Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Back in Black - Meditation, Aang vs Alphred Soren

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view post Posted on 25/11/2010, 17:57
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Duello Ufficiale

Back in Black - Meditation


Alphred Soren vs Aang
Hole vs PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
2 post di presentazione
4 post di combattimento
PK, mutilazioni, furto e ricompensa OFF
Tempo di risposta illimitato
Primo post di Aang

Dorham, tardo pomeriggio

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Edited by Høle - 8/12/2010, 21:00
 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 27/11/2010, 02:22




SPOILER (click to view)
Parlato Aang
Pensato
Altro



Dorham, Via Principale.

Prime luci dell'alba.



Pat Pat Pat Pat



Rumore di passi. Silenzio. Rumore di passi. Silenzio. Rumore di passi.




Così avanzava Aang per la strada acciottolata alla bell'è meglio, fermandosi spesso e guardandosi attorno, gli occhi scuri spalancati in un'espressione meravigliata, la bocca obliqua in un'espressione di disprezzo. Alzava spesso lo sguardo, scrutando le alte abitazioni, le locande, i bordelli, i covi dei mercanti e le botteghe decadenti, illuminato dalla luce chiara e limpida del mattino, che allungava la sua ombra per molti metri dopo di lui. Camminava a passo lento, posato, senza fretta, osservando i dettagli e imprimendoli nella sua memoria, con l'intensità di un giovane preda della nostalgia che guarda per l'ultima volta la sua casa, prima di uscire a scoprire il mondo.




P R R R




Un gatto ozioso, sbucato con grazia felina da un vicolo laterale, si avvicinò al ragazzo, strofinandoglisi contro e facendo le fusa. Era il primo essere vivente che vedeva dal suo arrivo, e la sua bocca si allargò in un fanciullesco sorriso, mentre osservava con curiosità il suo corpo flessibile e fulvo. Si abbassò per dargli una carezza sulla testa, che il gatto accolse allungando il collo con un miagolio sommesso. Si rialzò, tornando a guardarsi attorno: si iniziavano a sentire finalmente i primi segni di vita, il sommesso russare - per modo di dire - veniva via via sostituito dai classici rumori casalinghi, da qualche imprecazione sporadica e dalle urla infastidite di una prostituta svegliata malamente.


Si avviò per il vicolo da cui era uscito il suo felino amico, cercando un posto tranquillo dove riposare e dove trovare un pò di quiete senza nessuno che lo disturbasse: aveva sentito delle voci durante il viaggio sull'atroce fine che facevano gli stranieri in quella "ridente" cittadina. Trovò infine una zona ombrosa, non troppo sporca ma soprattutto tranquilla, e continuò a inoltrarsi nel vicolo finchè dalla strada principale non arrivò altro che un brusio confuso. Si mise comodo in un angolo e si sistemò per stare lì per molto tempo: sapeva che il motivo per cui era arrivato in quel posto schifoso non usciva che alla sera, per andare in una delle peggiori bettole della città a consumare alcolici e a sprecare soldi in puttane.




Dorham, Via degli Speziali.

Pomeriggio, ore 16:00




Aveva lasciato il suo nascondiglio pochi minuti prima per studiare la zona e memorizzare i nomi di quelle bettole, per facilitare il suo compito. Sbuffò appena, annoiato dai suoi doveri, ma determinato a portarli a compimento: raccogliere informazioni non era proprio il suo campo, ma non per questo sarebbe venuto meno a ciò che gli era stato ordinato. Al suo naso arrivò l'odore acre di una bottega di spezie e stupefacenti, pochi metri davanti a lui. Vide il mercante contrattare il prezzo di una piccola boccetta di vetro ambrato con un giovane emaciato e vestito con pezze rattoppate. Il dialogo tra i due - sempre più aspro - attirò la sua attenzione, facendogli rallentare il passo. Ad un certo punto l'uomo, probabilmente un drogato in astinenza, prese la boccetta dalle mani del mercante e fuggì, rapido come il vento. Aang si lanciò senza pensarci al suo inseguimento, non badando alle imprecazioni oscene dello speziale dietro di sè. Inseguì il ladro per vicoli e vicoletti, sempre più stretti e puzzolenti, dando fondo a tutta la sua velocità, ma invano. Vide per un attimo la sua sagoma sparire sulla soglia di una rampa di scale, poi lo perse completamente di vista. Arrivò ansimando fino al primo gradino e guardò dietro di sè.



«Oramai mi son perso, tantovale salire, almeno avrò una vista completa della città.»




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Disse tra sè, aggrottando il tatuaggio sulla fronte in modo buffo, in un'espressione che denotava tutto il suo fastidio per aver perso di vista il ladruncolo. Tornò a guardare le scale, che salivano per molti gradini verso l'alto. Cercò di vedere dove portavano, ma una leggera curva verso destra glielo impediva, inducendolo a iniziare la salita. I gradini erano scheggiati ed erosi dal tempo e dall'uso passato, e un gran numero di muschi verdi avevano trovato un posto d'onore sulle pareti che sovrastavano la scala di pietra. Salì con calma i gradini, riprendendo il fiato sprecato, contando i passi per distrarsi man mano che saliva.


«Novantotto, Novantanove e.. Cento!»



Una distesa di tetti di legno, metallo contorto, roccia e altro facevano da pavimento al cielo sconfinato. Lassù era come vedere un'altra città, completamente disabitata e accessibile solo da punti segreti tra i vicoli, o almeno così gli piaceva pensare. Fece qualche cauto passo su quelle superfici poco stabili, guardandosi attorno: il ladro poteva essere ovunque, oramai. Scosse appena il capo, rassegnandosi al fallimento, ma rendendosi conto subito conto della tranquillità del posto: senza saperlo, il furfante gli aveva fatto un grande favore, quello era un gran posto dove meditare indisturbati! Sorrise compiaciuto della sua fortuna, poggiò il suo fagotto accanto a sè, si sistemò a sedere e si preparò alla meditazione, in pace col mondo e - chissà - anche con sè stesso.



SPOILER (click to view)
Specchietto riassuntivo

ReC: 250 AeV: 100 PeRf: 150 PeRm: 300 CaeM: 175

Condizioni fisiche: Illeso
Condizioni mentali: Tranquillamente in meditazione
Energia attuale: 100%

Abilità Passive:
Controllo del Flux:
Gli anni passati nel tentativo di controllare la difficile arte della Manipolazione del Flux sono tornati utili a qualcosa: oramai Aang ne ha acquisito un controllo talmente preciso da essere giunto al livello subconscio, garantendo al suo corpo, non di certo particolarmente robusto, una resistenza fuori dal comune. Raggiunto il limite delle energie infatti, Aang non sverrà privo di energie, ma continuerà tenacemente a lottare, segretamente sorretto dal Flux.
[Passiva di razza, controllo energetico]


Abilità Attive: ~

Riassunto azioni: Ero un pò in crisi per questo mio primo post in uno scontro ufficiale, spero vada bene o_o
Buon gioco!


Edited by PARACCO TRAVESTITO ALOGENO - 27/11/2010, 12:11
 
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view post Posted on 27/11/2010, 13:34
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Back in Black - Meditation




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Il caos, la confusione, l'anarchia. Odiava tutto questo, eppure era ancora lì, a Dorham. La città dei criminali, delle puttane e dei poveracci. Una città di merda. Lui, che amava il silenzio e la tranquillità. La calma e la meditazione. Cosa cazzo ci faceva in quel posto? Intanto che si poneva tutte queste domande, girovagava per le strade dei ghetti e delle bidonville, mentre il fragore confusionale del mercato si faceva sempre più vicino ed intenso. Penetrava nelle orecchie, rimbombando nel cervello, e da lì non ne usciva più. Odioso ronzio, maledetto vociferare. Voleva voltarsi e tornare alla Fat Whore, voleva tornare alla ormai persa tranquillità. Voleva tornare a quella che, con il tempo, cominciava a considerare una casa. Ma si poteva veramente definire casa una cosa del genere? Uno stretto ed angusto abitacolo, dove una scrivania occupata da una colonia di tarli ed una brandina a malapena riuscivano a starci dentro senza che lo spigolo di una di esse fuoriuscisse dalla porta della cabina? La parola "casa" ha un significato ben più profondo di "abitazione", questo è certo. Ed Alphred, che non aveva mai avuto un'abitazione fissa e nemmeno una famiglia non poteva assolutamente cogliere il significato più nascosto della parola. Ma con il passare dei giorni cominciava a farsi un'idea del suo vero significato.
Le luci spettrali delle lanterne affisse un po’ dappertutto donavano alle catapecchie un'atmosfera ancor più degradata, come se la povertà, in quel paese, non avesse già raggiunto il suo stato più pietoso.

Non c'erano mendicanti, per le strade, perché al minimo guadagno i soldi venivano sottratti da usurai e criminali.
Non c'erano puttane, per le strade, perché al minimo guadagno i soldi venivano sottratti da usurai e criminali.
Non c'erano criminali o usurai, in quelle strade, perché anche a Dorham vigeva la legge del più forte.
Nemmeno le massaie uscivano di casa, per la paura di essere rapite o stuprate.
Nemmeno qualche raro gruppo di ragazzini, pallidi e smunti, che guardavano i passanti con aria impaurita.
I loro occhi gridavano, chiedevano l'ultimo disperato aiuto, ma senza ricevere risposta.
Erano quelli i bassifondi di Dorham. Era quella la realtà della piaga del continente, il rifiuto, la vergogna di nessuno.


Finalmente il mercato. Le gigantesche lastre di pietra squadrate, che lastricavano le vie, erano coperte da un misto di venditori, merci e bancarelle di ogni genere. Dorham poteva vantarsi solo dell'enorme varietà di merci e giro di affari sporchi. Una magra consolazione, dato che era proprio quella città la pattumiera del continente. Era in quella città che gli schivi venivano presi e venduti. Ma chi comandava tutto questo? Chi governava in quel posto? Nel paese di nessuno? Qualcuno doveva pur far tornare i conti, e a quello ci pensavano le Grandi Famiglie, in perpetua combutta con le altre.
Ad ogni passo, occhi innocenti o sguardi maliziosi e ricolmi di avidità si posavano su Al, lo straniero. Per alcuni poteva essere fonte di guadagno, per altri di salvezza. Già alcuni minuti prima, all’entrata del paese situata sulla sommità del cratere, un gruppo di tre banditi lo aveva fermato ordinando gli di pagare il pedaggio. Per quelle povere creature non era finita bene, dato che Al aveva perso la calma. Ma non si era scatenato alcun putiferio. In quelle terre erano abituati a combattimenti e scazzottate.
Un rumore improvviso, e poi un carretto che si rovesciava. Da quell'ammasso di assi e verdure rovesciate spuntò un ladruncolo, con un pugno di gold in mano, che cominciava a darsela a gambe correndo nella direzione di Alphred. L'uomo, con un gesto istintivo, fermò il malvivente con un violento e preciso colpo di scudo, che aveva attaccato al braccio temendo un’aggressione, ed il criminale crollò a terra, svenuto. Credendo erroneamente di aver compiuto un’azione nobile, fermando quel ladro, si voltò, credendo già di ricevere una marea di complimenti ed adulazioni. Ma non fu così. Era capitato in una guerriglia da Famiglie, ed il mercante, un individuo basso, gobbo ed inguardabile, più simile ad un Goblin che ad un uomo, indicava l'Esper. Altri umani, che indossavano vestiti elegantissimi, sbucarono da un angolo con le pistole già estratte. "è lui, è lui", gracchiò l’orrida voce del mercante, mentre già i primi colpi di pistola risuonavano nell’aria, diretti contro il cielo, per disperdere la folla di passanti.
Imboccò il primo vicolo a sinistra, e cominciò a correre, facendosi largo tra la folla.

