Shit_Day
Emicrania.
Mal di testaMal di testaMal di testaMal di testa. Un maedettissimo, fastidioso e dinutile mal di testa. Conosceva l'origine di tale problema, certo che la conosceva.
Teneva stretti tra le mani numerosi pezzi di carta bianchi. Carte, avrebbe detto. L'unico problema, un grade problema, se state giocando, era appunto il loro colore: bianche. Nessun seme, nessuna macchia, nessuno strappo. Dei rettangoli bianchi che non gli comunicavano assolutamente nulla, incapace come era in quel momento di ragionare.
Davanti a lui un'uomo rideva di gusto, come se si trovasse davanti al famoso re disposto a scambiare il proprio regno per un cavallo. Cosa poteva aver scatenato in loro tanta ilarità?
CosaCosaCosa c o s a ? Avrebbe volentieri strappato tutti i denti a quegli stupidi villici, uno a uno, per vederli soffrire e tacere, come è sempre stato nell'ordine delle cose. Non riuscì a sollevare il braccio, attratto prepotentemente dal tavolo.
ChesuccedeChesuccedeChesuccede c h e s u c c e d e ?
Allungò con molta fatica una mano in direzione del mazzo. Sfortuna.
La detestava, la tetestava con tutto il cuore. Possibile che, tra tutti i mazzi di carte, sia normali che incantati, il mazzo Sfortuna dovesse capitare proprio a lui? Gli effetti collaterali erano stati evidenti fi dall'inizio: emicranie, incubi e visioni ad occhi aperti, come quella di cui era in balia in quel momento. O almeno sperava che fosse così.
Ricordò le istruzioni.
Re di quadri - Epurazione. Da utilizzare in casi disperati, esso funzionava come un potente antidolorifico, ponendo fine in modo immediato alle sue sofferenze mentali. Doveva trovarlo, ma come? Non vedeva i semi. Non vedeva i semi. Non vedeva i..
Cadde dalla sedia e picchiò la testa contro il bancone, situato precisamente alle sue spalle. Il sangue iniziò a scorrere a fiumi, sia fuori che dentro al suo organismo. Stava perdendo. A carte.
Il Suo sangue gli inondò la bocca, rinfrescando così la gola e donandogli una sensazione di piacere. L'odore del liquido, paragonabile a quello dell'argento da lei indossato quella sera. Adorava il suo sapore: era quanto di più vicino al paradiso potesse ricordare.
Quando le aveva piantato i denti nel collo aveva provato un fremito di incommensurabile piacere: dopo tanto cacciare era finalmente riuscito a catturare la sua preda.
Ad uccidere la sua preda.Il gargarozzò iniziò lentamente a bruciare, come se il fluido inghiottito fosse acquasanta e non il sangue da lui tanto bramato. Davanti a lui era proiettata la figura di una donna. Non sua moglie, non la bianca dama.
Lei Chi? Non avrebbe saputo dirlo. Semplicemente sapeva che un giorno l'avrebbe incontrata, sapeva che avrebbe dovuto accompagnarla nel suo cammino per aiutarla a crescere spiritualmente.
Mai l'aveva vista, ma già sapeva che sarebbe stata sua.
Si svegliò in un vicolo, sudato come poche altre volte.
NonricordavaNonricordavaNonricordava. Cosa era mai potuto accadere? Cosa, quel giorno, poteva averlo privato di tutti i suoi soldi? Si, la sacca normalmente stracolma di monete appesa alla cintola era vuota. Il suo cappello, decisamente costoso, visto il materiale di cui era fatto, scomparso con i soldi, probabilmente sulla testa di qualche bizzarro ubriacone, dentro la bisca.
Ecco.
RicordiRicordiRicordi. La verità lo investì come un fiume in piena può fare con un edificio. Tutto gli fu chiaro, tutto venne a galla. Le carte, le donne, gli incubi.
Aveva perso a carte. Tutta colpa di quel fottutissimo mazzo.
Si tastò la nuca, alla ricerca della frattura riportata prima di svenire. Con suo grande stupore non trovò nulla, solo un brutto taglio che continuava a gridare al mondo il proprio dolore.
Sfortuna.
Perchè a lui?Sciolse le cinghie che trattenevano L'Ira alla sua schiena, impedendole di dare retta alle mani di uno sconosciuto. Stordito com'era, gli ci vollero diversi minuti per completare un'operazione che, altrimenti, avrebbe richiesto solo alcuni secondi. Una volta portato a termine il processo di liberazione, si limitò ad usare l'arma come bastone. Lungo quasi come lui, era sufficentemente resistente per essere utilizzato in modo così irrispettoso.
Per risvegliarsi completamente, prese uno dei suoi proiettili e se lo infilò in bocca, a mò di sigaro. Non che avesse un buon sapore; anzi. Tuttavia, quel misto tra acciaio, ottone e polvere da sparo era in grado di fargli rizzare i sensi. Forse per via delle budella che, una volta assaporato tale disgusto, iniziavano a contorcersi vigorosamente. Detestava doverlo fare, ma talvolta era nesessario.
Sputò sangue diverse volte mentre vagava senza una meta precisa all'interno dei vicoli della Città Decaduta. Labirinti senza capo ne coda, strade in cattive condizioni, vicoli ciechi. Tutto, lì, sembrava fatto per rallentare la sua corsa verso un medico.
Città di merda..
La frase risultò poco più che un borbottio confuso alle sue stesse orecchia. Doveva aver subito più danni di quanto in realtà pensasse.
Svoltò a destra e si ritrovò in un vicolo più largo e con qualche lampada ad olio. Finalmente si era messo sulla buona strada. Finalmente avrebbe potuto accelerare il passo. Forse non sarebbe morto dissanguato.
Alzò lo sguardo al cielo, vedendo che il sole era già sorto da tempo. Detestava svegliarsi di pomeriggio: da quando aveva riacquistato l'utilizzo di tutti i sensi non aveva fatto altro che mangiare e bere. Ringraziò il suo dio per quel dono che, con tanta fatica da parte dello stesso, gli era stato amorevolmente concesso. Una proroga. Un Prolungamento dopo il quale sarebbe tornato all'inferno, dove le anime di tutti i dannati dovevano stare. Sarebbe bruciato, si, ma l'avrebbe fatto il più tardi possibile.
Poi qualcosa disturbò il suo campo visivo. Due corna, un bizzarro mantello e numerose peli si trovavano al lato della strada, tutto sotto forma di uomo. Lo stesso uomo di cui Lanhai aveva tanto parlato nei igorni precedenti: quello che aveva tentato di colpirlo con una freccia. Impossibile da non distinguere.
In base alla posizione del sole non ci volle molto al dannato per calcolare l'ora. Il sangue continuava ad uscire copioso dalla cerita. Gli sarebe bastato non correre o fare movimenti brusci ed avrebbe vinto la partita. Almeno quella.
Si avvicinò traballante all'uomo seduto sul ciglio della strada.
Tu.. Ho sentito parlare di te
La voce roca e monocorde assomigliava a quella dello spettrale guardiano,
almeno per intonazione
Ti andrebbe di riscattare l'onore perso giorni fa?
Lanhai dice che non sei stato nemmeno in grado di sfiorarlo.
Un terribile ghigno gli si dipinse sul volto. Le pedine erano pronte. Il gioco poteva avere inizio.