Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Shelozagh Malleon Vs. Alicia Middleford, L'abiezione ~ Genocidio

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view post Posted on 2/5/2010, 13:21
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CITAZIONE
Azione da QM

E' una leggenda piuttosto conosciuta, quella di Niflheimr
E' un villaggio che trova spazio nell'ampia circoscrizione del Re che non perde mai, popolato per lo più da gente sprovveduta e disadorna: contadini, pescatori, matrone linguacciute e consorti disamorati.
Famiglie povere e disinvolte. Stirpi che, da generazioni, convivono con una terribile maledizione.

A quanto hanno sempre sostenuto, il loro borgo viene violato ad intervalli di tempo regolari dalla presenza di due uomini in armatura: un cavaliere nero come la pece, e un secondo paladino - candido come il latte.
Il primo si indebita con zelo dell'idea di eliminare chiunque gli capiti sotto tiro, dunque passa il suo tempo a annichilire ogni popolano tanto sventurato da capitargli sotto il naso.
Il secondo, d'altra parte, si fa carico dell'impegno non richiesto di salvare quest'ultimi, ingaggiando il cavaliere nero in duelli senza fine che hanno il risultato - più che altro - di disfare gran parte di Niflheimr.

Mi sarebbe di enorme aiuto se vi recaste lì e capiste che cosa sta succedendo: vi garantisco un sontuoso premio in denaro in caso di successo; potrete disporre dei cavalieri come ritenete opportuno.
Un anonimo benefattore

image



CITAZIONE
Il vostro personaggio riceve questo biglietto, con allegata una famosa "biglia teletrasportatrice" e le istruzioni per utilizzarla: rompendola, si ritroverà direttamente a Niflheimr. Per questo turno, nessuno di voi due vede l'altro personaggio coinvolto nella giocata. Limitatevi a un semplice post di presentazione in cui venite contattati (a vostra descrizione il come, il quando, il perché), varie riflessioni di sorta e la decisione di partecipare alla "caccia". Quando arrivate nel villaggio, vi sembra tutto calmo e tranquillo: se desiderate interagire con i popolani, non trattateli autoconclusivamente e non descrivete le loro reazioni (lo farò io nel successivo post). Turni liberi. Per qualsiasi domanda, bando.
Per la descrizione del villaggio, rifatevi all'immagine nel post. Sì: è innevato.

 
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Copper
view post Posted on 4/5/2010, 20:09




Dolore di un ricordo.


Capitolo 1


CITAZIONE

“E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo,
ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce,
perché le loro opere erano malvagie.”


[Giovanni 3,19]




L'indice accarezzava la lama, aderendo alla lucida superficie e spolverando via le poche imperfezioni e tracce di sporco che giacevano su essa. Shelozagh si lasciava invecchiare così, nei momenti di ozio, sdraiato supino sul proprio letto con le gambe incrociate e le braccia tese in avanti. Si sforzava di lucidare l'arma al punto da rischiare di consumarla, eppure – per nulla toccato nell'animo dall'incorrere in suddetta conseguenza – ai suoi occhi il metallo non era mai abbastanza splendente da poterlo usare come efficace sostituto di uno specchio. Bramava di intravedere la sua mostruosa sagoma attraverso essa, inquadrando tutti i dettagli e le deformazioni del suo volto. Non si specchiava per mera vanità, ma anzi, essendo trattato da tutti gli esseri viventi al pari di un fantasma, il riconoscere sé stesso in un ingannevole riflesso era una delle poche emozioni che lo facevano sentire propriamente “vivo”.
Una certezza in un riflesso come la luce nelle tenebre. Un punto di riferimento affidabile, un'ancora sulla quale non si smetterà mai di fare affidamento: la forza (e il divino) dentro ognuno di noi.

Dopo aver ammesso di star combattendo una guerra persa, il Mezzorco si alzò, con il suo caratteristico esser calmo, in piedi; abbandonando la frustrante attività. Si rese conto presto, però, che aveva poche alternative a ciò: gli intervalli fra un rintocco di orologio e l'altro, in una giornata noiosa come quella, apparivano di per sé interminabili e il dedicarsi al nulla assoluto non avrebbe fatto altro che amplificare quel senso di eterna e malinconica immobilità.
Nessuno era entrato, nessuno era uscito dalla casa quel dì; si godeva in piena solitudine – spezzata solo dalla presenza del padre – l'ennesima giornata di neve.
Ma in fondo quell'uggia ormai era parte di lui: aveva imparato a convivere con essa poiché non poteva fare altrimenti, se non commettere un atto di suicidio per fuggire dalle responsabilità, cosa che ovviamente giammai sarebbe successa.

La sua attenzione però fu catturata da una presenza estranea, apparsa dal nulla: una lettera.
Come questa era venuta a trovarsi sulla scrivania personale di Shelozagh egli non lo sapeva, ma stava di fatto che era lì, perfetta e sigillata. Era sbucata all'improvviso, quasi proveniente da una dimensione estranea ad Asgradel o frutto di una (ben riuscita) magia; come una sentinella intrusa che di buono lasciava presagire poco o nulla. Non che il Malleon non ricevesse epistole – in quel periodo della sua vita anzi in molte facevano comparsa nella buca delle lettere, spesso scritte al fine di coinvolgerlo in qualche lavoro interno al Sorya – ma le circostanze che accompagnavano la venuta di quella busta tracciavano un disegno dai contorni fin troppo poco definiti.

Si avvicinò al ligneo tavolo per far luce sull'accaduto, ma, alla vista del marchio e della firma che decoravano ed autenticavano il documento, Shelozagh fu assalito da un singulto nauseabondo ricolmo di terrore e di agghiaccianti ricordi.

“L'Abiezione.”


La somiglianza con la lettera ricevuta poche settimane prima era evidente, sebbene non riportava testualmente la “parola magica”. Non a caso, dunque, ebbe il sospetto che ci fosse la stessa mente dietro tutto questo. Il gigante si era ripromesso, dopo il brutale combattimento contro l'anonimo Mezzodemone, di non ripetere nuovamente un'esperienza del genere. Dire che quei pochi secondi di violenza lo traumatizzarono equivarrebbe a sminuire il tormento interiore e fisico che l'avevano attanagliato, il cui solo ricordo bastava per intimorire il fragile spirito di un essere all'apparenza tutt'altro che misero. Per nulla al mondo avrebbe accettato di sottostare una seconda volta alle (non) regole di un sadico giudice, il tutto per una semplice manciata di denari. Violenza, angoscia, terrore: sensazioni impresse sull'anima come un marchio incandescente, delle quali non si sarebbe sbarazzato fino alla morte.
“No... non voglio!”
Shelozagh afferrò l'oggetto fonte dei suoi affanni, con l'intento di bruciarlo nel camino acceso nell'atrio. La lettera si ripiegò su sé stessa, annerita e vinta dal calore delle fiamme ardenti; il Mezzorco sospirò sollevato, per poi fare ancora capo in camera sua.

Ma il diaframma si contrasse di nuovo in un verso di panico quando vide che la lettera era ancora al suo posto, come se non fosse stata mai spostata.
«No … non … è possibile …» balbettò, mentre terrorizzato fin dentro le ossa si appiattiva al muro onde mantenere la maggiore distanza possibile dalla busta maledetta. Evidentemente, non sarebbe riuscito a disfarsi di essa così semplicemente, né tanto meno del campionato del quale si faceva messaggera. Lunghi e profondi respiri segnarono il trascorrere dei secondi, mentre dalla sua gola provenivano solo sordi gemiti di smarrimento.

“L'Abiezione …”


Rassegnato e sconfitto, decise di muovere qualche passo in direzione della scrivania, tendendo il possente ma tremante braccio intento a brandire il foglio imbustato. I polpastrelli accarezzarono la delicata pergamena che fungeva da involucro, e con la stessa delicatezza di un artificiere alle prese con esplosivi innescati ne estrasse il contenuto, curandosi forse anche troppo maniacalmente di non commettere errori di alcuna sorta. Ne sfoderò un quadratino cartaceo ripiegato su sé stesso, decorato all'inverosimile anche nelle parti prive di testo.
Volse i lembi di carta finché il foglio non risultò completamente spianato e leggibile, analizzando dunque il contenuto della comunicazione. Il volto di Shelozagh si corrugò in un'espressione incapace di negare il patema interiore che viveva in quel momento.

La tensione si sciolse un po' (leggasi davvero poco) quando i suoi occhi si posarono sulla firma del mittente.
“Anonimo benefattore...?”
La lettera parlava di una leggenda – non definibile propriamente tale, in quanto sembrava che si trattasse a tutti gli effetti di un avvenimento veritiero a scadenze regolari – riguardante due cavalieri in armatura, l'uno bianco e l'altro nero, in perenne lotta fra loro. Questi, combattendosi all'ultimo sangue, finivano col devastare il villaggio di Niflheimr e far pagare lo scotto di questo ai suoi abitanti. Si richiedeva l'intervento di Shelozagh, che avrebbe avuto il compito di “perlustrare” l'abitato e fare rapporto. Il tutto per conto di un uomo che non osava nemmeno rivelare il proprio nome; cosa che, a maggior ragione, confermò quasi del tutto i dubbi del Mezzorco ma facendogliene sorgere al contempo altri. Alla lettera era allegata una biglia teletrasportatrice perfettamente identica a quella che gli fu ordinato di distruggere per recarsi alla fucina abbandonata.
“...ma perché dovrei solo fare da ronda?”
Più passavano i minuti, più era certo della responsabilità del “giudice spietato” in quella storia.

Il paladino solo allora si fermò a pensare al significato della parola “abiezione”. L'essere abietti, vili, il vivere una condizione di bassezza d'animo; questo era il significato di quel vocabolo tanto temuto. E che relazione sarebbe mai potuta esistere fra un essere dal cuore così immacolato e un torneo il cui solo nome bastava da solo ad esprimere lo squallore da cui traeva fondamenta?
Se in primo luogo aveva accettato di unirsi alla lista dei partecipanti solo per aumentare lo spessore del propri fondi, ora aveva capito che la sofferenza alla quale veniva sottoposto non valeva quegli esigui, sporchi denari.
Ma non si può tentare di scappare dai propri sbagli: una volta commesso un errore, bisogna accettarne le conseguenze fino all'ultima, qualunque esse siano. Ed è da questo che si comprende quanto carattere si abbia effettivamente, da come un individuo affronta le proprie paure. Si sarebbe fatto ancora carico del compito di portare la luce fra le tenebre.

Un po' a malincuore, gettò con violenza la brillante sfera al suolo, la quale si infranse in migliaia di cocci multicolore. Da essi partì la densa nube che, dopo averlo avvolto, lo avrebbe rievocato in un altro angolo della terra.

____________________



Un varco dimensionale, una sorta di buco nero in miniatura, si fece largo in un vicolo stretto e toccato a malapena dalla luce del sole, dal quale balzò fuori rovinosamente il corpo del giovane Shelozagh. Il paladino cadendo scavò con la testa nel sottile strato di candida neve che pavimentava l'intero villaggio. La luce del tramonto rendeva i cristalli di ghiaccio rosei e dai riflessi cangianti, che si mescolavano ad arte in uno scenario montano in cui le luci che irrompevano dalle serrande delle case donavano quel pizzico di magia in più che mai guastava.
Un ambiente fin troppo fiabesco per essere in qualche modo correlato a “l'Abiezione” o ad una spietata leggenda il cui fondamento razionale era pressoché inesistente.
Cosa voleva dire tutto questo?
Il gigante si rialzò lentamente, e si scrollò la neve di dosso con un elegante gesto del braccio in netta contrapposizione con la goffa figuraccia di pochi secondi prima. A passo lento ma regolare, si avvicinò alla fine del viottolo, dalla quale filtrava ormai solo un flebile bagliore rossastro.

Quando le strette mura non gli impedirono più la vista, poté osservare finalmente l'immenso panorama che si estendeva a perdita d'occhio: il villaggio in cui si trovava era costruito su più livelli, ognuno dei quali era riempito uniformemente da costruzioni parzialmente sotterranee, con il chiaro scopo di difendere gli abitanti dalle brulle temperature del luogo. Il bianco e armonico fioccare della neve gli infuse un piacevole senso di buonumore. Era come se, in fin dei conti, non fosse davvero così lontano da casa.
La situazione era apparentemente tranquilla, ma il pericolo si celava dietro l'angolo:
“È il momento di mettersi a cercare” pensò il gigante, mettendosi poi in cammino, bagnato dal fragile sole calante e accarezzato dalla soffice nevicata.


SPOILER (click to view)
Shelozagh Malleon
Razza: Mezzorco
Classe: Paladino
Dominio: Warrior Style

ReC: 150
AeV: 125
PeRm: 275
PeRf: 250
CaeM: 300 (600, se calmo)

Energia Residua: 100%
Energia Consumata: \\\
Status Fisico: Illeso.
Status Psichico: Turbato e leggermente confuso.

Armi ed Equipaggiamento:

Shelojian - Un’arma di stampo orientale, chiamata appunto Jian. È molto leggera, e presenta un doppio filo rispetto alle comuni Katane, per poi terminare in una affilatissima punta. Le sue caratteristiche la rendono estremamente versatile nel combattimento ravvicinato, attraverso la successione di fendenti veloci e poco potenti ma ottimi per una mira più precisa volta ai punti vitali. La lunghezza totale dell’arma è esattamente di 150 cm, dei quali 25 sono di elsa. La “guardia”, ovvero la zona soprastante l’elsa è piccola, ma sufficientemente ampia da poter ospitare una lama di dimensioni discrete in un contrasto diretto. Il nome che è stato attribuito all’arma indica un forte senso di proprietà nei confronti della spada, che appunto è l’unione fra il suo nome e quello del tipo dell’arma.

Egida di Shelozagh. - È uno scudo d’acciaio a forma pseudo - romboidale, lungo 1 metro dall’alto verso il basso. Raggiunge la lunghezza massima nel primo quarto di superfice (a partire dall’alto), raggiungendo i 60 cm. La parte superiore dello scudo è parallela al suolo e lunga all’incirca 45 cm, per poi restringersi a un minimo di 30 nella parte inferiore. Lo scudo presenta una forma aerodinamica che ne facilita il controllo, ottimo per parate effettuate sulla media-breve distanza. Le armi più grosse tuttavia necessitano di un impegno maggiore per essere contrastate, in quanto la forma della difesa non garantisce una protezione integrale.

Abilità Passive:

Sangue della Bestia - Passiva Razziale Mezzorchi. Maggiore tolleranza del dolore e capacità di proseguire il combattimento ignorandolo. Mutilazioni e ferite estreme non possono comunque essere ignorate.

Volontà della Bestia - Passiva Dominio Warrior Style I. Stile di combattimento molto raffinato, permette attacchi più complessi e difese più efficaci. La CaeM aumenta di 100, a discapito della PeRm diminuita di 25. La CaeM raddoppia se Shelozagh mantiene la calma.

Valore della Bestia - Passiva Dominio Warrior Style II. Finchè Shelozagh manterrà la calma, ogni suo fendente verrà considerato come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.

Luce nella Bestia - Passiva Personale. Shelozagh è lento, ragion per cui ha rinunciato alla possibilità di effettuare attacchi a sopresa sviluppando un'aura energetica che lo rende sempre rintracciabile dai nemici. Tuttavia tale alone aumenta di un livello la potenza degli attacchi che comprendono l'elemento luce (es. se l'attacco infliggerebbe normalmente danni medi, infligge invece danni alti).

Abilità Attivate:

\\\

Note:
Alcune note: non mi sono dilungato nella descrizione del teletrasporto perchè già ne avevo parlato abbondantemente nell'altro scontro, ripetermi sarebbe stato inutile. :arross: Inoltre ho supposto che la lettera (non essendo specificato), sebbene anonima, assomigliasse a quella dell'Abiezione; il che lo ha indotto a pensare che dietro ci sia il Re che non perde mai. :arross: Spero vada bene.
Detto questo, buon combattimento a tutti. :8D:
 
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Thérèse.
view post Posted on 6/5/2010, 13:24





« No need for needles, No injection.
The Evil substitutes
Love and affection.¹ »


Il cervello umano, un grandissimo meccanismo in grado di muovere, plasmare e cancellare; tutto ciò in pochi centimetri di materia grigia. Ciò che siamo, ciò che saremo, è al suo interno, celata, in attesa che il proprio ospite spalanchi le porte della consapevolezza e riesca a comprendere.
"Cervello: Parte superiore e anteriore del sistema nervoso centrale, di cui costituisce la struttura più sviluppata e complessa. Nel linguaggio comune il termine c. è spesso usato per indicare l’encefalo, cioè la porzione di sistema nervoso centrale racchiusa entro la cavità cranica dell’encefalo"
Sui dizionari più comuni viene espresso così, utilizzando termini ignoti ai più, ciò che però non viene stilato è che esso non racchiude in sé alcuno spirito di autoconservazione.
Esatto, avete capito perfettamente, nulla ostacola il cervello dal formulare pensieri autolesionisti e dannosi -per sé e per gli altri-, non è disciplinato da alcun codice, il che porta direttamente al parto del male. La libertà non è altro che un mezzo per la diffusione del caos, la vera libertà, infatti, si trova nella pace e nel bene comune, valori che l'uomo, in quanto essere imperfetto, non può concepire da solo.
Nel corso dei secoli si sono susseguiti molteplici monarchi, papi e dittatori, decantandosi come portatori dell'unica e sola verità, credendo inoltre di essere in grado di assicurare la felicità dei propri popoli. Un’ opera così pura e perfetta non può derivare da un egocentrico sovrano; non può derivare da uno.
Per questo il nostro radioso futuro è stato dato in dono a qualcuno in grado di preservarlo e di proteggerlo, una sola figura in grado di fare il lavoro dell'Eterno, che trascende l'imperfezione umana; una figura imparziale, pura e giusta.

La Regina Bianca. Lei è stata scelta.


È in grado di fare ciò che il popolo umano ambisce da secoli, è in grado di elargire l'eterna beatitudine ai vivi, tramite la completa estirpazione del corrotto. Ciò è possibile tramite la somministrazione di una droga in grado di separare i giusti dai maligni e di punire questi ultimi con il trapasso.
Come detto prima, il cervello umano non è perfetto, tutt'altro, è però possibile annebbiarne la percezione del mondo, in modo che esso creda a ciò che è giusto ed agisca di conseguenza. Iniettando nel mondo dosi di Giustizia si è in grado di rendere l'intera stirpe umana dipendente da essa, la acclameranno a gran voce e finiranno per richiederla loro stessi. Le dipendenze sono spesso dannose, ma non questa, è l'astinenza a causare i danni maggiori.
Per vivere meglio, il nostro pianeta non deve fare altro che estendere il suo nudo braccio ed attendere l' endovena di pace, quell'effimero attimo di dolore ne risparmierà tantissimi altri.
Grazie a questa visione del mondo, la Somma è riuscita a catalizzare l'attenzione di molti che, estasiati dal suo pensiero, hanno deciso di seguirla, fondando così il primo Regno privo di qualsiasi ingiustizia. Una porzione di paradiso direttamente sulla Terra.
Tutto il resto è storia, è sarà anche il futuro.
Ciò che vi racconterò tra poco non è altro che un frammento della sua Leggenda, una piccola e candida goccia d'acqua in un oceano di purezza.

