Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

A nightmare Waltz

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view post Posted on 3/1/2011, 22:57
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Un debole movimento delle ciglia.
Il tiepido corrucciarsi dello sguardo assopito.
Quieto, immoto.
Mero riflesso di un sogno inavvertibile, appena sussurrato dal respiro regolare, profondo.
Il profumo della Genziana fra le dita. Dell'Erica fra i capelli. Della Belladonna sulle labbra, appena screziato della memoria di un sorriso gentile, pacato, ora sbiadito come nera fuliggine fra le ceneri.
Non vi è suono nell'aria.
Mite sospiro.
Né il vento. Né la pioggia
Debole tramestio delle palpebre.
Né musica. Né voci.

Nell'ombra del tramonto, io e te,
andammo a braccetto nei sogni
chissà perché.
E li, avvinti nel bagliore di ciò che era bello,
Finimmo per smarrirci, me e un trovatello.
Oh, che sciocchi. Che stupidi bambini fummo,
che la notte ci trovò
e in un sol attimo
un brutto tiro ci giocò.
Ci regalò il sole e le stelle
le gioie e le cose più belle.
Ed in cambio una sola cosa chiese
che noi le regalassimo le chiavi del suo paese.
Così, nell'ombra del tramonto, io e te,
rimanemmo prigionieri dei sogni
chissà perchè.
E ora di favole è il nostro mondo.
Di bellezze e frivolezze ogni giorno.
Eppure, avvinti nel bagliore di ciò che un tempo era bello,
ancora ci chiediamo perché, fra tutti i sogni, scegliemmo proprio quello.


Ancora un debole tremolio delle lunghe dita, tese ed insieme socchiuse in una posa accartocciata.
Avvinta.
La medesima appartenente ai dormienti. Ai defunti. Eppure non c'è alcuna tensione in quel palmo abbandonato. Nessun dolore.
Nessuna pena nella succube arrendevolezza dei polsi flessi, degli avambracci stretti in una posa ancora religiosa, ancora desolata.

Eppure ora, improvvisamente, Vi è un tremito nuovo in quel corpo. Un che di turbato nel muoversi delle ciglia. Un riflesso poco spontaneo nel loro rabbrividire sull'orlo degli occhi ancora chiusi, immemori di ciò che reclama di essere visto. Un inaspettato scatto nelle spalle ripiegate, nel collo stretto dalla dolce presa di bracciali e catenine brillanti di mille riflessi ambrati. E pare che le vesti d'avorio, quasi solcate dall'improvvisa brezza di un vento nuovo, abbiano disegnato una nuova curva sul corpo ricurvo, ripiegato, la posa fetale dei fanciulli ad addolcire una bellezza senza tempo.

" Svegliati, mia cara "
Voce gentile. Tono delicato. Uno sperduto trillio dei sogni. Morbida carezza lungo la schiena, attraverso l'orlo merlato dei veli di seta.

"Svegliati, ti prego"
Ed ella rabbrividisce ancora. Il tiepido calore dell'onirico che velocemente l'abbandona, lasciandola nel fiato freddo della notte. Esposta. Appena meno che nuda in quei suoi cenci disadorni. Ma ancora non cede.
La curva delle sue membra si stringono, la testa si incava, incapace di accettare che già i sogni hanno ceduto il passo a quella voce carezzevole, amabile, lusinga parsimoniosa nel biasimo del disappunto.

" Su, avanti. Apri gli occhi"
E suo malgrado, Sherazad sente le proprie palpebre muoversi. Rispondendo ad un ordine. Stupide puttane al servizio di una volontà altrui. Gemendo, stringe le labbra, quasi tentando di impartire un contrordine che tarda a venire.
No...che diamine....No...dannazione....

" Aprili ora. Subito. Non te lo ripeterò una seconda volta"
Ed improvvisamente Sherazad cede. Di scatto i suoi occhi compaiono sul suo volto immoto. Due punti di giada in un mare di argilla qual'è la sua carnagione.

