Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Quest "Caccia all'uomo II", Only for Goryo. En. Verdi

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B e r s e r k
view post Posted on 24/8/2010, 01:02




Quest "Caccia all'uomo II" - Fuggiaschi mortali



Seduto e pensieroso sul piccolo sgabello; il gomito destro appoggiato sullo stesso ginocchio, la medesima mano sosteneva il capo pesante come un macigno, un lieve dolore alla testa premeva contro le tempie, la bocca serrata si aprì per un istante per poi deglutire la poca saliva impastata. Gli occhi vitrei fissavano le assi in legno a terra, osservando tutte le venature possibili e immaginandosi un percorso ininterrotto senza un probabile traguardo.
Rumori di passi felpati si fecero udire fuori dal corridoio che portava alle camere dei membri, il volto dell'antico improvvisamente si illuminò, quasi allarmato da quella presenza il capo si alzò dalla posizione pensosa per osservare la porta con particolare attenzione.
Il lume nella stanza non forniva un'illuminazione completa e così poté vedere come l'ombra dei piedi si fermò esattamente davanti all'entrata; il silenzio governava l'atmosfera, i palpiti del cuore coprivano quell'aria tombale provocando strepiti assordanti.
Un foglio di carta scivolò sotto lo stipite, la tensione si sciolse improvvisamente e un sospiro scappò al ragazzo, si alzò dal minuto scanno rudimentale per raccogliere la lettera.
Come epilettici le iridi, spasmodiche, scorrevano la lettura e le palpebre si aprivano sempre più lasciando così in un'espressione di stupore il saggio: il suo primo incarico.






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Un sigillo nero comparve sotto i piedi del giovane, il simbolo tribale improvvisamente si illuminò emanando una luce accecante, le membra del ragazzo investite dal prepotente bagliore si spezzarono provocando così schiocchi secchi e raccapriccianti, la pelle nel contempo si staccava dalle ossa e i muscoli si stiravano e contorcevano dal dolore. Le urla soffocate dal campo magnetico della magia rimbombavano soltanto all'interno della testa dell'antico. Gli occhi si chiusero e lui fu teletrasportato istantaneamente in una zona vulcanica, dannatamente calda e umida.
La roccia ormai solida sotto i suoi piedi era di una colorazione scura, piccoli rivoli di lava della grandezza di un dito dividevano i giganteschi blocchi rocciosi solamente in superficie. Un ponte in legno, malandato e trascurato collegava quella piccola isola infernale al resto della zona, chiamata anche: Plakard.
Un vulcano costantemente attivo si ergeva in lontananza e spezzava la linea dell'orizzonte, fiumi di magma scorrevano accanto ai colossali massi praticabili dalla squadra che doveva giungere da un momento all'altro.
Il prescelto affannava alla ricerca di aria fredda, il sudore scendeva dal suo volto coperto dal cappuccio per poi bagnargli interamente il collo.
Non passò molto tempo, gli altri inaspettatamente furono trasportati nelle sue vicinanze; aveva il compito di spiegare loro la missione che dovevano compiere, di certo il metodo coatto con cui erano stati spostati lasciava un po’ a desiderare ma era molto efficace per guadagnarsi l'attenzione.

" Alzatevi! "




Q M P o i n t

Benvenuti nella quest delle verdi! Passando alle spiegazioni: allora ho descritto brevemente il luogo in cui obbligatoriamente tutti siete stati teletrasportati, me compreso. Ovviamente la poca descrizione permette a voi di sbizzarrirvi e di far notare a me le vostre capacità descrittive. Il mio PG, dopo le vostre risposte si prenderà la briga di spiegarvi cosa sta succedendo e qual è il compito che dovete eseguire. Vi trovate su un enorme macigno di lava, ormai spenta e solidificata in roccia, il ponte in legno è l'unico vostro collegamento con il resto dell'ambientazione quindi fate attenzione per i post futuri. Che dire, buona fortuna e...

E n j o y I t (cit. by Shivian xD)



Edited by B e r s e r k - 24/8/2010, 08:25
 
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× R o r s c h a c h
view post Posted on 25/8/2010, 20:15




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Fuggiaschi Mortali
Chapter I

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Scappare dal Clan Goryo?
Impossibile.
Se la mafia di Asgradel ti da la caccia stai sicuro che ti trova
non hai via di scampo.
E ora, ero passato dalla parte della polizia?
No, chiaro, non mi interessava chi dei tanti dovessi prendere e pestare
No, volevo solo il premio.

Ed eccoli, i fuggiaschi.
Ma dove pensavano di andare?
Nascondersi?
Erano semplicemente spacciati.


Un pomeriggio qualunque di una mattinata qualunque. Un'insolita afa, decisamente fastidiosa, riempiva, mio malgrado, la cabina e non potevo fare niente per evitarlo.
Che diamine, in quella cazzo di nave si poteva avere un confort maggiore? No, solo quei fottuti capi di merda e ai membri zero, che schifo.
Beh, guardando il lato positivo, c'erano diverse centinaia di creature di vario genere a cui era andata molto peggio e per cena ricevevano solo stronzi galleggianti nel piscio.
Scoprii che il Goryo dava la caccia ai malviventi da quando quello Iena era diventato il capo. I cambiamenti erano stati radicali, o per lo meno così avevo sentito dire. Il clan aveva una caratteristica, tutto sembrava succedere per caso o senza preavviso e quella volta non fu differente anche se particolarmente strana e non la dimenticherò molto presto.
Un sigillo insolito, simile ad uno stemma luminoso circondò il pavimento intorno a me facendo brillare tutta la puzzolente cabina.

Plakard, Zona Vulcanica.
Ora: Sconosciuta
Data: Presumibilmente lo stesso giorno.

Un forte emicrania mi pervase e una sensazione di vuoto mi circondò.
Poi.
Il buio e una voce, sconosciuta, potente e imperiosa.

« Alzatevi » Disse. Non contenni il mio disappunto e senza neanche guardarmi intorno, con voce seccata e dolorante, mi rialzai portandomi la mano verso le tempie. « Certo che mi rialzo, idiota. » Odiavo essere sballottato in giro, senza avvertimenti e senza un cazzo di informazioni su dove mi trovassi.
Improvvisamente iniziai a sentire caldo, e che caldo!
Senza nemmeno guardare in faccia l'oratore mi tolsi il cappello e l'impermeabile, tirandomi su le mani della camicia bianca, unico indumento superiore rimastomi sul corpo.
Faticai a tenere la maschera, ma non la tolsi, sopportai i tanti dolori che mi infliggeva continuamente.

Lava
Lava
Lava


Ero capitato in un fottuto vulcano, avevo sentito parlare del Plakard, ma mai ancora mi era capitato di vederlo di persona: si trattava veramente di una distesa di rocce vulcaniche, millenarie data la conformità.
Dov'ero? Non lo sapevo, ma sapevo che c'era un ponticello in legno mezzo distrutto e difficilmente attraversabile, sicuramente poco sicuro, ed era lungo, terribilmente lungo. Sotto di esso, un fiume di lava si estendeva largo e bollente verso l'orizzonte, caderci dentro non era l'ideale per lavarsi, però un barbecue l'avrei fatto volentieri, in effetti, sentivo fame.
Noi, io e quell'altro, eravamo su una roccia, all'inizio del ponte, sembrava robusta e difficilemente avrebbe ceduto. Lontano, alla fine del fiume si vedeva la sua sorgente, un altissimo vulcano millenario sempre attivo e atto ad eruttare magma e fastidiosi pulviscoli, faticavo a respirare in quell'aria di merda.
Ma dopo l'ambiente venne il momento dell'uomo.
Strano, stranissimo, muscoloso e definito, completamente tatuato su tutta la superficie corporea. In testa un cappuccio, in fronte un sigillo e gli occhi, azzurri.
Qualcuno, qui, doveva darmi delle spiegazioni, delle spiegazioni coi fiocchi se non voleva finire arrosto.


SPOILER (click to view)
Ecco il mio post, spero sia corretto, se c'è qualche errore non esitate a dirmelo ^^
Non mi resta altro da dire che buona quest a tutti!


Edited by × R o r s c h a c h - 26/8/2010, 01:27
 
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†DeStRo†
view post Posted on 26/8/2010, 09:12




CITAZIONE
-Parlato
Pensato

La Puttana Volante



Vendetta? No se avessi agito per tale ragione ora, quella carogna, non sarebbe sulla puttana volante.
Si lamentava, si dimenava come un pazzo, disperatamente si divincolava, come se per istinto bestiale avesse già capito l'ineluttabilità di quell'amaro e doloroso destino che lo attendeva.

-Trattamelo con cura... L'amico per ora non parla! Ti prego trattieniti ma fallo soffrire come si deve. Deve parlare, ma non molto. Fagli patire l'inferno ma fa in modo che possa almeno balbettare un nome.-

Dissi consegnando l'assassino appena catturato al guardiano delle celle.
Un orco, una di quelle bestie feroci che ti intimorisce al solo sguardo.
Potevo sentire il ladro tremare, ansimare dalla paura e, balbettare qualche stupida maledizione che presto sarebbe gravata sulla mia persona.
Io, tuttavia, parlai cadenzando la mia voce affinchè ogni parola, ogni singola lettera che componesse quelle parole da me pronunciate con tanto ardore, potesse essere tagliente e dolorosa come una pugnalata al cuore di quell'uomo; che meritasse o meno le torture della puttana volante, ormai, non mi importava.
Ora come ora volevo solo sentire un nome, il nome di colui che aveva ordinato l'assassinio della mia Rachele. Lo volevo sapere.
Prima lo avrei catturato, imbavagliato per bene. Come un animale privo di raziocino, recitando la parte del folle, avrei ucciso tutta la sua famiglia, sotto i suoi occhi inermi, e, spargendo le loro membra per la stanza, lo avrei ucciso lentamente innanzi ad uno specchio, pugnalandolo in punti non vitali, affinchè egli stesso, quell'uomo che aveva ucciso, seppur non con le sue mani, una donna, facendo macchiare del suo candido sangue le mani di un uomo, il quale ora soffriva al posto suo, potesse assaporare l'eccitazione nel vedere la sua vita spegnersi lentamente in quei occhi che, lentamente, sarebbero diventati vitrei.

Stanco entrai nella mia stanza.
Ero ancora vestito con le sete di quel mercante che me le aveva –gentilmente- ceduto, dopo che un proiettile aveva trapassato le sue tempie.
Avevo intenzione di spogliarmi, di trovare il meritato riposo, seppur i miei occhi non avrebbero ancora ceduto alla stanchezza che li voleva serrati. Non avrei mai dormito finché il mandante non sarebbe morto e, ora che avevo anche una singola traccia tra le mie mani, l’eccitazione mescolata al nervosismo, avrebbero contribuito al tenermi sveglio.
Avrei passato pertanto qualche ora sul mio letto, completamente nudo, con gli occhi fissi sulle fetide tavole del soffitto, come se vedessero luoghi che non erano a loro permessi di vedere, meditando le torture che avrebbero costretto quel pover’uomo a parlare.

Lanciai pesantemente la tunica ai piedi del letto, restando con una canottiera nera e le sgargianti sete dei pantaloni, con quelle goffe calzature ai piedi.
Stavo per riporre le armi al loro posto, in un cassetto presente in quella spartana stanza, quando mi accorsi di uno strano simbolo demoniaco cingere i miei piedi. Cominciai ad accusare un leggero tremolio presso le carni, quando successivamente la pelle cominciava a scorticarsi, lasciando il mio corpo dolorante visibile come una singola macchia di sangue.
Sapevo quello che stava per accadere e, celere, afferrai la spada leggera appena posta al suo posto.

-oh porca pu…..-

Fu ciò che scappò dalla mia bocca come una manifestazione del dolore che cominciai a provare.
La pelle, poi i filamenti muscolari, gli organi ed infine le ossa. Tutto fu frammentato, cellula dopo cellula, fino a scomparire nel nulla.



Vendetta?!



Era buio. Dove mi trovavo non potevo capirlo, visto che i miei occhi erano ormai chiusi ed abbandonati al dolore provocato dalla solita emicrania.
Altre volte avevo sperimentato quel modo di viaggiare, proprio dei goryo, e, proprio come le altre volte, si stava ripetendo la stessa scena.

Appena le forze mi tornarono, ignorai l’emicrania e, alzandomi gobbo e pesante, cercai il riparo più vicino. Non riuscivo a scrutare bene poiché, per via del dolore lancinante alla testa, la vista si era annebbiata.
Infine trovai il giusto nascondiglio, forse un masso, e li, celato dalla durezza di quella roccia, cominciai a rigettare tutto, persino l’anima, finché col vomito non uscì dalla mia bocca anche quell’emicrania.