E io che credevo di fare del bene...

*


Salire sui tetti era stata un’idea parecchio geniale. Lì nessuno lo avrebbe cercato, o sarebbe venuto a disturbarlo, e la confusione era notevolmente affievolita. Era sul tetto di uno strano tempietto, e guardava il cielo, ormai prossimo ad oscurarsi. Ma non era solo. Una figura indefinibile da quella distanza perché avvolta in una specie di tunica ocra guardava il cielo, mentre meditava o faceva qualcosa di simile. Curioso. L'ultima cosa che Al si aspettava era di trovare qualcun altro, ma se era venuto fin lì doveva esserci una causa o un motivo. Perciò si concentrò, ed in un attimo arrivò alla sua mente. Le parole risuonarono limpide e chiare, in un silenzio innaturale. Ma nessuno poteva udirle, esclusi i due seduti sui tetti.

Buonasera. Cosa ci fa lei a quest'ora sui tetti di Dorham?








Riepilogo

Alphred Soren – The Mentalist

ReC_250 – AeV_150 – PeRf_75 – PeRm_275 – CaeM_225
Basso_3% | Medio_8% | Alto 19% | Critico 41%
Energia Gialla – Pericolosità E



Status Fisico_ Illeso
Status Mentale_ Incuriosito
Energia_ 100

Thunderslave (Lancia-Archibugio) attaccata alla schiena
Uroborou’s Shield legato al braccio sinistro



Abilità Passive_

Resistence
Resistenza [Razziale Umana - Passiva]

Energy
Risparmio Energetico [Pergamena classe Mago, Energia Gialla - Passiva]
Un altra abilità sviluppata con il tempo e l'esperienza. L'umano sara infatti di diminuire il consumo speso per una magia di una percentuale pari a 3. In questo modo si risparmierà un ingente quantitativo di energia. Se il consumo speso per un'incanto arrivasse o superasse lo 0%, sarebbe sempre riportato all' 1%. Un abilità essenziale per ogni combattente che predilige le arti magiche a quelle fisiche.

Brain Channel
Telepatia [Abilità Passiva del Dominio – 1° livello]
La capacità di controllare l’ energia della mente contraddistingue gli Esper dagli altri incantatori. È forse quest’ abilità innata che li rende così pensierosi e saggi? Possibile. Utilizzando solamente la sua mente, l’ Esper potrà instaurare una comunicazione con uno o più riceventi incanalando pensieri e parole tramite un impalpabile canale telepatico che scaturisce dall’ individuo stesso e congiunge tutte le altre coscienze come una ragnatela. Grazie a questa tecnica che potrà essere attivata in qualsiasi momento si potrà quindi comunicare senza essere sentiti da altre persone con la sola forza del pensiero.




Nulla da dire. Oltre che tocca a te! :sisi:



Edited by Høle - 27/11/2010, 14:14
 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 28/11/2010, 22:46




SPOILER (click to view)
Parlato Aang
Parlato Alphred
Pensato
Altro


Meditation




L'arte della Meditazione non è per tutti: concentrazione e disciplina interiore sono i pre-requisiti per chi sceglie di praticarla. Il respiro gioca un ruolo importante durante la preparazione e lo svolgimento, agendo come regolatore naturale del nostro organismo. L'inspirazione e l'espirazione sono lente e controllate, gli occhi sono chiusi, le mani congiunte e le gambe incrociate nella posizione del Loto.




Durante la meditazione la mente deve concentrarsi su un unico obiettivo e non allontanarsi mai da quello, rincorrendo i pensieri futili che sicuramente sorgeranno. Prima di raggiungere il rilassamento completo passare in rassegna le parti del proprio corpo e sciogliere eventuali tensioni, comprese quelle negli organi interni. Il respiro deve rimanere naturale e non dev'essere forzato.


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Aang praticava la meditazione da 10 anni e oramai non aveva più misteri per lui. Ricordava ancora le prime - e dure - lezioni al Monastero, riguardanti l'importanza del respiro e dell'autocontrollo. Si sedeva in compagnia di molti altri bambini di fronte a un muro di pietra, a gambe incrociate su uno scomodo cuscino, cercando di respirare a tempo con i loro Maestri. Le punizioni per chi sbagliava erano dure, anche troppo per ragazzini di quell'età. A volte alcuni dei suoi compagni sparivano senza lasciare traccia, a volte tornavano, con un viso così scavato da far paura: tutto questo lo spronava a dare il meglio di sè.


Non c'era tempo per giocare. Non c'era tempo per scherzare. Non c'era tempo per divertirsi. La meditazione e la disciplina venivano prima di tutto, come ripetevano anche troppo spesso i rigidi Maestri. Alcuni potrebbero pensare che quei bambini fossero prigionieri al Monastero, strappati con la forza alla loro infanzia per essere plasmati in qualcosa che non volevano. Ma la realtà era ben diversa: molto spesso i bambini provenivano da famiglie povere e numerose, i cui genitori erano incapaci di accudire tutta la prole, soprattutto i più giovani. Al Monastero invece avevano tutto ciò che serviva loro per vivere sereni: 3 pasti al giorno, un letto caldo e una stanza tutta per loro. Semplicemente, erano costretti a fare cose che non capivano. A nessuno di loro veniva in mente che quel posto potesse essere paragonato a una prigione, ma dopotutto quando tutta la tua vita si svolge dietro delle sbarre, senza rendertene conto la galera stessa diventa casa tua.


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Oramai era lì da quasi un'ora, ma sembrava fosse passata un'eternità, si sentiva ristorato e rigenerato, pronto - forse - ad affrontare di nuovo il caos di quell'agglomerato infernale, così diverso da tutto quello a cui era abituato. Ancora ad occhi chiusi, assaporò la calma del luogo, concedendosi altri 5 minuti di relax, prima di tentare di riprendere la via nei vicoli sottostanti. Ma all'improvviso una voce lo scosse, talmente vicina da indurlo a pensare che qualcuno gli si fosse avvicinato, approfittando del suo momento meditativo.


«Buonasera. Cosa ci fa lei a quest'ora sui tetti di Dorham?»




Aprì di scatto gli occhi, guardandosi attorno rapidamente, cercando di scovare l'intruso che aveva parlato, ma vide soltanto una figura indistinta, seduta sul tetto di un edificio esattamente come lui. Lo fissava, per chissà quale motivo. Ebbe improvvisamente la strana sensazione che, se avesse voluto, avrebbe potuto parlare con lui senza sforzi, solamente pensando, ed effettivamente non riusciva a spiegarsi da dove fosse giunta quella voce, forse da dentro la sua testa. Era improbabile. Non impossibile, ma improbabile, quindi tentò.


«Buonasera a voi. In genere ci si presenta quando si disturba una persona, la meditazione è una cosa delicata, non so se ve ne rendete conto.»



Poi aggiunse, poco convinto del risultato del suo dialogo "mentale".



«Visto che oramai mi avete disturbato posso anche andarmene, i motivi per cui sono qui sopra sono affari miei, e vi consiglio di non insistere, o potreste farvi male.»



Sperava che la minaccia insita nelle sue parole bastasse per allontanare l'intruso, aveva sentito che quel poco bastava a Dorham per allontanare il grosso degli scocciatori, anche se i suoi validi consiglieri avevano dimenticato di aggiungere che le minacce non avrebbero avuto il risultato sperato se a parlare era un sedicenne pelato. Intanto che parlava pensava con lo sconosciuto si alzò, recuperò le sue cose e impugnò il bastone con la mano sinistra, pronto a riprendere il viaggio. Rimase così fermo in piedi con lo sguardo sulla figura sconosciuta, aspettando poco convinto una risposta.


SPOILER (click to view)
Specchietto riassuntivo

ReC: 250 AeV: 100 PeRf: 150 PeRm: 300 CaeM: 175

Condizioni fisiche: Illeso
Condizioni mentali: Infastidito dall'interruzione
Energia attuale: 100%
Abilità Passive: Controllo del Flux [Già citata]
Abilità Attive: ~

Riassunto azioni: Semplice risposta, tocca a toi! :wow:
 
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view post Posted on 2/12/2010, 17:57
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Back in Black - Meditation



Il silenzio regnava incontrastato sui tetti di Dorham, senza che nessuno potesse rompere quel sottile vetro formatosi tra Al ed il resto del mondo. Qualcosa che riuscisse a non farlo distrarre, l’opposto della città chiassosa che in quegli istanti di pace si trovava qualche metro più in basso. Un controsenso, un’utopia quasi impensabile. Eppure da là sopra tutto quanto subiva un cambiamento, anche i dettagli infimi potevano essere visti sotto un'altra luce. Era come stare su dei piccoli atolli, isolette e promontori, ovvero i tetti leggermente più alti e ripidi; mentre il mare costituito dalla distesa di bidonville, piatto e calmo, non presentava nemmeno un’increspatura. E tutto quanto era immobile, come se fosse già fermo dall’inizio dei tempi. Lassù nessuno aveva deturpato la calma, fino a quel momento. Solo il lontano gracchiare di un corvo, niente di più. Ma cosa ci faceva un ragazzino lassù? E come osava rivolgersi ad Alphred come se stesse parlando con uno stolto? Ma in fondo poteva capirlo, dato anche che raramente persone diverse dagli altri criminali si facevano vedere in giro, anche se non era una scusa sufficiente. Aveva classificato subito la sua età udendo le sue parole, ed il suo tono di voce. I bambini troppo perspicaci gli mettevano i nervi, ma solitamente si ricomponeva quando anche lui ricordava di essere stato, un tempo, ragazzo. Si alzò dal tetto leggermente spiovente del casolare, camminando lentamente sull’architrave di pietra di un porticato; aggirò senza fretta la costruzione e con un salto arrivò sul tetto di una specie di deposito. Ora era ad una decina scarsa di metri di distanza dal ragazzo. Ed infine cominciò, se così si può dire, a “parlare” con il piccolo sconosciuto.