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E mentre è il suo respiro calmo a serrarsi inaspettatamente, le gote calde che gelano di un imprevisto terrore e svilimento, ecco che un altro sguardo finisce per catturare di forza il suo.
Altri occhi del medesimo colore. Altro viso senza espressione. Eppure la sola pupilla rettiliforme basta per schiantare la vista della fanciulla,
per immobilizzarla nel terrore di quella bestia ignota, senza corpo e senza anima.
Attorno a lei, ora, il caos. L'esplodere di mille e più suoni grotteschi, inafferrabili. Niente più che un frenetico gozzovigliare ed ondeggiare al ritmo di una ruzzolante armonia. Tempesta di Suoni.
" Buongiorno, mia cara "
la beffeggia la voce di poc'anzi. La schiaffeggia mentre la fiera che la sovrasta flette docilmente il collo per meglio accostare il muso al suo volto.
Più forte, ora Sherazad avverte il sentore di belladonna nello stomaco. Avverte il vago senso di vomito della vittima risalire in lei assieme alla nausea.
Eppure non urla. Non può. Non riesce.
Non vuole.
La profondità del rumore che la circonda è come un'unica, onnipotente voce che, troppo forte, la mette a tacere. La zittisce con il suono lacerante di piedi battuti sul terreno. Di mascelle lasciate scattate una due, mille volte. E di artigli che, affamati, rosicchiano la pietra sulla quale ella sa di trovarsi.
Socchiude gli occhi, il fulgore di fuochi lontani che la acceca.
" Non dormire " la ammonisce la belva " Fra poco sarà il tuo momento. Stiamo solo aspettando che arrivi il tuo fortunato cavaliere "

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SPOILER (click to view)
Rileggendo il post, mi accorgo di aver dato molto poco spazio alla descrizione del luogo e del "contesto" in sé. Mi scuso perché, così facendo, lascerò un po' in balia di se stesso il mio co-protagonista. Prometto di rifarmi nei prossimi postT___T
Oltre a questo, a scanso di equivoci ricordo che la zona in cui la scena si svolge non è per nulla neutrale ma, viceversa, è decisamente affollata delle meglio creature dell'Eden tutte strette attorno al punto in cui l'intera scena verte: una sorta di antico altare sacrificale in parte distrutto. Su di esso, una immonda creatura del tutto simile ad un Dracolich funge da punto focale della festa. Sotto lo stesso, semisvenuta sull'altare e posta fra le sue zampe, una giovane donna completamente rintontita dalle droghe. Ovunque, le bestie si agitano e ballano al ritmo di una musica forsennata. Cibi e bevande di sorta, inesauribili, costellano il pavimento e le enormi costruzioni adiacenti. Pur bevendo e pasteggiando, esse ricompaiono intonse sulle tavole.
 
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view post Posted on 7/1/2011, 17:45

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« Non qui. »

La scena si aprì impietosa allo sguardo del vampiro, non nel suo stato migliore.
Il lungo cappuccio calato sul volto, dall'ombra del quale brillavano gli occhi. Tizzoni accesi di colori improbabili e diversi.
Ai lati degli occhi c'erano piccoli frammenti, placche giallo spento come quelle di un gatto malato. Le labbra screpolate erano tese in un ringhio rabbioso.

« Non ora. »

La folla andò il delirio. Entrò nel cerchio di falò che delimitavano l'area.

Il cerchio, la figura magica per eccellenza.
Non era mancanza di pulizia, la sua. Semplicemente, la malattia si era fatta recentemente più forte, e gli stringeva le spalle con i suoi artigli rapaci trovando meno resistenza da parte sua. Aveva avuto paura - si, paura - di chinarsi e immergere la testa nelle pozze d'acqua sotterranee.

Paura di vedere riflessa la propria immagine sulla superfice; di vedere lo sguardo lunatico, i denti scoperti, la pelle screpolata sugli zigomi, i capelli appiccicati di sangue.

Si era calato fino a Neirusiens con senso di colpa, muovendosi silenzioso e di soppiatto come un assassino, temendo che in quel luogo ci potessero essere diti puntati contro di lui, persone in grado di riconoscerlo. Invece aveva trovato una compagnia del suo stesso rango: criminali, mostri. Spesso entrambe le cose.

Demoni o streghe.

Ombra fra le ombre, alla ricerca di vendetta. Ma ormai era diventata una parola troppo usata, l'aveva nauseato. Non bastava più. A forza di ripeterla. A forza di bagnarsi nel sangue, un guerriero diventa un macellaio.