²

La marmorea pavimentazione dello studio era ormai un vago ricordo, ciò che era visibile, in quella stanza, erano solo pile di fogli e documenti, sparsi senza apparente criterio su tutto il pavimento. Sul retro di alcuni vi erano scarabocchi fatti in inchiostro nero, su altri invece frasi sottolineate od appunti a margine, come in una ricerca scolastica. Dietro l'ennesimo ammasso di appunti vi era lei, la Regina Bianca, china sulla propria scrivania ed intenta a passare in rassegna l'ennesimo libro.
Ciò che cercava era semplice, informazioni sul Re, sul padrone del palazzo che l'aveva ospitata ma che non si era degnato nemmeno di venire a farle visita, spezzando così l'ultimo barlume di speranza della donna, che confidava ancora di poter reperire un briciolo di galanteria in quel sovrano.
Fino a quel momento non aveva trovato alcun dato rilevante, nemmeno un indizio sul suo aspetto, nulla di nulla; proprio come aveva detto il ragazzo che aveva incontrato al suo ingresso al Toryu, nessuno sapeva realmente chi o cosa fosse. Oppure, chi sapeva qualcosa era già stato prontamente messo a tacere o assoldato dal Re stesso. Ciò che traspariva all'esterno era una grande ossessione per quella figura da parte della Bianca, era consapevole di quanto potere avesse a disposizione, per questo avrebbe fatto di tutto per portarlo dalla sua parte, dalla parte del giusto.
Non aveva bisogno di esternarlo, sapeva benissimo di non essere in grado, da sola, di poter sovvertire l'ordine mondiale, per questo avevo bisogno di LUI.
Lo desiderava, come una preziosa arma ed un ancora più prezioso alleato.

Durante le sue congetture, da sotto la porta del proprio studio venne fatta sfilare una lettera, con una leggera protuberanza sulla sua superficie, come se contenesse qualcosa ben più massiccio di un semplice foglio di carta. La missiva, ovviamente, finì ben presto insieme al resto della carta sparsa in tutta la stanza.
Alicia, dopo aver lanciato via l'ennesimo -ed inutile- tomo di storia del regno, si alzò dalla propria postazione, camminando con eleganza sopra quel caos di cellulosa, come se fosse la normalità per lei. Giunta nei pressi dell'uscita, si chinò verso il basso, incuriosita dalla sensazione di solidità avvertita al di sotto del suo piede destro.
Scostò con delicatezza la candida scarpa e prese tra le mani la lettera, evidentemente deformata. Passò un dito al suo interno e con uno scatto recise la parte superiore, sfilando da essa un foglio.

"E' una leggenda piuttosto conosciuta, quella di Niflheimr
E' un villaggio che trova spazio nell'ampia circoscrizione del Re che non perde mai, popolato per lo più da gente sprovveduta e disadorna: contadini, pescatori, matrone linguacciute e consorti disamorati.
Famiglie povere e disinvolte. Stirpi che, da generazioni, convivono con una terribile maledizione.

A quanto hanno sempre sostenuto, il loro borgo viene violato ad intervalli di tempo regolari dalla presenza di due uomini in armatura: un cavaliere nero come la pece, e un secondo paladino - candido come il latte.
Il primo si indebita con zelo dell'idea di eliminare chiunque gli capiti sotto tiro, dunque passa il suo tempo a annichilire ogni popolano tanto sventurato da capitargli sotto il naso.
Il secondo, d'altra parte, si fa carico dell'impegno non richiesto di salvare quest'ultimi, ingaggiando il cavaliere nero in duelli senza fine che hanno il risultato - più che altro - di disfare gran parte di Niflheimr.

Mi sarebbe di enorme aiuto se vi recaste lì e capiste che cosa sta succedendo: vi garantisco un sontuoso premio in denaro in caso di successo; potrete disporre dei cavalieri come ritenete opportuno.
Un anonimo benefattore
"

La scrittura era curata, presentava tratti quasi nobili, così come le parole usate, raramente impiegate da benefattori qualunque. Poteva essere lui ad avergliela recapitata, dopo giorni di silenzio si era deciso finalmente a farsi avanti. Non ne era sicura, ma la posta in gioco era troppo alta per poter lasciar perdere un'opportunità simile, anche se non si fosse imbattuta in lui avrebbe comunque fatto del bene, liberando quel villaggio dall'oppressione del male. In entrambi i casi, avrebbe vinto.
Rivoltò la missiva sotto sopra e fece scivolare sul proprio palmo la biglia contenuta in essa, ciò che aveva accidentalmente -quasi- schiacciato poco prima. Vi era scritto come utilizzarla, sul retro del primo pezzo di carta.
Esitò qualche secondo e poi la scagliò con vigore contro il muro, sprigionando un intensa luce biancastra. Se il mandante era veramente chi pensava lei, non vi era alcun attimo da perdere, l'intero pianeta attendeva la venuta della pace e con essa, anche l'arrivo della Regina Bianca.

Il bagliore durò solo pochi attimi, finendo con il disperdersi in un cielo violastro, in attesa del tramonto completo del sole. Il candore non era scomparso totalmente, l'intero paesaggio infatti era rivestito da un soffice manto di neve, con essa che seguitava con flemma a scendere.
La sua figura sembrava dissolversi in mezzo a tutta quella purezza naturale, soltanto la sua rosea chioma la rendeva percepibile, così come le sue calze di pizzo nero. Se avesse saputo di essere teletrasportata in un posto simile certamente avrebbe indossato abiti più consoni a quel clima.
Congiunse le braccia intorno al petto e cominciò ad avanzare, con passo sicuro, in mezzo a tutta quelle neve.
Vi erano numerosi abitanti che rincasavano proprio in quel momento e non vi erano apparenti segni di guerriglia, il che non collimava con ciò che vi era scritto nella lettera.
Si scostò i capelli dal viso e con il solito sguardo apatico si avvicinò alle abitazioni, porgendo una interrogativo al primo cittadino che le passò accanto.
« Il Re...Dov'è ? »
Una boccata di vapore si insinuò tra le sue delicate e rosee labbra, la sua ossessione per quel Sovrano l'aveva spinta fino a lì, nel nulla più totale, ciò che le interessava maggiormente era incontrarlo e portarlo dalla sua parte, nient'altro aveva importanza al momento, né il freddo e né le dispute cittadine.
Per il nostro bene era arrivata fin lì e per il nostro bene se ne sarebbe andata con ciò che voleva.




Report Of The Queen

† ReC: 325 | † AeV: 200 | † PeRf: 125 | † PeRm: 325 | † CaeM: 200
† Energia: 100% | † Consumi: 000 | † Ferite: Illesa | † Mente: Calma


•·.· ´ ¯`·.·• Passive in Uso •·.· ´ ¯`·.·•

Tell Me W h a t & W h e r e You Are: Gestire un regno da sola non è una cosa da tutti, tralasciando gli ovvi impegni burocratici, bisogna anche far fronte alle rivolte ed agli attentati. Alicia lo sa' bene, anche se ora ha escluso letteralmente il male dal suo paese, prima ha dovuto affrontare non pochi maligni, che ostacolavano la sua ascesa al trono. Tutti quanti loro sono stati eliminati prima ancora di potersi avvicinare a lei ed il motivo è presto detto. La Regina Onnisciente è in grado di percepire con estrema facilità le auree di ogni creatura attorno a lei, nel raggio di 25 metri. Questo le permette di seguire sempre con estrema precisione gli spostamenti avversari ma anche di poterli trovare con facilità quando questi sono invisibili, nascosti o mimetizzati. Per far ciò le basta solo un minimo ci concentrazione, cosa che le viene ormai naturale.
Questo suo potere è spesso paragonato a quello di un Dio, anche se lei è contraria a definirlo tale.
Per lei è soltanto uno strumento essenziale per preservare la pace e per rendere la giustizia intoccabile.
Toccando invece un artefatto o un qualsiasi oggetto ella potrà venire a conoscenza di tutti i poteri di tale oggetto, a meno che esso non sia schermato contro tali esami. Le basterà sfiorarlo o entrare in contatto con la punta delle dita perché questo potere si attivi improvvisamente, a volte persino contro la sua volontà. Un potere essenziale per conoscere totalmente chi si sta giudicando.

Closer to God: Una mente incorruttibile e ferma sulle proprie convinzioni. Nulla potrà mai penetrare all'interno del cervello della Regina per corromperlo con ideali distorti o con visioni maligne. Nulla potrà cambiare la sua percezione della realtà, il suo credo è troppo forte per poter essere piegato da delle bieche tecniche. Qualsiasi abilità che cerca di far barcollare le sue convizioni è presto eliminata, non dandole nemmeno il tempo per farla dubitare del bene che sta facendo. Con un consumo d'energie Variabile infatti, tecniche psioniche in atto su Alicia saranno presto debellate, grazie anche ad un attimo di concentrazione. Non vi è nulla di più pericoloso al mondo di una sovrana incorruttibile che fa del male, convinta del contrario.
Nemmeno le tecniche più subdole ed imprevedibili possono far vacillare le sue convinzioni o distorcere la realtà che lei stessa ha creato. Per questo sarà immune anche a qualsiasi tecnica psionica passiva che tenti di deviare la sua mente.

•·.· ´ ¯`·.·• Attive in Uso •·.· ´ ¯`·.·•
000
•·.· ´ ¯`·.·• Note •·.· ´ ¯`·.·•
¹ Il titolo, così come la citazione poco sotto, sono un tributo ad una canzone dei KMFDM intitolata A Drug Against War.
È soltanto un richiamo ancora maggiore al tema della mia introduzione, che ruota sulla concezione di giustizia/droga/cervello.
² Citazione del film Death Wish, del 1974.

 
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view post Posted on 6/5/2010, 14:38
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« Il cavaliere nero! »
Con un inorridito gesto d'astio, un vecchietto indicò la figura di Shelozagh, prima di trovare il coraggio necessario a muovere le gambe in direzione della propria abitazione e rifugiarvisi all'interno.
Le urla si impossessarono in breve della piazza.
In preda ad un terrore acuto ed inspiegabile, gli uomini iniziarono a sbracciarsi per le vie, cercare i propri bambini, nascondersi fra i cassonetti. Questo, sotto gli occhi impalliditi di Shelozagh; questo, fino al momento in cui Alicia, quasi per caso, si ritrovò nella stessa piazza.
« E' il paladino! » furono in molti a gridarlo « E' venuto a salvarci! »


CITAZIONE
Shelozagh Malleon Vs. Alicia Middleford

Verde Vs. Verde
E Vs. E
Primo post: Shelozagh Malleon - Il Cavaliere Nero
Durata: Quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A quattro giorni dalla risposta dell'avversario, sconfitta a tavolino.
Premi: 150G Per il perdente, 500G per il vincitore.
Arena: La piazza di Niflheimr, gremita di persone.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate il bando, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale, più una piccola aggiunta: Il cavaliere nero (Shelozagh) sentirà ad ogni turno il forte impulso di uccidere almeno un cittadino (tale impulso si manifesterà come un sussurro, sempre più insistente. A lui personalizzarlo al meglio). Per ogni turno in cui non ucciderà nessuno, subirà un danno Medio alla psiche, dovuto all'acuirsi del sussurro, che pian piano si trasformerà in numerose grida. Il cavaliere bianco (Alicia) sentirà lo stesso sussurro, che lo spingerà tuttavia a proteggere i cittadini (combattendo contro il cavaliere nero nel caso in cui questo non attaccasse: egli è un nemico dichiarato). Per ogni turno in cui non riuscirà a difenderli dall'attacco del cavaliere nero/non attaccherà il cavaliere nero, subirà un danno Medio alla psiche, dovuto all'acuirsi del sussurro, che pian piano si trasformerà in numerose grida. Ognuno di voi due, trovatosi nella piazza, non vedrà l'altro per il suo reale aspetto, bensì con le fattezze del cavaliere che sta interpretando. Il campo della strategia sarà valutato anche - e soprattutto - in base a quanti cittadini siete riusciti ad uccidere/proteggere. Ovviamente la sfida sta nel non snaturare il proprio personaggio.
Background: Entrambi vi trovate nella piazza, e succede ciò che ho descritto nel post - siete ovviamente liberi di romanzare. Shelozagh inizia subito a sentire l'impulso di uccidere.

 
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Copper
view post Posted on 8/5/2010, 16:15




Fante di cuori.


Capitolo 2


La vita del Mezzorco era stata votata alla solitudine non per puro egoismo, giustificato da un'improbabile “ricerca autonoma dell'io” da attuare con l'eremitaggio; ma anzi il suo eterno isolamento era stato voluto da un mondo che aveva una paura troppo grande da poter superare i pregiudizi della società e sfogliare un libro dalla copertina un po' rovinata. Vivendo quell'interminabile penitenza egli aveva sviluppato una profonda devozione per il soprasensibile: aspettava, come premio di tutte le sue sofferenze, una qualche illuminazione dall'alto solo per illudere tutti e sé stesso che la sua vita in fondo, per quanto “impura”, non fosse priva di significato.

« Il cavaliere nero! » urlò uno dei paesani di ritorno alla propria abitazione dopo la faticosa giornata lavorativa. Il suo indice era puntato contro la titanica figura di Shelozagh, ma le sue gambe avevano preso a correre nella direzione opposta, in cerca di salvezza. Come lui così agirono tutti, e il caos si generò fra la folla.
L'essere additato, il subire imprecazioni ingiustificate: pane quotidiano per l'umile paladino. La suggestione delle persone aveva trovato, anche in quest'occasione, nel terrificante aspetto di un povero innocente un'illegittima valvola di sfogo; più occhi si voltarono a mirare l'orrore annunciato, e la reazione di ognuno dei presenti non si discostava troppo dal comportamento tenuto dal primo accusatore.
Pativa quelle parole pregne di avversione senza mai reagire, senza mai provare a far valere la propria opinione, ma semplicemente mettendo a tacere bocca e mente: giaceva in quel corpo mai sentito proprio come un fantasma nel cadavere di sé stesso. Avrebbe fatto di tutto, accettato qualunque condizione postagli dal destino pur di porre fine alla discriminazione nel mondo.

Sentiva i pulsanti battiti cardiaci di tutta quella folla terrorizzata, non troppo distante da lui. Era un chiaro inganno dei sensi, ma i sospiri e le voci erano vivide e chiare nella sua mente: tanti piccoli cuori spaventati, che quasi imploravano pietà all'essere che gli si ergeva innanzi in tutta la sua massiccia imponenza. Pietà...
Come si poteva domandare misericordia ad una persona che mai aveva avuto modo di conoscerla sulla propria pelle?
In condizioni normali avrebbe concesso loro quello che gli veniva maleducatamente chiesto; avrebbe voltato i tacchi ed avrebbe percorso tutta la strada fatta a ritroso pur di non risultare invadente o sfacciato con la sua sola presenza.
“...cosa vi ho fatto...?!”
Questa volta le cose si apprestavano ad avere una differente conclusione, però.

Se da un lato i cittadini di Niflheimr avevano da troppo tempo sofferto a causa della misteriosa apparizione di due armature dal colore e simbolo opposti, per troppi anni avevano assistito allo smembramento di bambini sotto gli stessi increduli e lacrimosi occhi dei parenti; dall'altro non si poteva affibbiare un appellativo del genere, quello del “cavaliere nero”, ad un individuo che con quella realtà non aveva mai avuto a che fare, il tutto solo a causa della sua naturale – ma non per questo volontaria – apparenza barbara.
Chiunque avrebbe scambiato, in sintesi, un Mezzorco dalla scura pelle per il responsabile dello sfacelo che periodicamente si abbatteva sul villaggio e i suoi abitanti, ma non sarebbe stato in alcun modo giustificato e giustificabile.
Una smorfia: era evidente ira.
«Si può sapere cosa avete contro di me?!» urlò Shelozagh, appellandosi all'uomo che aveva osato inveire contro di lui pochi attimi prima. Mai il ragazzo si era rivolto così in modo così sprezzante e brusco agli uomini, ma dentro di sé sentiva solo il profondo desiderio di staccare, una volta almeno nella propria miserabile esistenza, la spina e passare in Stand-by.
“Basta.”

Il biondo emulò il segno d'accusa dell'uomo in fuga, mentre alle sue spalle si materializzava una sagoma oscura. Scintillanti fasci neri uniti ad altri dalle tonalità violacee plasmarono insieme la gigantesca figura della defunta madre, Flaga, che sotto quelle nuove, macabre vesti infondeva negli altri solo emozioni fredde e cupe. Normalmente ella appariva lucente come il sole, angelo decorato dal candore del Dio, ogniqualvolta Shelozagh richiedeva il suo intervento dall'oltretomba. Quella che contornava l'orchessa allora si comportava come luce, ma non appariva nemmeno lontanamente come avrebbe dovuto: non allietava, ma atterriva; non sorrideva la donna, ma sogghignava.
Sghignazzava anche l'evocatore insieme all'eterea persona il cui arto destro, quello che impugnava lo scettro, aveva assecondato l'imposizione delle mani che l'aveva richiamata. Una duplice risata sommessa di uomo e donna segnò la partenza di un fulmineo proiettile nero, in direzione del vecchio provocatore, lasciando dietro di sé una possente scia oscura che sfavillava di nero.
Cosa stava accadendo dentro e fuori? Perché mai un santo come lui avrebbe dovuto agire così d'impulso, a scapito di un povero civile nella cui mente non risiedeva un deplorevole rancore personale, ma un pensiero comune inculcatogli dalla tradizione locale?

Per un momento altrimenti impercettibile sembrò che il chiasso generato dal disordinato sparpagliarsi della gente si arrestasse. L'inquietante riso della madre si dissolse nel nulla. Un silenzio durato solo il minimo tempo necessario al pensiero, una quiete però disturbante come gli attimi di tedio di un meriggio estivo. Capì di non essere in sé quando sentì che il pulsare dei cuori, tuono riecheggiante nella sua mente, s'era d'improvviso acquietato.

Solo allora avvertì di aver perso il controllo, notò che nemmeno la sua magia era più la stessa. Lui era giunto lì per fare del bene, le sue opere erano sempre state caratterizzate da un'innata bontà d'animo; eppure in quei terribili secondi egli era davvero diventato quello che il mondo diceva di lui: un mostro. Il sorriso malevolo di cui si era fatto fregio il suo volto mutò in un grido di pentimento.
Avrebbe ucciso qualcuno senza che questi meritasse la tomba. Secondo il saldo senso di giustizia di Shelozagh a nessuno spettava una morte precoce e violenta, nemmeno a colui le cui mani si erano tinti dei più brutali delitti e scellerati complotti. Agire come finale giudicatore sulle vite altrui equivaleva a sostituirsi a Dio, al solo quale toccava il compito di porre termine o meno all'esistenza degli abitanti del suo creato. Alla luce di ciò, risulta semplice comprendere la lacerazione che si aprì nella sua anima, il dolore portatogli da quella croce.
Avrebbe voluto portare indietro, revocare il lancio di quel vortice di non-luce che spedito si sarebbe inesorabilmente infranto in un lugubre scoppio di pura energia nera. Una lacrima disperata tracciò una linea sul suo rude zigomo, e i denti a stento trattenevano il singhiozzo di un pianto di rimorso.
“Sono un assassino.” era l'esasperante eco che si affiancava alle voci che chiedevano d'essere sedate nel suo cervello. “Sono un assassino...”

