Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Alley Death

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 26/8/2010, 13:12
Avatar

Artista

·······

Group:
Member
Posts:
5,258

Status:



image
Vico morte. Vico morte è un bel posto, se si trasciano le continue incursioni da perte di banditi e simili. Oh si, non dovete tenere conto neanche degli strozzini ai lati delle strade che mandano in rovina famiglie intere per pochi Gold. Ah, già, neanche dei bambini costretti a rubare per arrivare a fine giornata e che, se vengono beccati, poi non hanno neanche le forze per ritornare a casa.
Emh.. Vi prego anche di non fare caso alle disperate meretrici che incontrerere ai lati della strada, disperate e private di qualunque gioia d aun destino per nulla clemente nei loro riguardi.

No, ripensandoci Vico Morte è un posto di merda.



Utenti: Balmu® vs _Kobi_
Durata: X Post di Presentazione + 5 di Combattimento + X post autoconclusivi per il vincitore dopo il giudizio.
Giudice: Random
Energia: Verde Vs bianca
Clan: Sorya vs Sorya
Limite di Tempo: X gg dall’ultimo post avversario.
Premio in palio: Gloria e fama oltre ogni dire (nulla)
Primo Post: Da decidere
PK: OFF


 
Top
view post Posted on 26/8/2010, 16:51
Avatar

Cardine
·······

Group:
Member
Posts:
7,349

Status:



- 1 -




Tryujne, la città fantasma. In passato, una città dallo splendore paragonabile a quello di ben poche altre, l’ antica capitale dell’ Eden. I vecchi libri di storia la descrivevano come un piccolo paradiso nell’ Eden stesso, piena zeppa di tempi, palazzi, strade e parchi. Doveva essere proprio un privilegio viverci. Ma di Tryujne or ora rimangono solo detriti, una città abbandonata dal mondo stesso, un reietto. Tumuli e rovine. La sua misteriosa decaduta era un mistero per molti, e pochissime persone sapevano cosa fosse successo veramente. Io non credo a nessuna delle tesi che circolano in giro. In fondo se un clan intero è riuscito a far perdere completamente le proprie tracce, perché non può farlo una città? Scomparire nel nulla.
Al posto del cancello d’ entrata, l’ unico varco tra le mura che sovrastavano ancora la stessa città, ora era un piccolo sentiero posto tra due tumuli alti quasi 7, 8 metri. L’ atmosfera cupa che generavano le macerie e quella miriade di tumuli faceva pensare ad una città completamente deserta, ma non era affatto così. Lì viveva ancora qualcuno, ma non era più la dimora degli alti elfi, bensì di ladruncoli, reietti, mendicanti, criminali di ogni tipo e chi più ne ha più ne metta. Era incredibile quanto fosse caduta in basso una città del genere.

Entrai nel piccolo spazio di terreno battito che costituiva l’ entrata principale alla città. Chissà se le altre erano ancora agibili, o erano franate sulla strada stessa. Certo, sapere che non ci fossero vie d’ uscita da una città così tetra ed oscura era tutto fuorché rassicurante, e conferiva un senso di agorafobia. Era facile essere attaccati da qualche banda di malviventi o di mutanti, e perciò continuavo a guardarmi le spalle, controllando che nessuno mi seguisse. Dopo alcuni minuti di cammino in quella che, in un lontano tempo passato doveva essere una strada ben lastricata e che ora era coperta da detriti e macerie, arrivai in quella che doveva essere la piazza principale. Al centro di essa, tetro e minaccioso si ergeva un altro tumulo dalla forma quasi piramidale, composto anch’ esso da sassi e detriti. Abbassai lo sguardo e continuai il mio viaggio.
A volte mi chiedo il perché di questi viaggi, ma poi penso a tutte le cose che mi sarei potuto perdere se non li avessi fatto, e poi mi aiutavano anche a rinforzarmi. Ma pensai che addentrarmi in quella città non sarebbe servito a niente, se non a farmi ammazzare o finire in qualche brutto guaio. Maledissi me e le mie fissazioni, e richiamai Owl da me, congiungendo le mani e soffiando dentro ad un buco lasciato tra i due pollici. Il suono rimbombò tra le pareti, e ripresi il mio cammino. Dopo una trentina di secondi il gufo si posò sulla mia spalla sinistra.
Imboccai un vicolo scuro, e dopo essermi trovato davanti ad un bivio imboccai la strada che dava a destra. Mi trovai davanti alle mura, era un vicolo ceco. Tornai sui miei passi e presi la strada che andava a sinistra, certo di avere trovato una via alternativa. Un altro buco nell’ acqua, visto che il vicolo dirigeva da tutt’ altra parte da dove ero arrivato, e dopo una curva pareva terminare in un altro vicolo cieco. O forse no? Dopo avere imprecato in elfico, dissi ad alta voce:

Dove cazzo sono, in un labirinto?

Le parole risuonarono più forti di quanto credessi. Da dietro un muro che pareva sul punto di cadere, un mendicante mi osservò. La prima forma di vita più o meno intelligente che avessi visto in quella città. Non era completamente disabitata, come speravo. Guardando meglio riuscii a scorgere altra gente, tra elfi, uomini, orchi. Ce n’ era per tutti i gusti. E stranamente non avevo notato che quel vicolo pareva meno decadente degli altri, e le case che si affacciavano sulla strada erano in qualche modo abitate. Mi voltai per imboccare la strada da cui ero venuto, convinto che se non volevo perdermi in quel dedalo di strade e vicoli sarei dovuto sicuramente tornare da dov’ ero arrivato, anche se avevo la possibilità di mandare Owl in perlustrazione, in modo che mi indicasse la via giusta. Ma un’ insegna che penzolava qua e là e che poco prima non avevo notato, attirò immediatamente la mia attenzione. Era arrugginita e le parole erano sbiadite dal tempo, eppure si leggevano ancora alcuni glifi e delle rune elfiche, oltre che all’ iscrizione scritta in umano. “Vico Morte”. Doveva essere stata una città a dir poco multietnica, dato che le insegne erano scritte in molte lingue del continente. Rimasi fermo, come in attesa, ed osservai il paesaggio di desolazione ed abbandono che si presentava davanti ai miei occhi. È strano vedere una città così desolata e percepirne comunque un immagine positiva, proveniente da un lontano passato.
Improvvisamente un bambino mi passò davanti, urtandomi, e per poco non persi l’ equilibrio. Pochi secondi dopo altri bambini, un po’ più grandi mi superarono. Probabilmente stavano inseguendo l’ altro bambino che era appena passato. Uno si fermò, e dopo avermi insultato in un elfico poco corretto continuò la sua corsa. Per poco non persi la calma, e per alcuni secondi pensai a come avrei potuto eliminare quel bambino in un solo, ben assestato colpo. No, non lo avrei fatto. Non ero un assassino. Credevo, o almeno speravo di essere una persona per bene, ed in un certo senso capii la situazione disperata di quel piccolo cucciolo di uomo.

Negli anni avevo imparato a seguire il mio istinto, e a fidarmi quasi cecamente di esso. Perciò senza un motivo ben preciso mi voltai, ripercorrendo il vicolo. E non mi fermai fino a quando non arrivai alla curva, e lì attesi, immobile. L’ istinto mi diceva che sarebbe successo qualcosa, ne ero praticamente sicuro. O almeno questo era quello che credevo. Quindi mi misi da un lato della strada e mi sedetti sul ciglio di essa, guardandomi attorno e riposando un po’.



