Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Bashmir Vs. Joker, L'abiezione ~ Genocidio

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view post Posted on 2/5/2010, 13:24
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CITAZIONE
Azione da QM

E' una leggenda piuttosto conosciuta, quella di Niflheimr
E' un villaggio che trova spazio nell'ampia circoscrizione del Re che non perde mai, popolato per lo più da gente sprovveduta e disadorna: contadini, pescatori, matrone linguacciute e consorti disamorati.
Famiglie povere e disinvolte. Stirpi che, da generazioni, convivono con una terribile maledizione.

A quanto hanno sempre sostenuto, il loro borgo viene violato ad intervalli di tempo regolari dalla presenza di due uomini in armatura: un cavaliere nero come la pece, e un secondo paladino - candido come il latte.
Il primo si indebita con zelo dell'idea di eliminare chiunque gli capiti sotto tiro, dunque passa il suo tempo a annichilire ogni popolano tanto sventurato da capitargli sotto il naso.
Il secondo, d'altra parte, si fa carico dell'impegno non richiesto di salvare quest'ultimi, ingaggiando il cavaliere nero in duelli senza fine che hanno il risultato - più che altro - di disfare gran parte di Niflheimr.

Mi sarebbe di enorme aiuto se vi recaste lì e capiste che cosa sta succedendo: vi garantisco un sontuoso premio in denaro in caso di successo; potrete disporre dei cavalieri come ritenete opportuno.
Un anonimo benefattore

image



CITAZIONE
Il vostro personaggio riceve questo biglietto, con allegata una famosa "biglia teletrasportatrice" e le istruzioni per utilizzarla: rompendola, si ritroverà direttamente a Niflheimr. Per questo turno, nessuno di voi due vede l'altro personaggio coinvolto nella giocata. Limitatevi a un semplice post di presentazione in cui venite contattati (a vostra descrizione il come, il quando, il perché), varie riflessioni di sorta e la decisione di partecipare alla "caccia". Quando arrivate nel villaggio, vi sembra tutto calmo e tranquillo: se desiderate interagire con i popolani, non trattateli autoconclusivamente e non descrivete le loro reazioni (lo farò io nel successivo post). Turni liberi. Per qualsiasi domanda, bando.
Per la descrizione del villaggio, rifatevi all'immagine nel post. Sì: è innevato.

 
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view post Posted on 5/5/2010, 14:29

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I Post Appena aprii la porta, un'ondata di suoni e grida, di luce e calore, di profumi e colori mi investì: per un attimo strizzai gli occhi, non aspettandomi di trovare una giornata così luminosa, poi fui in grado di osservare quello che stava succedendo: una grande moltitudine di gente affollava tutta la strada principale del Borgo, su cui si affacciava la stanza che avevo preso in affit- to; da entrambi i lati, file di bancarelle interminabili, sulle quali era esposto ogni genere di merce e prodotto.

— Tutta questa roba fino a ieri non c'era... o ho la memoria così corta? Che dici, Gwin? —

La martora, ancora mezza addormentata, osservava con occhietti curiosi quell'insolito spettacolo; mi diressi verso la persona più vicina:

— Scusa amico, mi sai dire che sta succedendo? —

Mi ignorò, oltrepassandomi, così provai con un altro, un omone grande e grosso e con una folta barba:

— Ma come, non lo sai? Oggi è il primo giorno della Fiera di Primavera!—

Non che questo mi fu di grande aiuto, e anche il tizio se ne accorse:

— Per il Re che non perde mai! Dove sei stato fino ad oggi? Di certo non in questo mondo, se non conosci la Fiera di Primavera: ogni anno un sacco di mercanti e venditori accorrono al Borgo da ogni parte, e portano cose che neanche ti immagini: nessuno qui si perde la Fiera!—

Lo ringraziai e proseguii, guardandomi attorno meravigliato: su una bancarella si vedevano tessuti e stoffe di ogni tipo, molti dei quali non sapevo neanche cosa fossero; impossibile resistere alla tentazione di toccarli per sentirne lo spessore o la ruvidezza. Poco più avanti, un vendi- tore con uno strano copricapo a forma di turbante esaltava le doti dei suoi filtri: pozioni magiche, diceva, in grado di far innamorare di sé chiunque, di cancellare cicatrici e difetti fisici, di leggere nelle menti altrui e così via. Diverse persone erano in fila, pronte a farsi abbindolare. Sorrisi di fronte alla loro ingenuità.
Continuai a camminare, scorgendo collane, bracciali e orecchini, oggetti mai visti e di cui non indovinavo neanche l'utilità, armi di ogni genere e mille altre cose, fino a quando un dolce profumo mi attirò sull'altro lato della strada, dove sopra un tavolo si trovavano dolci e prelibatezze varie: mi comprai delle mandorle candite, per fare colazione.

— Mio Signore? —

Mi voltai verso la bancarella successiva, da dove proveniva quella vocetta stridula: all'inizio non vidi nessuno, poi mi accorsi di un uomo molto basso, che a stento arrivava all'altezza del tavolo, e che cercava di attirare la mia attenzione.

— Dice a me, per caso? —

Ma che voleva quel tizio? Probabilmente sperava di vendermi qualche cianfrusaglia: non c'era la coda davanti alla sua bancarella, in effetti non c'era neanche una persona.

— Certo, Mio Signore; sarebbe interessato all'acquisto di una delle mie merci? —

Lanciai un'occhiata al tavolo di fronte al nanetto: c'erano clessidre, clessidre e... ancora clessidre. Tutte identiche, fatta eccezione per le dimensioni: si andava da quelle più piccole di un pugno fino a clessidre alte quasi più del venditore stesso. Beh, grande varietà di scelta!

— Dunque, Mio Signore, quale sceglie? —

— Emh... in realtà non sono interessato, comunque molto carine, sì... —

Una clessidra? A che mi serviva una clessidra?

— Ah, Mio Signore, cosa devono sentire le mie orecchie! Non interessato a una clessidra? Dico, una clessidra?! Lei non si immagina nemmeno l'utilità di una di queste clessidre: le cambieranno la vita, dico. Ecco, prenda questa. Come? No, non faccia quella faccia. Mio Signore, le faccio un buon prezzo! Anzi, guardi, gliela regalo. Sì, gliela regalo. —

Allungandosi in punta di piedi, mi cacciò fra le mani una delle clessidre, di medie dimensioni.

— Grazie, la ringrazio molto, davvero... —

Mi allontanai in fretta da quello strano individuo, guardandomi dietro le spalle di tanto in tanto.

— Che tipo strambo! —


— Questa che roba è? —

Ero tornato a casa dopo aver passato un po' di tempo in giro per il mercato, e appoggiata la clessidra sul comodino, mi accorsi che nella sua parte superiore qualcosa spuntava dalla sabbia: in precedenza non me ne ero reso conto perchè era interamente coperta, ma con il passare del tempo e il fluire dei granelli verso il basso, ecco che stava venendo alla luce. Ormai era visibile per metà: sembrava un sacchettino di pelle.

— E ora come lo tiro fuori da lì? —

Gwin balzò sul comodino, urtando la clessidra, che cadde a terra, infrangendosi in mille pezzi.

— Intendevo senza romperla, possibilmente, ma grazie lo stesso. Se non altro non mi è costata niente. —

Mi chinai per raccogliere il sacchetto, quindi lo aprii, capovolgendolo sul palmo della mano: ne uscirono due biglietti ripiegati più volte su se stessi, e una biglia di un blu profondo. Presi uno dei biglietti e iniziai a leggere:

E' una leggenda piuttosto conosciuta, quella di Niflheimr...

Più procedevo con la lettura e più mi stupivo: due cavalieri, uno "nero come la pece", l'altro "candido come il latte", che si scontravano a intervalli regolari per la salvezza o la distruzione del villaggio e dei suoi abitanti, lasciando sempre e comunque una scia di devastazione dietro di sé. La richiesta finale, poi! Io sarei dovuto recarmi in quel posto, a Niflheimr, e mettere fine ai duelli, liberando finalmente la popolazione dalla maledizione.

Vi garantisco un sontuoso premio in denaro in caso di successo

— Beh, la mia situazione finanziaria non è certo delle più rosee... —

Rilessi attentamente il messaggio, stentando ancora a credere a tutto ciò; se fosse stato vero, però, c'erano abbastanza motivi per accettare: un po' di soldi non mi sarebbero certamente dispiaciuti, e se potevo ottenerli facendo del bene a quei poveretti che erano costretti a subire la maledi- zione dei due cavalieri, tanto meglio. Poteva anche essere un valido allenamento per mettere alla prova le mie doti magiche e non solo. Ovvio, non potevo sapere se quei due fossero alla mia portata o meno, ma mi incoraggiava il fatto che non sarei stato il solo in quell'impresa: dal messaggio si capiva che l'invito era stato rivolto a diverse persone.

— Magari è solo uno scherzo, ma sarebbe un peccato non provarci, eh, Gwin? —

Rimaneva ancora il problema di come raggiungere quel luogo dal nome astruso, ma forse l'altro foglietto conteneva informazioni utili. Iniziai a leggere:

La biglia blu fornita insieme a questo messaggio vi condurrà a Niflheimr: basterà romperla, e vi ritroverete immediatamente al villaggio.
Buona fortuna.


Poche parole, ma chiare ed esaustive. A quel punto, passai ad esaminare la biglia: sembrava proprio quello, una semplice sfera blu, dal diametro di pochi centimetri.
Sì, era indubbiamente uno scherzo: come poteva essere vera una storia del genere?

— Basta romperla, quindi... mi sento uno scemo, ma tanto vale provarci. Vieni, Gwin. —

Presi in braccio la martora, infilandomela nella tasca, controllai di avere con me tutte le mie armi - mi sarebbero servite, se quell'anonimo benefattore, come si era firmato, diceva il vero - ed esercitai una forte pressione sulla biglia, stringendola fra indice e pollice. La biglia si ruppe, con un sonoro "crack", e non successe niente.

— Ecco, come pensavo. L'avevo detto che... —

All'improvviso la stanza intorno a me prese a vorticare, dapprima lentamente, poi sempre più veloce, fino a diventare un indistinto vortice di immagini e colori, e alla fine mi ritrovai avvolto da un enorme spazio bianco: il pavimento era bianco, il cielo era bianco, non c'erano altre cose, ma sono sicuro che sarebbero state bianche anche loro. Mi guardai, per vedere se ero diventato anch'io di quel colore, ma con grande stupore mi accorsi che ero scomparso: il mio corpo non c'era più.
Sempre senza preavviso, il bianco si tinse di nero, e provai una strana sensazione, come se venissi "strapazzato" su e giù, a destra e sinistra, ma era impossibile, non avevo più neanche un corpo che potesse subire quel trattamento!
Finalmente, dopo non so quanto tempo, non saprei dire se secondi, minuti, o addirittura ore, quella sensazione scomparve, lasciando il posto ad una grande pace e serenità.
Avvertivo di essere sdraiato su qualcosa di soffice e freddo. Tutta l'aria era fredda, anche se non capivo dove mi trovassi; dopo qualche attimo, realizzai di avere gli occhi chiusi: li aprii, non senza fatica, ritrovandomi a guardare il cielo. Ero effettivamente sdraiato, per essere precisi su uno strato di candida neve, il che mi sorprese non poco. Roteando gli occhi, scorsi accanto a me Gwin, raggomitolata su se stessa e tremante. La raccolsi, dopo essermi alzato, e la strinsi nel mio mantello, per darle un po' di calore, quindi mi guardai attorno, meravigliato: a poche decine di metri da me, arroccato sul fianco di una montagna, sorgeva un piccolo villaggio. Le case in legno erano piuttosto simili fra loro, e poste in due o tre serie allineate, una sopra l'altra. Potevo scorgere anche dalla mia posizione una scalinata che portava ai livelli superiori. In giro non si vedeva nessuno, il paesaggio dava l'idea di un ambiente molto tranquillo e sereno.

— E così, questo dev'essere Niflheimr. Dunque è tutto vero, non è una presa in giro. —

Mi incamminai verso il villaggio, sperando di scorgere qualche abitante a cui chiedere conferme; quando fui in prossimità delle prime casette, vidi un uomo davanti alla porta di una di esse, che mi dava le spalle.

— Mi perdoni, questo è il villaggio di Niflheimr, giusto? —



Caratteristiche

[ReC 210 - AeV 180 - PeRf 190 - PeRm 235 - CaeM 185]

Energia

100%

Condizioni

Fisicamente illeso, molto stupito per tutta la faccenda

Armi

Spada riposta
Frusta riposta
Pugnali x20 riposti

Abilità

//

Linka Scheda

Clicca

Note

Auguro buona fortuna al mio avversario!
(anche se servirà più a me :asd:)
 
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Røš¢hør
view post Posted on 6/5/2010, 14:01




T H E - C I T Y - O F - N I F L H E I M R


Gli uccellini cinguettavano, il rumore rilassante della cascata andava a coprire lo sguazzare dei pesci nel lago.
Il leggero venticello andava a schiantarsi contro gli alberelli, lanciandone lontano le grosse foglie.
I piccoli insetti saltavano nell' erba, parevan felici. A completare il tutto bastava una mandria di bisonti che girava pacificamente per la foresta.

Certo, come no.