Il tormento della sua anima non si sarebbe estinto in quell'occasione: alcune persone, invece di sbracciare inutilmente in quell'informe tumulto, erano accorse al cospetto di un uomo corazzato di bianco. «Paladino!» acclamavano a gran voce, nascondendosi dietro il suo snello ed elegante corpo quasi come se la persona verso la quale si prostravano fosse il loro unico baluardo di salvezza. E, con molte probabilità, lo era sul serio: in quella tragedia il bianco sarebbe stato il salvatore, mentre Shelozagh avrebbe interpretato il ruolo dell'oppressore.
Quando si parla di ironia della sorte.
Il suo cuore fu stretto in una morsa metallica: era come se per pochi istanti lo spirito si fosse allontanato dalla sua prigione di carne, lasciando questo in balia di una sorte indesiderata ma comunque affibbiata contro volontà. Conscio della sua posizione, il Mezzorco fu perso.

“Hanno provato ad aggirarmi...
...ed io ho fallito...”


Il cavaliere nero, quello menzionato nella lettera, era proprio lui; che lo volesse accettare o meno.

Sentiva quei cuori pulsare con violenza nella sua testa, dei cuori innocenti che però pregavano di essere fermati. Era stato chiamato a scegliere fra l'egoismo e l'altruismo, fra l'uccidere e l'essere ucciso. Comprese di essere stato avventato con l'anziano, che ancora scappava da quel colpo del male che incombeva alle sue spalle: confidava solo nella speranza di un possibile atto di salvataggio da parte del cavaliere bianco. Nonostante la lacerazione procuratagli dalla rassegnazione all'etichetta di “criminale”, comprese che il restare passivi in una situazione del genere non lo avrebbe condotto a nessun risultato concreto.
“Non morirà nessun altro innocente...”
Ritenne che la scelta più saggia sarebbe stata quella di sconfiggere – e categoricamente non-uccidere – il soldato che si ritrovava davanti. Per qualche ragione, egli credeva che mettendo a tacere quella minaccia, sarebbe uscito dal peggiore degli incubi. Tuttavia quello era di gran lunga più terrificante di un brutto sogno: da quelli si può, in seguito ad uno shock, evadere; li si può lasciare alle spalle e così dimenticarli. Quello che tormentava Shelozagh non era però un trauma onirico.

Nessun segno di coraggio, nessuna piega del volto che lasciasse trasparire grinta: solo voglia di porre fine al dramma in atto. Chissà se il Bianco riuscisse a vedere il suo viso afflitto, che rifletteva come uno specchio il contrasto della sua filosofia con quello che gli era imposto di fare.
Dalla sua lama divamparono fiamme violacee, composte di luce non più tale. Dopo l'incanto, Shelozagh si impegnò in una corsa a passi forzati contro colui che, quella volta, avrebbe dovuto garantire l'ordine nella cittadina. Nascondeva volto e spalle dietro l'elegante egida, mentre con la mano destra caricava un fendente verticale che avrebbe tagliato di lungo l'avversario dal basso.
“Perdonami...”

Muscoli: non erano altro che muscoli pompanti sangue. Non avrebbero dato pace al Mezzorco finché questi non avesse sparso membra per i muri sbiancati dalla neve.


SPOILER (click to view)
Shelozagh Malleon
Razza: Mezzorco
Classe: Paladino
Dominio: Warrior Style

ReC: 150
AeV: 125
PeRm: 275
PeRf: 250
CaeM: 300 (600, se calmo)

Energia Residua: 70%
Energia Consumata: 10% + 20%
Status Fisico: Illeso.
Status Psichico: Afflitto, disturbato da questa "inversione di ruoli" (N.d.C. Non può contare sul bonus in CaeM del WS).

Armi ed Equipaggiamento:

Shelojian - Un’arma di stampo orientale, chiamata appunto Jian. È molto leggera, e presenta un doppio filo rispetto alle comuni Katane, per poi terminare in una affilatissima punta. Le sue caratteristiche la rendono estremamente versatile nel combattimento ravvicinato, attraverso la successione di fendenti veloci e poco potenti ma ottimi per una mira più precisa volta ai punti vitali. La lunghezza totale dell’arma è esattamente di 150 cm, dei quali 25 sono di elsa. La “guardia”, ovvero la zona soprastante l’elsa è piccola, ma sufficientemente ampia da poter ospitare una lama di dimensioni discrete in un contrasto diretto. Il nome che è stato attribuito all’arma indica un forte senso di proprietà nei confronti della spada, che appunto è l’unione fra il suo nome e quello del tipo dell’arma.

Egida di Shelozagh. - È uno scudo d’acciaio a forma pseudo - romboidale, lungo 1 metro dall’alto verso il basso. Raggiunge la lunghezza massima nel primo quarto di superfice (a partire dall’alto), raggiungendo i 60 cm. La parte superiore dello scudo è parallela al suolo e lunga all’incirca 45 cm, per poi restringersi a un minimo di 30 nella parte inferiore. Lo scudo presenta una forma aerodinamica che ne facilita il controllo, ottimo per parate effettuate sulla media-breve distanza. Le armi più grosse tuttavia necessitano di un impegno maggiore per essere contrastate, in quanto la forma della difesa non garantisce una protezione integrale.

Abilità Passive:

Sangue della Bestia - Passiva Razziale Mezzorchi. Maggiore tolleranza del dolore e capacità di proseguire il combattimento ignorandolo. Mutilazioni e ferite estreme non possono comunque essere ignorate.

Volontà della Bestia - Passiva Dominio Warrior Style I. Stile di combattimento molto raffinato, permette attacchi più complessi e difese più efficaci. La CaeM aumenta di 100, a discapito della PeRm diminuita di 25. La CaeM raddoppia se Shelozagh mantiene la calma.

Valore della Bestia - Passiva Dominio Warrior Style II. Finchè Shelozagh manterrà la calma, ogni suo fendente verrà considerato come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.

Luce nella Bestia - Passiva Personale. Shelozagh è lento, ragion per cui ha rinunciato alla possibilità di effettuare attacchi a sopresa sviluppando un'aura energetica che lo rende sempre rintracciabile dai nemici. Tuttavia tale alone aumenta di un livello la potenza degli attacchi che comprendono l'elemento luce (es. se l'attacco infliggerebbe normalmente danni medi, infligge invece danni alti).

Abilità Attivate:

Luce e Amore - È vero quando dicono che i nostri cari vegliano su di noi anche dopo il trapasso: il fatto che non li vediamo non vuol dire che non si curino dei vivi. Se si saprà aiutare a nostra volta il proprio angelo custode, allora questo si manifesterà fisicamente e il suo intervento diventerà concreto. Shelozagh può essere supportato dall’anima di sua madre, Flaga, qualora questi le conceda il proprio corpo e le proprie forze spirituali. Ella si manifesterà gigante, imponente, sottoforma di pura luce avente le sembianze del suo vecchio corpo, oltre le sue spalle. La sacerdotessa difenderà o assisterà Shelozagh nell’attacco grazie ai suoi incanti: dalle sue dita partiranno raggi composti da energia sacra e dal suolo si alzeranno muri scintillanti.
Quando si dice che “i genitori farebbero di tutto per i loro figli”, sappiate che si è seri.
[Versione personalizzata del controllo dell’elemento “Luce”: oltre le spalle di Shelozagh apparirà la sagoma lucente di sua madre, alta circa quattro metri che, a seconda delle necessità, utilizzerà i suoi incanti sacri (spendendo ovviamente l’energia del figlio) per attaccare o difendere. Come tutti i controlli elementali, non è possibile generare attacchi se non dalle immediate prossimità del caster, e il potenziale offensivo/difensivo varia a seconda del consumo speso. L’orchessa sparirà al termine dell’attacco, e per “rievocarla” è necessario attivare nuovamente la tecnica.
Consumo: Variabile. - Consumo attuato: Medio. - N.d.C.: il danno massimo è aumentato ad Alto.]

Luce e Lame - Incanalare il sacro potere di un Dio nella propria arma è solo un esempio delle sue numerose – ugualmente distruttive – applicazioni in combattimento: senza preavviso infatti la lama sarà ricoperta da uno spesso strato di luce in grado di ferire l’avversario anche senza in contatto diretto con essa. Avversari impavidi e impenetrabili barriere cederanno sotto l’impeto della spada così incantata, e il male in tutte le sue forme si chinerà prono al cospetto di cotanta potenza.
[In termini GDRistici, la tecnica dura 2 turni (attivazione compresa) e ogni fendente scagliato infliggerà danni Medi, inoltre il potenziamento dell'arma non influisce per nulla sulla forza fisica o sul controllo e mira del personaggio. Sugli avatar in forma demoniaca il danno è considerato di un livello superiore.
Consumo: Alto. - N.d.C.: il danno massimo è aumentato ad Alto.]



Riassunto:
Breve sunto delle azioni: Shelozagh viene accusato di essere il cavaliere nero; cosa che, unita alla discriminazione che ha da sempre subito, lo fa cedere alla tentazione di uccidere la gente (ne parlerò meglio dopo). Attacca dunque il povero vecchietto accusatore con una bomba pseudo-sacra grazie all'aiuto della madre (ne parlerò meglio dopo anche di questo xD) di livello medio (abilità personale a consumo variabile, tenere a mente anche la passiva che aumenta il danno). Si rende conto però di essere stato raggirato, e subisce uno shock che gli fa perdere la tranquillità necessaria per godere dei bonus del WS, trauma incrementato dalla vista del paladino bianco che non era lui stesso.
Rassegnato, decide di inveire contro quest'ultimo, sperando che mettendolo K.O. possa mettere fine al tormento che gli rimbombava nella testa. Lo carica dunque con un attacco potenziato dalla pergamena "arma sacra" (consumo alto e danno medio, ma anche qui il danno è aumentato grazie alla passiva), correndo contro Alicia - ovviamente non sapendo chi sia - con l'intento di "sfellarla" dal basso verso l'alto e mantenendo alto lo scudo.

Note:
Beh, è importante essere chiari: ho voluto interpretare la malia psionica alla quale viene sottoposto il mio povero Shel (:arross:) come degli assordanti battiti di cuore, tanto che sono il tema centrale intorno al quale ruota l'intero post. Ho cercato di rendere l'illusione il quanto più "naturale" possibile, giustificandone in qualche modo l'efficacia sovrapponendola al Background di Shel; il quale appunto ci casca inizialmente senza nemmeno rendersene conto. Ora che sa cosa sta succedendo (beh, più o meno :v:) inizierà ad opporsi a questa volontà impostagli.

Proseguendo, aggiungo che nonostante i miei attacchi sembrino "oscuri" ho specificato - anche nello scritto - che si tratta ancora di elemento luce. Il colore è tutta scena, niente più niente meno. :arross:

Infine aggiungo qualche nota strettamente tecnica: tutto il post si svolge in una manciata di secondi. Dopo aver scagliato il proiettile oscuro non passa troppo tempo prima che Shel decida di attaccare Alicia, sebbene ella abbia tutto il tempo per difendere il vecchietto e sé stessa. Inoltre volevo concludere preisando che sebbene le tecniche facciano danni alti contano comunque come medie... insomma può benissimo difendersi con tecniche medie, ma usare tecniche basse le risulterà praticamente inutile. :arross:

Che dire, è tutto. Buono scontro! E abbi pietà. :arross:


Edited by Copper - 12/5/2010, 12:05
 
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Thérèse.
view post Posted on 12/5/2010, 14:27





« You feel just Fine
'cause you do What you're Told,
but inside your Heart it is Black and it's Hollow and it's Cold. ¹ »


Il mondo era da sempre stato governato tramite un tacito equilibro tra le due forze primordiali, il bene ed il caos, esse si erano sempre alternate il predominio della Terra, senza stabilire a chi tra loro spettasse l'intero potere. Molti personaggi si erano eretti a capo di una delle due fazioni, finendo con il perdere miseramente, schiavi di un' imperfezione a loro sempre appartenuta.
Tutto ciò fino a quella notte, la notte in cui l'ordine naturale sarebbe stato stravolto, in cui l'odio sarebbe stato cancellato dalla bilancia della giustizia, erigendo a capo di tutto quanto il buono, il puro. Non vi sarebbero state più sofferenze nel futuro, niente più guerre od altre atrocità, tutto ciò che sarebbe rimasto sarebbe soltanto stato un candore soffice, piacevole, che avrebbe ovattato l'intero pianeta, prendendosene cura.

La medesima immagine era riscontrabile durante quella tanto decantata serata, con il sole prossimo ad estinguersi dietro al bianco paesaggio e con uno scontro epocale alle porte. La cornice era perfetta e tutte le tessere erano finalmente al loro posto, proprio come il disegno di un qualche sovrano perverso, il cui unico diletto era quello di vedere le proprie pedine scontrarsi mettendo in palio le proprie convinzioni ed il proprio credo. Non vi era nulla di logico e di razionale in quella situazione, era soltanto una bolgia di avvenimenti assurdi e inspiegabili ai più, una situazione divorata dalla insania, che sembrava non aver risparmiato nemmeno gli abitanti di quel piccolo villaggio. Iniziarono dapprima ad urlare all'indirizzo di un ipotetico ed immaginario Cavaliere Nero, per poi concentrarsi sulla figura della Regina Bianca, per nulla spaesata o sorpresa dell'aria assurda che si respirava in quei momenti. Si avvinarono a lei assicurandosi alla sua figura come all'unica ancora di salvezza possibile, ed effettivamente non erano poi così fuori strada, era l'unica capace di sottrarli all'infinito circolo d'odio che governava l'essere umano da troppo tempo.

Il motivo per il quale ostentavano un simile comportamento non le era ancora chiaro, parevano in preda ad una qualche epidemia batterica, che in qualche modo distorceva la loro percezione della realtà. La chiamavano "Cavaliere Bianco", ma la Regina non poteva in alcun modo essere paragonata ad un semplice guerriero, lei era ciò che vi era dietro di esso, lei era quella che tirava i fili di quell'opera così pittoresca.



I cittadini seguitavano a sbraitare e a correre via, all'interno delle proprie abitazioni, temendo un non ben precisato essere maligno. La Bianca teneva il proprio sguardo alto e fiero, puntato di fronte a sé in attesa della venuta del suo obiettivo, il Re da lei tanto bramato. Le importava soltanto quello, così si spiegava la sua apatia nei confronti di ciò che le stava accadendo intorno, per nulla al mondo si sarebbe fatta distrarre dai capricci di un villaggio troppo vigliacco per difendersi da solo. Non poteva farsi carico dei problemi di tutti, non in quelle circostanze, il bene del mondo era più importante di quello di un centinaio di abitanti. Le sue priorità erano altre.
Non tradì nessuna emozione nemmeno quando vide spuntare in mezzo al candido paesaggio la figura temuta da tutti quei poveri uomini, colui con indosso l' oscura armatura, l'essenza del male. Si aspettava ben altra figura che un assassino locale.
Aveva combattuto numerosi esponenti di quella fazione dell'odio, corrotti dagli istinti primordiali e dalla brama di potere; altro non erano che semplici pedoni soggiogati da un Re inesistente, incorporeo, che additavano come Male.

Non vi era perdono per loro, solo la purificazione avrebbe potuto salvarli dalla dannazione eterna. A causa di ciò, toccava a lei, o almeno lo avrebbe fatto in circostanze normali. Sentiva un irrefrenabile bisogno di salvare tutti i presenti, ma la sua mente semplicemente lo ignorava, ritenendolo un obiettivo secondario. Il primo infatti, era sempre quello. Il Re. Sapeva di poterlo trovare lì, non avrebbe lasciato certo un paese nel proprio confine in preda al caos.

Alicia rimase immobile perfino quando un vecchio ed innocente uomo veniva trapassato al ventre da un proiettile nero, scagliato dalla maligna figura apparsa poco prima. Lo vide cadere a terra, prossimo alla morte, mentre dal suo corpo segnato dal tempo fuoriusciva sempre più sangue, tanto da tinteggiare di rosso la candida neve intorno a lui. Il suo trapasso fu troppo rapido per poter fare qualsiasi cosa, la sua anima aveva ormai abbandonato il mondo dei vivi.
La Regina si tenne il capo, che ebbe un sussulto, come se fosse scosso da una invisibile scossa.
Per pochi attimi perse il contatto con la realtà, mentre nella sua mente fecero la loro comparsa alcune chiazze scure, simile al sangue appena versato.
Una punizione per aver infranto il suo codice di condotta, veniva ora ripagata con la stessa moneta, in modo da imparare a non venir mai più meno ai propri obblighi morali.
Ciò che la rendeva così buona e misericordiosa era quel poco di umanità rimastale, non poteva rinunciarci, non doveva. La sua sanità mentale richiedeva che mantenesse un contatto con la propria parte "normale", un'isola di umana semplicità all'interno di quel guscio, utilizzato come strumento per la Giustizia.

La sua visione era cambiata, il candore precedente era mutato in un tetro ed inquietante nero, che donava al paesaggio un nuovo volto.
Grazie alla propria elevate percezioni, riuscì in tempo ad avvistare il "nemico" che si avvicinava, in un poco strategico attacco frontale. Voleva attaccare una Regina direttamente ?
A proteggerla dal fendente portatole contro, ci pensò una mano quasi invisibile, che afferrò tra le proprie possenti dita la lama della spada e la fermò con un'inaspettata forza. Non poteva andare oltre, non poteva toccare nemmeno le sue bianche vesti.
La mano ferma della giustizia la proteggeva.
Nel mentre la sua testa doleva di nuovo e continuava a ricordarle ciò che aveva permesso che succedesse, la Regina sguainò la propria spada. Sì, l'arma che mai aveva estratto prima aveva finalmente lasciato il suo rifugio, per finire nella carne di un Malvagio. Se avesse avuto maggior controllo mai avrebbe impugnato quell’arma, in quel momento però, non pareva avere la minima coscienza su ciò che stesse per fare. Semplicemente, non era più lei a comandare il “guscio”, la ragione e la misericordia venivano oppresse dal dolore e dal nero che affrescava la sua visione.

Alzò al cielo la lama e dalla mano sinistra, che stringeva l'impugnatura dorata, scaturì un grande bagliore, che illuminò con prepotenza tutta l'area circostante. Una luce che dissolse ogni ombra presente nella sua mente e nel suo operato. Prima di compiere interamente il suo volere, avrebbe spazzato via quell'ennesimo essere corrotto dal male.
La sua arma venne stretta con maggior forza e con un gesto repentino venne abbassata sul Cavaliere Nero, tentando di colpirlo tra la spalla ed il collo, aiutato anche dal diversivo luminoso.
Questo era ciò per cui era vissuta e per cui aveva rinunciato alla sua intera vita, sempre e solo per il nostro bene.