SPOILER (click to view)

Jace Gearwood

_ ReC-225 _ AeV - 200 _ Perf - 100 _ Perm - 225 _ CaeM - 125 _

Consumo Energia Bianca _ Immenso 48% _ Alto 24% _ Medio 12%, _ Basso 6% _

Status Fisico – Illeso
Energia 100%


AA (Abilità Attive) in uso

/


AP (Abilità Passive) in uso

Abilità Razziale - Empatia animale

Razza nata e evoluta all'interno delle foreste, in contatto con la natura, a sviluppato con essa un'affinità non indifferente, crescendo e rafforzandola.
Alcuni vantaggi non possono essere certo ignorati... ed è per questo che gli elfi, talmente attaccati ai loro beni, sono l'unica classe a poter utilizzare il proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo.
Un'abilità apparentemente inutile, ma che può rivelarsi estremamente pericolosa se si sa potenziare il proprio compagno, insieme a se stessi.
image


Beh, che dire...sono consapevole di stare andando al macello, ma non mi tirerò indietro! :8D: Scusa il post un po’ senza senso, ma cosa potevo scrivere in più? Mi farò perdonare con quelli seguenti.


 
Top
view post Posted on 26/8/2010, 20:54
Avatar

Artista

·······

Group:
Member
Posts:
5,258

Status:


image
image

Shit_Day



Emicrania. Mal di testaMal di testaMal di testaMal di testa. Un maedettissimo, fastidioso e dinutile mal di testa. Conosceva l'origine di tale problema, certo che la conosceva.
Teneva stretti tra le mani numerosi pezzi di carta bianchi. Carte, avrebbe detto. L'unico problema, un grade problema, se state giocando, era appunto il loro colore: bianche. Nessun seme, nessuna macchia, nessuno strappo. Dei rettangoli bianchi che non gli comunicavano assolutamente nulla, incapace come era in quel momento di ragionare.
Davanti a lui un'uomo rideva di gusto, come se si trovasse davanti al famoso re disposto a scambiare il proprio regno per un cavallo. Cosa poteva aver scatenato in loro tanta ilarità? CosaCosaCosa c o s a ? Avrebbe volentieri strappato tutti i denti a quegli stupidi villici, uno a uno, per vederli soffrire e tacere, come è sempre stato nell'ordine delle cose. Non riuscì a sollevare il braccio, attratto prepotentemente dal tavolo. ChesuccedeChesuccedeChesuccede c h e s u c c e d e ?

Allungò con molta fatica una mano in direzione del mazzo. Sfortuna.


La detestava, la tetestava con tutto il cuore. Possibile che, tra tutti i mazzi di carte, sia normali che incantati, il mazzo Sfortuna dovesse capitare proprio a lui? Gli effetti collaterali erano stati evidenti fi dall'inizio: emicranie, incubi e visioni ad occhi aperti, come quella di cui era in balia in quel momento. O almeno sperava che fosse così.
Ricordò le istruzioni. Re di quadri - Epurazione. Da utilizzare in casi disperati, esso funzionava come un potente antidolorifico, ponendo fine in modo immediato alle sue sofferenze mentali. Doveva trovarlo, ma come? Non vedeva i semi. Non vedeva i semi. Non vedeva i..
Cadde dalla sedia e picchiò la testa contro il bancone, situato precisamente alle sue spalle. Il sangue iniziò a scorrere a fiumi, sia fuori che dentro al suo organismo. Stava perdendo. A carte.
Il Suo sangue gli inondò la bocca, rinfrescando così la gola e donandogli una sensazione di piacere. L'odore del liquido, paragonabile a quello dell'argento da lei indossato quella sera. Adorava il suo sapore: era quanto di più vicino al paradiso potesse ricordare.
Quando le aveva piantato i denti nel collo aveva provato un fremito di incommensurabile piacere: dopo tanto cacciare era finalmente riuscito a catturare la sua preda. Ad uccidere la sua preda.
Il gargarozzò iniziò lentamente a bruciare, come se il fluido inghiottito fosse acquasanta e non il sangue da lui tanto bramato. Davanti a lui era proiettata la figura di una donna. Non sua moglie, non la bianca dama. Lei Chi? Non avrebbe saputo dirlo. Semplicemente sapeva che un giorno l'avrebbe incontrata, sapeva che avrebbe dovuto accompagnarla nel suo cammino per aiutarla a crescere spiritualmente.


Mai l'aveva vista, ma già sapeva che sarebbe stata sua.

image


Si svegliò in un vicolo, sudato come poche altre volte. NonricordavaNonricordavaNonricordava. Cosa era mai potuto accadere? Cosa, quel giorno, poteva averlo privato di tutti i suoi soldi? Si, la sacca normalmente stracolma di monete appesa alla cintola era vuota. Il suo cappello, decisamente costoso, visto il materiale di cui era fatto, scomparso con i soldi, probabilmente sulla testa di qualche bizzarro ubriacone, dentro la bisca.
Ecco. RicordiRicordiRicordi. La verità lo investì come un fiume in piena può fare con un edificio. Tutto gli fu chiaro, tutto venne a galla. Le carte, le donne, gli incubi. Aveva perso a carte. Tutta colpa di quel fottutissimo mazzo.
Si tastò la nuca, alla ricerca della frattura riportata prima di svenire. Con suo grande stupore non trovò nulla, solo un brutto taglio che continuava a gridare al mondo il proprio dolore. Sfortuna. Perchè a lui?
Sciolse le cinghie che trattenevano L'Ira alla sua schiena, impedendole di dare retta alle mani di uno sconosciuto. Stordito com'era, gli ci vollero diversi minuti per completare un'operazione che, altrimenti, avrebbe richiesto solo alcuni secondi. Una volta portato a termine il processo di liberazione, si limitò ad usare l'arma come bastone. Lungo quasi come lui, era sufficentemente resistente per essere utilizzato in modo così irrispettoso.
Per risvegliarsi completamente, prese uno dei suoi proiettili e se lo infilò in bocca, a mò di sigaro. Non che avesse un buon sapore; anzi. Tuttavia, quel misto tra acciaio, ottone e polvere da sparo era in grado di fargli rizzare i sensi. Forse per via delle budella che, una volta assaporato tale disgusto, iniziavano a contorcersi vigorosamente. Detestava doverlo fare, ma talvolta era nesessario.
Sputò sangue diverse volte mentre vagava senza una meta precisa all'interno dei vicoli della Città Decaduta. Labirinti senza capo ne coda, strade in cattive condizioni, vicoli ciechi. Tutto, lì, sembrava fatto per rallentare la sua corsa verso un medico.

Città di merda..

La frase risultò poco più che un borbottio confuso alle sue stesse orecchia. Doveva aver subito più danni di quanto in realtà pensasse.
Svoltò a destra e si ritrovò in un vicolo più largo e con qualche lampada ad olio. Finalmente si era messo sulla buona strada. Finalmente avrebbe potuto accelerare il passo. Forse non sarebbe morto dissanguato.
Alzò lo sguardo al cielo, vedendo che il sole era già sorto da tempo. Detestava svegliarsi di pomeriggio: da quando aveva riacquistato l'utilizzo di tutti i sensi non aveva fatto altro che mangiare e bere. Ringraziò il suo dio per quel dono che, con tanta fatica da parte dello stesso, gli era stato amorevolmente concesso. Una proroga. Un Prolungamento dopo il quale sarebbe tornato all'inferno, dove le anime di tutti i dannati dovevano stare. Sarebbe bruciato, si, ma l'avrebbe fatto il più tardi possibile.
Poi qualcosa disturbò il suo campo visivo. Due corna, un bizzarro mantello e numerose peli si trovavano al lato della strada, tutto sotto forma di uomo. Lo stesso uomo di cui Lanhai aveva tanto parlato nei igorni precedenti: quello che aveva tentato di colpirlo con una freccia. Impossibile da non distinguere.
In base alla posizione del sole non ci volle molto al dannato per calcolare l'ora. Il sangue continuava ad uscire copioso dalla cerita. Gli sarebe bastato non correre o fare movimenti brusci ed avrebbe vinto la partita. Almeno quella.
Si avvicinò traballante all'uomo seduto sul ciglio della strada.

Tu.. Ho sentito parlare di te

La voce roca e monocorde assomigliava a quella dello spettrale guardiano,
almeno per intonazione

Ti andrebbe di riscattare l'onore perso giorni fa?
Lanhai dice che non sei stato nemmeno in grado di sfiorarlo.



