica piastrellata di bianco e spoglia con 30m di raggio, completamente vuota se non per il Golem di Ray - Charles-Etienne Chevalier - in un angolo e il sovrano stesso al di la di un vetro da dove assiste allo scontro.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate il bando, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale, più una piccola aggiunta: chiunque dovesse attaccare Ray o Chevalier perderebbe immediatamente il duello e mi costringerebbe a intervenire con un'azione da QM.
Background: I vostri personaggi sono stati invitati a partecipare a "L'abiezione" che gli è stata presentata come un normalissimo torneo. In seguito, dopo essere stati accettati, è stata consegnata loro una biglia da spezzare (la descrizione di tale biglia sarà a vostro piacimento). Dopo averla spezzata, i personaggi semplicemente si materializzeranno all'interno dell'arena e potranno assistere al discorso di Ray.

 
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view post Posted on 18/2/2010, 16:42
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Esempio
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Tutto ha un inizio, tutto ha una fine. I cicli si ripetono, le notti passano, la carne invecchia. Metodicità, parsimonia, volontà; è questa la chiave. La storia, si sa, viene scritta dai più audaci, dall’irrazionalità di alcune menti in grado di oltrepassare il limite, di toccare il cielo. Ma il trampolino di lancio che permette a queste personalità di emergere è costituito da alcune figure che spesso sono in ombra. Regolatori, uomini di chiesa e preti che giostrano le masse. La mente umana è così facilmente guidabile che anche in assenza del leader che ha spianato la strada, le persone ripongano tutta la loro fiducia all’interno degli organi che si sono venuti a creare successivamente. Casti in un primo periodo, corrotti dal proseguire dei giorni, le varie diocesi giostrano le proprie intenzioni muovendo come burattini le persone secondo quella che definiscono “la parola di Dio”. Ma i cicli si ripetono, i trascinatori, i veri promulgatori riemergono nuovamente dal nulla sconvolgendo l’ordine che si era creato in quegli anni. Maschere, violenza e sangue; storie che conoscete bene. Il suo nome risuonava in lungo e in largo, rimbombando nelle forti mura delle chiese. Joey l’eretico, non Joey il salvatore. Gli appellativi spesso precedono di miglia l’avvento delle persone, creando all’interno dell’opinione collettiva quell’immagine di un mostro proveniente dal fuoco. Ma in realtà era tutto tranne che questo. Il giovane dai lunghi capelli corvini era risorto dalla quotidianità con un preciso scopo: far ridondare il messaggio divino con nuovi criteri. Le false ipocrisie, i doppi volti dovevano essere aboliti, sostituiti da una spontaneità che creava problemi ai gerarchi più intransigenti. Il mondo aveva le sue regole e nessuno avrebbe potuto scardinarle senza nemmeno un consenso. Un approvazione che non tardò ad essere richiesta.

Borgo del Re che non perde mai, centro della sua fede. Le strade abbondavano di persone che svolgevano i loro compiti su e giù per tutta la città. Dall’alto, quel flusso di persone assomigliava ad un fiume in piena che solca il proprio letto alla ricerca di uno sbocco. La sua vista si faceva sempre più dettagliata avvicinandosi a quello che era stato il suo luogo di partenza, il suo natale. Il suo passo diveniva sempre più epico accompagnato dal cinguettio che tanto gli dava fastidio, troppa merda gioiosa. Il campanile della chiesa presiedeva tutto l’orizzonte, quasi invitando i fedeli ad accorrere con il suono tonante dei suoi rintocchi. Lo scricchiolio della mastodontica porta posta all’entrata della chiesa non era variato minimamente. I banchi, posti secondo un ordine ben preciso definivano una pianta rettangolare interrotta da due “navate”. Il suo volto libero dall’oppressione che la maschera gli esercitava si faceva strada tra i civili con una serie di espressioni grottesche e intimidatorie. Il suo obiettivo, il confessionale, stazionava nella parte nord ovest dell’edificio, circondato da 3 bambini che attendevano forse la madre impegnata nel dialogo con Dio. Attese qualche minuto in disparte fissando con occhi da falco tutto ciò che accadeva nei pressi della sua destinazione. Aveva imparato a trarre molto dai dettagli, a non lasciarsi mai scivolare nulla che in un prossimo futuro poteva divenire vitale per la sua esistenza. La fauce si contorse su se stessa risvegliando l’intenzione nascosta che celava nel suo cuore. Parlare o farsi giustizia? Forse entrambi, ma il suo lato più vigile gli suggeriva di dare tempo al tempo e di porgere l’altra guancia per la risoluzione di quell’enorme incomprensione.

Esaurita l’ennesima confessione il parroco congedò la fedele, forse più spinta carnalmente verso di lui che verso il signore e, subito dopo, si asciugo una goccia di sudore che turbava l’armonia della sua figura. L’aria in quel posto era pesante e non solo quella, ma anche tanti piccoli segnali durante quella giornata, gli avevano fatto presagire un qualcosa di sconvolgente. La porta del confessionale si aprì un'altra volta e l’ennesimo anonimo fedele si posizionò sulla scomoda pedana, in ginocchio al cospetto del tramite del signore. In nomine patris et filii et spiritus sancti….

Esordì il parroco con la solita voce da omelia, mentre lui prendeva posto alla sua sinistra. Non riusciva a vederlo in volto a causa di una sottile grata forellata, che a stento gli faceva giungere il puzzo dell'alito del vecchio vicario di Dio. Sapeva di whisky stantio.

« Confessami i tuoi peccati figliolo, ed io vedrò di confessarli a Dio. »

« Perdonatemi padre dinnanzi a Dio, poichè ho molto peccato in pensieri, parole e ignobili azioni. »

Sul suo volto la sorpresa prese il sopravvento. La fronte aggrottata non accennava a rilassarsi e un leggero tremolio indotto dalla paura sconvolgeva il suo nobile intento di confessione. Ricordava quella voce. L'aveva ascoltata innumerevoli volte; l'aveva cresciuta. Il figliuol prodigo fa il suo rientro nella casa del padre, armato di dispiaceri o di ignobili intenti? Non gli era dato saperlo. Per ora poteva solamente borbottare qualche saluto, invitando il giovane ad una passeggiata nel giardino sul retro. Sospirò mentre apriva lo sportello di legno per avviarsi verso la porta; era stanco.

Joey seguì il prete senza troppe esitazioni. Parlare con quel figlio di puttana era molto più facile che leggersi pile e pile di libri ammuffiti, dato che quel sacco di carne conosceva già tutte le risposte, o almeno quelle che gli servivano. Si era imbattuto in lui un giorno come un altro, mentre passeggiava nella cappella in cerca di risposte; chiedere ad un prete gli era sembrata la cosa più ovvia da fare, e le risposte erano venute. Ma non quelle che aveva desiderato. Gli aveva parlato di come la fede non potesse essere messa in discussione in un credente, di come Dio temprasse il corpo e lo spirito dei suoi discepoli attraverso prove, e di come desiderasse la preghiera e le buone azioni. Riscontrava alcuni di questi "stadi" nella sua vita, perdendo però la risposta per quelli successivi. Era stato creato e addestrato per uccidere portando il suo nome; come poteva piacere una cosa del genere ad un Dio benevolo?

Giunsero fuori, scrollandosi di dosso l'odore di incenso che ricopriva i loro vestiti come una patina, aspettando che l'altro prendesse la parola per primo. Fu il prete ad iniziare quella discussione, allo stesso modo di come ne erano seguite tante altre.

« Dunque Joey, qual è la tua domanda oggi? Non ti vedevo da un pò. »

« Vede padre, sono stato a provare la giustizia del suo dio. Le sono venuto a chiedere il motivo per cui mi ha fatto sbranare e mangiare un bambino. »

« Cosa hai fatto ?! »

« Ha capito bene » rispose con calma serafica il ragazzo, mentre l'uomo più anziano spalancava gli occhi per la sorpresa, iniziando a sudare freddo per la paura. « Ho bisogno dell'illuminazione. »

« Come hai potuto?! E' un crimine orribile uccidere un innocente! Come puoi non avere rimorso e chiedere di Dio? »

« E se le dicessi che è stato lui stesso a farmi commettere questi atti? Non è poi così lontano dalla verità... »

Il cappellano agitò una mano con leggerezza. Era abituato a sentire quel genere di stronzate da quel tipo; oramai non si arrabbiava nemmeno più con lui. Inoltre avevano altro di cui discutere.

« Il Signore agisce per vie oscure che non ci è dato conoscere »

Il sangue gli ribolliva nelle vene. Avrebbe voluto saziare quella sua sete, appagando il suo desiderio con l'ausilio della sua compagna, ma quel vecchio con quel volto nascondeva ancora qualcosa di interessante. Gli uomini di chiesa sono tutti così, prevedibili. Nelle loro maniche posseggono assi, fiori e picche, ma un buon osservatore poteva rubare con gli occhi e giocare con la mente. La pressione che Joey esercitava nei suoi confronti era palpabile nell'aria. Il giovane si muoveva prima a destra e poi a sinistra, scrutando da capo a piede il sacerdote e invitandolo a rivelare tutto quello che sapeva, come se quel momento fosse solo una grossa immaginazione di una semplice confessione. Non tollerando tale modo di fare, il ministro del cielo tese la mano verso la direzione in cui guardavano i suoi occhi cerulei.

« Il tuo re, o meglio il re a cui avresti dovuto giurare fedeltà eterna ti vuole; è lui che ha le risposte alle tue domande. »

Nel palmo teneva stretta una biglia di cristallo dal diametro di pochi centimetri, e la porgeva stancamente verso di lui. Un gesto di rassegnazione forse? La raccolse con la mancina, mormorando tra se e se.

« Ciò significa che tu sei completamente inutile ora... »

Un gesto fulmineo con la mano, e un oggetto metallico vibrò per un attimo nell'aria producendo uno scricchiolio sommesso. La biglia fu frantumata senza sforzo, mentre il cadavere del prete guardava con occhi spalancati verso il cielo. Nessuno avrebbe potuto sapere cosa avesse visto in quegli ultimi frangenti.

Joey si ritrovò in un luogo completamente nuovo da quello in cui si trovava prima. Si guardò intorno provando una singolare sensazione; come se il suo corpo fosse scosso da ondate di brividi caldi e freddi allo stesso tempo. Il pavimento era piastrellato di bianco, così come le pareti rilucevano dello stesso colore grazie ad una lampada posta al centro esatto della stanza. Si aggrappò al muro per non cadere, mentre con le dita tastava qualcosa che gli occhi non volevano vedere. Prima che potesse pensarlo però, lo sguardo si posò su qualcosa di melmoso, e dannatamente rosso, come il sangue. Una scarica elettrica si riversò nel suo corpo, spingendo la testa verso sinistra per un involontario scatto del collo. Era come se milioni di frammenti si ricomponessero nella sua testa. Come se qualcuno avesse aumentato decisamente il volume. Ma lui non voleva ascoltare...

La medesima stanza si presentava dinanzi ai suoi occhi, candida e meglio illuminata. Poteva sentire dei gemiti in lontananza, mentre delle voci più mature parlavano rapidamente con un tono nervoso. Un vetro infranto seguito da uno strillo acuto da neonato. Uno spruzzo di sangue macchiò la parete, mentre le urla disperato del bambino aumentavano. Aveva paura proprio come allora.

Scosse la testa con decisione, cercando di liberarsi di quegli spettri che cercavano di assalirlo. La comprensione gli diede la forza di issarsi sulle sue ginocchia. Quel posto era solo una copia del luogo in cui era stato fatto nascere, niente di più, niente di meno. Volevano confonderlo forse, ma lui aveva visto con i suoi occhi le macerie putrescenti che erano diventate; quella non era casa sua, ma una riproduzione molto dettagliata. Scrutò il buio attorno a se trasalendo per la paura, quando incontrò lo sguardo fiammeggiante di un essere appoggiato al muro; non sembrava ostile ma le sorprese erano tutt'altro che finite. Una voce si insinuò nell'aria magicamente, annunciando la figura di un giovanotto comodamente seduto su dei morbidi cuscini rossi. Era protetto da un vetro, quasi a voler rimarcare l'appartenenza a due mondi diversi. Era il Re, ed il cuore del ragazzo si raggelò per l'emozione di trovarselo davanti. Aveva le sue risposte, ed era lì in carne ed ossa; tuttavia aveva un prezzo.

« Benvenuti »

Non si scompose più di tanto.

« Per metterla giù in breve, solo chi di voi riuscirà a vincere abbastanza scontri potrà aggiudicarsi il premio. Ora scannatevi. »

Facile. Quella era la parte che sapeva fare meglio. Ray non era un dio. A lui non sarebbe importato nulla di cosa sarebbe successo al suo avversario. Distese le labbra in un sorriso famelico, mentre cercava con lo sguardo la sua preda. La trovò poco distante da lui. Rimase a fissarlo ancora un attimo, gettando di sbieco un occhiata al Re. Poteva essere la fine dei suoi tormenti o l'inizio della sofferenza. Ogni cosa sarebbe stata migliore che vivere in quel limbo. Ogni cosa.



