Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Serhat Satu Vs. Jevanni Glacendrangh, A.S.S. Vs. Il Guerriero, il Bandito e lo strano Infante

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view post Posted on 16/2/2011, 23:46
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And...bla..Bla..BLA
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A.S.S. Vs. Il Guerriero, il Bandito e lo strano Infante
Serhat Satu Vs. Jevanni Glacendrangh



Rossa Vs. Verde
D Vs. D
Primo post: Coldest Heaven
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A cinque giorni dalla risposta dell'avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del ritardatario per ogni giorno d'attesa.
Arena: Profumo Tentare di descrivere in termini umani il mondo celato all'interno dell'Asgradel sarebbe impresa alquanto ardua e faticosa. Esso è, al tempo stesso, il tutto e il nulla. Presente in ogni particolare e al contempo assente da ciascuno, questa entità vive e dimora in tutto ciò che si trova al di là del portale spalancatosi nel cielo. Per giungere ad esso, l'unica via è quella di sporgersi verso il baratro del Gorgo e da li buttarsi nell'immenso fascio di luce sprigionato da Eitinel, immobile sull'ultimo piano della Torre di Velta. Trasportati dall'energia magica, si potranno attraversare le grandi porte e da li, proprio come un balzo nell'abisso, ritrovarsi in quel mondo negato a chiunque se non agli appartenenti alla fazione dell'Asgradel. Dapprima viva solo d'oscurità e silenzio, il più assoluto e terribile mai descritto, questa dimensione sarà tuttavia in grado di reagire alla presenza di qualunque entità estranea secondo il fine medesimo cui si rifà il suo principale fautore: esaudire desideri. Non passeranno infatti che pochi secondi dal contatto con le nuove coscienze che subito lo spazio nero e atono circostante prenderà a mutare le proprie caratteristiche seguendo le fantasie, le paure, le aspirazioni o, propriamente, le volontà di coloro che ne saranno immersi. Imprevedibile e non sempre di felice riuscita, tale processo scaturirà dall'inconscio e non senza alcune difficoltà potrà essere controllato a proprio piacimento. Particolare fondamentale, la potenza creatrice dell'Asgradel risponderà sempre e comunque alla volontà più forte, quella capace cioè di imporsi sulle altre facendo prevalere la propria visione. Nello specifico, ad ogni turno di combattimento ciascuno dei due duellanti potrà influenzare l'arena a proprio piacimento, presupponendo dunque che in quel momento sia lui la volontà più forte. Questo varrà per ciascun turno a disposizione fino alla fine del duello. Lo spazio dell'arena sarà comune: entrambi saranno in grado di influenzarlo così come entrambi ne vedranno simultaneamente i cambiamenti. Per meglio comprendere: nel primo post sarà l'utente con la priorità a postare che darà forma al paesaggio. Egualmente, sempre nel suo primo turno, il suo avversario potrà modificare quella stessa arena a proprio piacimento. Nel secondo turno il primo duellante potrà nuovamente cambiarne l'aspetto e così via.
Cosa rimane, dunque, dell'entità originaria, la sola ed unica padrona di quel luogo senza tempo e senza spazio? Avrà dunque una voce, l'Asgradel? Un corpo? Un'anima? La risposta è ovvia. Esso nasce per esaudire i desideri ma, è importante non dimenticarlo, esso desidera a sua volta. E tanta è la pervasività di tale disio in questo luogo che sarebbe assurdo pensare che un solo corpo o una sola entità potrebbe bastare ad esprimerlo. Esso è ovunque. E' sempre. E' già. Esso è musica. La sola forma di parole che non necessiti di essere tradotta. Nenia costate, occludente, instancabile. Chiunque varcherà la soglia del portale, pur non percependolo direttamente, saprà che L'Asgradel gli sta parlando. Gli stia cantando, con la propria voce sottile, vibrante, inconfutabile, il suo esistere. Sia che qualcuno possa udirlo che, viceversa, ne sia del tutto ignaro.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale.



Edited by Eitinel - 17/2/2011, 00:08
 
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view post Posted on 18/2/2011, 18:49
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Il non-mondo

Ci si introduca al proprio partner.

E la luce fu.
Un fascio luminoso, verticale come goccia di pioggia adagiata in terra; l'unico un panorama brullo e insignificante, di fronte ad un'oscurità come quella che dominava l'universo attorno alle uniche due figure. Figure? No. Erano ben più che semplici immagini su uno schermo di seta nera. Erano due uomini.

Il primo si stagliava antiteticamente nel buio, con i suoi capelli bianchi e la carnagione pallida; sagoma sottile di una spiga luminosa, che fissava vacuamente lo spazio che divideva sé stesso dal nemico.

Il nemico; era un termine piuttosto generico, e usato troppo spesso in tempi disastrosi come quelli. L'uomo dai capelli chiari era conscio della situazione in cui si trovava, e la trovava giustificata. Una minaccia richiedeva una risposta equivalente o superiore, e scegliere gente capace a gestirla era obbligatorio. Tuttavia il Guerriero era anche convinto che definire la persona davanti a sé "nemico" era errato. Il destino di tutti, truppe o generali, era di venire utilizzati come strumenti dell'Asgradel. In misure diverse, ovviamente, a seconda di vittoriosi o sconfitti. Ma in quel non-mondo nei quali era immerso, tutti stavano difendendo l'Asgradel. Non esistevano, ancora, i veri nemici.

Ancora una volta, Jevanni si era lasciato coinvolgere in una battaglia fra due forze, eppure stavolta l'esito del conflitto avrebbe potuto ferire in eterno la terra in cui si trovava. Come avrebbe reagito?
Avrebbe reagito nella stessa maniera con la quale aveva fronteggiato problemi diversi. Che domande. Ogni passo eseguito avrebbe lasciato un'orma, perché tale era la natura di un Guerriero. Rimaneva solo la selezione dei più forti, e Jevanni non era pronto per farsi da parte.

L'altro si diresse verso lui, rivelandosi nel fascio di luce e guardando dritto negli occhi il combattente; distintissimo il sentimento di sfida che trasudava da quelle pupille celesti e intense. E familiari.

..Cosa? Tu..Come..? Cosa significa questo??
Glacendrangh estrasse a metà l'arma sua sorella e strinse gli occhi a due fessure, ricambiando lo sguardo con il cuore che pulsava dolorosamente. I capelli neri e la pelle lievemente più scura erano gli unici tratti che differenziavano le due persone, altrimenti simmetriche. In quel viso Jevanni riconobbe il sé stesso riflesso nella bacinella d'acqua secoli addietro, lo stesso sé stesso nel quale una volta la propria anima albergava. Il sé stesso che aveva fallito, ed era stato forgiato dall'attesa nel nulla, in attesa di tornare a vivere. Per poi divenire ciò che era ora.

Rispondimi, SUBITO! Chi sei?
Non vi fu risposta.
Solo il fascio di luce che improvvisamente lo inghiottiva, e distruggeva tutto quanto trapanandolo con il proprio impeto annientatore.
Bianco, bianco, bianco.
Un bianco affascinante e seducente, assieme puro e potente.
La luce fu.

L'occhio seguiva pigramente i fiocchi di neve che cadevano attorno a lui, in danze e volute leggiadre come ali di farfalla, lente come se il tempo si stesse fermando. O forse il tempo si stava davvero fermando? Era difficile dirlo, con quel cielo grigio e immutabile come la pietra, e la terra di poco differente: il manto di neve, bianco scintillante, sembrava fare da coperta ad un suolo dormiente in attesa della madre che lo risvegli con un bacio sulla fronte.
Un'immagine tenera, forse nostalgica, per chi una madre che lo risvegliasse così non l'aveva mai avuta. No. Il risveglio più dolce che aveva avuto era stato quello al fianco di Visilne, su un letto di paglia e sogni.
Ma la paglia era divenuta concime, e i sogni polvere. Seicento anni, e tutto ciò che era rimasto di quei ricordi era un romanzo dalle pagine sbiadite, pronto ad essere rinchiuso nel dimenticatoio.