Report Of The Queen

† ReC: 325 | † AeV: 200 | † PeRf: 125 | † PeRm: 325 | † CaeM: 200
† Energia: 70% | † Consumi: Alto + Medio | † Ferite: Illesa |
† Mente: Danno Medio alla Psiche


••.• ´ ¯`•.•• Passive in Uso ••.• ´ ¯`•.••

Tell Me W h a t & W h e r e You Are: Gestire un regno da sola non è una cosa da tutti, tralasciando gli ovvi impegni burocratici, bisogna anche far fronte alle rivolte ed agli attentati. Alicia lo sa' bene, anche se ora ha escluso letteralmente il male dal suo paese, prima ha dovuto affrontare non pochi maligni, che ostacolavano la sua ascesa al trono. Tutti quanti loro sono stati eliminati prima ancora di potersi avvicinare a lei ed il motivo è presto detto. La Regina Onnisciente è in grado di percepire con estrema facilità le auree di ogni creatura attorno a lei, nel raggio di 25 metri. Questo le permette di seguire sempre con estrema precisione gli spostamenti avversari ma anche di poterli trovare con facilità quando questi sono invisibili, nascosti o mimetizzati. Per far ciò le basta solo un minimo ci concentrazione, cosa che le viene ormai naturale.
Questo suo potere è spesso paragonato a quello di un Dio, anche se lei è contraria a definirlo tale.
Per lei è soltanto uno strumento essenziale per preservare la pace e per rendere la giustizia intoccabile.
Toccando invece un artefatto o un qualsiasi oggetto ella potrà venire a conoscenza di tutti i poteri di tale oggetto, a meno che esso non sia schermato contro tali esami. Le basterà sfiorarlo o entrare in contatto con la punta delle dita perché questo potere si attivi improvvisamente, a volte persino contro la sua volontà. Un potere essenziale per conoscere totalmente chi si sta giudicando.

Closer to God: Una mente incorruttibile e ferma sulle proprie convinzioni. Nulla potrà mai penetrare all'interno del cervello della Regina per corromperlo con ideali distorti o con visioni maligne. Nulla potrà cambiare la sua percezione della realtà, il suo credo è troppo forte per poter essere piegato da delle bieche tecniche. Qualsiasi abilità che cerca di far barcollare le sue convinzioni è presto eliminata, non dandole nemmeno il tempo per farla dubitare del bene che sta facendo. Con un consumo d'energie Variabile infatti, tecniche psioniche in atto su Alicia saranno presto debellate, grazie anche ad un attimo di concentrazione. Non vi è nulla di più pericoloso al mondo di una sovrana incorruttibile che fa del male, convinta del contrario.
Nemmeno le tecniche più subdole ed imprevedibili possono far vacillare le sue convinzioni o distorcere la realtà che lei stessa ha creato. Per questo sarà immune anche a qualsiasi tecnica psionica passiva che tenti di deviare la sua mente.

••.• ´ ¯`•.•• Attive in Uso ••.• ´ ¯`•.••

The Hands That Feeds You: La Regina, come tale, non è solita sporcarsi le mani del sangue degli impuri e dei peccatori, spesso subordina l'epurazione ai suoi più fedeli collaboratori, convincendoli con il proprio fascino e potere. Ci sono casi però, in cui ciò non è possibile, casi in cui deve essere lei ad agire in prima persona. Fortunatamente anche in questa evenienza, le sue mani non toccheranno mai la carne del maligno. Con un consumo d'energie VariabileAlto infatti, ella sarà in grado di generare delle braccia (Un massimo di sei alla volta, dalla durata di un solo turno), che fungeranno come armi, causando danni da taglio, come delle vere e proprie spade. La peculiarità di questa abilità sta nel fatto che gli arti creati potranno anche servire come difesa, convogliando in uno o più di essi, il medesimo quantitativo d'energia utilizzato per l'offensiva. Le braccia saranno leggermente quasi trasparenti e visibili solo per una leggera distorsione dell'aria, la loro lunghezza invece è a discrezione di Alicia ma dovranno essere sempre create partendo dal suo corpo.
Proprio come i soldati che combattono al suo servizio, anche questa tecnica è estremamente versatile ed imprevedibile.
È inoltre la tecnica d'attacco principale della Regina, la quale in nessuna occasione userà il proprio corpo come strumento d'attacco.

Lights In The Sky: Alzando una mano verso l'alto ed utilizzando un Medio, Alicia genera una fortissima luce che perdura per tutta l'area circostante per i successivi suoi due post. La luce non è abbastanza forte da accecare qualcuno, ma costringerà i demoni a tornare in forma umana e a sentirsi come spossati, anche se umani. Gli avversari, comunque, anche se non accecati totalmente, saranno costretti a schermarsi gli occhi con una mano, come sotto l'effetto di un sole luminosissimo, per riuscire ad utilizzare la vista al massimo delle proprie potenzialità. La giustizia mette a dura prova chiunque osi mettersi contro di lei, anche utilizzando diversivi come questo.


••.• ´ ¯`•.•• Riassunto Azioni ••.• ´ ¯`•.••
Allora, ho poche cose da riassumere xD Alicia non salva volutamente il vecchietto e para l'Arma Sacra con la sua Variabile Personale. Successivamente si becca il danno Medio alla Psiche ed infine contrattacca, genera una forte luce in cielo ed infine sferra un fendente con la propria spada, dall'alto verso il basso (In modo da essere almeno un po' coperta dalla luce), che tenta di colpire l'avversario direttamente sulla sua spalla destra, vicino al collo.
••.• ´ ¯`•.•• Note ••.• ´ ¯`•.••
¹ Il titolo, così come la citazione poco sotto, sono un tributo ad una canzone dei Nine Inch Nails intitolata The Hand That Feeds.

- Il danno Medio alla Psiche l'ho interpretato come una progressiva perdita "d'umanità", come se progressivamente impazzisse; le macchie di sangue nero che crede di vedere sono solamente una rappresentazione della sua parziale e continua insanità. L'ho inteso così perché l'ho ritenuto molto più caratterizzante di un semplice "dolore".

- Nel Post precedente hai detto di coprirti le spalle con lo scudo, ma presumibilmente, per sferrare un fendente devi avere almeno il braccio scoperto, per muoverlo (A maggior ragione se il colpo è verticale), quindi ho puntato a colpirti proprio sullo stesso arto che usi per attaccarmi. Ho preferito specificarlo per evitare fraintendimenti^^

EDIT: Sistemati alcuni errori di sintassi/verbi ed aggiunta una piccola descrizione aggiuntiva del danno alla Psiche.



Edited by Thérèse. - 14/5/2010, 21:56
 
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Copper
view post Posted on 16/5/2010, 10:37




Persone e personaggi.


Capitolo 3


Il corpo dell'anziano aggredito giaceva in una pozza di sangue, il quale, sporco e tetro, andò ad intaccare la bellezza di uno scenario nivale che ormai di fiabesco non aveva più alcunché, avendo il sole lasciato posto alla luna invidiosa ed avida di una luce mai propria. Nello stesso momento in cui il suo rammarico aumentava a causa della morte dell'inerme civile, quel frenetico pulsare nella mente di Shelozagh si arrestò, concedendogli il tempo di sospirare all'anima in partenza.
“Il tuo sacrificio non sarà vano...” pensava e singhiozzava mentre si dirigeva a passo di carica verso il paladino bianco che, per qualche irrazionale nume, si manteneva il capo come in preda ad una disumana emicrania. Ormai era vicino al suo obiettivo, e la spada tracciò il suo letale percorso lasciando dietro sé una perversa luce livida.

Ma prima che il Jian potesse scalfire la corazza con cui si faceva schermo il rivale, intervenne, in favore di quest'ultimo, una mano eterea. Questa si frappose fra preda e predatore, afferrando con possanza lo strumento di morte, ed eludendo quindi un colpo che, se incassato altrimenti, avrebbe causato non poche rogne al malcapitato.
Lo scudo che difese il “buono” non era palesemente visibile, ma si lasciava a malapena intravedere attraverso dei lievi riflessi di luce e distorsioni dell'aere. La difesa eretta dal Bianco fu stabile in maniera ottimale, per non dire oltre misura, e fece in modo da far fallire il tentativo di offesa del Mezzorco che, colto alla sprovvista, si ritrovava ad opporre resistenza ad una forza che a tratti gli ingannava i sensi.

Tuttavia non bisognava abbassare la guardia: toccava al Bianco muovere il prossimo pezzo.



Estrasse con grazia una spada decorata d'oro dalla guaina che ne salvaguardava le semi-divine fattezze, una sottile sciabola a doppio filo la quale, scintillante, venne innalzata – e quasi immolata – alle Forze Superiori. Era richiesto un aiuto attraverso una muta preghiera composta non di parole ma di gesti, pregni in ugual misura di sconsiderata supplica.
E la risposta non tardò ad arrivare.
Un'esplosione di luce andò ad illuminare con inaudita violenza le mura dell'abitato che, in quegli interminabili minuti, era stato progressivamente inghiottito dalle tenebre. Queste vennero immediatamente scacciate via, finendo con l'annidarsi sulla faccia opposta delle superfici sulle quali si abbatté il candore divino, in attesa, cupide, di poter instaurare nuovamente la propria egemonia.
Ciò che andò a colpire maggiormente il gigante non fu tanto la magia attuata in sé, ma anzi il fatto che perfino i Celesti sembrava parteggiassero per altri.

Che la sua esistenza risultasse così bassa perfino
a coloro i quali egli aveva consacrato sé stesso per così tanti anni?



La fervida sorgente luminosa finì col nuocere alla vista di Shelozagh, non accecandolo completamente, ma impedendogli a tutti gli effetti una corretta visione di ciò che gli stava succedendo intorno. Sotto il severo abbraccio di quel balenio, era vulnerabile come un infante senza la propria madre. Avrebbe dovuto occuparsi di quell'impedimento il prima possibile, se avesse avuto l'intenzione di uscire da quello scontro apocalittico come vincitore.
Quello che ricopriva allora era solo un ruolo. Non era parte integrante del suo essere l'indossare le vesti, agli occhi altrui, di uno spietato “Cavaliere Nero”. La situazione in cui si era cacciato allora non aveva alcun senso: di frivola importanza era la questione della lettera, così come lo era l'indagare su due entità misteriose il cui unico scopo era quello di infastidire dei poveri cittadini che già senza il suo intervento traevano a stento il nutrimento per sopravvivere.
Eppure sentiva di nuovo, e ancora, quei dannati cuori.
Doveva ribellarsi alla sadica autorità che aveva indetto quello spettacolo a dir poco osceno, era suo compito quello di difendere i buoni, non quello di annientarli senza alcuna ragione. Doveva procedere ed agire al passo con i propri ideali, assumendosi la responsabilità dell'essere coerenti in ogni evenienza.

Perché non saranno di certo dei lamenti prodotti dall'immaginazione, per quanto vivida e credibile, ad allontanarlo dal duro percorso in salita che aveva deciso di intraprendere.

Dai comportamenti finora tenuti dal Candido Difensore si evinceva uno strano senso di follia, di inquietudine: quasi come se perfino a lui era stato ceduto di peso il compito che si ritrovava a svolgere. Ebbe l'impressione che nemmeno il Paladino accettasse la sua mansione di buon grado, ma quasi per costrizione, proprio come il Mezzorco. La luce aveva fatto la sua comparsa da pochi ed impercettibili istanti, ma Shelozagh si accinse ad estinguerla sul nascere, prima che potesse causare effettivi danni.
«Dimmi la verità...» sussurrò, risultando la sua voce più triste e grave di quanto invero fosse.
I suoi occhi erano socchiusi, onde non mirare a palpebre spianate l'urticante bianco che incombeva oltre le loro teste. Con apparente imprudenza, li spalancò e si concentrò sul violento flash che lo costrinse a versare una lacrima dal bruciore.

«...non sei davvero il Cavaliere Bianco.»



Eseguire con successo un diversivo del genere non era un'impresa semplice, ma revocarlo era un'opera di difficoltà indubbiamente maggiore, ancor più se la mossa di auto-supporto non era la propria. Focalizzò l'attenzione sul fulcro dell'attacco, ed in un istante questo venne soppresso.
Magia? Fortuna? Semplicemente un'immensa forza di volontà, la stessa carica emotiva che gli aveva permesso di non ricorrere al suicidio dopo aver saggiato tutto (o almeno buona parte de) il male nel mondo. Chiunque avrebbe optato per l'atto estremo, dopo aver realizzato che per gli altri non si è nulla fuorché feccia; ma lui no.
Era convinto di poter cambiare il sistema sociale su cui faceva leva il mondo. Questo era il suo ideale, e ci credeva forse anche troppo. Ma in fondo è meglio morire per qualcosa, realizzando i propri sogni, piuttosto che vivere per nulla, nella più totale accidia.

Nello stesso istante in cui annichilò la luce, vide la spada, quella che aveva annunciato il sacro accecamento, cadere incautamente all'altezza del suo collo, sulla destra. Non era un gesto ponderato, tuttalpiù dettato dalla fretta e da un disordine mentale che, sotto le vesti di bastione impenetrabile – quale il Bianco avrebbe dovuto essere – sfiguravano e non poco. Non fu per lui un grande disagio spostare di poco lo scudo, che imbracciava con la sinistra, per deviare l'insicuro colpo, il quale rivelò una certa debolezza d'impatto.
«Sai? Io non sono il Cavaliere Nero.» mormorò sconsolato il Mezzorco, mentre respingeva con forza la lama avversaria, e cercando il più possibile di mantenere la calma dopo l'immorale atto di pochi secondi addietro. Quel gesto, d'altronde, lo privava di ogni credibilità: qualunque Paladino, degno di questo nome, non avrebbe mai prestato le sue orecchie ad un lurido omicida.
“Ti prego di fidarti...”

Nell'esatto momento in cui decise di risparmiare ulteriori vite umane per concentrarsi invece sull'avversaria figura, i cuori dei popolani, come ingrata risposta, rimbombarono con ancora più violenza nel cervello. Una sensazione repellente, nauseabonda, e per certi tratti così forte da far tendere la vittima alla pazzia fu ciò che ne conseguì. Quel pulsare, quasi dotato di propria intelligenza, era come se stesse rimproverando il Nero nella stessa maniera in cui un genitore biasima il figlio inadempiente. Forse chi cercava di manipolarli affidava ad un senso di abietta ammonizione il compito di garantire che ognuno mantenesse la propria posizione senza discutere sul come e sul perché. Non era comunque nulla che non si potesse superare con un po' di spirito.

Cercò di trapassare il ventre del Paladino con la spada, ancora arsa dalle fiamme di luce nera, in un massiccio ma prezioso affondo orizzontale: l'essere feriti allo stomaco non sarebbe risultato mortale per il nemico, con un colpo ben assestato, ma in ogni caso gli avrebbe sottratto buona parte delle forze che facevano sì che si tenesse spontaneamente in piedi.
Ma non avrebbe di certo ridotto la sua strategia d'attacco ad un nuovo, misero colpo con la Shelojian. Doveva accumulare più chance di successo aumentando il numero dei colpi inferti: doveva spingere ad ogni costo l'avversario a rimanere sulla difensiva, così da passare, e possibilmente rimanere, in vantaggio tattico. Spinto da questa necessità, laddove prima splendeva una luce trascendente, materializzò cinque scaglie nere, della stessa natura del fuoco che ornava la spada, la cui lunghezza era approssimativamente di due metri l'una.

Era venuto a generarsi un pittoresco quanto insensato contrasto: il Bianco chiamava a sé la luce e la giustizia in tutte le sue forme; il Nero non solo la combatteva, ma anzi cercava di far prevalere quelle che, ad occhi meno attenti, potrebbero essere sembrate tenebre. In quel gioco di ruolo ognuno sembrava stesse dando, fin dalle prime battute, il meglio di sé.
Le lance nere si abbatterono perpendicolarmente sul Bianco, e avrebbero trapassato il ferro della corazza e la carne insieme al Jian.

Un attacco simultaneo, portato su più fronti.
“...”


I secondi, dilatati dall'ansia di quel combattimento, non trascorrevano più così veloci ed inesorabili. D'altra parte, un combattimento del genere non sarebbe potuto durare più di qualche minuto, o sarebbe risultato disastroso non solo per gli sfidanti ma, eventualmente, anche per gli innocenti che brulicavano per le strade, in preda al panico.


SPOILER (click to view)
Shelozagh Malleon
Razza: Mezzorco
Classe: Paladino
Dominio: Warrior Style

ReC: 150
AeV: 125
PeRm: 275
PeRf: 250
CaeM: 300 (600, se calmo)

Energia Residua: 60%
Energia Consumata: 10%
Status Fisico: Illeso.
Status Psichico: Decide di ribellarsi al proprio ruolo, cercando di mantenere la calma poiché lasciarsi prendere dal panico non lo porterebbe a nulla. Trauma psicologico di livello Medio. N.d.C.: Passive del WS in funzione.

Armi ed Equipaggiamento:

Shelojian - Un’arma di stampo orientale, chiamata appunto Jian. È molto leggera, e presenta un doppio filo rispetto alle comuni Katane, per poi terminare in una affilatissima punta. Le sue caratteristiche la rendono estremamente versatile nel combattimento ravvicinato, attraverso la successione di fendenti veloci e poco potenti ma ottimi per una mira più precisa volta ai punti vitali. La lunghezza totale dell’arma è esattamente di 150 cm, dei quali 25 sono di elsa. La “guardia”, ovvero la zona soprastante l’elsa è piccola, ma sufficientemente ampia da poter ospitare una lama di dimensioni discrete in un contrasto diretto. Il nome che è stato attribuito all’arma indica un forte senso di proprietà nei confronti della spada, che appunto è l’unione fra il suo nome e quello del tipo dell’arma.

Egida di Shelozagh. - È uno scudo d’acciaio a forma pseudo - romboidale, lungo 1 metro dall’alto verso il basso. Raggiunge la lunghezza massima nel primo quarto di superfice (a partire dall’alto), raggiungendo i 60 cm. La parte superiore dello scudo è parallela al suolo e lunga all’incirca 45 cm, per poi restringersi a un minimo di 30 nella parte inferiore. Lo scudo presenta una forma aerodinamica che ne facilita il controllo, ottimo per parate effettuate sulla media-breve distanza. Le armi più grosse tuttavia necessitano di un impegno maggiore per essere contrastate, in quanto la forma della difesa non garantisce una protezione integrale.

Abilità Passive:

Sangue della Bestia - Passiva Razziale Mezzorchi. Maggiore tolleranza del dolore e capacità di proseguire il combattimento ignorandolo. Mutilazioni e ferite estreme non possono comunque essere ignorate.

Volontà della Bestia - Passiva Dominio Warrior Style I. Stile di combattimento molto raffinato, permette attacchi più complessi e difese più efficaci. La CaeM aumenta di 100, a discapito della PeRm diminuita di 25. La CaeM raddoppia se Shelozagh mantiene la calma.

Valore della Bestia - Passiva Dominio Warrior Style II. Finchè Shelozagh manterrà la calma, ogni suo fendente verrà considerato come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.

Luce nella Bestia - Passiva Personale. Shelozagh è lento, ragion per cui ha rinunciato alla possibilità di effettuare attacchi a sopresa sviluppando un'aura energetica che lo rende sempre rintracciabile dai nemici. Tuttavia tale alone aumenta di un livello la potenza degli attacchi che comprendono l'elemento luce (es. se l'attacco infliggerebbe normalmente danni medi, infligge invece danni alti).

Abilità Attivate:

Luce e Lame (Attiva dal turno precedente).