Guizzi di lava si infrangevano sulle rocce simili a groviere (colme di buchi, provocati dall' incandescenza del fuoco).
Le cascate non eran d' acqua, ma di pura lava, che schiantandosi contro il suolo faceva rimbalzare ovunque gocce assassine.
Gli unici "animali" presenti in quel posto assomigliavano ad arpie, con la testa infuocata e gli artigli insanguinati.
Una bella visione, certamente. Circondato da mura c' era infine un grosso mostro con cavità contenti altra lava, grossa testa pelata senza occhi. Era fatto anch' esso di pietra. Sbraitava, o meglio, faceva versi che sembravan urla.

Forse voi adesso vi starete chiedendo: Perchè un paesaggio così...?
Sinceramente non saprei rispondervi, è solo un sogno. O almeno credo.
E sapete invece perchè potrebbe essere la realtà? Semplice.

Improvvisamente tutto diventò bianco, in un attimo. Si avvicinò lentamente un' ombra scura, sfocata. Piano piano prendeva forma, sempre più.
Aveva piccole cornette nere in testa, un volto deformato e grandi occhi bianchi. Braccia lunghe e magre, con tre dita appuntite per parte. Il busto, lungo, andava a finire prima dell' inizio della coscia, sfumando e fondendosi col bianco più assoluto: Una sorta di spettro.
Allargò la bocca in modo disumano, mostrano la grande cavità del medesimo colore del terreno circostante, per emettere uno strano verso, molto simile ad una risata.
Subito dopo, mantenendo l' apertura mascellare iniziò a fissarmi, come in un film, in primo piano. Gli vedevo esclusivamente lo spaventoso viso.
Una voce fredda, acuta.

E' una leggenda piuttosto conosciuta, quella di Niflheimr [...]

Chiuse il discorso con una risata. Come in un buco nero tutto scomparve. In quel momento mi svegliai.
Pensavo fosse solo un sogno. Quello che mi fece però cambiare idea fu una lettera sul comodino, vicino ad essa, una piccola biglia.
Il discorso dello spettro era uguale allo scritto sulla pergamena.
Che senso aveva? Cosa centravo io con quella città? E soprattutto, come avevano fatto a contattarmi in un sogno?
Presi in mano la biglia, a quanto pare, dovevo romperla per andare da qualche parte. Una sorta di teletrasporto.
Non aveva senso stare lì a pensare, a farmi domande, tanto non avrei trovato risposte.
Mi avvicinai la biglia al volto, poi, sorridendo, la ruppi. Si frantumò.


Buio. Il tutto in un istante. Un istante che pareva non finire.
Improvvisamente, una luce mi costrinse ad aprire gli occhi. Mi trovavo in un altro luogo, enorme.
Neve. Esatto, ero circondato dalla neve. Sicuramente meglio del caldo torrido sopra la grassa puttana.
Uno strano villaggio, c' era una grande strada e sulla sinistra centinaia di casette, una contro l' altra.
Il sole si infrangeva sulle montagne che circondavano quasi interamente la cittadella.
Le poche luci, i tetti coperti dalla neve, le casette tutte ammassate tra di loro, gli alberi candidi e due grandi cappelle donavano al posto un clima natalizio.
Al centro della piazza vi si trovava un grande borgo, probabilmente quello maledetto, quello della leggenda.
Presi nuovamente in mano la pergamena, un cavaliere nero -quello cattivo- e uno bianco -quello buono-, insomma, il primo distruggeva e il secondo cercava di sconfiggerlo, la solita storia.

Sbuffai. Sicuramente sarei dovuto recarmi al borgo, ma a fare cosa? Forse uccidere il cavaliere nero per liberare la città dalla maledizione.
Prima iniziavo, prima finivo. Girai un po' per la città, cercando qualcuno a cui chiedere indicazioni, ma nulla. La città sembrava deserta.
Dopo un po' riuscì a trovare un uomo, era di spalle, non molto alto e con pochi capelli.
Gli poggiai una mano sulla spalla.
Scusi. Dov' è il borgo?



SPOILER (click to view)
Sto provando un nuovo "modo di scrivere"... xD
Buona fortuna e scusa per il ritardo.
 
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view post Posted on 6/5/2010, 14:44
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I due uomini reagirono, inconcepibilmente, in maniera diametralmente opposta.
Benché quello avvicinato da Bashmir si allontanò urlando maledizioni come un ossesso, terrorizzato in viso, quello interpellato da Joker gli si prostrò ai piedi, gemendo per la commozione.
« Il cavaliere nero! » aveva urlato il primo, inusitato. « Mio buon paladino! » s'era invece inginocchiato singhiozzante il secondo.
Ben presto, intorno al Joker iniziò a formarsi una calca di persone deboli e piagnucolose, tutte decise a chiedergli protezione: la voce che il cavaliere nero si era apprestato alle porte della città si era diffusa velocemente, e tutti stavano cercando di nascondersi alle spalle del loro eroe. Chi gemeva protezione, chi offriva ricompense, chi piangeva disperato.
Restava solo, a Bashmir, di raggiungere la piazza.


CITAZIONE
Bashmir Vs. Joker

Gialla Vs. Gialla
F Vs. E
Primo post: Bashmir - Il Cavaliere Nero
Durata: Quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A quattro giorni dalla risposta dell'avversario, sconfitta a tavolino.
Premi: 150G Per il perdente, 500G per il vincitore.
Arena: La piazza di Niflheimr, gremita di persone.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate il bando, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale, più una piccola aggiunta: Il cavaliere nero (Bashmir) sentirà ad ogni turno il forte impulso di uccidere almeno un cittadino (tale impulso si manifesterà come un sussurro, sempre più insistente. A lui personalizzarlo al meglio). Per ogni turno in cui non ucciderà nessuno, subirà un danno Medio alla psiche, dovuto all'acuirsi del sussurro, che pian piano si trasformerà in numerose grida. Il cavaliere bianco (Joker) sentirà lo stesso sussurro, che lo spingerà tuttavia a proteggere i cittadini (combattendo contro il cavaliere nero nel caso in cui questo non attaccasse: egli è un nemico dichiarato). Per ogni turno in cui non riuscirà a difenderli dall'attacco del cavaliere nero/non attaccherà il cavaliere nero, subirà un danno Medio alla psiche, dovuto all'acuirsi del sussurro, che pian piano si trasformerà in numerose grida. Ognuno di voi due, trovatosi nella piazza, non vedrà l'altro per il suo reale aspetto, bensì con le fattezze del cavaliere che sta interpretando. Il campo della strategia sarà valutato anche - e soprattutto - in base a quanti cittadini siete riusciti ad uccidere/proteggere. Ovviamente la sfida sta nel non snaturare il proprio personaggio.
Background: Vi succede ciò che ho descritto nel post - siete liberi di romanzare. Bashmir raggiunge poi casualmente la piazza, e lì inizia a sentire l'impulso omicida.

 
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view post Posted on 9/5/2010, 10:30

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II Post Il cavaliere nero! Dove? Dietro di me?
Mi girai fulmineo, estraendo Aramith e già pronto ad attivare la runa magica, aspettandomi di trovare di fronte a me un possente cavaliere dall'armatura nera come la notte. Invece, rimasi sorpreso nel constatare che niente era cambiato, rispetto al paesaggio di prima: una distesa candida sulla quale risaltava la stradina che avevo percorso per arrivare fin lì, nient'altro che una zona di terreno tenuta più o meno libera dalla neve.

— Dev'essersi sbagliato, buon uomo. Non c'è nessun cavaliere nero. —

Dissi rigirandomi verso l'abitante, che però continuava ad agitarsi, puntando l'indice contro di me e lanciando maledizioni di ogni genere.
Già, verso di me.
Non indicava qualcuno dietro le mie spalle, ma proprio me, senza dubbio. Rimasi per un attimo a bocca aperta, talmente stupito da non riuscire a dire una parola, ne' tanto meno a muovermi. Io? Il cavaliere nero? Quel tipo non stava bene, aveva le allucinazioni! Va bene che indossavo un mantello scuro, ma da qui a scambiarmi per un cavaliere portatore di morte, ce ne voleva.

— Che sta dicendo? E dove sarebbe l'armatura? E mi dica, avete forse mai visto un cavaliere nero con un animaletto domestico? —

Tirai fuori Gwin dalla tasca, a prova della mia estraneità a quella accusa: un simile figuro di certo non si sarebbe portato appresso una tenera martora! Ma ormai l'uomo se l'era data a gambe, correndo verso l'interno del villag- gio, senza smettere di urlare accuse contro di me.
Sì, era sicuramente pazzo. Poveretto, tutte le incursioni del vero cavaliere nero avevano minato la sua psiche, tanto che oramai scambiava ogni straniero per il suo incubo. Potevo solo sperare che non fossero così anche gli altri abitanti di Niflheimr, altrimenti non avrei ricevuto una bella acco- glienza.
In ogni caso, giusto per sicurezza, controllai con una rapida occhiata il mio aspetto: ovviamente, era tutto come al solito, non erano comparse arma- ture nere o quant'altro.

— Mah... andiamo a mettere fine a questa storia, Gwin: troviamo il vero cavaliere nero e uccidiamolo. —

Mi incamminai seguendo la strada presa dall'abitante poco prima, senza una meta precisa, seguendo l'istinto.




Le strade erano deserte, porte e finestre chiuse, luci spente, sembrava quasi di essere in un villaggio fantasma, tutte le persone erano scomparse, e in giro non si udiva una voce, un grido, un pianto, un sussurro, non un respiro.
Sentivo solo il leggero rumore prodotto dai miei passi, il lieve fruscio del mantello, quasi non respiravo neanche, per la tensione che si avvertiva nell'aria. Un paio di volte scorsi in fondo alla strada qualche persona, che però scompariva subito, imboccando una via laterale.
Ad un certo momento, cominciai a sentire un brusio lontano, l'eco di tante voci sovrapposte. Lo seguii, avvertendolo crescere, sempre più forte, fino a diventare un vero e proprio rombo che risuonava nelle mie orecchie. Svoltai a sinistra e mi ritrovai di fronte a uno spettacolo sorprendente: davanti a me, in una piazza, una grande folla si era radunata dietro e ai lati di un individuo, che identificai subito come il cavaliere bianco; sebbene non l'avessi mai visto, era impossibile da confondere: la sua armatura, "candida come il latte", come me la ricordavo descritta nel biglietto dell'anonimo, non lasciava alcun dubbio.

Uccidili

Era presente forse tutta la popolazione di Niflheimr: dal bambino più piccolo, nato da poco, tenuto in braccio dalla madre, al vecchio più decrepito, sostenuto dai figli, e ognuno di loro gridava, piangeva, gemeva, pregava, diceva qualcosa, qualunque cosa, quasi sempre rivolti al cavaliere bianco, uno scoglio al centro di quel mare in tempesta.

Uccidili

Qualcuno si accorse del mio arrivo, e gridando come un pazzo mise in guardia gli altri: in breve tutta l'attenzione era rivolta su di me, e un brusio serpeggiò fra la folla:

— Il cavaliere nero!
Ci ucciderà tutti!
Dobbiamo scappare!
Ormai è tardi...
Il cavaliere bianco ci proteggerà.
Vincerà lui! —


Mi accorsi con orrore che tutti loro mi vedevano come il cavaliere nero, e che non era solo una fissa dell'uomo che avevo incontrato prima.

"E ora che devo fare?"

Devi ucciderli tutti! Sono dei traditori! Guarda i loro volti: bramano la tua morte. Uccidili, prima che lo facciano loro!

Sobbalzai: ancora quella voce! In precedenza l'avevo creduta una semplice illusione, uno scherzo della mia mente, ignorandola. Si era fatta sentire una seconda volta, un sussurro, niente di più, e ancora non ci avevo prestato attenzione. Ora, però, non potevo negare la sua esistenza: era vera, proveniva dalla mia testa e al tempo stesso da fuori, e mi spingeva a uccidere gli abitanti. E poi mi ricordava qualcosa, o qualcuno, come se l'avessi già sentita.

— No! Non lo farò! —

Ero confuso, non sapevo cosa stesse accadendo, ma deciso a non seguire il volere della voce. Cercai di concentrarmi, ripensando agli ultimi avveni- menti: il messaggio dell'anonimo con i due cavalieri che si combattevano per la salvezza o la distruzione del villaggio. Grazie alla biglia blu, mi ero ritrovato direttamente a Niflheimr, avevo incontrato una persona del luogo, ma quella mi aveva scambiato per il cavaliere nero; poi mi ero addentrato nel villaggio, fino a sbucare in quella piazza, dove ero stato accolto dalle grida dei cittadini: tutti mi additavano come il nemico, e chiedevano protezione al cavaliere bianco. Il cavaliere bianco.
I due combattenti comparivano sempre insieme, pronti a impegnarsi in estenuanti duelli, ma se quello era veramente il paladino del bene, dove diavolo si era cacciata la sua nemesi?

"Ragiona con calma! Rifletti!"

Facile a dirsi, più difficile a farsi: la voce nella mia testa, o fuori di essa - ancora non avevo compreso la sua reale natura - continuava ad incitarmi al massacro degli abitanti, e più mi opponevo, più lei insisteva. Non era più un sussurro, ormai era diventato quasi un grido, e la cosa più preoccupante era che sentivo il bisogno di assecondarla; la mia coscienza era divisa in due parti, una che voleva uccidere quella gente comune, alimentata dal- l'odio che vedevo nei loro occhi, l'altra che respingeva quella possibilità, facendo leva sulla loro innocenza.
Una fitta terribile mi trafisse la testa, e per poco non persi l'equilibrio.