E proprio quando stava per toccare il fondo ... proprio mentre vagava per Neirusiens facendosi nient'altro che male, un destino sbagliato aveva posto UN DRAGO in quel luogo dimenticato dagli Dei,
Un drago, una donna.
Il cerchio, figura magica per eccellenza.
Si era morso la coda. Si era richiuso su di lui.
E nel momento di massimo sconforto, in quel momento, sarebbe stato costretto a ricominciare da capo.


Lei
voleva una dimostrazione di forza.
voleva la conferma della sua infedeltà.
Loro
volevano farlo ballare sullo spettacolo già preparato.
volevano vederlo come una marionetta nel palmo di una mano invisibile.

« Non di nuovo... »

San Giorgio e il Drago.
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« E allora giochiamo, bestiacce, giochiamo. »

Il suo destino era stato deciso da quando aveva messo piede in quel posto. Si fece strada tra i riti orgiastici scansando le mostruosità e le loro appendici deformi. Tenendosi lontano dalle tavole imbandite, anche se era dannatamente attratto dai calici pieni di sangue.

Neonati?

Già, il sangue che era così difficile trovare e bere.
Perché?
Perché tanti scrupoli?
Perché non poteva semplicemente unirsi al Sabba, mescolarsi con le creature e mangiare fino a rimettere più di quanto avesse ingerito?
Perché non poteva mai cedere nemmeno al suo istinto vampirico di nutrirsi?

E la sete di sangue lo rendeva debole, fragile nelle zanne della malattia.

O forse aborti?

Perché era costretto a giocare la parte dell'eroe.
I panni gli vanno stretti. La cotta di maglia pizzica. L'elmo è soffocante. Il sorriso, gli occhi azzurri, i capelli biondi non sono alla sua portata. Lo scudo è pesante. Non ha il bianco destriero. La lancia si è spezzata.
è inadatto. Si è sempre sentito inadatto al ruolo.

E allora perché lo recita?
Perché è la sua natura.



Il drago era chino sull'altare e saggiava la pietra con gli artigli. La schiena gobba incurvata sul corpo esile della fanciulla, vicino, troppo vicino. Il suo fiato sul collo scoperto di lei. Nei suoi occhi, solo la voglia di violarla. Era un mostro blasfemo. Era un animale da monta. Pronto a distruggere quanto c'era di più puro nel modo più sporco, crudele, deviato possibile.
Nella mente di Claymore, era come se la scena di bestialità del tutto immaginata fosse già successa.

Nella sua mente, quei pensieri erano reali.


Orgia. Sabba. Drago.
Mreal?


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Più veloce di un pensiero notturno. Improvvisamente, la folla si dirada attorno a lui.
è solo davanti all'altare del drago. è solo quando si cala il cappuccio e mostra il viso contornato dai capelli neri e da un'aria d'odio.
è un'ombra quando scatta in avanti, afferra la fanciulla per la vita e la solleva, cercando di riapparire dall'altra parte.
Passando sotto il ventre scaglioso .. ossuto del mostro.

« Sai chi sono, vero?
Sai chi sono ... drago.
»

Gelido. A confronto, la morte sembrava calda.



CITAZIONE
Ci è voluto un po' per trovare l'ispirazione, ma spero l'attesa sia valsa la pena.
La musica si chiama Neji/ Heji dalla colonna sonora di Elfen Lied.

Sono passato più volte dal passato al presente con i verbi, per cambiare il ritmo. Spero di non aver fatto troppo casino :asd:

Descrivo sommariamente il tutto laddove tu avevi lasciato campo libero, attraverso l'ottica distorta di Claymore. Non mi avevi lasciato istruzioni, quindi arrivo senza problemi sotto l'altare del drago. A quel punto, attivo la mia variabile; la AeV schizza a 550, i ReC a 25 durante lo scatto. Cerco di afferrare Sherazad e portarla al riparo sperando che la mia velocità sia sufficente a passare sotto il dracolich ed arrivare dall'altra parte - quindi alle spalle della bestia - indenne.

Claymore - Energia Rossa
[ReC: 250 ┐ AeV: 275 ┐ PeRf: 325 ┐ PeRm: 275 ┐ CaeM: 250]



St. Fisico: Sindrome di Kane - Stadio "iniziale"; Illeso.
St. Mentale: Freddo.
Energie: 145%

Passive:

Dead Body ... Passive del vampirismo - energia blu; Passiva razziale umana.