Ogni rumore era assente, al punto che il vento che soffiava non osava nemmeno bisbigliare. Silenzio assoluto, come se la vita stessa fosse morta sotto quel patto tacito di immobilità marmorea. Le narici percepivano, tuttavia, qualcosa di totalmente diverso; un odore che non cessava mai di inasprire la torta più buona e il gelsomino più succoso.
Molti lo chiamavano sangue, alcuni invece si riferivano ad esso come lezzo di cadavere. Ma un guerriero sapeva che era un sentore ben diverso da banali sostanze come carne putrefatta e liquido vitale. Un odore come quello trascendeva oggetti come quelli.
Era l'odore della Morte, che seguiva quello della Guerra. Ben noto a Jevanni, era un profumo sopito sotto la neve candida e innocente che continuava a dondolare su un filo di aria gelida ma quieta.
Tutto ciò che aveva consistenza e realtà, nonché importanza suprema, era quel singolo arco di pietra scolpita, finemente decorato e intagliato per ispirare uno stile architettonico squisito e leggero, in colonne di ossidiana ricoperte di simboli sconosciuti che si avvitavano per poi congiungersi in cima.
Perché era tanto familiare, poi, quell'arco?









SPOILER (click to view)

. Stats Briefing .

Jevanni Glacendrangh

ReC 175 | AeV 175 | PeRf 300 | PeRm 100 | CaeM 425

Condizioni fisiche:
- Ferite: Nessuna.
- Quantitativo danni da tecnica: 0/16

Condizioni mentali:
- Stato d'animo: Molto calmo.
- Quantitativo danni da tecnica: 0/16

Energia: 100%

Armi:
- Orizzonte [Rinfoderata]
- Stella del Tramonto [Rinfoderata]
- Brina [Indossata]

Abilità Passive:
- Controllo esperto della Lama ~ Dominio (B) ~ CaeM 2x
- Controllo superiore della Lama ~ Pergamene (G) ~ Effetto boomerang
- Controllo supremo della Lama ~ Dominio (V) ~ Attacchi passivi valgono Basso
- Controllo Assoluto della Lama ~ Dominio (Blu) ~ Percezione maggiorata nell'arco dell'arma impugnata
- Controllo base del Corpo ~ Razza ~ Dolore grandemente attenuato
- Controllo completo della Disciplina ~ Personale ~ Dominio Warrior Style passato a livello 3

Abilità Attive impiegate:

<nessuna>

Sintesi: Beh, il mio ultimo post. Non-bellico, ovviamente. In bocca al lupo a tutti quanti nel torneo :v:
Spero di non averlo fatto troppo pesante, mi sono divertito molto nell'utilizzare uno stile più articolato. Più del solito, in ogni caso. Penso.
L'inizio è un sogno, poiché dato che non-ho-la-più-pallida-idea di come far arrivare Jevanni qui, ho semplicemente fatto sembrare il tutto molto onirico.
Mi 'risveglio' nel non-mondo, ovvero nella dimensione dell'Asgradel, e il paesaggio attuale è una valle innevata. Un po' di neve che cade, e così via. Altro tratto caratteristico (ma irrilevante, immagino, dato che il prossimo post cambierà ugualmente tutto) è un arco in ossidiana, a qualche metro di distanza da Jevanni, posto in mezzo al nulla. Inizialmente pensavo di fare che Dra sarebbe uscito di lì, poi mi sono reso conto che è meglio lasciar fare tutto a lui, e mi sono limitato a focalizzare l'attenzione del personaggio su quella. Sfrutterò la sua scomparsa nel prossimo post, probabilmente :v:


 
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dra31
view post Posted on 20/2/2011, 16:30




Valzer al Crepuscolo- Ø
Scelta dei Campioni, Asgradel



Gerico, una locanda all'ora di pranzo.

Distoglie lo sguardo dalla lama di luce che filtra tra i battenti socchiusi dell'ingresso, portandolo sul vassoio carico di pane e formaggio poggiato sul tavolo. Sta seduto a un tavolo libero per metà, nascosto nell'angolo ombroso della parete opposta all'ingresso, e il suo volto è in sintonia con l'ombra che lo circonda.

Agents of Secret Stuff, Asgradel, Guerra. Da quando è diventato un maestro nel cercarsi i problemi? Semplice, da quando ha stipulato quel contratto con il Bianco Maniero.
Se l'era riproposto già quella volta di non voler avere a che fare con le fantasie dei nobili, ma la realtà dei fatti l'aveva portato a seguire il grosso dei sudditi fino al Sud, a dare il suo contributo in una battaglia che non era la sua. Ne era tornato vivo, da quel viaggio, ma cambiato in parte, a stessa che l'avrebbe poi portato a partecipare al Leviatano solo per mettersi in mostra.
E che ora l'ha portato a scegliere di schierarsi contro il Re che non perde mai, sotto il vessillo di un certo Asgradel che l’ha a morte con il signore del Toryu. Non nasconde di non essersi sentito in colpa nel cambiare bandiera, non è mai stato un fedele servitore delle patrie che l'hanno accolto; la sua fedeltà è vincolata a quella clausola che inserisce sempre nei suoi contratti: ... fino a quando le sue azioni non lederanno il mio onore e la mia persona., e secondo il suo metro dei rapporti sociali, il Re ha leso il suo onore di costruttore, un qualcosa che è troppo complesso da spiegare in poche parole. E il naturale sviluppo degli eventi l'ha portato a unirsi agli altri due del terzetto, sotto il nome di Agents of Secret Stuff, sancendo la stipula di un nuovo contratto di lavoro.

Continuando a tormentarsi il cervello con questi pensieri, termina il pasto di mezzogiorno e si concede il quotidiano riposo del primo pomeriggio, contando sulla collaborazione indiretta dell’oste, ormai abituato al tipo di cliente. Il risveglio è rapido quanto è stato il cadere tra le braccia di Morfeo, un risveglio causato da qualcosa o qualcuno che lasciato un segno pesante della sua presenza tra i cunicoli dei brevi sogni da pennichella.
Solitamente il confine tra sogno e realtà è netto quanto quello tra il giorno e la notte, ma ci sono momenti in cui questa distinzione è confusa, come durante le eclissi di sole. Si rialza dalla panca con ancora i residui della sonnolenza sugli occhi e nel cervello, quanto basta per non raccogliere al volo il cambio violento di ambiente una volta attraversato l’uscio del locale. Il rapido passaggio dall’ombra alla luce completa il risveglio dei sensi e porta il costruttore a familiarizzare con quello che sarà il suo ennesimo luogo di battaglia. Sì, perché la memoria del sogno potrà essere confusa quanto vuole, ricordare ogni sillaba delle parole del sogno è un’impresa dura ma rammentarne il succo del discorso è facile: Fra di voi io sceglierò i miei Campioni. I migliori che soli potranno combattere al mio fianco fino alla fine.

A una caotica e labirintica Gerico si è sostituita una silenziosa landa innevata, dove allo sterrato delle strade è proposto un manto di neve fresca e poco profondo e alle confuse geometrie dei fabbricati, si sovrappone la linea regolare dell’orizzonte infinito. Un cambio così violento di ambiente che il corpo ne risente quasi nell’immediato, facendo intirizzire la pelle per il cambio di temperatura.
Ci vorrebbe un po’ di sole primaverile, di quel flebile calore che ti rende piacevole anche il contatto con l’aria più rigida. Anzi, inizia ad ammettere che non è così freddo come immaginava, sembra di stare in Febbraio in una giornata di soleggiata tramontana. Con una giornata così, anche combattere per diventare un Campione diviene possibile.
L’ombra inconfondibile di un arco si staglia sul bianco nevoso e incornicia la sua come in un disegno a carboncino, rammentandogli così di volgere uno sguardo verso la direzione da dove era arrivato, certo di trovarci qualcosa. Invece nulla, alle sue spalle continua imperterrito il farinoso bianco della neve, lasciando stupito il costruttore, facendogli domandare fino a che punto si era spinto il tipo del sogno per scegliere questi suoi Campioni.
Appoggia la mano su una delle scure colonne scolpite, facendo scorrere il tatto sulle volute formate da una serie continua di simboli e figure dal significato sconosciuto com’è ignoto il perché si trovi in quel luogo. Non è sconosciuto al costruttore, invece, il materiale con cui è edificato il portale, la lucentezza vitrea del nero è sinonimo di ossidiana e la qualità del lavoro testimonia che l’artefice di quest’arco è qualcuno molto esperto nel suo mestiere di scultore.
Non è della squisitezza architettonica del manufatto che vuole parlare, bensì di quell’ombra che si staglia sull’orizzonte e che corrisponde per forma e misura a quella di un uomo. Il tempo di sollevare lo sguardo fino all’altezza giusta e il costruttore può notare che il suo diretto avversario è un guerriero come gli dei comandano.