Un terribile ghigno gli si dipinse sul volto. Le pedine erano pronte. Il gioco poteva avere inizio.

image


Ecco tutto. Ho interpretato il danno basso alla psiche come una perdita/offuscamento dei sensi misto ad allucinazioni :sisi:
Balmur è sporco di sangue e usa il fucile come stampella. A te
 
Top
view post Posted on 27/8/2010, 13:22
Avatar

Cardine
·······

Group:
Member
Posts:
7,349

Status:


- 2 -



Improvvisamente udii alcuni rumori provenire dal bivio da cui ero arrivato. Altri mendicanti? Ladri? Non lo sapevo, ma dovevo assolutamente smetterla di farmi domande. Era un mio gran difetto.
Allungai il collo per vedere tutta la strada, e scorsi avvicinarsi un uomo messo molto male, che si aiutava a camminare con una strana stampella dal colore nero. Il suo andamento incerto faceva presagire qualche sorta di ferita, e la prima cosa che pensai fui che quell’ uomo fosse stato malmenato da qualche banda di criminali.
Provavo un senso di istintivo rispetto verso quell’ individuo, e quando si avvicinò potei scorgerlo meglio. Era eccezionalmente alto, e mentre arrancava teneva gli occhi socchiusi, anche se mi parve di scorgere un riflesso rossastro in essi. La stampella di cui si serviva non era altro che un gigantesco fucile, alto probabilmente più di me. Era vestito quasi completamente di nero, con guanti, stivali, indumenti che parevano tutti fatti rigorosamente di pelle. L’ unico colore in contrasto con tutto quel nero era la camicia bianca, e mi parve di scorgere anche delle macchi di sangu sugli indumenti. Forse le lesioni che lo costringevano ad arrancare in quel modo erano dovute da qualche magia. O forse una maledizione. Avevo imparato a non escludere niente, perchè quello era un mondo pieno di sorprese.
Mi accorsi di avere ancora il cappuccio sulla testa, con tanto di muso e corna. Capii gli sguardi delle altre persone, e probabilmente vestito in quel modo in una città simile mi faceva fare la parte dello scemo. Dovevo essere proprio ridicolo conciato così, ma se quei coglioni non avevano mai visto un druido erano problemi loro. Perciò levai il cappuccio, mostrando la mia faccia ed i miei lineamenti elfici. La maggior parte della gente mi scambiava per un silvano puro, anche se lo ero solo per metà, ma ero sicuro che un occhio attento avrebbe capito oltre che la mia età anche la mia vera provenienza.
Intanto l’ uomo si avvicinava a me, e potei constatare che non mi ero immaginato le macchie dal colore rosso. Pareva sul punto di cedere da un momento all’ altro, ma prima che potessi alzarmi ed aiutarlo, cominciò a parlare, con una voce abbastanza familiare. Disse che aveva sentito parlare di me, e subito dopo mi propose di riscattare la sconfitta di alcuni giorni prima. Quella con Lanhai. Lanhai. Certo! Il guardiano! Un brivido gelido percorse il mio corpo al ricordo di quell' avvenimento. Ma come sapeva quell' uomo del guardiano? E se fosse stato anche lui un guardiano del Sorya? Possibile. In fondo pareva non essere all’ oscuro della verità. E se fosse stato lui stesso un altro pezzo grosso del clan? Beh, era verosimile. Non credo che le voci di un nuovo arrivato e che le testimonianze a caldo di un guardiano arrivassero alle orecchie di tutti. Un altro brivido.
Disse anche che Lanhai aveva detto che non ero riuscito nemmeno a sfiorarlo, ed era vero. Purtroppo. Eppure mi aveva fatto passare.
Mi alzai lentamente, e senza guardare negli occhi quell’ uomo, cercando di mostrare un segno di rispetto nel caso fosse veramente stato un mio superiore cominciai a parlare. Non avrei rivelato subito la mia vera identità, perché penso ancora che la prudenza non è mai troppa.

Buon…buongiorno. Mi dispiace, ma credo di non essere la persona che lei sta cercando. Non capisco a chi si riferisce quando dice Lanhai. Sono solo un povero druido viaggiatore chi si aggira nell’ eden, senza una meta precisa. Le serve aiuto? Sembra conciato male, signore. Dove è diretto? Se posso fare qualcosa per lei, me lo dica pure.

Che figura patetica. Ero un asso a partire con il piede sbagliato con le persone.

Prima ha detto che potevo riscattarmi dalla brutta figura con quel “Lanhai”, vero? Non conosco questa persona, ma cosa intendeva per la parola “riscatto”? Lei non sarà mica…

Quell’ idea balzana abbandonò subito i miei pensieri. Non poteva essere Lanhai travestito, no. Aveva parlato del guardiano come un amico, o meglio, un collega. Attesi alcuni secondi, e pensai bene a cosa fare. Sembravamo soli, in quel vicolo, quindi alzai lo sguardo, incontrando i suoi occhi rossi.

Credo sia inutile fingere ancora. Ignoro come lei sia al corrente di quel combattimento, e non posso negare di aver combattuto con un individuo un paio di settimane fa. Perciò mi dica tutto quello che sa. Voglio vederci chiaro. Lei chi è veramente?

Il mio tono, prima cordiale e pacato si era totalmente trasformato, come il mio stesso atteggiamento, del resto. Percepivo un pericolo, qualcosa stava per accadere. Sapevo anche di non poter competere contro un individuo tale, che anche nelle sue pessime condizioni avrebbe potuto schiacciarmi come un moscerino. Indietreggiai di alcuni passi, e cercando di non farlo vedere allungai la mano sinistra fino alla federa dove c’ era la mia spada, senza però compiere movimenti azzardati. Dovevo prima capire chi fosse quell' uomo.





SPOILER (click to view)

Jace Gearwood

_ ReC-225 _ AeV - 200 _ Perf - 100 _ Perm - 225 _ CaeM - 125 _

Consumo Energia Bianca _ Immenso 48% _ Alto 24% _ Medio 12%, _ Basso 6% _

Status Fisico – Illeso
Status psicologico – irrequieto e leggermente a disagio
Energia 100%


AA (Abilità Attive) in uso

/


AP (Abilità Passive) in uso

Abilità Razziale - Empatia animale

Razza nata e evoluta all'interno delle foreste, in contatto con la natura, a sviluppato con essa un'affinità non indifferente, crescendo e rafforzandola.
Alcuni vantaggi non possono essere certo ignorati... ed è per questo che gli elfi, talmente attaccati ai loro beni, sono l'unica classe a poter utilizzare il proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo.
Un'abilità apparentemente inutile, ma che può rivelarsi estremamente pericolosa se si sa potenziare il proprio compagno, insieme a se stessi.
image


Let’s Go!