Mi rialzai convinto che il peggio fosse passato ma, in realtà doveva ancora venire.

-Io voglio capire chi cazzo ha ideato questo modo di trasporto.-

Mi lamentai con la bocca impastata che conteneva ancora qualche rimasuglio del rigetto precedente, mentre il mio corpo sudava da ogni orifizio.
Mossi lo sguardo.
Sbuffi di lava, rocce, vulcani in attività.
Il cielo era completamente oscurato dalle nubi oscure sbuffate dai vulcani, come se fossero giganti che rigurgitavano il pasto appena effettuato. Rocce vulcaniche cadevano, a tratti, dal cielo, come stelle cadenti, stelle dannatamente mortali. L’elevata temperatura non permetteva alla vita di deambulare in quel loco eppure, oltre me, vi era la presenza di altri due figuri. Li riconobbi, erano miei compagni, seppur con loro non avevo mai avuto contatti diretti.
Girai lo sguardo verso destra ove, fra le rocce, sembrava lottare un ponte malandato, piuttosto vecchio, al fine di condurre qualcuno dall’altra sponda, almeno per un ultima volta.
Sperai soltanto che non fosse stata quella!
Ma dove diamine sono finito?
Mosso dall’ira stracciai quelle sete che si trovavano ancora alle mie gambe, sia per via del caldo sia per poter vestire le mie vesti consuete; in quel caso dei neri pantaloni ove erano bene celate le mie armi.

-Qualcuno sa dirmi cosa sta succedendo?-

Dissi con tono umile mentre i miei occhi, distratti, si mossero nell’osservare il sudore scivolare celere dal mio viso per bagnare quella roccia vulcanica, ormai spenta ma rovente, su cui eravamo poggiati.
.

 
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[Sexy S t r a y]
view post Posted on 28/8/2010, 09:58




SPOILER (click to view)
[Scena Prima _ Il Vulcano]
[Purgatory _ 06:45 PM ]

Sentiva il sangue inzuppargli le nocche.

Ed era bello, perchè quella era l’unica cosa calda che esisteva nelle carceri del settore 5.
Calò il pugno chiuso a martello contro la guancia del detenuto, ancora, ancora, ancora, ancora, fino a quando il tessuto elastico non si stracciò contro l’arcata dentale, serrata in una smorfia di dolore, lasciando intravedere nel buio un bagliore biancastro galleggiare in tutto quel fluido vischioso.
L’ubriacone disse qualcosa, gorgogliò un “basta” e poi un “mi arrendo!” in mezzo a quei colpi che si alzavano e si abbassavano quasi per inerzia, come se il braccio del suo aguzzino fosse stata una di quelle pompe idrauliche che aspirano il petrolio, e di nuovo vanno giù, nel sangue e nella melma di tutte quelle guance bucate e quei pozzi in pieno deserto.

Il pugno si fermò a mezz’aria, giocciolante.

E il ragazzo (lo sguattero, il quasi secondino, quello che aveva aperto le celle da fuori con un mazzo di chiavi rubate) si alzò dal torso di quell’ennesimo sfidante, ansimando.
Ne voleva di più
dipiùdipiùdipiù
Non bastava, no, non bastavano tutti quei detenuti stramazzati al suolo.
Neanche la prospettiva (falsa) di uscire di prigione in caso di vittoria li faceva combattere al pieno delle forze.

Girò il relitto disteso nei suoi liquidi di schiena, la faccia pressata contro il pavimento bagnato.
E poi, lentamente, con una precisione quasi chirurgica -che mai si sarebbe pensato di trovare in un tipo come lui- incise con l’indice della destra un segno, un simbolo, qualcosa in mezzo alle scapole del detenuto.
L’artiglio arroventato penetrò le carni dell’uomo cicatrizzando l’incisione eseguita prima che potesse scatenare un’emorragia, e in breve l’opera fu compiuta.
Un marchio.
Un cerchio ghignante, con una linea di traverso e due buchi neri al posto degli occhi.
Il ragazzo sorrise, rimettendosi in piedi e passando in mezzo a quei corpi tutti autografati a fuoco.
Il suo piccolo segreto.
Non era divertente?

E poi il mondo implose. Di nuovo.
Noun’altravoltaNocazzo!
Sentì il tessuto della realtà avvinghiarsi alle proprie membra, contorcersi e strapparle, mentre un elaborato sigillo nero si allargava sotto ai suoi piedi, inserendolo in un cerchio vibrante.
La cosa più importante da fare, in quei casi, era prendere tutto quello che aveva e smettere di respirare.
Si tuffò contro il muro, afferrando gli attrezzi appoggiati alla parete.
Una forza invisibile lo trascinò via, verso l’alto, cominciando a sollevare sangue, muscoli e fibre, mentre il sole sorgeva dentro le carceri mostrando tutti quei muri e quei corpi straziati e Lui, nient’altro che un fantoccio, veniva nuovamente lanciato verso chissà quali lidi.
Vide le proprie mani, infuocate d’un bagliore accecante, che stringevano il ferro della spada e si scioglievano, dissolvendosi nella luce.

][][][][][][][][][][][

Fu come ricevere un pugno nello stomaco.
Rohan cadde a terra, sorreggendosi con gli avambracci, piegato in posizione fetale.
La prima cosa che capì era di non essere più alla Purgatory.
Imprecò, afferrando le armi sparse attorno a lui: dopo tutta la fatica fatta per tornarci, l'avevano mandato fuori di nuovo?
Alzatevi
La seconda cosa era di non essere solo.
Sputò a terra l'amalgamo di saliva e succhi gastrici che il teletrasporto gli aveva fatto risalire, che evaporò sfrigolando a contatto col terreno, guardando i suoi nuovi compagni di sventura.
O i suoi nuovi bersagli.
E' uguale, bestia. sussurrò la Roya, rimarcando il pensiero comune.

Cappuccetto. Mascherina. Occhialoni.

-Io voglio capire chi cazzo ha ideato questo modo di trasporto.-


Disse quest'ultimo, sollevando un sorriso sarcastico d'approvazione da parte di Rohan.
Era meglio quello del vecchio barbuto, nel servizio almeno era inclusa la ninnananna.
L'individuo, intanto, chiese spiegazioni alla persona incappucciata, nettamente più imponente di tutti quelli fin'ora presenti.
Cosa sta succedendo?
Non era la domanda corretta.
Il berserk fece un giro su se stesso, ammirando il panorama tipicamente vulcanico composto da cenere, fiumi di lava, lapilli e rocce scure.
La domanda corretta era:

« Cosa dobbiamo fare? »

Uccidere. propose il demone, avvinghiandosi alle spalle di Rohan, che indugiò per un'attimo su questa possibilità alzando gli occhi al cielo rossastro.
Tanto, per lui, compagni e prede erano la stessa cosa.



SPOILER (click to view)
Bene, cominciamo! Rohan non vi ucciderà tutti, tranquilli :8D:
Ma non è possibile cominciare una quest senza il maledetto teletrasporto? x'D

Notes: il vecchio barbuto è Zervan, della quest di Esca "The Right Choice".

Mi sono preso delle libertà, pestando selvaggiamente un po' di ubriaconi rissosi.
Se volete vedere il simbolo, lo posterò a breve, il tempo di editarlo :wow:


Edited by [Sexy S t r a y] - 28/8/2010, 11:16
 
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~Duel
view post Posted on 29/8/2010, 16:06




La Missione nelle terre Vulcaniche.
I - L'incontro con gli sventurati compagni di viaggio.

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Un nuovo compito da svolgere,
Un nuovo passatempo per l'ingannatore.


Da quando la nave era stata convertita dal nuovo capo, divenendo un enorme carcere volante, non si poteva camminare per gli stretti e angusti corridoi senza sentire urla disperate provenienti dalle celle sottostanti. Anche i piani più alti della Purgatory non erano esenti da quel supplizio o, per come la vedeva Drakar, quel rumore fastidioso che ostacolava la concentrazione. L’unico asilo concesso erano gli alloggi, dotati di mura sufficienti a fermare quel ronzio sofferente. Si sdraiò in cerca di un po’ di riposo, stanco per la missione svolta nelle distese vulcaniche da cui era tornato pochi giorni prima. Il lavoro in sé non era durato molto ma il combattimento con un neo carcerato era stato piuttosto intenso. Alzò la destra davanti a sé, portandola a poca distanza dal proprio viso per ammirare meglio i due anelli o, per meglio dire, uno dei due monili: la sua superficie argentata splendeva, riflettendo i bagliori di una lampada vicina. Quel piccolo oggetto lo tormentava a ogni utilizzo, insinuando nella sua mente il dubbio e altre strane visioni.

Immerso com’era nei suoi pensieri quasi no si accorse dei cambiamenti che si susseguirono di lì a poco nell’ambiente circostante. Le fiammelle delle candele tremarono, come se colpite da un vento invisibile, e la luce iniziò a calare. Dei cerchi concentrici, circondati da rune antiche, apparvero sotto alla brandina, muovendosi in un turbinio magico. L’illusionista lì vide solo qualche secondo più tardi, quando questi cominciarono a illuminarsi in modo sinistro.


« Oh, mer… »


▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ ▬▬▬ ▬▬ ▬▬ ▬▬▬ ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


Il Goryo era un clan abbastanza avanzato in ambito tecnologico. La sua sede principale era una nave volante, difficilmente raggiungibile e più resistente di una fortezza. Una squadra di meccanici si occupava regolarmente della manutenzione dei motori e delle piccole scialuppe, utilizzate per spostamenti minori. Il capo ingegnere Tavros era un pozzo di conoscenza e, grazie alle tecnologie uniche introdotte da Hyena, costruiva ogni giorno dei dispositivi nuovi dalle funzioni illimitate. Un membro del clan poteva raggiungere qualsiasi parte del mondo in poche ore, muovendosi con mezzi dalle velocità impressionanti. Nonostante tutto questo le alte sfere continuavano a ricorrere a mezzi magici di teletrasporto che, oltre a essere piuttosto antiquati, erano improvvisi e talvolta dolorosi.


« ...da. »


L’ultima sillaba dell’esclamazione dell’illusionista ne decretò l’arrivo. Prima che si potesse rendere conto del cambiamento si ritrovò sospeso a mezz’aria a un metro d’altezza. La gravità, comparata in quell’istante a una donna dai facili costumi, immediatamente fece il suo sporco lavorò e lo schianto con il suolo fu per il corpo inerme del gerarca non indolore. Subito dopo un conato di vomito risalì le sue interiora, sfociando in un getto immediatamente espulso dalla bocca del giovane. Solo allora ritornò pienamente in sé e si guardò attorno. Montagne… no… vulcani ovunque. Terreno e cielo neri come la pece. Il Plakard. Ancora una volta. Aveva abbandonato quel lugubre posto solo pochi giorni prima, eppure eccolo di nuovo là. L’irritazione crebbe in lui. Sperava che, con l’ingresso tra gli alti membri del clan, avesse ottenuto qualche privilegio, come la possibilità di non essere scaraventato senza il suo consenso in un’area a caso dell’Akerat per svolgere qualche strana missione, ma evidentemente si sbagliava.

Che quella fosse tutta opera dei suoi superiori era una certezza: solo loro erano in grado di agire così liberamente all’interno della nave. Tutto questo inoltre rientrava nel loro stile. Ma in quel momento non importava o, meglio, non doveva importargli. Per ritornare ai suoi alloggi gli sarebbe bastato svolgere il suo lavoro. Sbuffò, conscio che quello era soltanto l’inizio.

Con la mano sinistra andò a cercare il tridente, trasportato assieme a lui nelle distese vulcaniche e, trovatolo, lo usò come bastone d’appoggio per rialzarsi. Si guardò attorno, per analizzare meglio i suoi compagni di sventura. Erano quattro in tutto: tre erano individui a lui sconosciuti, mentre il quarto era un volto ben familiare. Si trattava di… Rohan, se non ricordava male. Un guerriero promettente, anche se dal carattere impulsivo. Eppure sembrava cambiato: un braccio era… fasullo, artificiale. Una protesi, probabilmente. Strano per un combattente come lui essere ferito così gravemente da perdere un braccio. Per il momento si limitò a ignorare quel cambiamento e, con tono semplice, sorridendo maliziosamente come al solito, si rivolse al gruppo:


« Chi è a conoscenza dei dettagli? »


Ogni volta che il clan metteva assieme un gruppo di persone sconosciute per obbligarli a compiere qualche strano compito prima si assicurava di informare uno dei fortunati vincitori di un biglietto di sola andata per una missione potenzialmente fatale di tutti i fatti relativi a ciò che li aspettava. Chi poteva essere questa volta? Rohan? Il tizio vestito in modo… particolare? Quello mascherato? Oppure quello incappucciato, dall’aria solenne e misteriosa?