"Se non è presente il cavaliere nero, vuol dire che neanche quello laggiù è il vero paladino bianco. Forse è solo un impostore che tenta di ingannare questa povera gente, di acquisire la loro fiducia per poi poter fare di loro ciò che vuole."

Ma allora perchè io stesso lo vedevo come cavaliere bianco?

"Magia. Illusione."

Era l'unica spiegazione che mi veniva in mente. Se fosse stato veramente così, allora tutto si spiegava. Quel tipo, chiunque fosse, aveva assunto le sembianze del paladino, e, avendo bisogno di qualcuno da far passare per cavaliere nero, aveva scelto me, che ero l'unico straniero in quel posto. Infatti, se si fosse presentato da solo, forse non avrebbero creduto alla sua falsa identità.
Un'illusione collettiva, e il gioco era fatto: pensava che mi avrebbe sconfitto, e così ottenuto il favore di tutto il popolo. Ma allora chi era quel finto paladino? Il misterioso "benefattore" che mi aveva inviato il messaggio? Dunque quella era stata tutta una messa in scena, una trappola progettata per l'occasione, e io ci ero cascato in pieno. O forse si trattava di qualcun altro?

Non cercare di ignorarmi, è inutile. Hai capito chi sono, vero? Bashmir, sono il tuo Maestro. Sai che è così, mi hai riconosciuto da tempo, ormai, ma tenti di nasconderlo anche a te stesso. Ti dico: ignora il cavaliere, uccidi quella gente! Obbediscimi! Ti ricordi chi è stata la causa della distruzione del tuo villaggio? Chi del massacro di tutti gli abitanti? Dell'uccisione dei tuoi genitori? Sì, era gente del Clan Toryu, proprio come questi luridi vermi. Se sei giunto al Bianco Maniero, è perchè io ti ho guidato, affinché potessi vendicarti: distruggi il Clan Toryu, fallo per i tuoi genitori! E inizia da questa marmaglia!

— No, stai zitto! Non ti credo! —

Era vero, era proprio la voce del Maestro. A quelle parole, riaffiorò in me un ricordo, il ricordo di un racconto tante volte narrato: la storia del mio villaggio; distrutto quando ero ancora un bambinetto. La storia dei miei genitori, uccisi, come tutti gli altri, tranne me. E mi ricordai anche di una promessa, un giuramento di vendetta.
Vendetta.
Purtroppo per la voce, ricordai anche quello che diceva sempre il Maestro, riguardo la vendetta: non era un qualcosa da ricercare, anzi, era da evitare e rifuggire. Quella voce non era del Maestro, era solo un'imitazione!
A quella comprensione si accompagnò una nuova dolorosa esperienza: una miriade di aghi perforò il mio cranio, penetrando in profondità, o almeno così sembrò a me. La vista mi si appannò, poi tornò normale, con notevole sforzo. Il dolore persisteva, ma ormai ero deciso a seguire la mia strada, e la voce si ritirò, almeno per il momento.
Mi concentrai sull' avversario che mi ero prefissato, il cavaliere bianco, o chiunque fosse in realtà, e sull'ambiente circostante: la piazza aveva una forma rettangolare, quaranta metri di lunghezza e una trentina di larghezza; il pavimento era in terra battuta, e lungo il perimetro si innalzavano diversi alberi sempreverdi: ne presi nota mentalmente, pronto a sfruttarli in segui- to. Avanzai lentamente verso il paladino, fino a trovarmi a una decina di metri di distanza: non sembrava avere intenzione di attaccare per primo, per cui l'avrei fatto io; sguainai Aramith, passando la mano destra sulla runa magica incisa nella lama, e subito si attivò il suo potere: la spada si ricoprì di un minaccioso alone blu-azzurro, che pulsando variava di inten- sità. Se fossi riuscito a ferirlo, la parte colpita si sarebbe congelata per qualche tempo, e lui non avrebbe potuto utilizzarla.
Mentre con la mano sinistra impugnavo la spada, con la destra presi dalla tasca dei pantaloni una piccola biglia, tenendola chiusa nel pugno per non farla vedere al paladino, pur stando attento a non romperla.

— Non so chi tu sia, ma di certo non sei il vero cavaliere bianco. Preparati a combattere! —

Iniziai a correre nella sua direzione, lanciando la biglia verso di lui: chiusi gli occhi prima che impattasse col terreno, per evitare di rimanerne accecato. Sentii un leggero rumore, come di vetro che si infrange, e percepii anche ad occhi chiusi un forte aumento di luminosità. Quando li riaprii, ero solo a due metri dal paladino; senza aspettare di vedere se la Bomba avesse avuto effetto, accecandolo momentaneamente, lo attaccai, sferrando un potente affondo dritto all'attaccatura del braccio con la spalla, dove l'armatura offriva meno protezione.




Caratteristiche

[ReC 210 - AeV 180 - PeRf 190 - PeRm 235 - CaeM 185]

Energia

94% [100% - 6%]

Condizioni

Danno medio alla psiche, confuso
ma determinato a non ascoltare la voce

Abilità

Incantaspade - Dominio
» Effetto passivo: Possibilità di caratterizzare una delle proprie armi da mischia con un particolare orpello (una runa, un simbolo, o una scritta). Quell'arma - e solo quella - potrà in qualsiasi momento innescare i poteri del dominio. Grazie all'incanto, inoltre, essa risulterà impossibile da distruggere nonostante gli attacchi che le potrebbero venir mossi.
» Effetto attivo: L'arma incantata potrà, in qualsiasi momento e senza concentrazione, ricoprirsi di un alone elementale, aggiungendo al successivo colpo messo a segno dei danni elementali. L'elemento dovrà essere scelto con la scelta del dominio, e non potrà più essere cambiato. L'effetto dura fino a quando l'arma non colpirà un bersaglio qualsiasi, scaricando la magia che contiene e perdendo ogni proprietà elementale. Per attivare l'effetto si dovrà spendere un costo pari a Basso e passare le dita
sull'area dell'arma su cui si è iscritto l'incantamento.

Armi

Spada impugnata
Bomba Accecante usata
Frusta riposta
Pugnali x20 riposti

Note

L'abitante mi addita come cavaliere nero, fuggendo subito dopo, ma io credo che sia dovuto solo ad uno sbaglio; mi addentro nel villaggio, non scorgendo nessuno in strada, se non qualche persona che fuggiva. Ad un certo momento, comincio a sentire il rumore di molte voci, seguendo il quale giungo nella piazza, dove vedo tutti gli abitanti radunati dietro al cavaliere bianco, e hanno la stessa reazione del primo uomo. A questo punto, elaboro una mia spiegazione: il paladino altro non era che un impostore con l'intenzione di ingannare quella gente per ottenere potere su di essi, e con una grande illusione aveva fatto sì che lui apparisse come cavaliere bianco, io come nero. Nel frattempo, inizio a sentire il sussurro, che mi incita a uccidere gli abitanti. Tento di ignorarlo, ma si fa sempre più forte, e riconosco la voce del mio Maestro. Tuttavia, capisco che non si tratta veramente di lui, e pur subendo danni alla psiche (forti dolori alla testa, perdita di concentrazione) riesco per il momento a resistere al suo volere, e decido di attaccare l'impostore che credo si celi dietro al paladino. Mi avvicino fino a una decina di metri, poi estraggo la mia spada, Aramith, e attivo il Dominio Incantaspade, e tengo pronta la Bomba Accecante: inizio a correre, lanciando quasi subito la biglia e chiudendo gli occhi per non rimanerne accecato, pur continuando nella corsa; quando li riapro, sono a poca distanza dal mio avversario e sferro un affondo verso la spalla, dove vedo un varco nell'armatura (nel punto di attaccatura fra braccio e spalla
di solito dovrebbe esserci uno spazio non protetto)

Ok, questo è tutto, mi è venuto un riassunto
più lungo del post, ma vabbè...

Legenda


— Parlato Bashmir —

— Parlato di altri —
"Pensato Bashmir"
Voce

 
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Røš¢hør
view post Posted on 11/5/2010, 15:42




W H I T E - K N I G H T ?!


Illusioni.
Era sempre colpa loro, mi stavano sempre tra i piedi. Non che la cosa mi dispiacesse, ovviamente.
Nulla è reale. Niente è come sembra.
Invocavano il mio aiuto, la mia pietà. Si prostravano ai miei piedi, piagnucolando. Ma, cosa più importante, mi adoravano.
Fu quello, probabilmente, l' unico motivo per cui li ascoltai.
Non sapevo cosa fare in quel momento, intorno a me si stava creando una folla.
Mi imploravano, tutti. Dal vecchietto ormai prossimo alla morte, al bambino appena nato ancora in braccio alla madre, che lo cullava, rassicurandolo.
Alcuni urlavano, si inginocchiavano, altri si limitavano a piangere per la gioia.
Mi veneravano, alla pari di un dio.
C' era però una domanda che mi tormentava: Perchè?
Non avevo fatto mai nulla per aiutare la gente, anzi, avevo fatto quello che volevo, uccidendo, se ne avevo voglia, senza scrupoli nè il minimo rimorso. E mi piaceva, mi piaceva terribilmente.
Forse potevo seguire una strada diversa per la gloria, mi sarebbe bastato farmi adorare, accendendo in loro speranze con false promesse.
Semplice, ma estremamente noioso. Non potevo starmene lì fermo a non fare nulla.
Gli avrei spiegato la situazione, avrei ammazzato qualche passante per divertimento, fatto quello che richiedeva la missione e recuperato i soldi.


Nero. Una corazza nera come la pece lo ricopriva interamente.
Probabilmente era lui il cavaliere nero. Ma perchè era venuto da solo, senza l' opposto? Dove stava il cavaliere bianco?
Mi guardai lentamente in giro, nessun uomo indossava corazze bianche, girava con grosse spade o sembrava esperto nel combattimento.
La folla continuava ad acclamarmi.
In quel momento, capii.
Ero io il cavaliere bianco. No, non era possibile.
Mi portai una mano sul petto, non avevo una corazza bianca, ero vestito come al solito di rosso.
Eppure qualcosa non tornava. L' uomo vestito in nero affermò di non credermi il cavaliere bianco.
Potevo spiegargli che io non centravo nulla, però, quando il nero partì all' attacco, qualcosa mi fermò.

Salvaci. Ti prego.
Sei la nostra unica salvezza.
Uccidi il cavaliere nero.
Uccidilo. Salvaci.
Liberaci.
Liberaci dalla Maledizione.


Mi portai l' indice alla tempia. Quelle voci... Sussurri. Mi isolavano da tutto.
Non avevo intenzione di ascoltare quelle strane voci, ma sicuramente non mi sarei tirato indietro dal combattere.
Il cavaliere nero voleva morire? Benissimo, l' avrei accontentato volentieri.
Passò una mano sulla lama della spada, donandole un alone azzurro. Poi, prese qualcosa in mano ed infine, iniziò a correre verso di me.
Dopo qualche secondo lanciò una sorta di biglia per terra, probabilmente per nascondersi. Codardo.
Per un istante non vidi nulla. Riaprii gli occhi appena in tempo per vedere il cavaliere nero davanti a me con la lama piantata nel mio braccio. Mi ero spostato leggermente quando ero stato accecato, ora avevo taglio mediamente profondo nel bicipite sinistro.
Non era quello a preoccuparmi, però. Infatti ora quella parte era completamente congelata, non potevo muoverla.
Una smorfia di dolore si stampò sul mio volto.
Mi aveva colpito, non doveva farlo.
Lo fissai dritto negli occhi, eravamo ancora praticamente attaccati. Era l' unica parte del corpo che usciva da quell' enorme corazza.
Bastò giusto un attimo. Un istante.
Poi per l' avversario sarebbe stata la fine. Una sola immagine nella sua mente, si sarebbe sentito immobilizzato, totalmente incapace di muoversi. Semplicemente per immobilizzarlo, così da poter partire con la seconda parte del piano.
Portai velocemente due dita tese verso il petto dell' altro, da esse ne uscirono due raggi del medesimo colore della difesa del nemico. Erano diretti all' addome, precisamente ove si trovano i polmoni.
Era finita, finita per lui. Le voci avrebbero smesso di sussurrare, il presunto cavaliere nero sarebbe stato sconfitto ed io avrei visto tanto, tanto sangue.




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J O K E R
[ReC 225][AeV 150][PerF 050][PerM 225][CaeM 150]

E n e r g i a × 087
C o n s u m i × Basso [001] ; Bassox2 [012]
F i s i c o × Taglio abbastanza profondo sul bicipite sinistro con conseguente congelamento di esso.