Attive:

S o u n d S p e e d Way., consumo basso. Personale Variabile di PU che mi permette di alzare la AeV a scapito dei ReC. Nel movimento, i ReC vanno a 25.

N.B.: Non c'é scritto da nessuna parte perché devo ancora aggiornare la scheda, ma Claymore ha due veleni - uno psionico e uno emorragico - costantemente sugli artigli.

 
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view post Posted on 28/1/2011, 20:39
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And...bla..Bla..BLA
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Per un attimo eccolo, il salvatore.
Il prode cavaliere che, armato di ammazzadraghi e farcito di destriero, se ne venga fuori con il suo bel sorrisetto da eroe consumato. Una fila di denti bianchissimi, lucenti, fluorescenti propri di chi non abbia mai fatto altro che mangiare a sazietà per tutta la vita.
I capelli biondi, ben tagliati, per nulla sudacchiati per la fatica e la pesantezza dell'elmo d'argento, sfavillante nell' evanescenza della sua figura stagliata contro il crepuscolo.
Eccolo, finalmente, il nostro Lancillotto che viene a salvare Ginevra.
Alla buon ora, sarebbe quasi da dire.
Forse qualcuno avrebbe potuto obiettare che quell'affascinante prode di capelli biondi proprio non ne aveva sul capo e che il suo sguardo arcigno ben poco aveva di che spartire con il sorrisino compiaciuto del nobile rampollo.
E forse altri, aggiungendosi al coro, avrebbero infine potuto far notare che i suoi occhi proprio non parevano esprimere amore e fratellanza verso il prossimo. Spirito compassionevole e forzieri reali stracolmi d'oro.
Non che una profusione di amabilità e vita.

Anzi.

Probabilmente, se fosse stata cosciente, anche Sherazad avrebbe sicuramente obiettato
"Ci dev'essere un errore. Un terribile, terribilissimo, errore"

Puntando il dito affusolato contro quella specie di saetta vagante e, con tono petulante, aggiungere
"Non ha nemmeno la cotta di maglia, che diamine!!"

Eppure, al comparire di quello scuro individuo il solo a non mostrare sorpresa e sbigottimento è il Drago.
Solo lui, con compunta calma, pare accogliere con puntuale indifferenza l'azione di lui. Quasi che, tutto sommato, non fosse proprio il caso di sorprendersi per alcunchè di quell'intervento: il brutale salvataggio, la rocambolesca evoluzione, il rapace afferrare la donna e portarsela via come in un moderno ratto delle Sabine.
Solo il Drago, che Dio ce ne scampi. Gli occhi vuoti a fissare senza espressione il proseguire di quel siparietto teatrale. Di quell'usuale preambolo di una scena tragica.
Tragica, certo.
Perché nello stesso istante in cui Sherazad viene salvata, si sveglia.
Povera piccola.

Movimento sottile delle palpebre, tremolio enfatico delle labbra, debole corrucciarsi del volto candido.
E quando apre gli occhi, quando finalmente ella schiude nuovamente le iridi alla vita, non passa che un attimo da quell'attimo che ella circonda con mani rapaci il corpo del suo giovane salvatore e dirige la bella bocca in direzione del collo di lui.
Un lieve sorrisetto a tingere di oro e blu i suoi denti improvvisamente in vista.
Troppo aguzzi per essere quelli di un comune essere umano.
Troppo evidenti per poter solo lasciar presagire che essi non volessero proprio allora affondare nella carne del cavaliere.
Movimento netto. Direzione unica, come se fino ad allora no avessero aspettato che quello.


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La dolce Sherazad. Così delicata, così indifesa come la piccola pianta carnivora che trasudi nettare delizioso e allettante per le sue future vittime.
Ingannandole con i tanti filamento flessuosi della corolla. Plagiandoli, nei seducenti effluvi della sua femminilità.

" Fra poco arriverà il tuo cavaliere, mia Regina. E allora potrai mangiare."


In un boato mostruoso, è come se la folla radunata tutt'intorno avesse inaspettatamente colto un segnale di battaglia. La musica si fa più assordante, malevola, ridonante.
Un fracasso tale da ferire la notte, inondare gli antri bui, svegliare mille e ancor più occhi giallognoli nascosti nell'ombra.
E tutto quel putiferio vibra all'unisono, si scuote in comune organza, quasi che si trattasse di un solo, pulsante, cuore d'ombra.
Nell'accartocciarsi di corpi e musica, nel decomporsi e marcire di tutte le bevande e le cibarie il Drago emana un lungo, prolungato, ruggito. Le grandi mascelle che afferrano l'oscurità e la stracciano in mille sbuffi cremisi.