Energia : 100%
Danni : Illeso
Equip : La Fauce (riposta)
Passive :
Dall' Unione...la Forza : La Fauce utilizza la AeV del pg per muoversi
Dalla Calma...la Capacità : CaeM raddoppiata in stato di calma, fendenti dalla forza pari a Basso contrastabili solo da tecniche dello stesso livello, riflessi felini e capacità di reagire ad un attacco a sorpresa.
Attive : Nope
Note : Chiedo scusa per il macigno, ma mi serviva una buona motivazione per partecipare allo scontro/torneo. Spero inoltre di non aver travisato nulla con questa scena, e faccio gli auguri a Sarnacoso ^^
 
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Vràstax Victoriàn
view post Posted on 19/2/2010, 17:30




Agli Uomini è stata concessa la paura della morte,
un malevolo fardello ormai conosciuto da questa stirpe di misantropi corrotti.
A voi è stata data la paura della vita,
A voi, signori di pace, che elargite un dono assai più greve e responsabile di chiunque altro,
voi che siete il rifugio di coloro che peccano in questo mondo in rovina.
Non temete, non cedete.
Amate, amate il m a l e, cosi come fareste per il b e n e.


~

Deglutì.
Quell’olezzo di carne bruciata lo infastidiva parecchio, non era abituato dopotutto ai profumi di quella strana gente e una smorfia di disgusto si delineò, quasi per caso, sul suo pallido volto tirato dalla stanchezza di quei giorni passati ad inseguire la verità che gli avevano tenuto nascosta.
La verità ripeteva confuso; continuava a implorare a se stesso di farla finita con quella fallimentare ricerca di ritrovamento dei suoi fratelli. Erano andati via, questo l’aveva capito fin troppo bene forse, eppure alla faccenda mancava una risposta, una semplice ed inaffidabile risposta alla domanda
perché?
Cosa aveva fatto per meritarsi questa ignobile punizione? Cosa aveva di meno importante degli altri Vittoriani?
L’avevano abbandonato, cosi come una donna fa col figlio che non accetta di accudire, di amare e di difendere. Si sentiva tradito in parte, quasi contrastato dalle imperizie del sapere che lo avevano fatto cadere. Non riusciva a reagire, a combattere, a capovolgere quell’estenuante situazione incresciosa.
Per l’angoscia e l’abbattimento - sentimenti assai comuni tra la stirpe di quei paladini - si era intrufolato in quei ritrovi di saggi uomini anziani che facevano della loro vita una continua storia d’emozioni,
che tentavano di infondere, negli uomini sprofondati in oblii di tristezza, sensazioni di speranza e appagamento.
In cerchio, mentre la carne cuoceva, tutti si guardavano e urlavano con toni sprezzanti, a volte diffamatori.
Il tribunale delle false speranze,
l’aveva chiamato Vràstax.
Lui, condottiero della pace, ostacolava quell’omogeneità perfetta di contadini, mercanti e viaggiatori.
Lui che ritrovatosi lì, negl’oscuri meandri di quel luogo, ascoltava come un bambino le storie di quei sapienti individui, tentando di assimilare e di distinguere le sincerità dalle falsità. Nessuno aveva fatto caso alla sua presenza, quella notte. Nessuno voleva farlo, forse per il terrore o semplicemente per la sfrontatezza di non dar conto ad una figura di quel genere. Una figura indistinguibile, cui la presenza veniva quasi puntualizzata dal riflesso che il fuoco provocava sulla sua armatura.
Con la punta degli occhi lo fissavano, impauriti. E a volte lui si sentiva in dovere di sorridere a quegli sguardi tediosi, minacciosi.
Una ciocca di capelli fu spostata dalla brezza leggera di quella fredda notte e un ululato profondo poi, fece da sfondo ai sussurri di un uomo in preda al compimento, e per fortuna, della sua esilarante storia.
Ma quando una frase, una frase rivolta alla sua razza, alla sua gente, al suo popolo, paragonabile ad una bestemmia, fuoriuscì dalla bocca di quel vecchio e rozzo contadino, il Vittoriano - di fronte a quell’offesa arrogante - riuscì comunque a non scomporsi, per la sua immensa fermezza, a mantenere la calma; la sua espressione però cambiò radicalmente.
Abbassò il capo infatti, consapevole di rientrare in quell’asserzione cosi tanto maliziosa e avversa.
Non poté far altro che allontanarsi allora,
ferito e provato svanì nel cuore di quel angusto territorio.
Era stato un oltraggio provocatorio, un modo per dire: vai via di qui, non sei il benvenuto. In fondo era abituato a quel genere di irriverenti parole rivolte a ciò che rappresentava, e ne aveva persino fatto l’abitudine oramai.
Volente o nolente.
Era sempre cosi,
sempre.
Quando le urla di quei miscredenti si affievolirono, tutto sembrò appiattirsi. Neanche il vocio profondo causato dal frinire dei grilli andò contro quella naturale pacatezza;
la luna, le stelle, un continuo miscelarsi di singoli ed unici elementi capaci di rendere lo scenario meravigliosamente superbo; il freddo, la solitudine, sensazioni disprezzate dal cuore del Giusto.
Non era facile ricordare come, quando e perché si era ritrovato in una delle tante Terre del Re.
Dopotutto era passato molto tempo dalla partenza dei Mille, dalla loro ritirata. Dalla loro codardia.
No, continuava a ripetere, no non l’avevano abbandonato, c’era qualcosa dietro quella faccenda, qualcosa di...
« Mmf... »

Un brivido lo fermò.
Secco e preciso come l’affondo di un pugnale. Rapido e violento come il rimbombo di un tuono.
Sentì il cuore fremere e poi, nel pugno della mano destra, qualcosa comparve dal nulla. Era strano, non riusciva a credere di come quella sfera (?) – o biglia – si fosse materializzata sul palmo della sua mano cosi, per caso, forse era magia, forse illusione. Non riusciva nemmeno a distinguere di che tonalità essa fosse, ma al tatto poteva constatare una particolarissima gracilità, come se all’interno fosse vuota, senza vita. Tanto che

T r a c

Un rumore sordo e tagliente distrusse la composizione perfetta di quella sfera appena comparsa, riducendola in invisibili frammenti di vetro. A un tratto, pochi istanti dopo i suoni, le immagini e i pensieri furono inghiottiti tutti dalle fauci nere dello spazio. Il Vittoriano non ebbe tempo di riflettere su ciò che era appena accaduto, ma rimase comunque allibito per ciò che era appena capitato.
Non credeva di essere caduto, un’altra volta, in una nuova paradossale realtà.

~

Deglutì, con più veemenza questa volta.
Il bianco lo attanagliava, quanto mai prima d’ora. Si sentiva smarrito, incredulo e non capiva il perché di quelle presenze cosi grottesche, sfavillanti e vistose in un luogo cosi tanto fuori dal comune.
Un mostro forse assonnato accovacciato su di un angolo,
uno pseudo posseduto con un maniacale sorriso stampato in faccia,
un ragazzo comodamente seduto in un trono scarlatto.
Un trio sconosciuto, forse.
« Ora scannatevi. »
Puntualizzò l’ultimo, finalizzando un discorso forse fin troppo fuoriluogo.
Uccidetevi diceva, ma con che preteso? Con che diritto?
E soprattutto chi?
Eppure, dentro di se, sentiva che quel vincolo sarebbe stato l’unica soluzione per ricominciare a vivere.
Lo sentiva, lo sperava.




SPOILER (click to view)
CITAZIONE
Auguri per il duello! =)
 
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view post Posted on 23/2/2010, 16:49
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Esempio
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“Il regno dei cieli è simile ad un re che diede un banchetto di nozze per suo figlio, e mandò i suoi servi a chiamare quelli che aveva invitati alle nozze, ma essi non volevano venire … altri anzi, presi i servi, li oltraggiarono e li uccisero. Il re, udito ciò, si adirò e mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare le loro città.”

Osservò ancora per un attimo il volto stralunato del suo avversario, mentre a fatica questi cercava di riprendersi dal viaggio affrontato, ma soprattutto dalle parole che il Re che non perde mai aveva appena pronunciato. Un semplice inno al massacro. La più superba delle composizioni.
Lasciò che il suo sguardo vagasse libero per la stanza una seconda volta, cercando di cogliere tutti i particolari che potevano balzargli nella mente, e farli giocare a suo favore. Quell'uomo indossava una magnifica, ma pesante, armatura completa che evidentemente fungeva da ottimo scudo contro i fendenti di qualsiasi tipo. Il suo sorriso si allargò al pensiero del rintocco provocato dalla Fauce su quella superficie. L'avrebbe probabilmente tagliata come burro; magari sarebbe successo anche molto presto.
Per ultimo i suoi occhi si poggiarono sul monarca, con stessa leggerezza che la polvere riserva ai più pregiati cimeli d'antiquariato. Era superiore, lo poteva vedere con le sue stesse iridi che, per quanto potessero far finta di non sentire quello scontro, sostenevano insieme alla mente il peso di dover essere al cospetto del comandante del maniero. Come tutti i re, come tutte le divinità, superiore. Nel suo volto non trasaliva la minima emozione, nemmeno una minima contrazione non controllata; tutto era al proprio posto in attesa di quello spettacolo cruento e sanguinoso che aveva indetto con tanta facilità.
Si leccò le labbra, famelico, pochi istanti per mettere inscenare lo show che era già andato in onda sul palcoscenico della sua mente. Il cavaliere sostava a pochi metri di distanza da Joey, mentre alle sue spalle quel polveroso lampadario gettava tutta la sua luce su di lui, facendo scintillare ancora di pi le placche di metallo e contornando l'uomo di un'aurea di luminescenza quasi divina. Sarebbe durata ancora per poco, pensò, nello stesso istante in cui un clangore sordo si riversò nell'aria, segno che la Fauce si era appena risvegliata dal suo sonno. Scivolò sinuosa e leggera lungo il suo braccio teso in avanti, ancora una volta. Forte come una freccia scoccata da mani possenti, lembiva l'aria con la solita velocità e violenza che la contraddistingueva, secondo una traiettoria che sembrava diretta verso il suo avversario. Ma grazie all'estrema complicità che esisteva tra i due, l'arco descritto da quegli anelli messi in fila variò bruscamente, indirizzando tutta quella rabbia verso l'antico lampadario che sovrastava e completava quella spoglia sala. Lo cinse in un freddo abbraccio metallico, avvolgendo le sue spire attorno a quel pezzo di ferro marcio. Un unico strattone possente, e lo scricchiolio greve fu il principio di ciò che stava per accadere. La luce guizzò un ultima volta, prima che il mondo scivolasse nelle tenebre più fitte, e l'antico lucernario cadesse per cercare di schiantarsi sulle spalle del nemico. Il rumore prodotto avrebbe coperto il "sibilio" della catena, che fedele stava tornando nelle mani del suo padrone. Sorrideva ancora, al pensiero che forse il loro illustre ospite non poteva godersi l'opera che egli stesso aveva scritto. Joey aveva rivisto la sua parte, apportando una modifica consistente al copione. Avrebbero danzato come ombre nell'oscurità, lontano dagli sguardi indiscreti di chiunque, mentre la Morte aleggiava su di loro. Le luci sarebbero state accese in ultimo, decretando come vincitore l'unico in piedi tra i due.
Si concentrò per un attimo serrando gli occhi, sentendo la carezza dell'aria sulla pelle, ed il rumore estremamente rilassante del suo respiro. Quando spalancò quei pozzi cremisi, la sua percezione delle cose era completamente cambiata. Riusciva a sentire il respiro del cavaliere, persino ne scorgeva una sagoma ben delineata nel buio. Era in una posizione di estremo vantaggio, e forte di questa consapevolezza iniziò a far strisciare a terra la catena, così da confondere l'uomo che gli si parava dinanzi. Il rumore cambiava continuamente fonte, con lo scopo di disorientare sempre di più l'avversario, rendendolo una facile preda. Balzò all'indietro aumentando la distanza a circa sei metri, per poi canzonarlo con leggerezza.
« Blackout... »
Si spostò immediatamente sulla destra per dare una falsa traccia della sua posizione, e sfruttando l'inerzia del suo movimento, scagliò la sua Dama in un movimento semicircolare indirizzato ai reni del cavaliere; come una frustata, ma di acciaio. Il clangore metallico sarebbe stato coperto dall'eco delle sue parole, risultando pressochè impercettibile. Nel buio la Fauce stava letteralmente divorando la distanza tra i due, avventandosi come una serpe sul suo pasto. Che mangiasse pure allora, quella non era che la prima portata di un lauto banchetto.