Annullamento - Certe volte l'abilità di spada da sola non basta, poiché nell'evenienza in cui il nemico attacchi sulla lunga distanza, mediante magie, il paladino si ritroverebbe in una condizione di netta inferiorità. Ed è per questo che Shelozagh, dopo faticosi allenamenti, è divenuto in grado di annientare attacchi magici ed illusori anche di elevata potenza. Vortici taglienti che si dissolvono con uno sguardo, lingue di fuoco che si estinguono con un veloce pensiero. Nemmeno le manifestazioni tangibili del potere spirituale di un avversario possono resistere – il più delle volte – alla ferma volontà del Mezzorco.
[Dopo un brevissimo attimo di concentrazione, Shelozagh potrà dissolvere nel nulla un effetto magico - e uno solo - presente sul campo di battaglia, purché di livello Alto o inferiore e presente sul campo di battaglia (non vale, in pratica, per gli attacchi che agiscono sulla mente).
Consumo: Nullo, ma utilizzabile massimo tre volte a duello/quest. N.d.C.: Ancora DUE utilizzi rimasti]


Luce ed Aculei - E se la luce costituisse la base essenziale di un attacco? Anche qui le varietà sarebbero infinite: Shelozagh è in grado, per esempio, di generare oltre la testa ignara del nemico una decina di stalattiti scintillanti senza alcun preavviso o imposizione particolare. Le scaglie pioveranno rovinosamente sul corpo dell’avversario, e, sebbene la potenza di una singola lancia sia piuttosto ridotta, il danno globale è capace di piegare anche il più robusto degli oppositori, attraversando le vesti e bruciando la carne nella caduta perpendicolare.
[Shelozagh genera dalle cinque alle dieci schegge di luce, sopra l'avversario, lunghe fino a due metri e simili a grosse stalattiti.La tecnica non richiede di particolare concentrazione o imposizione delle mani, e le schegge saranno piuttosto veloci nel formarsi.Una volta formate, queste ricadranno pesantemente verso il basso, molto velocemente. Purtroppo le schegge non sono molto potenti, anche se attraverseranno facilmente qualsiasi corpo solido, come se non esistesse, incontrando solamente la carne, e provocando ustioni di media entità, ma senza lasciar altro tipo di lesione esterna.Contro i demoni, il danno totale della tecnica è alzato ad alto. N.d.C. Il danno è aumentato ad Alto.
Consumo di energie: Medio]


Riassunto:
Dunque...
Uso la pergamena che Shel ha incastonato nel proprio corpo (:8D:) per annullare la luce che aveva evocato. Così facendo, riduce il colpo di spada ad un semplice attacco fisico, e lo para senza troppe difficoltà con lo scudo (avendo sia la PeRf sia la CaeM maggiori di quelle di Alicia ). Cerca di instaurare un improbabile dialogo fra di loro, pur essendo consapevole del fatto di non risultare propriamente credibile. Attacca poi con la spada, ancora in fiamme dal turno precedente, e, avendo ancora uno slot libero, evoca delle scaglie di luce (5, per l'esattezza, a consumo medio e danno alto grazie alla passiva) che piombano dall'alto su Alicia nello stesso momento.

Note:
Come si può dedurre già dal testo, Shelozagh si comporta da vero e proprio "carrarmato" in questo turno: sfruttando la tecnica rimastagli dal turno precedente, non solo attua una difesa, ma esegue ben due attacchi. Credo (spero) di non essere stato antisportivo con questa manovra, anche perchè credo sia tranquillamente possibile difendersi da entrambi gli attacchi lanciati e, avendolo fatto già nell'arrivo e nel turno scorso dell'Abiezione, non sono mai stato ammonito a riguardo.

La strategia messa in atto può avere un più conseguenze, a seconda della reazione del nemico:
1) quest'ultimo potrebbe incassare qualche colpo;
2) potrebbe inoltre difendersi con due mosse difensive (una per ogni attacco), e sacrificare per un turno l'attacco;
3) o potrebbe infine evocare una difesa sufficientemente alta da parare entrambi gli attacchi per poi rispondere, spendendo però più energia.

Spero vada bene. :v:


Edited by Copper - 17/5/2010, 14:48
 
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Thérèse.
view post Posted on 20/5/2010, 00:00





« With the winds, took all her leaves
falling on empty ground
on an winters dusty eve,
a fading grace without a sound. ¹ »


La luce scaturita dalla Bianca venne oppressa istantaneamente da un potere che andava ben oltre le sue aspettative. Non si sarebbe mai attesa nulla di simile da un servo del Caos. Loro non erano soliti a tali magie sofisticate, tutt'altro, erano semplicemente degli strumenti di morte, privi di qualsiasi logica.
D'improvviso, dall'interno dell'armatura nera, si udì una voce, piuttosto cupa. «Dimmi la verità...»
«...non sei davvero il Cavaliere Bianco.»
«Sai? Io non sono il Cavaliere Nero.»


Alicia piantò le sue iridi sulla cupa figura del Cavaliere, non capiva dove volesse andare a parare con simili parole, in quei momenti però, non poteva interessarle il dialogo. Era giunta fin lì per ben altri scopi.

« Non mi importa chi tu sia. » La sua inespressività accompagnò la frase, detta con tono piuttosto pacato.
Incalzò poi, non dando diritto di replica al suo interlocutore. « Hai appena ucciso un uomo innocente, fino a prova contraria.
Ciò che hai fatto va ben oltre la definizione di "Cavaliere Nero" assegnatati da queste persone.
» Si interruppe di nuovo, spezzando il suo discorso, per dar tempo al Malvagio di riflettere su quelle parole. « La verità è che se non fossi il Cavaliere Nero, ti lasceresti uccidere da me, in preda ai sensi di colpa » Sospirò, gettando un'occhiata di disprezzo verso l'avversario; ormai era stata coinvolta e non poteva più tirarsi indietro, il dolore che continuava a provare al capo le ricordava come non avrebbe mai più dovuto venir meno al suo codice. Il suo bene era primario, così come il preservare il proprio barlume d'umanità, che la rendeva capace di sopportare il peso della missione affidatale.

L'offensiva seguente del Male rafforzò ulteriormente il suo stupore, non aveva mai visto nessun corrotto riuscire a pianificare un simile attacco. La distanza tra i due era risibile e, nonostante questo, la regina riuscì a difendersi da un primo assalto, che veniva direttamente dal cielo.
Degli arti la protessero di nuovo, preservando intatta la sua bellezza, radicata in quel viso dai tratti così nobili e delicati.

I suoi capelli vennero sostenuti dal vento, creatosi successivamente alla repentina difesa. Il roseo colore si muoveva sinuoso nel paesaggio fiabesco e candido, seguito a ruota da una tonalità ancora più scura, un rosso intenso, forte, inequivocabile.
Quest'ultimo proveniva da poco più in basso, dipingendo sul bianco terreno un affresco di dolore e perdita. Piccoli petali rossi che cadevano dall'unica rosa riuscita a crescere in quel posto così rigido. Ne cadevano, uno dopo l'altro.

Cadevano.
Cadevano.

Cadevano.
Cadevano.
Cadeva anche lei, ora.


Piegata in avanti, sul proprio gambo, la rosa seguitava a perdere pezzi, ricoperta da un sottile e parziale nevischio.
Il suo addome aveva lasciato la fredda lama che l'aveva trapassato, per finire -con il resto del corpo- a terra. Vomitava vermiglie figure, così come le labbra della Bianca, solcate da un rivolo rossastro che le percorse tutto il mento, per poi congiungersi con il resto dei petali, sulla neve.
Le vacue fessure, spacciate per occhi, fissavano il vuoto, aspettandosi un ulteriore cedimento di quella gracile figura.
Non si aspettava nulla di differente da un simile essere.

« Se... » Due sole lettere riuscirono a sfuggire dall'insanguinata gola della Regina, troppo era il dolore che ogni respiro le procurava. Si sentiva mancare, impotente di fronte a quell'ammasso di pece. Si fece forza, aggrappandosi alle propri convinzioni, riuscendo a terminare un pensiero, seguito da un altro rivolo di sangue. « ...Se non sei una cattiva persona...Allora lascia che ti uccida. Espierai le tue colpe e sarai finalmente...in pace. »
Le sue vesti insanguinate si alzarono, mostrando un tremore diffuso, in tutta la carne che ricoprivano. Era in piedi, anche se sembrava sul punto di crollare da un momento all'altro.

Stoicamente trovò la forza anche di puntare il dito indice contro la sua nemesi, il suo sguardo inespressivo diceva molte più cose di quante la sua fragile bocca avrebbe potuto partorire. Le sue parole, che fossero accolte o meno, furono il preludio all'ennesimo bagliore, questa volta offensivo.
Una delle poche spine rimastale.
Dal corpo di Alicia si generò un biancore inaspettato, che saettò poi verso l'oscuro antagonista, con lo scopo di trafiggerlo lì, in mezzo ai suoi profondi occhi.
« ...Finirà presto... »
Era una promessa, sia a sé che al suo avversario.




Report Of The Queen

† ReC: 325 | † AeV: 200 | † PeRf: 125 | † PeRm: 325 | † CaeM: 200
† Energia: 40% | † Consumi: Medio + Alto |
† Ferite: Ferita profonda di Alta entità all'addome.
† Mente: Danno Medio alla Psiche


••.• ´ ¯`•.•• Passive in Uso ••.• ´ ¯`•.••

Tell Me W h a t & W h e r e You Are: Gestire un regno da sola non è una cosa da tutti, tralasciando gli ovvi impegni burocratici, bisogna anche far fronte alle rivolte ed agli attentati. Alicia lo sa' bene, anche se ora ha escluso letteralmente il male dal suo paese, prima ha dovuto affrontare non pochi maligni, che ostacolavano la sua ascesa al trono. Tutti quanti loro sono stati eliminati prima ancora di potersi avvicinare a lei ed il motivo è presto detto. La Regina Onnisciente è in grado di percepire con estrema facilità le auree di ogni creatura attorno a lei, nel raggio di 25 metri. Questo le permette di seguire sempre con estrema precisione gli spostamenti avversari ma anche di poterli trovare con facilità quando questi sono invisibili, nascosti o mimetizzati. Per far ciò le basta solo un minimo ci concentrazione, cosa che le viene ormai naturale.
Questo suo potere è spesso paragonato a quello di un Dio, anche se lei è contraria a definirlo tale.
Per lei è soltanto uno strumento essenziale per preservare la pace e per rendere la giustizia intoccabile.
Toccando invece un artefatto o un qualsiasi oggetto ella potrà venire a conoscenza di tutti i poteri di tale oggetto, a meno che esso non sia schermato contro tali esami. Le basterà sfiorarlo o entrare in contatto con la punta delle dita perché questo potere si attivi improvvisamente, a volte persino contro la sua volontà. Un potere essenziale per conoscere totalmente chi si sta giudicando.

Closer to God: Una mente incorruttibile e ferma sulle proprie convinzioni. Nulla potrà mai penetrare all'interno del cervello della Regina per corromperlo con ideali distorti o con visioni maligne. Nulla potrà cambiare la sua percezione della realtà, il suo credo è troppo forte per poter essere piegato da delle bieche tecniche. Qualsiasi abilità che cerca di far barcollare le sue convinzioni è presto eliminata, non dandole nemmeno il tempo per farla dubitare del bene che sta facendo. Con un consumo d'energie Variabile infatti, tecniche psioniche in atto su Alicia saranno presto debellate, grazie anche ad un attimo di concentrazione. Non vi è nulla di più pericoloso al mondo di una sovrana incorruttibile che fa del male, convinta del contrario.
Nemmeno le tecniche più subdole ed imprevedibili possono far vacillare le sue convinzioni o distorcere la realtà che lei stessa ha creato. Per questo sarà immune anche a qualsiasi tecnica psionica passiva che tenti di deviare la sua mente.

••.• ´ ¯`•.•• Attive in Uso ••.• ´ ¯`•.••

The Hands That Feeds You: La Regina, come tale, non è solita sporcarsi le mani del sangue degli impuri e dei peccatori, spesso subordina l'epurazione ai suoi più fedeli collaboratori, convincendoli con il proprio fascino e potere. Ci sono casi però, in cui ciò non è possibile, casi in cui deve essere lei ad agire in prima persona. Fortunatamente anche in questa evenienza, le sue mani non toccheranno mai la carne del maligno. Con un consumo d'energie VariabileMedio infatti, ella sarà in grado di generare delle braccia (Un massimo di sei alla volta, dalla durata di un solo turno), che fungeranno come armi, causando danni da taglio, come delle vere e proprie spade. La peculiarità di questa abilità sta nel fatto che gli arti creati potranno anche servire come difesa, convogliando in uno o più di essi, il medesimo quantitativo d'energia utilizzato per l'offensiva. Le braccia saranno leggermente quasi trasparenti e visibili solo per una leggera distorsione dell'aria, la loro lunghezza invece è a discrezione di Alicia ma dovranno essere sempre create partendo dal suo corpo.
Proprio come i soldati che combattono al suo servizio, anche questa tecnica è estremamente versatile ed imprevedibile.
È inoltre la tecnica d'attacco principale della Regina, la quale in nessuna occasione userà il proprio corpo come strumento d'attacco.

My Violent Heart: Gli ideali di Alicia provengono direttamente dal suo profondo, sono chiusi al suo interno, intoccabili ed incorruttibili. Quando essi sono messi in discussione si manifestano fuoriuscendo dal petto della Regina. Senza particolari tempi di concentrazione e con un consumo d'energie parti ad Alto infatti, si genererà dal suo petto, un sottile raggio di luce veloce quanto un proiettile che, una volta colpito l'avversario, gli lascerà una piccola ustione, e, un po' a causa dell'altissima velocità del colpo, un po' a causa della forza impressa, provocherà un violentissimo urto al punto colpito, rischiando di far cadere indietro il nemico stesso, sotto la forza dello stesso. La luce non è abbastanza intensa da costringere i demoni a tornare in forma umana, ma provocherà, ai suddetti, notevoli danni. Se agli altri esseri provocherebbe infatti un danno alto, questi subirebbero un pericoloso danno critico. Si tratta di una punizione adeguata per coloro che hanno vissuto sempre stando dalla parte del maligno.


••.• ´ ¯`•.•• Riassunto Azioni ••.• ´ ¯`•.••
Again, poche cose da riassumere. Alicia para le scaglie di luce proveniente dall'alto ma si becca il colpo con l'Arma Sacra all'addome. Successivamente, dopo aver ampiamente accusato il colpo, scaglia un fascio di luce direttamente contro il viso dell'avversario.
••.• ´ ¯`•.•• Note ••.• ´ ¯`•.••
¹ Il titolo, così come la citazione poco sotto, sono un tributo ad una canzone dei Mechanical Moth intitolata, per l'appunto, Dead Roses.

- I petali sono -ovviamente- una metafora che rappresenta il sangue che sgorga dalla ferita; mi sembrava una cosa ovvia, ma l'ho voluto specificare ugualmente.



Edited by Thérèse. - 20/5/2010, 18:00
 
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Copper
view post Posted on 20/5/2010, 20:29




Prologo dell'Apocalisse.


Capitolo 4


«Non mi importa chi tu sia.»
Fu la notifica del Paladino, la cui voce rendeva manifesta una nuova, e per certi versi sconcertante, realtà: Shelozagh stava avendo a che fare con una donna. Non era Bianco dunque, ma Bianca. Non per questo da lì in poi avrebbe allentato la corda: un avversario è pur sempre un avversario. Non poteva concederle sessismi di sorta; in guerra agli occhi di Dio si è tutti uguali.
Solo che il combattere contro una ragazza – difficilmente definibile tale, poiché dalla voce si poteva desumere una maggiore anzianità – fu per lui motivo di un certa perplessità.
«Hai appena ucciso un uomo innocente, fino a prova contraria. Ciò che hai fatto va ben oltre la definizione di "Cavaliere Nero" assegnatati da queste persone.» proseguì, cruda, mentre altre tenui braccia invisibili andarono a difenderla dalla pioggia purpurea, in netto contrasto con il candore della sua immacolata corazza.

Il Mezzorco accusò la sentenza di quella donna la cui voce si avvicinava più a quella di un sommo giudicatore che di allegra donzella nel fiore degli anni. In fondo, esse plasmavano e ritraevano una realtà da considerarsi vero e proprio dato di fatto: aveva ucciso un uomo, non vi sarebbero mai state scuse capaci di giustificare a pieno un simile scempio.
Nella sua mente, si concretizzò l'idea di essere un criminale nel senso più stretto del vocabolo, un balordo per il quale non si sarebbe mai riservato un barlume di salvezza o redenzione. Lo sprofondamento del proprio cuore si affiancò al lamento che, pulsante e raccapricciante, lo straziava come il sole nel deserto afoso. Soffriva per l'essere stato il responsabile di un tramonto precoce, al pari di quello che, con la sua luce smorzata, già da qualche minuto aveva abbandonato alla loro triste sorte i contendenti.

Una piaga atroce. Quello che sentiva era il rimorso di un delitto.
Il rievocare il ricordo, in fin dei conti prossimo,
rappresentò per lui un profondo trauma.
Forse non se ne sarebbe liberato
per il resto dei suoi giorni.



La lama trovò la casta carne della sua rivale, che assaporò con sadico gusto. La pelle dilaniata, nascosta da un'armatura dopotutto non così insuperabile, venne contornata da schizzi di sangue oscuro. Gocce cremisi corruppero nuovamente la serenità del villaggio a ridosso dei monti, sgorganti da ambo bocca e ferita. Shelozagh mosse qualche passo indietro; le labbra di lei si spalancarono finemente, tremando e definendo una voce soffiata, priva quasi di vita:
«...Se non sei una cattiva persona... Allora lascia che ti uccida. Espierai le tue colpe e sarai finalmente...in pace.»
La guardò, ferito nell'anima sia dai sensi di colpa sia di misericordia, uniti in quell'occasione in una amalgama velenosa. Cercò di trattenere le lacrime, la pietà invocata dalla soldatessa però non lo aiutò affatto.

Come s'era ridotto..



Non si mosse dalla sua posizione, limitandosi a guardarla crucciato. Gli era stata avanzata una proposta, qualcosa che avrebbe potuto mettere una definitiva croce al male che lo avvolgeva. Se della vita altrui egli aveva osato abusare incautamente, una giusta punizione sarebbe stata quella di pagare con la propria il misfatto. Forse il contrappasso da subire era equo.
Forse avrebbe dovuto davvero lasciarsi fare a brandelli dal ferro nemico, inerme. Opporre resistenza sarebbe significato rifiutare la propria purificazione, ed era l'ultima fra le sue intenzioni. Se invece avesse acconsentito allo smembramento, forse, avrebbe trovato quel tanto agognato posto in paradiso. Finalmente avrebbe potuto sedere al fianco delle anime più sante, e trascorrere con loro un'eternità di sola felicità, in attesa di un non lontano giudizio universale. Abbassò le braccia armate, lasciando che il liquido rosso di cui si erano tinte scivolasse disgraziato sul terreno, quasi come se volesse sbarazzarsene in maniera risolutiva.
Sorrise.
Non era un sorriso sadico, né di follia.
E come si poteva mai motivare un'espressione così inappropriata al contesto? Appariva semplicemente beato nella sua malinconica innocenza. Magari la sua era rassegnazione.

Inaspettatamente, osò invece muovere un discorso in replica:
«Uccidermi... credi che così facendo risolveresti qualcosa?»
Prese lentamente fiato.
«Ormai quel pover uomo è andato. Sì, per colpa mia. Sono stato un miserabile nel fare ciò. Ma il prendere la mia anima non servirà a farlo tornare indietro. Ti abbasseresti solamente al mio livello...

… quello di un assassino.»


