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Burnt., Contest di Aprile - Scherzo

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~Duel
view post Posted on 30/4/2010, 19:07




Se crei un Mostro ti conviene non farlo mai Arrabbiare
Le conseguenze non saranno piacevoli, poco ma sicuro...

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L’ispettore camminava attraverso il corridoio dalle pareti bruciate. Mucchi di ceneri erano stati ammassati ai lati delle stanze, per permettere di procedere senza problemi. Si avvicinò a una porta: nonostante i grandi danni che aveva riportato si poteva tranquillamente capire che un tempo doveva essere stata la più bella di tutto l’edificio. Probabilmente in quella stanza viveva il capo dell’organizzazione.

L’incendio era scoppiato quel pomeriggio presto e si era presto diffuso in tutta la villa. Nessuno aveva chiamato aiuto dall’interno delle stanze e i vigili del fuoco erano accorsi solo quando un denso fumo nero si era sollevato dalle fiamme, rendendole visibili anche dal paese vicino. Non c’era voluto molto tempo per estinguerlo, ma c’era stata una cosa che aveva lasciato perplessi tutti gli accorsi: la casa bruciata sembrava essere anche vuota. Nessun morto, nessun ferito. Quel luogo aveva fama di essere il quartier generale di una delle più grandi corporazioni criminali del paese, eppure nessuno di loro aveva fatto qualcosa quando il fuoco era divampato, nessuno aveva cercato aiuto. Erano tutti semplicemente spariti. Cos’era successo in quella villa?

Subito la polizia fu avvertita e l’ispettore arrivò a indagare e, guardando in giro, era arrivato alla sua meta. Certamente lui non lo sapeva, ma il piromane, se così lo si poteva davvero definire, aveva lasciato qualcosa in quella stanza. Dopo aver preso un respiro profondo, aprì: le mani avvolte dai guanti marroni sgretolarono la maniglia con una pressione minima e la porta si aprì solo dopo qualche spinta, ma alla fine c’era arrivato. Le fiamme non avevano risparmiato nemmeno quel luogo. Scrivania, poltrone, letto, libreria: ogni pezzo di quella raffinata mobilia era stato annerito o distrutto dalle fiamme. Una cosa tuttavia attirò l’attenzione dell’uomo: un foglio di carta era integro, su un tavolo nella stanza. Si avvicinò velocemente e, dopo averlo preso in mano, si accorse che il fuoco non l’aveva nemmeno sfiorato: qualcuno doveva averlo portato dopo l’incendio.

Prese un accendino dalla sua giacca e, utilizzandolo per farsi luce, iniziò a leggere le parole scritte su quello strano indizio. Sembrava essere una riflessione, forse proveniente da un diario, ma non riportava nessuna firma, cosa naturale dopotutto, vista la natura del caso. Dopo aver verificato l’integrità di una sedia vicina, ci si sedette sopra e, con fare tremante, lesse il messaggio che aveva trovato.


“L’illusionismo non è un qualunque tipo di magia ma è un’arte.

Ho sempre vissuto seguendo questo principio, ogni singolo giorno della mia vita, ed è probabilmente grazie a questo pensiero che sono riuscito a padroneggiare ogni ambito di questa pratica complicata. In combattimento un guerriero ha bisogno di un’arma e abilità nell’utilizzarla, un mago di formule complicate e grande memoria: io, al contrario, ho solo bisogno di fantasia.

Il mio inganno gioca con la mente, confonde i sensi e cancella le sensazioni. Poche sono le menti in grado di resistere a tutto ciò. Sono un po’ come il gatto con il topo: quando un felino cattura la sua preda non la uccide ma la tiene in vita. Se lo passa tra le zampe, prova a dargli un morso, lo squarta con i propri artigli. Ad alcuni potrebbe sembrare che il cacciatore crudele stia torturando la nuova conquista, ma non è così: si tratta solo di uno scherzo. Vuole sperimentare, vuole testare le sue abilità, vuole vedere cosa può e cosa non può fare. Per lui è un passatempo come un altro.