{ ReC 250 } . { AeV 250 } . { PeRf 150 } . { PeRm 200 } . { CaeM 850 }


Energia : 85%
Danni : Illeso
Equip : La Fauce (impugnata) Medaglione (indossato)
Passive :
Dall' Unione...la Forza : citata
Dalla Calma...la Capacità : citata
Attive :
« Dalla Conoscenza...la Velocità » Come abbiamo ripetutamente detto, forse fino allo sfinimento, Joey è veloce. Una rapidità che permea non solo le sue gambe, ma anche la sua arma, e le sue braccia; in generale i suoi movimenti. Eppure tale caratteristica può essere aumentata a dismisura attingendo direttamente alla sue energie. Questo però non è il solo potenziamento che dio offre al suo suddito. Stiamo parlando di un essere superiore, di un ente che ha dato vita ad ogni cosa, plasmandola per ciò che è, dunque perchè non perfezionare oltre il limite quello che è il perfetto meccanismo del corpo umano ? Mediante un consumo Basso infatti, Joey sarà in grado di aumentare esponenzialmente le sue percezioni, ed i suoi sensi, per due turni diminuendo le possibilità di essere colto di sorpresa, e aumentando le sue capacità di individuare i nemici. [Pergamena Sensi Sviluppati]
« Dalla Concentrazione...la Precisione » Un risvolto particolare delle abilità del reietto sono le sue capacità offensive. Essi infatti si baseranno principalmente su velocità e concentrazione, che diveranno la chiave di volta per ogni duello. Ma come combatte realmente Joey? Beh dare una spiegazione a tale quesito non è troppo difficile per chiunque l'abbia visto all'opera almeno una volta. Il mezzo attraverso cui si propagano le sue offese, è la sua amata Fauce, che agisce da Boia e Compagna al tempo stesso, silenziosa e letale. Attingendo ad un quantitativo di energie pari a Basso infatti, il giovane sarà in grado di riversare tutta la sua concentrazione nella sua Dama, donandole un potere distruttivo senza eguali. Un effetto simile può essere ottenuto utilizzando un costo Medio di energie. In questo caso, il guardiano, ricoprirà la sua arma di un pesante alone di distruzione, trasformando ogni colpo fisico in una tecnica pari al consumo utilizzato. In questi frangenti, l'arma acquista una forza ed una velocità spaventose, riuscendo a superare innumerevoli difese, cogliendo di sorpresa l'avversario, che avrà l'impressione di fronteggiare un normale pezzo di ferro, e non una Belva. Molti sono coloro che caddero sotto i suoi colpi, e molti altri lo saranno per via della natura infida del colpo. Bloccare fisicamente un'offesa del genere infatti, risulta quasi impossibile per chiunque, rendendolo un facile bersaglio.
[Attiva III Livello Warrior Style]
Note : Mi pare sia chiara la cosa. Volevo precisare che mi sono preso la libertà di scegliere la tua posizione e la nostra distanza, poichè nel tuo post precedente non hai fatto minimamente riferimento a questi due fattori mi pare ^^ per il resto l'attacco con la Fauce va contato come Alto per la differenza tra la mia CaeM e la tua PerM. A te la penna!

P.S. la citazione iniziale è di Matteo XXII, 2-3, 6-7
P.P.S. sognavo di emulare Psico Mantis da anni °ç°

EDIT 1, 1:28 : corretta ripetizione.


Edited by Mad MiKe 90 - 24/2/2010, 01:28
 
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Vràstax Victoriàn
view post Posted on 25/2/2010, 20:35




~

Non lo dava a vedere, ma il suo corpo tremava, e le budella del suo stomaco fremevano, incessantemente.
Sussulti impercettibili e invisibili ad occhio umano, tremiti emotivi dettati da un insensato senso del dovere verso quella mostruosa creatura umana che s’accingeva a fissarlo, bramosa di sangue. Nutrendosi di quella sua paura che non gli apparteneva.
Una paura diversa da quella dei codardi, da coloro che non avrebbero mai accettato la morte o la sconfitta; il terrore di uccidere un uomo senza alcun perché,
questo sarebbe stato un orrore, questo sarebbe stato ciò che più l’avrebbe impaurito; eppure quella bestia gli sorrideva, schernendolo, perseverando – con quella follia stampata in volto – nel prendersi gioco del Giusto.
E lui d’altro canto lo scrutava da capo a piedi, ma con occhi assai diversi dai suoi, occhi colmi di pietà e frustrazione per le sofferenze che si celavano e che tormentavano quell’individuo. Agghiaccianti pene nascoste nel più profondo di quell’anima c o r r o t t a, probabilmente.
Non sarebbe stato facile farlo cadere, si disse convinto. E non sarebbe stato altrettanto facile, per quel mostro, soggiogare la mente del Vittoriano, ammantarla o plasmarla secondo il suo prevaricatore volere.
A un tratto, per un solo attimo, vinse quel senso di paura e di ripugnanza, non appena tutto sembrò fermarsi, quando tutto tornò come prima, come in un sogno, un maledetto sogno.
Serrò gli occhi, certo – ma allo stesso tempo illuso – di rimanere lì, per sempre, in quella terra del bene.
Ma le fantasie, si sa, non durano un’eternità.
E cosi quella meravigliosa magia che lo aveva avvolto in un bozzolo di gioia e pacatezza era scomparsa, lasciandolo solo e confuso in quel luogo caotico, mortale.
Capì da allora, di essere l’unica luce a possedere sentimenti del tutto differenti da chi lo avrebbe
giudicato, osservato e affrontato.
Inspirò profondamente mentre quel guerriero, di cui non conosceva nemmeno il nome, iniziò a muovere il proprio corpo elettrizzato, eccitato; una abnorme catena poi prese vita lungo quel viscido braccio immacolato. E in quei pochi attimi tutto prese una brutta, bruttissima piega.
Straniato il Vittoriano affondò per un’ultima volta il proprio sguardo ferreo su quello avversario,
tentando di assimilare (in quel minuscolo lasso di tempo) i dettagli che lo caratterizzavano:
una maschera inespressiva, degli occhi scarlatti, un sorriso morboso, un ghigno maniacale.
Poi un sordo rumore sancì la fine della luce. L’oscurità l’avvolse e per un attimo riuscì a sentire soltanto il suo pesante respiro irregolare. Non demordeva però, non l’avrebbe fatto.
Quell’essere era un codardo, un manipolatore e Vràstax l’aveva intuito da ciò che era appena accaduto: l’unica fonte di luce che avrebbe potuto rendere quello scontro sopportabile era stata distrutta. E adesso, entrambi, avrebbero dovuto dilettarsi nelle tenebre. Il buio era un elemento disprezzato dai Vittoriani, li rendeva come incapaci di decidere, di darsi forza; alcuni si sentivano persino dispersi in quei squallidi meandri notturni.
L’Angelo della Picca Velata invece no, continuava sempre a rimanere calmo, freddo, qualunque cosa gli capitasse.
Eppure la sua parte umana non ne era cosi convinta.
Lentamente fece un passo in avanti, tentando di cogliere il più impercettibile rumore provocato da quella bestia che, rapida e testarda, si muoveva nell’oscurità da egli stesso creata.
Solo una parola, dal significato sconosciuto, balenò nella mente del paladino.
Solo una.

« Blackout... »

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Come non vedere | che null'altro la natura ci chiede con grida imperiose, | se non che il corpo sia esente dal dolore, e nell'anima goda | d'un senso gioioso sgombra d'affanni e timori?

~ · ~ · ~

Violenta, mostruosa, insopportabile. Il dolore giunse cosi tanto inaspettatamente da lasciare meravigliato persino il Vittoriano. Sbraitò allora per la sofferenza, per quel male cosi tanto lancinante e pulsante.
S’inginocchiò, strinse i denti ma quello strazio non passò, né si affievolì.
Il volto scarno e solcato da quel supplizio si indurì, gelato.
Non credeva di essere caduto cosi tanto facilmente, lui, Vittoriano quale era. Si sarebbe rialzato, diceva. L’avrebbe fatto. Nemmeno le placche dell’armatura che lo proteggevano però risultarono efficaci, eppure dentro di sé un fuoco l’avvolse, un fuoco che non fece passare quell’insopportabile pena, e che nemmeno la smorzò. Gli occhi vacillarono, per un istante si lasciò andare a pensieri lontani, r i c o r d i indissolubili di gesta eroiche, battaglie sanguinolenti, amori perduti.
Datti forza, combatti, non cedere alle carni – urlava dentro di sé.

Combatti,
Angelo della Picca Velata,
combatti.


Con quanta più forza aveva si rimise in piedi, barcollando, con i muscoli delle gambe che vacillavano.
Portando la mano destra dietro la schiena estrasse la spada e dopo averla posta in avanti, congiunse l’elsa alla mano sinistra, accompagnando quei movimenti ad un singolo e breve sospiro sereno.
Il suo animo sembrava essersi appagato, la sua mente no tuttavia, forse per il dolore, per quella sofferenza arrivata cosi tanto squallidamente.
Come avrebbe reagito, ora?
Ora che tutto non aveva senso, ora che rischiava di morire per qualcosa di assurdo, di irreale.
Si fece forza cosi come si era ripromesso di fare.
Torse il collo, a destra, a sinistra: non vedeva nulla, solo il nero pece prodotto dall’oscurità, solo il suo affanno e un respiro animalesco, dannatamente animalesco.
La luce sarebbe stata la soluzione, un barlume di speranza che non sarebbe derivato da qualcosa di tangibile, ma dalla sua anima, dal cuore, una luce assai più forte di quella esistente, un riverbero di fede e di amore
e cosi fu.
Un lampo attraversò l’intera sala, illuminando gli angoli più remoti di quel tetro luogo.
Non sarebbe stato facile però scorgere la figura di quell’essere, tanto era forte quell’espressione di purificazione. Ma sarebbe bastato poco: anche un’ombra, anche il minimo contrasto creatosi fra quegl’occhi scarlatti e la dorata luce proveniente dal corpo del paladino.
Fortuitamente vide qualcosa di sfuggita, cosi per caso; del tutto insicuro tentò la sorte.
La spada – puntata in quella direzione, vibrò vigorosa, come se fosse viva.
Un attimo bastò perché portentosa esplodesse; un raggio di luce che subito si espanse, come un triangolo, una piramide, pronto ad occupare gran parte di quello spazio angusto e orripilante.
Sorrise, m a l i n c o n i c a m e n t e.

« Non voglio farti del male. »

Disse, in un sussurro quasi impercettibile.






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CITAZIONE

[Rec - 175] [Aev - 75] [PeRf - 350] [PeRm - 400] [CaeM - 175]


Energie residue - 100% (125%)
Condizioni fisiche - danno alto (contusione) nei reni.
Condizioni psichiche - malinconico, paranoico, apparentemente provato.
Equipaggiamento - spada impugnata con entrambi le mani, scudo posto sull’avambraccio sinistro, lancia posta dietro la schiena (posizione obliqua).
Passive - La presenza del Bene nell’animo dei Vittoriani; Le durevoli Alterazioni del Bene; Il delitto della formazione: guerra, addestramento e le loro conseguenze; Non sopporterò le ingiustizie.
Tecniche - Non oscurerò il mio nome; Gl’antichi Servigi del Bene.
Note - Riconosco il fatto che la tecnica usata, derivata dalla pergamena "Flash abbagliante" a poco a che fare con il rilevamento di qualcosa, ma seguendo la logica dovrebbe avere un minimo di versatilità in questi luoghi e/o situazioni. In ogni caso la seconda abilità usata va a - o dovrebbe - coprire ciò che è stato fatto antecedentemente giacché il raggio di energia va ad ingrossarsi, fino a raggiungere la forma di una piramide che ha la punta rivolta verso il paladino.

CITAZIONE
La presenza del Bene nell’animo dei Vittoriani: I Vittoriani, come si è già detto, sono esseri particolari, che fanno del bene una vera e propria magia, che la rendono potente al cospetto dei deboli, sacra al cospetto dei nemici, vitale per gli uomini di tutte le terre che desiderano nient’altro che pace e prosperità nella loro misera vita. Vi sono sortilegi che nemmeno i più saggi e veterani uomini dei Vittoriani riconoscono, saperi sconosciuti, cosi potenti da rendere il genero Vittoriano impotente di fronte a tutta questa misericordia. Poteri di cui si sconosce l’entità e il perché si manifesti solo in determinati uomini di questa specie, alcune virtù, inoltre, vengono innescate nello stesso essere, altre invece negli oggetti a cui sono più legati. Nel caso di Vràstax queste strane fatture si sono manifestate all’interno della lancia e dello spadone. Questi, infatti, sin dal momento in cui sono cadute nelle mani del Victoriàn hanno stretto un legame indissolubile e, congiungendosi con l’anima del paladino, hanno acquisito dei soprannaturali caratteri. Alcuni permanenti, altri richiamati dal Vittoriano stesso. Inoltre entrambe le armi si sono caratterizzate con una continua presenza di luce, che molto semplicemente indica l’elemento che le appartiene, che per l’appunto è quello che tutti chiamano “non-elementale”, ovvero quello della luce. Questa celestiale presenza inoltre favorisce un aumento della propria energia vitale, giacché dentro quest'esseri si manifesta come una seconda presenza che li sorregge e li aiuta durante le loro infide battaglie. Il Vittoriano, in termini di gioco, godrà infatti del 25% in più di salute di qualunque altro essere.

CITAZIONE
Le durevoli Alterazioni del Bene: Sia “Honor et Pietas” che “Presèstax “ godono di differenti poteri che li rendono diversi dalle comuni armi bianche. Queste, infatti, non hanno mai perso le proprie capacità offensive, e mai li perderanno, sono sempre state affilatissime, anche dopo avere distrutto corazze ed elmi della stessa composizione, inoltre risulteranno impossibili da distruggere nonostante gli attacchi che potrebbero venir mossi contro esse. Alcuni le definiscono divine, altri semplici errori del fato. Per i Vittoriani, invece, sono solo meritevoli doni che il loro Dio ha offerto loro, in segno della sua gratitudine. Ultimo effetto di queste forme di Alterazioni, è la capacità di risultare prive di peso nelle mani del possessore, cosa che non avverrebbe se poste nelle mani d’altri, infatti ogni altra persona percepirebbe il peso reale dell'arma. oltre a ciò, non potranno neppure essere sottratte al portatore, e in alcun modo rubate.