Passò con eleganza il braccio oltre la testa, in una dolce carezza che lavò via il sudore della fronte, sporco di una cattiveria che non gli apparteneva nemmeno un po'.
«Sai... ho una missione da compiere. Non mi è stata assegnata da nessuno, è un semplice obiettivo personale. Io voglio che soggiunga la tanto cantata pace nel mondo, e mi sono armato per facilitarne l'avvento. Credo davvero di poterci riuscire, e forse questo può valere mille, anzi, milioni di volte di più rispetto alla mia insulsa esistenza.»
Continuava a mantenere fissi i suoi celesti occhi, scintillanti come non mai, sulle lastre della corazza bianca che rivestivano il corpo della ragazza. Non gli avrebbe mai creduto. Come si poteva dargli credito dopo quanto successo?

«Perché togliermi la vita in questo momento vale così tanto per te?»
La voce rauca assunse una vena solenne, indesiderata ma spontanea.
«Credo che il “poter vivere” sia la peggiore delle punizioni, ma al contempo la somma forma di redenzione: se fossi lasciato ancora a piede libero, potresti legittimamente pensare, potrei arrecare altri danni.

Ma priveresti un povero spirito
della facoltà di amare il prossimo.


Ognuno, nel suo piccolo, può dare qualcosa al mondo. Ed è proprio per questo che io non lascerò che la morte rapisca ed affondi la tua anima nel tetro baratro nel quale risiede: affinché tu possa ancora fare del bene.
E credo che non mi deluderai. »


Traballante, la donna riuscì a sorreggersi nuovamente sulle proprie gambe. Da ella, partì una violenta onda energetica, bianca e candida, che assunse le sembianze di un raggio fin troppo luminoso. Celere, si stagliò contro la imponente figura di fronte, pronto a ferire e lasciare segni permanenti. Le cerulee iridi, il bersaglio di quel “colpo redentore” si schiarirono al punto da trasformarsi in albini circoli privi di vita.
Ma vi era ancora qualcuno che, dall'aldilà, aveva votato la propria eternità alla salvaguardia di un legato. Quel qualcuno aveva compreso che nel suo cuore non si annidava rancore né odio in alcuna delle sue forme proprie. Ma sopratutto, si manifestò al mondo proprio nel massimo dello splendore, frizzante di una luminosità forzatamente negata pochi minuti prima.

Angelo dorato sotto mentite spoglie.


Flaga Shag strinse nel in pugno il violento attacco scagliato contro il proprio figlio. Gli spazi che solcavano la morsa delle dita brillavano intensamente, lasciavano chiaramente intendere la potenza dell'incanto che trattenevano.

«Non è divertente che sia proprio un impuro Mezzorco a dirti ciò?»
Ancora una volta, sorrise cortese in volto.
La mano dell'Orchessa esercitò nuova pressione, comprimendo e quasi annientando del tutto una magia luminosa abbastanza da accecare, concepita con quello scopo. Si sentì un'esplosione sommessa, un boato che si sforzava con tutto sé stesso di vincere la possente presa di un essere intangibile, fallendo miseramente. Quando le falangi si distesero, accompagnate da un moto di divina grazia, al centro del palmo giaceva un piccolo cumulo di polvere scintillante. Portò il polso all'altezza delle labbra, scolpite anch'esse nei volumi come tutti i muscoli del corpo, dalle quali partì un delicato, ma impetuoso nella potenza, spiro.
Dai polpastrelli volò via uno spruzzo, una scia di cometa. Illuminava la soffice neve attorno così come la mano stessa dalla quale proveniva. Agglomeratasi in un unico, grande raggio dai contorni delineati con fin troppa incertezza, si diresse univocamente verso l'esile corpo della Cavallerizza.

“Se questo mi aiuterà a realizzare la pace,
allora sia così.
Se questo mi avvicinerà
in qualche modo all'adempimento
del mio compito...
...allora non mi tirerò indietro.
Ho troppo da perdere.”


In un istante senza tempo, Shelozagh si lasciò abbindolare dai suoi pensieri. L'avrebbe sconfitta, senza farla giungere nella presa dell'abbandono terrestre.


SPOILER (click to view)
Shelozagh Malleon
Razza: Mezzorco
Classe: Paladino
Dominio: Warrior Style

ReC: 150
AeV: 125
PeRm: 275
PeRf: 250
CaeM: 300 (600, se calmo)

Energia Residua: 30%
Energia Consumata: 30%
Status Fisico: Illeso.
Status Psichico: Afflitto profondamente dal delitto, rinfacciatogli in questo turno. Trauma psicologico di livello Alto (Medio + Medio). N.d.C.: Passive del WS NON in funzione. Sarebbe risultato illogico, lol.

Armi ed Equipaggiamento:

Shelojian - Un’arma di stampo orientale, chiamata appunto Jian. È molto leggera, e presenta un doppio filo rispetto alle comuni Katane, per poi terminare in una affilatissima punta. Le sue caratteristiche la rendono estremamente versatile nel combattimento ravvicinato, attraverso la successione di fendenti veloci e poco potenti ma ottimi per una mira più precisa volta ai punti vitali. La lunghezza totale dell’arma è esattamente di 150 cm, dei quali 25 sono di elsa. La “guardia”, ovvero la zona soprastante l’elsa è piccola, ma sufficientemente ampia da poter ospitare una lama di dimensioni discrete in un contrasto diretto. Il nome che è stato attribuito all’arma indica un forte senso di proprietà nei confronti della spada, che appunto è l’unione fra il suo nome e quello del tipo dell’arma.

Egida di Shelozagh. - È uno scudo d’acciaio a forma pseudo - romboidale, lungo 1 metro dall’alto verso il basso. Raggiunge la lunghezza massima nel primo quarto di superfice (a partire dall’alto), raggiungendo i 60 cm. La parte superiore dello scudo è parallela al suolo e lunga all’incirca 45 cm, per poi restringersi a un minimo di 30 nella parte inferiore. Lo scudo presenta una forma aerodinamica che ne facilita il controllo, ottimo per parate effettuate sulla media-breve distanza. Le armi più grosse tuttavia necessitano di un impegno maggiore per essere contrastate, in quanto la forma della difesa non garantisce una protezione integrale.

Abilità Passive:

Sangue della Bestia - Passiva Razziale Mezzorchi. Maggiore tolleranza del dolore e capacità di proseguire il combattimento ignorandolo. Mutilazioni e ferite estreme non possono comunque essere ignorate.

Volontà della Bestia - Passiva Dominio Warrior Style I. Stile di combattimento molto raffinato, permette attacchi più complessi e difese più efficaci. La CaeM aumenta di 100, a discapito della PeRm diminuita di 25. La CaeM raddoppia se Shelozagh mantiene la calma.

Valore della Bestia - Passiva Dominio Warrior Style II. Finchè Shelozagh manterrà la calma, ogni suo fendente verrà considerato come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.

Luce nella Bestia - Passiva Personale. Shelozagh è lento, ragion per cui ha rinunciato alla possibilità di effettuare attacchi a sopresa sviluppando un'aura energetica che lo rende sempre rintracciabile dai nemici. Tuttavia tale alone aumenta di un livello la potenza degli attacchi che comprendono l'elemento luce (es. se l'attacco infliggerebbe normalmente danni medi, infligge invece danni alti).

Abilità Attivate:

L u c e E A m o r e. È vero quando dicono che i nostri cari vegliano su di noi anche dopo il trapasso: il fatto che non li vediamo non vuol dire che non si curino dei vivi. Se si saprà aiutare a nostra volta il proprio angelo custode, allora questo si manifesterà fisicamente e il suo intervento diventerà concreto. Shelozagh può essere supportato dall’anima di sua madre, Flaga, qualora questi le conceda il proprio corpo e le proprie forze spirituali. Ella si manifesterà gigante, imponente, sottoforma di pura luce avente le sembianze del suo vecchio corpo, oltre le sue spalle. La sacerdotessa difenderà o assisterà Shelozagh nell’attacco grazie ai suoi incanti: dalle sue dita partiranno raggi composti da energia sacra e dal suolo si alzeranno muri scintillanti.
Quando si dice che “i genitori farebbero di tutto per i loro figli”, sappiate che si è seri.
[Versione personalizzata del controllo dell’elemento “Luce”: oltre le spalle di Shelozagh apparirà la sagoma lucente di sua madre, alta circa quattro metri che, a seconda delle necessità, utilizzerà i suoi incanti sacri (spendendo ovviamente l’energia del figlio) per attaccare o difendere. Come tutti i controlli elementali, non è possibile generare attacchi se non dalle immediate prossimità del caster, e il potenziale offensivo/difensivo varia a seconda del consumo speso. L’orchessa sparirà al termine dell’attacco, e per “rievocarla” è necessario attivare nuovamente la tecnica.
Consumo: Variabile]


Usata per due volte, prima a consumo ALTO e poi a consumo MEDIO.

Riassunto:
Niente di che, se tralasciamo il discorso in sostanza paro l'attacco col dominio elementale, e lo "rispedisco al mittente" con potenza media come un soffio di polvere di stelle. Il resto son tutte parole, profonde, ma pur sempre parole. :wow:

Note:
Allora, per ovvii motivi non ho scagliato attacchi troppo potenti: ho intenzione di continuare questo scontro fino all'ultimo post, e mi serve energia per attaccare e ad Alicia per difendersi. Inoltre ho già il pieno controllo della situazione (:wow:), infierire non servirebbe a molto. Detto questo, ho preferito sottrarmi dal combattimento di spada perché le parole di Alicia, unite al nuovo danno psicologico subito, lo danneggiano ancora alla psiche. Leggasi: niente warrior style o chicchessia.

Ah, ho mascherato la malia con le parole accusatrici di Alicia, spero vada bene comunque. :wow:
Mi sono divertito moltissimo a scrivere questo post, e spero che i prossimi saranno altrettanto epici.

EDIT: Piccole modifiche. Ho corretto qualche errore di distrazione.


Edited by Copper - 23/5/2010, 23:41
 
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Thérèse.
view post Posted on 24/5/2010, 14:41





« I've opened up my eyes
Seen the world for what it's worth
Assassins rain down from the sky. ¹ »


«Uccidermi... credi che così facendo risolveresti qualcosa?»
«Ormai quel pover uomo è andato. Sì, per colpa mia. Sono stato un miserabile nel fare ciò. Ma il prendere la mia anima non servirà a farlo tornare indietro. Ti abbasseresti solamente al mio livello...quello di un assassino.»
La Bianca scosse il capo nell'udire tali affermazioni senza criterio, era veleno che le veniva sputato addosso. Certi individui semplicemente non erano predisposti per abbracciare il suo volere e per comprenderlo.
Doveva prenderne atto, mettendo in disparte per un attimo il suo innato buonismo.
«Sai... ho una missione da compiere. Non mi è stata assegnata da nessuno, è un semplice obiettivo personale. Io voglio che soggiunga la tanto cantata pace nel mondo, e mi sono armato per facilitarne l'avvento. Credo davvero di poterci riuscire, e forse questo può valere mille, anzi, milioni di volte di più rispetto alla mia insulsa esistenza.» Era poco ma sicuro. Sarebbe stata un ulteriore prova di egocentrismo elevare quell'unica ed insignificante esistenza, al di sopra del bene comune. Era stato colto da un barlume di buon senso, almeno.
Non poteva comunque accettare quel suo pensiero, era irrazionale, illogico. Non aveva un perchè.
Era una casa senza fondamenta, destinata a crollare alla prima avvisaglia di un terremoto. La Regina dischiuse le sue labbra facendo uscire, con la sua tipica flemma, soltanto poche parole.

« ...Non mettermi sul tuo stesso piano. » Riprese subito fiato, provata dalla ferita al ventre che le impediva di esporre lunghi pensieri. « ...Tu hai ucciso un innocente, io invece sto per uccidere un assassino. » Trafisse con lo sguardo l'elmo nero del Cavaliere, cercando di trovare i suoi occhi in mezzo a tutta quell'oscurità. Ciò che li rendeva così diversi non era un semplice schieramento, non erano i colori che portavano, tutt'altro. Alicia era differente, la sua vita ed ogni sua azione erano regolate da una motivazione ben precisa, nulla era lasciato al caso. Non desiderava la Pace soltanto perchè era una cosa "Giusta", la bramava perchè era necessaria; per sé e per il mondo che la circondava.
Al contrario del suo avversario, non era animata da alcun banale buonismo instrinseco.
Questo era l'abisso di ideali che li separava, come il cielo e la terra.

« ...Tu non vuoi la pace per gli altri, la vuoi per te stesso, per sentirti qualcuno. » Il suo tono si era fatto tagliente, abbandonando l'aura di tranquillità che l'aveva perennemento ricoperto.
« ...Non sai cosa è giusto e cosa è sbagliato, ciò non ti permette di vederti per quello che sei realmente, uno dei tanti assassini. » Rimarcò nuovamente quella parola, che rimbombava con prepotenza nell'aria gelida, innalzatasi al calar del sole.

«Perché togliermi la vita in questo momento vale così tanto per te?»
«Credo che il “poter vivere” sia la peggiore delle punizioni, ma al contempo la somma forma di redenzione: se fossi lasciato ancora a piede libero, potresti legittimamente pensare, potrei arrecare altri danni.
Ma priveresti un povero spirito
della facoltà di amare il prossimo.
Ognuno, nel suo piccolo, può dare qualcosa al mondo. Ed è proprio per questo che io non lascerò che la morte rapisca ed affondi la tua anima nel tetro baratro nel quale risiede: affinché tu possa ancora fare del bene.
E credo che non mi deluderai. »

Serrò gli occhi nell'udire quelle pesanti parole. Non poteva credere a ciò che quell'essere le aveva appena gettato addosso, dava per scontato troppe cose, troppe.

« Non sopravvalutarti. Toglierti la vita è una naturale conseguenza delle tue azioni. Non significa nulla per me... » Premette una mano sulla propria ferita, tentando di resistere almeno per finire la frase. « ...E se tu fossi così buono come vai dicendo, non significherebbe nulla nemmeno per te. » Alzò l'altra mano verso la scura volta celeste, mentre l' indice imperava sulle altre dita. « ...Dovresti saperlo...I Malvagi come te cadranno tutti. »
Nel mentre palesava il proprio pensiero, le venne rivolto contro un attacco, una scia luminosa che presto incontrò un'altra delle eteree mani della Giustizia, che la bloccò impedendone il passaggio. Detestava essere interrotta nel bel mezzo di un discorso. Ostentò poi la sua freddezza, riprendendo a parlare come se l'offensiva di poco prima non avesse turbato per nulla la propria persona.

« ...Uno come te non può far del bene, né ora e né mai.
Uno la cui superficialità fa sputare sentenze sull'animo altrui, senza accorgersi dell'oblio nel quale sta precipitando il proprio Ego.
»
Afferrò con straordinaria forza l'elsa della spada, pronta a far valere il proprio pensiero, una volta per tutte. « ...Non mi serve la tua pietà, nemmeno mi interessa.
Morirai, ora.
»
Strinse i denti, finendo in ginocchio per il dolore che le procurava la ferita allo stomaco. Le dita della sua mano sinistra affondarono nel candido manto nevoso, mentre l'altra mano teneva ben salda l'arma impugnata poco prima.
La testa le doleva ancora, ricordandole di non commettere più quell'errore.
Le ricordava di andare fino in fondo.
Non le importava come, con che mezzo, sapeva soltanto di dover abbattare la sua nemesi. Doveva riportarla con i piedi per terra, perchè solo lei poteva ergersi nei cieli.

Si rimise in piedi, gettando contro l'elmo nemico una manciata di puro nevischio, quello afferrato negli attimi precedenti. Sapeva di aver poco tempo per l'offensiva, per questo motivo partì subito alla carica, percorrendo il poco spazio che la separava dall'avversario in pochi attimi -non senza difficoltà d'equilibrio.
Sperava che il diversivo biancastro le desse un qualche vantaggio, o per lo meno diminuisse il malus fisico della ferita all'addome, così da poter mettere fine una volta per tutte a quella spiacevole situazione.
La lama della sua preziosa spada venne posizionata di fronte a sé, tentando un affondo frontale direttamente all'oscuro petto nemico.
Come se non bastasse poi, l'ennesimo arto etereo fece la sua comparsa appena sopra la spalla della Regina, allungandosi verso il collo del Cavaliere Nero, cercando di reciderlo almeno in parte.

« ... Morirai, ora. »
« Morirai. »
Di nuovo, più convinta.
Ci sperava davvero.




Report Of The Queen

† ReC: 325 | † AeV: 200 | † PeRf: 125 | † PeRm: 325 | † CaeM: 200
† Energia: 20% | † Consumi: Medio + Medio |
† Ferite: Ferita profonda di Alta entità all'addome.
† Mente: Danno Medio alla Psiche


••.• ´ ¯`•.•• Passive in Uso ••.• ´ ¯`•.••

Tell Me W h a t & W h e r e You Are: Gestire un regno da sola non è una cosa da tutti, tralasciando gli ovvi impegni burocratici, bisogna anche far fronte alle rivolte ed agli attentati. Alicia lo sa' bene, anche se ora ha escluso letteralmente il male dal suo paese, prima ha dovuto affrontare non pochi maligni, che ostacolavano la sua ascesa al trono. Tutti quanti loro sono stati eliminati prima ancora di potersi avvicinare a lei ed il motivo è presto detto. La Regina Onnisciente è in grado di percepire con estrema facilità le auree di ogni creatura attorno a lei, nel raggio di 25 metri. Questo le permette di seguire sempre con estrema precisione gli spostamenti avversari ma anche di poterli trovare con facilità quando questi sono invisibili, nascosti o mimetizzati. Per far ciò le basta solo un minimo ci concentrazione, cosa che le viene ormai naturale.
Questo suo potere è spesso paragonato a quello di un Dio, anche se lei è contraria a definirlo tale.
Per lei è soltanto uno strumento essenziale per preservare la pace e per rendere la giustizia intoccabile.
Toccando invece un artefatto o un qualsiasi oggetto ella potrà venire a conoscenza di tutti i poteri di tale oggetto, a meno che esso non sia schermato contro tali esami. Le basterà sfiorarlo o entrare in contatto con la punta delle dita perché questo potere si attivi improvvisamente, a volte persino contro la sua volontà. Un potere essenziale per conoscere totalmente chi si sta giudicando.

Closer to God: Una mente incorruttibile e ferma sulle proprie convinzioni. Nulla potrà mai penetrare all'interno del cervello della Regina per corromperlo con ideali distorti o con visioni maligne. Nulla potrà cambiare la sua percezione della realtà, il suo credo è troppo forte per poter essere piegato da delle bieche tecniche. Qualsiasi abilità che cerca di far barcollare le sue convinzioni è presto eliminata, non dandole nemmeno il tempo per farla dubitare del bene che sta facendo. Con un consumo d'energie Variabile infatti, tecniche psioniche in atto su Alicia saranno presto debellate, grazie anche ad un attimo di concentrazione. Non vi è nulla di più pericoloso al mondo di una sovrana incorruttibile che fa del male, convinta del contrario.
Nemmeno le tecniche più subdole ed imprevedibili possono far vacillare le sue convinzioni o distorcere la realtà che lei stessa ha creato. Per questo sarà immune anche a qualsiasi tecnica psionica passiva che tenti di deviare la sua mente.