SPOILER (click to view)
Ecco il primo post. Una semplice introduzione seguita dall'arrivo del mio pg. Scusate il ritardo... No, aspetta, non ero in ritardo :wow:
Allora scusatemi per essere l'ultimo >.<
 
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B e r s e r k
view post Posted on 4/9/2010, 00:51




Tutti riuscirono a giungere nel posto dove il clan aveva stabilito l'incontro.
Sballottati immediatamente da una dimensione ad un'altra, senza nemmeno preavviso, destò malcontento nella squadra appena formatasi. L'antico, fermo e immobile osservava con diletto come il prestante nervosismo si manifestava nei nuovi giunti; il clima e il luogo non aiutavano a migliorare la situazione di costante pressione che si era venuta a creare.
Il saggio voleva tagliare corto e così prese la parola:

"Noto che i metodi rudi del Goryo vi hanno potuto svegliare... caratterialmente.
Io ho l'incarico di spiegarvi la vostra missione e ripeterò solo una volta questi ordini che vi starò per dire, quindi state bene attenti a quello che dico"


Si fermò un breve istante per deglutire, poi prese un breve respiro e continuò indicando il vecchio ponte.

"Vedete questo vecchio ponte malandato? Ecco, dovete attraversarlo e giungere sull'altro versante del fiume di lava. Da lì continuerete sempre dritto, non cambiate assolutamente, per nessun motivo la rotta di marcia: questa zona è famosa anche per le esalazioni tossiche delle rocce e sinceramente sarebbe un peccato vedervi morire senza un plausibile motivo valido.
Quando la terra sembrerà scendere continuate sempre nella medesima direzione; vi troverete davanti a voi un canyon di roccia, un vero e proprio labirinto naturale costruitosi con il passaggio dei precedenti fiumi di magma. Premetto che le rocce sono alte numerosi metri quindi dovrete decidere se proseguire in coppia, da soli o tutti insieme nelle numerose vie; questo sta a voi.
I superiori vi hanno inviato in questa zona perché al di là del canyon troverete sicuramente i nostri bersagli, il problema è scegliere la strada giusta, piccolo inconveniente di cui il Goryo non ha preso volutamente in considerazione”


Il ragazzo guardò negli occhi tutti i partecipanti di questa spedizione punitiva, e si accertò di dire loro le cose più importanti:

"L'abbandono della missione o l'eventuale fallimento della missione dovuto alla fuga dei ricercati sarà punito a caro prezzo, quindi rigurdatevi bene dal commettere fesserie.
Non ho altro da dirvi, non ho informazioni sui nemici ma evidentemente se vi hanno mandato qua, sono alla vostra portata”


Stette zitto brevemente poi riprese:

"Ah... dimenticavo, state attenti a possibili imboscate; qui ci sono dei veri bastardi”

Sorrise e improvvisamente iniziò a levitare senza toccare il terreno.





Q M P o i n t

Eccoci qua, finalmente vero?! xD Allora come già scritto nel post voi dovete attraversare il ponte cercando di non cadere nella lava, arrivati alla fine di esso dovete continuare sempre dritto fino a giungere ad un labirinto. Qui deciderete se proseguire tutti insieme oppure in coppia o singolarmente per le varie strade del canyon, attenzione che ognuna riserva una sorpresa :argh: quindi ponderate bene le vostre scelte. I post fateli terminare quando sarete dentro al labirinto che io interverrò con i post da QM per ognuno di voi.

E n j o y I t (cit. by Shivian xD)



Edited by B e r s e r k - 4/9/2010, 10:48
 
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× R o r s c h a c h
view post Posted on 5/9/2010, 13:27




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Fuggiaschi Mortali
Chapter II

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E adesso dove andrete
cosa farete
chi chiamerete in vostro aiuto
quando i bastardi del Goryo arriveranno
e faranno a pezzi voi
i vostri figli
e le vostre mogli?

Anzi, a voi va di lusso
alla Fat Whore vi vogliono vivi.
Ringraziate i superiori.


Ordini, sempre gli stessi ordini, "fai questo, fai quello", quanta monotonia. Però è risaputo, senza ordini precisi si andrebbe in mano alla tanto temuta anarchia.
Senza farsi attendere, l'uomo tatuato iniziò a parlare.

« Vedete questo vecchio ponte malandato? Ecco, dovete attraversarlo e giungere sull'altro versante del fiume di lava. Da lì continuerete sempre dritto, non cambiate assolutamente, per nessun motivo la rotta di marcia: questa zona è famosa anche per le esalazioni tossiche delle rocce e sinceramente sarebbe un peccato vedervi morire senza un plausibile motivo valido.
Quando la terra sembrerà scendere continuate sempre nella medesima direzione; vi troverete davanti a voi un canyon di roccia, un vero e proprio labirinto naturale costruitosi con il passaggio dei precedenti fiumi di magma. Premetto che le rocce sono alte numerosi metri quindi dovrete decidere se proseguire in coppia, da soli o tutti insieme nelle numerose vie; questo sta a voi.
I superiori vi hanno inviato in questa zona perché al di là del canyon troverete sicuramente i nostri bersagli, il problema è scegliere la strada giusta, piccolo inconveniente di cui il Goryo non ha preso volutamente in considerazione
»

Mi venne da pensare quasi che volessero sbarazzarsi di noi, o forse ci reputarono solo all'altezza e della dimensione giusta per svolgere questo ingrato compito, alla Fat Whore però mi avrebbero dovuto dare delle spiegazioni valide per questa traversata di tutto l'inferno.
Io fui il primo ad arrivare, dopo di me, anche un tipo con lunghi capelli corvini e una cappotto peloso, un piccolo adolescente di probabilmente neanche diciott'anni e l'ultimo, forse il più curioso, con gli occhi di colore differente, uno rosso ed uno blu. Forse, tra i quattro, ero anche il meno curioso nonostante i miei "attributi" se così si possono chiamare.
Non aspettai che il tatuato dicesse altro, abbassai la testa puntando il lungo naso verso la terra e mi avviai verso il ponte, tenendo entrambe le mani in tasca.

La prima sfida, quel ponte terribilmente infimo. Mi fermai davanti ad esso e iniziai a guardarlo, se fosse crollato come avrei fatto a salvarmi? Non ne ebbi un idea precisamente, ma qualcosa mi sarei inventato, mi mostrai tranquillo agli occhi degli altri, cominciando a camminare sulle travi scricchiolanti e paurosamente fragili.
Un passo, due, tre...sembrò procedere tutto a meraviglia almeno finché una bolla d'aria non uscì dal fiume in piena, facendo bollire la lava e sputandola sulla corda che reggeva il tutto. « Merda! » L'unica cosa che mi venne in mente fu correre, con tutta la velocità che avevo in corpo, scattai veloce come il vento per arrivare fino dall'altra parte senza essere mangiato da quella canzone ribollente.
Mi salvai, per fortuna e gridai ai miei compagni, con voce potente « Veloci prima che caschi tutto! Vi serve un invito? »

Non mi aspettai risposte e continuai, fin dove la strada scendeva, come aveva detto il Saggio e proseguii dritto per quella direzione, senza mai interrompermi.
Respiravo a fatica lì dentro, che fatica terribile, che posto malsano, che vita di merda. Appena smisi di autocommiserarmi alzi nuovamente la testa, guardando di fronte a me e vedendo il meraviglioso spettacolo creato da millenni di fiume di magma che levigando la roccia hanno dato vita a questo meraviglioso labirinto che sembrava possedere addirittura una propria anima. Chissà quali sorprese mi avrebbe riservato, sicuramente, terribili. Sfoderai la mia spada, lucente, sulla quale rifletteva il colore rosso del magma che quasi si mimetizzava con il colore rosso scarlatto di quella zona.
Raggiunsi il labirinto e, senza pensarci due volte, posi il primo passo all'interno di esso.


SPOILER (click to view)
Pooooooostato, Rugge se ci sono errori dimmi pure eh!

 
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†DeStRo†
view post Posted on 5/9/2010, 16:37




CITAZIONE
-Parlato
Pensato

Quando si riprese fu la volta di altri due giovani. Anche loro, come lui, avevano commesso il peccato di essere dei Goryo. Ad ogni modo non ci fece caso. Non gli importava il motivo per il quale era stato bruscamente sballottato fino a quelle terre vulcaniche.
Di qualunque cosa si trattasse, qualunque fosse l’incombenza che avrebbe dovuto affrontare, lo avrebbe fatto nel più breve tempo possibile, al fine di tornare nella puttana volante e giocare con il suo uomo. La vendetta di Rachele, per lui, aveva la massima importanza.

Mentre ripensava a questo, un vecchio uomo canuto, già presente sul loco al suo arrivo, prese la parola, sciogliendo tutti i dubbi che ammorbavano le fragili menti dei presenti.

-Noto che i metodi rudi del Goryo vi hanno potuto svegliare... caratterialmente.
Io ho l'incarico di spiegarvi la vostra missione e ripeterò solo una volta questi ordini che vi starò per dire, quindi state bene attenti a quello che dico…
Vedete questo vecchio ponte malandato? Ecco, dovete attraversarlo e giungere sull'altro versante del fiume di lava. Da lì continuerete sempre dritto, non cambiate assolutamente, per nessun motivo la rotta di marcia: questa zona è famosa anche per le esalazioni tossiche delle rocce e sinceramente sarebbe un peccato vedervi morire senza un plausibile motivo valido.
Quando la terra sembrerà scendere continuate sempre nella medesima direzione; vi troverete davanti a voi un canyon di roccia, un vero e proprio labirinto naturale costruitosi con il passaggio dei precedenti fiumi di magma. Premetto che le rocce sono alte numerosi metri quindi dovrete decidere se proseguire in coppia, da soli o tutti insieme nelle numerose vie; questo sta a voi.
I superiori vi hanno inviato in questa zona perché al di là del canyon troverete sicuramente i nostri bersagli, il problema è scegliere la strada giusta, piccolo inconveniente di cui il Goryo non ha preso volutamente in considerazione…
L'abbandono della missione o l'eventuale fallimento della missione dovuto alla fuga dei ricercati sarà punito a caro prezzo, quindi riguardatevi bene dal commettere fesserie.
Non ho altro da dirvi, non ho informazioni sui nemici ma evidentemente se vi hanno mandato qua, sono alla vostra portata…
Ah... dimenticavo, state attenti a possibili imboscate; qui ci sono dei veri bastardi-


Non si poteva di certo dire che quel vecchio portasse con se delle notizie rassicuranti. Ancora una volta avrebbero dovuto affrontare la feccia e, questa volta, persino la natura rappresentava un problema.
Non potevano direttamente portarci nei pressi di questo fantomatico bersaglio? No, loro devono sottoporci alla prova di sopravvivenza
Pensò l’attore.
Indubbiamente egli optava per il gioco di squadra, seppur non conoscesse praticamente nulla dei suoi bersagli. Pazienza, li avrebbe conosciuti strada facendo, magari mentre si perdevano tra le rocce, o magari mentre qualcuno di loro soccombeva ad un’imboscata…
No! Questo non doveva accadere. Nessuno di loro sarebbe morto quel giorno e, tantomeno, il gruppo non avrebbe fallito. In quel momento teneva troppo alla sua giovane pellaccia per venderla a basso prezzo.
Se qualcuno dei combattenti presenti su quella roccia vulcanica sarebbe morto la fine sarebbe stava vicina anche per lui. Li vide e, ad occhio nudo, erano messi meglio di lui fisicamente; quindi, se uno di loro fosse morto ad un attacco, non si sarebbe stupido di immaginarsi chiuso dentro quattro assi di legno.
Commedia calmati cazzo, non morirai e vendicherai Rachele…

-Io proporrei di restare…-

Stava per parlare quando scorse uno dei suoi compagni avventurarsi da solo, sguainando la spada e “lottare” contro un ponte pericoloso e malandato.
Ed ecco la prima testa di cazzo.
Pensò. Poi riprese a parlare dopo aver sbuffato.