Freschetto, vero? -Prova un approccio colloquiale, giusto per spezzare il ghiaccio.- Anche a voe v’hanno raccattato pe’ diventà un Campione? –La domanda non sarebbe necessaria, ma è giusto per marcare la differenza di categoria. Uno è un guerriero, il più indicato per diventare un Campione. L’altro è un costruttore, il meno indicato anche per essere un guerriero.- Comunque, piacere di conoscervi ser…

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Basso × 5% | Medio × 9% | Alto × 18% | Critico × 36%
ReC × 350 | AeV × 200 | PeRf × 250 | PeRm × 225 | CaeM × 250


- Ragionare › Il lavoro? Un incessante cigolio di ingranaggi arrugginiti. Scherzandoci sopra, Serhat evidenzia così uno dei tanti aspetti della sua vita. Vent'anni di esperienza e di gavetta interpretando gli ordini più disparati fanno si che, volente e nolente, si affini ancor di più quel cervello fino donato da mamma Natura. E a lungo andare i ragionamenti che servono si compiono in tempi infimi e senza rallentare la velocità di lavoro di Serhat, oltre a riuscire con un po' di concentrazione a non farsi ingannare dalle sporadiche assurdità cui è costretto assistere. Difficile a credersi ma ci sono volte in cui gli ordini dei capocantiere riescono a illuderti sulla loro effettiva riuscita. Ultimamente è diventato capace di intuire se lo stanno ingannando o se stanno raggirando gli altri. {Passive e Attive di Dominio I e II}
- Faticare › La vita? Una continua fatica. Serhat riassume così vent'anni d’incessante lavoro, iniziato facendo il semplice manovale e continuato esercitando ancora il manovale. Caricare, trasportare, scaricare e stoccare i materiali da costruzione, spostandoli sul luogo di lavoro a braccia o a spalla; questo è il lavoro di un manovale, non molto diverso da quello di uno sguattero o di un facchino; un lavoro, dove il fisico diventa l'arma in più per non cedere alla fatica. E in vent'anni di pietre, terra e legname portati a spalla, è normale entrare in possesso di qualità fisiche, come una forza capace di compiere consistenti sforzi variabili in base all'esigenza e che necessitano sempre di un poco di concentrazione, e una resistenza alla fatica tale da impedire di svenire precocemente per lo sforzo eccessivo, che fa sì che il manovale Serhat possa continuare a lavorare a cottimo e con un occhio di riguardo all'ernia. {Colpo Duro + Accumulo di energie [PeRf: +50/B ~ +100/M] + Passiva di Razza}

- Attrezzi di cantiere › Armi iniziali [Mazzetta x 1, Accetta x 1, Piombo x 1] per un peso variabile di kg 4~6 | Equipaggiamento GdR non offensivo [Borsa degli attrezzi x 3, Punte, Scalpelli, Sacchetti di gesso]
- Pacchetto di medicazione › Bendaggi con soluzione cicatrizzante [Erbe x 4 (cura bassa, istantaneo)], Integratori energetici [Linfa vegetale x 1 (+10% energia, istantaneo)] e Tonici [Tonico dell'orso x 1 (+50 Perf e Perm, -10% energia/turno, 2 turni)]
- Accessori › Oggetto personale [Ciondolo]

- Note › Ricambiando gli auguri di buon gioco, metto in nota di aver voluto mantenere l’idea abbozzata dal mio avversario, facendo arrivare Serhat dall’arco presente in campo, dando temporaneamente le spalle a Jevanni. Si è provveduto anche a correggere lo scenario, rendendolo un po’ più mite e agevole. Per il resto, le solite chiacchiere per spezzare il ghiaccio.


Quattro passi in croce, per un ballo al calar del sole.
Serhat Satu

 
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view post Posted on 21/2/2011, 17:25
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La cortesia, e altre favole perdute

Si aprano le danze.

Familiare forse era una parola inadatta, scelta a casaccio per comodità; in realtà quella struttura in pietra avrebbe dovuto ispirare a prima vista un sentimento di timore reverenziale, degno di quello che viene rivolto agli imperatori e ai grandi della Storia.
Perché quell'arco era lo stesso eretto davanti all'Accademia; l'arco che aveva varcato ogni volta che usciva dal sudore e dal sangue delle prove a cui si sottoponeva, e avere un po' di pace. Ma era anche l'arco che aveva oltrepassato anni addietro quando alzava fieramente la testa e si lanciava a capofitto nell'ennesimo giorno di fatica.
Forte di mille esperienze, quell'arco sembrava l'unico punto fisso che contava in quel mondo inaffidabile e tremulo. Nove, dieci e ancor più gli spettri bianchi che danzavano sui bordi della vista del Guerriero; più di qualche volta il capo ruotò a destra e a sinistra, per cogliere in pieno le figure evanescenti che si scontravano in un tripudio di lame, violenza e disperazione. Ma nel momento in cui scorgeva le iride e i lineamenti degli spiriti, questi svanivano, così come erano nati. Semplice nebbia che si sollevava, stendendo un velo fine fine sul viso delle due figure.

Due..si. La nemesi. L'avversario. Il famigerato nemico. Era lui; era veramente lui. Immagine concretizzata e personificata della persona da distruggere, obliterare e annientare per sopravvivere. Forse era questo che l'altro pensava. Forse era quello ciò che il Guerriero doveva prendere in atto. Eppure non ci riusciva; quello non era un campo di battaglia. Era una selezione per poter scegliere chi fosse più adatto e forte per il rango di Capitano, quindi che senso aveva avere una visione negativa dell'avversario? Perché avrebbe dovuto tentare di sopprimerlo? Jevanni voleva solo testare la forza, e cedere il passo - se fosse stato necessario e giusto - a colui che lo avrebbe comandato e diretto con maestria e perizia. Un intento puro, forse un po' suicida se considerato superficialmente. Ma non era fra le responsabilità del generale, condurre l'esercito alla vittoria? Condannare sé stessi a seguire coloro che erano in grado di sconfiggerti...non vi è niente di più onorevole.

L'uomo, dal fisico consumato ma non sciupato, come fosse temprato da duro e sano lavoro, era comparso dall'arco che tanto aveva attirato la sua attenzione. Comparso nel vero senso della parola, al pari di un soffio d'aria sulla pelle: inaspettato e immediato, nonché imprevedibile. Jevanni avrebbe dilatato le pupille e mostrato ingenua sorpresa e indietreggiato di qualche passo nella neve soffice. Questo, se non avesse avuto la precisa sensazione che ogni molecola di acqua di quel posto era falsa.

Falsa come una moneta a due teste.

Freschetto, vero?
La voce era tutto fuorché circospetta; ancor meno affettato e misurato era il tono, a differenza di individui viscidi e imperscrutabili con i quali il Guerriero era venuto a contatto. In contesti più raffinati, un rompighiaccio come quello avrebbe provocato un'ondata di imbarazzo. Assenza di convenevoli e tutto. Un mondo borghese soffocante che non toccava quell'individuo in particolare. Jevanni non poté non replicare con un sorriso, e mosse il capo in un moto di assenso e di simpatia.