••.• ´ ¯`•.•• Attive in Uso ••.• ´ ¯`•.••

The Hands That Feeds You: La Regina, come tale, non è solita sporcarsi le mani del sangue degli impuri e dei peccatori, spesso subordina l'epurazione ai suoi più fedeli collaboratori, convincendoli con il proprio fascino e potere. Ci sono casi però, in cui ciò non è possibile, casi in cui deve essere lei ad agire in prima persona. Fortunatamente anche in questa evenienza, le sue mani non toccheranno mai la carne del maligno. Con un consumo d'energie VariabileMedio x2 infatti, ella sarà in grado di generare delle braccia (Un massimo di sei alla volta, dalla durata di un solo turno), che fungeranno come armi, causando danni da taglio, come delle vere e proprie spade. La peculiarità di questa abilità sta nel fatto che gli arti creati potranno anche servire come difesa, convogliando in uno o più di essi, il medesimo quantitativo d'energia utilizzato per l'offensiva. Le braccia saranno leggermente quasi trasparenti e visibili solo per una leggera distorsione dell'aria, la loro lunghezza invece è a discrezione di Alicia ma dovranno essere sempre create partendo dal suo corpo.
Proprio come i soldati che combattono al suo servizio, anche questa tecnica è estremamente versatile ed imprevedibile.
È inoltre la tecnica d'attacco principale della Regina, la quale in nessuna occasione userà il proprio corpo come strumento d'attacco.


••.• ´ ¯`•.•• Riassunto Azioni ••.• ´ ¯`•.••
Again #2, poche cose da riassumere. Alicia para l'attacco dell'avversario con la sua Personale Variabile e successivamente getta delle neve contro di esso, come diversivo. In seguito avanza di qualche passo e prova un affondo al petto nemico, con la spada, inoltre utilizza di nuovo la Variabile cercando di recidere la giugulare al Cavaliere Nero.
••.• ´ ¯`•.•• Note ••.• ´ ¯`•.••
¹ Il titolo, così come la citazione poco sotto, sono un tributo ad una canzone dei Trivium, per l'appunto, Down From the Sky.

- Mi scuso per il Post piuttosto scarno e per l'annesso ritardo, purtroppo sono ai minimi storici per quanto riguarda la mia salute, spero di riprendermi presto per concludere degnamente questo scontro.
Nonostante tutto però, mi è piaciuto ancor di più questo giro di Post. Yeah!

 
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Copper
view post Posted on 26/5/2010, 18:49




Lotta di ideali.


Capitolo 5


«...Tu non vuoi la pace per gli altri, la vuoi per te stesso, per sentirti qualcuno.»

Era quella l'irrisoria risposta della soldatessa, asserita perforando l'armatura bianca con una banale ma violenta occhiata. La voce era piegata ed al contempo sorretta dall'odio; i suoi occhi furono così penetranti da abbattere ogni ostacolo che li separava. Shelozagh sentì quello sguardo sulla propria pelle, ed era freddo, fosco. In quegli occhi che effettivamente non vide e in quel ammonimento egli trovò lo specchio della sua anima: quella di una persona la cui mente era inebriata – per non dire sottomessa – da princìpi il cui scheletro era costituito da pregiudizi che solo individui incapaci di amare potevano apprezzare.
Perché il Mezzorco veniva costretto a riconoscere che l'effettiva volontà di attuare il Bene non era prerogativa di tutti? Egli era del parere che, celato in ognuno, v'era sempre una piccola porzione di bontà che reclamava libertà, afflitta ma mai annientata dalla prigionia alla quale veniva sottoposta per mano del Rancore. Ma sembrava che nemmeno dei discorsi così profondi, pregni della più disinteressata sincerità, riuscissero a smuovere un cuore composto non di pietra, ma di qualcosa di ben più impenetrabile, se fosse esistito quel “qualcosa”.

Quegli occhi generarono una sensazione orribile sulla pelle: due sole iridi da sole furono sufficienti ad eguagliare le migliaia di malocchi che in una intera esistenza lo avevano provato a scalfire. Fu la peggiore delle cicatrici quella che si fece largo nella sua anima con così tanta prepotenza, uno “squarcio di lama” più doloroso di qualunque mutilazione avrebbe mai potuto subire nella sua vita. Dai dolori del corpo si può guarire, per quanto dolorosi essi siano, ma quelli dell'anima sono capaci di lasciare tracce di sé anche dopo anni, dolenti al solo pensiero. Il tutto causato da un momento di follia, dalla furia di una subdola induzione. Le parole di lei si univano al pulsare cardiaco che mai in quei minuti gli aveva dato pace. A quei cuori iniziarono ad affiancarsi anche delle voci, quasi come queste avessero il compito di specificare con chiarezza a Shelozagh il compito che gli era stato assegnato, ma programmate per intervenire solo qualora i bassi e perpetui battiti da soli non fossero bastati.

La Bianca fu nuovamente schermata dalle eteree mani: quello scontro a tratti non sembrò un combattimento fra due gladiatori, quanto più una lotta fra entità superiori custodenti i loro messi, ai quali era affidato un messaggio supremo da testimoniare in tutto il mondo. L'uno era emblema della misericordia assoluta, quella da concedere a tutto e tutti senza distinzioni; l'altra della giustizia degli aristocratici, quella che non si fa alcuno scrupolo nel sopprimere la vita dei colpevoli qualora lo si reputava necessario. Era uno scontro biblico, ormai alla mano finale:
Sobrietà contro Amore,

Fermezza contro Speranza.

Il significato dietro quell'incontro andava ben oltre una semplice contesa fra bianco e nero, simboleggianti rispettivamente il Bene ed il Male, i cui rappresentanti erano stati scelti facendo ricorso alla più totale casualità. Una giostra, una contesa al termine della quale avrebbe trionfato non solo il guerriero più forte o abile, ma anche e sopratutto gli ideali ricamati sulla sua bandiera.

Shelozagh non voleva la pace per sé, ma perché faceva parte dei suoi ideali.


«Non sopravvalutarti. Toglierti la vita è una naturale conseguenza delle tue azioni. Non significa nulla per me... e se tu fossi così buono come vai dicendo, non significherebbe nulla nemmeno per te ...Dovresti saperlo... I Malvagi come te cadranno tutti.»
Continuò la Paladina, mentre, difesa dall'invisibile giustizia o ciò che si illudeva che fosse, puntò con il dito indice il Mezzorco in segno di accusa, usando invece l'altra mano per tamponare la ferita che le era stata aperta nel ventre pochi attimi prima. Il sangue sgorgava dalla carne, impuro, copiosamente: se si fosse sforzata ulteriormente avrebbe rischiato di perdere la vita. Non che le condizioni psico-fisiche del gigante fossero migliori: il suo corpo era uscito illeso da ogni manovra d'offesa del rivale, ma la stanchezza accumulata ed il panico inculcatogli dal perverso condizionamento lo avevano sfiancato considerevolmente.
E in più ad ogni parola di denuncia rivoltagli, il rimorso cresceva.

« ...Uno come te non può far del bene, né ora e né mai. Uno la cui superficialità fa sputare sentenze sull'animo altrui, senza accorgersi dell'oblio nel quale sta precipitando il proprio Ego... Non mi serve la tua pietà, nemmeno mi interessa. Morirai, ora. »
Concluse lei, mentre severa ma fragile come una rosa di Maggio si piegò sulle sottili ginocchia, aggrappandosi alla neve con una mano. L'altra manteneva salda la presa sull'elsa della sciabola, attingendo dal corpo le ultime forze rimaste, benché modeste.
“Non potrò fare mai del bene...?”
Eco della sua angoscia. Che vi fosse una sorta di principio di predestinazione a regolare le vite di tutti, dal cui abbraccio è impossibile evadere? Esisteva, dunque, l'imprescindibile destino? Magari la sua razza era stata appositamente congegnata per uno specifico compito, e sarebbe stato impossibile per chiunque fuggire da una sorte che era stata disegnata per un'intera stirpe. Quale altro motivo più o meno razionale avrebbe potuto giustificare il fatto che nella storia non si ricordi mai le imprese di Mezzorchi, se non quello che essi non ne abbiano mai effettivamente compiute?

“...è giusto essere odiato così,
senza possibilità di redenzione...?!”



La ragazza, in un (presunto) ultimo tentativo di rivalsa, afferrò una manciata di neve e la scagliò verso il volto del Nero. Non vi era nulla più di logico nelle sue azioni, voleva apparentemente solo mettere a tacere ad ogni costo ed in maniera definitiva colui che, nel inutile tentativo di persuaderla, aveva provato a mettere in dubbio il suo credo. Cercava di distrarlo, cercava una qualunque alternativa ad un bagliore accecante che non era riuscita ad evocare con successo. A Shelozagh però basto scansarsi un po' su un lato, per evitare quella piccola palla bianca. La vide dunque rialzarsi, affaticata e barcollante, per poi fiondarsi contro la titanica figura in un affondo disperato. La lama vibrava all'altezza del petto, pronta a trapassarlo, dilaniando i polmoni frattanto.
Assieme alla lama, un'altra mano trasparente con le dita unite e distese apparve giusto oltre la spalla della Punitrice. Gli avrebbe reciso la carotide, lo avrebbe quasi decapitato se non si fosse difeso adeguatamente.

Che volesse ammetterlo o meno, iniziava a stancarsi anche lui. I muscoli iniziavano a pesare, ormai gonfi di acido lattico, e far finta di nulla non sarebbe stato sufficiente ad eliminare del tutto lo sfinimento. Poteva illudere il nemico facendo sfoggio della sua alta capacità di sopportazione, ma ogni ferita che gli veniva inferta la pativa al pari di ogni essere umano. Riuscì a sostenere il supporto di sua madre per soli pochi attimi, prima di lasciare che la sua splendente figura si dissolvesse nel nulla. L'orchessa riuscì a deviare leggermente la traiettoria tracciata dal braccio della Giustizia, scagliando contro di esso un debole incanto. L'energia divina impattò contro di questa; ne rallentò e storpiò il procedere, ma non lo annullò del tutto. Il possente mignolo sfiorò la guancia destra del Mezzorco, segnando con il sangue un piccolo squarcio: avvenimento sintomatico della debilitazione che gli impediva, ormai, di continuare a dare il meglio di sé.
La spada fu arrestata frapponendo l'egida fra essa e il muscoloso corpo di Shelozagh. Uno schiocco sordo e metallico ruppe l'atmosfera apocalittica di quella piazza brulicante di civili in preda al terrore.

«Per caso credi... »
La voce baritonale aveva raggiunto allora un nuovo livello di desolazione. Non sembrava più nemmeno quella di un mostro, ma quella di un fantasma nel momento in decide di accantonare le ultime speranze che lo legano ancora al mondo corporeo.

«...che io sia felice di essere un assassino...?»


Trattenendo un singulto, sospirò profondamente, non curandosi del fatto che apparve tremante e debole come il pianto di un peccatore.

I suoi occhi, lucidi, cercarono quelli della ragazza oltre lo strato di metallo bianco del suo elmo. No, non combatteva per egoismo. Lottava perché aveva capito che rimanere impassibili di fronte agli scempi che quotidianamente si abbattevano sul mondo non era sinonimo di vivere.
«C'è un motivo per cui io non devo... scusami... non posso morire.»
Si preparò a riassumere, in poche ma profonde parole, tutto il suo pensiero.
«Ho capito a mie spese che non tutti in questo mondo decidono deliberatamente di essere i cattivi. A volte... a volte ci ritroviamo questa nomea senza nemmeno averla desiderata. E credimi, essere odiato è duro anche per una persona... sporca... come me...»
Abbassò le armi, dopo essersi accertato che l'impeto della Bianca era stato domato.
«Spesso ciò che desidero più di tutto... è solo un po' di misericordia... la stessa che tu adesso rifiuti.»

Cercò di esternare un sorriso.
«Io non ho bisogno che tu mi chieda pietà, perché te la concederò comunque. Ne conosco il valore, essendone stato privato... per questo non voglio sbagliare con te così come il mondo fece con me.»
Mantenere fede fino alla fine ai propri valori.
«Perché...? La ragione che mi tiene in vita, legato al mio utopico scopo, è che questo mondo marcio non è del tutto perduto. Ma Asgradel ha bisogno di eroi, per poter avviare un qualsivoglia processo di purificazione, di catarsi. Non... non mi illudo di essere un'entità perfetta giunta fin qui per porre fine all'odio. No, sono un mortale come tutti. Ma almeno posso provarci, ad essere questo eroe. E se morirò, giacerò al suolo non da arreso.

...perché credo davvero di poter scrivere il mio destino.»



In alto presero forma e consistenza una decina lance dorate, che scintillanti irroravano il suolo con la loro magnificenza. Brillavano, spargevano luce e perfezione in quell'atmosfera cupa che attendeva solo di essere disintossicata. In esse erano riposte tutte le speranze di Shelozagh. Balzò all'indietro, nel tentativo di non rimanere coinvolto nella rovinosa pioggia che di lì a poco avrebbe afflitto il nemico. E le bianche ed acuminate meteore caddero verticali.
Più la distanza dal suolo diminuiva, più questo era schiarito da una forza soprannaturale.

“Sono certo di quello che dico.”


Le lance l'avrebbero tramortita senza portarle via la vita.


SPOILER (click to view)
Shelozagh Malleon
Razza: Mezzorco
Classe: Paladino
Dominio: Warrior Style

ReC: 150
AeV: 125
PeRm: 275
PeRf: 250
CaeM: 300 (600, se calmo)

Energia Residua: 15%
Energia Consumata: 15%
Status Fisico: Ferita bassa alla guancia.
Status Psichico: Distrutto psicologicamente, trauma psichico grave (Alto + Medio). N.d.C.: Passive del WS NON in funzione.

Armi ed Equipaggiamento:

Shelojian - Un’arma di stampo orientale, chiamata appunto Jian. È molto leggera, e presenta un doppio filo rispetto alle comuni Katane, per poi terminare in una affilatissima punta. Le sue caratteristiche la rendono estremamente versatile nel combattimento ravvicinato, attraverso la successione di fendenti veloci e poco potenti ma ottimi per una mira più precisa volta ai punti vitali. La lunghezza totale dell’arma è esattamente di 150 cm, dei quali 25 sono di elsa. La “guardia”, ovvero la zona soprastante l’elsa è piccola, ma sufficientemente ampia da poter ospitare una lama di dimensioni discrete in un contrasto diretto. Il nome che è stato attribuito all’arma indica un forte senso di proprietà nei confronti della spada, che appunto è l’unione fra il suo nome e quello del tipo dell’arma.

Egida di Shelozagh. - È uno scudo d’acciaio a forma pseudo - romboidale, lungo 1 metro dall’alto verso il basso. Raggiunge la lunghezza massima nel primo quarto di superfice (a partire dall’alto), raggiungendo i 60 cm. La parte superiore dello scudo è parallela al suolo e lunga all’incirca 45 cm, per poi restringersi a un minimo di 30 nella parte inferiore. Lo scudo presenta una forma aerodinamica che ne facilita il controllo, ottimo per parate effettuate sulla media-breve distanza. Le armi più grosse tuttavia necessitano di un impegno maggiore per essere contrastate, in quanto la forma della difesa non garantisce una protezione integrale.

Abilità Passive:

Sangue della Bestia - Passiva Razziale Mezzorchi. Maggiore tolleranza del dolore e capacità di proseguire il combattimento ignorandolo. Mutilazioni e ferite estreme non possono comunque essere ignorate.

Volontà della Bestia - Passiva Dominio Warrior Style I. Stile di combattimento molto raffinato, permette attacchi più complessi e difese più efficaci. La CaeM aumenta di 100, a discapito della PeRm diminuita di 25. La CaeM raddoppia se Shelozagh mantiene la calma.

Valore della Bestia - Passiva Dominio Warrior Style II. Finchè Shelozagh manterrà la calma, ogni suo fendente verrà considerato come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.

Luce nella Bestia - Passiva Personale. Shelozagh è lento, ragion per cui ha rinunciato alla possibilità di effettuare attacchi a sopresa sviluppando un'aura energetica che lo rende sempre rintracciabile dai nemici. Tuttavia tale alone aumenta di un livello la potenza degli attacchi che comprendono l'elemento luce (es. se l'attacco infliggerebbe normalmente danni medi, infligge invece danni alti).

Abilità Attivate:

L u c e E A m o r e.: Citata in precedenza. :8D: Consumo Basso.
L u c e E d A c u l e i: Sarebbe la pergamena "Scaglie di Luce", già citata anche questa.

Riassunto:
Subisco il danno alla psiche (ma va :v:) mascherandolo ancora con le parole ed i battiti cardiaci. A questi aggiungo anche delle urla, così, perchè mi piacciono. :wow: Evito la palla di neve spostandomi di lato (x'D) e paro l'attacco di spada tranquillamente per gli stessi motivi del terzo post. Mi lascio colpire parzialmente dalla mano riducendone la potenza (uso la mammina a consumo basso) per i seguenti motivi:
1) Risparmiare energia per l'attacco finale senza svenire;
2) Non mi andava di non incassare nemmeno un colpo (xD);
3) Perchè annientarlo con la pergamena sarebbe risultato un po' scorretto, a mio parere, per Alicia. E poi è un potere da usare moderatamente, sennò sarei impenetrabile, specie ora che ho la difesa assoluta. :8D:

Segue un discorsetto, e poi mi scanso all'indietro, generando 10 lance di luce.

Note:
Allora con questo io ho concluso. :8D: Ottimo scontro, mi sono divertito moltissimo in queste battute finali. Ringrazio Thérèse per avermi donato una battaglia degna di nota, come finirà finirà. Alcune note sui miei comportamenti già le ho specificate nei riassunti, quindi mi sembra inutile ripetermi... che dire, sono solo molto soddisfatto di come si è evoluta la faccenda, e penso si veda.

In attesa di risposta e giudizio, ringrazio ancora. : D


Edited by Copper - 26/5/2010, 23:29
 
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Thérèse.
view post Posted on 28/5/2010, 12:20





« Blood's on my face and my hands
And I Don't know Why,
I'm not afraid to Cry. ¹ »


«Per caso credi... »
«...che io sia felice di essere un assassino...?»

Scosse debolmente la testa, la Bianca, mostrando tutta la propria disapprovazione verso quelle parole. Avevo assistito, ancora una volta, alla difesa del Cavaliere Nero, che l'aveva preservato dall'essere estirpato dalla terra alla quale era così attaccato, tanto da nutrirla con i corpi e con il sangue delle sue vittime.
« ...Non importa ciò che provi.
I tuoi sentimenti non cambierebbero comunque quello che hai fatto.
»
Tagliò corto, emettendo la propria sentenza di morte.
La pietà non era concessa.

«C'è un motivo per cui io non devo... scusami... non posso morire.»
«Ho capito a mie spese che non tutti in questo mondo decidono deliberatamente di essere i cattivi. A volte... a volte ci ritroviamo questa nomea senza nemmeno averla desiderata. E credimi, essere odiato è duro anche per una persona... sporca... come me...»
«Spesso ciò che desidero più di tutto... è solo un po' di misericordia... la stessa che tu adesso rifiuti.»
«Io non ho bisogno che tu mi chieda pietà, perché te la concederò comunque. Ne conosco il valore, essendone stato privato... per questo non voglio sbagliare con te così come il mondo fece con me.»
«Perché...? La ragione che mi tiene in vita, legato al mio utopico scopo, è che questo mondo marcio non è del tutto perduto. Ma Asgradel ha bisogno di eroi, per poter avviare un qualsivoglia processo di purificazione, di catarsi. Non... non mi illudo di essere un'entità perfetta giunta fin qui per porre fine all'odio. No, sono un mortale come tutti. Ma almeno posso provarci, ad essere questo eroe. E se morirò, giacerò al suolo non da arreso.
...perché credo davvero di poter scrivere il mio destino.»