-Io non ho intenzione alcuna di andare li da solo. Non sono fatto per le battaglie fisiche ma posso dare un ottimo supporto. Quindi che lo vogliate o meno resterò attaccato a voi come una cozza.-

Vedendo una delle corde del ponte ardere dopo uno sbuffo lavico, deglutì un boccone di saliva e si fece forza.
Poggiò il primo piede su una trave in legno, avendo l’impressione che il ponte stesse per cedere. Poi, cautamente, passo dopo passo, accompagnato dai tetri scricchiolii di quella struttura, arrivò circa a metà del ponte. Poggiò il piede su una trave che pareva sicura quando...

Crack

Questa si ruppe, lasciando la gamba destra del giovane penzoloni.
Velocemente e con forza si aggrappò alle funi e alle altre travi. Attese che il ponte smettesse di oscillare, mentre il sudore rigava completamente il suo corpo. Alcune gocce cadevano verso la colata lavica.
Pensò che probabilmente sarebbero evaporate prima ancora di poter sfiorare quel calmo fiume di morte. Pensò che probabilmente avrebbe fatto la stessa fine.
Pensò, infine, a Rachele, alla sua morte non vendicata, al gusto che avrebbe provato nel torturare quell’uomo per ottenere informazioni.
Una forza nuova, mai sentita prima, si fece largo tra le sue fibre muscolari, dando potenza alle braccia. Guardò in avanti, liberando la sua mente dal pensiero della probabile morte. Infine, senza manco accorgersene fu di nuovo sopra e, le sue gambe, si muovevano sulle travi.
Ancora una, l’ultima e poi
Poi fu terra. Dolce ed amata terra ferma. Girò lo sguardo scorgendo la figura del guerriero precedente essere inghiottita dal labirinto naturale; poi tornò a vedere gli altri guerrieri.
Scegline uno nel caso non decidano di stare in gruppo
Si disse portando le mani alle tasche. La mancina impugnava la pistola, la destra il pugnale. Entrambi gli arnesi ben celati dalle larghe vesti.
Ignorò la spada che aveva sul fianco e, come se avesse a disposizione tutto il tempo di questo mondo, attese che qualcun altro imitasse le sue gesta per poi raggiungerlo.
Forse, quel girono, avrebbe chiamato dei potenziali assassini “compagni”.

.



 
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~Duel
view post Posted on 7/9/2010, 21:29




La Missione nelle terre Vulcaniche.
II - Idiozia e incidenti nel paese della lava.

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Gli ostacoli più semplici,
Possono essere anche i più ardui.


A Drakar quella storia non era piaciuta sin dal momento in cui aveva posato i piedi a terra: essere sfruttato così impunemente dal clan senza nemmeno il suo previo consenso era una cosa che non riusciva a sopportare. Il fatto che un ufficiale come lui fosse stato mandato in una missione simile era qualcosa di ancora più intollerabile: avrebbe di gran lunga preferito una missione più impegnativa. Poco male: se non altro non ci sarebbe voluto molto. Rivolse gli occhi verso i compagni, quasi per saggiare le loro potenzialità. Qualcosa tuttavia attirò immediatamente la sua attenzione. Uno di loro, quello mascherato, sembrava essere sparito. Gli ci volle qualche istante per realizzare che si era nel frattempo diretto verso un ponte traballante, a cui si era riferito poco prima l’incappucciato, dall’aria ben poco rassicurante, che sembrava poter crollare da un momento all’altro.

Q
uel baldanzoso idiota, senza nemmeno dire una parola ai suoi compagni, aveva intrapreso la via verso i loro bersagli. Non aveva nemmeno provato a organizzarsi per poter attraversare il passaggio in modo sicuro. Le conseguenze furono prevedibili. Una delle corde principali che tenevano unite le assi marce, grazie all’azione combinata del peso dello sciocco e di una bolla d’aria calda, si bruciò, rendendo ancora più instabile il folle percorso. Non solo: non contento sentendo una delle funi recidersi, aveva corso per il pezzo restante, indebolendo ancora di più quelle rimaste. Sbuffò perplesso davanti a un simile spettacolo, cercando di pensare a un metodo non rischioso per avanzare. Non riusciva a trovare una soluzione: evidentemente doveva azzardarsi a percorrere ciò che restava della precedente strada. Ma avrebbe retto al peso di un essere umano in quelle condizioni?

Coraggiosamente, o ingenuamente, un altro dei suoi alleati, vestito in modo eccentrico, tentò ciò che fino a quel momento l’illusionista aveva ipotizzato e, sorprendentemente ebbe successo. Ora era arrivato il suo turno.


« Signor Rohan, è un… piacere essere in questa missione con lei… Cerchi di, diciamo, non morire prima del previsto. »


Di tutti i presenti poteva contare solo sul guerriero, di cui aveva già osservato le abilità combattive. Un essere estremamente esuberante e scenico. Un’ottima esca, insomma, che sapeva però anche difendersi da sola. Gli altri invece… Uno era uno sciocco dal volto coperto, di cui diffidava completamente, mentre l’altro, come lui stesso aveva dichiarato, non era un tipo da battaglia. L’incappucciato sembrava promettente ma allo stesso tempo molto indipendente. Probabilmente non avrebbe potuto contare su di lui.

Scosse la testa scacciando questi pensieri e, con fare cauto, si avvicinò alla traballante struttura. Il giovane non era né veloce, né agile, né forte: quella per lui era una situazione di estremo pericolo, forse più rischiosa dello scontro che li attendeva. Poggiò i piedi sulla superficie lignea, che scricchiolo al suo passaggio. Si mosse lentamente e con passi brevi. Le gocce di sudore scendevano copiose, sia per il caldo che per la tensione, e gli bagnavano la fronte. Con le mani stringeva la corda rimasta e il tridente, con una presa che sembrava d’acciaio. Dopo quella che parve un’infinità giunse finalmente all’altro lato, guadagnando un terreno solido su cui fare affidamento. Guardò nuovamente il tipo con gli occhialoni, che sembrava assorto in qualche pensiero.

Attese anche l’arrivo del combattente, rimasto indietro, prima di prendere parola. Con tono gentile si rivolse a entrambi i presenti, proponendo loro quella che pareva una soluzione ovvia ma indubbiamente efficace.


« Il signore che se n’è andato prima di noi si sarà ormai inoltrato nel complicato percorso, quindi ormai sarà irraggiungibile… Che ne direste di procedere insieme prendendo la stessa via?
Mi sembra la scelta più sicura…
»


Dopodiché, sorridente come suo solito, si voltò, scorgendo in lontananza il labirinto naturale a cui l’incappucciato aveva accennato poco prima.


SPOILER (click to view)
Al termine del post Drakar dovrebbe dirigersi verso le caverne seguito dagli altri, ma non ho voluto descrivere il tutto per lasciare agli altri la libertà di farlo in seguitò ^^
Ah, Ror, naturalmente non devi prendere gli insulti del mio pg sul personale XD
 
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[Sexy S t r a y]
view post Posted on 11/9/2010, 17:58




SPOILER (click to view)
[Scena Seconda _ Il Labirinto]
[Plakard _ 06:50 PM ]

Interessante.
Nonostante tutto fosse una ridicola commissione -impensabile che i capi del clan o lo stesso corriere non avessero la forza necessaria per prendere a calci nel culo alcuni banditi- la situazione era molto interessante.
Non trattenne un sorriso quando vide arrivare anche l’Illusionista, piuttosto scosso da quel brusco sistema di trasporto: il destino -o l’inettitudine nello scegliere i propri cani da riporto- li aveva fatti di nuovo incontrare. Un sussurro gelido passò veloce dietro Rohan, accarezzandogli le scapole e appollaiandosi alla sua spalla. Il guerriero non si mosse.
Lo uccidiamo? disse la voce del demone, prima di evaporare nell’aria, mischiandosi alle nubi cariche di zolfo.
Prima che potesse rispondergli, l’individuo incappucciato iniziò un lungo e noioso monologo su ciò che avrebbero dovuto fare e sulla morfologia del territorio, praticamente inutile sotto ogni aspetto.

Che gli avevano spediti in un posto di merda, quello lo sapeva già.
Il fatto che i ricercati fossero nascosti non costituiva un problema: bastava camminare dritto, prima o poi avrebbe incontrato gli obbiettivi.
Doveva cacciare dei criminali, giusto? Nulla di più facile.
E la cosa divertente era che, forse, l’avrebbero persino pagato.
Sorrise, pensando al fatto che il mandante non aveva specificato se i criminali dovessero essere consegnati interi o a pezzi.

« Signor Rohan, è un… piacere essere in questa missione con lei… Cerchi di, diciamo, non morire prima del previsto. »

Mentì l’illusionista, fissandolo con le sue pupille bitonali.
Lo uccidiamo?
L’iride rossa splendeva sinistramente, riflettendo le faville vulcaniche.
No. Non ancora.

« Ti piacerebbe, Drakar... »

Squadrò un attimo i primi membri del “team” -mascherina e occhialoni- che già si incamminavano per il ponte pericolante, dando prova di un’agilità a dir poco ridicola, rischiando di cadere in mezzo alla lava e distruggendo quello che l’aridità della zona ed il fuoco aveva risparmiato.
Schioccò la lingua sul palato, creando una bolla di saliva, guardandoli fra lo scettico e il divertito.

Era più probabile che i criminali cacciassero loro.
Il berserk sganciò la spada dalla schiena, e si rivolse al tizio sospeso a mezz’aria.

« Hei, cappuccetto... dì a quelli del goryo che per ottenere il meglio dai propri sottoposti... »

La Masnada falciò i due paletti di legno come se fossero spighe, facendo precipitare il ponte nella lava, dove affogò crepitando.

« Bisogna metterli di fronte al peggio. »

Le assi di legno furono coperte dal magma, e il ragazzo scomparve inghiottito dal vuoto.
In caso di fallimento, non sarebbero potuti tornare indietro per questa via.

_ __ ___ __ _ __ ___ __ _

« Il signore che se n’è andato prima di noi si sarà ormai inoltrato nel complicato percorso, quindi ormai sarà irraggiungibile… Che ne direste di procedere insieme prendendo la stessa via?
Mi sembra la scelta più sicura…
»


Appena Rohan atterrò sull’altra sponda, la voce mielosa di Drakar iniziò ad avvolgersi ai due, proponendo di formare un gruppo.
Quel bastardo se la sarebbe potuta cavare benissimo da solo, ma per qualche motivo voleva inoltrarsi nel labirinto assieme a lui e all’altro individuo, che fino ad allora non aveva parlato e bighellonava con le mani in tasca.

« Il “signore” se ne è andato perchè non ti sopportava, Drakar... »

Non era vero, ma adorava stuzzicarlo.
Assicurandosi che i due lo seguissero, entrò nella conformazione rocciosa, facendo raschiare il filo della spada contro le pareti.

« Andiamo. C’è il rischio che sia lui a trovare per primo i ricercati, e sarebbe un vero peccato. »

La caccia iniziava, e nessuno avrebbe potuto fregargli le prede.



SPOILER (click to view)
Scusatemi, non avevo molta ispirazione, vi assicuro che ne troverò coi prossimi post.

@Duel: ti lovvo :wow:
@Berserk: ho utilizzato a consumo basso la mia abilità di spostamento.
Quando cominceremo a combattere, la scalerò automaticamente dalle energie.
 
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B e r s e r k
view post Posted on 12/9/2010, 00:02




CITAZIONE
QM Point

× R o r s c h a c h - Ti sei addentrato da solo nel canyon inconsapevole di quello che ti aspettava, ahimè ti perdi o per lo meno arrivi in un punto in cui le strade iniziano a scendere sempre più in basso fino all'entro terra, ci sono vari passaggi e grotte con numerose trappole, il caldo è insopportabile e come se non bastasse i gas sono asfissianti. Tutti i cunicoli portano ad uno ed unico spiazzo che è circondato dalla roccia. Alla fine del percorso arriverai dentro questo androne naturale che sarà completamente al buio e la sola ed unica fonte di luce proviene dai fiumi di lava che scorrono ai lati di questa presunta arena sotterranea dal diametro di 50x50. I gas ti tolgono un 25% di energia e il caldo ti fa concentrare più difficilmente. Come se non bastasse in questo luogo dovrai affrontare un mostro a tua scelta della categoria: "La Feccia" di energia gialla; quindi sarà un duello autoconclusivo valutabile da noi esaminatori a fine quest. A tua discrezione puoi dire che a fine duello si libera un passaggio credibile che ti consente di risalire.