Immagino di dovermi scusare dato che ho interrotto la tua meditazione, ragazzino. Da quanto ho potuto percepire dalle parole arrivate alla mia mente ho capito che mi hai scambiato per uno dei tanti lestofanti del posto, ma ti sbagli. Il mio nome è Alphred Soren, ed hai ragione a dire che è educato presentarsi, perciò potrei sapere il tuo nome, ragazzo?

Curioso, sì, ma impassibile. Com’era suo solito cercava di non far trasparire nessuna emozione, anche se in fondo non aspettava altro che succedesse qualcosa di divertente, per rompere il silenzio. Non che non gli piacesse, ma l’idea di combattere in quegli istanti era ben più allettante che stare in silenzio a meditare. Sarà stata l’aria impregnata di sangue e violenza del posto, o magari l’atmosfera suggestiva: quei tetti sarebbero stati perfetti per un combattimento. Ma era anche vero che non aveva poi molto senso sfidare un ragazzino.
Che fare? Era strano che chiunque, non solo un bambino, mettesse i piedi su quei tetti, e solitamente i piccoletti non meditano. Questo lo riportò ai giorni della sua infanzia, quando anche lui si raccoglieva sovente in meditazione nei posti più calmi della sua città. Di casa sua, o meglio dove viveva. C’erano più motivi che lo avevano spinto sui tetti di Dorham, ed uno di questi era il più banale: lui era già stato lì. Era Dorham il posto in cui era cresciuto, anche se preferiva non ricordare nulla del passato, ed erano stati quei tetti ad ospitarlo. Un ritorno al passato, per non dimenticare le sue vere radici, qualunque esse fossero. Ma non era il momento per ricordare il passato; concentrarsi sul presente sarebbe stata la cosa migliore, e così fu. Diede il tempo al ragazzo di rispondere, per poi ricominciare ad utilizzare la telepatia.

Io conosco questi luoghi fin troppo bene, purtroppo; ti assicuro che non è il posto migliore per venire a giocare. Ma se ci tieni a divertirti…

Avrebbe atteso la reazione del ragazzo, ecco cosa avrebbe fatto. Poteva aspettarsi qualsiasi cosa: una fuga, un’offesa, un attacco. Non amava lottare, ma mai come in quel momento avrebbe voluto farlo; abbandonando se stesso alla lotta e non al suo passato. Sapeva che prima o poi i ricordi sarebbero tornati all’attacco, penetrando nella sua mente, e non voleva che questo succedesse.
Dopò aver impugnato la lancia disegnò un’ampia semicirconferenza alla sua desta, e fece ruotare un paio di volte l’ arma. Dopodiché la lama scese verso terra, rimbombando sonoramente sulla lamiera e producendo un gran baccano. Valutò distanze e planimetria della zona, restando soddisfatto dalla varietà di opzioni che la grande varietà di tetti offriva. Tegole, lamiere, ed ogni tetto era diverso dall’altro. Avrebbe sfruttato la situazione a suo vantaggio, in un possibile combattimento, ma non escludeva che l’ipotetico avversario usasse la sua stessa tattica.
Si incamminò sul tetto del magazzino con una disinvoltura elevata, frutto del tempo trascorso a scappare sugli architravi e le tegole; arrivò fino alla trave di colmo, il punto in cui l’altezza raggiungeva il suo massimo. La trave non era del tutto visibile, per la copertura di coppi. Dopo aver raggiunto il vertice di trave che faceva capolino dal muro e che era posto in direzione del nemico, puntò la lancia in orizzontale, reggendola con l’ausilio del solo braccio destro. In quella posizione attese, impaziente, una risposta.













Riepilogo
<p align=”centre”>Alphred Soren – The Mentalist

ReC_250 – AeV_150 – PeRf_75 – PeRm_275 – CaeM_225
Basso_3% | Medio_8% | Alto 19% | Critico 41%
Energia Gialla – Pericolosità E



Status Fisico_ Illeso
Status Mentale_ Divertito ed impertinente
Energia_ 100

Thunderslave (Lancia-Archibugio) impugnata con la mano destra
Uroborou’s Shield legato al braccio sinistro



Abilità Passive_

Resistence
Resistenza [Razziale Umana - Passiva]

Energy
Risparmio Energetico [Pergamena classe Mago, Energia Gialla - Passiva]

Brain Channel
Telepatia [Abilità Passiva del Dominio – 1° livello]




Sto approfittando del duello per delineare il BG di Al tramite ricordi e flashback, un pochino alla volta. Let’s fight!


 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 3/12/2010, 15:03




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Parlato Aang
Parlato Alphred
Pensato
Altro




Lo sconosciuto iniziò ad avvicinarsi, con passo posato e sicuro, di tetto in tetto, accorciando le distanze tra i due. Da quella distanza Aang iniziava ad intravedere qualcosa della sua fisionomia: una lunga tunica blu avvolgeva un corpo che - a prima vista - sembrava umano; i lunghi capelli corvini sembravano legati con cura in una coda dietro la testa; infine, come se fosse una cosa perfettamente normale, portava un'enorme asta - che somigliava vagamente a una lancia - legata dietro la schiena. Si fermò a una decina di metri dal tetto dove si trovava Aang, fissando il suo sguardo sul monaco.



«Immagino di dovermi scusare dato che ho interrotto la tua meditazione, ragazzino. Da quanto ho potuto percepire dalle parole arrivate alla mia mente ho capito che mi hai scambiato per uno dei tanti lestofanti del posto, ma ti sbagli. Il mio nome è Alphred Soren, ed hai ragione a dire che è educato presentarsi, perciò potrei sapere il tuo nome, ragazzo?»





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Un'espressione di stupore misto a meraviglia si diffuse sul volto del ragazzo, mentre la bocca si dischiudeva leggermente, prima che la disciplina imponesse di nuovo il suo controllo sui pensieri vaganti. Le chiacchierate mentali erano completamente fuori dalle esperienze di vita del giovane monaco, che non ne aveva mai sentito parlare neppure al Monastero. Cercò di non dare a vedere il suo sommovimento interiore, con scarso successo, ma con un profondo respiro riuscì almeno a calmarsi un pò. Ripreso il controllo di sè stesso, rispose a voce, per rompere quel silenzio che - strano per lui, pensarlo - iniziava a diventare inquietante.


«Accetto le vostre scuse, il mio nome è Aang. Comunque sia, non sono il solo ad essere sui tetti, stasera.»




Aggrottò la fronte, pensando all'epiteto che aveva usato quello strano individuo: "Ragazzino". Odiava quella parola, e non sopportava la gente che la usava solo perchè - un pò lo ammetteva con se stesso - sembrava molto più piccolo della sua vera età. Criminale o no, non poteva soprassedere su una cosa simile, ma la sua missione aveva la priorità: per quell'unica volta, avrebbe ignorato la provocazione. I suoi buoni propositi permasero per un paio di secondi, cioè fino a quando l'uomo non riprese a parlare nella sua testa.



«Io conosco questi luoghi fin troppo bene, purtroppo; ti assicuro che non è il posto migliore per venire a giocare. Ma se ci tieni a divertirti…»




Lo vide impugnare la sua lunga arma, facendola roteare un paio di volte per poi sbatterla con forza sul tetto di lamiera. L'eco rimase a lungo nelle orecchie di Aang, che quasi non si accorse dei movimenti avversari. Le labbra erano serrate in un'espressione di rabbia trattenuta a stento dalla disciplina. Lo aveva trattato come un bambino, di nuovo. Quasi senza rendersene conto, il Flux prese il sopravvento, illuminando di un bagliore celeste i suoi occhi e i tatuaggi che coprivano il suo corpo. Ne prese atto e ne fu felice: avrebbe dato a quell'Alphred una sonora lezione. Non pensò a quanto fosse malleabile la sua lista delle priorità, a quello avrebbe pensato dopo. In quel momento gli rispose soltanto.


«Le vostre parole sono inaccettabili. Vi insegnerò cosa vuol dire la parola "rispetto"»




Il Flux fuoriscì con un movimento sensuale dalla sua pelle, iniziando ad arrampicarsi con fare capriccioso sul giovane corpo del Manipolatore. Iniziò a pulsare di una luce bianchiccia, in modo sempre più rapido, finchè Aang non alzò la mano che reggeva il bastone. Il pulsare si fermò per un attimo, poi il Flux esplose in un lampo che conteneva tutto il suo potere, illuminando per un attimo i tetti circostanti.


ZAM!




La luce non si era nemmeno spenta attorno a sè, che Aang balzò in avanti saltando sul tetto successivo, fermandosi al limitare delle lamiere, a circa sette metri da Alphred. Alzò rapidamente il braccio destro, allungando l'indice verso il ginocchio destro del suo avversario. Il Flux si condensò rapidamente nel suo dito, proiettandosi poi a una velocità incredibile verso il corpo dell'Esper con lo scopo di azzopparlo. La sua finalità era chiara: rendere il suo avversario incapace di agire, fino a farlo pentire per come gli si era rivolto. Dopo aver dato prova di parte del suo potere, fece un passo indietro, reggendo con forza il suo bastone e posizionando il braccio destro - e quindi il brocchiere - di fronte al suo petto, attendendo una reazione che probabilmente sarebbe arrivata presto. Quel tale aveva già dato prova di avere poteri strani e misteriosi, perciò attese, aspettandosi di tutto.



SPOILER (click to view)
Specchietto riassuntivo

ReC: 250 AeV: 100 PeRf: 150 PeRm: 300 CaeM: 175

Condizioni fisiche: Illeso
Condizioni mentali: Arrabbiato.
Energia attuale: 100-6-22= 72%
Abilità Passive: Controllo del Flux [citata]
Abilità Attive:
CITAZIONE
Visione del Flux
Vedere il Flux nella sua vera forma senza un appropriato addestramento può confondere, stupire, abbagliare. Aang sfrutta questa caratteristica del proprio potere per distrarre il nemico poco prima di un attacco ma, vista la profonda concentrazione richiesta per manifestare il Flux in questa forma, gli è praticamente impossibile farlo in un corpo a corpo. In più, vista la particolare composizione del suo potere, questo sarà più potente sugli esseri demoniaci piuttosto che su quelli angelici.
[Pergamena Flash abbagliante del Paladino, Consumo Basso]



CITAZIONE
Proiettile di Flux
Aumentando la densità del Flux negli arti superiori - in particolar modo nelle mani - Aang è in grado di "sparare" un vero e proprio colpo di energia spirituale verso il proprio bersaglio che, a causa dell'elevata velocità e della composizione del proiettile, subirà una piccola bruciatura e un contraccolpo notevole al punto colpito. Vista la concentrazione di Flux accumulata, il colpo sarà più intenso sui demoni ma meno sugli angeli.
[Pergamena Lampo di Luce del Paladino, Consumo Alto]

Riassunto azioni: Aang si incazza per come viene trattato (:wosd:) e reagisce di conseguenza: prima cerca di accecare Al, si avvicina di 3 metri e "spara" il proiettile al ginocchio destro per cercare di azzopparlo, dopodichè rimane sul posto, pronto al combattimento. Penso sia tutto chiaro, a te la penna! ^^
 