P a s s i v e:
SPOILER (click to view)
Intelligenza × Anche se non ama darlo a vedere, Joker è estremamente intelligente. Oltre a questo, è particolarmente dotato per le illusioni. Il tutto gli permette di essere sicuramente più abile in esse rispetto a molti nemici, anche a parità di potenza. (+1lvl dominio) [ Passivo ]
Le Illusioni × L'attitudine del possessore alle illusioni sarà decisamente superiore a quella di un essere normale. La sua perfetta comprensione delle stesse e la naturale predisposizione farà si che le tecniche illusorie vengano castate istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il solo volere del proprietario, per attivare all'istante qualsiasi delle sue tecniche illusorie.
Naturalmente è necessario un contatto con l'avversario, se non fisico, almeno poterlo seguire con lo sguardo. Qualsiasi tempo di concentrazione necessario però ad attivare un'illusione sarà totalmente azzerato.
A questo livello, il portatore avrà compreso talmente facilmente le sue abilità illusorie, da essere in grado di castarle con estrema facilità, limitando il suo consumo energetico. Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. [ Passivo ]

A t t i v e:
SPOILER (click to view)
Nulla è Reale × Spendendo un consumo pari a Basso, l'illusionista sarà in grado di ricreare nella mente nemica, una sola immagine, che potrà essere un ricordo oppure un apparizione momentanea. Potrà modificare quindi le sue percezioni grazie ad una semplice illusione che sarà facilmente bypassata con un minimo di concentrazione.
L'immagine verrà vista all'interno del campo di battaglia, ma sarà visibile solo per colui che è affetto dall'illusione in se.
[x2] Proiettili Neri × Il negromante, puntando un indice contro il proprio avversario, senza particolari tempi di concentrazione, genera un velocissimo proiettile di energia oscura che si dirige contro il proprio avversario. L'incanto viene generato praticamente istantaneamente, ed è veloce come un normalissimo proiettile da arma da fuoco. Se ne possono generare fino a cinque nello stesso slot, con relativo consumo di energia. Ognuno con una capacità offensiva bassa.
Il proiettile ha una piccola portata, e lascerà una ustione di tipo leggero. Se il punto ustionato verrà sforzato, provocherà una grande fitta di dolore a tutto il corpo della vittima. Il proiettile, colpendo armi o armature, le renderà nere nel punto colpito, che diventerà estremamente fragile. Supererà facilmente vestiti e tessuti di qualsiasi tipo.
Agli angeli provoca un danno superiore, di tipo medio. [ Basso ]



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view post Posted on 12/5/2010, 16:39

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III Post Con mia grande soddisfazione, osservai la spada affondare nel braccio del falso cavaliere bianco, provocandogli un bel taglio che di certo non gli avrebbe fatto piacere. Ancor meno piacere gli avrebbe recato il congela- mento, seppur momentaneo, che gli rendeva impossibile utilizzare l'arto. Mentre estraevo la lama dalla sua carne insanguinata pensavo già alla mia vittoria, all'illusione che sarebbe sparita al momento della morte dell'impo- store, al popolo che mi avrebbe finalmente riconosciuto per quello che ero, non certo il cavaliere nero, bensì il paladino della situazione. Stavo per dire una qualche frase ad effetto, vantarmi del mio colpo, quando mi fissò negli occhi; un brivido lungo la schiena, un'immagine prese a formarsi nella mia mente: la figura di un vecchio, curvo sotto il peso degli anni e fiaccato dalla vita, che manteneva pur sempre un'aurea di fierezza e solennità nei suoi occhi azzurro ghiaccio, nelle mille rughe portate come vanto, nella lunga barba bianca. Un mantello altrettanto candido, chiuso sul davanti con una fibbia a forma di foglia, lo ricopriva interamente, e in mano aveva un basto- ne scuro e nodoso.
Ogni altra cosa intorno a me si eclissò, il persistente mormorio della folla che assisteva trepidante all'incontro cessò, il mio stesso avversario scomparve, come se un velo scuro fosse caduto su tutto e tutti, spegnendo ogni suono e immagine, tranne quella, tranne il mio...

— Maestro... —

Alzò la testa verso di me, piantando quei suoi occhi chiarissimi - quasi quelli di un cieco - nei miei, mormorando qualcosa, o forse solo muovendo le labbra, perchè non mi giunse alcun suono. Avvertivo però una strana sensazione, c'era qualcosa di sbagliato in quella visione, che mi spinse a fare un passo indietro; tesi la mano destra in avanti, verso il mio Maestro, in un movimento che indicava allo stesso tempo desiderio e repulsione.
Avvertii che la voce nella mia testa stava per tornare, una sofferenza lieve e lontana, poi sempre più forte, la precedeva, presto avrebbe parlato.

"No! E' solo un'illusione, non farti ingannare! Non..."

All'improvviso un dolore molto più reale e concreto mi investì, colpendomi in due punti: l'addome e il palmo della mano destra, che era sempre tesa in avanti. In un attimo l'illusione sparì, e ricomparve l'ambiente circostante, la piazza, la folla, il mio avversario, con due dita protese verso di me, dalle quali si emanava ancora un leggero alone scuro e lineare. I punti colpiti avvamparono, come se fossero infuocati, e gemetti dal dolore.

— Questa me la paghi. —

Bashmir, perchè non ascolti il tuo caro maestro? PERCHE'?! Te l'ho già detto, devi mirare al popolo! Uccidili, massacrali, e avrai la tua vendetta!

Ancora quella voce, ancora gli aghi che mi penetravano nella testa, anche più doloroso di prima, la vista che si annebbiava. Però dovevo continuare a ignorarle, a tirare avanti per la mia strada.

No Bashmir, così non va bene. ASCOLTAMI! Tenti ancora di negare la mia identità? Ancora, dopo avermi visto? Uccidi quella gente, fallo ora

Non dovevo ascoltarlo, quella di prima era stata solo un'illusione, niente di più, come le armature, sia quella bianca che quella nera.

"Che idiota! Sapevo che è tutta un'illusione, perchè ho provato a colpirlo in quel punto, invece che in pieno petto? La finta armatura non sarebbe servita a niente, e ora avrei già vinto."

Non avrei più ripetuto quello sbaglio, con il prossimo attacco avrei posto fine al duello, e forse anche a quella voce maledetta, che si spacciava per il mio maestro.

Io SONO il tuo Maestro, e tu devi fare come ti dico io

Mentre nella mia testa si svolgeva quel duello all'ultimo sangue, il mio corpo era impegnato in un altro combattimento: ero indietreggiato di due o tre metri, per guadagnare un po' di spazio di manovra, e avevo inciso il terreno in due punti con le scarpe, creando un paio di piccole fossette. Rinfoderai la spada e sguainai due pugnali dal cinturone, accucciandomi rapidamente per terra, e li infilai dalla parte del manico nella terra, imprimendo la pressione necessaria per farli rimanere ritti.

Bashmir, sono molto deluso da te. I tuoi genitori sono delusi. Loro speravano di essere vendicati, ma tu non vuoi compiere neanche il primo passo. Hai un'ultima occasione, ora o mai più

Una lacrima cadde sulla mano sinistra, appoggiata come la destra sul terreno, accanto ai coltelli; un'altra la seguì a breve distanza, si infranse sulla terra, e proprio da quel punto un attimo dopo iniziò a spuntare una radice, sottile inizialmente, poi sempre più spessa man mano che emerge- va. Sembrava quasi che la lacrima avesse generato quella forma di vita. Un'altra radice sbucò dal terreno, ed entrambe si attorcigliarono veloce- mente attorno ai manici dei pugnali.
Mi alzai, muovendo le mani verso l'alto, e anche le radici effettuarono quel movimento, con i coltelli saldamente "impugnati" alle loro estremità. Ero pronto, mancava solo un piccolo particolare, piccolo ma fondamentale nella mia strategia. Un breve attimo di concentrazione, nel quale richiamai altre radici, che però non sarebbero spuntate accanto a me, ma sotto il mio avversario, risalendo lungo le sue caviglie, con l'obbiettivo di immobiliz- zarlo. Non stetti a vedere il risultato, mi bastava sapere che un attimo dopo quella prigione di radici si sarebbe attivata, io non avevo un attimo da perdere. Già, sempre quell'attimo. Una parola così insignificante all'appa- renza, eppure così importante. Quante cose possono accadere in un attimo!
Fu proprio in un attimo, nell'attimo esatto in cui attaccavo, che la voce mi parlò, un'ultima volta:

I tuoi genitori, Bashmir, contano su di te. Io conto su di te. Per favore

Una mano scattò verso il cavaliere bianco, un affondo deciso, dritto al petto; la radice seguì il movimento, il pugnale si diresse inesorabile verso il suo obbiettivo. Anche l'altra mano avrebbe dovuto volgersi verso il paladino. Invece, si spostò di lato, puntando verso un altro petto, quello di una donna nella folla, pochi metri più in là, indifesa, come tutta quella povera gente. Anche in quel caso la radice si mosse veloce, il pugnale alla sua estremità cercò il bersaglio, così esposto, così facilmente raggiungibile.

— Noooooooo! —

Nuove lacrime mi solcarono le guance. In breve tempo, sarebbero andate a far compagnia alle altre due. In un attimo, un attimo solo.



Caratteristiche

[ReC 210 - AeV 180 - PeRf 190 - PeRm 235 - CaeM 185]

Energia

60% [100% - 6% - 6% - 6% - 22%]

Condizioni

Danno medio alla psiche, danno basso
alla mano destra e all'addome (ustione)

Abilità

Prigione di Radici - Pergamena
Dopo almeno un secondo di ferma concentrazione, rendendo quindi l'attuazione della tecnica difficile in corpo a corpo, una fitta serie di rampicanti escono dal terreno scavandovi attraverso, comparendo esattamente sotto il proprio avversario. Questi, sottili e di colore bruno, simili alle radici una piccola pianta, si attorciglieranno attorno ai piedi dell'avversario, alle caviglie, risalendo fino ai polpacci, muovendosi velocemente come uno sciame d'insetti, ma non salendo più di così.
Anche accorgendosi della tecnica, sarà difficile evitarla del tutto, considerata la velocità con la quale viene attuata. I rampicanti, nonostante siano sottili, rimangono comunque resistenti quanto delle normali corde, rendendo quindi difficile liberarsene
se non grazie ad un grande sforzo fisico.
I rampicanti svaniscono naturalmente a metà del seguente turno dell'avversario, e per liberarsene prima è necessaria una tecnica di livello alto o una tecnica di fuoco di livello medio.
Consumo di energia: Alto

Radici Coltello - Abilità Personale
Utilizzando questa tecnica, Bashmir combina ancora una volta la magia con le armi bianche: l'abilità consiste nell' integrare i pugnali con delle radici, secondo la seguente modalità.
Per prima cosa, si estrare uno dei pugnali, quindi lo si incunea nel terreno dalla parte del manico; in seguito, dopo aver appoggiato a terra per qualche secondo entrambe le mani sulla zona circostante al coltello, una radice inizierà a emergere dal terreno, attorcigliandosi saldamente attorno al pugnale, ma lasciando libera gran parte della lama. Ancora qualche attimo di concentramento e il Druido sarà in grado di controllare la radice, e di conseguenza anche il pugnale alla sua estremità, con il movimento di una mano. La radice, lunga fino a sette-otto metri, seguirà precisamente i gesti di Bashmir: sferrare un pugno corrisponde a un affondo col coltello, un movimento laterale a un fendente da destra a sinistra o viceversa, e così via. La radice si autodissolverà entro due turni, compreso quello di attivazione,
oppure a seguito di un particolare gesto della mano.
Si impiegano circa quindici secondi per l'intero processo di creazione di un RadiceColtello, e di solito Bashmir ne usa
due alla volta, uno per ogni mano.
Consumo di energia: Basso [6% per ogni pugnale]

Armi

Spada riposta
Bomba Accecante usata
Frusta riposta
Pugnali x20 2 in uso

Note

Ti colpisco, ferendoti il braccio e congelandotelo, pensando di essere già vicino alla vittoria. A quel punto però compare l'illusione del mio Maestro, che mette in secondo piano tutto il resto, ma poco dopo il dolore dei proiettile neri mi riporta alla realtà. Mentre combatto nella mia testa contro la voce, preparo il mio attacco: scavo due buchette nel terreno, ci "pianto" i pugnali e attivo le RadiciColtello; prima di lanciarle attivo anche la Prigione di Radici, tentando di immobilizzarti gli arti inferiori e renderti quindi più difficile schivare i pugnali. Al momento dell'attacco, quando sembrava ormai che fossi riuscito a resistere ancora alla voce, una radice si dirige verso di te, l'altra verso una donna fra la folla, seguendo i movimenti delle mie mani.

Nella descrizione di Nulla è Reale, non c'è scritto che l'illusione paralizza o quant'altro, quindi mi sono preso la libertà di compiere qualche movimento.

Ho scelto il Maestro come illusione, mi sembrava appropriata, dato che stavo già lottando contro la sua voce, e che il mio Pg non ha molte altre persone importanti (non ha memoria dei genitori).

L'illusione svanisce quando sono colpito dai proiettili, nella descrizione è detto che è necessaria una concentrazione minima, io ho interpretato come se il dolore mi facesse riconcentrare sulla realtà, riportandomi al combattimento.
 
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Røš¢hør
view post Posted on 16/5/2010, 13:03




W H I T E - K N I G H T ?!