" Fra poco arriverà il tuo cavaliere, Sherazad, e allora potremo giocare un po'con lui"


Nell'ombra del tramonto, io e te,
andammo a braccetto nei sogni
chissà perché.
Ed egli, tanto contento e giocoso
ci prese sotto braccio, augurandoci il risposo.
Ci cullò, ci amò
Ci nutrì e ci lodò.
Ci diede tante prelibatezze e tanti doni,
tanti dolci, i più buoni.
Eppure, chissà perchè, noi lo sapevamo.
Sapevamo che, prima o poi, il gramo
sarebbe spuntato da quegli occhi felici
e belli
tante pernici
sarebbero sbucate
e con dolori, con frustate,
lo scotto da pagare avrebbero reclamato.
Oh noi miseri, oh che peccato.



SPOILER (click to view)
Ecco qui. Scusa il terribile ritardo ma in questo periodo proprio non riesco a combinare nulla fra artefatti vari. Ora.
La reazione di Sherazade è quanto più esplicativa sul fatto che lei non fosse sattamente la vittima. Ma immagino che la puzza di bruciato fosse già nell'aria da tempo.
Il Drago, per ora, non attacca ed è solo lei che, in qualità di vampiro, cerca di azzannare Claymore.
Ancora scusa e...spero di poter far post migliori in seguito.
Un'ultima cosa...le parole non provenengono dal Drago
 
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view post Posted on 1/2/2011, 19:50

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"C'é silenzio ora."

falso
Tutti sbraitavano, le mascelle del drago sbranavano pezzi di notte

Cibo in decadimento e marcescenza

Non aveva importanza; per le orecchie del vampiro
non c'era altro suono, altro lamento
Solo il silenzio di lei


« Non dovresti »

Le sussurrò dolcemente. Alla fanciulla. Alla principessa che aveva salvato, perché si, nella sua mente, l'aveva salvata. E con grazia sosteneva il colpo di lei, la grazia del gigante che tiene in mano un fiore delicatissimo e non può permettersi di romperlo. La sentiva muoversi contro di lui, strusciarsi sulla sua pelle, aprire la bocca perfetta, sentiva l'aria del suo fiato uscire dalle fessure tra denti particolarmente acuminati.

E chiuse gli occhi come il giocatore consumato della solita partita a poker, quegli occhi che erano contornati di occhiaie e di placche gialle e venati di rosso, quegli occhi malati.



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« Potrai mangiare / Potrai mangiare »
« Sta bene. Vieni. »


Piano, ora, piccola. Lascia che le punte aguzze si soffermino sullo strato più esterno dell'epidermide. Ne senti il sapore?
Non dovresti. Non da un corpo morto. Il sangue non batte in me; dovrai essere tu a tirarlo fuori. Non c'é bisogno di andare di fretta. Il momento è solo tuo.

I canini acuminati come lance perforarono in due punti distinti. Senza ancora lasciare macchie.
« Non stavo fuggendo. »
Le passò una mano fra i capelli e la strinse al suo collo. Sensazione di dolore.
La conosceva da sempre.
Lui le apparteneva così come un cuore, uno stomaco, un cervello e un occhio appartengono ad un individuo. Lei gli apparteneva così come appartiene un'anima.
Era la ragazza che salvava dal drago.

« Non dovresti solo perché questo corpo è marcio
Ma se tu lo vuoi ..
»

Il sangue cominciò a fiottare, NERO. Un miscuglio cancerogeno dei liquidi delle sue vittime, consumato dalla Malattia con la maiuscola - quella che secondo i dottori, colpisce corpo e anima.
« ... ti darò tutto »



Così bello, così perfetto. Con diversi centimetri di denti nel collo, e la sensazione fredda del sangue che colava via. Bevi da me, e vivrai per sempre.Non esiste "trappola" o "inganno". Non esiste "drago". Non esiste "sabba".
Anche fosse una semplice rappresentazione, una suggestione, una messinscena, era pur sempre una piccola miniatura del suo obbiettivo. In quel piccolo sogno, l'aveva salvata, aveva salvato la ragazza. Perfezione Tutto il resto era ininfluente. La prese nel suo freddo abbraccio isolando al di fuori tutto il resto. Anche se era solo un piccolo quadro. Una piccola finzione. Nella finzione, lui aveva vinto.