CITAZIONE
Il delitto della formazione; guerra, addestramento e le loro conseguenze: Il Caesar è l'eroe di ogni battaglia. Tanto più grave è la situazione in cui lui e i suoi alleati versano, tanto più grande sarà la sua gloria dopo la vittoria. Pertanto, egli deve trovare la forza dove essa sembra essere svanita del tutto; deve poter vedere la luce anche nei momenti più bui e utilizzarla per illuminare la via che lo condurrà alla salvezza. Si dice che l'armatura di ogni Caesar sia in grado di sorreggerli tanto più la situazione in cui versano appare disperata, e così è. Quando infatti sul corpo di Vrastax si accumulerà una quantità di ferite pari a Basso, egli riceverà un bonus alla PeRm e alla PeRf di 50 punti. Quando le ferite sul suo corpo giungeranno a un totale pari a un Medio, il bonus alle medesime caratteristiche salirà di 75 punti ciascuna. Quando la totalità delle ferite potrà essere equiparata ad un danno grave, il bonus salirà a 100 punti ciascuna. Quando invece pochi passi segneranno la distanza tra il Vittoriano e la sua morte, il bonus a PeRm e PeRf sarà di 150 punti ciascuna.
Ogni Caesar dev'essere in grado di ridonare la speranza anche quando tutto sembra perduto.

CITAZIONE
Non sopporterò le ingiustizie - Gli Angeli della Picca Velata non possono nascondere totalmente la loro presenza, seppur possedendo e indossando continuamente la loro corazza, pur mischiandosi con gli esseri umani e viaggiando tra loro per le stesse vie e rimanendo il più delle volte nella loro struttura primaria. Le altre razze, infatti, percepiranno sempre qualcosa di sbagliato in loro, qualcosa di differente, ed è per questo che i Bianchi incutono negli esseri innanzi a loro un innato timore reverenziale, purché questi non siano angeli stessi, e che siano, in termini di gioco, di energie pari o inferiori all'agente.

CITAZIONE
Non oscurerò il mio nome – Le doti dei Vittoriani non si fermano di certo a semplici caratteristiche fisiche, anzi il loro potere è immenso, a volte semidivino, cosi grande da essere invidiato da tutti le razze del continente. Vràstax però. non è ancora riuscito a sviluppare del tutto queste singolari capacità, eppure potrà - ad esempio - manifestare il potere della luce attraverso il suo corpo, sotto forma di flash abbagliante che accecherà e stordirà l’avversario per qualche secondo. Tale luce – lanciata da qualsiasi punto del corpo – arrecherà inoltre abbondanti danni ai demoni, che saranno altresì costretti a ritornare in forma umana. Il costo di energie per attuare la tecnica è pari a Basso.

CITAZIONE
Gl’antichi Servigi del Bene: Non solo le armi di Vràstax posseggono proprietà del tutto fuori dal comune, ma riescono pure a manifestare l’elemento luce sotto forma di attacco, rendendosi del tutto pericolose e alle volte mortali. Le armi infatti, in qualsiasi momento e senza alcuna concentrazione potranno ricoprirsi di un semplice alone elementare, Vràstax dovrà però passare le dita sull’area dell’arma su cui il si è iscritto l’incantamento. A questo punto il Vittoriano, a seconda dell’ammontare di energie che spenderà, potrà far variare, sia di forma che di intensità, la magia potenziale che in qualsiasi attimo si scatenerà dalle armi benedette.In termini di gioco si potrà avere un controllo del non-elemento, limitato alle sole due armi incantate. L'abilità conta come una tecnica a livello Variabile (Alto, da considerare Immenso).



 
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view post Posted on 1/3/2010, 20:32
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Esempio
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La caratteristica del buio è che ci galleggi dentro: tu e l'oscurità siete separati l'uno dall'altra perché l'oscurità è assenza di qualcosa, è un vuoto. La luce, al contrario, ti avvolge. Diventa parte di te. Ti s o f f o c a.

Rimase teso, eccitato fino a quando un clangore metallico ed una poderosa vibrazione non rimbalzarono rispettivamente nell'aria e lungo il suo braccio destro. Aveva colpito il bersaglio con forza e precisione, ed il suo ego sembrò quasi raddoppiare di volume all'interno del petto. Come se ci fosse un parassita vivo e pulsante sotto la pelle che lo scaldava fin nelle ossa. Fu una sensazione molto appagante, che lo stordì per qualche attimo, come se gli fosse entrata in circolo una potente droga.
Ciò che aveva dinanzi era un percorso già tracciato, ed ogni colpo subito dal cavaliere, ogni lacrima, ogni dolore che gli infliggeva, era come compiere un passo decisivo verso la verità. Verso il Re.

Rimase preda di queste improvvise riflessioni, destandosi nel momento in cui qualcosa cambiava nel suo avversario. Il respiro, prima affannato e carico di sofferenza, si era fatto più calmo, quasi rassegnato. Joey riuscì a scorgere i suoi movimenti con naturalezza nel buio, osservandolo mentre estraeva qualcosa da dietro la schiena; si rivelò essere uno spadone dall'aria abbastanza letale. Il tempo di richiamare la Fauce vicina al suo corpo, che ogni cosa si tinse di un bianco accecante, così puro da fargli lacrimare gli occhi. La sensazione fu accompagnata da una fitta allo stomaco, come un morso che gli faceva sciogliere le viscere. L'uomo si faceva più vicino, così come aumentava il suo malessere fisico. Paura, un'antica compagna che era entrata in circolo nel suo corpo come veleno. Paralizzato come un miserrimo condannato a morte dinanzi al suo boia. Gli "scarlatti" si dilatarono ancor di più, mentre l'iride era quasi scomparso dalla pupilla, mostrando solamente il bianco atono dei suoi occhi. Quella luce, quella fottutissima luce lo avvolgeva completamente inibendogli i sensi; era divina, era inquisitrice. Cosa avrebbe dovuto fare? Lo sentiva così vicino ormai...
Immobile.
E poi tornò alla vita. Graziato dalla sua Dama.
Il suo corpo si mosse prima del suo macchinoso cervello, reagendo per puro istinto dinanzi a ciò che gli si stava per accadere.

E' un'illusoria benedizione
L'anima di pietra
Vi è la rabbia
Rabbia
Tu sei libero
Fragile e orgoglioso

Si rialzò dolorante, il suo sangue freddo come quello di un serpente, iniziava a ribollire nelle vene circolando con velocità dato lo sforzo compiuto. La Fauce più che la sua dama era la sua amante. Si, perché se concedeva qualcosa al suo assistito voleva qualcosa in cambio, sicuramente. L’abbraccio di un’amante prima ti protegge ma poi ti fotte; è una puttana che vuole essere pagata. La catena difatti era riuscita tramite la sua reminiscenza divina a salvare il giovane con l’ausilio della sua forza spirituale, inglobandolo in un involucro di energia in grado di respingere quel lucente attacco proveniente dall’oscurità più totale. Quel momento di estasi appena concluso solleticò il suo sistema nervoso lasciando tanta adrenalina tanto quanto erano grandi i banchetti reali facendo storcere la testa verso destra al giovane.
Ma cazzo se faceva male.
Serrò i denti in modo da far nascere e morire in gola l'urlo di dolore che stava per emettere. Fece solo un piccolo sbuffo, mentre l'esplosione magica lo sbatteva con il culo per aria, facendolo volare per qualche metro. Cadde sulla schiena, espirando tutta l'aria che aveva nei polmoni, annaspando per quella poca che riusciva a risucchiare.
Supino, aspettò che la Fauce venisse a riscuotere il suo dazio; e lei precisa e puntuale giunse.
Si sentiva fiaccato nello spirito, ma ancora di più nel fisico. Come poteva avere la presunzione di conoscere la verità se era stato messo al tappeto immediatamente?! Come poteva interrogare il Re ed ottenere le sue risposte se uno stronzo qualunque riusciva a ridurlo così male nel giro di pochi minuti?!
Era innammisibile.
Lentamente si rialzò, issandosi sulle ginocchia tremanti. Il cavaliere stava dimostrando pietà o forse lo stava deridendo?
« Non voglio farti del male. »
Sputò qualcosa di grumoso che aveva in gola, prima di rispondere a tono.
« Io si. »
Era in piedi, la vista leggermente peggiore di prima.
Un pensiero fisso nel cervello.
Abbatterlo.
Nell'oscurità baciò il freddo metallo, quasi come cercando un'ulteriore sicurezza, cercando il tiro fortunato. Il colpo del KO.
Lo sferragliare della catena riempì nuovamente la sala, mentre lui si mosse nuovamente, questa volta in avanti, verso quell'ombra che gli sembrava scorgere al buio; caricò il braccio all'indietro prima di stenderlo in avanti con tutta la forza che aveva in corpo. Mirò diritto alla testa, al centro degli occhi, osservando speranzoso nella reazione successiva. Si fermò a circa quattro metri da lui.
Il cuore in gola.
Gli occhi scintillanti.
Una sorda preghiera saliva nel cielo.
Cadi figlio di puttana.



{ ReC 250 } . { AeV 250 } . { PeRf 150 } . { PeRm 200 } . { CaeM 850 }


Energia : 60%
Danni : Bruciature di livello Alto su tutto il corpo. Danno Medio agli organi interni.
Equip : La Fauce (impugnata) Medaglione (indossato)
Passive :
Dall' Unione...la Forza : La Fauce utilizza la AeV del pg per muoversi
Dalla Calma...la Capacità : CaeM raddoppiata in stato di calma, fendenti dalla forza pari a Basso contrastabili solo da tecniche dello stesso livello, riflessi felini e capacità di reagire ad un attacco a sorpresa.
Attive :
« Dalla Conoscenza...la Velocità » Come abbiamo ripetutamente detto, forse fino allo sfinimento, Joey è veloce. Una rapidità che permea non solo le sue gambe, ma anche la sua arma, e le sue braccia; in generale i suoi movimenti. Eppure tale caratteristica può essere aumentata a dismisura attingendo direttamente alla sue energie. Questo però non è il solo potenziamento che dio offre al suo suddito. Stiamo parlando di un essere superiore, di un ente che ha dato vita ad ogni cosa, plasmandola per ciò che è, dunque perchè non perfezionare oltre il limite quello che è il perfetto meccanismo del corpo umano ? Mediante un consumo Basso infatti, Joey sarà in grado di aumentare esponenzialmente le sue percezioni, ed i suoi sensi, per due turni diminuendo le possibilità di essere colto di sorpresa, e aumentando le sue capacità di individuare i nemici. [Pergamena Sensi Sviluppati]
« Dalla Concentrazione...la Precisione » Un risvolto particolare delle abilità del reietto sono le sue capacità offensive. Essi infatti si baseranno principalmente su velocità e concentrazione, che diveranno la chiave di volta per ogni duello. Ma come combatte realmente Joey? Beh dare una spiegazione a tale quesito non è troppo difficile per chiunque l'abbia visto all'opera almeno una volta. Il mezzo attraverso cui si propagano le sue offese, è la sua amata Fauce, che agisce da Boia e Compagna al tempo stesso, silenziosa e letale. Attingendo ad un quantitativo di energie pari a Basso infatti, il giovane sarà in grado di riversare tutta la sua concentrazione nella sua Dama, donandole un potere distruttivo senza eguali. Un effetto simile può essere ottenuto utilizzando un costo Medio di energie. In questo caso, il guardiano, ricoprirà la sua arma di un pesante alone di distruzione, trasformando ogni colpo fisico in una tecnica pari al consumo utilizzato. In questi frangenti, l'arma acquista una forza ed una velocità spaventose, riuscendo a superare innumerevoli difese, cogliendo di sorpresa l'avversario, che avrà l'impressione di fronteggiare un normale pezzo di ferro, e non una Belva. Molti sono coloro che caddero sotto i suoi colpi, e molti altri lo saranno per via della natura infida del colpo. Bloccare fisicamente un'offesa del genere infatti, risulta quasi impossibile per chiunque, rendendolo un facile bersaglio.
Usufruendo di un Basso di energie, Joey sarà in grado di lanciare un colpo molto particolare. Esteticamente questo parrà simile ad un normale attacco della Fauce, tuttavia sarà in grado di fare danni spropositati qualora l'agente rimanga nel suo stato di calma. Infatti in questa modalità, le statistiche che saranno influenzate, vedranno contrapposta la CaeM di Joey a quella del suo avversario.
[Attiva III Livello Warrior Style + Mira Infallibile]
« Dalla Sofferenza...la Protezione » Più e più volte vi ho parlato delle capacità del peccatore e della sua Fauce, tuttavia tutte le parole spese fino a questo momento, non rendono appieno omaggio alle letali potenzialità del duo. Fino a questo momento ci siamo soffermati a descrivere le modalità di attacco di Joey, ma come avrete capito, egli non è un massacratore, un barbaro che si getta con foga nel bel mezzo del combattimento. Tutt'altro! La sua è una mente fredda e razionale, e la sua psicologia si riflette appieno nello stile di combattimento. Oltre all'offesa, infatti, l'arma di Ahasuerus è capace di invidiabili capacità difensive, grazie ai poteri garantitigli da dio. Lei non è altro che un segno della sua volontà, una parte del suo essere, che funge da Guardiana al suo figlio maledetto. Proprio per questo motivo dunque, egli sarà in grado di richiamare su di se una sorta di protezione divina, che si manifesterà attorno alla sua persona con un consumo di energie Variabile. Tale invocazione però presenta i suoi pro e contro, in quanto consentirà al giovane di poter fronteggiare qualsiasi offensiva, ma contemporaneamente, comporterà un sacrificio nello spirito, sottoforma di stanchezza e spossatezza. Agli dei non piace essere disturbati, anche se si tratta dei propri figli, punendo con indifferenza le loro preghiere. All'attacco pratico Joey riceverà un danno Basso se erigerà una difesa fino a livello Medio; trascendendo tali limiti, il danno subito aumenterà di un livello, rodendo con ferocia maggiore il corpo del maledetto.
[Abilità, difesa a 360°, consumo Alto]
Note : Ho usato la difesa assoluta a livello Alto, buscandomi però un Alto di danno + un danno Medio di stanchezza. Per l'attacco sfrutto nuovamente l'abilità attiva del terzo livello del dominio, che dura 2 turni, coadiuvata alla pergamena Mira Infallibile. Quest'ultima, basandosi sulla differenza tra le nostre Caem, è da considerarsi un attacco Alto, che si somma all'alto derivante dall'effetto attivo del dominio, divenendo così un attacco Immenso. I sensi sviluppati e l'attiva rimangono in gioco per 2 turni ^^

P.S. la citazione iniziale è di Sunshine
P.P.S. ma il lampadario franatosi addosso ?_?