Ero riuscito a colpire il mio avversario.
Non potevo vedere attraverso la corazza nera, ma ero sicuro che i punti colpiti dalla mia tecnica ora stavano cambiando colore, diventando del medesimo dell' armatura.
Gli bruciavano sicuramente, e io godevo per questo, oh se godevo.
Portai lo sguardo poco più in basso, verso il mio braccio.
Era ancora ghiacciato, non faceva male, solo era quasi paralizzato.
Doveva pagarmela, come aveva potuto colpirmi? Non ne era degno.
L' avrei ucciso, sicuramente, senza alcuna pietà. Non mi importava dei cittadini, tantomeno delle loro suppliche. Eppure loro continuavano a tormentarmi, chiedendo aiuto.
Quella domanda tornò a ronzarmi in testa: Perchè? Mi avevano riconosciuto come il cavaliere bianco, ma non avevo fatto nulla per aiutarli, anzi.
Forse, però sarei riuscito a sfruttare l' ammirazione che avevano per me. D' altronde, giocavo in casa.
Ero pronto, quando il nemico si mosse. Prima indietreggiò, poi, con le scarpe, fece due piccoli buchi del terreno sottostante.
Stava preparando una strategia?
Beh, poco mi importava, sapevo di poter vincere.
Dopo aver fatto i piccoli solchi nel terreno, il cavaliere nero ci piantò due pugnali, portò le mani a terra e ne fece uscire delle radici.
Voleva attaccarmi, per lui era la fine.
Con un rapido movimento delle mani mandò avanti le radici, inaspettatamente, però, altre felci mi bloccarono le gambe, c' era solo una cosa che potevo fare. Quando il pugnale mi sfiorò, mi smaterializzai, lasciando al mio posto una sorta di ombra, che andava svanendo, fino a trasformarsi in acqua.
Nel frattempo, ero finito proprio dietro al mio avversario, a due metri da lui.
Una cosa, però, mi bloccò completamente. Infatti, prima che teletrasportassi, con un coltello aveva colpito in petto una donna, uccidendola sul colpo. Normalmente me ne sarei fregato, in quel caso, invece, provai lo stesso dolore che provava lei.
Un dolore lancinante al capo mi costrinse a chiudere gli occhi per un istante, portando le mani sulle tempie, come per placare quel dolore. Contemporaneamente un rigolo di sangue percorse i lineamenti del mio volto, fino a schiantarsi sul terreno.
Forse quella gente mi acclamava e così, quando veniva ferita, subivo anche io qualche sorta di danno?
Non sapevo come rispondere, come al solito, ma una cosa era certa: dovevo salvarli, per salvare anche me.

Perchè hai permesso al cavaliere nero di ucciderci?
Tu sei il nostro salvatore, devi aiutarci!
Eliminalo, fallo per noi.
Fallo per te.

Le voci, prima solamente sussurri, erano diventate molto più acute, molto più fastidiose.
Probabilmente da solo non ce l' avrei fatta, dovevo chiedere aiuto al mio alter ego, o meglio, trasformarmi.
I miei occhi si illuminarono, un alone nero mi ricoprì interamente.
Aprii la bocca iniziando ad urlare, gli occhi mi diventarono verdi, i capelli di un colore rosso acceso, iniziarono ad alzarsi, come avessero una vita propria. Un occhio era chiuso, senza pelle, pieno di ossa, lo stesso per la parte sinistra della mascella. Due piccole ali in sabbia solidificata e una specie di braccio ricoperto da terra che formava una spirale. Mi misi immediatamente la maschera, coprendomi il volto, assomigliavo ad un clown, di colore bianco, con un ampio sorriso.
Il demone non perse tempo. Portai avanti un braccio, teso verso il cavaliere. Iniziò a crearsi un alone rosso.
Ghignai, per lui era finita. Dalla mano destra la piccola pallina diventò in un attimo un' enorme palla di fuoco. Girava vorticosamente.
Non ebbi bisogno di lanciarla, ero talmente vicino all' altro da riuscire a colpirlo con un solo passo.






D A E M O N
[ReC 300][AeV 175][PerF 050][PerM 300][CaeM 200]

E n e r g i a × 076
C o n s u m i × Medio [011] ; Medio [Incastonata]
F i s i c o × Taglio abbastanza profondo sul bicipite sinistro con conseguente congelamento di esso. Medio alla psiche

P a s s i v e:
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Intelligenza × Anche se non ama darlo a vedere, Joker è estremamente intelligente. Oltre a questo, è particolarmente dotato per le illusioni. Il tutto gli permette di essere sicuramente più abile in esse rispetto a molti nemici, anche a parità di potenza. [ Passivo ]
Le Illusioni × L'attitudine del possessore alle illusioni sarà decisamente superiore a quella di un essere normale. La sua perfetta comprensione delle stesse e la naturale predisposizione farà si che le tecniche illusorie vengano castate istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il solo volere del proprietario, per attivare all'istante qualsiasi delle sue tecniche illusorie.
Naturalmente è necessario un contatto con l'avversario, se non fisico, almeno poterlo seguire con lo sguardo. Qualsiasi tempo di concentrazione necessario però ad attivare un'illusione sarà totalmente azzerato.
A questo livello, il portatore avrà compreso talmente facilmente le sue abilità illusorie, da essere in grado di castarle con estrema facilità, limitando il suo consumo energetico. Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. [ Passivo ]

A t t i v e:
SPOILER (click to view)
Passo d' Ombra « Tecnica che può essere utilizzata solamente mentre si viene colpiti. Senza particolari tempi di concentrazione o imposizioni delle mani, il negromante, una volta colpito, verrà trapassato come se non fosse mai esistito. I contorni della sua figura si faranno in seguito sempre più indistinti, e dopo qualche secondo il corpo stesso si scioglierà come acqua. Nel momento in cui il negromante viene colpito infatti, lascia una sorta di ombra nella posizione in cui si trovava prima, mentre lui si è spostato cinque metri più lontano, senza subire alcun tipo di danno. Una tecnica non dissimile, quindi, dall'"immagine residua" del ninja e del ladro, ma utilizzabile solo nell'istante in cui si viene colpiti, e quindi solo a scopo difensivo e con un consumo energetico minore. [ Medio Difesa Assoluta ]
» Maschera Del Fuoco Clown Uno dei suoi "poteri" è che appena appoggiata sul capo di Joker, essa prenderà aderenza con il suo volto, sarà difficile da togliere. Non pesa nulla, non diminuisce le percezioni nè la vista. Quando essa viene colpita diventa come "immateriale".
Possiede un particolare potere, quello di creare palle di fuoco, Joker, concentrandosi e allungando entrambi i palmi in avanti, emette una grande palla di fuoco dal diametro di due metri che, velocissima, si dirige contro il proprio avversario.
Questa può procedere solo in linea retta e viene generata istantaneamente. La tecnica provoca alte bruciature e anche dei danni da contusione, e l'ampiezza della sfera la rende anche difficilmente evitabile, considerata la velocità.
Utilizzi °°°°

SPOILER (click to view)
Mi ero dimenticato del danno alla psiche... xD


Edited by Røš¢hør - 18/5/2010, 12:17
 
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view post Posted on 19/5/2010, 15:23

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IV Post Come a rallentatore, vidi il pugnale che andava a conficcarsi nel petto della donna, colpendola in pieno: cadde a terra immediatamente, e un rivolo rosso sgorgò dal suo corpo senza vita, iniziando a formare una piccola pozza scura attorno a lei. Ma non avevo tempo per disperarmi, per pentirmi del mio gesto scellerato: l'altro coltello sfrecciava veloce verso il paladino, guidato dalla radice, ma nel momento esatto in cui sfiorò il suo corpo rivestito dall' armatura bianca, lui scomparve, dissolvendosi in uno scroscia- re d'acqua. Tre o quattro metri più indietro, un vecchietto ingobbito dall'età era appoggiato al braccio muscoloso di un uomo, forse suo figlio: era perfettamente sulla traiettoria della radice mortale, ma essendo l'anziano più basso del cavaliere bianco, il pugnale l'avrebbe colpito in fronte, se non si fosse spostato.
Urlai ancora di disperazione, come avevo fatto poco prima, quando la mia mano era scattata verso la donna invece che verso il mio avversario, e cercai di annullare quell'attacco, prima che fosse troppo tardi: sembrava che il tempo si dilatasse ancora, mentre compivo i gesti necessari per dissolvere le radici. Vidi quella indirizzata verso il pover'uomo scomparire in una nuvola di pulviscolo verde, ma il pugnale continuò la sua folle corsa, procedendo per inerzia dopo la grande spinta che gli aveva impresso il vegetale. Prima che la lama raggiungesse il suo obbiettivo, mi voltai, preferendo preservare la speranza, per quanto piccola, che l'anziano potes- se evitare la fine della donna, piuttosto che ritrovarmi di fronte ad una innegabile verità.
A quel punto mi tornò in mente il mio nemico, il combattimento, l'illusione dei cavalieri e tutto il resto, che la mia mente aveva lasciato in disparte, per dedicarsi completamente al tentativo di salvare l'anziano: eccolo lì, il paladino, proprio di fronte a me; in qualche modo era riuscito a smaterializ- zarsi nell' istante in cui il pugnale lo raggiungeva, evitando di rimanerne ferito, ed era ricomparso alle mie spalle, pronto al contrattacco. Temevo di essere completamente impreparato, ma qualcosa lo bloccò: la sua espres- sione sofferente lasciava intendere un grande dolore, che non sapevo spiegare, non avendolo colpito nuovamente. Un riacutizzarsi della ferita inflitta da Aramith, forse?
Ancora incapace di reagire per la sorpresa, seguii con lo sguardo il rivolo di sangue che percorreva il suo volto, e all'improvviso quello stesso volto mutò, divenendo qualcosa di terrificante: gli occhi si illuminarono prima, poi diventarono verdi, i capelli invece rossi, mentre un alone scuro lo circonda- va; ma la parte più terribile era il lato sinistro del viso, sembrava quello di uno scheletro, più che di una persona viva. Due ali di sabbia spuntarono dalla schiena protetta dalla falsa armatura, il braccio sinistro fu ricoperto da una spirale di terra.
Io me ne stavo là, paralizzato, senza riuscire a elaborare un qualche piano, una strategia per togliermi dai guai. Poi però il mio avversario si coprì l'orribile viso con una maschera, una maschera da clown, e finalmente, privato di quella vista, mi riscossi, impugnando più saldamente Aramith.
Tese il braccio destro, con il palmo rivolto a me: ero pronto a scattare e schivare qualunque cosa stesse per generare, o a pararla, se possibile; si formò un alone rossastro, che prestò si trasformò in una piccola sfera, ma io ero determinato a non farmi sorprendere come nel suo precedente attacco, e temendo un'altra tecnica simile ai due proiettili di energia oscura, feci un balzo verso sinistra. Quello che però non mi sarei mai aspettato, era la grandezza che assunse in un attimo la sfera rossa: divenne una gigante- sca palla di fuoco vorticante, che mi colpì nonostante il mio tentativo di evitarla. Se fossi rimasto fermo davanti al paladino, mi avrebbe centrato in pieno, invece così facendo urtò la parte destra del mio corpo, in particolare spalla, braccio e fianco, che presero fuoco. Ero mezzo girato di lato verso il nemico, in modo da porgergli appunto quelle zone, e l'urto con la sfera rossa spinse indietro la parte colpita, mandandomi in rotazione, in senso orario. Per un momento non avvertii alcun dolore, ma subito dopo un calore insopportabile mi investì, il mio corpo andava a fuoco, la carne bruciava, la mia mente era ottenebrata dalla sofferenza, tuttavia riuscii ad assecondare il movimento rotatorio innescato dall'urto della palla di fuoco, e tendendo il braccio sinistro tentai di colpire il mio avversario con il lato tagliente di Aramith, all'altezza del suo fianco destro. Il dolore si fece ancora più intenso, tanto che la mia mente, confusa più che mai, non comprese neanche il risultato di quella mossa: l'avevo colpito? sì, no? era riuscito a scansarsi? aveva parato il colpo?
Proseguendo il movimento, finii rotolando a terra: non impugnavo più Aramith, mi era sfuggita senza che me ne accorgessi; continuando a rotolare sul terreno, soffocai le fiamme, prima che potessero espandersi al resto del corpo e provocassero danni ancora maggiori. Oltre al dolore delle ustioni appena ricevute e dei lividi provocati dall'urto, si era aggiunto anche quello dei proiettili incassati in precedenza: ogni volta che le parti colpite impattavano con qualcosa, venivo scosso completamente da una scarica di dolore.
Mi fermai, finalmente, dopo aver urtato contro qualcosa di duro; metten- domi a carponi con fatica, realizzai che l'ostacolo che mi aveva bloccato altro non era se non una delle piante che circondavano la piazza.
L'unica cosa a cui ero in grado di pensare era di ridurre in qualche modo il dolore, di diminuire la sofferenza, per poter riprendere il combattimento. Appoggiai le mani sull'albero, e un flusso di fresca energia fluì dalla corteccia ai miei palmi, scorrendo, almeno così mi sembrava, nelle vene, attraverso le braccia, e poi diffondendosi in tutto il corpo. Avvertii una piacevole sensazione all'addome, e tastando con la mano sinistra, scoprii che la ferita era scomparsa, da quel punto non proveniva più alcun dolore. Nonostante tutti gli altri danni continuavano a farsi sentire, quel fatto mi rincuorò, ridandomi un po' di speranza.
Un pensiero mi attraversò la mente: Gwin!
Preso nella foga del combattimento, mi ero completamente scordato di lei. Le prime, orribili, immagini della sua possibile sorte presero forma nella mia immaginazione: colpita dalla palla di fuoco, era stata carbonizzata; oppure era rimasta schiacciata mentre mi rotolavo per terra. L'idea che avessi potuto ucciderla io mi colpì ancor più dolorosamente di quanto avessero fatto fino a quel momento gli attacchi del paladino. Tuttavia, con mio somma gioia, dopo pochi istanti la vidi trotterellare allegramente verso di me.