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view post Posted on 4/12/2010, 15:01
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Giovane. Inesperto. Impertinente. Irascibile. Spavaldo. Aang –questo era il suo nome– stava dando prova di tutto questo nei pochi attimi che seguirono le parole di Alphred. L’Esper si stava divertendo, ed il ragazzo invece cominciava ad irritarsi. In fondo era proprio quello il suo scopo; voleva distrarsi, e magari combattere. Mentre farfugliava qualcosa a voce, parole quasi incomprensibili all’orecchio dell’Esper, che si era leggermente offeso per via della mancanza di rispetto verso i suoi poteri, si chiese cosa avesse in mente di fare il bambino quando diceva di voler “insegnare il significato della parola rispetto”. Qualunque cosa avesse fatto, sarebbe stata interessante, oltre che divertente. Con quelle parole voleva trasmettere un profondo senso di offesa, e probabilmente aspirava ad un attacco. Pronto a tutto, attese.
Giovane. Inesperto. Impertinente. Irascibile. Spavaldo. Questi sentimenti e stati d’animo lo stavano spingendo a commettere qualcosa di cui, in un futuro si sarebbe pentito. Era incomprensibile come un bambino trovasse la determinazione e la forza di attaccare, anche se il ragazzo in questione era un monaco pelato con tatuaggi su tutto il corpo; magari possedeva anche qualche assurdo potere magico, ma all’Esper questo importava poco o niente. Avrebbe combattuto sui tetti di Dorham, la sua vecchia “casa”, e lo avrebbe fatto non spinto da sentimenti di rimorso o vendetta, come era comprensibile succedesse in quella situazione, ma per mettere definitivamente una pietra sopra a quel brutto periodo della sua vita. A Dorham era stato pestato, maltrattato, avevano anche abusato dei suoi poteri, ma si era sempre alzato ed aveva continuato a sopravvivere.
Intanto qualcosa cominciava a muoversi, dalle parti del ragazzo. I suoi tatuaggi si illuminavano, anche se la loro luce non era ben visibile al crepuscolo. Alzò una mano, e passarono un paio di secondi. Dopo, il nulla. A dir la verità non era proprio il nulla, ma tutto era diventato bianco, anche se gli occhi di Al erano chiusi. Lo aveva accecato con un lampo, ecco cos’era successo, per poi sferrare magari un attacco risolutivo. Strizzò gli occhi, ma non recuperò la vista. Anche se ceco e su un tetto doveva in qualche modo difendersi. Mentre pensava, Aang avrebbe potuto prepararsi a compiere un qualsiasi attacco, ed era quella la più grande incognita. Ma infondo difficilmente il bambino avrebbe potuto colpire ad un fianco, per un semplice motivo di spazio. Troppi metri da percorrere. Escluse a priori quell’opzione, e l’unica che rimase era quella di un banalissimo attacco frontale, trasformato in una potente offesa combinato con quello stato di cecità. Trovata la soluzione, era ora di sciogliere il fuso e tessere la tela.
Una quantità spropositata di cordoncini scarlatti spuntò da tutta la parte frontale del corpo di Alphred, ed essi andarono ad intrecciare una specie di muraglia alta come un uomo. Un barlume di colore penetrò intanto nel mare biancastro che gli offuscava la vista, ma si trattava ancora di un colore atipico, ovvero il nero.


Un ricordo offuscato e sbiadito dal tempo tornò improvvisamente alla sua mente. Risaleva ai tempi in cui era a Dorham. Aveva poco più di 12 anni e viveva di elemosina. Una figura tetra e slanciata si avvicinò ad Alphred dopo essere sbucata da un vicolo. Una mano pallida ed aperta di tese verso il bambino, che non capiva cosa stesse succedendo, ed una voce gentile lo incitò ad alzarsi.


Rumori che in quei momenti non avrebbe saputo riconoscere si susseguirono, ma nulla riuscì a penetrare la tela e arrivare fino ad Al. La voragine scura si faceva sempre più ampia, ma ancora il colore predominante era il nero. Dopo un po’i fili cominciarono a districarsi e a tornare polvere ma Al non aveva ancora riacquistato la vista. Ora era tutto quanto scuro, e per un attimo pensò di essere diventato completamente cieco. Il panico di quell’idea venne subito smorzato. Sì, Alphred aveva ancora gli occhi chiusi ed un braccio davanti ad essi, per forza non riusciva a scorgere nulla.

Non so nemmeno cosa tu abbia cercato di fare, ma forse è meglio così. Ora aspettati il peggio, però.

Qualunque cosa fosse successa, ora era passata: toccava ad Al attaccare, e si sarebbe sbizzarrito, lasciando spazio alla sua fervida immaginazione. Saltò giù dalla trave che sporgeva, finendo su un altro tetto mezzo metro più in la; cominciò a correre e prima di raggiungere lo stesso tetto occupato dal giovane, focalizzò la sua attenzione su una tegola situata ad un metro dietro il ragazzo. Essa levitò, circondata da un’aura scarlatta, e si diresse a gran velocità verso la schiena del bambino proprio mentre Al si fermava, dopo aver raggiunto il tetto. Dopo questo piccolo diversivo si avvicinò ancora, alzando la lancia sopra la testa e menò un fendente ascendente diretto verso il piccoletto. Un sorriso apparve sul suo volto. La cosa cominciava a farsi interessante.













Riepilogo

Alphred Soren – The Mentalist

ReC_250 – AeV_150 – PeRf_75 – PeRm_275 – CaeM_225
Basso_3% | Medio_8% | Alto 19% | Critico 41%
Energia Gialla – Pericolosità E



Status Fisico_ Illeso
Status Mentale_ Determinato
Energia_ 100-19-3= 78

Thunderslave (Lancia-Archibugio) impugnata con la mano destra
Uroborou’s Shield legato al braccio sinistro


Abilità Passive_

Resistence
Resistenza [Razziale Umana - Passiva]

Energy
Risparmio Energetico [Pergamena classe Mago, Energia Gialla - Passiva]

Brain Channel
Telepatia [Abilità Passiva del Dominio – 1° livello]



Abilità Attive_

Brain Power
Psicocinesi Primordiale [Abilità Attiva del Dominio – 1° livello]
Essendo la mente dell’ Esper una vera e propria fonte di energia, esso potrà usare quest’ ultima a suo vantaggio. Imprimendo infatti un consumo Basso o Medio a seconda del peso dell’ oggetto (che non potrà essere superiore a quello dell’ Esper) si potrà controllarlo, facendolo levitare e muovere a proprio piacimento nello spazio. La velocità impressa dal caster è proporzionale alla sua potenza magica, ma l’ oggetto controllato non potrà essere più pesante dell’ Esper stesso. Durante il processo l’ oggetto verrà pervaso da una flebile aura rossa, dello stesso colore degli occhi del giovane umano, ma non otterranno potenza aggiuntiva.

The Mentalist’s Brain
Psicocinesi Finale [Abilità Personale Iniziale]
L’ ennesima incredibile manifestazione del potere mentale di un Esper. Al volere del caster, in meno di un istante, un numero a piacere di sottili fili rossi si propagheranno a piacimento dal corpo dell’ Esper. Questi sottilissimi fili formati da impalpabile energia risulterebbero inutili, ma unendosi ed intrecciandosi potranno plasmare nuove forme. Le creazioni saranno sempre collegate al caster tramite almeno un filamento di energia, ma potranno muoversi nello spazio circostante al caster secondo la sua volontà. Queste fibre potranno anche andare a rivestire oggetti ed armi, conferendo potere aggiuntivo ad esse, ma in questo caso perderanno la capacità di propagarsi nello spazio da soli. Gli intrecci rimangono sul campo di battaglia solo per il tempo utile ad offendere o difendere, e dopo di che svaniranno nel nulla. Questa tecnica vale come un dominio non elementare, ed il suo consumo è Variabile.




Mi difendo con un alto della variabile, poi ti "lancio" una tegola situata dietro di te con la psicocinesi nel tentativo di distrarti e calo un fendente con la lancia. Il danno della tegola è a tuo piacere, essendo un danno fisico e non magico, perciò interpretalo come vuoi.


 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 6/12/2010, 04:13




SPOILER (click to view)
Parlato Aang
Parlato Alphred
Pensato
Altro



Vide con soddisfazione il suo avversario in difficoltà, col braccio a proteggere gli occhi e il corpo snello in balia del Flux: un sorrisetto di soddisfazione apparve sul volto fanciullesco del monaco, mentre i suoi occhi, in quel momento colmi di luce celeste, seguivano attenti la direzione del colpo fino al bersaglio. Stava già per preparare una frase adatta a mettere fine allo scontro, ma quello che vide lo spinse a cambiare rapidamente idea.



Un gran numero di fili rossi, spaghi di energia dai contorni scarlatti, iniziarono a fuoriuscire dal corpo dell'Esper, intrecciandosi, accavallandosi, accoppiandosi in una barriera oscenamente simile a un muro di sangue tessuto a maglia. Il suo colpo perfetto, magnifica manifestazione di energia compressa con uno scopo, vi sbattè contro incrinandone la forma all'indietro, sfilacciandone la superficie, ma senza infrangerlo. Del suo attacco rimase solo una nebbiolina azzurra, che si dissolse come il fresco notturno di fronte alla calura del Sole. Al posto della barriera scarlatta, che si andava disfacendo, riapparve la figura dell'uomo, che iniziò ad abbassare il braccio dal viso.

«Tu. Come hai..»



Non riuscì nemmeno a finire la frase, interrotto dalla voce serafica dell'Esper.



«Non so nemmeno cosa tu abbia cercato di fare, ma forse è meglio così. Ora aspettati il peggio, però.»



«Crack!»




Detto Pensato questo, Alphred iniziò a correre verso il monaco, saltando su un altro tetto con agilità e dirigendosi a gran velocità verso di lui. Visto il suo movimento, Aang pensò a un attacco con quell'enorme arma: in risposta alzò leggermente il brocchiere di fronte a sè e attese il momento giusto per contrattaccare. Non vide totalmente la tegola che si staccava dal tetto dietro di sè e si muoveva a gran velocità verso la sua schiena: lo trovò totalmente impreparato, colpendolo con un tonfo sordo all'altezza del rene destro. Il colpo inaspettato gli strappò un gemito - più per la sorpresa che per il dolore - e lo fece sbilanciare in avanti proprio nel momento peggiore.


«Ouch!»