Anche a voe v’hanno raccattato pe’ diventà un Campione? Comunque, piacere di conoscervi ser…

Ser NESSUNO.


Il tono fu un po' più brusco del pensato, tanto da farlo sentire immediatamente inadeguato, e da ripetere con un registro meno secco.

Volevo dire..non mi chiami 'Ser'.
Non posseggo alcun titolo nobiliare che mi appunti tale denominazione. Mi chiami solamente Jevanni.
Il piacere è tutto mio, messere.


Chinò la schiena e il capo in un inchino lento e rispettoso, portandosi una mano al petto. Una voce maligna li chiese se non fosse un po' troppo formale, per qualcuno che avrebbe sparso il suo sangue al vento.
La mise a tacere senza esitare, tenendo a mente che se tutto fosse andato al meglio nessuno dei due avrebbe avuto bisogno di debilitare il nemico permanentemente, costringendo ad una resa forzata.
Sarebbe stato difficile combattere con quell'avversario, tuttavia: Jevanni non temeva la forza di quell'uomo, forse erroneamente, quanto l'ondata di simpatia e giustezza emanata da quell'avversario almeno apparentemente rude e diretto, che con il linguaggio di un manovale era riuscito ad arrivare al punto saliente del problema. Chissà cosa pensava di lui, quell'uomo.



E..si. Sono stato scelto anche io come possibile Campione. La prego di impegnarsi, perché
io farò lo stesso.


Estrasse la spada lentamente, provocando un rumore sibilante e metallico, tenendo il fodero con la mano sinistra davanti a sé all'altezza degli occhi. Quasi a dividere in due il campo visivo: la linea d'orizzonte coincideva con quella dell'arma, separando il capo del nemico dal resto del corpo con il filo. Gli sguardi si incrociarono, quello di Jevanni intenso e solenne, atto confermare le parole proferite poco prima.

In guardia, o ti uccido.



La mano sinistra ripose il fodero con un gesto rapido, e brandì il corno di guerra portandolo alle labbra senza fermarsi. Il respiro lungo che seguì paralizzò il tempo, e i due secondi che passarono furono eternità. Al confronto, il fiocco di neve che si posò sulla punta del naso sembrò aver viaggiato due secoli.
E poi il corno suonò.
Un cupo suono monotono, che squassò la terra e la fece rivoltare, rigettando il manto di neve che prima la copriva. Il terreno nudo e crepato fu visibile per qualche attimo, prima che centinaia su centinaia di soldati lo calpestassero provocando un rumore infernale di ferraglia e urla sguaiate rivolte al nemico. Il nemico, quello vero.
La landa immersa nella pace e nella neve era scomparsa, lasciando spazio alle anime tormentate che vagavano senza meta. Gli spiriti raccolsero meccanicamente le loro armi, come se avessero aspettato un segnale per farlo, e si scagliarono fra loro mulinando spade e scudi, in feroci scontri analoghi a quelli che il Guerriero aveva avuto modo di assistere quando ancora era in vita.



Mentre la battaglia infuriava attorno a loro, come fossero nell'occhio di un ciclone, Jevanni posò la punta della spada a terra. Si avvicinò all'uomo con passo dapprima lento, poi con velocità crescente, facendo strisciare la lama blu stranamente sfavillante per terra, come se volesse saziarsi del sangue che scorreva e si rapprendeva.
Di tutti i sensi, forse, l'unico non mutato era l'olfatto.
Perché il lezzo della Morte non era affatto mutato.

Preparati!

Quando fu a due metri da lui scattò portando tutto il peso del corpo e la forza sulla punta di Orizzonte; la prima mossa, nonché una delle più basilari. La linea scura che componeva il filo della lama guizzò da terra - sollevando una piccola nuvole di polvere e scintille azzurre - e si diresse decisa verso il corpo dell'avversario. Il fendente diagonale avrebbe colpito il fianco dal basso e avrebbe lacerato superficialmente il petto fino all'altezza della spalla, come da manuale.







SPOILER (click to view)

. Stats Briefing .

Jevanni Glacendrangh

ReC 175 | AeV 175 | PeRf 300 | PeRm 100 | CaeM 425 [x2]

Condizioni fisiche:
- Ferite: Nessuna.
- Quantitativo danni da tecnica: 0/16

Condizioni mentali:
- Stato d'animo: Focalizzato sull'avversario, pronto a scattare.
- Quantitativo danni da tecnica: 0/16

Energia: 100% ~ 85%

Armi:
- Orizzonte [Estratta]
- Stella del Tramonto [Rinfoderata]
- Brina [Indossata]

Abilità Passive:
- Controllo esperto della Lama ~ Dominio (B) ~ CaeM 2x
- Controllo superiore della Lama ~ Pergamene (G) ~ Effetto boomerang
- Controllo supremo della Lama ~ Dominio (V) ~ Attacchi passivi valgono Basso
- Controllo Assoluto della Lama ~ Dominio (Blu) ~ Percezione maggiorata nell'arco dell'arma impugnata
- Controllo base del Corpo ~ Razza ~ Dolore grandemente attenuato
- Controllo completo della Disciplina ~ Personale ~ Dominio Warrior Style passato a livello 3

Abilità Attive impiegate:

- Controllo Leggendario della Lama ~ Dominio (Blu) ~ Medio CaeM
- Canto di Guerra ~ Pergamene (B) ~ Basso/Psionica (no-danno) PeRm

Sintesi: Mi sono appena reso conto del fatto che questa è la prima volta che faccio un duello vero e proprio con questo personaggio. Diciamo che l'orgia/combattimento in Purgatory fu molto più semplice grazie alla presenza di Balmur xD
Ad ogni modo.
Scambio un paio di battute ed estraggo la spada attivando l'abilità attiva del terzo livello di dominio Warrior Style, ovvero il potenziamento temporaneo dell'arma che (per due turni) fa contare i propri attacchi come Basso. Quindi soffio il corno da battaglia per usare l'Urlo di Guerra (pergamena del guerriero, il corno è puramente scenico) e ti carico con un fendente potenziato. Nel momento in cui utilizzo l'Urlo di Guerra la distesa di neve si trasforma in un campo di battaglia, con tanto di due eserciti che si scontrano. Sono percepibili i rumori e gli odori del sangue, ma per il resto tutto è scenico. Nessun soldato ci viene tra le scatole o scaglia frecce volanti che uccidono auto-conclusivamente uno dei due. A meno che non mi senta in vena di lamerare :wow: il rumore della battaglia non copre necessariamente i rumori nostri, dato che Ray mi ha fatto capire che i campi di battaglia non sono costruiti per dare punti in strategia, quanto per darci libertà.
Dimenticavo, sebbene ciò non abbia nessuna rilevanza col post vero e proprio: ho cambiato lievemente la grafica del titolo dato che l'altro mi era venuto sgranato (e nessuno mi aveva detto niente :glare:).




Edited by _coldest.heaven •» - 21/2/2011, 21:57
 
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dra31
view post Posted on 24/2/2011, 22:52




Valzer al Crepuscolo- I
Scelta dei Campioni, Asgradel



Nessuno, o Jevanni per gli amici, chiede d'impegnarsi. Una richiesta comprensibile; se uno deve lasciarci la pelle, su questa neve immacolata, è giusto che lo faccia senza altri rimpianti, oltre a quello di essere morto.

E su quella landa candida, il tempo delle parole decide di lasciare il passo al tempo dell'azione. Il lento e prolungato sibilo metallico della lama sui rinforzi del fodero, estratta con un movimento degno di una tragedia teatrale, è il conto alla rovescia che scandisce gli istanti precedenti al vero inizio. Un conto alla rovescia che il costruttore riempie mettendo mano anche lui ai suoi attrezzi e controllandone le condizioni con dei ritmici colpi d'incontro delle due teste d'acciaio. È un piccolo inno del metallo in un atto unico, quello che accompagna lo scambio di sguardi, intenso e solenne da una parte e serio dall'altra, e la preparazione dei due avversari.