— Gwin! Oh, Gwin... —

Molto più intelligente di quanto lo fossi io, all'inizio del duello doveva essere sgattaiolata via dalla mia tasca, mettendosi al sicuro; ed eccola là, ora, che mi scrutava con i suoi occhietti furbi, e un'espressione che pareva dire: "Allora? Pensi di star qua a fare nulla ancora per molto?"
Mi rialzai, un po' titubante sulla gamba destra, ed estrassi un pugnale con la mano sinistra, di nuovo pronto a combattere: potevo farcela, in fondo tutti i danni erano concentrati nella parte destra del corpo, in particolare braccio e mano erano inutilizzabili, ma ne potevo fare a meno.

— Resta qua, tu, mentre io sconfiggo l'impostore: fra non molto potremmo andarcene. —

Mi guardai attorno, desideroso di scoprire l'effetto del mio attacco e di cono- scere le sorti dell'anziano.



Caratteristiche

[ReC 210 - AeV 180 - PeRf 190 - PeRm 235 - CaeM 185]

Energia

54% [100% - 6% - 6% - 6% -6% - 22%]

Condizioni

Danno medio alla psiche, danno basso
alla mano destra, danno medio (ustioni)
al lato destro del corpo

Abilità

Guarigione Naturale - Pergamena
Il druido si guarisce grazie ai poteri della natura. Utilizzando l'energia delle piante e degli alberi circostanti, è in grado infatti di risanare qualsiasi ferita sul suo corpo, anche profonda, seppur lentamente. Non è però in grado di rigenerare parti del corpo mancanti o fori che trafiggono il corpo da parte a parte, in compenso graffi, tagli, contusioni e colpi di armi da lancio non saranno un problema, nonostante la loro gravità. [E' possibile
comunque curare ferite solo di livello basso.]
Il tempo di risanamento della ferita è piuttosto lento, e occupa diversi secondi di rigenerazione, per cicatrizzarsi, durante i quali il druido deve rimanere completamente immobile, se non lui, almeno la parte del corpo colpita che si cerca di guarire. Se questa entrerà in movimento, infatti, il processo si arresterà immediatamente. Non è possibile utilizzare questa tecnica in un luogo privo di piante, e per piante si intende alberi e ceppi. Arbusti o piante da sottobosco non saranno sufficienti a compierne l'attuazione. Se il druido entra in contatto diretto con tali piante, la guarigione diviene istantanea.
Consumo di energia: Basso

Radici Coltello - Abilità Personale
[Fino a 2 turni di durata]

Armi

Spada a terra da qualche parte
Bomba Accecante usata
Frusta riposta
Pugnali x20 2 usati, 1 in uso

Note

La RadiceColtello, dopo che tu ti smaterializzi, continua la sua corsa, puntando a un vecchietto che era qualche metro dietro di te; provo a distruggerla con i gesti necessari, ma ormai il pugnale ha assunto forza e velocità tale da continuare, come se fosse stato lanciato dalla radice. Per paura di vedere il risultato, mi giro (più che altro per non essere autoconclusivo xD) e mi ritrovo di fronte te, che ti trasformi in un demone (o quel che è). Quando tendi la mano per formare la palla di fuoco, provo a sfuggire al tuo attacco con un balzo laterale, ma la palla mi colpisce alla parte destra del corpo, e l'urto mi manda in rotazione oraria. Sfruttando ciò, tendo il braccio sinistro e mentre giro provo a colpirti al fianco. In seguito finisco a terra rotolando, e alla fine sbatto contro un albero. Uso la Guarigione Naturale per curare il proiettile oscuro all'addome, ritrovo Gwin e mi rimetto in piedi, estraendo un pugnale (Aramith l'ho persa da qualche parte).

Può suonare irreale il fatto che non capisca se il mio colpo sia andato a segno o no, ma dovevo continuare il mio post, e ovviamente non potevo essere autoconclusivo,
così ho trovato quella scusa più o meno valida.

Per questo turno non sento la voce, perchè avendo attaccato subito un cittadino (seppur involontariarmente) dovrei averla prevenuta.

 
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Røš¢hør
view post Posted on 23/5/2010, 15:01




W H I T E - K N I G H T ?!


La carcassa della donna era stesa lì, a terra, con intorno a sè una grande chiazza rossa scura.
Non l' avevo salvata. Non che la cosa mi importasse più di tanto, solo che quando il pugnale l' aveva colpita avevo sentito un dolore lancinante alla testa. Non riuscivo ancora a capirne il motivo, ma certamente dovevo provare a salvare il popolo, per salvare me stesso.
La palla aveva colpito il cavaliere nero, purtroppo però con un balzo era riuscito a farsi colpire solamente il fianco destro, iniziando una rotazione oraria.
Era riuscito a sfruttare questa situazione, cercando di sferrarmi un affondo sul fianco.
Stolto. Credeva davvero di riuscire a colpirmi?
Stavo pensando ad una mossa evasiva quando notai il coltello che si dirigeva verso un vecchietto.
Il danno mentale mi faceva ancora male, non potevo lasciarlo morire.
Non sapevo cosa fare. A differenza del demone, che invece aveva le idee chiare.
Il corpo non mi apparteneva più, venni costretto ad abbassare il braccio sinistro, teso, che con un leggere colpo di polso permise all' aggeggo collegato al mio arto di far foriuscire una lama non troppo lunga.
Sfortunatamente la potenza del cavaliere nero era troppo elevata, il pugnaletto si ruppe e la spada nemica mi sfiorò la gamba. Il taglio era superficiale, lo sentivo a mala pena.
Continuava a uscirmi sangue dal naso e facevo ancora fatica a muovere il braccio congelato.
Il Nero doveva pagarmela. Doveva pagarcela.
Il coltello era ormai a poca distanza dalla fronte del vecchietto. Dovevo fare in fretta.
Alzai l' indice e il medio destro, direzionandone uno verso il coltello e l' altro verso il collo del cavaliere.
Era a pochi centimetri di distanza da me, sarebbe stato difficile schivarlo per lui.
L' arma, invece, avrebbe dovuto disintegrarsi al contatto con il proiettile nero.
Feci un balzo indietro, allontanandomi dall' avversario.
Mi guardai intorno, la folla esultava, avevo appena salvato un loro compagno.

Oh nostro cavaliere.
Tu sei uno di noi.
Salvaci.
Sei il nostro salvatore.

Di nuovo quelle voci. Quelle insopportabili voci.
C' era solo un modo per farle smettere, ormai avevo capito.
Dovevo uccidere il Cavaliere Nero.
Ma non l' avrei fatto da solo, no, l' avremmo ucciso in due.
Ghignai. O meglio, fu il demone a farlo.
Un attimo solo, un battito di ciglia e tutto cambiò.
Il terreno diventò terroso, con qualche pietra qua e là. La neve scomparve completamente, anzi si andarono a creare numerosi alberi vicino alle case. C' erano poi dei massi che formavano come un grande recinto alto quasi 3metri che isolava completamente i due cavalieri, "proteggendo" il popolo.
Non era un semplice cambio di territorio, quello. Era una potente illusione.
Il Bianco aprì la bocca. L' elmo mi copriva interamente il capo, ma presi immediatamente a parlare.
Tu. Non hai ancora capito che morirai? Dì le tue ultime parole, cavaliere.
Quella strana voce, sembrava quasi doppia, una voce che copriva l' altra e viceversa.
Le parole vennero subito seguite da una risata, sadica. Inquietante.
Ormai per lui era la fine. Il demone era pronto ad attaccare, bramava il sangue, il suo sangue.






D A E M O N
[ReC 300][AeV 175][PerF 050][PerM 300][CaeM 200]

E n e r g i a × 059
C o n s u m i × [012] Basso x2 ; [005] Ill.Medio
F i s i c o × Taglio abbastanza profondo sul bicipite sinistro con conseguente congelamento di esso. Medio alla psiche.
N o t e × Fatto. Scusa per il ritardo ^^

P a s s i v e:
SPOILER (click to view)
Intelligenza × Anche se non ama darlo a vedere, Joker è estremamente intelligente. Oltre a questo, è particolarmente dotato per le illusioni. Il tutto gli permette di essere sicuramente più abile in esse rispetto a molti nemici, anche a parità di potenza. [ Passivo ]
Le Illusioni × L'attitudine del possessore alle illusioni sarà decisamente superiore a quella di un essere normale. La sua perfetta comprensione delle stesse e la naturale predisposizione farà si che le tecniche illusorie vengano castate istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il solo volere del proprietario, per attivare all'istante qualsiasi delle sue tecniche illusorie.
Naturalmente è necessario un contatto con l'avversario, se non fisico, almeno poterlo seguire con lo sguardo. Qualsiasi tempo di concentrazione necessario però ad attivare un'illusione sarà totalmente azzerato.
A questo livello, il portatore avrà compreso talmente facilmente le sue abilità illusorie, da essere in grado di castarle con estrema facilità, limitando il suo consumo energetico. Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. [ Passivo ]

A t t i v e:
SPOILER (click to view)
Proiettili Neri « Il negromante, puntando un indice contro il proprio avversario, senza particolari tempi di concentrazione, genera un velocissimo proiettile di energia oscura che si dirige contro il proprio avversario. L'incanto viene generato praticamente istantaneamente, ed è veloce come un normalissimo proiettile da arma da fuoco. Se ne possono generare fino a cinque nello stesso slot, con relativo consumo di energia. Ognuno con una capacità offensiva bassa.
Il proiettile ha una piccola portata, e lascerà una ustione di tipo leggero. Se il punto ustionato verrà sforzato, provocherà una grande fitta di dolore a tutto il corpo della vittima. Il proiettile, colpendo armi o armature, le renderà nere nel punto colpito, che diventerà estremamente fragile. Supererà facilmente vestiti e tessuti di qualsiasi tipo.
Agli angeli provoca un danno superiore, di tipo medio. [ Basso ]
Nulla è Reale « [Lv.2] Spendendo un consumo pari a Basso, l'illusionista sarà in grado di ricreare nella mente nemica, una sola immagine, che potrà essere un ricordo oppure un apparizione momentanea. Potrà modificare quindi le sue percezioni grazie ad una semplice illusione che sarà facilmente bypassata con un minimo di concentrazione.
L'immagine verrà vista all'interno del campo di battaglia, ma sarà visibile solo per colui che è affetto dall'illusione in se.
A questo livello, il portatore, con un consumo pari ad Medio, sarà in grado di modificare a piacere l'ambiente circostante. Non sarà una vera mutazione, ma una sorta di illusione ambientale (un'immagine, quindi, e non una tecnica psionica - bensì magica). Solo lui sarà in grado di percepire le vere realtà dell'ambiente mutato, mentre l'avversario dovrà necessariamente possedere una tecnica apposta per poter sciogliere questo incanto. L'area di effetto sarà di 30 metri di raggio, avrà effetto fino alla durata del combattimento, e potrà essere usata una sola volta. L'illusione potrà variare in ogni ambito, ma dovrà essere necessariamente fissa e non potrà impedire la vista all'avversario con tenebre o fitte nebbie. Potrà nascondere un dirupo, oppure mostrare falsi ripari.
L'illusione colpisce tutte le persone presenti sul campo di battaglia, in quanto agisce su di esso e non sulle loro menti. Questo tipo di illusione inganna il senso della vista, dell'olfatto e dell'udito, ma non quello del tatto. Venire a conoscenza di essere al centro di una illusione non la spezza. [ Attivo ]


Edited by Røš¢hør - 24/5/2010, 15:37
 
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view post Posted on 24/5/2010, 20:53

Esperto
······

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V Post Appena alzai lo sguardo, mi ritrovai di fronte il mio avversario, con un dito puntato verso me.

— Oh no! Basta sparare cose! —

Sapevo che da quella distanza sarebbe stato inutile, ma tentai comunque di evitarlo, tuffandomi di lato. Avevo appena intrapreso il movimento quando il colpo mi raggiunse, colpendomi alla spalla.
Quella destra, tanto per cambiare.
Aver già provato quell'esperienza non la rese meno dolorosa, ma ridotto com'ero non avevo molte forze, tanto meno da sprecare urlando, quindi soffocai il grido che mi era salito lungo la gola, fino alle labbra, cercando, per quanto possibile, di concentrarmi sul combattimento. Ero finito nuova- mente a terra, se non altro atterrando su spalla e fianco sinistro e non sulle parti ferite. Mentre mi rialzavo con la massima rapidità concessami dal mio corpo danneggiato, scorsi alle spalle del paladino il vecchio, miracolosa- mente illeso. Mi sentii immensamente sollevato, contento di non dover portare nell'animo anche il peso della morte di quell'uomo.
Frammenti luccicanti brillavano ai suoi piedi sotto la luce del Sole - il mio pugnale? Difficile dirlo da quella distanza, ma pareva proprio così. Doveva essere stato il paladino, non c'era altra spiegazione.
Un' altra lama giaceva spezzata nel punto in cui il falso cavaliere si trovava fino a poco prima: in effetti, mi era sembrato di sentire un'insolita resistenza al mio colpo, quando avevo provato a colpirlo dopo la palla di fuoco.
Feci un respiro profondo, impugnando saldamente il coltello nella mano sinistra: Aramith l'avevo vista, era là, a pochi metri di distanza. Peccato che fra lei e me si frapponesse proprio quel dannato tizio! Avrei dovuto accontentarmi del pugnale.