 
Top
view post Posted on 27/8/2010, 17:35
Avatar

Artista

·······

Group:
Member
Posts:
5,258

Status:


image
image

Shit_Day





Balbettante. Insicuro. Discreto. Tutte delle pessime qualità per un guerriero. Tutte pessime malattie per un membro del clan. Tutti fastidi per un membro del suo esercito. Un suo sottoposto.
Non che avesse mai pensato agli altri membri del clan in quel modo. Anzi, raramente pensava a se stesso come un membro della gerarchia del Sorya. Tuttavia, vedere quel nuovo arrivato mentire su Lanhai scatenò dentro di lui un moto di rabbia incontenibile. Il sangue iniziò a scorrere più rapidamente all'interno delle sue vene e, di conseguenza, a sgorgare in gran quantità dalla ferita alla nuca. Non che fosse un problema: aveva subito ferite peggiori. Tuttavia la rabia, così come la fretta, è cattiva consigliera.
Continuò ad ascoltarlo anche mentre si offriva di curare la sua ferita e vaneggiava, interrogandosi ad alta voce su chi egli potesse essere. Patetico. Non che egli avrebbe fatto diversamente; tuttavia trovava patetico che un'essere dotato di cappuccio con corna e dalla menzogla tanto facile pensasse ad alta voce. Lo si sarebbe potuto prendere per pazzo!
Poi, come un fulmine a ciel sereno, giunse la verità. Ammise di essere un menzognere. Come se, per capirlo, l'incompreso avesse avuto effettivamente bisogno della sua conferma, finse di essere stupito. Spalancò gli occhi e portò leggermente indietro le spalle. Si morse le labbra fino a fargli perdere quel poco di colore. Nient'altro che un'estremizzazione di quello che sarebbe dovuto essere: sorpreso.
Rimase così, in quella plastica posa, per qualche secondo. Poi, con lo sguardo fisso sullo sconosciuto, scoppiò a ridere. Rovesciò la testa all'indietro, proiettando il cappello lontano almeno un paio di metri. Rise, perchè aveva udito la paura e lo sconcerto nelle parole del giovane. Pianse, perchè lo vide arretrare come se stesse parlando ad un'infetto. Con una rapida passata della lingua su quel bizzarro sorriso eliminò le numerose lacrime cremisi giunte fino a lì, causate da quel forte ed incontrollato riso.

"Perciò mi dica tutto quello che sa"

La voce rodotta ad un'unica nota acuta, atta ad imitare il tono tipico degli isterici. Lo stava visibilmente prendendo in giro, ma non per un qualsiasi motivo voi siate in grado di immaginare: Non lo aveva neppure conosciuto e già lo odiava. Quel folle straccione non meritava una normale conversazione. Oh, no. Gli aveva mentito. Aveva tentato di ingannaro in quella che Il dannato avrebbe potuto ricordare come "La miglior giornata di merda" della sua vita.
Lo fissò con una cattiveria tale da essere addirittura inquantificabile. Se quello sguardo fosse stato dotato di qualche particolare potere, sarebbe stato anche capace di uccidere il giovane avventuriero. Perchè era così che si era presentato, no? Un povero druido viaggiatore.
Senza preavviso alcuno mosse un passo nella sua direzione: un metro e mezzo abbondante. Sarebbe bastato per arrivargli tanto vicino da fargli sentire il calore del suo respiro.

Dovresti stare più attento quando usi l'imperativo, giovanotto.
Potresti erroneamente incappare in qualcuno meno misericordioso di me.
Potresti incontrare..


Inspirò profondamente, come se non lo avesse mai fatto prima.
L'aria bruciava dentro i polmoni: forse le ferite da lui riportate
erano più gravi di un semplice trauma cranico.
Cosa gli avevano fatto mentre giaceva inerme sul pavimento
della bettola?
Il suo sguardò vagò per il vicolo prima di posarsi nuovamente sul druido.
Un sorriso soprannaturale stampato sul volto.

..Un gerarca più importante di me.


Una risata. Un'altra. Possibile che comportarsi in quel modo tanto irragionevole lo facesse stare così bene? Possibile che, dopo tanti anni passati ad essere sempre lo stesso, non si fosse ancora stufato?
Arretrò di tre passi esatti, poi si sedette a terra ed incrociò le gambe. Non guardava il suo avversario, nonostante le sue iridi fossero dirette in quella direizione. No. La sua mente stava vagando in quel terribile abisso che erano i ricordi. Il sapore del Suo sangue aveva riaperto la terza porta. Lo aveva reso debole.
Non era l'acciottolato quello che, con un'aspetto proprio dei bambini, stava fissando. No, era il volto di lei. Le sue labbra carnose. I suoi occhi color del cielo.
Quando parlò, la sua voce risultò più flebile di un sussurro.

Se vuoi riscattare il tuo onore ti conviene batterti.
Se vuoi portare a casa la pelle, ti conviene battermi.



image




Ecco a te. Se vuoi attaccare, attacca: ti cedo la prima mossa.
 
Top
view post Posted on 30/8/2010, 09:51
Avatar

Cardine
·······

Group:
Member
Posts:
7,349

Status:


- 3 -


Allontanai la mano dall’ elsa della spada. Ritenevo che quell’ umano fosse un personaggio troppo eccentrico e stralunato, perciò ritenni sbagliato compiere mosse che poi avrebbero potuto ritorcersi contro me stesso. Un sorriso beffardo mi convinse sempre di più che quell’ uomo si stesse prendendo gioco di me. Voleva farmi arrabbiare, voleva farmi compiere mosse azzardate di cui poi mi sarei pentito. Era questo il suo fine, il suo obbiettivo. No, non ci sarei cascato.
Poco prima gli avevo mentito, dicendogli di non conoscere Lanhai. Eppure sapeva anche lui che a noi, membri semplici del clan, non era permesso spifferare ogni segreto al primo psicopatico che incontravamo sulla strada. Sembrava quasi offeso da quella risposta, tanto che prima aveva finto di essere sorpreso, sfoderando una faccia al limite della finzione. Sì, ormai ero sicuro. Voleva solo farmi perdere la calma. Una mossa inusuale, ed anche un po’ disonesta, ma a lui cosa glie ne poteva importare?
Improvvisamente l’ individuo si avvicinò a me, fino ad arrivare a quasi un metro o poco più di distanza. Sentivo l’ odore del sangue che si stava rapprendendo, e con alcune chiare e concise parole mi avvertì di stare più attento. Disse che avrei potuto incontrare qualcuno di meno “misericordioso” di lui. Deglutii, anche se cercai di non farmi vedere spaventato. Percepivo la sua forza, sempre di più, e quando disse le parole “un gerarca più importante di me” per poco non mi venne un colpo. Mi trovavo davanti ad un mio superiore, ed io ero solamente il sottoposto. Lo supponevo già ma non potevo esserne sicuro. Cercai nuovamente di non perdere la calma ma quell’ uomo, con il suo fare forse troppo spavaldo e sicuro di se, non mi stava a genio. Preferivo un tutt’ altro genere di persone. Cominciavo a fare quello che lui desiderava: irritarmi. Stavo cadendo ingenuamente nella sua trappola, mentre una parte di me cercava di salvare il salvabile, e l’ altra bramava ad uccidere l’ umano, anche se sapeva perfettamente di non poter riuscirci.
Cosa dovevo fare? Mentre mi ponevo queste domande l’ uomo indietreggiò di alcuni passi, e con aria superiore si sedette sulla strada lastricata, non curandosi della mia presenza. Ci stava riuscendo, cominciavo ad arrabbiarmi veramente. Le mie azioni avrebbero potuto non rispondere al mio volere, bastava ancora poco per perdere totalmente la calma. Rideva, rideva proprio come un pazzo.
Volevo rispondere, dire qualcosa, ma sapevo solo che avrei detto qualche frase terribilmente imperdonabile, quindi rimasi in religioso silenzio.

Dopo alcuni secondi in totale assenza di rumori, l’ umano ricominciò a parlare. Disse che se volevo riscattare il mio onore mi conveniva combattere, e che se volevo tornare a casa tutto intero dovevo prima batterlo. Impossibile. O meglio, improbabile, visto che nulla è impossibile. Partivo in vantaggio, anche se non sarebbe bastato per salvarmi. Un mio superiore. Toh, quanto è piccolo il mondo. E da un certo punto di vista, un mio superiore mi aveva ordinato di combattere. Va bene, non me l’ aveva imposto, ma il concetto era lo stesso. Quindi cosa potevo fare?
Innanzitutto mi calmai, e feci un lungo e profondo respiro.

Prenderò quel “Ti conviene combattere” come un ordine, signore. Ma prima potrei venire a conoscenza del suo nome, in modo da rivolgermi a lei nel modo più consono?