La lama della lancia avversaria vibrò nell'aria iniziando un arco mortale verso il basso, diretto alla sua spalla sinistra, mentre un ghigno trattenuto fioriva sul volto del proprio contendente. Aang strinse convulsamente il bastone con due mani e lo alzò in orizzontale, intercettando il colpo a pochi centimetri dalla sua tenera carne, che ringraziò per la premura. Ammortizzò il peso della lancia abbassandosi leggermente, mentre il piede destro si alzò nel tentativo di sferrare un calcio di piatto al petto dell'Esper, per allontanarlo da sè.




image
Cercando di ritrovare una parvenza di equilibrio poggiò il bastone a terra, reggendolo con la mancina, mentre la destra manipolava il Flux. L'energia evocata si mosse da sotto i piedi del monaco, scivolando sinuosa tra le tegole, risalendo solo per cercare di avvolgersi attorno all'avversario in una morsa stritolante. Sperando così di trovare l'avversario inerme e sfruttando la posizione, Aang ruotò su sè stesso, impugnando il bastone con entrambe le mani. Dai palmi sudati del ragazzo il Flux si mosse leggiadro fino a ricoprire il bastone di un'aura celeste, avvolgendolo come una madre premurosa. Concluse la giravolta cercando di centrare in pieno la tempia sinistra dell'Esper, sperando di metterlo fuori combattimento con un colpo ben assestato, per poi indietreggiare di qualche passo e rimettersi in posizione difensiva.


«TOCK!»





Monastero di Luoyang.
Tanti anni prima.



Il bambino si toccò la testa nel punto colpito, reprimendo un gemito di dolore. Calde lacrime scesero sulle sue guance paffute, arrivando fino al mento e iniziando da lì a gocciolare silenziose fino al pavimento di pietra. Nonostante il dolore, tenne lo sguardo fisso di fronte a sè, tremando leggermente. Il Maestro Wang gli girò attorno, studiando ogni sua minima reazione, per continuare eventualmente a infierire su di lui. Il piccolo Aang sentiva un gran dolore alla testa - probabilmente avrebbe avuto un gran bernoccolo lì, più tardi - ma si sforzò di resistere: le conseguenze per chi si lamentava erano ben peggiori. Due monaci passarono di fronte a lui, trascinando un bambino che piangeva isterico. Aang lo seguì con lo sguardo, mentre i denti affondavano nel labbro inferiore per impedirsi di urlare.





Dorham, presente.


Libero. In quel momento si sentiva veramente libero e senza costrizioni. Guardò il suo avversario, incerto sull'espressione da esprimere, e si lasciò andare a un sorriso feroce. Si sentiva inebriato e invaso da quella sensazione di libertà, che come una droga si era impossessato di lui, facendogli fremere il corpo. Il combattimento lo faceva sentire bene, finalmente era lui a poter infliggere dolore e non l'unico a doverlo subire: aveva bisogno di farlo e lo stava facendo bene. Non gli importava altro, in quel momento. Si lasciò scivolare di dosso la ricerca di informazioni, il Monastero, la pergamena di Hongquan, lasciando che il suo corpo si abbandonasse a quell'adrenalinica sensazione. Adrenalina e Flux: quello, non poteva essere dimenticato. Mai.




SPOILER (click to view)
Specchietto riassuntivo

ReC: 250 AeV: 100 PeRf: 150 PeRm: 300 CaeM: 175

Condizioni fisiche: Danno Basso da contusione alla schiena, all'altezza dei reni.
Condizioni mentali: Nervoso, ma lucido.
Energia attuale: 72-11-6= 55%
Abilità Passive: Controllo del Flux [citata]
Abilità Attive:
CITAZIONE

Manipolatore del Flux
Aang appartiene a una minoranza tra gli umani delle terre dell'Asgradel, quella dei Manipolatori del Flux, una sostanza amorfa presente in ogni cosa animata ed inanimata, associabile alla materia di cui è composto l'animo umano. Esistono, sparsi in tutto il mondo, dei Monasteri dove giovani dotati cercano di apprendere di più su sè stessi e sui propri poteri. L'addestramento è massacrante, sia per il corpo che per la mente, ma chi non ne esce a brandelli o totalmente folle ha al suo comando un potere virtualmente illimitato. Aang ha terminato questo calvario, e dispone di un'istintiva Manipolazione del Flux, che usa a suo piacimento sia in attacco che in difesa.
[Dominio Non-elementale, consumo Variabile, x1 Medio e x1 Basso in questo caso]

Riassunto azioni: La tegola mi colpisce in pieno, facendomi sbilanciare, ma ho parato lo stesso il tuo colpo, avendo considerato la nostra differenza di Perf. Con un calcio allontano Al e cerco di imprigionarlo con la mia Variabile a Medio. Dopo giro su me stesso (vista la posizione), rivestendo la mia arma di un Basso (sempre con la Variabile) per cercare di colpirti alla tempia sinistra. Ho solo 2 tecniche d'attacco, quindi devo arrabattarmi come posso per usarle nel modo più originale possibile. :gk?:


Edited by PARACCO TRAVESTITO ALOGENO - 21/12/2010, 17:07
 
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view post Posted on 7/12/2010, 17:18
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La reazione del ragazzino fu rapida ed efficace. La tegola lo aveva colpito in pieno ma Aang era magistralmente riuscito a parare l’attacco con la sua arma, per poi passare subito al contrattacco. Il ragazzo aveva dimostrato di saper cavarsela in una situazione in cui nemmeno un soldato addestrato da una vita sarebbe riuscito ad uscirne tutto intero; forse anche per questo lodevole dono cominciava a stargli un po’ più simpatico. Dava prova di essere nettamente più maturo della sua età, e sicuramente avrebbe saputo tenere testa a buona parte dei guerrieri e maghi che giravano per il continente. Ma Alphred dubitava di non riuscire a tenere testa ad Aang. In fondo era un bambino con qualche potere eccezionale, nient’altro.
Mentre pensava, dopo essere tornato in posizione di difesa con lancia e scudo, si accorse di una strana sostanza, nuova ai suoi occhi, che cominciava ad avvolgere le sue gambe, e poi sempre più su, verso il bacino. Sembrava impalpabile, eppure lo aveva bloccato, mani comprese che erano rimaste intrappolate completamente nel globo, e quindi non consentendogli di muoversi. Mentre stava ancora osservando quella strana essenza, ponendosi non poche domande, un violento colpo in testa lo tramortì. Anche se lui non poteva saperlo, il colpo era stato menato dallo stesso Aang e in particolare dal suo bastone, avvolto anch’esso in quello strano corpo informe. La testa scattò di lato, e sputò del sangue. Ancora scombussolato dal colpo, si accorse che lentamente le sue gambe si facevano mano a mano meno pesanti, e che quella sostanza scivolava via. Quando riacquistò completamente la mobilità, si palpò la tempia con la mano sinistra, quella che sorreggeva lo scudo, sfiorando l’ematoma, e fece fare un paio di torsioni al suo collo in tutta calma. Imprecò a bassa voce, mentre il ronzio metallico, frutto del ferro che si abbatteva sul suo povero capo, si faceva sempre più lontano e sommesso.

Non male. Mi hai colto di sorpresa, ma questo è solo un monito per convincermi a prestare maggiore attenzione, la prossima volta. L’hai voluto tu, ragazzino: ora dovrò contrattaccare. Ti combatterò come hai fatto tu con me.

Conficcò la lancia nel tetto, ed essa penetro qualche centimetro in profondità, spaccando un paio di tegole. Ancora una volta la trama della disfatta di Aang doveva essere tessuta dall’Esper, e questa volta sarebbe stata finemente intrecciata. Pensò per un attimo alla modesta quantità di mosse che poteva compiere, e ne scelse una in particolare. La più punitiva, e forse anche la più rumorosa. Si spostò un po’ di lato, in modo da trovarsi in una posizione leggermente sopraelevata rispetto all’avversario, e puntò la lancia in avanti, come del resto era l’altro braccio: mano aperta ad indicare il bambino. Lo aveva già fatto qualche settimana prima sul tetto di una torre nel Plakard, contro uno psicomane eccessivamente dotato che si era rivelato il suo esaminatore all’ammissione nel clan, ma in quella situazione probabilmente sarebbe finita diversamente.

Osserva la mia lancia, ragazzo. Non noti nulla di strano? Secondo te a cosa serve un grilletto?

I soliti fili fuoriuscirono velocemente dal dito, ed andarono a formare una fera e propria corda. Essa si diresse immediatamente verso le caviglie dell’avversario, nel tentativo di avvolgerle e far perdere l’equilibrio al nemico. Mentre questo succedeva, si preparò a sparare il suo unico colpo, l’equivalente come forza distruttiva di una cannonata. Forse il tetto non sarebbe resistito all’impatto ed un grosso buco si sarebbe aperto, ma Al non ci sarebbe caduto dentro. O almeno così sperava. Premette il grilletto, puntando verso Aang.
Un rumore spropositato, unito ad una piccola colonna di fumo non fecero capire all’Esper se il suo attacco fosse andato a segno oppure no, ma il contraccolpo lo fece sbilanciare. Fu costretto a compiere qualche passo verso il basso, e mentre otteneva l’equilibrio perso, mise il piede sulla tegola precedentemente spaccata. Tutto accadde in un attimo. Scivolò, andando a sbattere, e cominciò a scivolare verso il basso.
In caduta libera.
Era nel vuoto, e stava cadendo. Probabilmente aveva superato la soglia del tetto, o era caduto in una possibile voragine apertasi dopo il colpo. Ma i suoi riflessi, in quegli istanti gli tornarono molto utili. Ebbe la prontezza di tessere una corda d’“emergenza” che partiva da una sua gamba (in quegli istanti era sottosopra e il punto più vicino ad un possibile appiglio era proprio il suo piede) e riuscì ad agganciarla in qualche modo ad un asse che sporgeva dalla voragine. Era a testa in giù, a pochi centimetri da terra, ma illeso. La lancia era caduta, ed era per terra, conficcata in un materasso, situato in una stanza molto ampia dove delle tende color porpora dividevano lo spazio in più camere, che non parevano occupate.
Quando riuscì a mettere a fuoco e dopo che la polvere tornò a terra, si accorse di essere capitato in un vero e proprio bordello. Un cliente se la stava spassando con un paio di ragazze fino a poco tempo prima, ma tutto quel trambusto lo aveva intimorito ed era appena scappato dalla porta. Intanto le belle signorine giacevano nude sul letto, con la testa di Alphred a pochi centimetri dalle loro prosperose forme e le sue braccia, a penzoloni, sfioravano parti non nominabili. Una delle due aveva un colorito leggermente più scuro, ed aveva un corpo leggermente più tozzo e robusto dell’altra, che invece possedeva i tipici lineamenti del nord delle terre umane, ma la prima compensava questo suo piccolo difetto in altri dettagli. Erano comunque entrambe splendide, e Al si chiese come mai alcune splendide donne dovessero svolgere quei lavori orribili. Decise di non pensarci troppo, in fondo il bambino era ancora da qualche parte, a meno che non fosse stato scagliato via dal colpo.
Subito dopo la corda scomparve, ed Al finì dritto tra le due donne, che non capivano ancora cosa fosse successo ed avevano sguardi terrorizzati.

C’è qualcosa che posso fare per voi, belle ragazze?

Domandò ironicamente Alphred. Ma le prostitute presero sul serio le sue parole, e tornarono ad avere lo sguardo intrigante e malizioso di cui facevano ampiamente uso.