" Ci sono più spade, coltelli e frammenti di lame a terra che nel mio cinturone, ancora un po'. "

Cosa potevo fare? Per un attimo pensai di utilizzare ancora la Prigione di Radici, e scagliare il pugnale mentre il nemico era intrappolato. Ma si sarebbe fatto sorprendere ancora da quella mossa?

" E potrebbe sempre sfuggirmi di nuovo con la tecnica di prima. No, devo pensare a qualcos'altro."

All'improvviso avvenne un gran cambiamento: la poca neve presente sulla piazza - che evidentemente era stata spazzata per bene - scomparve del tutto, e diversi alberi sorsero in prossimità delle case, così, dal nulla. Nello stesso inspiegabile modo un gruppo di grandi massi prese posto attorno a me e al paladino, accomodandosi tranquillamente come un pubblico di fronte ad uno spettacolo teatrale. Erano abbastanza alti da impedirmi la vista della gente.
Era un'illusione, di sicuro. Nessuno conosceva la natura meglio di me: oltre al fatto che sapevo essere impossibile che delle piante crescessero all'improvviso, avvertivo una strana sensazione proveniente dai nuovi alberi. O meglio, non avvertivo niente, e proprio la mancanza di quel sottile legame che solitamente mi legava agli elementi naturali mi dava l'idea di un qualcosa di artificioso, non vero e genuino.

Sì, sì, proprio così! E' tutta un'illusione, puoi oltrepassare quei massi, anzi, devi. Ricordati il tuo compito, ricordati dei tuoi genitori, cercano ancora vendetta

Ecco, era tornata. Come una potente mano artigliata che si stringeva attorno alla mia testa: le dita penetravano nel cranio, afferrandomi il cervello.

Hai fatto un buon lavoro con la donna, ma il vecchio... il vecchio si è salvato. Uccidi lui, uccidili tutti!

Allo stesso tempo, anche il mio nemico parlò, una voce innaturale e inquietante. Mi prometteva la morte, nessuna alternativa.

Uccidili! Uccidili!

— Basta, stai zitto! —

No, non avrei ceduto un'altra volta. La morte della donna mi opprimeva ancora il cuore come se ci fosse un grande macigno appeso ad esso con pesanti catene di ferro, e se anche il vecchio fosse morto, non avrei potuto sopportarlo. Quindi non mi avrebbe indotto a cercare di uccidere un altro innocente, avrei resistito. A questi pensieri seguì nuovo dolore, la mano mi artigliava ancora più forte, ma ormai non mi importava. L'unico obbiettivo ora era l'uomo in armatura davanti a me, l'unico mio pensiero rivolto a come averne la meglio, l'unica possibile conclusione, abbatterlo. Ero deciso come all'inizio dello scontro, quando la voce non aveva ancora steso la sua influenza su di me ed ero stato in grado di contrastarla.
Ora era molto più difficile, ma non impossibile.
L'illusione, poi, nonostante avessi compreso si trattasse appunto di un semplice inganno, mi aiutava in quell'arduo compito, sottraendomi alla vista gli abitanti innocenti. Il mio avversario, senza saperlo, mi stava aiutando.
La mia mente vagò ancora per qualche secondo alla ricerca di una valida strategia, senza trovarla, forse per la stanchezza che cominciava a subentrare a quel punto del duello, forse per le tante ferite, sia fisiche che mentali, più probabilmente per una somma dei due fattori. Alla fine, decisi di rispondere all'inganno con un altro inganno, per quanto sciocco e ineffi- cace potesse essere.

— Pensavi che questa stupida illusione potesse fermarmi, fosse in grado di proteggere questa gente? Pagherai caro questo errore! —

Avevo capito che, per qualche motivo, aveva interesse nel proteggere gli abitanti: solo lui poteva aver distrutto il pugnale diretto verso il vecchio, e col senno di poi, era facile individuare il nesso fra la morte della donna e la sofferenza che avevo vista dipinta sul suo volto.
Per questo stavo bluffando, fingendo di voler colpire uno del popolo.
Appena finito di parlare, lanciai il pugnale nella direzione dell'avversario, che distava meno di due metri, ma non verso di lui, bensì verso un imprecisato punto alle sue spalle, stando però attento che il coltello non avesse abbastanza forza da raggiungere la folla che sapevo radunata dietro i massi. La mia unica intenzione era distrarlo, per poter sferrare il mio vero attacco.
Subito dopo aver scagliato il pugnale, senza aspettare la reazione dell'altro e verificare se il diversivo avesse funzionato o meno - un attimo di esitazione avrebbe potuto farmi perdere il momento giusto - avanzai di un paio di passi, caricando il braccio sinistro per poi sferrare un poderoso pugno, diretto al volto avversario, senza timori per l'armatura, che sapevo essere anche quella una semplice illusione.
Impressi in quel pugno tutta la rabbia che covavo in corpo, tutto il dolore e le frustrazione, tutti i dubbi per quella voce che sembrava essere del mio Maestro, ma che non poteva credere fosse proprio sua, come se quel pugno avesse potuto cancellare ogni cosa e far ripartire tutto da capo. Quello era il pugno della mia liberazione, e della sua fine.



Caratteristiche

[ReC 210 - AeV 180 - PeRf 190 - PeRm 235 - CaeM 185]

Energia

54% [100% - 6% - 6% - 6% -6% - 22%]

Condizioni

Danno alto [medio + medio] alla psiche, danno basso
alla mano destra e alla spalla destra, danno medio (ustioni)
al lato destro del corpo

Abilità

//

Armi

Spada a terra da qualche parte
Bomba Accecante usata
Frusta riposta
Pugnali x20 3 usati

Note

Mi alzo e ti vedo pronto a colpirmi, provo a scansarmi ma vengo colpito alla spalla. In seguito vedo la creazione dell'illusione, torno a sentire la voce ma decido di ignorarla, concentrandomi sul cavaliere bianco. Lancio un pugnale verso un punto alle sue spalle, facendogli credere che sia indirizzato a qualcuno nella folla con la speranza di distrarlo, e subito di attacco con un pugno diretto al volto, il più potente che riesca a usare (se ti prendo rischio di staccarti la testa, con una perf il quadruplo della tua xD).

Ok, questo era il mio ultimo post. Buona fortuna con i gudizi, e spero che tu ti sia divertito, come mi sono divertito io^^

 
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Røš¢hør
view post Posted on 28/5/2010, 12:34




P A I N


Sangue.
Lo desideravo, noi lo desideravamo.
Come potevo ottenerlo? Semplice, uccidendo il Cavaliere Nero.
Ormai mi aveva stufato. Quello scontro stava durando troppo e mi stava causando numerose ferite.
Era inaccettabile. Non doveva farlo. Ora doveva pagarmela, non aveva più scampo.
Eppure c' era la folla... Quegli stupidi cittadini che non facevano che intralciarmi. E purtroppo non potevo ucciderli, anzi, stranamente c' era una sorta di collegamento tra il mio corpo e il loro.
Quindi, per preservare me, dovevo salvare loro. E le cose ancor più irritanti erano quelle stupide vocine nella mia mente.
Portai lo sguardo verso il basso. Avevo qualche ferita, sì. Alzai nuovamente lo sguardo, lui era messo sicuramente peggio, e questo non poteva che rendermi felice.
Era riuscito, come al solito, a deviare il bersaglio del mio attacco, ma se l' era preso lo stesso in pieno.
Il congelamento del braccio era ormai finito, quel taglio e la laceratura nella gamba non erano ferite gravi.
Quello che continuava comunque a darmi più fastidio era comunque il danno al capo.

Forse l' illusione aveva avuto effetto, non sembrava che il Nero stesse pensando di buttarsi dietro le finte rocce.
Se ne stava lì, a contemplarsi con un pugnale in mano. Faceva fatica quasi a reggersi in piedi, qualcosa mi stava convincendo a finirla lì.
Era una sensazione strana, alcuni la chiamavano ingenuità, altri stupidità, altri ancora dicevano fosse semplicemente pietà.
Non mi era mai successo, mai avevo provato quella strana sensazione allo stomaco. Forse assomigliava più a compassione.
In quel momento, però, era il demone a controllare il corpo. Lui non aveva pietà, non poteva compatire nessuno. Un demone non poteva avere sentimenti positivi!
E, quando il cavaliere lanciò un coltello diretto verso di me, tra la spalla e il collo, senza toccarmi, forse, in quell' istante, assomigliavo anche io ad un demone.
L' unica cosa che volevo era il suo sangue, avevo provato a risparmiarlo, ma lui mi aveva attaccato, riuscendo anche a mancarmi!
Non meritava di vivere. Mossi velocemente il braccio sinistro, sentendo un leggere bruciore causato dalla ferita, scansando l' arma lanciata debolmente.
Essa, cadendo a terra, provocò un piacevole rumore, sbattendo su una pietra.
Bastò quel momento, un solo attimo di distrazione.
Riaprii gli occhi poco dopo, ero seduto sull' erba, sotto di me si era formata una chiazza rossa.
Stavo a pochi metri dall' altro, che aveva ancora la gamba sinistra in avanti e il braccio teso.
Mi aveva tirato un pugno in pieno volto!
Un brivido mi percorse la schiena, ne ero certo, mi sarei vendicato.

Portai le braccia leggermente indietro, alzandomi lentamente, non c' era fretta, avevo tutto il tempo che volevo per ammazzarlo.
Più ci mettevo, più sarebbe stato divertente.
La vendetta è un piatto che va servito freddo.
Chiusi gli occhi, mi passai una mano sul volto, spalmando per bene il sangue da tutte le parti. Quando li riaprii avevano un colore diverso, guardandoli chiunque avrebbe avuto paura.
Si intravedevano, neri, con piccole venature rosse. Aprendo la bocca, scoppiai in una sadica risata.
Mi diedi lo slancio con la gamba sinistra, appena portata indietro.
Iniziai a correre, lateralmente, sulla mia destra. A circa un metro di distanza dal cavaliere, in mente si vide chiuso da mura alte parecchi metri, che lo circondavano, bloccandolo.
Intanto, facendo uscire la lama dallo strano congegno sul mio braccio destro, cercai di colpirlo nel petto, lanciandolo poi all' indietro con un colpo di palmo verso il cuore, per sbilanciarlo.
Dalla stessa mano ne uscì un piccolo globo, rosso, si trasformò in pochissimo tempo in una palla dalle dimensioni enormi.
Era di nuovo la palla di fuoco, ma da quella distanza era ancora più difficile da schivare. Era diretta verso la sua faccia, doveva soffrire.
Piegai involontariamente le ginocchia, la testa mi girava, avevo meno equilibrio.

Oh, cavaliere.
Il nostro salvatore.
Sei buono.
Grazie.
Noi ti amiamo.
Sei il nostro eroe.

Non potevo tollerarlo, no.
Avevano detto che ero buono? Avevo combattuto contro il cavaliere nero, salvandoli.
E loro come mi ripagavano? Continuando a ronzarmi in testa, senza darmi tregua, dandomi fastidio.
Non potevo più permetterglielo, non sarei stato degno del demone in me.
Li avremmo eliminati, tutti. Non mi importava del dolore, ero in grado di superarlo, ma un' offesa del genere, no, quella era inaccettabile.
Basta! Mi avete stancato, dovete morire, tutti!
Improvvisamente l' illusione ambientale scomparve, volevo vedere la paura nei loro occhi. Nutrirmi di essa.
Estrassi le pistole. Sorrisi.
Spalancai gli occhi, fissandoli, uno per uno. Era attoniti, sbalorditi. Non se l' aspettavano, sicuramente.
Ma a me cosa importava? Avevo voglia di farlo, mi avevano "insultato".
Meritavano di morire, e non sarei stato certo io a togliergli questo piacere, anzi, sarei stato il loro Boia.
Feci roteare le fedeli armi sulle dita, poi, con entrambi, puntai alla testa di un vecchietto.
Una goccia di sangue percorse il mio volto, nello stesso istante in cui si frantumò al suolo premetti il grilletto.
Un rumore, uno solo. Seguito da uno più debole. La carcassa del vecchio cadde a terra, inanime.
Il dolore mi costrinse a chiudere gli occhi, mi sembrava di avere una lama che, roteando, mi tagliuzzava le cervella.
Prima dal naso, poi dalla bocca. Perdevo sangue, forse troppo.
Avrei preferito il sangue dell' altro cavaliere, quello Nero, ma anche il mio non mi dispiaceva.
Ci furono pochi secondi di silenzio, erano tutti immobili. Quando spalancai la bocca, ridendo e mostrando i denti sporchi di quella rossa sostanza, nella città scoppiò il panico.
Correvano tutti, o almeno ci provavano. Riuscirono a fare pochi passi, i proiettili erano più veloci di loro.
Finito il caricatore dell' arma da fuoco, lanciai qualche lama dall' aggeggio che avevo sul braccio, mirando più che altro al collo.
Purtroppo c' era ancora la metà della popolazione ancora in vita, circa.
Continuavo a sanguinare, ma poco mi importava. Ormai dovevo finirli, tutti, era troppo divertente per smetterla lì. Le loro urla di paura erano come incitamenti.
Portai velocemente una mano sulla cintura, prendendo un fumogeno. Lo lanciai dove c' erano più persone, mandando metà città nel fumo.
Presi il pugnale ed iniziai ad ucciderli, uno dopo l' altro, con un assassino della notte.
Non ci misi molto per finirli. Ormai quel piccolo paesino era distrutto, non aveva più abitanti.
Ignoravo completamente l' altro cavaliere, forse era morto, non mi importava più.
Mi ero realizzato, lo scontro poteva dichiararsi concluso.
Piegai le gambe, accasciandomi al suolo, ero stremato.
Bravo, sono fiero di te.
Un piccolo sussurro nella mente, probabilmente da parte del demone.