Rilassai ogni muscolo del mio corpo, e poi presi l’ arco. Mantenni il contatto visivo con quello che sarebbe stato il mio futuro avversario. Era seduto a terra. Pareva da tutt’ altra parte con la testa, e potevo attaccare immediatamente. Eppure attesi ancora. Sarebbe stato meschino attaccare mentre il mio nemico era seduto a terra, senza un’ apparente possibilità di difendersi o una via di fuga. Ma pareva sicuro di se.
Forse quella frase non era un ordine. Forse era un altro esame da parte del Sorya per poter capire di chi ci si poteva realmente fidare. Quante stupide domande. Troppe per dare una risposta a tutte, e troppe anche per non farlo. Cosa diamine stava succedendo? Uno squilibrato che a quanto sembrava era il mio superiore mi chiedeva di attaccarlo per riscattarmi dalla sconfitta contro quello spirito psicopatico di nome Lanhai. Ma cos’ era veramente il Sorya? Un clan segretissimo o un manicomio? Tutti i personaggi importanti che avevo incontrato fino a quel momento erano…come dire…particolari e fuori dal comune. Avevo ancora dei dubbi su quell’ umano, ma improvvisamente capii.
Mi stava offrendo un’ opportunità speciale, che veniva concessa a pochissime persone. Potevo dimostrare nuovamente cosa sapevo fare, e buttarmi alle spalle la brutta esperienza con il guardiano di alcuni giorni prima. Quell’ uomo voleva solo aiutarmi, testare la mia forza. Ormai non potevo più tirarmi indietro. Sarebbe stato da stolti sprecare quell’ occasione, mandandola in fumo in una frazione di secondo. Dovevo attaccare.

Un ultima cosa. Sei anche tu uno spirito intangibile come il guardiano o posso colpirti normalmente?

Incoccai la freccia, puntai l’ arco e tesi la corda. Tutto in un paio di secondi. Era il momento. Scoccai la freccia.
Quello non era un attacco vero e proprio. Desideravo prima studiare le sue reazioni, e capire qualcosa in più su di lui. Solo dopo avrei cominciato veramente a combattere, e a confrontarmi seriamente con quell’ uomo. La battaglia stava per iniziare.



SPOILER (click to view)

Jace Gearwood

_ ReC-225 _ AeV - 200 _ Perf - 100 _ Perm - 225 _ CaeM - 125 _

Consumo Energia Bianca _ Immenso 48% _ Alto 24% _ Medio 12%, _ Basso 6% _

Status Fisico – Illeso
Status psicologico – irrequieto e leggermente a disagio
Energia 100%


AA (Abilità Attive) in uso

/


AP (Abilità Passive) in uso

Abilità Razziale - Empatia animale
image

Riepilogo – Ti scaglio una banalissima freccia. Tocca a te.

Note – Scusa per il ritardo, ma a parte il week end pieno di impegni, quando avevo finito il post è saltata la luce, e ho dovuto quasi rifarlo da capo. Si comincia a lottare, finalmente! :sisi:






 
Top
view post Posted on 30/8/2010, 18:37
Avatar

Artista

·······

Group:
Member
Posts:
5,258

Status:


image
image

Shit_Day



NonascoltarloNonascoltarloNonascoltarloNonascoltarloNonascoltarlo.
Quante bugie? Quante menzogne? Quante parole buttate al vento?
Non doveva ascoltarlo, No, le sue menzogne gli avevano riempito la testa per troppo tempo. Avevano monopolizzato a sua attenzione troppo a lungo.
Non avrebbe più dovuto sopportare le sue parole, dopo. Le sue bugie sarebbero state spazzate via come foglie dal possente vento.
Il vento, servo a lui ribellatosi. Il vento, amico fedele d'un tratto scomparso senza lasciare traccia.
Ma certo! Era stato lui! Era solamente sua la colpa della sparizione di.. Di..
ColpasuaColpasuaColpasuaColpasuaColpasua.

Come poteva sperare di abbindolarlo? Lui aveva visto tutto quello che d'interessante c'era da vedere.
Ogni aroma aveva annusato e gustato prima di ingerire cii sopraffini che enanche un Re potrebbe permettersi.
Ogni luogo aveva visitato, mantenendone salda la memoria come neanche il più abile degli scribi potrebbe fare.
Ogni regno aveva visitato, prima del loro inesorabile decadimento, ed aveva conservato un loro frammento, come neppure il miglior archeologo avrebbe fatto.
Ogni canzone aveva udito ed alcune ne aveva scritto, con una tale bravura che tutt'oggi, a secoli dalla loro creazione, esse vivono ancora.
Lui era parte di quel mondo, così come quel mondo era parte del suo essere, del suo subconscio.

Lui, immortale nella mente ma anche nel corpo. Immortale fino a che il patto tra il suo salvatore e quella bestia immonda non avesse avuto fine.
Sedeva ancora il dannato, ignorando le parole del giovane ragazzo sconosciuto, a cui mai aveva rivolto la parola. Esremamente loquace.
Forse troppo.
Sapeva cos'era accaduto. Sapeva cosa stava accadendo. Sapeva cosa sarebbe accaduto.
Sapeva cos'era accaduto. Sapeva cosa stava accadendo. Sapeva cosa sarebbe accaduto.
Sapeva cos'era accaduto. Sapeva cosa stava accadendo. Sapeva cosa sarebbe accaduto.
Sapeva cos'era accaduto. Sapeva cosa stava accadendo. Sapeva cosa sarebbe accaduto.
Tutto attorno a lui si era fatto più luminoso ed ovunque posasse lo sguardo vedeva solamente quanto il suo dio voleva che vedesse.
Gioia, giustizia, amore. Un futuro lontano, forse lontano anche per lui.
Adorava pensare di essere eterno, ma non lo era. Oh, no. In realtà, nulla era più lontano da quel concetto quanto lui.
Luiluiluiluiluiluiluiluiluiluiluiluiluiluiluiluilui.

Vide la freccia che lo colpiva, senza tuttavia sentire il dolore. Senza sentire il rumore dell'osso che andava in
M I L L E P E Z Z I
Vide i bambini e le meretrici fuggire in ogni direzione alla vista del sangue che usciva ormai da ogni parte del suo corpo.
T E R R O R I Z Z A T I.
Inutili scarti della società, quelli. Non aveva bisogno dei loro sguardi addosso per combattere.
Non voleva sentire il fiato degli scommettitori sul collo, così come non voleva testimoni.
Ma perchè il dolore tardava ad arrivare? Perchè non sentiva ancora il calore del sangue delle sue mani
e invece riusciva ad udire le parole delle persone ancora lì raccolte?
La risposta arrivò al suo cervello troppo lentamente perchè potesse rilevarsi un'informazione utile:
Una visione.

image

La freccia lo colpì alla spalla con una forza tale da spatterlo a terra supino, proprio ocme un turista che prende il sole.
L'aveva visto, eppure non se ne era reso conto. Lui.. Lo.. A..
PerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèPerchèNon aveva capito. Aveva frainteso?
Aveva frainteso cosa?
Troppodoloreannebiavalamentechefarechefarechefare c h e f a r e?
La testa poggiata a terra ed un rivolo di sangue che partiva da essa. In quel momento, la ferita più pericolosa era quella alla spalla.
Si? No? Forse? Giammai! Il cielo? Le pale della nave senza remi! L'albergo a tokio con quella musica pessima.
Troppo dolore!
Troppo dolore!
Troppo dolore!
Troppo dolore!
Troppo dolore!
Non riusciva a ragionare. Cosa fare, cosa fare? Fuggi scappa che t'acchiappa, qual'è il loro tetro pian..
Mosso dall'istinto sollevò la mano detra ed estrasse l'artefice del suo dolore con un solo, rapido gesto.
Seguì un'urlo, e al termine di esso una fragorosa bestemmia.
La punta dell'arma era rimasta dentro la spalla. Tentò di muoverla.
DOLORE!
Altre urla, altre bestemmie. Che si fosse addirittura piantata nell'osso?

Adesso, piccolo bastardo, cercherò di mostrarti il mio inferno.
Godti il viaggio.