†DeStRo†, ~Duel, S t r a y ! - Avete deciso di proseguire tutte e tre insieme, poco bene direi. Seguite la stessa strada di Rorsch ma chissà come mai, un masso dalle dimensioni colossali crolla dal canyon e vi sbarra la strada principale, ci sono numerose crepe nella roccia ma non sono attraversabili; solo una, più grande delle altre vi permette il passaggio e di proseguire. E' risaputo che la roccia vulcanica del Plakard ha dei poteri magici, soprattutto quella antica che si rifà al periodo di millenni addietro. Semplicemente toccandola vi sentite storditi, spossati, fate fatica a ragionare e per quelli deboli di mente la pazzia è l'unica strada da percorrere. Come se non bastasse, dall'alto delle energia bianche sempre della categoria: "La feccia" vi versano addosso olio bollente che se vi investirà vi creerà un danno pari a medio; potete farcela a schivare questi attacchi di sorpresa, basta che siate sportivi. Usciti dallo stretto passaggio che poi si era rivelato una trappola, vi trovate davanti a voi un ponte naturale stretto un metro e lungo cento, il solo ed unico metodo per andare avanti è attraversarlo per arrivare alla meta predestinata dal Goryo. Sotto il ponte governa l'oscurità più assoluta, non sapete nemmeno quanto è profondo questo immenso pozzo che si staglia in profondità e se ve la vedete brutta potete caderci dentro a vostro rischio e pericolo. Improvvisamente due energie gialle si posizionano una alla fine del ponte e una all'inizio e avanzano verso di voi con l'intento di farvi cadere o uccidervi. Si tratta sempre di scontri autoconclusivi quindi siate sportivi e non esagerati. Premetto che l'effetto della roccia del Plakard continua insistentemente anche dopo aver attraversato lo stretto crepaccio quindi state attenti!

Allora innanzitutto buona continuazione e l'ordine dei post fondamentalmente è libero, dovete far postare solo prima Rorschach, mentre il gruppetto da tre può mettersi d'accordo nel bando della quest per il possibile ordine, quindi vi facilito il compito!
Finiti i post di combattimento, mi riferisco al gruppo di tre, non descrivete altro se non le vostre sensazioni, vi indirizzerò io più avanti.

 
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× R o r s c h a c h
view post Posted on 18/9/2010, 00:17




« C a c c i a A l l ' U o m o ~ »
Fuggiaschi Mortali
Chapter III

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La solitudine
che brutta bestia.
Ma io ero abituato a stare solo.
Senza alcuno vicino
abbandonato a me stesso.
E quella volta
come tutte le altre
non sarebbe stata differente.


E non l'avessi mai fatto, mi avventurai da solo in quel maledetto labirinto, una trappola mortale costruita dalla natura che racchiudeva chissà quali misteri e quali pericoli. Ma ne sarei uscito vivo.
Una serie di cunicoli mi portarono in un angolo oscuro dove poco o niente era illuminato, ma riuscivo comunque a vedervi attraverso. Continuai per quel corridoio stretto, pieno di rocce acuminate che per poco non mi ferivano ovunque fino ad una specie di porta dalla quale, uscendo, notai che il paesaggio cambiò completamente, dando vita ad un piazzale abbastanza largo fatto completamente di roccia vulcanica perfettamente levigata dai millenni. Ed eccolo qui, il vicolo cieco dove ogni uomo sarebbe impazzito, per la solitudine e per il desiderio di poter respirare di nuovo all'aria aperta senza quella sensazione claustrofobica che li soffocava.
Decisi che, se non volevo impazzire, sarei dovuto tornare indietro, o almeno provarci. Quello era un fottuto vicolo cieco.

Ma forse non ero solo, oppure si trattò solo di una banale coincidenza ma in quel canyon non mi ritrovai solo. Fortuna o sfortuna? L'avrei sicuramente scoperto a breve. Sopra di me c'era solo un soffitto di roccia che speravo avrebbe retto ancora senza intrappolarmi mortalmente al suo interno. Non volevo rimanere lì per il resto dei miei giorni. Mi guardavo attorno, leggermente spaventato mentre pensavo a come muovermi e ai passi che avevo percorso per trovarmi lì, sfortunatamente, preso dalla foga mi dimenticai di lasciare tracce del mio passaggio in modo da poter ritrovare facilmente la strada del ritorno, per altro, i gas mi facevano respirare terribilmente male, sentivo la testa pesante e i polmoni otturati, come respirare catrame in continuazione. Tossivo e sentivo caldo, caddi sulle ginocchia, mi mancava l'aria. Mi sfilai tutto tranne i pantaloni e la maschera, gettai tutti gli indumenti di fianco a me facendone un mucchietto. Ai lati della piccola arena scorrevano i fiumiciattoli tossici che mi toglievano il respiro. E come volevasi dimostrare, si incontra qualcuno sempre nel momento in cui non vorresti vedere nessuno e non si trattò neanche di un ospite gradito.
Mi vide a terra, in ginocchio, provato da quella malsana situazione e non perse l'occasione per cogliermi alle spalle, bastardo. Mi lego le mani con qualcosa e puntandomi una tagliente lama alla gola per impedire che mi girassi ed essendo lui dietro di me, non riuscii subito a guardarlo in faccia, mi disse qualcosa: « Avanti, consegnami la tua spada.. » Merda! Ero inchiodato, con una lama alla gola e le mani immobilizzate era difficile poter fare qualcosa. Non aspettò nemmeno una mia risposta e decise di servirsi da solo e sfilarmi la spada, continuai a tacere. « Ma guarda che bell'arnese.. » Disse sfilandolo dalla sua custodia « Una volta uscito di qua mi tornerà molto utile! » Oh no caro mio, tu non ci saresti uscito di qua, gli avrei staccato quella lingua biforcuta non appena mi sarei liberato. Mi colpì con un forte calcio nella schiena, ridendo come se avesse raggiunto un obbiettivo, ma ovviamente non sapeva chi ero, povero illuso. Anche lui risentiva degli effetti dei gas, continuando a tossire molto forte, sputando addirittura un po di sangue. Faticavo a muovermi, ma mi venne un idea, riuscii a girarmi e lo vidi. Era alto e fisicamente ben messo, muscoli e tatuaggi su ogni parte del corpo, dall'enorme collo in giù. Era pelato con un enorme tatuaggio anche sulla parte posteriore della testa che non capii cosa raffigurasse, aveva un paio di pantaloni lunghi, di color mimetica silvestre e un paio di anfibi molto grossi, ma invece di una pistola, impugnava una grossa scimitarra molto bella e con chissà quale storia. L'espressione cruda sul volto faceva capire che era un veterano, ma come era finito qui? Mi venne spontaneo chiederglielo. « E tu come sei finito in questo buco? »
« Ho ucciso la persona sbagliata.. Ma ora tu mi porterai fuori di qui, o ti ammazzo! » Disse con la voce grossa e violenta, come se fosse la sua ultima possibilità, sembrò quasi disperato, poveretto. Ma io ero legato, cazzo, come avrei potuto liberarmi? Tentai di prendere tempo. « Ma che cazzo ne so di come si esce di qua.. Intanto liberami, non te lo ripeterò una seconda volta.. » Dissi mentre ero ancora seduto a terra, lui scoppiò in un'altra fragorosa risata che non durò molto, convertendo in pochi attimi la sua espressione a seria e cupa. Mi prese per il collo e mi lanciò ad almeno una decina di metri di distanza da dove mi trovavo, l'impatto fu forte, mi scagliò con una violenza ed una ferocia inaudita, fortunatamente non battei la testa. E lui si rimise a ridere, come se i gas avessero un effetto esilarante su di lui, o forse era solo allegro, boh.
Faticavo a muovermi e a fatica mi rigirai a faccia in su, mentre lui si avvicinava a passo lento verso di me, brandendo la scimitarra. Lo guardai negli occhi, senza staccare lo sguardo e la mia maschera quasi fece il resto. Lui sgranò le pupille, aprendo i bulbi oculari completamente e cominciando ad indietreggiare, " Che ti succede? Hai paura di me? Già, fai bene, tutti devono avere paura di me. " Lasciò cadere la lama al suolo che produsse un forte eco metallico che rimbombò per qualche secondo. Nel frattempo muovevo i polsi e sfruttando le mie abilità di ladruncolo e fuggitivo mi liberai dalla stretta di quella cinghia che mi teneva legate entrambe le mani. Ero libero, ora erano tutti cazzi suoi.
Lo guardai in faccia, scatenandogli contro tutta la mia ira, una bestia evocai, una creatura terribilmente affascinante quanto indemoniata, il mio spirito guida, l'unica vera compagna che io abbia mai avuto.
Si scagliò sull'uomo con violenza inaudita e con graffi e pugni gli inflisse pensanti danni, staccandogli addirittura un braccio, facendogli perdere molto sangue, urlava di dolore il poveretto, ormai ce l'avevo in pugno, o forse no? Strano, non tutti avevano un asso nella manica, ma lui sì e fu abbastanza per mettermi nuovamente in difficoltà. Il braccio, gli ricrescette, robusto e forte come prima, bloccando totalmente l'emorragia. Sgranai gli occhi, non mi sarei mai aspettato una cosa simile. « Cristo, ma che cazzo sei? » Non mi rispose, si limitò a ghignare mentre raccolse la sua spada e cominciò a correre verso di me mirando al trafiggermi, quei maledetti gas mi indebolivano in continuazione, facendomi concentrare poco, ma fortunatamente questa cosa non valeva solo per me, anche lui non riuscì a prendere perfettamente la mira, colpendomi solamente in una spalla. Gridai con tutta la forza che avevo in corpo, lasciai uscire tutto ciò che avevo dentro, senza che nessuno, a parte lui, potesse sentirmi. Cazzo, che dolore, per un attimo pensai di non farcela, almeno finché l'uomo non tirò fuori, con forza, la lama dalle mie carni ed entrambi, sfiniti dai gas, balzammo all'indietro, cadendo. Il mio braccio sinistro sarebbe rimasto inutilizzabile per un bel pezzo.
Entrambi ci rialzammo più o meno contemporaneamente, barcollanti e stremati, riuscii a muovermi leggermente prima di lui, almeno in tempo per raccogliere la mia spada e sfoderarla, tentò un flebile colpo di sciabola verticale, che parai senza difficoltà ponendo la mia lama in mezzo, ma questa volta il bastardo aveva fatto i conti senza l'oste, il mio virus, con un tocco nel petto, che in sé non era molto potente, gli scaricai una leggera dose di batteri che si mischiarono in fretta con il suo sangue stordendolo e provocandogli un leggero emicrania, dopo pochi secondi lo trafissi di netto, nel cuore e l'uomo si sentì come esplodere dall'interno e le iridi diventarono completamente bianche, si inginocchiò al suolo, cadendo a faccia in avanti mentre estraevo la mia spada sporca di sangue. Respirai affannosamente, girandomi, credendo che tutto fosse finalmente finito ed invece no, quel bastardo provò ad afferrarmi una caviglia rialzando leggermente la faccia. « NON HAI CAPITO NIENTE ALLORA! » Esclamai impugnando ancora saldamente la mia katana, infilandogliela nel petto e, con tanta forza quanta disperazione, sollevai lui e la spada, catapultandolo verso il soffitto dell'arena sotterranea, facendo franare il soffitto e aprendo un vasto cratere. Sospirai, sentii quasi l'aria entrarmi nei polmoni, ma era solo una sensazione, sapevo benissimo che fuori mi attendevano ancora vulcani ed omicidi. Scalai le rocce e finalmente vidi la luce.



SPOILER (click to view)
Energia Residua: 40%
Stato Fisico: Perforazione profonda sulla spalla sinistra, respiro affannoso e polmoni quasi collassati a causa dei gas, lividi e abrasioni dovute agli urti (critica entità)
Stato Mentale: Sfinito, rassegnato a non poter ancora tornare a casa.