Dovremo essere noi a fare qualcosa per lei...

Stava combattendo, non era il momento di distrarsi, figuriamoci farlo in quel modo.

Mi dispiace, ora devo sbrigare faccende importanti. Forse più tardi.

Si alzò, recuperò la lama e attese, osservando il soffitto completamente squarciato.









Riepilogo

Alphred Soren – The Mentalist

ReC_250 – AeV_150 – PeRf_75 – PeRm_275 – CaeM_225
Basso_3% | Medio_8% | Alto 19% | Critico 41%
Energia Gialla – Pericolosità E



Status Fisico_ Ematoma alla tempia_danno basso
Status Mentale_ Divertito dalla situazione ma concentrato
Energia_ 78-3-3= 72

Thunderslave (Lancia-Archibugio) impugnata con la mano destra, unico colpo sparato.
Uroborou’s Shield legato al braccio sinistro



Abilità Passive_

Resistence
Resistenza [Razziale Umana - Passiva]

Energy
Risparmio Energetico [Pergamena classe Mago, Energia Gialla - Passiva]

Brain Channel
Telepatia [Abilità Passiva del Dominio – 1° livello]



Abilità Attive_

The Mentalist’s Brain
Psicocinesi Finale [Abilità Personale Iniziale]





Ovviamente i vari colpi di scena (?) sono concordati da me e Paracco.
In poche parole subisco il colpo, cerco di farti perdere l’equilibrio con la variabile (consumo basso), sparo la cannonata (è un arma da fuoco pesante) e per una serie di sfortunati eventi scivolo nella voragine. Mi salvo sempre con la variabile con lo stesso consumo di prima e poi... :arross:
Ovviamente le scritte in rosso sono parlate senza telepatia.

 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 13/12/2010, 00:10




SPOILER (click to view)
Parlato Aang
Parlato Alphred
Pensato
Altro



«TOCK!»




Un colpo andato a segno, un altro passo verso la vittoria. Il monaco sorrise soddisfatto del suo colpo, tornando intanto in posizione difensiva. Le mani allentarono la presa convulsa sul bastone, concedendosi un attimo di pausa dalla furia del combattimento. Gli occhi neri del giovane si posarono sul suo avversario: Alphred si toccava la ferita con cautela, con espressione stordita. Aang storse la bocca, avrebbe dovuto colpire più forte, ma oramai era troppo tardi: quel che è fatto è fatto e non si torna indietro, come dicevano ogni tanto al Monastero. La voce mentale dell'Esper, ora infastidita, invase per l'ennesima volta la sua mente.


«Non male. Mi hai colto di sorpresa, ma questo è solo un monito per convincermi a prestare maggiore attenzione, la prossima volta. L’hai voluto tu, ragazzino: ora dovrò contrattaccare. Ti combatterò come hai fatto tu con me.»




Decise di non rispondergli. Quel dialogo mentale - un'esperienza nuova, per lui - era già una distrazione eccessiva, senza dover pensare a rispondere a quel fenomeno da baraccone. Seguì con lo sguardo il movimento dell'Esper, che si spostò a passi lenti sul tetto fino a trovarsi più in alto del monaco. La voce serafica dell'uomo risuonò nella sua testa:


«Osserva la mia lancia, ragazzo. Non noti nulla di strano? Secondo te a cosa serve un grilletto?»




Sgranò gli occhi, facendo un passo indietro, mentre l'arma, un mini - cannone camuffato in una lancia, veniva puntata verso di lui. O meglio, tentò di fare un passo indietro, perchè un filo scarlatto si era avvinghiato a una sua caviglia, attentando al suo equilibrio. Ruotò le braccia, cercando invano di rimanere in piedi; contemporaneamente, un boato squassò l'aria, e venne sbalzato via, cadendo nella voragine.


Qualche secondo più tardi si ritrovò disteso su un ammasso di detriti, in una posizione tuttaltro che comoda. Si mosse dolorante, trattenendosi per non gemere di dolore: il vestito, dietro, era praticamente a brandelli, e decine di tagli costellavano la sua pelle, strappandogli una smorfia ad ogni movimento; per fortuna il colpo lo aveva mancato, ma l'esplosione di schegge lo aveva preso in pieno. Si guardò intorno, appena in tempo per vedere la schiena di un uomo nudo che scappava di gran fretta. Confuso, alzò lo sguardo: la scarsa luce del tramonto faceva da contorno alle rovine di quello che un tempo era il tetto di un edificio.


Improvvisamente sentì delle voci provenire dalla stanza adiacente: capire le parole era un'utopia, le orecchie gli fischiavano ancora per l'esplosione, e comunque non pensava fossero informazioni vitali. Raccolse il suo bastone da terra accanto a lui, rimettendosi in piedi a fatica: gli doleva praticamente tutto il corpo, ma per fortuna sembrava non ci fossero fratture. Si avvicinò alla fonte delle voci, sbirciando dal buco, occupato in precedenza dalla porta della stanza. Quel che vide lo fece arrossire violentemente: l'Esper, il suo avversario fino a quel momento, stava parlando amabilmente con due donne nude, stese insieme a lui su un materasso.



Distogliendo lo sguardo, osservò quello che un tempo era un corridoio: oramai le macerie lo avevano invaso per metà. Le guardò per qualche secondo, pensieroso sul da farsi, poi si sporse di nuovo dalla porta. L'Esper aveva finito di chiacchierare con le prostitute, aveva recuperato la sua lancia e sembrava attenderlo. L'unico vantaggio in quel momento era che Alphred guardava verso il tetto e non verso il monaco, decise quindi di sfruttarlo appieno. Prendendo un gran respiro entrò nella stanza, iniziando a manipolare il Flux con rapidità.



Un cono affilato di energia magica venne creato con abilità e proiettato verso l'Esper. Nonostante fosse di per sè un attacco pericoloso, in quel caso sarebbe servito soltanto a camuffare il suo vero attacco: una lunga lancia di Flux venne scagliata subito dietro il primo attacco, in modo da nasconderlo agli occhi del nemico. Fatto questo indietreggiò di qualche passo, appoggiandosi al muro e riprendendo fiato. Portò una mano a toccarsi la schiena, riportandola avanti sporca di sangue. La situazione iniziava a diventare veramente pericolosa e le sue energie scarseggiavano: non gli rimaneva che trovare una buona soluzione per sconfiggere il nemico o - in alternativa - una buona via di fuga. Questi tetri pensieri attraversavano la mente del giovane Aang, mentre alzava il bastone davanti a sè, attendendo una reazione avversaria e possibilmente, cercando di non guardare le due donne che lo guardavano stupite dal materasso.



SPOILER (click to view)
Specchietto riassuntivo

ReC: 250 AeV: 100 PeRf: 150 PeRm: 300 CaeM: 175

Condizioni fisiche: Danno Basso da contusione alla schiena, all'altezza dei reni. Danno Medio alla schiena, dovuto sia all'effetto dell'esplosione che alla caduta nell'edificio di sotto.
Condizioni mentali: Deciso al tutto per tutto.
Energia attuale: 55-6-11=38%
Abilità Passive: Controllo del Flux [già citata]
Abilità Attive: Manipolatore del Flux [già citata] Basso x1 (Cono), Medio x1 (Lancia)

Riassunto azioni: Inciampo, il colpo di cannone sfonda il tetto e cado di sotto come una pera cotta XD
Ti sparo due attacchi in rapida successione, approfittando del fatto che non stai guardando verso la porta. Una sorta di cono affilato di potenza Bassa che copre una lancia di Flux di potenza Media. Ora tocca a te, manca poco alla fine! :wow:


Edited by PARACCO TRAVESTITO ALOGENO - 21/12/2010, 17:08
 
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view post Posted on 21/12/2010, 15:11
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Nel cielo facevano capolino già le prime stelle. Il sole era in procinto di scomparire definitivamente, complice la particolare posizione della città, praticamente infossata in un cratere spento. Questo pochi lo sapevano, e ancora meno gente era a conoscenza che il vulcano fosse quiescente. Solfatare e soffioni boraciferi accompagnavano la salita per un fianco del vulcano che ognuno doveva compiere, per arrivare a Dorham; il vulcano era addormentato, ma non morto. I più antichi libri di storia menzionavano le più recenti eruzioni mille anni prima che la città fosse fondata. Era una stufa piena di braci ardenti: esse potevano spegnersi da un momento all’altro, ma ad un minimo impulso potevano anche riaccendersi e scatenare l’inferno vero e proprio.
La sua testa, voltata verso l’alto non ad ammirare il firmamente che andava mano a mano scurendosi, tingendosi di colori tetri e scuri e puntellandosi di piccole ed irraggiungibili luci, ma ad attendere il suo avversario. Le due puttane cominciavano a raccogliere le loro vesti, visibilmente spaventate dalla situazione rocambolesca. Ma di Aang nemmeno una traccia.