D A E M O N
[ReC 300][AeV 175][PerF 050][PerM 300][CaeM 200]

E n e r g i a × 058
C o n s u m i × [000] Palla di fuoco ; [001] Ill.Basso
F i s i c o × Taglio basso braccio sinistro. Alto alla psiche. Danno leggero sul volto. Danno superficiale gamba sinistra.
R i a s s u n t o × Molto brevemente: scanso il pugnale, mi becco il pugno in faccia, cado a terra e mi rialzo leggermente incazzato XD. Ti corro incontro, con un' illusione ti faccio immagine bloccato da mura intorno a te, cerco di pugnalarti al petto, ti tiro un colpo nello stesso punto con il palmo, per sbilanciarti indietro, intanto con la stessa mano ti lancio una palla di fuoco in faccia. Poi, stufo delle voci, stermino tutti. XD :scl:

P a s s i v e:
SPOILER (click to view)
Intelligenza × Anche se non ama darlo a vedere, Joker è estremamente intelligente. Oltre a questo, è particolarmente dotato per le illusioni. Il tutto gli permette di essere sicuramente più abile in esse rispetto a molti nemici, anche a parità di potenza. [ Passivo ]
Le Illusioni × L'attitudine del possessore alle illusioni sarà decisamente superiore a quella di un essere normale. La sua perfetta comprensione delle stesse e la naturale predisposizione farà si che le tecniche illusorie vengano castate istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il solo volere del proprietario, per attivare all'istante qualsiasi delle sue tecniche illusorie.
Naturalmente è necessario un contatto con l'avversario, se non fisico, almeno poterlo seguire con lo sguardo. Qualsiasi tempo di concentrazione necessario però ad attivare un'illusione sarà totalmente azzerato.
A questo livello, il portatore avrà compreso talmente facilmente le sue abilità illusorie, da essere in grado di castarle con estrema facilità, limitando il suo consumo energetico. Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. [ Passivo ]

A t t i v e:
SPOILER (click to view)
» Maschera Del Fuoco Clown Uno dei suoi "poteri" è che appena appoggiata sul capo di Joker, essa prenderà aderenza con il suo volto, sarà difficile da togliere. Non pesa nulla, non diminuisce le percezioni nè la vista. Quando essa viene colpita diventa come "immateriale".
Possiede un particolare potere, quello di creare palle di fuoco, Joker, concentrandosi e allungando entrambi i palmi in avanti, emette una grande palla di fuoco dal diametro di due metri che, velocissima, si dirige contro il proprio avversario.
Questa può procedere solo in linea retta e viene generata istantaneamente. La tecnica provoca alte bruciature e anche dei danni da contusione, e l'ampiezza della sfera la rende anche difficilmente evitabile, considerata la velocità.
Utilizzi °°°°
Nulla è Reale « [Lv.1] Spendendo un consumo pari a Basso, l'illusionista sarà in grado di ricreare nella mente nemica, una sola immagine, che potrà essere un ricordo oppure un apparizione momentanea. Potrà modificare quindi le sue percezioni grazie ad una semplice illusione che sarà facilmente bypassata con un minimo di concentrazione.
L'immagine verrà vista all'interno del campo di battaglia, ma sarà visibile solo per colui che è affetto dall'illusione in se. [ Attivo ]
 
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view post Posted on 28/5/2010, 17:11
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CITAZIONE
Azione da QM

Successe tutto con incredibile rapidità.
Poco dopo che l'attacco di Joker alla popolazione, le urla nella testa di entrambi - chi normali, chi quelle del proprio maestro - raggiunsero una magnitudo inusitata, costringendo entrambi prima alle ginocchia, poi al suolo.
Poi, l'esplosione. Dai loro corpi vicini di dipanò un pollone di energia grigia, che ridusse in cenere la piazza del villaggio.
E i corpi dei due cavalieri, scomparsi.
Ancora una volta, i due paladini avevano portato la distruzione nel villaggio. Ancora una volta, i cittadini di Niflheimr si sarebbero riscossi e avrebbero ricominciato le loro consuete riparazioni, in attesa del prossimo duello.


Bashmir Ingenuotto

» Scrittura: Apprezzabile. Nonostante alcuni piccoli difetti che elencherò in seguito, devo ammettere che hai alcuni punti di forza, quali l'incredibile scorrevolezza dei testi e la correttezza grammaticale e sintattica presente in ogni post - piccolezze che aumentano sostanzialmente il tuo voto, poiché assolutamente fondamentali. Per quanto riguarda le discrepanze, invece, ne ho alcune da segnalare. Innanzitutto, apprezzo lo stampo semplice e naturale che dai ai tuoi testi, quasi disimpegnato, poiché coerente con il tuo personaggio; tuttavia eviterei alcune forme dialogali nel testo, che finiscono irrimediabilmente con l'ostacolare il lettore - sono espressioni che appartengono alla dialettica poiché la loro forza espressiva sta, appunto, più nelle espressioni del viso e nella gestualità dell'interlocutore piuttosto che nel testo; se scritte, non hanno la stessa efficacia. Tra queste annovererei tutti i vari: "Ma che voleva quel tizio?"; "Una clessidra? A che mi serviva una clessidra?" - non è un caso che abbia preso ad esempio frasi del primo post: proseguendo con il duello riesci ad affinarti e questo tuo problema sembra essere messo da parte con naturalezza. Parimenti, ti consiglio una scelta lessicale più accurata, poiché spesso scadi in scelte di vocaboli poco consoni alla situazione o al personaggio: devi fare in modo che sia il testo stesso ad accattivare, ad interessare e coinvolgere; non basta che sia leggero e scorrevole. Per quanto riguarda l'interpretazione, ho apprezzato l'ingenuità del tuo personaggio innanzi a certe situazioni, che tuttavia è andata perdendosi innanzi ad altre. Spesso la valorizzavi "Cavaliere nero? Non potevo essere io!" spesso invece compi un'altra strada "Era senza dubbio un'illusione. Tutto.". Insomma, penso che tu debba ancora lavorare su alcune incoerenze: la prima che mi viene in mente è il dolore che prova Bashmir alla prospettiva di uccidere qualcuno, a meno che questi non sia il cavaliere nero. In quel caso: "Gwin: troviamo il vero cavaliere nero e uccidiamolo.".
» Voto: 6.5

» Strategia: Riflettuta. Nonostante il piccolo campionario di tecniche di cui disponi riesci a farti valere e a combattere quasi ad armi pari con il tuo avversario, benché lui abbia metaforicamente la meglio, su carta. Apprezzabilissimi alcuni virtuosismi strategici come la bomba accecante (sembra un'inezia, ma non lo è affatto; ti ha aiutato a mandare a segno il primo colpo di tutto il duello), la rotazione dopo la palla di fuoco, l'utilizzo delle radici-coltello per attaccare contemporaneamente sia il tuo avversario che i cittadini, mettendolo innanzi ad una scelta che, in termini scacchistici, sarebbe definita come "occhiali". Il pugno finale, poi, l'ho apprezzato particolarmente: pur senza armi, il tuo personaggio ha saputo rendersi notevolmente pericoloso. Riesci a giostrarti anche sapientemente i turni in cui attacchi i cittadini con quelli in cui non li attacchi; in generale, posso dire che hai compiuto una prestazione indubbiamente più che buona.
» Voto: 7.5

» Sportività: Forzata. Nonostante tu segua le regole praticamente alla lettera, ti concedi troppo spesso dei comportamenti che sono delle vere e proprie forzature sull'interpretazione del pg - intelligenti sotto un punto di vista strategico, ma non particolarmente sportivi nel senso letterale del termine. La prima forzatura che mi viene in mente è stato l'attacco inconsapevole - almeno da parte del tuo personaggio, non certo da te - rivolto alla volta del vecchietto dalla radice coltello nel suo secondo turno di permanenza: il tuo personaggio non l'avrebbe certo compiuto ma tu, sfruttando una serie di coincidenze fortuite, hai fatto in modo che ci fosse un paesano proprio lì e che tu non riuscissi a fermare il coltello in tempo - strategicamente geniale, sportivamente un po' meno. Altra forzatura sono le parole del maestro, che ti rivelano che il tutto è un'illusione e che il paladino che hai davanti non è in realtà il cavaliere bianco: se interpretativamente tutto ciò poteva essere una scelta corretta, non lo è molto sportivamente, poiché hai forzato a combattere il tuo pg quando, naturalmente, non l'avrebbe fatto. Oltre a questi piccoli nei, però, ti sei comportato in maniera impeccabile e hai seguito il regolamento senza incappare in nessun errore.
» Voto: 6.5


Joker Scemo del villaggio

» Scrittura: Scadente. Purtroppo, che sia dovuto alla mancanza di tempo, di voglia o di ispirazione, la stragrande maggioranza dei tuoi post (escluso il primo di presentazione e l'ultimo, anche se solo per metà) mancano di descrizioni, sono brevi e insipidi, utilizzano termini completamente inadatti alla situazione come "aggeggio" - che male si sposano al carattere male espresso del personaggio, ben più sagace e sanguinario. Il problema più grande, tuttavia, sono le descrizioni degli avvenimenti e delle sensazioni che, quasi, non sono nemmeno descritti. "Riaprii gli occhi poco dopo, ero seduto sull' erba, sotto di me si era formata una chiazza rossa." non è abbastanza per descrivere né il pugno ricevuto in faccia, né il dolore provocato da esso (che per altro viene completamente ignorato). "Mi guardai intorno, la folla esultava, avevo appena salvato un loro compagno." non trasmette certo le sensazioni di giubilo e festosità che ci si aspetterebbe da una folla realmente festante. L'interpretazione è inoltre abbastanza ridondante: il personaggio si limita a focalizzarsi sempre sugli stessi concetti, riproponendoli in termini esattamente identici nel corso dei post, senza la minima variazione (ho apprezzato, però, la scelta di uccidere tutti i cittadini alla fine; lo ammetto). La mancanza di grossolani errori grammaticali ti salva da un voto disastroso: ciò non toglie che c'è ancora molto, molto, molto da lavorare.
» Voto: 5.0

» Strategia: Un difetto. Sia per te che per il tuo avversario il duello procede tranquillamente; tuttavia se lui si concede qualche particolare virtuosismo strategico, tu rispondi con un post privo di attacco alcuno (il secondo post di combattimento; errore grave) e, in generale, una normale struttura di offesa - difesa - offesa - difesa che non risulta particolarmente accattivante. Il difetto, tuttavia, è da riscontrarsi nell'utilizzo assolutamente sprecato della difesa assoluta: possibile che tu non avessi un altro modo per difenderti dalla radice coltello? Deviarla con una palla di fuoco? E in ogni caso, prendere il danno sarebbe stata una scelta molto più auspicabile che sprecare una risorsa così preziosa come il "passo nero" solo per far fronte ad una coltellata.
» Voto: 6.5

» Sportività: Un neo. Sportività ovviamente sommariamente buona, a parte un neo che mi ha fatto storcere particolarmente il naso e che influenza negativamente la tua valutazione. Questa, la reazione che ha avuto il tuo personaggio in seguito ad aver incassato un pugno in pieno viso da un nemico possedente il quadruplo (lo sottolineo, il quadruplo) di PeRf: nessun dolore, nessuna reazione e - come tu stesso citi - solamente una ferita leggera. Tralasciando l'incredibile dolore che provoca un pugno in piena faccia e che tu hai praticamente ignorato del tutto (come la gran parte del dolore che avresti dovuto percepire, in generale, nel corso del combattimento), sono certo che tu capisca che la differenza tra la forza fisica dei due personaggi era tale da lasciarti almeno stordito, se peggio. In generale, comunque, il tuo personaggio reagisce innanzi al dolore in maniera assolutamente scorretta e poco consona: non basta un po' di confusione a manifestare un danno alto alla psiche (confusione che poi non va oltre le descrizioni), né un po' di sangue da naso per un pugno in faccia.
» Voto: 6.0


Media ¬Alchimista del Drago: 6.83
Media Røš¢hør: 5.83

Vincitore: ¬Alchimista del Drago


CITAZIONE
¬Alchimista del Drago vince lo scontro in sede di giudizio: 500G a lui e 150G a Røš¢hør. 500G anche a me.
Siete entrambi liberi di fare un post conclusivo: dopo l'esplosione, i vostri personaggi ricompaiono nello stesso punto e nello stesso istante di dove e quando hanno spezzato la biglia teletrasportatrice, come se tutto lo scontro non fosse stato che un lungo sogno ad occhi aperti. Tuttavia, poco dopo la formulazione di questo pensiero, risentono le urla dei paesani nelle loro testa, assordanti, che gridano aiuto (indipendentemente dal ruolo giocato nel corso del duello) e perdono i sensi.

 
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12 replies since 2/5/2010, 13:24   814 views
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