Passive



Sell me to infection ~ L'infezione, presa dalla nascita, non ha fatto altro che peggiorare, arrivando in pochissimo tempo al primo stadio di questa malattia. Il periodo primario della sifilide è caratterizzato dalla comparsa del sifiloma e di una linfoadenite satellite. Il sifiloma si presenta come un nodulo indolente di colore rosso-scuro il quale presenta una superficie rosa con un fondo rosso vivo dal quale fuoriesce un essudato sieroso contenente i treponemi. Questo, si manifesta come una crescita delle articolazioni delle mani e un indurimento della dentatura, che diventano entrambi più resistenti del normale, divenendo in grado di recidere carni e superfici non troppo dure anche a mani nude, ma non solo, le prestanze fisiche sono aumentate notevolmente rispetto ad un comune mortale di pari energia, infatti avrà +50 nella PeRf e nella AeV, ma un malus di 25 punti nella PeRm, nonostante gli organi interni si deteriorino e lascino lo spazio ad ampie emorragie. Nessuno dei medici che l'ha analizzato ha capito il motivo di questo effetto quasi contrario rispetto alla normale Sifilide. Invece della paralisi, i muscoli delle gambe sono cresciuti, ma nonostante questo gli organi interni primari, come cuore, cervello e polmoni, lavorano male e molto più lentamente, la pelle a questo livello inizia a presentare numerose escoriazioni e tagli cicatrizzati e non, si inizierà a scolorire e a tingere di un tenue color grigiolino.
Take this life ~ A questo livello dell'infezione si cominciano a verificare i sintomi già più gravi. Il periodo secondario inizia circa sei settimane dopo la scomparsa della lesione primaria. È caratterizzato da un’ "eruzione cutanea", dove per eruzione si intende la comparsa di piccole macchie chiamate sifilodermi, che si estendono su diverse parti del corpo. Possono essere color fior di pesco (roseola) o rosso rameico con collaretto desquamativo (sifiloderma papuloso).
Le mani e i denti, però, si irrobustiscono e la prestanza fisica aumenta di 25 punti ad AeV e PeRf, anche se l'epidermide diventerà nettamente più sensibile, infatti, se rimarrà scoperta sotto il sole oppure se investita da una fiammata, riceverà un ulteriore danno di tipo basso per ogni turno in cui verrà sottoposta a questo strazio, ciò rende necessari l'utilizzo della maschera, del cappello e dell'impermeabile.
Nessun essere è mai sopravvissuto così tanto tempo al virus della sifilide, portandolo a questo tipo di simbiosi così particolare senza che il virus uccidesse o mangiasse dall'interno la mente dell'individuo, spesso portandola al suicidio, è un Virus davvero particolare, unico al mondo.
L'acne sifilitica è una manifestazione di tale periodo, caratterizzata da una localizzazione del processo luetico ai tessuti peri- e sotto-follicolari, pertanto, il supporto del laboratorio diventa fondamentale per la diagnosi d'infezione luetica nella maggior parte delle evenienze, soprattutto nei lunghi periodi in cui la malattia attraversa fasi silenti, dal punto di vista clinico.
~ One woe: Un dolore dopo l’altro, essi si susseguono silenziosi e senza meta, troppo rapidi perché possano essere contrastati. Così per il portatore della maschera, che la usa per farsi con essa schermo verso le intemperie della vita.
Se essa gli venisse in qualche modo sottratta e venisse indossata da altri, riverserebbe su questi tutto il dolore che su di essa si è posato. Lo sfortunato verrebbe colpito da un’influenza psionica tale da annebbiare i suoi pensieri e portarlo sull’orlo del suicidio a causa della disperazione.


Attive Utilizzate:



And I would be lying ~ Oltre ad ammaliare le persone, a questo livello del suo controllo mentale, August è anche in grado di incutere timore nelle persone, grazie alla poco gradevole forma della maschera ed un consumo basso di energie, potrà piegare le menti alla propria volontà, segnandole terribilmente e straziandole, fino a costringerle ad eseguire qualsiasi tipo di ordine che gli viene impartito per paura di poter finire tra le sue grinfie.
Therewith fantastic garlands did she make ~ Perché l’uomo cerca la bellezza? A chi desidera piacere? Vanesio, cerca di attirare l’attenzione dei propri simili, e in particolare delle donne. Di cui vorrebbe possedere il corpo e ingoiare l’anima, farla propria per l’eternità e poi gettarla via quando gli fosse venuta a noia. Amleto amò Ofelia solo per gioco, per poi abbandonarla al proprio destino, eppure la sua maschera non perse mai l’essenza di lei, il soffio pacato del suo respiro che l’aveva una volta, per errore, sfiorata.
Con un consumo pari ad Alto, il possessore della maschera potrà evocare per un turno sul terreno di gioco lo spirito di Ofelia stessa, intenta ad intrecciare raffinate ghirlande di fiori. Essa si sposterà evanescente sul campo di battaglia, con la propria eterea ed ormai immutabile bellezza. Ma appena scorgerà il nemico, chiunque egli sia, appena vedrà la minaccia che rischia di separarla ancora dal suo Amleto, si scaglierà su di lui furiosa, decisa a strappargli la pelle dal viso e ucciderlo brutalmente infliggendogli un danno pari al costo speso.
Your ice-cold touch ~ August, è l'unico essere vivente a riuscire a contagiare altri esseri viventi, con questa malattia, semplicemente al contatto con il corpo dell'obbiettivo. Infatti, illuminando di un alone rosso scuro entrambe le sue mani, sarà in grado, anche e soprattutto in un fitto corpo a corpo, di poter far letteralmente passare il virus dal suo corpo a quello con cui entrerà in contatto.
Con un singolo tocco, le tossine entreranno, in minuscole quantità, nel corpo dell'avversario, che si troverà stordito e nauseato per alcuni secondi, sufficienti per dare il tempo al Lue di attaccare con una seconda mossa o fuggire abbastanza lontano per uscire dal corpo a corpo.
Il virus, anche se non nella forma così estesa in cui la possiede August, conosce diversi tipi di antidoti, sarà infatti curabile come un qualsiasi altro veleno. L'abilità ha un costo medio di energie.

Mostro Scelto


I banditi ~ Astuti e molto esperti nel commettere atti criminosi, i banditi rappresentano una piaga ampiamente diffusa in tutti i luoghi di Asgradel. Il banditismo è difatti la minaccia più grande cui i viaggiatori debbono far fronte, ovunque essi siano diretti e da qualunque punto siano partiti; che si tratti di imboscate tese al latrocinio o di veri e propri massacri di carovane, questo malcostume regna indiscusso dal nord al sud. Elfi, demoni, umani, orchi, nani...non esistono limiti di razza (né sesso) tra i banditi e, sebbene spesso agiscano in gruppi -vere e proprie bande criminali- costoro hanno l'abitudine di recarsi in città o nei luoghi più densamente abitati per spendere il frutto delle loro rapine. Si tratta del momento migliore per catturarne uno, vista l'indubbia pericolosità di questi individui nell'agire coordinatamente col resto dei loro compari. Tuttavia è bene non sottovalutarli, poiché ogni bandito che si rispetti impara presto ad affrontare situazioni di ogni genere: abili maestri d'armi sia che impugnino una spada o brandiscano una balestra, sono oltremodo intelligenti (o perlomeno molto esperti), quindi è difficile coglierli di sorpresa ed anzi più semplice che siano essi ad ingannare l'avversario grazie alla loro astuzia. Prediligono l'uso di armi bianche come spade o scimitarre, con cui sono maestri impareggiabili in corpo a corpo, a prescindere dalla forza bruta non sempre eccelsa, e non disdegnano le armi da fuoco di piccola taglia. Essendo capaci di sfuggire facilmente a qualsiasi garbuglio, la sorveglianza su di loro è assai stretta, sulla Fat Whore. Sono stipati nel Settore 4, che è ancora tra quelli predisposti al rilascio in casi critici, ma essendo il prezzo per la loro detenzione più elevato della media è difficile che i Gerarchi decidano di privarsi di queste fonti di guadagno così, a cuor leggero. La sparizione di uno o due banditi non desta comunque sospetti, né solleva polveroni, perciò il livello di tolleranza sugli abusi dei carcerieri è ancora molto elevato.

Note ~ Mi scuso per aver utilizzato così poche abilità attive durante lo scontro, ma non sapendo quanto manca alla fine della quest ho sfruttato il minimo indispensabile dei miei fondi energetici, essendo già ridotti del 25%. Inoltre, il mostro è comunque di un grado energetico inferiore al mio e di uno in pericolosità, inoltre, i gas nocivi hanno effetto anche su di lui e ciò mi ha dato una mano.


Edited by × R o r s c h a c h - 18/9/2010, 12:25
 
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†DeStRo†
view post Posted on 20/9/2010, 14:34




CITAZIONE
-Parlato
Pensato

Fu sollevato all’idea che gli altri e due volevano agire in gruppo anche se, ad essere sinceri, la compagnia di un Goryo non era mai molto gradevole e, questo, suo malgrado, dovette ammetterlo.
Uno dei suoi compagni, infatti, attraversato il ponte non fece altro che sguainare al sua spada per poi tagliare definitivamente le corde.
La commedia non badò molto a ciò. Li in mezzo si sentavi stanco e spostato, forse a causa dell’immensa caloria che proveniva dai vulcani. Un uomo normale avrebbe di certo abbandonato al missione o, quantomeno, evitato di rimanere a lungo a respirare quell’aria malsana; ma loro, tuttavia, non erano normai e, a dimostrare questo, vi era il fatto di essere appartenenti ad un unico clan.
Un clan masochista che, nonostante avrebbe potuto catturare senza sforzi estremi quei topi di fogna, aveva deciso di mandare loro quattro per il semplice gusto di veder soffrire i loro adepti.

Si addentrarono senza dialogare all’interno di quel corridoio naturale e roccioso cercando le tracce dell’individuo che era corso da solo ma, di lui, sembrava non vi fosse rimasto nulla, quasi come se quel corridoio naturale lo avesse inghiottito tra le sue oscurità.
Mentre camminavano lo squilibrato che aveva definitivamente distrutto il ponte, forse unico nesso tra l’uomo e quel posto, brandiva nuovamente la sua arma facendola cozzare ripetutamente contro le parti rocciose e emanando un piccolo stridio del tutto irritante per l’udito del giovane mezz’elfo.
La commedia gli avrebbe volentieri strappato il braccio dal resto del corpo pur di farlo smettere ma, in cuor suo, era ben conscio del fatto che fisicamente era una vera e propria nullità. La sola cosa che lo rendeva utile in combattimento era la sua affinità con le arti psioniche, seppur ne conoscesse ben poche; decise quindi di restare in un clima di mera convivenza.

Attraversò l’ennesimo corridoio roccioso e poi svoltò verso al sinistra, unica strada consentita.
Qui, ben piazzato, a bloccare il passaggio vi era un masso.
Il mezz’elfo si avvicino a questo e, estraendo il suo pugnale, prese ad esaminarlo, cozzando più volte la lama dentro alcune crepe, quasi stesse sperando di poter rompere la roccia. Dopo un numero incalcolabile di tentativi sbuffò e, visibilmente provato si rivolse agli altri due.

-Questa roccia ha un… un qualcosa di strano… mi sento stordito.-

Disse barcollando. Non sapeva che la roccia del plakard era dotata di poteri magici o, per meglio dire, non lo sapeva fino a qualche istante prima. Ora, tuttavia, non poteva farci nulla, neanche con le sue capacità. Avrebbe solo dovuto aspettare che gli effetti magici di quella roccia cessassero.
Intanto scrutò una crepa abbastanza larga da consentire un probabile passaggio.
La indicò con la punta del coltello agli altri, nel caso in cui non l’avessero vista e, come se stesse cadendo, si accucciò per entrarvi.
Man mano che proseguiva si sentiva sempre più debole. Ma non si trattava di una debolezza fisica, quanto di una debolezza mentale, come se qualcosa impedisse al suo cervello di acquisire la sua naturale capacità di pensare, di fare ragionamenti logici.
A tratti avvertiva delle voci dentro di se, proprio come di solito capita quando si è sotto l’incanto di un psion e, lui, di queste cose ne sapeva fin troppo. Quell’unica fessura appariva come la via per la pazzia.
Probabilmente, se non fosse stato abbastanza forte mentalmente, sarebbe divenuto davvero pazzo; ora, seppur sentiva di avere le stesse capacità di pensiero e logica di un bimbo di 8 anni, ringraziava il cielo per aver deciso di allenare la sua mente piuttosto del fisico.

Uscì dal piccolo tunnel dopo qualche attimo e attese l’arrivo degli altri due. Nel farlo si poggiò contro un muro, come se quel piccolo gesto lo avesse stancato. Mosse il capo per vedere che la strada, a causa della frana era molto ristretta, come se fosse una lunga crepa, l’unico segno di unità di una roccia ormai infranta e divenuta detriti. Prese fiato e riprese a percorrerla con un’andatura caracollante quando d’improvviso sentì un forte senso di bruciore alla spalla. Gridò con molta foga, meravigliandosi nel scoprire di quanta forza avesse ancora quel esile corpo. Girò il capo verso la spalla che ardeva come se fosse stata immersa nella lava dei vulcani che ora avevano alle spalle.
Poi diede uno sguardo in alto vedendo alcuni uomini intenti a lanciare qualche liquido sulle loro figure.
Non ci voleva un genio per capire di essere finiti in una qualche sorta di tranello.