Naturalmente per il topo non è assolutamente così: dal suo punto di vista si tratta solo di una lunga agonia prima del momento finale. Alcuni vedono in quest’attesa una speranza di fuga, altri una possibilità per ripensare alla propria vita. In ogni caso, c’è sempre qualcosa di certo che attende il roditore: la morte. Il felino, per un suo strano senso dell’umorismo, per i suoi istinti primordiali, non risparmia niente e nessuno. Dopotutto per lui è solo un gioco, un modo crudele di scherzare con un poveretto.

Scrivo questo non perché sono pazzo - beh, non credo - ma perché con questi assurdi e lunghi ragionamenti sto cercando di arrivare a qualcosa. La storia del gatto è vera, l’ho visto innumerevole volte quand’ero un bambino, e si può dire che io stesso abbia agito nella stessa maniera con alcuni miei avversari, stressando le loro menti con continue illusioni e portandole alla follia, ma c’è una logica dietro tutto questo: conoscere se stessi.

Comportandomi in modo talmente crudele con le mie vittime ho compreso una semplice verità: la fantasia non ha limiti. Ed è proprio per questo motivo che considero l’illusione la più potente delle magie. Basandosi su qualcosa di infinito acquista un potere inimmaginabile, diventa qualcosa di grandioso. Un’arte utile anche in combattimento.

Il mio scherzo sarà infinito.


L’ispettore era confuso: che razza di discorsi erano quelli? Probabilmente si trattava di un deviato che dopo aver appiccato l’incendio era fuggito e, in seguito, era sgattaiolato dentro a fuoco estinto per lasciare quel foglio di carta. Ma quali ragioni lo muovevano? Potevano essere tante: dopotutto si trattava della villa di un’organizzazione criminale… E, altra domanda, dove cavolo erano finiti tutti i membri di quel gruppo? Non potevano semplicemente essere spariti.

L’uomo si alzò e, dopo aver dato un’altra occhiata in giro per la casa, tornò in città: aveva un nuovo caso su cui lavorare ed era certo che le indagini sarebbero durate per molto tempo.


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Un giovane osservava la villa bruciata da lontano. Non aveva smesso di ridere da quando le prime fiamme avevano iniziato a mostrarsi e si era goduto lo spettacolo da una delle colline attorno all’edificio. Dietro di se un tridente dall’acciaio insanguinato, alle mani uno strano anello dall’aspetto piuttosto antico. Sollevò lo sguardo, ammirando la volta stellata, e senza parlare a nessuno in particolare, disse:

« Maestro… Loro hanno scherzato con noi… E l'hanno pagata… Oh, se l'hanno pagata! »

Prese lo strumento da terra e, dopo aver pulito il liquido rosso con un panno, si allontanò. Il giovane Drakar, diciassettenne, diceva addio in quel modo al luogo dove aveva passato gli ultimi sette anni della sua vita. Lasciava dietro di sé morte e una lettera, senza mittente ma con un destinatario preciso, ormai defunto. Quella era la sua vendetta per ciò che gli avevano fatto, per gli anni sottratti e, soprattutto, per le bugie che gli avevano raccontato. E se c’era una cosa che l’illusionista proprio non sopportava, beh, erano sicuramente i bugiardi.



CITAZIONE
Ok, questa scena è strana, poco ma sicuro. Si parla del BG del mio personaggio, quindi ci sono molte scene che si riferiscono a cose ed eventi di altre scene che non ho ancora scritto, ma che ho già in mente XD (La storia è chiara nella mia testa, devo solo scriverla .-.).
Lo scherzo è presente con vari significati: la descrizione sulle illusioni, che possono essere intese come scherzi della mente, l'inganno attuato nei confronti di Drakar, ancora avvolto nel mistero. A voi la scelta XD

Il tutto inizia con un ispettore (è solo un pretesto narrativo, questo tizio non ha una vera importanza, fa solo una comparsata e non centra con il BG XD) che ritrova la "lettera" e la legge. Da questa non si capisce il motivo per cui il giovane ha bruciato la casa, lo spiegherò in altre scene XD
Alla fine Drakar si mostra al lettore con poche rivelazioni che confondono il tutto ancora di più :v:

Sarà la malattia da poco passata che mi ha scombussolato un po' ma spero che la scena sia comunque chiara per tutti XD

EDIT:
Ho corretto una svista XD



Edited by ~Duel - 6/5/2010, 16:33
 
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