Si alzò, forse più rapidamente di quanto in realtà avrebbe potuto fare.
Dolore, dolore in ogni dove. Non importa.
Non importa.
Non importa.
Non importa!

Avrebbe avuto il suo sangue e nessuno, neanche il Vechciaccio in persona, gliel'avrebbe impedito.
Barcollante, ferito, stanco e provato. Ecco il ritratto della macchina assetata di sangue che si presentava d'innanzi al giovane druido.
Lo sapeva? Non lo sapeva?
Il Folle aveva visto e, per questo, sapeva come agire.
Sguainò la Sentenza con la destra, oramai unico braccio utilizzabile, per poi lanciarsi all'assalto.
La furia oramai palese all'interno dei suoi occhi.
L'odio perfettamente udibile nella sua voce.
La misericordia oramai un miraggio.
La morte evidente sulla sua spada.
Un rapido fendente, dal basso verso l'alto, l'avrebbe ucciso.
Un Flèche lo avrebbe ucciso.. Una volta morto.






image


Jack Balmur Misunderstood

[ReC: 250][AeV: 150][PeRf: 200][PeRm: 250][CaeM: 325]

¤Energia-100%
¤Status Fisico- Taglio sanguinolento alla nuca e punta di feccia nella spalla
¤Status Psicologico- Euforico, persa la capacità di immagazzinare la memoria a breve termine

¤Armi
Tutte
Judgement in mano

¤Tecniche passive o attive
ossessione Divina~
Balmur, accettando di proteggere la giustizia e di favorirne il forso, è entrato in possesso di alcune capacità completamente fuori dal comune. Ad esempio, potrà chiedere l'aiuto del dio che ha giurato di servire durante un combattimento. Dal momento in cui questo contatto verrà attuato gli occhi del dannato si coloreranno di rosso, color del sangue. Da questo momento, il paladino vedrà con gli occhi di Forseti e sarà in grado di scorgere nell'ambiente circostante un'ombra identica al proprio avversario, che ne mostrerà il suo prossimo movimento. Essa può essere utilizzata per evitare un futuro attacco.
Per attivare la tecnica è necessario almeno un secondo di ferma concentrazione.
Se utilizzata per difendersi, la tecnica conta come difesa assoluta. Tutti gli attacchi fisici attuati con questa pergamena attiva, andranno considerati come tecniche di livello Medio. La tecnica resta attiva per due turni compreso quello d'attivazione.


Note -
Non ho il WS, in quanto pe rnulla calmo. Occupo un sollo slot: ogni colpo da me infertoti ( ) è un medio. (Quindi alto). La punta della freccia mi resta nella spalla per via della sfortuna.
Buona fortuna :sisi:

Edited by Balmu® - 30/8/2010, 21:18
 
Top
view post Posted on 7/9/2010, 20:41
Avatar

Cardine
·······

Group:
Member
Posts:
7,349

Status:


- 4 -




Il Dolore. Anche il dolore è un’ emozione essenziale per un individuo. Senza la percezione del dolore gli uomini si spingerebbero oltre il loro stessi limiti, e tutto sfocerebbe nel caos più totale. È giusto provare il dolore perché senza si sarebbe pressoché imbattibili. Ma quella persona, quell’ uomo che mi si presentiva davanti era nettamente diverso dagli altri. Anche lui provava il dolore, ma era come se fosse abituato ad esso. Incredibile.
Il mio attacco era andato a segno, e quella freccia, sospinta da tutte le mie convinzioni si era conficcata in profondità nella carne, provocando un rumore di ossa, tendini e muscoli che si lacerano che avrebbe fatto rabbrividire chiunque. Perfetto. Non potei che gioire, anche se nel profondo della mia mente, per il buon esito dell’ attacco, ed ero quasi sicuro che ormai l’ uomo, scoraggiato avrebbe lasciato perdere lo scontro. Ma dopo quell’ azione non puntavo di certo al perdono. Mi aveva incastrato, ora dovevo vincerlo veramente quel maledetto duello. Mi feci scappare un’ imprecazione che probabilmente raggiunse le orecchie di tutti i presenti, o almeno i pochi rimasti oltre me e l’ uomo. Era bastata quella freccia per far disperdere la folla che poco prima sbirciava con fare curioso da ogni anfratto del vicolo. Grida e pianti. In pochi secondi ancora il silenzio.

L’ uomo urlava in preda al dolore straziante. La freccia aveva adempito egregiamente il suo compito, e mentre un braccio si sollevò per estrarla, intimai ad alta voce all’ individuo di non farlo. Avrebbe potuto comodamente causare un’ emorragia, ma era anche vero che con una freccia nella spalla non poteva contrattaccare. Non poteva combattere. Ecco cosa voleva fare, vendicarsi. Perciò con un movimento rapido e piuttosto preciso la tirò fuori. O almeno ci provò, con risultati molto scarsi. Un altro urlo di dolore, ed osservai sbigottito la freccia. Anzi, la sua metà, perché la punta era rimasta conficcata nella carne. Toh, che sfortuna. La parola giusta. Quando provò a muovere il baraccio e bestemmiò mi convinsi, oltre di avere esagerato, che quel duello volgeva già al termine. Riappesi l’ arco alla cintola, mentre Owl riprese a svolazzare qua e la, posandosi sull’ insegna del vicolo. Sì, era finita.

Stavo per girarmi e tornare da dov’ ero arrivato. Una mossa stupida, sì. Dallo sguardo del mio avversario intuii che lo scontro non era ancora finito, e che non voleva lasciar perdere. Non ostante la sua mole, l’ uomo rivelò di essere molto agile quando con un unico movimento estrasse il suo lungo stocco, si rialzò e menò un veloce fendente diretto fino a me. Forse troppo agile. Non feci nemmeno in tempo ad estrarre il gladio e parare il colpo, e forse nemmeno quella mossa sarebbe servita. Mi aveva colto completamente impreparato. Ed io non potetti fare altro che osservare la lama dirigersi dal basso all’ alto fino a me, ed incassare il colpo.
In quegli istanti parve di vivere a rallentatore. La lama penetrò nella carne all’ altezza della mia anca, mentre io facevo per proteggermi con le braccia. Il freddo metallo continuò il suo percorso arrivando fino al diaframma, proprio mentre io mi buttavo indietro per cercare di non farmi ammazzare. Se non lo avessi fatto esso sarebbe arrivato fino al collo. Vidi lo stocco fuoriuscire dalla carne, ma esso non si fermò fino a quando non arrivò al braccio sinistro ancora piegato in avanti, ed altro sangue si sparse sul terreno.
Merda
Il mondo si fece sempre più cupo, mentre cadevo all’ indietro e con la mano destra cercavo di atterrare al meglio. Caddi a terra con un tonfo.
Merda
Il sangue caldo cominciava a scorrere su tutto il mio corpo, arti inferiori esclusi.
Merda
No, non poteva finire così. L’ avrebbe pagata cara quel bastardo. Lo avrei impalato vivo, ed avrei dato il suo cadavere in pasto ai corvi. Non mi rialzai, ma da terra risposi comunque a quell’ affronto. Come dal nulla, due spuntoni di roccia perforarono il pavimento lastricato, e crebbero molto velocemente in senso trasversale al terreno. Uno partiva dalla destra dell’ uomo, e l’ altro dalla sinistra. Erano entrambi diretti verso il suo costato. Non aveva scampo. Vendetta.







