Dorhamat

« Entrare a Dorhamat è facile. Uscirne è difficile. Uscirne tutto d'un pezzo? Impossibile. »
Dorhamat è considerata da tutti la peggiore delle città libere: una popolosa città portuale che si affaccia sull'oceano di Zar dalla più grande isola di un vasto arcipelago. Con le sue insenature e data la posizione geografica strategica, si è profilata sin dagli albori della civiltà locale come il perfetto approdo per le rotte commerciali prima e per i bucanieri poi, che hanno preso a tormentare mercanti e viaggiatori.
È difficile dire chi comandi a Dorhamat. Ufficialmente il potere starebbe nelle mani degli Onesti, un corpo di polizia costituito da ammiragli corrotti da corsari e pirati, sempre pronti a condividere con loro parte degli illeciti e dei bottini. Ne consegue che la città prospera grazie alla gestione profittevole ma criminosa da parte di individui poco raccomandabili. Per questi motivi è divenuta una Mecca per avventurieri e briganti, canaglie e truffatori. Avventurarsi tra le sue vie disarmati si rivela una scelta poco saggia nella maggior parte dei casi, poiché in esse si consumano i più efferati crimini: traffici di donne, droghe, merci rubate e quant'altro. Tra le catapecchie di legno marcito riciclato da navi affondate e i moli di pietra incrostata vagano prostitute, assassini, mendicanti e cani sciolti di ogni genere.
L'arcipelago da cui prende il nome la città è anche peggio: si vocifera di cannibali, bestie feroci e dèi vendicativi nascosti negli anfratti e nelle cale più celate delle varie isole. I marinai raccontano di mostri marini in grado di inghiottire intere navi, di nebbie che fanno impazzire gli uomini, di orizzonti che cambiano durante la notte, di streghe indigene che cucinano gli uomini... e si sa: le leggende hanno sempre un fondo di verità.