L'ultima nota metallica si perde nell'aria fredda, lasciando il posto al suono più profondo e monotono di un corno da caccia.
E a quel lamento, il mondo si desta.

Il frastuono tipico di un corno da caccia, udibile per miglia anche nelle foreste più fitte, inonda l'ambiente e la testa del costruttore, costringendolo per un istante ad abbandonare l'atteggiamento da duro e lasciarsi andare al più naturale comportamento di chi è infastidito da un rumore molesto. Si porta mano e accetta alla tempia, nel vano tentativo di arginare il penetrante fracasso che s'insinua tra le pieghe dei ragionamenti. Un attimo, il tempo di chiedere gli occhi e indirizzare una muta imprecazione a Nessuno, e la realtà è nuovamente cambiata.
Un campo di battaglia di tutto rispetto ha sostituito la distesa innevata, circondando i due aspiranti Campioni con torme di uomini d'armi di ogni genere che si affrontano come gli Dei comandano. Il cambio improvviso di scenario spiazza per l'istante successivo allo stordimento il costruttore, costringendolo a spostare il filo dei pensieri sulla veridicità della realtà e ad affrontare con pericoloso e immane ritardo il basso fendente che lo investe in pieno, solcando in profondità il torace sovrappeso e minando temporaneamente la stabilità del fisico, solidità che mostra fragilità con il leggero arretrare della gamba in contemporanea con l'accentuarsi del danno.
Alcuni sprazzi di rosso si perdono nella bolgia degli scontri, quando la punta termina la sua mordente corsa oltre la spalla. Non ci vuole un genio militare o un esperto combattente per capire che il guerriero ha approfittato al meglio delle troppe disattenzioni del costruttore, come da manuale. Disattenzioni che, per uno non del mestiere come lui, possono essere pericolose, se non mortali.
Non tutto il male, però, viene a nuocere. Il dolore della ferita fresca permette a Serhat di riprendere il giusto binario dei ragionamenti e di sfruttare la situazione per tentare di rivoltare l'andamento della storia. Non è mai stato uno che riesce a sopportare, si sente meglio solo dopo aver sfogato il male e il disappunto. Magari con poderoso urlo a squarciagola, dove al berciare sconclusionato nel dialetto natio si mischia tutta la potenza dei polmoni affaticati dalla polvere di un lavoratore abituato ad alzare la voce. Occhio per occhio, frastuono per frastuono.

Svuotata la riserva d'aria con il grido, Serhat non attende che l'eco finisce di perdersi tra i suoni della battaglia per rispondere come si deve all'intraprendenza del guerriero. Un momento prima la mazzetta impugnata si leva in alto, portando la sua solida testa d'acciaio verso il cielo, e il momento successivo il rapido calare dell'attrezzo s’interrompe con il pesante impatto sul terreno devastato dal furore della guerra, ferendolo ancor più in profondità con una voragine innaturale che si apre di fronte a lui e continua a erodere vorace la terra.
L’intento è chiaro, ripagare con la stessa moneta il guerriero; la strategia militare non è il suo ambito professionale, dategli da organizzare e gestire un cantiere e vedrete di cosa è capace, ma non chiedetegli di imbastire una strategia ottimale per un combattimento. Per quello usa l’ispirazione e l’improvvisazione, un po’ come quando deve progettare.

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Basso × 5% | Medio × 9% | Alto × 18% | Critico × 36%
ReC × 350 | AeV × 200 | PeRf × 250 | PeRm × 225 | CaeM × 250


- Condizioni › Ferita di media entità al torace.
- Forma › Normale {90% [2B+0M+0A+0C]}

- Ragionare › {Passive e Attive di Dominio I e II}
- Faticare › {Colpo Duro + Accumulo di energie [PeRf: +50/B ~ +100/M] + Passiva di Razza}

- Costruire I: lo scavo. › Ogni oggetto che si eleva in verticale ha bisogno di una solida, profonda e adeguata base, che sia un albero, un fienile o un palazzo. E la base si effettua, dopo aver fatti i dovuti calcoli, scavando il terreno alla ricerca del duro o del piano d'appoggio più idoneo. Le operazioni di scavo sono un lavoro ingrato, giornate passate a colpi di badile e carriole colme di terra spinte qua e la, e come per ogni lavoro si è soliti ingegnarsi per velocizzarlo e alleggerirlo. Allora s'utilizzano argani per i carichi più profondi, catene umane per quelli più superficiali, rampe di accesso per quelli più complessi. Oppure si passa ad usare mezzi meno tradizionali, come una poderosa mazzata sul terreno capace di aprire una voragine, dalla canonica forma triangolare proiettato in avanti. Di una lunghezza variabile tra i cinque e quindici metri, e con larghezza alla base che passa dai due ai cinque metri, la fossa generato in questo modo ha il pregio di creare uno scivolo naturale di lavoro e di raggiungere una profondità massima tra i tre e i nove metri. Certo, è alto il rischio di frane e smottamenti delle pareti, oltre al pericolo di cadute accidentali, ma è indubbio che velocizza di molto il lavoro di scavo nel cantiere. {Voragine [B]}
- Costruire III: l'organizzazione. › Un cantiere efficiente è un cantiere tranquillo. Che tu sia un capo squadra, un muratore o il mastro del cantiere, devi conoscere il tuo posto e i tuoi limiti. E quando li superi c'è sempre qualcuno che te lo ricorda. Nei suoi cantieri, quelli che guida personalmente e che guidava suo padre, l'organizzazione è verbale; ordini e comandi sono dati a suon di voce e imprecazioni. E non capita di rado che una voce sovrasta le altre, riportando il cantiere all'attenzione del mastro. Serhat ha fatto degli insegnamenti paterni un marchio di fabbrica; quando prende un lungo respiro è meglio avere i tappi alle orecchie, poiché il suo urlo è capace di rintronarti, rendendoti difficile proseguire il lavoro. Forti giramenti di testa e orecchie che fischiano sono i sintomi del trattamento d'emergenza, ma almeno si è sicuri che dopo tutti ti daranno retta. {Urlo di guerra [B]}


- Attrezzi di cantiere › Armi iniziali [Mazzetta x 1, Accetta x 1, Piombo x 1] per un peso variabile di kg 4~6 | Equipaggiamento GdR non offensivo [Borsa degli attrezzi x 3, Punte, Scalpelli, Sacchetti di gesso]
- Pacchetto di medicazione › Bendaggi con soluzione cicatrizzante [Erbe x 4 (cura bassa, istantaneo)], Integratori energetici [Linfa vegetale x 1 (+10% energia, istantaneo)] e Tonici [Tonico dell'orso x 1 (+50 Perf e Perm, -10% energia/turno, 2 turni)]
- Accessori › Oggetto personale [Ciondolo]

- Note › Perdona l'attesa ma c'è stata una tre giorni d'inferno in ufficio. D'ora in poi si promette maggiore celerità :zxc:
[Edit 25.02] Eseguite alcune correzioni di errori di battitura e di valutazione, per il quale si ringrazia l'onesta dell'avversario e per le quali ci si rimette al giudizio finale. Grazie Colde :zxc:


Quattro passi in croce, per un ballo al calar del sole.
Serhat Satu



Edited by dra31 - 25/2/2011, 20:40
 
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view post Posted on 26/2/2011, 22:51
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L'importanza di essere un Guerriero

Un due tre, un due tre...

Il fendente andò a segno, deludendo l'attaccante non poco; si era aspettato una risposta molto più pronta, magari tanto articolata da finirlo in un singolo colpo. Non era stato così, in fondo, nei duelli dell'Accademia? L'attaccante poteva annientare l'avversario, o essere annientato dalla sua difesa. Il tutto in massimo tre scambi di colpi, rapidi e letali; perché mantenere per più tempo un livello di concentrazione come quello portava alla perdita di energie, e quindi di adrenalina.
L'adrenalina che deve scorrere quando si stringe un'arma.