SPOILER (click to view)

Jace Gearwood

_ ReC-225 _ AeV - 200 _ Perf - 100 _ Perm - 225 _ CaeM - 125 _

Consumo Energia Bianca _ Immenso 48% _ Alto 24% _ Medio 12%, _ Basso 6% _

Status Fisico – Taglio profondo al bacino (medio) e altro taglio al braccio (basso)
Status psicologico – Dolorante ed in preda alla rabbia.
Energia 76% (100-24)


AA (Abilità Attive) in uso

Manipolazione del Terreno, AA Personale, Variabile

Grazie a durissimi anni di allenamento, ora Jace riesce a controllare il terreno che lo circonda a proprio piacimento, creando barriere, rialzamenti, colonne di roccia, sismi e frane. Il terreno che il Druido riesce a controllare è solo quello che lo circonda nel raggio di alcuni metri (circa 8), e per attivare l' abilità il druido, senza particolari tempi di concentrazione non deve nemmeno deve venire a contatto con il terreno. Da quell' istante la terra impiega poco più di un secondo prima di modificarsi completamente e raggiungere la forma desiderata dall' elfo.
Jace riesce a controllare qualsiasi tipo di terreno, da quello roccioso a quello vulcanico, con qualche eccezione, come il terreno eccessivamente sabbioso o troppo friabile.
Il consumo speso per questa tecnica dipende dal tipo di magia che il druido evoca, e di come la utilizza.



AP (Abilità Passive) in uso

Abilità Razziale - Empatia animale
image

Riepilogo – In pratica subisco il colpo (anche se parzialmente, avendo dei riflessi che me lo permettono, o almeno credo) e poi da terra contrattacco con un consumo alto. Enjoy.

Note – Mi scuso nuovamente per il ritardo. In questi giorni sono molto impegnato. Scusa.



 
Top
view post Posted on 11/9/2010, 17:42
Avatar

Artista

·······

Group:
Member
Posts:
5,258

Status:


image
image

Shit_Day



Colpito
e affondato?
No.
NoNoNoNoNoNoNoNoNoNoNoNoNo.
Il fendente, impietoso della vita come solo un'uomo può essere, si era fatto strada
tra le carni dell'avversario con insana efficienza.
Oh, si, poteva sentire il sapore del sangue proprio come se lo stesse bevendo.
Caldo, dolce sangue di un nemico la cui morte è stata a lungo agognata.
Sangue di un'uomo capace di annientare popoli e imprtire ogni genere di sofferenze.
Fluido vitale di un'essere che la vita non la merita affatto.
Nettare degli dei, che dei non sono o non esistono. Che stanno a guardare
simili massacri e a fare la loro puntata.
Kvasir non è ammesso al centro scommesse: l'ultima volta è stato
beccato mentre mischiava le carte a Loec.
Dei, buffe creature capaci di creare il mondo e i saldi principi
che animano gli essere viventi senza tuttavia essere in grdo
di controllare le loro azioni o il modo in cui tali ideali
vengono interpretati.
E' colpa grazie a loro se concetti come l'onore
e la giustizia sono in grado di dare adito a terribili guerre.
Se persone come L'incompreso aveano la possibilità di divertirsi.
MorteMorteMorteMorteMorteMorteMorteMorteMorte

Si, poteva sentire il dolore.
Poteva provarlo.
Poteva sentire la pelle lacerarsi e i muscoli venire recisi
da quel verdetto, quella Sentenza che tanto desiderava impartire.
Poteva percepire il disagio e la frustrazione come se fossero sue sensazioni.
Poteva essere, come poteva non fare o immaginare.
MORTE
Poteva ridere al pensiero di quello sciocco che per primo aveva osato attaccare.
Poteva ringraziare quelle farlocche divinità che, in momenti come quello, stavano
semplicemente a guardarli.
MORTE!
Poteva sentire il dubbio come se fosse una presenza palpabile.
Poteva respirarlo, assaggiarlo e toccarlo.
Ucciderlo o risparmiarlo?

image

Gi occhi spalancati e lucidi come solo i suoi potevano essere.
Come solo quelli di un folle potevano essere.
Lo vide indietreggiare e schivare il Flèche che con tanta
cura ed affetto gli aveva spedito. Amorevolmente.
Perchè quel bastardo non era morto?
Perchè non cadeva a terra, dolorante e morente?
Perchè non stava strisciando verso i suoi piedi, implorando pietà?
Perchè dal terreno erano fuoriusciti due enormi stalagmiti di pietra, dirette verso di lui?
Sarebbero state gentili con lui?

Non poteva rimanerci secco. Non in quel modo.
Non trafitto da una maledettissima lancia di pietra.
No, no e NO!
L'avrebbe fregato, lo avrebbe distrutto!
Avrebbe utilizzato quel'attacco a suo vantaggio, per poi deriderlo fino
a fargli sanguinare i timpani.
Avrebbe giocato a carte sul suo cadavere. Oh, se lo avrebbe fatto.
Una colonna di cerà si creò sotto ai suoi piedi, salendo verso l'alto ad una velocità
appena sufficiente a superare quella dei due punteruoli avversari: non venne colpito, non venne
scalfito.
Ebbe salva la vita anche quella volta, grazie alla sua amata, preziosa e candida principessa.

Durò poco. Anzi, non durò niente.
Appena le due lance toccarono il suo piedistallo, questo diede segno di voler cedere. Di volerlo abbandonare.
Non si fermò neanche per spiegargli che non era momento per fare i capricci: avrebbero parlato dopo.
Al momento, aveva un'altro problema.
Saltò proprio quando la struttura da lui creata aveva iniziato a cedere. Saltà, spada alla mano.
Saltò, impugnandola con entrambe le mani e la lama rivolta verso il basso.
Saltà, vedendo quello che sarebbe accaduto.






image


Jack Balmur Misunderstood

[ReC: 250][AeV: 150][PeRf: 200][PeRm: 250][CaeM: 325]

¤Energia-100% -20 (del turno precedente, sry) -20 = 60%
¤Status Fisico- Taglio sanguinolento alla nuca e punta di feccia nella spalla
¤Status Psicologico- Euforico, persa la capacità di immagazzinare la memoria a breve termine, capace di incredibili divagazioni mentali.

¤Armi
Tutte
Judgement in mano

¤Tecniche passive o attive
ossessione Divina~
Balmur, accettando di proteggere la giustizia e di favorirne il forso, è entrato in possesso di alcune capacità completamente fuori dal comune. Ad esempio, potrà chiedere l'aiuto del dio che ha giurato di servire durante un combattimento. Dal momento in cui questo contatto verrà attuato gli occhi del dannato si coloreranno di rosso, color del sangue. Da questo momento, il paladino vedrà con gli occhi di Forseti e sarà in grado di scorgere nell'ambiente circostante un'ombra identica al proprio avversario, che ne mostrerà il suo prossimo movimento. Essa può essere utilizzata per evitare un futuro attacco.
Per attivare la tecnica è necessario almeno un secondo di ferma concentrazione.
Se utilizzata per difendersi, la tecnica conta come difesa assoluta. Tutti gli attacchi fisici attuati con questa pergamena attiva, andranno considerati come tecniche di livello Medio. La tecnica resta attiva per due turni compreso quello d'attivazione.
ULTIMO TURNO

Controllo elementale della cer, consumo alto.

