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Valzer al crepuscolo ~ Apokalipsis

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view post Posted on 11/2/2011, 17:37
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« Apokalipsis »
apó; kalýptein
ossia di come ciò che copriva è stato tolto
di come il velo è stato infranto
di come il Toryu è cambiato


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Di ciò che è accaduto nell'anno della catastrofe, se ne parlerà per secoli e per molte voci differenti; tutte le storie, tuttavia, inizieranno con la stessa introduzione: "Era un giorno come tutti gli altri quando il sovrano - che nessuno vedeva più da settimane - ricomparì come dal nulla nella sala del trono. Poi, qualche ora dopo, ci fu l'esplosione."; un'esplosione vuota, senza alcuna onda d'urto, come se - esattamente dal punto in cui era ricomparso il sovrano - tutto avesse iniziato a morire e consumarsi spontaneamente.
Le parti più vicine al maniero furono le più fortunate, poiché divennero tutt'uno con quest'ultimo. Tutto il resto venne quasi del tutto reso al suolo, in modalità più o meno violente. Sta di fatto, quale che sia il caso, che di ciò che era il Toryu non è rimasto più nulla: tutto il territorio circostante al borgo s'è modificato e trasformato sotto la volontà di potenza esercitata dal sovrano, confacendosi ben più a ciò che oggi viene chiamato il "volto dell'apocalisse".

Al centro di tutto sta il maniero. Esso, benché ora non sia che una misera pantomima di ciò che è stato in passato, è il fulcro del potere magico del sovrano - l'ha assorbito e l'ha trasformato, donandosi una nuova forma. O, per meglio dire, questo è ciò che tenta di far credere a chi lo stia guardando.
Esso cambia a seconda della distanza da cui lo si osservi, difatti. Più lontano si trovi lo spettatore, più la costruzione gli sembrerà verticalizzata e imponente, nonché lussuriosa e ricoperta delle meraviglie - sia architettoniche che naturali - più inconcepibili. Da chilometri di distanza, si dice addirittura che il maniero appaia come una gigantesca torre di Babele ricoperta da milioni di lanterne rosse scintillanti: la costruzione più adatta per ospitare il Re dei Re.
Tuttavia, mano a mano che ci si avvicina, il palazzo sembra perdere di consistenza; si abbassa e si sgretola fino ad apparire come ciò che è in realtà: la rovina di ciò che è stato, divorato dalla pietra.
Di tutto il lusso che si scorgeva da lontano restano solamente i così detti fiumi traversi - lunghi torrenti che, partendo dalla base del maniero, lo risalgono procedendo innaturalmente verso l'alto, raccogliendosi di quando in quando in piccole lagune che non raggiungono le poche dita di profondità, prima di continuare a salire verso la cima.

Attorno al palazzo, a diverse decine di metri dal suolo, fluttuano le così dette arche. Intere zolle di terreno e borgo che - forse per caso, forse per volontà divina - si sono sollevate da suolo al momento dell'"esplosione", sopravvivendo alla distruzione e alla devastazione del resto del borgo sottostante. Queste piccole isole godono di un clima inspiegabilmente rigoglioso e si vedono attraversate anch'esse dai fiumi traversi, che le risalgono dal terreno sottostante. Su di esse, i sopravvissuti si definiscono un nuovo popolo eletto risparmiato dalla misericordia del sovrano o grazie alla fede nei loro Dei.

Al di sotto delle arche vi è l'ampio territorio rimanente del borgo, denominato ora come ciò che non c'è più. Lì tutto è morto; benché, a seconda della zona, il potere del sovrano abbia colpito in maniere e forme differenti, la maggioranza di ciò che era il centro abitabile e pulsante del borgo si è trasformato in una gigantesca landa desolata, dove le rovine degli edifici si ergono stanche dal suolo, i palazzi sono divelti e le strade sollevate. Ogni forma di vita è stata completamente distrutta; dove dalla desertificazione, dove dal fuoco, dove dalla pietrificazione. I pochi sopravvissuti si sono rifugiati sottoterra, nelle fogne e nelle segrete del maniero, istituendo nuovi e piccoli gruppi familiari, riemergendo in superficie solamente per raccattare qualche vecchio utensile salvatosi alla devastazione o qualche straccio per coprire i loro corpi nudi.
Come vermi, essi sono costretti a rintanarsi dove la luce del sole non batte, lontano dagli occhi di qualunque visitatore.

All'esterno del borgo, poi, allungandosi oltre le mura, dove prima si estendevano valli e foreste rigogliose, ora vi è quello che è chiamato il deserto senza nome - così chiamato poiché nessuno si è ancora ripreso abbastanza da attribuire dei nomi veri e propri alle nuove conformazioni geografiche che si sono formate a causa del potere tracimante del sovrano.
Questo è un'immensa distesa di sabbia grigia priva di dune, avvallamenti o elementi naturali di qualsiasi tipo, come se la volontà del Re che non perde mai abbia deciso di cancellare qualsiasi cosa eccedesse l'opera dell'uomo. Come se qualcuno avesse passato una gigantesca gomma su questa zolla di terra, la piana grigia si estende per chilometri in tutte le direzioni, senza che vi sia l'ombra di un solo insediamento o di qualsiasi indizio che lasci presupporre la presenza di vita - concentrata, per quanto pateticamente poca - nella zona del borgo e del maniero.

Infine, al limite del deserto senza nome, si è formata una catena montuosa a mo' di circonferenza che, innalzatasi fin sopra le nuvole - e per questo chiamata i picchi senza fine - pare voler nascondere ciò che si racchiude al suo interno. Essa delimita anche l'area entro quale l'emanazione di pura volontà provocata dal sovrano ha agito: al di là di essa il mondo pare ancora integro e immutato, nonostante ciò che è successo all'ombra di queste montagne.
Molti dicono che tale catena montuosa si sia venuta a formare proprio a causa dei detriti spinti via dalla potenza di Ray, che li ha allontanati fin dove poteva, dove si sono fusi insieme e, incantatisi, sono divenuti dei veri e propri ostacoli insormontabili, almeno per la vista. Coloro i quali si sono spinti fino in questi luoghi, infatti, hanno scoperto con grande sorpresa di poter scalare una di queste cime in poche ore, benché l'occhio lasci intendere una distanza incolmabile. Quali siano le ragioni di queste incongruenze è ancora sconosciuto;

forse solo il sovrano potrebbe rispondervi.


CITAZIONE
Le arene che contraddistingueranno il primo turno di gioco saranno tutte ambientate nello spazio qui sopra descritto per quanto riguarda la fazione del Leviatano. E' possibile interagire secondo propria discrezione con gli elementi magici e fantastici descritti nelle arene che tuttavia - in ogni caso - non influenzeranno in alcun modo i due contendenti (sono lì, di fatto, semplicemente per fare scena). Come di norma, interagire con l'ambiente inciderà sulla sportività in base a come e quanto si desidererà farlo: si può passare alla semplice descrizione, al ripararsi dietro una rovina, al tentare di far cadere l'avversario in una crepa. Come di norma, qualsiasi comportamento legato strettamente all'ambiente circostante - che nel dettaglio verrà descritto dal vostro primo post di presentazione - sarà oggetto di valutazione.



Edited by Ray~ - 12/2/2011, 13:01
 
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