EDIT 1
: Corretti errori di battitura. Innammisibile vuole due n. Non lo sapevo :scl:


Edited by Mad MiKe 90 - 1/3/2010, 21:00
 
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Vràstax Victoriàn
view post Posted on 3/3/2010, 20:02




~

Gli sembrava di essere diventato cieco ormai, i suoi grigi occhi avevano cominciato ad abituarsi a quell’oscurità sempre più schiacciante, sembrava stesse lottando con una fascia ben legata al volto, eppure sapeva che non era cosi, sapeva che quel vigliacco s’era preso gioco di lui. Qualunque umano avrebbe trovato fastidioso il comportamento di quel mostro, ma per il Vittoriano – per tutti i Vittoriani, quello non era altro che sinonimo di debolezza, di viltà.
Non riusciva a tenersi in piedi giacché quella fitta lo infastidiva in modo angoscioso, come una lama tagliente che premeva senza sosta sul suo sterno e, per appagare quella dilaniante sofferenza, si sforzò nel piegarsi in due, come un vecchio costretto a combattere l’avanzare increscioso del tempo. Apparentemente impassibile, il volto trapelava di appiccicoso sudore, l’elmo infatti - seppur ancora gelido – comprimeva il suo pallido viso segnato da un crescente e insopportabile calore, sempre più sgradevole e viscido.
Concentrato indirizzò lo sguardo nel vuoto, nel buio, per un’ultima volta, poi lentamente chiuse gli occhi. Non poteva fare affidamento alla vista ora che quel indispensabile senso sembrava essere stato svigorito, doveva concentrarsi in qualcosa – che in lui, era molto meno trattato: l’udito era sicuramente uno di questi, l’unica e la più ardua soluzione a quella bizzarra faccenda.
Si sentiva spossato, e in quei attimi inquietanti riusciva a captare soltanto il suo frenetico battito del cuore che pareva pronto a scoppiargli in petto, per il modo in cui innegabilmente martellava, come un forsennato. In che modo poteva confrontarsi ora? Ripeteva pensieroso, dubbioso.
Gli avevano insegnato di ossequiare il nemico –di amarlo in certi casi, l’avevano cresciuto secondo un codice ben preciso, severo, regole di contegno verso coloro che avrebbe dovuto uccidere, eliminare. Lui era abituato ai campi di battaglia, alle guerre, non agli incontri cavallereschi, e lui - come i suoi fratelli del resto - era addestrato per uccidere centinaia di avversari, senza sosta, senza portare dentro se alcun peccato di colpa, senza rattristarsi per l’abbattimento del nemico poiché il fine sarebbe stato assai più importante della morte di migliaia d’esseri, spiegavano.
Ma lì, su quel pavimento biancastro, era diverso. Non vi erano motivi onesti, né ammissibili intenti di intesa per la mente del paladino.
Tutto ruotava attorno alla distruzione, in quel miserabile frangente della sua vita niente aveva più senso.
Niente.
Alcune parti del suo corpo brulicavano, intorpidite e sofferenti. Le schegge - di quel legno infranto dalla caduta del lucernario - entrate nelle minuscole fessure dell’armatura erano fastidiose e pungenti. Ed era una strana sensazione, quella che provava. Una sensazione che lo mortificava, perché ancora non credeva di essere arrivato fin laggiù solo per dar del filo da torcere ad un mostro.
Lo credeva, lo insinuava.
Inaspettatamente, per un spasmo interiore dei reni, tossì. Tuttavia tentò di non liberare quello sfogo e per questo il suono prodotto riecheggiò solo dentro la bocca del paladino, diventando quasi un borbottio soffocato, poi però non riuscì più a trattenersi e quella tosse venne fuori, dalle sua labbra, in modo violento, energico.
Il suono creò un rimbombo liberatorio, sorprendente per la mente del Vittoriano. Un segnale che avrebbe fatto trovare la soluzione a quell’enigma cosi tanto problematico. Quella stanza infatti era perfetta per qualsiasi tipo di eco, vista la sua immensa grandezza.
Se quel essere si fosse avvicinato a lui, il rintrono sarebbe sembrato vicino e non distante, forte e non debole…
Forse poteva farcela, ma forse si sbagliava.
Udì qualcosa poco dopo l’esplosione, un qualcosa che andò a schiantarsi sul quel rivestimento di mattoni perlacei, doveva essere stata colpita quella meschina bestia ma nessuna esclamazione, nessun gesto di trionfo e nessun sorriso si manifestarono in Vràstax, continuò ad essere impassibile infatti, noncurante di quella prima vittoria. Non era da lui entusiasmarsi per le sofferenze altrui, non era della sua stirpe godere per quelle disgrazie ampiamente non volute.
E sospirò tristemente quando l’avversario si rialzò esordendo, di nuovo, con qualcosa di comprensibile questa volta.

« Io si. »

Si lasciò andare ad un altro sorriso scoraggiato quando non sentì più nulla.
Poi, come aveva sperato, accade ciò che il Vittoriano intuì poco prima. Riusciva a sentire i passi vigorosi di quell’essere, il rimbombo che si veniva a creare ad ogni sua falcata. Era sempre più vicino con la catena che ruotava, che sbatteva sul pavimento. Come un toro avanzava senza fermarsi, sicuro di se.
Un lungo e profondo respiro spezzò quel suono tanto vorace e una calma inquietante fece da padrone nello spirito del paladino: il cuore smise di martellare insistentemente, il respiro si fece più leggero e regolare.
Un unico passo indietro. Nella sua mente vide quella maschera e quegl’occhi cremisi che lo fissavano affamati del suo sangue; portò le braccia in alto piegandole, accovacciò la testa fra di esse e fletté – per ultimo - anche le gambe. Gli mancò il fiato quando qualcosa di incredibile sprofondò negli arti, dapprima riuscirono a sorreggere quella spaventosa forza, poi cedettero e lasciarono posto all’elmo che resistette solo un pò a quel colpo, ma che (subito dopo) si piegò incavando il metallo nella pelle.
Una smorfia di dolore e ancora tanta sofferenza giocarono con i sensi e la mente del Vittoriano, che fu costretto a togliersi dal capo quell’ormai inutile protezione subito gettata pochi metri distante da lui.
Rimase fermo, dolorante mentre il sangue colava lentamente da sopra il naso, sulla fronte un taglio si era creato. Gli girava la testa ora, ma continuava comunque ad essere sereno,
stranamente.

image



« Non puoi farmi del male. »

Echeggiò, poco convinto.
Eppure l’aveva già fatto, ma Vràstax intendeva un male diverso, un male proveniente dal cuore e dall’anima.
Il male della sconfitta.








SPOILER (click to view)
CITAZIONE

[Rec - 175] [Aev - 75] [PeRf - 350] [PeRm - 400] [CaeM - 175]


Energie residue - 90% (125%)
Condizioni fisiche - danno alto (contusione) nei reni, danno medio (taglio) nel volto, danno insignificante (graffi e tagli) all'interno del corpo
Condizioni psichiche - indefinibile (?)
Equipaggiamento - spada impugnata con entrambi le mani, scudo posto sull’avambraccio sinistro, lancia posta dietro la schiena (posizione obliqua).
Passive - La presenza del Bene nell’animo dei Vittoriani (già citata); Le durevoli Alterazioni del Bene (già citata); Il delitto della formazione: guerra, addestramento e le loro conseguenze (già citata); Non sopporterò le ingiustizie (già citata).
Tecniche - Speranze, orrori e campi di battaglia; la sconfitta; i risultati dell'esperienza, finalmente (alto); La non guerra, ferri e scudi; l'abbraccio dell'acciaio; tuona il clangore delle armi (alto).
Note - Cercherò di essere il più chiaro e celere possibile. Per prima cosa mi scuso per aver tralasciato la parte che riguardava il lampadario precipitato, ma avevo letto -scherzo della mente - "dietro le spalle", in ogni caso il danno è esiguo, o almeno dovrebbe esserlo.
Piccole precisazioni:

- quella non dovrebbe essere una difesa assoluta, ma una semplice difesa a 360° (se non mi sbaglio)
- in quello che dirò ora mi assumo tutte le responsabilità del caso: il tuo attacco lo condiderato di un livello Alto+Medio poichè Mira Infallibile da Basso è diventato Alto (perciò salito di non uno ma di due livelli). Anche perchè se hai paragonato le CaeM, è troppo poco. Se hai paragonato CaeM e PeRm è troppo, quindi ho optato per qualcosa di diverso.

In ogni caso in questo post mi difendo soltanto. A te la penna. cit.

P.s: per questo e il prossimo turno i consumi saranno per Vràstax dimezzati in eccesso.
CITAZIONE
Speranze, orrori e campi di battaglia; la sconfitta; i risultati dell'esperienza, finalmente– Ogni Caesar sa quanto è importante per lui e per i suoi alleati non sprecare le proprie energie. Sa che spesso il vero nemico si nasconde oltre le prime linee, oltre i combattimenti più cruenti e oltre la propria fortezza. Sa che trovarsi impreparati sul campo di battaglia o cedere alla spossatezza porta inevitabilmente alla sconfitta e che non sono i più deboli a cadere, quanto più i meno resistenti. La volontà di perseguire ogni male e la capacità di punirlo instancabilmente: questo è ciò che contraddistingue un Caesar da ogni altro Vittoriano. Spendendo un consumo pari ad Alto, l'angelo riuscirà a diminuire i propri dispendi energetici e a conservare le proprie energie nella prospettiva di un lungo combattimento. Per due turni, infatti, qualsiasi consumo energetico perpetrato dal Caesar risulterà infatti completamente dimezzato - e arrotondato per eccesso. Egli regolarizzerà il proprio respiro, rallenterà il proprio basttito cardiaco, si farà più saldo sulle gambe e saprà che tutto ciò che ha imparato sui campi di battaglia non è stato sprecato: Potrà finalmente esprimere tutta la sua potenza senza il timore di risultarne spossato in seguito.

CITAZIONE
La non guerra, ferri e scudi; l'abbraccio dell'acciaio; tuona il clangore delle armi - L'armatura di un Caesar è in grado di bloccare qualsiasi tipo di attacco, purché egli ne sia cosciente. Si narra di alcuni di questi vittoriani che sono stati capaci di sostenere i colpi di giganti e titani bloccando i loro pugni con il semplice palmo aperto, come se questo non costasse loro alcuno sforzo. E allo stesso modo sono stati in grado di deflettere saette, fiammate, colpi di arma da fuoco e quanto di più letale i loro nemici sono stati capaci di scagliare loro contro. Il Caesar sarà infatti in grado di ricoprire i guanti e le braccia della propria armatura di pura energia, spendendo un consumo Variabile (alto), dotandole di un potenziale difensivo adeguato al consumo speso. Allungando avanti un braccio egli potrà utilizzarlo come scudo per bloccare qualsiasi tipo di attacco rivolto a lui, proprio come se il proprio arto - o meglio, il tratto di armatura che lo ricopre - fosse un potente scudo energetico. Tale potere è tuttavia applicabile solo a mani e braccia del Vittoriano: Un Caesar non si difende mai alle spalle poiché nessuno dei suoi compagni - almeno lui crede - avrà la viltà di tradirlo. Nessuno lo pugnalerà alla schiena; o almeno questo è ciò di cui ogni Vittoriano vuole essere convinto.
 
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view post Posted on 7/3/2010, 19:21
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Esempio
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“…Ho manifestato il tuo nome agli uomini, che mi hai dato traendoli dal mondo; erano tuoi e li hai dati a me e hanno osservata la tua parola. … Io prego per essi; non prego per il mondo…”.

Buio.
Fu come se qualcosa si fosse spenta nei suoi occhi.
La lucerna che portava nelle sue iridi aveva avuto un ultimo guizzo fallace, prima di spegnersi con un sibilo. Era completamente cieco al momento, mentre il corpo gli doleva un pò ovunque a casa dell'attacco di poco prima. Era come se le sue carni stessero fumando ancora, bruciando da quella sacra magia che aveva sferzato le sue membra.
Intorpidito.
Era quello l'aggettivo più consono a descrivere il suo fisico. Era provato, ma non esausto. Necessitava però di riposo.