Invece l'uomo non riuscì a parare in tempo, forse fece così di proposito, e barcollò di un passo.
Intenzionale o meno, era finita. Era già finita. Jevanni aveva già portato l'arma sopra il proprio capo, reggendola con entrambe le mani. Un lieve sforzo, e un rapido secondo fendente avrebbe tracciato una stria rossa sulla carne lievemente abbondante dell'uomo, in un attacco verticale che avrebbe debilitato del tutto il nemico per il dolore e la perdita di sangue, e se questi non fosse caduto immediatamente in seguito al fendente sarebbe bastata una spinta data con una spallata.

E' finit..

Il pensiero nemmeno si era formato del tutto nella mente dello Spirito, che un urlo dall'intensità straziante investì i timpani senza preavviso, lasciandoli quasi sanguinanti. Jevanni riconobbe immediatamente la natura di quell'urlo, e gemette debolmente, sentendo anche la mente venire invasa dall'attacco mentale. Forse definirlo attacco era errato, dopotutto; un Guerriero che urla non lo fa per il dolore o per aggredire il nemico, né come faceva Jevanni per annunciare sé stesso.

Lo faceva per sgombrare il proprio cuore.
HA!
Lo faceva per ricordare che nonostante tutto, la propria anima rimaneva viva.
HA!
Lo faceva perché era suo dovere.
HA!
Lo faceva perché DOVEVA sopravvivere un altro giorno.

Un verso non di Guerra, ma di Istinto. L'istinto che porta tutti gli uomini e donne della Terra ad impugnare gli oggetti più impensabili per difendere la propria vita. Nel caso del proprio opponente, un martello.

Quando la testa di metallo dello strumento venne abbattuta sul suolo, il mondo sembrò venir scosso per la seconda volta nell'arco di qualche istante; solo che quella volta non fu la mente a spaccarsi in due, quanto la terra stessa.
Jevanni spalancò gli occhi, i propri arti annebbiati e intorpiditi dall'improvvisa morsa alla testa, e emise un sibilo soffocato. Una sola parola, un insulto rivolto alla persona che aveva colto il Guerriero in un momento di debolezza, stordendolo e umiliandolo scavandogli la propria fossa.

Fffff...

Lo stesso sibilo prodotto dalla zanna cobalto che, conficcata sul terreno, tentava di frenare la caduta dell'uomo aggrappato all'elsa dell'arma. Ma la lama era troppo tagliente e sottile, e il terreno troppo friabile non fece fissare il metallo. L'imprecazione fallì nuovamente nel liberarsi dalle labbra, perfino quando la spada scivolò nella polvere e fuoriuscì dalla buca, in uno scrosciare di pietre e zolle di terra seccata e bruciata.

Non..non cadrò!

Volle urlarlo. Volle gridarlo al cielo, mentre il corpo cadeva miseramente e rotolava sulla terra con impotenza, crollando nella voragine che si era aperta davanti a lui e alle sue spalle; un fiume di terra che lo trascinava verso il fondo prepotentemente.

Non appena smise di cadere, tuttavia, il Guerriero puntellò le braccia sul terreno franato e si mise in piedi. Immune al dolore che pervadeva il proprio corpo, raccolse la spada che gli era sfuggita dalle mani e fece tre passi in avanti. Ma cadde: un'improvvisa nausea lo colse facendolo cadere in ginocchio.

Ugh..

Il polverone generato dal crollo continuava a celarlo agli occhi del nemico, ma ciononostante Jevanni non riuscì a sfruttarlo pienamente. Dovette attendere qualche attimo infernale per aspettare che il malore passasse; attimi nei quali barcollava debolmente risalendo la china dalla quale era scivolato per il pendio.

Aveva abbassato la guardia, ed era caduto in basso. Non era che una parabola del suo essere, dopotutto. Lo Spirito era asceso come Guerriero, ed era morto come un comune contadino; un rapace libratosi troppo in alto che cadeva come un sasso sul cupo fondo di un pozzo.
Eppure l'orgoglio dei Guerrieri non era quello di non cadere mai.
Bensì, era quello di risalire

La nausea svanì nel momento in cui il Guerriero spinse tutte le proprie energie sulle gambe, risalendo la china rapidamente in uno scatto al massimo delle proprie capacità; la polvere si stava posando, lasciando intravedere la sagoma dell'ex-generale che bucava il muro evanescente dell'aria sporca che copriva la zona crollata bruscamente davanti all'avversario.

Jevanni passò accanto al nemico, brandendo la propria spada con la mano destra, ed eseguì un taglio pulito e netto diretto al fianco. Un attacco che lo avrebbe sbilanciato, e che lo avrebbe lasciato sicuramente aperto per il secondo taglio, che avrebbe inferto una ferita tale da mettere fuori combattimento il nemico.

Il taglio che avrebbe eseguito in quel momento, dopo che il precedente fendente lo aveva portato alle spalle del nemico.
L'effetto sfrigolante sulla spada svanì, e fece posto ad un'aura concentrata e azzurrognola permeò la superficie della lama, scura come l'oceano. Le due mani ora congiunte sull'elsa calarono in un violento e netto attacco perpendicolare al suolo imbevuto del sangue dei fantasmi.

Tieniti forte.









SPOILER (click to view)

. Stats Briefing .

Jevanni Glacendrangh

ReC 175 | AeV 175 | PeRf 300 | PeRm 100 | CaeM 425 [x2]

Condizioni fisiche:
- Ferite: Contusioni di livello Basso su tutto il corpo.
- Quantitativo danni da tecnica: 1/16

Condizioni mentali:
- Stato d'animo: Particolarmente determinato, a proprio agio scontro.
- Quantitativo danni da tecnica: 0/16

Energia: 85% ~ 75%

Armi:
- Orizzonte [Estratta]
- Stella del Tramonto [Rinfoderata]
- Brina [Indossata]

Abilità Passive:
- Controllo esperto della Lama ~ Dominio (B) ~ CaeM 2x
- Controllo superiore della Lama ~ Pergamene (G) ~ Effetto boomerang
- Controllo supremo della Lama ~ Dominio (V) ~ Attacchi passivi valgono Basso
- Controllo Assoluto della Lama ~ Dominio (Blu) ~ Percezione maggiorata nell'arco dell'arma impugnata
- Controllo base del Corpo ~ Razza ~ Dolore grandemente attenuato
- Controllo completo della Disciplina ~ Personale ~ Dominio Warrior Style passato a livello 3

Abilità Attive impiegate:

- Controllo Leggendario della Lama ~ Dominio (Blu) ~ Medio CaeM [secondo turno]
- Deflettere e respingere ~ Personale ~ Variabile CaeM [Medio]

Sintesi: Mh..ci ho messo più del previsto. Chiedo scusa. Comunque mi sono concentrato molto sull'interpretazione del colpo subito, dato che ho scelto di non difendermi (sarebbe stato poco realistico data la rapida consequenzialità dell'azione), e penso di aver sacrificato un po' di strategia in favore dell'interpretazione. Speriamo vada bene :v:
Mi becco in pieno entrambe le tecniche, come dra, e distribuisco il danno basso della Voragine su tutto il corpo dato che in fin dei conti rotolo invece che rovinare tutto in un singolo impatto. Dopo un attimo di debolezza (mi hai incasinato il cervello con l'Urlo e subito dopo mi hai incasinato l'equilibrio facendomi rotolare per una collina x'D) risalgo il pendio e ti attacco con un fendente (potenziato da WS) il fianco. Nell'attacco mi porto dietro di te, e una volta dietro di te ti attacco con un altro fendente la schiena (presumibilmente, dato che la tua velocità è maggiore quindi potresti voltarti in tempo). Stavolta il fendente non avrà il potenziamento del WS ma sarà potenziato invece dalla mia personale Deflettere e Respingere, che passa il danno da passivo a Medio (a seconda del consumo dato) per un singolo attacco. Da notare che quando dico gli effetti di ogni attacco, nel post, non sto cercando di imporre la reazione del pg colpito. Anzi, è solo per dare l'impressione di avere padronanza e esperienza alle azioni di uno che dopotutto ha combattuto per tutta la propria (precedente) vita.
Chiunque abbia utilizzato tinypic mi potrebbe poi gentilmente spiegare perché cavolo mi fa calare la qualità delle immagini dopo un po' che le tengo? Mi sono dovuto rifare per la terza volta il titolo :glare:
EDIT: Ho abbassato l'intensità del secondo attacco da Alto a Medio.