-Fottuti bastardi è una trappola… ci lanciano qualcosa contro dobbiamo sbrigarci.-

Non vi erano alternative e, se vi fossero state, loro non sarebbero stati in grado di trovarle; non in quello stato. La commedia si fece allora piccolo, flettendo sulle ginocchia, e prese a correre.
Dopo poco tempo avvertiva già le forze venire meno, non solo per via della scottatura ma della roccia che continuava a far sentire i suoi effetti sul suo corpo. Decise di tenere duro e strinse i denti ogni volta che la spalla gli rammentava di essere ferita.
Infine, quasi per miracolo, riuscì ad uscire da quel masso, seppur il prezzo da pagare era stata la scottatura alla spalla destra.
Ansimante si tolse le vesti, sottraendo le mani al rifugio delle tasche dei pantaloni. Fece attenzione a non fare forza sul tessuto ormai ardente, al fine di causare ulteriori danni alla spalla e, poi, gridando con la stessa foga mostrata in precedenza, mosse l’arto per sottrarlo definitivamente dalla protezione della veste.
Rimase nudo, con una scottatura a testimoniare la sua ultima avventura; pareva l’unico errore in un testo scritto interamente a mano, quella macchia di carne bruciata.

Strinse gli occhi che, infine, divennero due piccole fessure, due crepe completamente impercettibili e rimase qualche attimo fermo nell’attesa che il dolore potesse attenuarsi almeno un poco. Infine prese nuovamente la maglia e, utilizzando il pugnale cercò di ricavarne delle bende.
Utilizzando la bocca per fermare una delle estremità del tessuto, muoveva la mancina attorno al collo e alla zona ferita, per poi chiudere il tutto con un piccolo nodo. Voleva proteggere quella ferita temendo che potesse infettarsi a contatto con l’aria malsana del luogo.

Alzò lo sguardo scrutando quello che era un ponte. Vide uno dei due compagni cominciare a percorrerlo e lui decise di andare avanti per secondo. Quando tutte e tre apparivano sospesi nel buio vuoto dell’oblio di quella fottuta trappola naturale, ecco che degli altri pezzi di merda cercarono di attaccarli, ognuno all’estremità di un ponte.
La commedia, tuttavia, non era portata per gli scontri e, in quella situazione, seppur si trovavano in vantaggio numerico, il loro stato psichico costituiva un grande handicap. Al povero mezz’elfo non rimase altro se non cantare.

Status: Stordito e affannato. Ferita di livello medio alla spalla destra.
Energie Rimanenti: 80/100
Attive Utilizzate:
[Il FaNtAsMa DeLl'OpErA]Erik, il fantasma dell'opera, col volto segnato dal peccato della morte e della bruttezza sin da infante. La bellezza in cambio di uno straordinario talento canoro, con una voce che può passare dall'acuto al grave in pochi frangenti.
Cantando le strofe di questo personaggio ed imitandone la voce, La Commedia è in grado di lanciare un attacco psionico di livello alto in cui, chiunque oda la melodia carica di rancora verso un mondo ingiusto, si vedrà paralizzato, come ammaliato dallo straordinario talento e dispiaciuto dai dolorosi versi della canzone. La malia dura due turni o finchè non cessa il canto della Commedia; può essere comunque contrastata con le opportune difese psioniche di medio livello.



 
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~Duel
view post Posted on 23/9/2010, 18:57




La Missione nelle terre Vulcaniche.
III - L'allegro viaggio nei cunicoli mortali.

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Superare una sfida spesso porta
a doverne affrontare un'altra.


« Il “signore” se ne è andato perchè non ti sopportava, Drakar... »

« Vedo che è pungente come al solito, signor Rohan… Beh, sarà un viaggio decisamente bizzarro… »


La risposta dell’llusionista giunse mentre procedeva davanti agli altri due, sorridente come suo solito. Rohan lo infastidiva e incuriosiva allo stesso tempo e tra loro, ogni volta che si incontravano, scoppiavano scene simili. Se non altro il giovane aveva la certezza di poter contare sulle sue doti combattive, viste in azione più e più volte. Lo preoccupava invece lo sconosciuto che li seguiva silenzioso: sembrava piuttosto gracile e non molto resistente. Si sarebbe rivelato utile in uno scontro o li avrebbe solo rallentati? Solo il tempo avrebbe potuto dirlo.

Camminava con passo deciso, muovendosi sul terreno dissestato. La verità era che non aveva la più pallida idea di dove stesse conducendo i suoi compagni, ma in quel labiritno roccioso una strada valeva l’altra. Il rumore del tridente, che ogni tanto si scontrava con una delle pareti, risuonava per la fortezza naturale con un eco cupo e spaventoso, che inquietava il ragazzo. Non aveva paura di perdersi ma aveva la strana sensazione che qualcosa non andasse, come se un pericolo stesse per sorprenderli. Guardò in alto: le strette parenti si aprivano in un passaggio che non lasciava alcuna via di fuga. Un luogo perfetto per un’imboscata, insomma. Bene, pensò, se non altro se ci attaccano potremo ucciderli subito senza doverli cercare a lungo…

D
opo qualche minuto di cammino, giunto davanti a un enorme masso che gli sbarrava la strada, una strana confusione si insinuò nella sua mente, annebbiandola. Ogni pensiero, anche il più semplice, diventò pesante e mantenerlo fu una vera fatica. Di cosa si trattava?


« Questa roccia ha un… un qualcosa di strano… mi sento stordito. »


Si trattava della pietra che li circondava, quindi? Quel luogo, già tremendo per le sue forme contorte, si era rivelato peggiore di quanto si aspettasse. Se non avessero prestato attenzione quella sarebbe diventata la loro tomba. Si voltò, fissando i due alleati con sguardo calmo. Li vide, anche loro preda di quella specie di maleficio. Scosse la testa, come se quel gesto potesse liberarlo dal torpore mentale che ormai l’aveva vinto. Cosa fare ora? La strada era bloccata, avrebbero dovuto cercare un passaggio alternativo. Il tipo con gli occhiali, alzando il coltello che impugnava con fatica, indicò un possibile passaggio che, forse, conduceva alla loro meta. Si rannichiò e, procedendo lentamente, lo attraversò, uscendo dall’altra parte.

Mentre procedeva spossato quasi non si accorse dei nemici che li seguivano dall’alto. Ad avvertirlo della loro presenza furono le grida che questi emisero quando, insieme, scagliarono contro al gruppetto una gran quantità di quello che sembrava essere olio bollente. Una persoa normale sarebbe caduta preda di quell’attacco ma, fortunatamente, Drakar non rientrava nemmeno lontanamente in quella categoria. In un attimo il suo corpo mutò, assmendo nuova consistenza. I getti di liquido ustionante gli passarono attraverso, lasciandolo illeso. Iniziò quindi a correre, raggiungendo il compagno che nel frattempo aveva fatto lo stesso, per evitare così un nuovo assalto. L’individuo che non conosceva non era stato pronto di riflessi quanto lui ed era stato colpito alla spalla, causandogli una ferita che sembrava procurare parecchio dolore. Dopo averla medicata lo sconosciuto riprese a camminare e l’ingannatore lo seguì, procedendo alle sue spalle. In cima al gruppo c’era Rohan che percorreva i cunicoli di pietra senza alcuna esitazione. Il percorso li portò a un ponte naturale che appariva oltremodo fragile. Anche questo sembrava l’ideale per una trappola. Dopo averlo imboccato, giunti ormai alla metà, due avversari apparvero alle estremità del passaggio. Certe volte odiava avere sempre ragione.

Normalmente, quando si ritrovava davanti un nemico, pensava attentamente a ogni mossa da fare, a ogni strategia e a tutte le possibili conseguenze ma, in quello stato, confuso dalle roccie del Plakard, non gli fu possibile. A malapena riusciva a mettere in fila i suoi pensieri, figuriamoci realizzare la migliore delle possibili reazioni. Decise allora di procedere con un assalto diretto, supportato possibilmente da una tecnica semplice ma allo stesso tempo efficace. Si voltò e, mentre alle sue spalle l’individuo con gli occhiali aveva iniziato a cantare in versi, come se colto da una follia quantomeno inopportuna, prese a correre, ripercorrendo lo stretto sentiero.Giunto a poca distanza dal suo bersaglio alzò il tridente, caricandolo. Allo stesso tempo utilizzò una delle sue abilità più insidiose.

Il terrore puro e semplice pervase l’uomo che gli si parava davanti, una paura istantanea, istintiva ma profonda, che avrebbe scosso le basi del suo animo e ogni certezza. Una sensazione tale da estraniarlo dal mondo terreno, da renderlo, per un istante, completamente vulnerabile. Un lasso di tempo breve ma che il giovane riuscì a cogliere. Le tre punte argentate della sua arma attraversarono facilmente il petto del brigante, trapassandolo all’altezza del cuore. Il decesso fu immediato e le braccia, che fino a qualche momento prima sembravano immobilizzate, ricaddero sui suoi fianchi, donandogli la tipica dolce serenità della morte.

Drakar si alzò, dopo aver estratto l’affilato strumento di morte, e, con la mano sinistra, spostò un ciuffo che gli corpiva gli occhi, spostatosi durante la corsa. Fissò il corpo inerme ma non provò alcuna pietà. Aveva osato attaccarli e ne aveva pagato le giuste conseguenze. Con calma serafica si voltò e, procedendo lentamente, ritornò dai suoi compagni. Sorrise mentre estraeva tranquillamente un fazzoletto bianco dalla tasca dei suoi pantaloni e puliva il sangue che ricopriva le estremità del tridente. La stoffa divenne cremisi e, dopo averlo ripiegato, l’illusionista rimise al suo posto il piccolo panno non più candido. Poi, con uno sguardo allegro, come quello di un bambino che ha appena concluso un gioco divertente, attese il ritorno di Rohan, e subito dopo disse:


« Allora... procediamo? »


▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ ▬▬▬ ▬▬ ▬▬ ▬▬▬ ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


image
[ReC:325] ◘ [AeV:150] ◘ [PeRf:125] ◘ [PeRm:350] ◘ [CaeM:225]
[Basso: 05 /
01%] ◘ [Medio: 10 /05%] ◘ [Alto: 20 /15%] ◘ [Immenso: 40 /35%]

Status
Condizioni Fisiche: Illeso.
Condizioni Psicologiche: Stordito dalla pietra; Desideroso di continuare.
Energia: 150 -20 -40 = 90%

Abilità
- Passive
十一 La Mia Mente É Un'Illusione
In Termini GDR, Drakar potrà castare istantaneamente ogni tipo d’illusione. Sarà tuttavia necessario il contatto, se non fisico, almeno visivo con l’avversario.

十二 La Mia Fatica É Un'Illusione
In Termini GDR, il costo energetico di ogni illusione sarà abbassato del 5%. Se una tecnica arrivasse a non avere costo, cioè lo 0% di energie, il costo diverrà automaticamente dell’1%. Inoltre non sverrà dopo essere arrivato al 10% di energie: si sentirà comunque affaticato al 20% e morirà allo 0%.

十三 Il Mio Inganno É Un'Illusione
In Termini GDR Drakar sarà in grado di acquistare le pergamene del Ninja, in aggiunta a quelle della propria classe primaria, il Negromante. La natura affine di queste due discipline, votate entrambe alla finzione, ne permette l’utilizzo all’ingannatore.