Accese nuovamente lo stoppino nella sua testa, così da poter guardare nuovamente verso l'obiettivo senza alcun problema.
Colpito.
Ma non affondato.
Il suono che si ripercosse nella sala bianca fu come di metallo accartocciato, mentre la Fauce sibilava soddisfatta di esser andata nuovamente a bersaglio. Tornava nelle sue mani dopo aver "morso" nuovamente il suo pasto, strappandone l'ennesimo boccone dalla sua carne. Venne da lui eccitata, smaniosa di esser ricondotta verso il suo banchetto d'onore.
Joey rise, trasformando quel suono in sofferenza, a causa dei dolori che gli risalivano dal basso ventre.
La cosa lo faceva ridere solo più di prima.
Pazzo, mentre l'avversario proclamava la sua superiorità

« Non puoi farmi del male. »

Non si curò nemmeno di dargli una risposta. Aveva il fiatone, e tutto ciò che desiderava al momento era un pò di riposo. Avrebbe lasciato il palcoscenico a quel coglione che si portava dietro da un pò. Non l'aveva mai evocato a causa del ribrezzo che gli causava persino l'idea di vederlo. Ma adesso erano al buio, non gli sarebbe toccato vederlo, ne tantomeno avrebbe parlato.ù
Gli avrebbe mozzato la lingua in caso contrario; così pensava mentre estraeva dal tasca un vecchio cipollone consunto.
Un istante, ed una buffa figura esplose al suo fianco destro. Ne avvertiva il senso di oppressione e nervosismo solo standogli vicino.
Che non rompesse le palle allora; gli rifilò un potente calcio nel culo, mandandolo nella direzione del "santone" che aveva davanti. Sorrise al pensiero del bel pacco che stava spedendogli, mentre lui si trascinava in un angolo della sala per recuperare preziose energie. Si appoggiò al muro pallido, aumentando la distanza tra loro a circa venti metri, mentre i passi del Bianconiglio coprivano i suoi per confondere l'avversario. Gli serviva un pò di respiro, e quel coglione faceva al caso suo al momento.
Fece scivolare la mano sulla parete, abbandonandosi contro di essa, tenendo gli occhi fissi sul cavaliere ed un pensiero stretto nel cuore.
Ancora poco, c'era da resistere ancora un altro pò prima di poter avere le sue risposte. Doveva solo avere fede in lui.
Fede ?!




{ ReC 250 } . { AeV 250 } . { PeRf 150 } . { PeRm 200 } . { CaeM 850 }


Energia : 50%
Danni : Bruciature di livello Alto su tutto il corpo. Danno Medio agli organi interni.
Equip : La Fauce (impugnata) Medaglione (indossato)
Passive :
Dall' Unione...la Forza : La Fauce utilizza la AeV del pg per muoversi
Dalla Calma...la Capacità : CaeM raddoppiata in stato di calma, fendenti dalla forza pari a Basso contrastabili solo da tecniche dello stesso livello, riflessi felini e capacità di reagire ad un attacco a sorpresa.
Attive :
« Dalla Conoscenza...la Velocità » Come abbiamo ripetutamente detto, forse fino allo sfinimento, Joey è veloce. Una rapidità che permea non solo le sue gambe, ma anche la sua arma, e le sue braccia; in generale i suoi movimenti. Eppure tale caratteristica può essere aumentata a dismisura attingendo direttamente alla sue energie. Questo però non è il solo potenziamento che dio offre al suo suddito. Stiamo parlando di un essere superiore, di un ente che ha dato vita ad ogni cosa, plasmandola per ciò che è, dunque perchè non perfezionare oltre il limite quello che è il perfetto meccanismo del corpo umano ? Mediante un consumo Basso infatti, Joey sarà in grado di aumentare esponenzialmente le sue percezioni, ed i suoi sensi, per due turni diminuendo le possibilità di essere colto di sorpresa, e aumentando le sue capacità di individuare i nemici. [Pergamena Sensi Sviluppati]
► Cipollone ~ Il Vizio del Ritardo ~
Un grosso orologio vecchio stile, un cipollone, come viene chiamato di solito. Fabbricato in argento, ha un diametro piuttosto ampio, di circa sette centimetri, ed è molto bombato. Piccola particolarità, l'ora che segna è sempre sbagliata. L'orologio è stato donato a Joey dal Bianconiglio, come ringraziamento per averlo salvato dalla perfida Regina di Cuori.

_È T a r d i ! È T a r d i !~
L'ora che indica questo grosso orologio, si sa, è perennemente sbagliata. Eppure, in ogni istante, il portatore dell'artefatto sarà colpito da un'influenza psichica di livello Passivo che gli farà credere che l'ora che il cipollone riporta sia corretta, e inevitabilmente sia in ritardo. A molti non interessa, e amano essere in ritardo. Probabilmente è un rischio che bisogna correre! [Malus]

_I l B i a n c o n i g l i o~
Molti pensano che il Bianconiglio non sia tra le creature più forti e potenti del mondo, e in effetti hanno ragione. Eppure, forse lo sottovalutano, perché se messo alle strette sa essere un discreto combattente. Grazie al suo orologio, infatti, Joey riesce a evocarlo vicino a sé, e a farlo combattere come se fosse una vera e propria evocazione. Può in ogni caso farlo scomparire in qualunque momento, a sua discrezione. [Attiva, Consumo Basso]

_N o n S o n o P o i C o s ì D e b o l e !~
Anche se non è uno di quei draghi leggendari delle storie, il simpatico animale sa farsi valere! E infatti solo lui come evocazione potrà combattere al fianco di Joey al suo stesso livello di Energia. Sarà poco, ma è sempre qualcosa! [Passiva]

_L a F r e t t a G i o c a B r u t t i S c h e r z i~
Joey ha già conosciuto il potere del Bianconiglio, e stargli vicino gli fa essere completamente immune. In compenso, tuttavia, esso inizierà a colpire tutti coloro che lo circondano, poiché egli emana costantemente un terribile senso d'ansia, che può essere dallo stesso coniglio amplificato attingendo alle sue stesse riserve di energia, colpendo ad area tutti coloro che sono presenti, e per un singolo turno. Un'arma subdola e terribile. [Passiva/Consumo Variabile][usata come Passiva]

Note : Semplicemente cerco di riprendere fiato per il duello, sfruttando il fatto che non mi attacchi, decidendo di nascondermi. L'attacco di prima era da considerarsi immenso, secondo i miei calcoli, perchè l'abilità attiva del dominio di livello Medio era uppata ad Alta per la differenza tra la mia CaeM e la tua PerM. A questa ci dovevi aggiungere la pergamena Mira Infallibile, e confrontanto la mia CaeM alla tua l'attacco veniva uppato ad Alto. Quindi Alto + Alto = Immenso. Magari ho cannato ma volevo solo esprimere il mio ragionamento :asd:
P.S. perdonate il post di merda ma sono al limite ç___ç fottuti esami ç___ç

EDIT 12.09 : quotata una passiva mancante


Edited by Mad MiKe 90 - 8/3/2010, 12:09
 
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Vràstax Victoriàn
view post Posted on 10/3/2010, 16:40




~

Faceva male. Quelle continue fitte che inondavano il suo sterno lo infastidivano e si sentiva oppresso da quella sofferenza, consunto dagli spasmi che ledevano le interiora. Riaprì gli occhi ma nulla di quel nero morboso si affievolì, eppure si abituò – solo per un attimo – a quella frustante oscurità.
Incertezze e ombre si delinearono su quella vista forzata e fortemente fittizia, continuava a cercare, proseguiva con insicurezza benché ammaliato dal dubbio della mente, tentava di scorgere il più impercettibile dei movimenti ma sapeva che l’immaginazione avrebbe giocato contro di lui brutti scherzi. Sapeva di non potersi fidare della sua mente, ma solo dell’istinto, del temperamento.
Si erse in tutta la sua altezza, ma ancora una volta quel dolore pulsante lo fece piegare in due.
Era attento, in allerta, pronto a cercare di eludere l’ennesima offensiva di quel scostante nemico eppure, i minuti passarono e il silenzio ammorbò l’intera camera caliginosa.
Il sangue scendeva copiosamente dal suo volto ormai non più immacolato, e le gocce cremisi macchiavano senza sosta la bianca superficie piastrellata.
Indugiava nella speranza che tutto finisse, la coscienza però – quella umana – veleggiava in piccole e bramose, quanto ingannevoli, illusioni. Gli inganni delle mente che ammantavano il suo essere non angelico erano irreali, ma sembravano vivide in lui, forti e incrollabili; era imperfetto dopotutto, frammentato in parti sconosciute, non volute, ne accettate.
Un Angelo a metà,
un Umano a metà.
Un essere indefinibile, incapace di decretare la sua vera essenza.

Fece un profondo e forzato respiro, e ancora attese l’inattuabilità di vedere cambiato qualcosa.
Poi r i c o r d ò, come infinite immagini che si sovrapponevano le une alle altre, una delle ultime battaglie affrontate assieme ai suoi fratelli Vittoriani.

Riconobbe i nemici,
folli, egoistici, ululanti,
inquieti


Dedicò quei pochi istanti di pace alla fantasia, ai sogni, cosi come faceva da piccolo assieme a suo padre.
Immaginò le felicità in una realtà distorta, succuba e velenosa. Corrugò la fronte e il volto tirato, d’avanti a quella strana sensazione, sorprendentemente si rilassò.
Non seppe distinguere se ciò che stava vedendo fosse un sogno, o se ciò che stava provando fosse il frutto della sua potente immaginazione. Era difficile darne un senso, ma continuò comunque quel gioco, senza esitare.

Erano troppi,
a migliaia di migliaia,
e li fissavano,
impauriti


Distinse qualcosa, come una nuova presenza avvicinarsi al suo cospetto. Era forse l’impetuosità del Vittoriano a causare in quel essere uno strano senso di agonia e di nervosismo? Tanto che i passi di quel misero e sconosciuto nemico parvero, agli occhi (?) del paladino, ambigui e incerti.
Non capiva cosa stesse accadendo, non si sentiva a suo agio a dire il vero.
Lottò contro un inaspettato senso di nausea, non appena mosse il capo per assestare una ciocca di capelli caduta d’avanti alla fronte. Gli occhi lucidi si sforzarono nel tentativo di trovare qualcosa, ma solo buio e insicurezza vinsero quella estenuante lotta di forme e sensazioni.

Si avvicinavano rapidamente,
col cuore in gola,
alzavano le armi
e le facevano cadere su di loro,
violenti


Attaccava con pugni, calci e testate. Lo vide sbattere contro una sua gamba, furibondo e impaziente; sembrava peloso, forse era un animale, ed era basso, talmente basso da non arrivare nemmeno all’altezza del ginocchio del paladino. Borbottava come un forsennato, in preda al nervosismo e al furore di chi sta cercando di finire qualcosa. Si appiccò a lui –nel vero senso della parola, ma per quanto fastidioso e irrispettoso fosse, apparentemente non gli causò alcun tipo di danno materiale giacché la protezione che l’armatura offriva sembrava assestare quell’inerme potenza.
Era forse l’unico però, tra tutti, a generare in Vràstax un senso di vera inquietudine, tanto che ne rimase leggermente sbigottito.

E rispondevano i fratelli,
rapidi e decisi,
mortali e gagliardi,
superbi e invincibili,
ma i nemici resistevano,
prepotenti


Avrebbe dovuto ucciderlo forse, ma non lo fece, non poteva.
Il nemico, il suo vero nemico, aveva forse mandato contro di lui quel povero essere per prendere tempo, riposarsi ed elaborare nuove strategie, chissà quale sarebbe stato il piano ora. Un buon modo nondimeno per essere definito più che calcolatore, un meschino approfittatore. Eppure l’avrebbe dovuto disprezzare per come il “senza nome” si stava comportando nei suoi confronti, uno sciagurato egoista privo di scrupoli e bontà, privo di regole e senso del rispetto per l’avversario.
Nel momento in cui la bestiola si staccò da lui però, il Vittoriano decise di muovere un passo in avanti, tentando di captare – oltre a quella continua parlantina – il respiro forse affannoso proveniente dalla bocca avversaria. Ma non udì niente, nulla che potesse attirare la sua attenzione.
Forse era lontano, troppo lontano per il paladino, o forse stava semplicemente cercando una via di fuga?
No, non poteva essere, per quel poco che aveva capito la vigliaccheria era l’ultimo dei difetti di quel mostro. Una vigliaccheria intesa come ritirata, era ovvio.