Note -
Allora, anche qui utilizzo un solo slot tecnica riuscendo comunque a mettere in piedi una sorta di strategia basata sul tuo attacco: Sotto i miei piedi si crea una colonna di cera che mi porta molto in alto (permettendomi di evitare i tuoi punteruoli). Quando questi la raggungono, si spezza com'è ovvio pensare. Balmur allora salta e cerca di atterrarti in testa (danno medio, ultimo turno di preveggenza).
Buona fortuna :sisi:
 
Top
view post Posted on 13/9/2010, 13:25
Avatar

Cardine
·······

Group:
Member
Posts:
7,349

Status:






- 5 -




Cera. La stessa cera con cui sono fatte le candele. Con chi diavolo avevo a che fare? La cera però non scaturì direttamente dall’ uomo, ma dal terreno, formando una colonna per scampare dall’ attacco. Stupida cera. Nell’ istante prima dell’ impatto con le due stalattiti, se quell’ individuo avesse improvvisamente preso fuoco, beh, in quel caso l’ inusuale composizione sarebbe apparsa simile a una candela gigante. E maledissi me ed il mondo intero per non averlo potuto fare in quel preciso istante.
L’ impatto fu catastrofico. La cera si sgretolò in una manciata di secondi, lasciando spazio solo ai due spuntoni di terra. Ma dov’ era l’ umano? Guardai immediatamente in alto. Si era salvato. Era riuscito a saltare con un tempismo pressoché perfetto, e quel tempismo impeccabile ora gli permetteva di contrattaccare. Merda.
Notai qualcosa di diverso nei suoi occhi, come se fossero pervasi da una sfumatura nettamente diversa. Ma naturalmente non potetti osservare molto altro, perché un passo scatenato mi stava piombando addosso nel tentativo di infilzarmi la testa come se fosse stato un pezzo di carne su di uno spiedino. Quell’ uomo voleva ammazzarmi, poco ma sicuro. Forse per la mia insolenza, forse per vendicarsi. Beh, se non avessi fatto qualcosa e subito ci sarei rimasto secco veramente. Era troppo veloce per parare il colpo, quindi decisi di farlo almeno in modo parziale. Ero ancora a terra, nel tentativo di alzarmi e dovetti riusare la stessa tecnica di poco prima.
Mancavano un paio di secondi all’ impatto fatale. Sfruttando la forza di gravità l’ uomo si stava dirigendo verso di me a velocità sovrumana, spada puntata verso di me.

Due secondi

Dalla terra sotto i miei piedi cominciò a crescere un muretto di terra dallo spessore di una spanna o poco più, che crescendo trasversalmente alla strada mirava a generare una protezione da quell’ attacco, una specie di tettuccio sopra di me.
Non poteva funzionare, l’ uomo era troppo veloce

Un secondo

Entravo già nella mentalità di subire il colpo. Quel muretto non sarebbe servito a nulla, solo a non farmi cadere l’ uomo addosso, ma non sarebbe comunque riuscito a fermare la spada.
Non poteva funzionare, il muro era troppo lento.

Zero secondi

L’ uomo atterrò sul muro, senza cadermi addosso, ma quella piccola parete era arrivata a coprirmi fino all’ altezza del collo. E lo stocco non accennava a fermarsi. Dannazione. Cercai di rannicchiarmi sotto la parete, ma l’ uomo pareva sapere le mie mosse prima che io le compissi.
Una sensazione di bruciore proprio dietro la nuca. Il mondo si fece sempre più scuro.
Fui colto dal panico. Non potevo muovermi, non potevo vedere, non potevo sentire. Ero morto? Imprecai, anche se dalla mia bocca non uscì una parola. Quella sensazione durò per un altro paio di lunghi e strazianti secondi, quando alla fine, infondo a tutto quel nero apparve una fioca e pallida luce. Stavo morendo. E non dovevo per nessun motivo avvicinarmi alla luce. Dovevo stare lontano. Strinsi i denti, ed imprecai nuovamente.
Un momento! Avevo stretto i denti. Ero riuscito a stringere i denti! E l’ imprecazione era risuonata lontana, da qualche parte, ma non solo nella mia mente. La luce si fece sempre più forte. Sentivo il freddo terreno sulla guancia, e la solita sensazione di bruciore dietro la nuca. Ora vedevo, sentivo, potevo muovermi e parlare. Ora quell’ uomo non aveva scampo. Sgusciai fuori da quella fottuta nicchia di terreno che non era riuscita a proteggermi, e mi alzai a fatica. L’ uomo era lì, sopra la piccola parete, e la sua spada era intinta di sangue. Del mio sangue. Tastai con la mano la ferita. Un urlo di dolore. Era più grave e profonda di quanto pensassi, e per poco non aveva perforato l’ osso. Pochi centimetri a destra e non sarei stato così fortunato. Sputai per terra un misto di saliva e sangue, ed osservai il mio avversario. Impavido e sicuro di se, oltre che incazzato nero.
Le ferite sanguinavano copiosamente, più di tutte quella sulla testa, ma non mi diedi assolutamente per vinto. Volevo, anzi Dovevo fargliela pagare cara. Perciò incoccai una feccia, e dopo di ché evocai con un cenno della mano destra un falso serpente lungo un paio di metri dal colore marroncino, con qualche foglia qua e la, simile ad un rampicante ma totalmente naturale. Esso si sotterrò immediatamente, dopo aver schioccato la coda come una frusta, e quando fu del tutto sotto terra incoccai una freccia. L' avrebbe pagata caro quel bastardo, poco ma sicuro.
Guardai bene il mio obbiettivo e cominciai a tendere la corda, prima lentamente, e poi accelerai il procedimento. Il mio obbiettivo erano i suoi legamenti tra le articolazioni, in modo da rallentare i suoi movimenti, perciò focalizzai l' attenzione sul ginocchio destro.
Alzai l' arco e lo puntai accuratamente, non badando al tempo che passava. Non serviva. Il braccio produsse qualche fitta, ma cercai di non badarci e scoccai la freccia. Subito dopo ne incoccai un altra, ma non servì scoccarla. Appena dopo l' attacco del dardo, da sotto i piedi del pazzo spuntò il serpente, che aveva scavato sottoterra fino a giungere al mio nemico, con l' obbiettivo di stritolarlo, e poi ucciderlo.
Sospirai, cosciente che quell' attacco avrebbe generato altro odio, e quindi un contrattacco, ed il combattimento sarebbe finito solamente quando la catena di vendetta sarebbe stata spezzata da qualcuno di noi due. Io ero un druido, non un combattente. Io dovevo viaggiare, non scontrarmi con altra gente. Promisi a me stesso che quello sarebbe stato l' ultimo duello. Poi sarei partito ed avrei attraversato il mithgrad, fregandomene di tutto e di tutti, me ne sarei andato.





SPOILER (click to view)

Jace Gearwood

_ ReC-225 _ AeV - 200 _ Perf - 100 _ Perm - 225 _ CaeM - 125 _

Consumo Energia Bianca _ Immenso 48% _ Alto 24% _ Medio 12%, _ Basso 6% _

Status Fisico – Taglio profondo al bacino (medio) altro taglio al braccio (basso), profonda ferita alla nuca (medio alto).
Status psicologico – Pensieroso
Energia 46% (76-6-24)


AA (Abilità Attive) in uso

Manipolazione del Terreno, AA Personale, Variabile

Rampicante strisciante: La natura è la migliore amica di qualsiasi druido, e questa tecnica ne è l'ennesima dimostrazione. Dopo qualche attimo di concentrazione, infatti, l'incantatore evocherà accanto a se un rampicante strisciante - una creatura simile a un serpente (ma completamente naturale) che si muoverà sottoterra come fanno le più comuni radici, dopo aver dato uno schiocco di coda verso l'alto, in modo che l'avversario possa accorgersi del suo richiamo. Successivamente, la propaggine si allungherà nella terra sotto i due contendenti fino a sbucare da sotto il nemico del druido, nel tentativo di stritolarlo nella sua morsa e ferirlo per quanto più possibile. Dopo aver attaccato - il rampicante può provocare comunque un danno massimo pari ad Alto - o al termine del turno, la radice svanirà nel nulla, sbriciolandosi e tornando alla stessa terra che l'ha generata.
Consumo di energie: Alto

AP (Abilità Passive) in uso

Abilità Razziale - Empatia animale
image

Riepilogo- mentre tu sei in volo evoco a consumo basso un piccolo muretto di terra che cresce quasi parallelo al terreno, e che quindi non ti permette di saltarmi addosso. l' attacco va a segno, e mi procura un danno medio-alto. Per un paio di secondi perdo anche i sensi, ma poi scivolo fuori dalla nicchia e contrattacco evocando il rampicante. Mentre il serpentello è "da basso" io scocco una freccia diretta verso la tua gamba, e subito dopo il rampicante prova ad attaccarti. End.

Note- spero di non aver tralasciato imprecisioni e vuoti. Ora tocca a te.



 
Top
9 replies since 26/8/2010, 13:12   183 views
  Share