Edited by _coldest.heaven •» - 27/2/2011, 16:31
 
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dra31
view post Posted on 1/3/2011, 22:49




Valzer al Crepuscolo- II
Scelta dei Campioni, Asgradel



Un Nessuno anticipato sul tempo finisce per ruzzolare lungo un ripido pendio che fino a un istante prima non esisteva. E un costruttore da poco chinato si rialza in tempo per osservare un guerriero scapicollarsi mentre cerca di rallentare la caduta con i mezzi di cui dispone. Incrociare due azioni non convenzionali, come urlargli nelle orecchie e togliergli la terra da sotto i piedi, si è rilevato efficace e valido. Troppo efficace perché sia valido.

La diffidenza del costruttore, forgiata negli anni dal lavoro, sull'esito delle sue azioni è supportata dal reale sviluppo degli eventi. Per quanto possa aver scavato in profondità e a lungo, il franare del guerriero è stato smorzato dall'ausilio della spada e ha permesso il rapido recupero della posizione eretta e l'altrettanta veloce risalita del pendio, fino a ritornare quasi a cospetto di un costruttore che era rimasto a osservare.
La velocità di reazione di Serhat non è quella di un soldato abituato alla guerra, le sue reazioni agli eventi sono regolate con il grado e la natura dei pericoli che offre un cantiere. Rimanere fermi un momento di più e osservare attentamente, al fine di muoversi come meglio conviene, è la principale riposta del costruttore all'approssimarsi di attimi rapidi come la caduta di un carico o l'arrivo di un veloce e pulito fendente lungo il fianco, mentre un Nessuno impolverato sfreccia di lato.
Il colpo lo subisce in pieno, un taglio netto poco sopra la cintola si apre sulla stoffa e sulla carne e lascia un marcato segno rosso a testimone della ferita. E tutto questo per la gioia del borsello del cerusico, e il dispiacere per quello del costruttore. Lasciamo i conti da parte, il guerriero che si è defilato sul fianco non gli sembra così lento di comprendonio da non cogliere la palla al balzo e approfittare di essere in condizione di colpire con sicurezza, precisione e potenza. E nemmeno lui.

Portata una mano sulla nuova ferita, Serhat irrigidisce il corpo giusto in tempo, prima che un colpo pesante gli si abbatta tra le spalle e un inconfondibile gelo metallico gli scorra lungo tutta la schiena, lasciando dietro di sé solo dolore e bruciore. Davanti, di fianco, di dietro; il massiccio fisico del costruttore era alla mercé di Jevanni come un blocco di pietra lo è con uno scultore, o se preferite come un prosciutto appeso lo è con un macellaio.

Strozza in gola un’imprecazione, ottenendo un mugugno altrettanto esplicativo, e si lascia cadere lungo la voragine da se stesso creata, cercando di simulare il più naturalmente possibile la caduta, anche se con le ferite subite, non c’era molto bisogno di ingannare. Termina la discesa fermandosi a sedere scomposto e leggermente contuso sul fondo della crepa, dando le spalle all’apice del crine e al guerriero e approfittandone per disegnare nell’aria un rapido scarabocchio che prende forma simultaneamente qualche metro più indietro.
Riportando alla luce un fatto recente, la memoria del costruttore supera i confini dell'irreale e inizia a materializzare nell'esatta posizione, un ampio e luminoso dedalo formato da alte pareti di arenaria bianca in ordinato opus reticolatum, per le quali considera sufficienti tre metri di altezza, che svettano su un pavimento in basolato lavico che contrasta ed esalta il colore chiaro dell’arenaria; dal nulla, corso dopo corso e tratto dopo tratto, il labirinto del costruttore si erge nella sua candida sostanza in tutta l'area circostante la voragine e i due uomini, nascondendoli reciprocamente a loro.

Finita l’opera di edificazione, dopo aver gettato un’occhiata alle spalle, mette mano alle borse fissate alla cintura e armeggia con i bendaggi del personale pacchetto di medicazione per curare la ferita che ritiene più ostica, quella sul fianco. E per la prima volta da quando è arrivato in quel luogo, la sua attenzione è attirata da un odore che vagamente ricorda e che difficilmente saprebbe associare a qualcosa, anche se non è un odore rassicurante.

Nel frattempo, tre metri sopra la testa del costruttore e oltre le bianche mura labirintiche, il paesaggio cambia spostando il pesante confronto armato tra le due fazioni belligeranti su uno scenario più cittadino, dove bassi caseggiati di una città portuale assistono e cercano di resistere agli sviluppi di una violenta battaglia nata dalla Paura. Che l’immaginazione del costruttore si sia lasciata andare un po’?

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Basso × 5% | Medio × 9% | Alto × 18% | Critico × 36%
ReC × 350 | AeV × 200 | PeRf × 250 | PeRm × 225 | CaeM × 250


- Condizioni › Ferita di media entità al torace. Ferita di media entità al fianco curata con Erbe (x2). Escoriazione superficiale alla schiena. Contusioni leggere dopo la volontaria caduta nella voragine.
- Forma › Normale {63% [2B+1M+1A+0C]}

- Ragionare › {Passive e Attive di Dominio I e II}
- Faticare › {Colpo Duro + Accumulo di energie [PeRf: +50/B ~ +100/M] + Passiva di Razza}

- Costruire II: la sicurezza. › Ogni forma di lavoro ha la sua dose di rischi e pericoli. Che sia un campo di battaglia o un cantiere, chi lavora deve sempre pensare alla sicurezza sua e degli altri. Per questo non si esagera mai con i controlli e le precauzioni, sia meccaniche che fisiche che magiche. Già, per salvaguardare la propria salute si ricorre ad ogni espediente. Serhat si è specializzato sul rinforzo fisico, arrivando al punto di rendere duro come la pietra il proprio corpo. Certo, necessita sempre di una buona dose di concentrazione e di rimanere immobile, ma ci guadagna il rimanere illeso o quasi quando è a rischio d'incidente sul lavoro. {Difesa di pietra [A (difesa media)]}
- Immaginare. › L'esperienza? Un frequente viaggio nel tempo. Serhat di esperienza ne ha a sufficienza per riuscire a camminare con le proprie gambe, i vent'anni di cantieri e di viaggi lo hanno appesantito anche nella mente, oltre che nel corpo. E l'esperienza gli ha insegnato ad immaginare, a vedere in maniera concreta le idee. Non gli è chiaro dove e come abbia appreso questa abilità o se anche questo è un regalo di mamma Natura, ma l'essere diventato capace di materializzare sul posto ciò che ha ideato è per lui un buon arnese da usare sul lavoro. Disegnando nell'aria, Serhat è capace di modificare a piacere l'ambiente circostante, in un'area di 10 metri di raggio e per un breve lasso di tempo, a replica di ciò che sta tracciando. Ottimo per far capire anche ai sassi quel che devono fare, è anche utile per giocare scherzi o imboscarsi per riposarsi. Certo, gli costa un po' di sforzo mentale ad usarla, questa abilità, ma i risultati non sono deludenti ed è divertente. Illusioni ambientali, come le chiama chi ha studiato, o più semplicemente immaginazione, come le chiama Serhat. {Attiva Personale I [Medio, due turni, Illusione ambientale]}


- Attrezzi di cantiere › Armi iniziali [Mazzetta x 1, Accetta x 1, Piombo x 1] per un peso variabile di kg 4~6 | Equipaggiamento GdR non offensivo [Borsa degli attrezzi x 3, Punte, Scalpelli, Sacchetti di gesso]
- Pacchetto di medicazione › Bendaggi con soluzione cicatrizzante [Erbe x 2 (cura bassa, istantaneo)], Integratori energetici [Linfa vegetale x 1 (+10% energia, istantaneo)] e Tonici [Tonico dell'orso x 1 (+50 Perf e Perm, -10% energia/turno, 2 turni)]
- Accessori › Oggetto personale [Ciondolo]

- Note › Riassunto spiccio: subisco in pieno il primo fendente potenziato, rispondo con Difesa di pietra al secondo fendente potenziato e mi lascio cadere nella voragine. Dal fondo della voragine uso Immaginare e 2 Erbe. E sul finire il paesaggio cambia parzialmente, forse facendo leva sulla memoria di Serhat. Forse...


