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Il Raccolto, prologo

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Orphen`
view post Posted on 15/11/2010, 13:38




Il Raccolto.
prologo

« Ultimamente ho avuto modo di studiare dei particolari semi, per questo ringrazio il dottor Sheffard che mi ha portato dei campioni in ottime condizioni; qui di seguito ne elencherò le proprietà, sia esterne sia interne. Esternamente si presenta come ogni altro seme di origine vegetale: il colore è nero lucido, molto scuro, la grandezza si aggira sui 5-6 cm e in particolari condizioni di luce si possono vedere le venature biancastre al suo interno. Passo ora alla dissezione, descriverò con la maggior cura possibile ciò che troverò al suo interno. Con un bisturi vado a incidere nel "ventre", se così vogliamo chiamarlo, del seme per studiare l'embrione, in altre parole, come sarà il fusto nei suoi primi anni di vita: questo è davvero strano, pare, infatti, che la pianta al suo interno... secca?! L'unica foglia già presente è tutta rinsecchita e il fusto si presenta tutto nero e bitorzoluto, sembra possa rompersi da un momento all'altro. Ehm non penso di voler continuare, credo... che completerò quest'analisi in un altro momento. »

Tratto da "Alterazioni genomiche del mondo vegetale"
del dottor Stuart.


Sbam!

La logora porta del bar si aprì con violenza e sull'uscio si stagliò l'ombra di un uomo dai lunghi capelli color smeraldo, le folate di vento e neve dietro gli facevano da sfondo. Una scena cui gli abitanti di Dorham erano più che abituati. L'uomo, l'elfo per essere più precisi, entrò con sicurezza richiudendo la porta dietro di lui, impedendo che freddo e neve entrassero. Tutti gli ubriaconi, con i volti impregnati di grasso, vomito e alcol, si voltarono per pochi secondi verso il nuovo cliente; all'apparenza non sembrava il solito reietto che affogava gli incubi in un bagno di brucia budella, ma gli abiti potevano ingannare anche il più acuto degli osservatori. Tutti a Dorham sapevano che è meglio non fissare qualcuno per più di cinque secondi, se non si vuole avere un buco in fronte o un coltello nel cuore. Voltarono tutti la testa e tornarono ai loro boccali, mentre l'attraente giovane si avvicinò al bancone. Si sedette accanto all'unico che sembrava ancora sano di mente.

« Siete voi il dottor Peterson? »

Il vecchio era ricoperto da una folta barba bianca e il tempo ne aveva decimato il viso, costellato di rughe e lividi; ematomi all'altezza degli occhi e sulla narice destra indicavano che era stato coinvolto di recente in qualche rissa. Non assomigliava per niente alla foto che Vincent aveva trovato. Sospirò l'anziano, tossì e si schiarì la voce.

« Da quanto tempo non sentivo questo nome. Sì, sono io, cosa volete da un reietto come me? »

Vincent non parlò, limitandosi a passargli un seme totalmente nero. Alla vista di quel piccolo vegetale, Peterson, sbarrò gli occhi cercando di spostarsi indietro, rischiando anche di cadere dallo sgabello.

« C-come fa ad avere uno di quei... così?! »

« Non si preoccupi, so bene di cosa è capace questo piccoletto. »

Il dottor Peterson si guardò attorno con aria spaventata, le mani tremavano, non che sia strano a Dorham, ma lui non sentiva freddo. No, stava tremando per la paura. Con lo sguardo cercò la porta ma non ebbe il tempo di fare un passo che Vincent gli fu dietro, intimandogli di risedersi e di non attirare eccessivamente l'attenzione. Il dottore ubbidì sentendo l'affilata punta del coltello che gli premeva sulla spina dorsale.

« Se sa già di cosa è capace questa diavoleria, perché è venuto a cercarmi? Lavora forse per qualcuno? Per quei mostri, quelli che sorvolano l'Akerat?
E non mi riferisco al Goryo.
»

Vincent alzò il sopracciglio sentendo le parole di Peterson, ma non badò molto alle sue farneticazioni riguardo a una qualche sorta di nave che dovrebbe sorvolare l'Akerat, forse frutto di qualche bicchiere di troppo.

« Non so di cosa stia parlando e non m’importa. Sono un membro del Goryo, se questo può rasserenarla. Tornando al seme: io sono già entrato a contatto con questi piccoletti, anche se in maniera meno diretta. »

« Capisco, qualcuno che era affetto dal morbo e che l’ha passato a voi in punto di morte. Sì, io e il mio collega stavamo lavorando proprio a questo tipo di mutazione. Il seme necessita di- »

« Non m’importano le vostre considerazioni scientifiche, voglio solo trovare una cura! »

« Cura? CURA?
AHAHAHAH!
Siete un pazzo, il morbo vi ha già rovinato il cervello!
Siete pazzo, pazzo, pazzo, pazzo, pazzo! Siamo tutti pazzi, ma non ce ne rendiamo conto. Per noi la pazzia è la normalità e chi etichettiamo come pazzo è in realtà normale!
Ihihihih
»

Il dottor Peterson ormai era andato, la pazzia aveva preso il sopravvento sulla sua povera, debole e fredda mente. Una persona così intelligente alla fine è caduta nel profondo baratro della pazzia, e Vincent non aveva ancora trovato una cura. Mentre il dottore era intento a dondolarsi avanti e indietro, Vincent notò un taccuino di pelle nera nella tasca della giacca. Lo prese e lo sfogliò rapidamente, era il diario di Peterson quando ancora era sano di mente.

« Grazie mille Doc, questo mi sarà molto utile. »

E l'elfo se ne andò, lasciando dietro di se il dottore, la sua pazzia e il seme del male.

image
SPOILER (click to view)
Summary ~

Una piccola scena, necessaria per l'incipit di alcuni miei progetti futuri e collegata direttamente ai cambiamenti di Kikyo.

 
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