Un sorriso ostentato apparve sul candido viso di Alicia, una smorfia inusuale, rara, che donava nuova luce a quel suo volto perennemente inespressivo. Pareva contenta, per nulla in linea con le parole che pronunciò poco dopo.
« ...Proprio a causa della tua condizione di "mortale" sei destinato a non far nulla di buono per questo mondo.
Come può un essere imperfetto di natura, poter guidare l'intero pianeta verso un futuro migliore ?
»
Ritornò subito alla sua originale espressione e al suo tipico tono di voce pacato, tradito solo di tanto in tanto da degli sporadici acuti, derivati dal dolore di cui il suo corpo era pregno.
« ...Siete stati voi a condurre il mondo all'interno di questa spirale discendente...Ormai è inutile riempirsi la bocca di parole. »
Il suo sguardo si fece più diretto di quanto non lo fosse già, tentando di trafiggere quella tetra armatura.
Le parole di quel Cavaliere erano come l'ennesimo fiocco di neve per lei, nient'altro che frasi uguali in mezzo a tutta quella candida distesa d'ipocrisia.
Come poteva parlare in quel modo un individuo che fino a qualche minuto prima non aveva esitato a freddare a morte un anziano ?

« ...Le tue parole sono inutili, non resusciteranno di certo quel povero uomo. Io al contrario, posso fare qualcosa per lui e per i suoi cari, ai quali hai tolto un amato parente... » La sua voce si fece più tagliente ed incalzò subito dopo, mentre sul suo viso si dipinse una smorfia di disprezzo misto a dolore.
« ...Io posso vendicarlo. Io ne ho il potere.
Proprio per questo...MORIRAI.
»
L'ennesima mano eterea si alzò dal corpo della Regina e senza molta difficoltà la protesse dell'ennesimo attacco frontale del Cavaliere Nero, non pago delle ferite già infertole.
D'improvviso, dopo aver preservato per l'ennesima volta il suo corpo, si sentì incredibilmente sfiancata, segno che aveva raggiunto il proprio limite.
Ansimava debolmente e non riuscì più a reggersi in piedi, finendo in ginocchio sul freddo manto nevoso.
Il suo sguardo era fisso a terra, in quel bianco vuoto, che lentamente assumeva un colorito sempre più rossastro.
Il proprio sangue affluiva ancora al di fuori dello stomaco disegnando un vermiglio affresco intorno al suo corpo, piegato su sé stesso.

« ...Non finirà...così. »
Aggrappandosi all'ultimo barlume di lucidità si rifiutò di accettare quella situazione, che la vedeva in netto svantaggio. Non aveva più le forze per comandare i propri arti e non aveva nemmeno più la calma per poter attuare qualsivoglia piano.
Era semplicemente intrappolata in quel guscio martoriato e sfinito.
L'unica cosa che riusciva a fare era parlare, anche se ciò la affaticava non poco.
« ..Tu non meriti questo mondo.
È troppo per te.
»
Il suo viso, piegato in avanti sulla neve, venne rigato da altrettanto gelide lacrime d'odio. Odio verso sé stessa, non più in grado di portare a termine la missione affidatale. Senza più forze, avrebbe lasciato vivere quel essere corrotto dal Male.
Questa consapevolezza la scosse nel profondo, finendo per nuocerle.

Sentì una profonda fitta al capo, come la precedente, per poi assistere alla progressiva perdita della luce nei propri occhi. La sua visione era macchiata da del sangue nero, il sangue delle future vittime di quel carnefice.
E lei aveva permesso tutto ciò.
Era colpa sua.


« ...Muo... »
Un rivolo di sangue rigò ulteriormente il suo delicato viso, mentre la sua coscienza lentamente lasciava quel corpo, facendolo finire a terra, nel freddo oblio di quella cittadina.
« ...Muori... »




Report Of The Queen

† ReC: 325 | † AeV: 200 | † PeRf: 125 | † PeRm: 325 | † CaeM: 200
† Energia: 10% | † Consumi: Medio |
† Ferite: Ferita profonda di Alta entità all'addome.
† Mente: Danno Alto alla Psiche.
Quasi Priva di sensi.


••.• ´ ¯`•.•• Passive in Uso ••.• ´ ¯`•.••

Tell Me W h a t & W h e r e You Are: Gestire un regno da sola non è una cosa da tutti, tralasciando gli ovvi impegni burocratici, bisogna anche far fronte alle rivolte ed agli attentati. Alicia lo sa' bene, anche se ora ha escluso letteralmente il male dal suo paese, prima ha dovuto affrontare non pochi maligni, che ostacolavano la sua ascesa al trono. Tutti quanti loro sono stati eliminati prima ancora di potersi avvicinare a lei ed il motivo è presto detto. La Regina Onnisciente è in grado di percepire con estrema facilità le auree di ogni creatura attorno a lei, nel raggio di 25 metri. Questo le permette di seguire sempre con estrema precisione gli spostamenti avversari ma anche di poterli trovare con facilità quando questi sono invisibili, nascosti o mimetizzati. Per far ciò le basta solo un minimo ci concentrazione, cosa che le viene ormai naturale.
Questo suo potere è spesso paragonato a quello di un Dio, anche se lei è contraria a definirlo tale.
Per lei è soltanto uno strumento essenziale per preservare la pace e per rendere la giustizia intoccabile.
Toccando invece un artefatto o un qualsiasi oggetto ella potrà venire a conoscenza di tutti i poteri di tale oggetto, a meno che esso non sia schermato contro tali esami. Le basterà sfiorarlo o entrare in contatto con la punta delle dita perché questo potere si attivi improvvisamente, a volte persino contro la sua volontà. Un potere essenziale per conoscere totalmente chi si sta giudicando.

Closer to God: Una mente incorruttibile e ferma sulle proprie convinzioni. Nulla potrà mai penetrare all'interno del cervello della Regina per corromperlo con ideali distorti o con visioni maligne. Nulla potrà cambiare la sua percezione della realtà, il suo credo è troppo forte per poter essere piegato da delle bieche tecniche. Qualsiasi abilità che cerca di far barcollare le sue convinzioni è presto eliminata, non dandole nemmeno il tempo per farla dubitare del bene che sta facendo. Con un consumo d'energie Variabile infatti, tecniche psioniche in atto su Alicia saranno presto debellate, grazie anche ad un attimo di concentrazione. Non vi è nulla di più pericoloso al mondo di una sovrana incorruttibile che fa del male, convinta del contrario.
Nemmeno le tecniche più subdole ed imprevedibili possono far vacillare le sue convinzioni o distorcere la realtà che lei stessa ha creato. Per questo sarà immune anche a qualsiasi tecnica psionica passiva che tenti di deviare la sua mente.

••.• ´ ¯`•.•• Attive in Uso ••.• ´ ¯`•.••

The Hands That Feeds You: La Regina, come tale, non è solita sporcarsi le mani del sangue degli impuri e dei peccatori, spesso subordina l'epurazione ai suoi più fedeli collaboratori, convincendoli con il proprio fascino e potere. Ci sono casi però, in cui ciò non è possibile, casi in cui deve essere lei ad agire in prima persona. Fortunatamente anche in questa evenienza, le sue mani non toccheranno mai la carne del maligno. Con un consumo d'energie VariabileMedio infatti, ella sarà in grado di generare delle braccia (Un massimo di sei alla volta, dalla durata di un solo turno), che fungeranno come armi, causando danni da taglio, come delle vere e proprie spade. La peculiarità di questa abilità sta nel fatto che gli arti creati potranno anche servire come difesa, convogliando in uno o più di essi, il medesimo quantitativo d'energia utilizzato per l'offensiva. Le braccia saranno leggermente quasi trasparenti e visibili solo per una leggera distorsione dell'aria, la loro lunghezza invece è a discrezione di Alicia ma dovranno essere sempre create partendo dal suo corpo.
Proprio come i soldati che combattono al suo servizio, anche questa tecnica è estremamente versatile ed imprevedibile.
È inoltre la tecnica d'attacco principale della Regina, la quale in nessuna occasione userà il proprio corpo come strumento d'attacco.


••.• ´ ¯`•.•• Riassunto Azioni ••.• ´ ¯`•.••
Alicia para l'attacco dell'avversario con la sua Personale Variabile, arrivando così al 10% delle Energie. Non riuscendo quindi ad attaccare il Cavaliere Nero per via della stanchezza, si becca un Danno Medio alla Psiche che la mette completamente KO.
Ps. Sarebbe svenuta comunque -per via delle poche energie-, ma ho preferito giostrarmi così lo svenimento, spero non ci siano problemi ^^

••.• ´ ¯`•.•• Note ••.• ´ ¯`•.••
¹ Il titolo del Post è un tributo ad una canzone dei Trivium, intitolata "Shogun". La citazione poco sotto invece è un verso di "People = Shit" degli Slipknot.

- E così ho terminato pure io, ammetto di essermi divertita non poco, soprattutto durante gli ultimi due/tre giri di Post, quindi rinnovo i complimenti al mio avversario. È stato un piacere per me ^^

 
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view post Posted on 28/5/2010, 15:23
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CITAZIONE
Azione da QM

Successe tutto con incredibile rapidità.
Poco dopo che Alicia perdesse i sensi, le urla nella testa di entrambi - chi accompagnate da macchie nere, chi da battiti del cuore - raggiunsero una magnitudo inusitata, costringendo entrambi prima alle ginocchia, poi al suolo.
Poi, l'esplosione. Dai loro corpi vicini di dipanò un pollone di energia grigia, che ridusse in cenere la piazza del villaggio.
E i corpi dei due cavalieri, scomparsi.
Ancora una volta, i due paladini avevano portato la distruzione nel villaggio. Ancora una volta, i cittadini di Niflheimr si sarebbero riscossi e avrebbero ricominciato le loro consuete riparazioni, in attesa del prossimo duello.


Copper Gigante Buono

» Scrittura: Standard. Siccome ho già letto qualcosa di tuo e ti ho già valutato recentemente, sarebbe stato surreale ritrovare dei cambiamenti radicali nel tuo stile: elencherò ora le piccole cosa che ti hanno contraddistinto in questo campo dal tuo precedente scontro, anche se per qualsiasi commento generico (che sia di merito o demerito) ti consiglio di andare a rileggere il giudizio di qualche tempo fa. Innanzitutto, ho notato - inizialmente con un po' di fastidio, considerando che avevo detto chiaro e tondo (e pure sottolineato) che la tua dote migliore era quella di saper "non strafare" - qualche virtuosismo letterario in più rispetto al precedente duello: più citazioni, spazi regolati, temi approfonditi, scelte lessicali più acute. Inizialmente ho pensato che tu ti fossi montato un po' la testa, ma proseguendo nella lettura mi sono accorto che non eccedi mai le tue capacità e ti mantieni su un livello che sei certo di poter esprimere con efficacia. Tuttavia, l'arricchimento del testo ha evidenziato un tuo difetto latente, ossia quello di scrivere troppo: l'efficacia dell'inserimento di tutte queste sagaci scelte sintattiche ha finito con l'evidenziare la pesante struttura dei tuoi post, ricchi di descrizioni lunghe e approfondite che, se prima non gravavano sul lettore più di tanto, ora finiscono con l'essere assolutamente svilite dalle citazioni, dai dialoghi, dalle frasi ad effetto. Per quanto riguarda lo stile, quindi, il mio primo consiglio è quello di iniziare ad accorciare considerevolmente i tuoi post, a costo di tagliare frasi intere: spesso scadi nel superfluo o, peggio, nel banale. Sul lato dell'interpretazione non ho nulla da eccepire; Shelozagh s'è raffinato ed è divenuto un personaggio persino migliore di quanto fosse già nel duello precedente, e hai saputo giostrarti bene la scelta sull'uccidere o meno - sei prima e impulsivamente ceduto all'ira e in seguito realisticamente al rimorso. Tutto ok su questo fronte. Ho apprezzato particolarmente l'idea di instaurare un dialogo con Alicia. Sempre sotto il punto di vista dell'interpretazione, ho trovato alcuni passaggi particolarmente forzati, come la scelta di attaccare il cavaliere bianco nel primo post di combattimento per pura gelosia: condivisibile ma - converrai - assai forzata.
» Voto: 7.0

» Strategia: Due campane. La prima, quella che suonava per il duello vero e proprio con Alicia, è sicuramente a tuo vantaggio: hai dimostrato di poter reggere il combattimento con innaturale semplicità, di saperti giostrare le tecniche che possiedi e, in generale, hai dominato incontrastato sulla tua avversaria, sconfiggendola sul campo - nulla da eccepire, dunque. L'altra campana, tuttavia, è quella che suona per l'autolesionismo continuo a cui Shelozagh si sottopone - in maniera interpretativa, ma molto dannosa. Se da una parte dimostri quindi grande capacità strategica limitatamente al duello vero e proprio - compresa una sapiente gestione della propria riserva energetica, dall'altra decidi di sacrificare completamente questa componente in favore dell'interpretazione del personaggio. Visti gli incredibili successi (specialmente difensivi) nel combattimento, non me la sento di penalizzarti esageratamente. Tuttavia le tue scelte non possono alzare il tuo voto a più che un semplice "buono".
» Voto: 7.0

» Sportività: E' ok. Buona gestione dei poteri, delle regole, dei danni alla psiche, dei personaggi e quant'altro. Non c'è praticamente alcun errore da far notare, se non una punta di metagame che mi ha un po' infastidito ma che non influenza esageratamente il tuo voto: Shelozagh inizia un dialogo con Alicia ben sapendo - almeno da parte tua - che gli argomenti di cui parla istilleranno la curiosità in lei e la spingeranno ad ascoltarti; questo, per la sua mentalità. Non inizia a parlare pregando quindi per la sua vita, ma "provocandola". Benché sono certo che il carattere di Shelozagh permettesse un incipit simile, la scelta di alcune parole e di alcuni pensieri mi è sembrata una forzatura poco spontanea; altro esempio è la scelta di attaccare il cavaliere bianco per puro astio e invidia; condivisibile ma forzata. In ogni caso sono inezie: il tuo voto è indubbiamente buono.
» Voto: 7.0


Alicia Middleford Biancaneve

» Scrittura: Pensata. La prima cosa che si coglie dei tuoi post è la cura particolare che metti nello scriverli, sia per quanto riguarda il testo in sé, sia per quanto riguarda il layout che gli fa da cornice, che riesce ad avvalorarlo particolarmente. Non fai errori grammaticali né sintattici e mantieni i post su una lunghezza consigliabile, senza strafare e senza dilungarti mai più del necessario. Buone anche le scelte a riguardo delle citazioni e i piccoli virtuosismi narrativi; particolarmente accattivanti ed azzeccati, inoltre, i dialoghi. Unica pecca: la scelta lessicale. Alicia è un personaggio elegante e raffinato, dunque ti consiglio di tenere a portata di mano un dizionario dei sinonimi mentre scrivi e di cercare, quando è necessario, vocaboli che si adattino maggiormente e che cadano con più eleganza, appunto, su lei stessa. Capirai che leggere un suo post a riguardo di neve, petali e rose e trovarci in mezzo la parola "Vomitare" non fa propriamente un buon effetto al lettore: è una forte discrepanza. Per quanto riguarda invece l'interpretazione, la situazione ha fatto in modo che tu potessi rendere il fanatismo di Alicia ancora più accurato e sfaccettato di quanto già non fosse in precedenza. Ancora una volta mi trovo ad elogiare i dialoghi, che fanno da specchio perfetto di quello che vuole rappresentare il tuo personaggio. In generale devo dire di non avere molto da recriminare: questo tuo nuovo personaggio è un fiore pronto a sbocciare, che aspetta soltanto di maturare l'esperienza necessaria. Non vedo l'ora di leggere i tuoi miglioramenti che, ne sono certo, avverano naturalmente e senza bisogno di spinte esterne.
» Voto: 7.5

» Strategia: Buona. Benché Alicia utilizzi la stessa tecnica in praticamente tutti i turni di combattimento, riesce a difendersi quasi sempre in maniera efficace. Grazie all'azioni del proprio avversario non ha nemmeno bisogno di proteggere i cittadini (azione che sarebbe stata anti-interpretativa) dagli attacchi di Shelozagh, dunque si può tranquillamente dire che il tuo avversario ti abbia persino dato una mano ad alzare questo campo di valutazione. Offendi come puoi, e non me la sento di fare della tua scheda ancora limitata una colpa che gravi sulla tua valutazione finale: in generale Alicia combatte bene e con sapienza, si difende, contrattacca e fonda il combattimento su uno scheletro di offese e difese che vanno a rincorrersi in circolo, senza alcun virtuosismo strategico. Nonostante al termine svenga per la mancanza di energie, non c'è pericolo che questo comporti danni ulteriori considerato il termine dello scontro - tuttavia capirai che un personaggio ridotto in condizioni pessime non è mai sintomatico di un voto esageratamente alto in questo campo.
» Voto: 7.0

» Sportività: Un singolo neo. Ciò che ti riferisco è un comportamento che tu hai come vizio e che ti consiglio di correggere il prima possibile: ogni volta che se ne presenta l'occasione, infatti, il tuo personaggio compie una cosìdetta "countermove lessicale". Facendoti un esempio concreto in modo che tu capisca cosa intendo dire, capita spesso che Shelozagh si dilunghi in un dialogo inframezzato con delle pause (« Per caso credi che mi piaccia essere un assassino? » pausa « bla bla ») e tu, quasi tutte le volte, prendi quella pausa e ci infili una tua frase nel mezzo. E' un comportamento particolarmente sgradevole, soprattutto quando si sviluppa una scena intorno al dialogo, poiché impedisci al tuo interlocutore di rispondere alla frase che tu hai collocato nella sua pausa; egli sta infatti continuando a parlare, e non può certo sovrapporre nuove frasi a quelle dette in precedenza. Insomma, lo stesso procedimento di una countermove, ma applicato al dialogo: crei un paradosso per il quale la persona con la quale stai dialogando non può materialmente rispondere alle tue affermazioni - e questo è uno dei motivi per i quali, quando mi sono ritrovato oberato dagli impegni, ho finito con il lasciare in sospeso la nostra scena (alla quale comunque risponderò appena terminerò la sessione d'esami, non temere. E in ogni caso il motivo principale non era ovviamente questo, quanto più la chiara mancanza di tempo da parte mia). Tuttavia questo è solamente un neo sgradevole che non incide eccessivamente sul tuo voto, che è ovviamente buono.
» Voto: 7.0


Media Copper: 7.0
Media Thérèse.: 7.16

Vincitrice: Thérèse.


CITAZIONE
Thérèse. vince lo scontro in sede di giudizio: 500G a lei e 150G a Copper. 500G anche a me.
Siete entrambi liberi di fare un post conclusivo: dopo l'esplosione, i vostri personaggi ricompaiono nello stesso punto e nello stesso istante di dove e quando hanno spezzato la biglia teletrasportatrice, come se tutto lo scontro non fosse stato che un lungo sogno ad occhi aperti. Tuttavia, poco dopo la formulazione di questo pensiero, risentono le urla dei paesani nelle loro testa, assordanti, che gridano aiuto (indipendentemente dal ruolo giocato nel corso del duello) e perdono i sensi.

 
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Copper
view post Posted on 31/5/2010, 19:07




Continua qui.
 
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13 replies since 2/5/2010, 13:21   842 views
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