All’improvviso dalla porta che dava su una specie di corridoio sbucò una figura familiare: un ragazzino basso, pelato e con tatuaggi turchesi su tutto il corpo. Era caduto dal tetto anche lui, ma non pareva aver riportato danni ingenti. Stava contrattacando, approfittando anche della scomoda posizione di Al, con la lancia rivolta verso l’alto.
Stava partendo qualcosa, dal suo corpo. Una sostanza uguale a quella che prima lo aveva intrappolato, che formava una figura simile ad un cono. Tra l’altro il colpo alla testa gli procurava un emicranea sicuramente poco piacevole, ma per quei secondi provò a concentrarsi nel cercare un metodo per salvare la pelle, ammesso che fosse possibile in quella situazione quasi disperata.
Un intreccio scarlatto cominciò ad inerpicarsi fino in cima alla lancia, mentre essa calava rapidamente verso terra. Il colpo informe appena scagliato dal suo avversario venne tagliato in due come burro; immediatamente dopo la lama si conficcò a terra per la forza impressa nel fendente. Le due parti disgiunte dal taglio si dissolsero, come tra il resto fecero i fili che rivestivano Thunderslave. Ma l’offesa avversaria non era ancora terminata. Un altro colpo, sapientemente evocato mentre il diversivo inziale andava a segno, si stava dirigendo verso Al. La sua forma era paragonabile ad una lancia, non dissimile a Thunderslave, e pareva molto più potente del colpo precedente. Non aveva tempo per difendersi nuovamente. Non poteva riuscirci. L’unico gesto che riuscì a compiere fu un disperato tentativo di difendersi. La lancià saettò nuovamente verso l’altro, impattando contro l’offesa nemica, ma questa volta non era più color cremisi. Mentre la lancià piroettava in aria, respinta dall’attacco magico avversario, esso continuava la sua corsa verso Alphred. In un attimo lo colpì in pieno torace, fancendogli mancare il respiro per lunghi istanti. La botta alla testa passò completamente in secondo piano, mentre il sangue bollente scorreva sempre più giù, bagnando la cintola di cotone. Sgranò gli occhi piegandosi un pò dal dolore, in preda al panico più totale.
Non vedeva Thunderslave, che si era conficcata poco prima nel pavimento dietro di lui. Non sentiva le grida delle due ragazze, che scappavano dietro di lui. Non capiva come fosse successo. Colpito in pieno, per giunta da un ragazzino.
Rabbia, ira, vendetta. I sentimenti che lo animavano, la volglia di andare avanti. Non era mai stato in condizioni così gravi, negli ultimi tempi. Nemmeno contro Andrew, il guardiano della Fat Whore. Non si capacitava di essere stato colpito nell’onore e nello spirito, oltre che nel senso più materiale. Voleva solo trovare la forza di contrattaccare, e finalmente fargliela pagare.
Tornò in posizione eretta, mentre la ferita provocava dolori lancinanti. Il colpo aveva come bruciato buona parte del suo vestiario, oltre che avergli procurato una ferita non indifferente. Una magia energetica, un dominio di quella stranissima sostanza. Una tecnica non dissimile a quella di Al con i suoi fili di energia cinetica; ma che si manifestava quasi in forma primordiale. Non c’era eleganza, non c’era arte nelle creazioni dell’avversario. La potenza non mancava, eppure ad Alphred pareva irrimediabilmente incompleta. Punti di vista, in fondo.
Lo separavano dall’avversario un paio di metri, percorribili in una frazione di secondo. Era convinto di poter avere la sua vendetta, e cercando in qualche modo di reprime il dolore che gli impediva anche solo di pensare razionalmente, con uno scatto si avvicinò tenendo il braccio sinistro, e quindi lo scudo, davanti al suo corpo. L’altro braccio era steso indietro, con il palmo semi-aperto. Mosse il braccio sinistro in un ampio movimento circolare, usando lo scudo come arma impropria per colpire ma soprattutto disorientare l’avversario. Nel momento in cui tutte e due le braccia furono di nuovo distese, nella mano destra apparve in un istante un giavellotto di ghiaccio, che venne scagliato verso il costato di Aang. L’Esper era infuriato, ed il suo unico obbiettivo era uccidere. Non pensava, non capiva. Voleva solo vedere il dolore negli occhi avversari. Ma aveva intenzione, in primis di sfincarlo. Il colpo di grazia sarebbe arrivato più tardi, quando meno se lo aspettava. Indietreggiò, recuperando la lancia, e come aveva fatto altre volte in quel combattimento, attese.








Riepilogo

Alphred Soren – The Mentalist

ReC_250 – AeV_150 – PeRf_75 – PeRm_275 – CaeM_225
Basso_3% | Medio_8% | Alto 19% | Critico 41%
Energia Gialla – Pericolosità E



Status Fisico_ Ematoma alla tempia_danno basso – Ferita al petto_danno medio
Status Mentale_ Fuori di se
Energia_ 72-3-3= 66

Thunderslave (Lancia-Archibugio) comandata con la telecinesi
Uroboro’s Shield legato al braccio sinistro



Abilità Passive_

Resistence
Resistenza [Razziale Umana - Passiva]

Energy
Risparmio Energetico [Pergamena classe Mago, Energia Gialla - Passiva]

Brain Channel
Telepatia [Abilità Passiva del Dominio – 1° livello]



Abilità Attive_

The Mentalist’s Brain
Psicocinesi Finale [Abilità Personale Iniziale]

Ice Control
Padronanza Elementare – Ghiaccio [Pergamena classe Mago, Energia Bianca]
Una delle molteplici manifestazioni magiche che Soren può attuare è proprio questa tecnica, che permette all’ Esper di creare un giavellotto interamente di ghiaccio dal nulla. Con un consumo Basso, infatti, riuscirà a creare in uno dei suoi palmi questa scheggia di ghiaccio, lunga poco più di mezzo metro semplicemente condensando e ghiacciando l’ umidità presente nell’ aria stessa. La scheggia si crea in meno di un secondo, e dato che le abilità ed i riflessi fuori dal comune del mago lo permettono, riuscirà a crearla perfino in un combattimento corpo a corpo, ed anche scagliarlo molto lontano dopo la sua creazione.



Penultimo post di combattimento. A mio parere è risultato un pò piatto d'introspezione, ma non volglio farti attendere ancora. Paro il primo attacco “tagliandolo” in due con un basso della variabile e con la lancia, incasso il secondo colpo tentando di proteggermi con thunderslave ma essa viene scagliata via e poi contrattacco facendomi strada ed aiutandomi con lo scudo e poi con il giavellotto di ghiaccio cerco di colpirti. Il prossimi due post saranno quelli finali, buon divertimento.


 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 31/12/2010, 23:37




SPOILER (click to view)
Parlato Aang
Parlato Alphred
Pensato
Altro



Come previsto, nonostante la sorpresa il suo avversario si difese dal suo primo colpo, tagliandolo a metà, ma la sua seconda manipolazione era lì, pronta per trafiggere e ferire. E così fece. Invano la lancia dell'Esper venne rialzata per parare l'attacco: venne scagliata via dalla forza del colpo, mentre il Flux affilato assaggiava il sangue dell'Esper. Un sorriso stanco ma soddisfatto attraversò il volto del monaco, che nonostante le sue condizioni era riuscito, ancora una volta, ad essere incisivo. Ma se Aang, guardando il suo avversario piegarsi per il dolore, credeva che lo scontro fosse finalmente finito, si sbagliava di grosso.


L'Esper si rimise eretto, non nascondendo in alcun modo quello che provava per il giovane Aang; odio, desiderio di vendetta e ira si mescolavano in un caos emozionale sul suo viso. Il monaco invece passò rapidamente dallo stupore alla preoccupazione più cupa: gli occhi si socchiusero e la fronte si aggrottò, mentre la bocca rimaneva chiusa in uno spasmo, vano tentativo di resistere al dolore alla schiena. Il suo avversario non era caduto a terra sconfitto e anzi, mostrava di avere ancora abbastanza energie per continuare il combattimento. Ad Aang, invece, di energie oramai ne rimanevano ben poche e l'idea non lo confortava nemmeno un pò.


Inaspettatamente Alphred scattò in avanti, portando davanti a sè lo scudo a mò di ariete. Aang alzò il braccio con il brocchiere per parare il colpo, ma non aveva considerato le sue condizioni. Le gambe non ressero l'impatto e furono costrette ad indietreggiare mentre la schiena martoriata del monaco toccava il muro, in un riacutizzarsi di dolori non ancora sopiti. Involontariamente gli occhi del giovane si chiusero, mentre una scheggia di ghiaccio, sapientemente creata dall'Esper, lo colpiva al costato, aprendo l'ennesima ferita. una chiazza vermiglia sporcò il suo vestito che oramai era diventato inutilizzabile, per quanto era stato danneggiato.


Un rapido pentimento attraversò la mente del giovane. Si pentiva di avere inseguito quel maledetto ladro, di essere salito su quei tetti a meditare e, ancora di più, si pentiva stramaledettamente di aver attaccato briga con quell'uomo che lo aveva conciato a quel modo, un uomo non normale, ma speciale come lui. Le gambe oramai lo sorreggevano a malapena, riuscendo a tenerlo in equilibrio solo grazie all'aiuto del suo bastone. La sua bocca si aprì a scoprire i denti in una sorta di ringhio muto, mentre il Flux si agitava dentro e poco fuori lui, vicino ai tatuaggi.


Al Monastero la prima cosa che insegnano ai giovani aspiranti è il controllo delle emozioni: possono sviare, alterare la concentrazione e rendere instabile e poco sicura la manipolazione del Flux. In quel momento, quella lontana ma basilare lezione venne dimenticata. Il monaco allungò il braccio destro facendo fuoriuscire un filo sottile ma resistente di energia, con lo scopo di prendere il proprio avversario per un polso e di trascinarlo con uno strattone verso di sè. Mentre gli occhi celesti del Manipolatore emettevano bagliori rabbiosi, una gran quantità di energia fuoriuscì dal suo corpo, dividendosi in un numero indefinito di piccoli aghi, sottili e pericolosi. Finalmente la sua bocca si aprì, facendo fuoriuscire un urlo che comprendeva il dolore, la rabbia, la frustazione e tutta l'inutilità di quello spargimento di sangue.



Bastaaaaa!
Bastaaaaa!
Bastaaaaa!




Come se un ordine fosse stato impartito, gli aghi di Flux che fino a quel momento erano rimasti obbedienti di fronte al monaco, partirono verso l'Esper. Una pioggia fitta e letale, l'ultimo attacco che Aang era in grado di fare, oramai stremato. Le ginocchia gli si piegarono, inchinandosi di colpo alla stanchezza del combattimento. Nella nebbia della semi incoscienza, l'ira e la rabbia erano sparite, così come il dolore delle ferite, somiglianti a un rimbombo lontano. Un pensiero pigro ma divertente gli attraversò la mente con flemma, facendolo sorridere leggermente, mentre il corpo si afflosciava contro la parete della stanza.


«Strano, il muro non mi sembrava così comodo poco fa.»





SPOILER (click to view)
Specchietto riassuntivo

ReC: 250 AeV: 100 PeRf: 150 PeRm: 300 CaeM: 175

Condizioni fisiche: Danno Basso da contusione alla schiena, all'altezza dei reni. Danno Medio alla schiena, dovuto sia all'effetto dell'esplosione che alla caduta nell'edificio di sotto. Danno Basso da taglio al costato.
Condizioni mentali: Sull'orlo dell'incoscienza
Energia attuale: 38-11-22= 5%
Abilità Passive: Controllo del Flux [già citata]
Abilità Attive: Manipolatore del Flux [già citata] Medio x1 (Laccio), Alto x1 (Pioggia di aghi)

Riassunto azioni & Note: Mi stai ammazzando un pg XD
Mi spiace di averti fatto aspettare tanto, ma le feste e le uscite sono doverose in questi giorni. Sono riuscito a confezionare questo post nei ritagli di tempo e ora, a mezz'ora dal Capodanno, mi sono deciso a postarlo, spero piaccia. Dovrebbe essere tutto chiaro nel post, ma nel caso lo scrivo qui:
1) Paro il tuo colpo di scudo col mio, indietreggiando fino a muro (avevo finito il mio turno quasi a toccare con la parete)
2) Subisco il tuo dardo di ghiaccio
3) Creo un laccio Medio per tentare di acchiapparti e avvicinarti a me.
4) Sparo con un Alto una pioggia di aghi (creati con la variabile non elementale) verso il tuo pg.
5) Pippe mentali :v:

Questo era il mio ultimo post, quindi il mio scontro è finito. Ringrazio tantissimo Hole per questo combattimento che mi ha appassionato e aiutato ad approfondire un pò il mio personaggio, e auguro un buon anno a chi lo leggerà!








 
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view post Posted on 1/1/2011, 11:20
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Cardine
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Back in Black - Meditation




Calmati

Qualcuno gli parlava. Era la sua stessa coscienza.