Che male c'era nell'abbandonarsi un po' oggi a una gioia di un domani lontano?



Per una sola notte, sarebbe stato completo, e non un patchwork di anima tenuto insieme con i denti. Per una sola notte, con la fanciulla tra le braccia, avrebbe raggiunto il primo obbiettivo. C'era calma.
Per la prima volta, la sua mente era un mare piatto e senza vento.

« Io sono ciò che sono »

Per quella notte, non ci sarebbero stati altri nomi. Non ce ne sarebbe stato alcuno, in verità. Non ci sarebbe stato bisogno di affermare la sua personalità.

« Sono l'ombra di un principe caduto e il fantasma di un re che deve ancora venire.
Sono un vendicatore. Sono la Pantera.
Sono un umile servo.
Sono l'uomo che ha ingannato la Morte.
Sono Uno nei Molti:sono colui che ha visto l'incubo ed è tornato.
Io sono colui che brandisce la Nemesi.

Io sono il paladino di Eitinel.
»

Nella negazione, anche solo figurata, di ciò che rappresentava il suo avversario naturale, il drago che aveva dato la morte a lui e alla sua padrona, per un solo attimo gli fu concesso di dare uno sguardo - niente più che uno sguardo veloce, come un bambino attraverso lo spiraglio in un portone di pietra - in se stesso.

Era lucido. Era sicuro di sé. Era completo.

« Non so chi tu sia, ma ti ringrazio
per avermi fatto ricordare la mia natura quando ne avevo bisogno.
Prima che questa consapevolezza sia finita
permettimi di eliminare il mio nemico in effige.
»

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« Cadi. Drago. »

















Fu una forza quasi palpabile. Uno sguardo. Un ordine.
Maestà

Aveva appena ordinato al Drago di morire, e il drago sarebbe morto.


CITAZIONE
Le dovutissime precisazioni. A livello tecnico Claymore non si difende, ma lancia una malia a livello Critico contro il drago; il terzo livello del dominio mi permette di instillare qualsiasi sensazione/sentimento, quindi - molto liberamente - ho interpretato la cosa come la possibilità di impartire ordini. Il sentimento in questione da cui il drago dovrebbe essere colpito - se non si difende - sarà la voglia di morire, una specie di istigazione al suicidio e estrema obbedienza alle parole di Claymore.

Ora, il lato che mi preme di più è spiegare il post dal punto di vista interpretativo. "è stato come guardare un telefilm a che segui sempre e al quale hanno cambiato il doppiatore del protagonista" [cit.]. Il ragionamento che c'é dietro al post deriva dalla natura di Claymore; un vampiro che fugge dalla Morte, e quindi dall'oblio, con una personalità deviata e frammentaria; in molti post si è visto il suo bisogno di affermare la sua identità (con le sue classiche sparate "io sono claymore! [scritto in size14]"). Claymore è inoltre morto durante l'assalto al Sorya, quindi per mano di Venatrix; il drago in generale è diventato l'antitesi di Claymore, ogni fanciulla da salvare è l'immagine di Eitinel, la padrona oggetto di amore-odio della quale non ha potuto evitare la caduta; per questo seppure si renda conto che il sabba è una specie di trappola non fa nulla per ribellarsi al "bacio". In compenso raggiunge uno stato di calma e completezza totalmente anomali per lui; è come se la sua personalità schizoide si fosse finalmente affermata "io sono colui che sono" seppur per poco. Per questo sembra di fatto un'altra persona a parlare :v:

By the way, se non hai tempo o voglia per continuare la giocata, possiamo anche sospendere.


Claymore - Energia Rossa
[ReC: 250 ┐ AeV: 275 ┐ PeRf: 325 ┐ PeRm: 275 ┐ CaeM: 250]



St. Fisico: Sindrome di Kane - Stadio "iniziale"; Ferita da perforazione (coppia di canini) sulla giugulare.
St. Mentale: Calmo.
Energie: 109%

Passive:

Dead Body ... Passive del vampirismo - energia blu; Passiva razziale umana.

Attive:

You think you know me?. Malia del vampiro, livello 3 del dominio. -Critico

 
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