Una battaglia imparziale,
dove nessuno aveva la meglio sull’altro,
era rimasta solo la forza di volontà,
ci credevano ancora
di aver l’ultima possibilità,
l’eroe, l’unico che avrebbe reso i nemici
morti


Una battaglia imparziale, pensava Vràstax.
Era convinto di essere caduto in un tranello fin da quando aveva messo piede in quell’arena. Tutto aveva preso una brutta piega, niente si era salvato, si sentiva come sfortunato, sciagurato. Un duello dove nessuno aveva la meglio sull’altro dopotutto, dove entrambi però erano stati colpiti e feriti, ingannati e beffati. E adesso era rimasta solo la forza di volontà, per il Vittoriano.
La volontà, ripeteva… aveva quasi perduto il significato di quella parola. La determinazione nel vincere qualsiasi provocazione.
Ancora un passo avanti, solo un altro, gridava dentro di se. Ci credevano ancora, lui e – quasi paradossalmente - il suo spirito angelico, nel riuscire in quell’intento di redimere il male da quell’essere cosi tanto ignobile e abietto.
Pensava, anzi credeva di aver l’ultima possibilità contro l’avversario poi tutto sarebbe sfumato, erano agli sgoccioli ormai, mancava poco alla fine lo sentiva. Ma una forza misteriosa che già l’aveva avvolto si rimpossessò di lui, inaspettatamente afferrò con più forza l’elsa della propria spada finché le nocche non divennero bianche.
Capì allora di essere l’eroe, l’unico che avrebbe reso i nemici, i suoi nemici inermi di fronte a ciò che lui proteggeva con anima e corpo. Avrebbe voluto sbraitare mentre la spada risucchiava da lui (dall’unica fonte di luce) energia distruttiva. Non lo fece, la forza di volontà adesso sembrava essere illimitata.
Girò la punta con affanno, la fece ruotare e la vide accrescersi di intensità, un bagliore immane investì il suo corpo. Era qualcosa di incredibile.
E come per due volte assimilò energia. E come per due volte si caricò.
E per due volte si avverò ciò che nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere.
Un enorme onda di purezza fuoriuscì dal metallo di quella spada, un onda che ricoprì quasi l’intera sala; una affondo orizzontale, prima a destra e poi a sinistra, netti, precisi e abnormi; rapidi flussi di energia che avrebbe coinvolto gran parte di quella terrificante sala.

«Morte.»

Disse in un soffio.

Ed è il pensiero | della morte che, in fine, aiuta a vivere.




SPOILER (click to view)
CITAZIONE

[Rec - 175] [Aev - 75] [PeRf - 350] [PeRm - 400] [CaeM - 175]


Energie residue - 50% (125%)
Condizioni fisiche - danno alto (contusione) nei reni, danno medio (taglio) nel volto, danno insignificante (graffi e tagli) all'interno del corpo
Condizioni psichiche - indefinibile (?)
Equipaggiamento - spada impugnata con entrambi le mani, scudo posto sull’avambraccio sinistro, lancia posta dietro la schiena (posizione obliqua).
Passive - La presenza del Bene nell’animo dei Vittoriani (già citata); Le durevoli Alterazioni del Bene (già citata); Il delitto della formazione: guerra, addestramento e le loro conseguenze (già citata); Non sopporterò le ingiustizie (già citata).
Tecniche - Speranze, orrori e campi di battaglia; la sconfitta; i risultati dell'esperienza, finalmente (alto); La non guerra, ferri e scudi; l'abbraccio dell'acciaio; tuona il clangore delle armi (alto).
Note - Contando che Vràstax possiede doppia PeRf rispetto a quello di Joey e quindi anche a quella del coniglio, ho pensato che il danno fisico provocato da quest'ultimo sia esiguo.
Per l'offensiva mossa mi spiego: innanzitutto sono due critici da contare però più di immensi, vista la PeRm doppia, di questi due attacchi solo uno dovrebbe cercare di colpirti, non avendo appunto descritto dove tu stessi andando e/o poggiando.
Essendo un attacco immenso comunque l'area ricoperta dovrebbe essere sufficiente per "inghiottirti" in una delle due onde partite dalla spada.
CITAZIONE
Gl’antichi Servigi del Bene– Non solo le armi di Vràstax posseggono proprietà del tutto fuori dal comune, ma riescono pure a manifestare l’elemento luce sotto forma di attacco, rendendosi del tutto pericolose e alle volte mortali. Le armi infatti, in qualsiasi momento e senza alcuna concentrazione potranno ricoprirsi di un semplice alone elementare, Vràstax dovrà però passare le dita sull’area dell’arma su cui il si è iscritto l’incantamento. A questo punto il Vittoriano, a seconda dell’ammontare di energie che spenderà, potrà far variare, sia di forma che di intensità, la magia potenziale che in qualsiasi attimo si scatenerà dalle armi benedette.In termini di gioco si potrà avere un controllo del non-elemento, limitato alle sole due armi incantate. L'abilità conta come una tecnica a livello Variabile (immenso, da considerare più che critico)





 
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view post Posted on 14/3/2010, 16:39
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Esempio
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Ansimava, come un animale, nel frattempo che il sangue circolava rapido nelle vene, producendo quella sensazione di bollore al volto, mentre le membra gelavano a causa dell'umidità del luogo.
Il suo intero corpo pulsava, come in una sorta di sadica sincronizzazione con il suo cuore.
Ogni battito, ogni respiro, era una tortura inumana per lui; come se ci fossero delle lame invisibili a penetrare la sua carne.
Stanco, quasi morto, eppure si ostinava a rimanere in piedi, sfruttando la parete piastrellata come una sorta di rudimentale stampella a cui aggrapparsi.
Ansimando, mentre osservava l'operato di quella fottutissima palla di pelo. Gli sfuggì una sonora imprecazione quando lo vide caricare a testa bassa l'avversario, sopprimendo a fatica un moto di rabbia che lo stava per portare a scagliarsi su quel coglione e farlo a pezzi.
Perchè cazzo stava attaccando? Quando glielo aveva detto?!
Prese mentalmente nota di scuoiarlo alla prima occasione propizia, ma per il momento aveva un mare di merda a cui badare. Ed il livello aveva raggiunto pericolosamente la sua gola.
Rimase a guardare ancora, incapace di distogliere lo sguardo da ciò che stava accadendo dinanzi a se.
Il Bianconiglio colpiva il paladino facendogli il solletico, dato che questi non cercava nemmeno di opporre resistenza.
Gli parse di sentire un sospiro rassegnato, e a quel punto gli argini nella sua testa saltarono del tutto.
Si stava letteralmente coprendo di ridicolo in quel momento, ed era una cosa che non riusciva a tollerare.
Si sentiva svuotato a causa della stanchezza e del dolore, ma la rabbia lo riempì nuovamente, agendo come una sorta di grezzo anestetico. Si sentiva bruciare nelle viscere, voleva falciare tutti in quella stanza, amici o nemici non faceva alcuna differenza al momento.
Gli occhi gli si socchiusero "rettilmente", mentre le mani si staccavano dall'appoggio che avevano trovato.
Il tempo di muovere qualche passo in avanti, prima che l'onda lo travolgesse completamente.
Vide il cavaliere armeggiare con la propria lama, ruotandola a 360°, emettendo da questa una potenza disumana tramutata in luce e purezza; un attacco che non era in grado di fronteggiare in quello stato.
La morte sarebbe stata una certezza.
Morire senza una risposta.
Morire.
Mai.
Avrebbe sacrificato ogni cosa pur di ottenere ciò che stava cercando.
Persino la sua Dama.
La osservò con nostalgia romantica, prima di caricare in lei un quantitativo di energia mostruoso.
Sarebbe servito a ben poco, dato che mai avrebbe potuto annullare quell'offensiva, ma almeno avrebbe significato vivere.
La sentì quasi fremere nella sua mano e soffiare nella sua testa. Era adirata per come la stava utilizzando, come se fosse uno scudo del cazzo per salvarsi il culo.
Gli si strinse il cuore mentre la lanciava verso il fascio di luce, serrando i denti e attendendo il dolore.
Le grida di lei anticiparono la sofferenza, e a loro modo furono motlo peggio. Fu come sentirla sciogliere nelle sue dita, mentre il suo corpo subiva i danni per entrambi.
Fu spazzato via, perdendo ogni percezione.
Il buio che aveva tanto apprezzato era stato sostituito da una luce accecante, fastidiosa, inquisitrice.
Pianse per la Fauce, e fu l'ultima sa azione prima che le tende calassero sul palcoscenico.
Amen.



{ ReC 250 } . { AeV 250 } . { PeRf 150 } . { PeRm 200 } . { CaeM 425}


Energia : 30%
Danni : Critici su tutto il corpo. KO.
Equip : La Fauce (?!) Medaglione (indossato)
Passive :
Dall' Unione...la Forza : citata
Dalla Calma...la Capacità : citata
Attive :
« Dalla Conoscenza...la Velocità » citata
► Cipollone ~ Il Vizio del Ritardo ~
Un grosso orologio vecchio stile, un cipollone, come viene chiamato di solito. Fabbricato in argento, ha un diametro piuttosto ampio, di circa sette centimetri, ed è molto bombato. Piccola particolarità, l'ora che segna è sempre sbagliata. L'orologio è stato donato a Joey dal Bianconiglio, come ringraziamento per averlo salvato dalla perfida Regina di Cuori.

_È T a r d i ! È T a r d i !~
citata

_N o n S o n o P o i C o s ì D e b o l e !~
Citata


« Dalla Concentrazione...la Precisione »
Un risvolto particolare delle abilità del reietto sono le sue capacità offensive. Essi infatti si baseranno principalmente su velocità e concentrazione, che diveranno la chiave di volta per ogni duello. Ma come combatte realmente Joey? Beh dare una spiegazione a tale quesito non è troppo difficile per chiunque l'abbia visto all'opera almeno una volta. Il mezzo attraverso cui si propagano le sue offese, è la sua amata Fauce, che agisce da Boia e Compagna al tempo stesso, silenziosa e letale. Attingendo ad un quantitativo di energie pari a Basso infatti, il giovane sarà in grado di riversare tutta la sua concentrazione nella sua Dama, donandole un potere distruttivo senza eguali. Un effetto simile può essere ottenuto utilizzando un costo Medio di energie. In questo caso, il guardiano, ricoprirà la sua arma di un pesante alone di distruzione, trasformando ogni colpo fisico in una tecnica pari al consumo utilizzato. In questi frangenti, l'arma acquista una forza ed una velocità spaventose, riuscendo a superare innumerevoli difese, cogliendo di sorpresa l'avversario, che avrà l'impressione di fronteggiare un normale pezzo di ferro, e non una Belva. Molti sono coloro che caddero sotto i suoi colpi, e molti altri lo saranno per via della natura infida del colpo. Bloccare fisicamente un'offesa del genere infatti, risulta quasi impossibile per chiunque, rendendolo un facile bersaglio. Di sicuro si tratta di una delle tecniche maggiormente utilizzate dal peccatore, che però talvolta è costretto a dover utilizzare le maniere forti, dando sfoggio di capacità ancor più temibili. In questi allora, egli brucerà dalle proprie riserve, un ammontare di energie pari ad Alto da riversare direttamente nella sua Fauce, che acquisterà una potenza straordinaria, capace di spezzare ossa come fossero fragili fuscelli, o nel caso in cui impatti con la lama avversaria, di frantumarla in due, rendendo il portatore totalmente inoffensivo e alla sua totale mercè. C'è tuttavia un ultima capacità degna di essere annoverata, presente nel campionario del dannato. Usufruendo di un Basso di energie, Joey sarà in grado di lanciare un colpo molto particolare. Esteticamente questo parrà simile ad un normale attacco della Fauce, tuttavia sarà in grado di fare danni spropositati qualora l'agente rimanga nel suo stato di calma. Infatti in questa modalità, le statistiche che saranno influenzate, vedranno contrapposta la CaeM di Joey a quella del suo avversario.

Note : Incasso il colpo, provando a smorzarlo con quella tecnica per salvarmi almeno la pelle. Non capisco perchè comunque hai fatto attaccare il coniglio dato che io non l'avevo scritto, ma vabbè mi hai steso comunque xD la calma è andata a farsi benedire xD

P.S. è una merda lo sò, ma almeno non ho buttato le scommesse degli utenti nel WC ^^
 
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Vràstax Victoriàn
view post Posted on 15/3/2010, 16:46




~

Fu come se tutto si fermasse. Rimase fermo, immobile a fissare l’oscurità che l’avvolgeva. Non sentiva più nulla se non il suo pesante e forzato respiro. Non era stanco, il fisico –lo sentiva, era ancora in uno stato pregevole, una forma non perfetta ovviamente ma comunque capace di dar sfogo al suo vigore, alla sua potenza. D’altronde era un uomo, un Vittoriano cresciuto nei campi di battaglia che aveva combattuto per giorni e notti senza mai fermarsi, senza mai risparmiare gli avversari. Senza mai perdere. Eppure ora era diverso, aveva rischiato di morire, di perdere la sua vita, di cadere nell’oscurità per un motivo altrettanto oscuro e incredibilmente avverso.
Sospirò sonoramente, per tentare di rilassare i muscoli che si erano fin troppo intorpiditi. Era ineccepibile la sua condotta, ma forse era andato fin troppo oltre il limite imposto dal codice della sua razza.
Tuttavia, dentro di se, sapeva di non aver esaltato ed esternato le sue doti maggiori in maniera assoluta. Riconosceva che ciò che aveva appena fatto era niente rispetto alla sua vera forza. Non ne andava fiero a dir il vero, poiché – come gli avevano insegnato – il potere cercava sempre più potere, e questo si sarebbe trasformato in un’influenza distruttrice, maligna e letale per il suo ego.
Più crescevano i Vittoriani più perdevano l’equilibrio che li faceva diversi da tutti gl’altri, alcuni sprofondavano e cadevano in oblii di avidità e di morte, altri, non accettando quel cambiamento cosi drammatico e contorto, preferivano far fronte alla propria morte, suicidandosi.
Uno solo, uno solo era riuscito a rimanere lucido, uno solo aveva vinto quella profonda metamorfosi.
E solo lui gli aveva traditi.
Con l’inganno.
Ma con la morte aveva pagato.