Torna in te, Alphred.

Si era infuriato ed aveva perso la completa padronanza del suo corpo, per alcuni secondi. Quei sentimenti, quelle emozioni a cui non era abituato gli avevano fatto perdere il controllo, cosa che mai e poi mai era successa prima di quello scontro. Sopprimere, o meglio reprimere le sue emozioni era quello che aveva imparato sapientemente a fare. Nascondere ciò che provava nel profondo per non farlo notare agli altri. Eppure in quella situazione non c’era riuscito, non era stato in grado di frenare l’ira incontrollata. Ma forse questo fu anche un bene, dato che continuare a tenersi dentro ogni cosa non poteva che far male. Un po’ come un urlo di liberazione, quella voglia di vendetta ampiamente trovata lo aveva fatto sbollire. E dato che la sua offensiva era andata pienamente a segno non poteva che averne abbastanza. Le offensive sferrate in quegli ultimi minuti avevano avuto effetti devastanti su entrambi gli sfidanti, ma chi pareva averne avuto abbastanza sembrava Aang.
Il ragazzo però non si diede per vinto, e ricominciò a manipolare quella sostanza che aveva caratterizzato I suoi attacchi in quel combattimento. Essa si trasformò raggiungendo la forma di un laccio, una corda che andò a cingere il braccio di Alphred per poi avvicinarlo al suo avversario. Sempre la sostanza, si materializzò sotto forma di un centinaio o forse più di minuscoli aghi, e quando Alphred fu abbastanza vicino essi partirono con l’obbiettivo di trafiggerlo a morte. In contemporanea l’umano fu costretto a difendersi, e I filamenti rivestirono completamente la parte frontale del suo corpo. In quella veste scarlatta era al sicuro: gli aghi non la trapassarono, e vennero dissolti all’istante. Scomparirono, come tra il resto fecero I fili poco dopo aver svolto il loro compito.

Sfinito, Aang si accasciò a terra, appoggiandosi al muro. Senza pensarci due volte Alphred aprì la mano sinistra, con l’intanto di far levitare il corpicino del ragazzo. Poteva scaraventarlo via, dargli il colpo di grazia, ma inferire su un corpo che non poteva difendersi non era assolutamente nel suo stile. Diviso sul da farsi attese per alcuni secondi, cercando di arrivare ad una decisione. Da una parte il muro, le macerie ed i detriti, dall’altra il giaciglio dove per caso era caduto Alphred.
Non si sentiva in grado di esprimere una condanna, di decidere se quel ragazzino dovesse o no perire. In fondo non era un suo compito. Nelle condizioni in cui era difficilmente sarebbe riuscito ad andare avanti, ed un colpo ben assestato sarebbe stato fatale.

Ed ora? Cosa intendi fare?

Inferire sarebbe stato meschino, oltre che stupido. Lasciarlo lì a morire non sarebbe stato da meno che inferire. Salvarlo, forse, era la soluzione. Una mano si tese: il suo palmo era aperto, e venne ben presto circondato da un’aura rossa, Stessa aura che appare sui lineamenti del corpo dell’avversario. La telecinesi poteva riuscire a sollevare il nemico, essendo il suo peso relativamente esiguo, ed il volere di Alphred avrebbe condotto il suo corpo fino al giaciglio, stando attento però a non appoggiare Aang in modo da riaprire le ferite. Un atto di solidarietà che in una situazione normale avrebbe disgustato molte persone, ma che per Alphred era l’unica soluzione.


La stessa mano tesa in aiuto ora lo sollevava in un modo un po’ particolare. Il vecchio che si era offerto di aiutarlo trasportava un ragazzino con la telecinesi, mentre la piccola figura si dimenava a mezz’aria. Il desiderio del vecchio di portare il bambino con se era scatenato da un qualche interesse che andava ben oltre la pena provata nel guardarlo, qualcosa di profondo e arcano, che l’uomo aveva visto guardando gli occhi del piccolo. Alla comprensibile domanda del vecchio, che voleva sapere il nome del bambino, il piccolo rispose con una sola parola, scampata dai singhiozzi del pianto:”Aphred”.













Riepilogo

Alphred Soren – The Mentalist

ReC_250 – AeV_150 – PeRf_75 – PeRm_275 – CaeM_225
Basso_3% | Medio_8% | Alto 19% | Critico 41%
Energia Gialla – Pericolosità E



Status Fisico_ Ematoma alla tempia_danno basso – Ferita al petto_danno medio
Status Mentale_ Fuori di se
Energia_ 66-19-8= 39%

Thunderslave (Lancia-Archibugio) comandata con la telecinesi
Uroboro’s Shield legato al braccio sinistro



Abilità Passive_

Resistence
Resistenza [Razziale Umana - Passiva]

Energy
Risparmio Energetico [Pergamena classe Mago, Energia Gialla - Passiva]

Brain Channel
Telepatia [Abilità Passiva del Dominio – 1° livello]



Abilità Attive_

Brain Power
Psicocinesi Primordiale [Abilità Attiva del Dominio – 1° livello]

Mentalist’s Brain
Psicocinesi Finale [Abilità Personale Iniziale]





Il mio buonismo ha vinto ancora :v: Riesco a difendermi con la variabile, per poi trasportare il tuo corpo con la telecinesi. Non ho inferito per motivi di coerenza con l’allineamento del mio personaggio, non per altro. Se Aang fosse rimasto ancora in piedi non avrei esitato ad attaccare ancora, ma dato che è stremato mi sono fatto prendere dalla compassione. In fondo sono arrivato proprio dove volevo: far finire le energie al mio avversario. Che dire, è stato un piacere combattere con te. Provvedo io ad aprire il topic per la correzione. L'uso che Al fa della telecinesi lo sottopone ad un flashback collegato con il suo background, che ormai ho finito di scrivere. Alla prossima!




 
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view post Posted on 4/1/2011, 12:59
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Io sono l'esattore delle tasse che bussa alla tua porta
Io sono Darkwing Duck.

Høle


Scrittura~ 6.5/10
Buona. Sin dai primi post si può percepire, a mio avviso, un conntinuo crescendo di quella che è la psiche del personaggio. Se in quelli di presentazione Al sembrava solamente apatico, infatti, in quelli seguenti acquista spessore, mostrandosi per quello che è nel post finale. L'introspezione c'è, ma sono sicuro che puoi fare ancora qualcosa per migliorarla. Le descrizioni degli ambienti sono curate nei primi post per farsi leggermente più vaghe mano a mano che si procede. Occhio: presta sempre attenzione al luogo in cui ti trovi, dato che una descrizione poco curata delllo stesso può portare a delle piccole incomprensioni. Non è il tuo caso, tuttavia attento a non cadervi. Mi piace il modo con cui approcci questo nuovov Pg. Continua ad allenarti, sei sulla buona strada.

Strategia~ 7.0/10
Alti e bassi. Hai sfruttato l'ambiente nel modo corretto, sia utilizzando la tegola che riuscendo addirittura a cambiare arena. I primi post sono brillanti, in questo campo. Approfitti delle tue tecniche nel modo corretto e senza abusarne. Se il tuo avversario però è riuscito a variare il tipo di attacco dato da una sola variabile di te non credo di poter dire altrettanto. Gli attacchi e le difese dopo un pò iniziano a sembrare ripetitivi e sempre uguali. Non è un vero e proprio motivo di penalizzazione, ma sono sicuro che con un briciolo di impegno in più saresti stato in grado di creare azioni complesse e mai noiose pur utilizzando una sola abilità.

Sportività~ 5.5/10
Mhm. Non compi errori esagerati e subisci quello che devi subire. L'unica cosa capace di far storcere il naso è proprio ciò per cui ti ho premiato in precedenza: la tegola. Infatti, nonostate tu abbia fatto un uso pregevole del tuo dominio, ho leggermente storto il naso per l'attacco in se. Da quanto mi è parso di capire eravate abbastanza distanti in quel momento, e la tegola che tu hai utilizzato stava un metro dietro le sue spalle. Questo "Mangiarsi lo spazio" mi è sembrato un pelo sleale. In ogni caso non è nulla se paragonato con il resto del duello.

Media~ 6.5/10

PARACCO


Scrittura~6.0/10
Anche tu non scherzi. Ho apprezzato i post iniziali, di presentazione, e quelli di combattimento immediatamente successivi. La psicologia si sente sempre più, mano a mano che il duello prosegue. Sotto questo puno di vista siene molto simili, voi due, come se vi ci volesse un pò per ingranare la marcia. Non è un male, bada, è un modo come un altro per rendere partecipe il lettore sempre un poco in più. Le descrizioni sono generalmente buone, un po piatte e trascurate nel finale. Unico consiglio: Fai ragionare di più il tuo personaggio. Se nel tuo testo infatti il paragrafetto dedicato alla meditazione appare quasi più come una guida è invece ricco di spunti narrativi e riflessivi. Sfrutta gli stimoli esterni per i tuoi scopi. Belle le analessi che dividono il testo. Non male nel complesso, ma puoi migliorare.

Strategia~ 6.5/10
Mi trovo a dover fare i complimenti ad entrambi, tutto sommato. Altrnate tecniche di offesa ad altre di Utility atte a limitare la libertà d'azione dell'avversario. Tu, al contrario di Hole, riesci a creare sempre nuovi modi per attaccare utilizzando sempre la stessa tecnica. Il bloccarlo per poi passare all'offesa, il fare due attacchi distinti, in modo da far risultare il secondo come camuffato. Tutte cose degne di nota. Non interagisci tuttavia con l'ambiente e non lo sfrutti a tua favore, se non negli ultimi post, per via del crollo. Brillante quindi, anche se leggermente meno del tuo avversario.

Sportività~ 6.0/10
Subisci quello che devi subire, senti il peso delle ferite e le energie che se ne vanno. Unico piccolo errore del testo è la presenza di un Countermove lessicale. Esso si manifesta nel momento in cui tu sfrutti le pause avversarie e ci infili nel mezzo dei dialoghi. Cito Ray da L'abiezione: "E' un comportamento sgradevole, poiché impedisci al tuo interlocutore di rispondere alla frase che tu hai collocato; egli sta infatti continuando a parlare, e non può sovrapporre nuove frasi a quelle dette in precedenza." Non è un errore grave, in fin dei conti. Solo un poco fastidioso per il tuo avversario.

Media~ 6.17/10

Dagli addosso, Duck!
Il vincitore di questo duello è quindi Høle.
Vi prego di scusarmi nel caso in cui vi siano imprecisioni nella valutazione,
ma è la prima volta che mi trovo un duello ufficiale per le mani x'D
Complimenti ad entrambi i partecipanti, avete superato le mie aspettative.
A voi la gloria e la fama, a me 150G.

Il vincitore ha diritto ad un post autoconclusivo.
Per dubbi, chiarimenti o insulti, la mia casella MP è quasi sempre libera x'DD

 
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13 replies since 25/11/2010, 17:57   296 views
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