- Attive
Io Evito Le Offese
In Termini GDR, con un consumo energetico Variabile, il caster potrà rendere il proprio corpo illusorio per parare un attacco o una tecnica di pari consumo. Il corpo verrà attraversato da ogni tecnica, diventando quindi privo di solidità, che riacquisterà subito dopo essersi difeso. Per parare semplici attacchi fisici egli potrà usare la tecnica a costo Basso. La tecnica potrà essere utilizzata solo per difendersi, mai per attaccare o compiere qualsiasi altra azione, neanche fuori dal combattimento. Essendo questa una difesa a 360°, il potere della tecnica difensiva sarà di un livello inferiore rispetto al consumo energetico utilizzato.
[Consumo: Alto x1]
Io Controllo Il Terrore
In Termini GDR, con un consumo energetico Variabile e pochi attimi di concentrazione, il caster diviene in grado di scatenare in coloro che lo guardano o percepiscono la sua aura pressanti sensazioni di paura e terrore. Il timore sarà paragonabile a un'immediata sensazione di pericolo, e durerà solo per l'attimo in cui colpirà il giocatore, lasciando in lui però una traccia di spavento che lo perseguiterà per il resto della giocata. Conta come una vera e propria influenza psionica, di potenza pari al consumo, contrastabile con una normalissima difesa adeguata.
[Consumo: Immenso x1]

Strumenti
- Armi
靄希語 Mist Trident [Arma Iniziale - Tridente - Impugnata]
Katana [Arma Iniziale - Spada - Non con sé]
苦無 Knives [Arma Iniziale - Coltelli da Lancio x20 - Con sé]

- Oggetti
靄指輪 Mist Ring [Oggetto - Anello - Incantato - Indossato]
独指輪 Energy Ring [Oggetto - Anello del Potere Maggiore - Indossato]

Note
Innanzitutto perdonate eventuali errori ma sto scrivendo su un porattile che ha word che non funziona e che non è proprio il massimo di suo >.<
Mi difendo dall'olio con la difesa ad Alto. Quando invece devo affrontare il nemico sfrutto il fatto che quest'ultimo è paralizzato dalla tecnica della Commedia, lo terrorizzo con un immenso e lo trafiggo con il tridente. Ah, la mia tecnica di terrore, seppur duri un solo istante, ha effetto anche su di voi, mi spiace XD
Se volete evitare di finire coinvolti potete dire che non mi stavate guardando mentre ho usato la tecnica, anche se ho dubbi sulla sportività di questa mossa XD
Nonostante la potenza immensa, considerate il fatto che a emanare l'aura di paura è un vostro alleato ^^



Edited by ~Duel - 3/10/2010, 19:08
 
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[Sexy S t r a y]
view post Posted on 2/10/2010, 21:26




SPOILER (click to view)
[Scena Terza _ Fragore]
[Plakard _ ??:?? PM ]

F R A G O R E
Era l’unica cosa che stava cercando.

Qualcuno urlò, forse il ricercato, quando la mannaia rugginosa gli segò l’addome, sputando un fiotto di sangue bollente addosso al demone. La caverna si spezzò all’improvviso, piombando nell’oscurità, mentre il nero terrore gocciolava come pece dalle pareti e tutti i corpi si scioglievano, sul punto di crollare a terra, schiacciati da un’aura greve e opprimente.

Il ghigno sul volto di Rohan si allargò ancor di più, dilatato da quella serpeggiante paura che gli si era conficcata nella nuca, bloccandogli ogni movimento, sollevato sulle punte dei piedi come un burattino appeso al chiodo. Qualcuno cantava. Una melodia sinuosa, dolciastra, abissale.
Non si girò per individuare la causa di quell’improbabile cacofonia, ma agganciò nuovamente il suo sguardo agli occhi tremanti dell’uomo di fronte a lui, incredulo del suo stesso sangue.

Urlò, di nuovo, stavolta lui stesso.
Perchè quello era l’unico modo.
E il suo grido spezzò il rimbombo di terrore che si schiantava costantemente sulle sue spalle, strappò i viscidi strali di quella melodia demoniaca, graffiò ogni singolo centimetro di quella caverna in cui era esplosa la bomba atomica del fragore assoluto.

E mentre la stessa aria implodeva, deflagrando i milioni di particelle, mentre il ponte si scuoteva e le sirene continuavano a cantare, Rohan si ritrovò immerso nel rumore bianco.
La sua testa era completamente piena di rumori e vibrazioni, come un vaso ricolmo di termiti, eppure non sentiva più niente.
Non sentiva niente.
Anche quei maledetti sussurri erano spariti.
Non sentiva niente.
Era finalmente solo.

Le unghie trapassarono il costato del criminale come se fosse stato di spugna, sfondando cassa toracica, polmone e pelle umana fino a sbucare dalla sua schiena. Il sorriso di Rohan, soddisfatto e fuori dal mondo come quello di un bambino appena assopito, comparve ansimando in quel piccolo cratere gocciolante, colmo di serena beatitudine.

_ __ ___ __ ___ __ _

Era l’unico metodo che conosceva.
Il ferro della spada graffiava le ruvide pareti dell’anfratto, accompagnato dai rintocchi di quel minaccioso tridente, in un macabro concerto di sfregamenti e colpi accentuato dall’eco.
Camminavano già da un bel pezzo, e il sentiero si era fatto sempre più stretto e tortuoso, affondando nella roccia lavica, ma i criminali non si erano ancora fatti vedere.
Nessuno parlava.
Eccetto Lei.
Lui. Quella cosa.

Quel demonio cinereo, impalpabile come una voluta di fumo, costantemente intento a permeare con i suoi sussurri la cavità auricolare di Rohan. Ed era fastidioso e stancante più del ronzio di una zanzara, sopra ogni cosa.
Non ti vede nessuno---
bisbigliò, oltrepassando il rumore della spada
---possiamo ucciderli tutti anche ora.

Ed erano sempre le stesse cose.
Sempre gli stessi ridicoli, vecchi, discorsi.
« Tu non puoi fare proprio un cazzo »
ribadì il berserk, calciando distante la palla di cannone.
Fortunatamente, nessuno lo sentì.
L’avrebbero preso per pazzo, se continuava a parlare da solo.
Più pazzo di quello che già era.

-Questa roccia ha un… un qualcosa di strano… mi sento stordito.-

Cosa?
E’ un mentecatto, uccidilo.
Basta dire cazzate.
Hai ragione.
Non posso ucciderlo.
Perchè non ne sei capace.

E il mondo prese nuovamente fuoco, appena sfiorò la parete rocciosa.
L’Ifriit gli conficcò le unghie nella nuca, costringendolo ad avanzare.
LepredeLE PREDEleprede
Dov’erano? Dov’erano sparite?
Sentì ridere. Sentì urlare.
Davanti a lui, dietro di lui.
Sopra!
Sbattè le articolazioni nello stretto passaggio, ostacolato dalle armi, folle di rabbia, ma riuscì ad alzare in tempo un braccio per deviare il liquido bollente, che si schiantò sulla sua armatura di pelle naturale diventata istantaneamente dura come il marmo.
Urlò, o ringhiò, insultando con strani versi e parole smozzicate quei piccoli sacchi di carne che avevano teso l’agguato, sapendo che non li avrebbe raggiunti da quella posizione.
Continuò a camminare, quasi di corsa, con la vista annebbiata e tremante.
Doveva uscire. Era schiacciato, pressato da quel cunicolo infame e rovente.

Senza di me sei debole.
Gli rivelò il demone, schiacciando i suoi occhi vitrei contro le pupille di Rohan, che gridò, scacciando quel pensiero, continuando a correre.
PassiPASSIpassI
LepredeLEPREDE?stavano fuggendo!
Fuggono, le prede ti fuggono!
le sentiva, doveva raggiungerle.
Devi ucciderle.

Corse più forte, gettandosi fuori dal cunicolo, facendo traballare le assi di quel ponte che, come per magia, gli era comparso sotto i piedi. Guardò dietro di se, ansimando: Drakar?
No. Carne da caccia.
Guardò davanti a se, rilevando un individuo alla fine del percorso.
E sorrise, mentre i sussurri dell’Ifriit gli ronzavano in testa come uno sciame di api,
sempre più veloci, sempre più forti, sempre più numerosi.
Doveva uccidere, per avere la conferma.
Doveva urlare, per soffocare ogni dubbio.

« WRHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!! »

_ __ ___ __ ___ __ _

Riusciva a sentire il cuore battergli di nuovo dentro al petto.
La cantilena era finita. Il rimbombo di pura follia si era placato.
Quella pellicola di sudore ed esaltazione che l’aveva accompagnato fino a lì si era finalmente staccata, spezzandosi come una crisalide.

Ed ora non c’era che silenzio, quel Maelstrom di furia e fragore si era dissolto nell’aria, risucchiando anche il più piccolo sussurro.

Si pulì la protesi sui pantaloni, guardando la Roya: finalmente taceva, immobile, al suolo.
Fece per prenderla, ma si bloccò. Non voleva sentire di nuovo la sua voce.

« Allora... procediamo? »

Disse l’illusionista, sarcastico e scanzonato come suo solito.
« Vorrei anche vedere: se ci hanno mandato solo per questi due, gli sfondo la nave. »

Rise il ragazzo, e la sua spavalderia rimbombò duplicata nelle pareti della caverna.
Come ogni volta, bastava solo fare rumore.

...


SPOILER (click to view)

[R e C : 2 2 5 ] [A e V: 2 2 5 ] [P e R f : 3 2 5 ]
[P e R m :
1 5 0 ] [C a E m: 2 2 5 ]

[BaSsO : 0 5 % ] [MeDiO: 1 0 % ] [AlTo : 2 0 % ] [ImMeNsO : 4 0 % ]



][StAtO FiSiCo][ Illeso, stanco per le energie bruciate.
][StAtO PsIcOlOgIcO][ Finalmente calmo, avendo placato i sussurri.
][EnErGiA][ 95% -10% -20% = 65%

][AbIlItA' PaSsIvE:][
[StReNgTh StAmInA] Non sviene raggiungo il 10% di energie.
[HaVoC HoRmOnEs] Possibilità di impugnare armi enormi, forza fisica eccezionale.
[CoAgUlAtIoN ChEcK] Ossa e pelle molto più resistenti, emorragie e perdite di sangue drasticamente diminuite.
[BoOmErAnG EfFeCt] Ogni arma lanciata, se non colpisce il bersaglio, torna indietro.
[SoYelReCuErDo] Lieve influenza psicologica tramite sussurri.

][AbIlItA' AtTiVe:][
][SlAuGhTeR SlAsHeS][ Forse la massima emanazione della potenza di Rohan, questa tecnica a consumo variabile rende l'idea di dove possa arrivare un corpo ben allenato, solo facendo appello alla sua grezza forza fisica. Al ragazzo basterà un gesto, che potrà essere un fendente a vuoto, o un calcio, o una qualunque altra mossa ad ampia portata, per generare una sorta di lama di vento che, creata dal calcio o dal fendente menato ad altissima velocità, si dirigerà come un proiettile nella direzione verso cui è stata eseguita. La lama di vento avrà una lunghezza massima di due metri e una forma vagamente a mezzaluna, abbastanza potente da tranciare in due una parete o un masso con un consumo elevato, senza aver bisogno di particolari tempi di concentrazione. Esistono diverse varianti della tecnica: per esempio, facendo un calcio in avanti, come un affondo, la lama diverrà una sorta di raggio, e farà danni da perforazione. Questa particolae tecnica basa la propria potenza sulla PeRf del possessore, e non sulla sua PeRm, e infliggerà danni pari al consumo speso. [Attiva: Variabile >> Alto]

Tekkai Go: Il guerriero, dopo qualche secondo di concentrazione, rende il proprio braccio, o un'altra parte del corpo come il torso, la testa o un arto, duro come il ferro.
Questo braccio singolo diverrà in grado di bloccare tecniche di livello Medio o inferiore, fungendo da barriera di livello Medio.
Il braccio perderà la sua resistenza subito dopo l'urto. Tornando al suo stato originale.
Questa tecnica basa la propria potenza sulla PeRf del possessore, e non sulla sua PeRm.
Consumo di energie: Medio
][RiAsSuNtO AzIoNi:][
-Vado via di testa.
-Mi difendo dall'olio bollente con la pergamena Tekkai Go, che devo ancora riscrivere x'D
-Vado via di testa di brutto.
-Approfittando della mega combo canto+terrore, che dovrebbe condizionare il mio povero nemico (e anche me, lol) lo assalgo con un fendente allo stomaco (l'ho interpretato a petto nudo, vista la temperatura) e successivamente un affondo potenziato ad Alto con la mia protesi. Data la posizione particolare del colpo, e gli ordini di non sprecare troppe energie, ho creduto che un consumo Alto andasse bene per uccidere un sicario di quel tipo.
-Torno in me. Happy x'D

][NoTe:][ non sapendo bene da che parte dirigermi, mi limito a rispondere x'D in ogni caso, ci metterei troppo a spiegarvi ogni singolo ragionamento logico e delirio di questo post. Vi basti sapere che la passivetta psionica della cara majo è davvero rompicoglioni, e se nelle vostre quest metterete effetti che "agiscono su menti deboli" fate prima a scrivere "rohan, sei nella merda" :wow:

@Berserk: già sai. Thank you, pal bD

Ah, mancano le tech. Aggiungo subito.



Edited by Stray. - 2/10/2010, 22:42
 
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