~~

Scacciò via quei pensieri, ricordi lontani che ancora entravano violenti dentro di lui, avvertendolo di qualcosa che non sentiva e che nemmeno provava come un sogno premonitrice, eppure erano soltanto avvenimenti passati che non avevano nulla a che fare con ciò che era diventato.
Da quando era lì, solo l’oscurità l’aveva abbracciato in una morsa tenebrosa, quasi enigmatica. Stava forse cercando di tentarlo, il nero della morte?
O lo aveva semplicemente aiutato in ciò che era scritto nel destino?

Il silenzio adesso era totale e tutto sembrava inoltre essere morto. La pace dei defunti, pensò.
Dal borbottio vivace di quell’animale sconosciuto al fervido ghigno di quel folle e maniacale uomo, nulla si salvò.
Probabilmente il suo avversario era caduto, non si era rialzato ma si era semplicemente arreso. Non fu contento di ciò che accadde, e non fu appagato o compiaciuto nel vedersi trionfale in un combattimento che non aveva nulla da che onorare. Si sarebbe dovuto esaltare, ma rimase – a differenza di molto uomini – impassibile e neutro, glaciale e rispettoso di fronte al “senza nome”.
Era solo dispiaciuto per il dolore che aveva provocato a quell’essere che appariva cosi infelice ai suoi occhi; non avrebbe inferito, non l’avrebbe fatto, l’aiuto dell’anima non era necessario.

~

Era finita, finalmente.
La lama della sua spada si illuminò e gli rese visibile una misera parte di quel luogo che l’attorniava: recuperò l’elmo e istintivamente si mise a cercare colui che l’aveva sfidato. Non fece caso (non ci riuscì più che altro) alla presenza di un mostro che giaceva forse addormento in un angolo di quel luogo. Non fece caso alla figura che osserva quello spettacolo da dietro lo specchio, non gli importava
ora
di nulla.
Solo la vita del mostro era importante per il misericordioso Vittoriano. Lo vide accasciato, svenuto e mal ridotto. Non poteva fare niente per soccorrerlo, ma una cosa la fece: lo issò, e lo prese tra le braccia come un bambino accudito dalla madre.
Il dolore fu ripudiato violentemente, scacciato via con fermezza.
Si erse il gigante, l’uomo che raggiungeva i due metri abbondanti di altezza, strinse i denti pregando. Si fece più vicino possibile a quello specchio che li divideva, affondò il suo profondo sguardo negl’occhi dell’altro.

«Aiutatelo.»

Disse, senza tremare, atono e convinto.
Un uomo di poche, pochissime parole.
D’altronde l’avevano abituato a poche chiacchiere e a tanti tanti fatti.






 
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view post Posted on 16/3/2010, 19:06
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CITAZIONE
Azione da QM

« ...Aiutarlo? »

La voce del sovrano tuonò in un greve cachinno di sarcasmo, che incespicò per qualche secondo nell'aria prima di giungere alle orecchie del Vittoriano. Persino Chevalier parve scosso da un palpito di ilarità.

« Finalmente vedo qualcuno massacrare il proprio avversario, e questi mi supplica d'aiutarlo? »

Con un edonista gesto della mano, il sovrano materializzò una corona scintillante - chiaramente una mera immagine, nulla più che una blanda illusione - sul capo di Vràstax, ridacchiando bastantemente perché i propri borboglii tagliassero la spiluccante attesa scandita dai respiri innaturali di Chevalier.
Un'aureola scintillante, del colore dell'oro. Orribilmente pacchiana. Un monile di mondana sovranità che si sarebbe vaporizzato al primo tocco.

« Goditi il momento, Leonida. »


Joey Burzum

» Scrittura: Frammentata. L'utente compie numerosi errori di grammatica/ripetizioni (immagino per lo più dovuti ai post scritti all'ultimo momento) che compromettono inevitabilmente la scorrevolezza del post. Spesso ha alcune difficoltà nella formulazione dei periodi, ma la stonatura più greve è da rintracciarsi nelle scelte lessicali adottati. Ho apprezzato molto la scelta introspettiva di utilizzare parole completamente differenti nel rivolgersi alla dimensione della chiesa e a quella del proprio avversario, ma l'averci ricorso così saltuariamente e mettendovi così poco accento mi ha fatto dubitare che fosse una scelta voluta: nel qual caso, dovrei penalizzarti per la confusione lessicale adottata - e anche se fosse voluta, lo stesso fatto che mi desti dei dubbi sulla sua realtà significa che la realizzazione di tale "Stile" è ancora ampiamente da rivedere. Joey stesso ne risente come personaggio, dando al lettore un'immagine più confusa di sé di quanto dovrebbe essere: a tal proposito, mi sono permesso di togliere un mezzo punto in merito all'artefatto del Bianconiglio. Se fino alla sua evocazione Joey appariva come un personaggio saldo ma con qualche cedimento, l'utilizzo di una tecnica così incoerente con il personaggio stesso nuoce gravemente alla sua interpretazione (tanto più che mi è parso che Joey stesso odiasse la creatura). Questo in luce anche del fatto che tutte le altre tecniche di Joey sono molto caratteristiche e ben fatte: una vera e propria stonatura.
» Voto: 5.5

» Strategia: Calante. Analizzando punto per punto il duello incappiamo in una serie di scelte nei primi post strategicamente imponenti, che fanno perdendosi e svanendo con l'avanzare del duello. Nello specifico: Nel primo post Joey accompagna due attacchi (La lampada appesa al soffitto e la fauce) ad un blackout che durerà tutto il duello al quale lui può far fronte - encomiabile, anche se vista la natura nel personaggio non ho compreso la scelta di non puntare direttamente a un organo vitale come ha fatto successivamente. Nel secondo post, si limita a ripetere un attacco simile a quello del precedente, ma più pericoloso - accettabile: il buio lo aiuta ed è stato senza dubbio efficace, nonostante la ripetitività del gesto. Nel terzo post invece Joey non combatte. Nel quarto si difende - nemmeno efficacemente - dall'offensiva avversaria per poi perdere i sensi. In breve: Un post strategicamente eccellente, due accettabili, e nei rimanenti il personaggio - per decisione dell'utente o necessità - non combatte. E' inevitabile, ma devo dare l'insufficienza anche a questo campo.
» Voto: 4.5

» Sportività: Anche in questo caso vorrei valutare singolarmente ogni post di combattimento, così da poter evidenziare ogni antisportività (Anche quelle trascurabili, che denominerò "Nei") e ogni comportamento non regolamentare - come farò, poi, anche nel caso di Sarnek.
Primo post: Nonostante della tecnica "Della concentrazione... la precisione" hai utilizzato solamente la parte riguardante il III livello attivo del dominio Warrior Style, sarebbe stato opportuno indicare che la prima parte dell'abilità si riferiva alla pergamena "Mira infallibile" del cacciatore. Giudici e giocatori potrebbero rimanerne spaesati, altrimenti, come se sono stato io finché non ho letto la correzione in un post successivo - Neo.
Secondo post: Come ti ha fatto notare Sarnek stesso, quella che hai utilizzato per difenderti non è una difesa assoluta ma una normale difesa a 360° - Neo. Inoltre, la pergamena Mira infallibile (Come qualsiasi pergamena che non utilizza la PeRm come caratteristica portante) permette il confronto tra la propria CaeM e la PeRm dell'avversario, dunque doveva salire da Basso a Medio, e non da Basso a Alto - errore consistente. Inoltre, Joey ha già perso evidentemente la calma (e con essa i benefici del primo livello del dominio Warrior Style". Cito dal tuo stesso post, al momento dell'attacco: "Il cuore in gola. Gli occhi scintillanti. Una sorda preghiera saliva nel cielo. Cadi figlio di puttana." Decisamente tutto fuorché calmo. Eccitato, direi - errore decisamente influente, considerando quanto il tuo valore di CaeM abbia influenzato l'incontro. Per ultimo, l'utilizzo di Mira infallibile su una catena - Errore trascurabile.
Terzo post: Ancora, CaeM raddoppiata nonostante Joey non sia calmo - Trascurabile, questa volta, considerando che non hai attaccato.
Quarto post: Un appunto sulla tecnica utilizzata. Cito: "Infatti in questa modalità, le statistiche che saranno influenzate, vedranno contrapposta la CaeM di Joey a quella del suo avversario." Dovrebbe confrontare la propria CaeM alla PeRm avversaria, altrimenti non può essere regolamentare.
Considerato la mole di errori (alcuni anche gravi) capirai che non me la sento proprio di darti la sufficienza. Nemmeno in questo campo. Detto questo, posso senza dubbio dirti che i tuoi impegni per postare all'ultimo secondo senza far concludere lo scontro a tavolino sono un comportamento eccellentemente sportivo (Mia incazzatura a riguardo a parte) e ti fanno guadagnare mezzo punto.
» Voto: 4.5


Vràstax Victoriàn Leonida

» Scrittura: Anche nel tuo caso, come per il tuo avversario, gli errori grammaticali/di formulazione del periodo non si contano. "L'ha" e "L'ho" trasformati in "la" e "lo"; aggettivi preposti malamente e goffamente ai nomi; ripetizioni; virgole mancate; accenti dimenticati e chi più ne ha più ne metta. Fortunatamente, l'interpretazione del personaggio è abbastanza valente da salvarti da quello che sarebbe un voto disastroso. Riguardo allo stile mi permetto solo di farti un piccolo appunto: Non affrontare tematiche difficili come il rispetto per la vita (primo esempio che mi è saltato alla mente) se non sei certo di poterle esprimere al meglio - finisci spesso per distorcerle e svilirle, spesso a causa della tua inesperienza in materia. Sono argomenti difficili da trattare, che vanno affrontati un passo alla volta: evita di gettartici a capofitto e ricorda che persino i maestri più grandi hanno trovato delle difficoltà nell'affrontarle.
» Voto: 5.0

» Strategia: Alti e bassi. Benché abbia apprezzato alcune scelte, altre mi sono risultate inconcepibili. Ad esempio: dopo il primo attacco del tuo avversario, perché interpretare il flash abbagliante come "l'averlo notato"? Partorendo la tecnica al suo stato più grezzo avresti potuto non solo scorgerlo con certezza, ma anche assicurarti - presumibilmente - un breve attimo di stordimento con il quale confondere l'avversario e impedirgli di prepararsi adeguatamente al successivo attacco. Strategicamente parlando, capirai che qui hai compiuto un errore. Nel secondo post ti difendi soltanto: capisco l'idea di voler attivare la tecnica del risparmio energetico, ma avresti potuto attaccare, tentare, colpire... insomma: stare fermi senza fare nulla e concedendo al proprio avversario due slot (anche se lui non li ha sfruttati) non è mai un pregio strategico. Nel terzo turno ho apprezzato l'idea di lanciare un critico, contando che ti eri preparato alla cosa castando il risparmio precedente. Tuttavia tu ne casti due - quando per farti luce sarebbe bastato ricastare il flash abbagliante - uno dei quali, come tu stesso specifichi, non andrà mai a segno: uno slot e un sacco di energia sprecata.
Al di la di tutte le considerazioni, riesci a mandare K.O. il tuo avversario, e quindi ti becchi quel punticino in più che ti meriti per la vittoria sul campo.
» Voto: 6.0

» Sportività: Anche nel tuo caso mi trovo costretto a fare un'analisi punto per punto delle scorrettezze e dei comportamenti antisportivi. I più trascurabili li indicherò semplicemente come "Nei", ma gli altri li esaminerò più accuratamente.
Primo post: Interpreti in maniera completamente travisante la pergamena Flash Abbagliante. Un po' di originalità è sempre ben accetta, ma non quando stravolge gli effetti di una tecnica - Neo. Inoltre, ignori completamente il lampadario che avrebbe dovuto caderti in testa: anche se è un errore di disattenzione e dopo ti correggi inserendo i danni, non me la sento di non considerare la cosa. E' indice della presunta superficialità con cui hai letto il post avversario - Errore considerevole.
Secondo post: Al di là di tutte le interpretazioni del caso, far notare all'avversario i suoi errori in OT nel post del duello è una cosa veramente sgradevole e antisportiva nel senso letterale del termine - Neo.
Terzo post: Questa frase me la devi spiegare "Contando che Vràstax possiede doppia PeRf rispetto a quello di Joey e quindi anche a quella del coniglio" (?). Le evocazioni non hanno mai caratteristiche: vanno gestite sulla sportività di entrambi, e attribuire dei parametri al coniglio è quindi un errore considerevole. Come se non bastasse, il coniglio non ti aveva attaccato nel turno di Mad Mike: Altro segnale della superficialità con cui leggi i post avversari - Errori considerevoli entrambi.
» Voto: 4.5


Media Mad Mike 90: 4.83
Media Vràstax Victoriàn: 5.16

Vincitore: Vràstax Victoriàn


CITAZIONE
Joey è privo di sensi (Come specificato nel suo post). Vràstax Victoriàn vince lo scontro in sede di giudizio: 500G a lui e 150G a Joey. 500G anche a me.
Vràstax Victoriàn è libero di fare un post conclusivo: in tal caso può reagire come preferisce alle parole del Re dopo le quali, tuttavia, sentirà un profondo fiume di energia (basso e corrotto) pervadere il vostro corpo e perderete i sensi.

 
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11 replies since 15/2/2010, 16:37   480 views
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