Quattro passi in croce, per un ballo al calar del sole.
Serhat Satu

 
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view post Posted on 4/3/2011, 22:09
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Le fauci del Leviatano

Passo in avanti, poi dietro, giravolta e ancora passo.

Per la seconda volta la carica riuscì, e il primo colpo trafisse e ferì il costato del costruttore. Una stria di sangue scarlatto formò un arco sul selciato, sporcando la polvere di vermiglio; Jevanni si era portato alle spalle per il secondo colpo, stavolta senza indugiare, e aveva quindi eseguito l'attacco che avrebbe dovuto mettere fine a questo scontro. Il fendente calò sulla schiena e la raggiunse, il metallo freddo impattò violentemente sulla carne tenera (troppo tenera) e minacciò di strappare il tessuto in due lembi.

Ma la lama non violò il santuario di carne, al pari di un infedele che viene lasciato al di fuori della chiesa.
No: l'impressione che Jevanni ebbe nel sentire il contraccolpo dell'arma bloccata fu un campanello d'allarme.
Tentò di imprimere più forza nelle braccia, in un tentativo quasi estremo di riuscire nell'attacco. Tuttavia l'arma si limitò a scivolare come su un'armatura, rendendo vani i muscoli del Guerriero.

Il fendente, lasciato incontrollato, guidò il filo della lama fino al suolo; la spada si conficcò nel terreno per qualche centimetro, sbilanciando per un attimo lo spadaccino. Non lo avesse mai fatto.

L'uomo si era lanciato infatti nella fossa, rotolando nella stessa maniera in cui il Guerriero prima aveva fatto, e si era sottratto ad un terzo ipotetico taglio.
Sarebbe stato semplice raggiungerlo: un balzo in avanti in cui si sarebbe gettato sull'avversario, attaccandolo con un affondo ad un qualsiasi punto del torso. Nella situazione in cui si trovava, sarebbe rimasto incapace di pararlo in ogni caso.

Tuttavia il mondo intero, nel momento in cui Jevanni si mosse, si tramutò in un vortice confuso. O perlomeno, confuso agli occhi ammaliati e impotenti dell'uomo. Il suolo rossastro e scuro scomparve sotto i piedi, e una folata di vento fece lacrimare gli occhi chiari, costringendolo a chiuderli.

Cosa diavolo?..

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Un attimo sembrò un'eternità, in quella tenebra derivata dalle palpebre calate.
In realtà non durò che un istante, e già passato un secondo aveva riaperto febbrilmente gli occhi alla ricerca della fonte dell'improvvisa folata. Ma di fronte a lui, nulla. Nulla, ad eccezione di un muro.
Un muro di mattoni bianco, solido e alto, che copriva l'orizzonte e il cielo. Lì dove c'era una voragine, ora c'era solo calce. Poteva davvero essere così?

No..no, non può essere. Deve essere qui intorno..forse mi sono voltato?
Si guardò attorno, scrutando gli intorni, ma trovò solo mura. Mura, pareti e torri in lontananza; un borgo ricco, ma deserto. Come se da qualche parte si stesse combattendo un assedio, e la popolazione fosse fuggita. Ma a questo Jevanni non fece caso: egli era alla ricerca di un gancio al quale potersi aggrappare. Un sostegno, un punto di riferimento, una qualsiasi cosa che indicasse che quel posto non fosse solo un sogno.

..e se lo fosse stato?

Gli occhi ricaddero sulle mani, le cui dita di stese avevano fatto cadere la spada in un moto di debolezza. Forse era stato del tutto invano, lo sforzo mentale del combattimento? L'artigiano, un'illusione nata dalla noia e dal desiderio di battaglia? In fin dei conti era da molto che non combatteva, e il sogno che aveva avuto gli aveva instillato un presentimento sinistro. Il presentimento che qualcosa non fosse giusto.
L'immagine scorse nuovamente davanti ai suoi occhi, in un fiume di colori e sensazioni. Sensazioni di terrore.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Un uomo correva disperato in un vuoto riempito di cristalli che danzavano nel cielo per toccare la terra.
I cristalli, di sangue, in realtà non toccavano terra. Aveva dato per scontato che lì dove poggiava il piede, si poggiava anche il fiocco di neve vermiglia. Ma lui era un uomo. Non era la guerra. Il sangue della guerra era infinito e intangibile, impossibile da fermare: inevitabile. La guerra stessa era inevitabile, e quel ciclo macabro ne era una prova più che convincente.
Eppure Jevanni lo sapeva. Un Guerriero sapeva che ogni guerra portava sangue, e Jevanni in particolare era cosciente di quello. Poiché voleva cambiarlo. Una guerra che non spendesse più sangue, e che non falciasse le vite di persone che non c'entrassero con le cause per le quali combattevano. Che senso aveva un re che spediva contadini a conquistare terre che non avrebbero mai coltivato?
E fu allora che lo vide.
Aveva alzato lo sguardo disperato per cercare la fine di quella precipitazione alquanto nefasta, una luce che spezzasse le nuvole di morte. E lo vide.
Un'ombra, poi una sagoma, e infine un essere. Un essere abnorme, le cui mandibole squamose superavano per grandezza quelle dei giganti delle leggende; i suoi occhi serpentini inghiottivano l'universo, e le narici respiravano la vera essenza delle cose, per poi espirare solo cenere e sangue. Tanto, tanto sangue.

Io mi impossesserò dell'Asgradel.

E tutto divenne tenebra, per poi divenire luce al risveglio trafelato. E fu allora che Jevanni si rese conto di aver appena avuto la visione di un mondo in procinto di finire. Per mano, inoltre, del monarca che aveva piagato la terra proprio in quel momento della storia. Il monarca che rispondeva al nome di Ray.
Il Re che non perde mai.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

I denti morsero le labbra, in un tick violento, al ricordo del sogno. E così..era stato tutto falso? L'aver incontrato il bambino e il criminale? L'essersi alleato con loro in un tacito patto di riuscita?
Maledizione.
Non era in seno all'Asgradel, combattendo per dimostrare al proprio comandante il proprio valore e la propria dedizione? Non stava valutando se l'uomo davanti a lui fosse degno di sostituirlo in tale compito?
Maledizione..
Non aveva estratto l'arma e consacrato ancora una volta il proprio sudore, sacrificandolo al proprio padrone? Non come mercenario, ma come Guerriero? Aveva buttato tutto questo solo nella propria testa?

M..MALEDIZIONE!
...maledizione
..maledizione
.maledizione



Il pugno scattò con rabbia verso il muro che aveva davanti, trapassandolo violentemente e frantumando calcinacci e mattoni. Una polvere bianca si levò, circolando in-

No.

No.
Non aveva trapassato il muro. Non l'aveva nemmeno sfiorato. Gli occhi interdetti e increduli spalancati erano fissi sul pugno che si inseriva chiaramente all'interno dell'ostacolo, sparendo all'interno di esso. Aveva scagliato un pugno talmente violento da aver creato uno spacco netto e preciso da creare un buco dai contorni definiti? Improbabile, ne avrebbe sentito sicuramente l'impatto, se non addirittura il dolore. Invece, niente.
Tentò di estrarla, e rimase doppiamente sorpreso dalla facilità con la quale ritrasse le dita pallide ma intatte. Un'illusione? Se si, non aveva intaccato il proprio spirito: se ne sarebbe accorto in tal caso.

Ma non importava. Non importava assolutamente, e dopo aver raccolto la spada fece un passo sicuro oltre il muro, rischiando di rotolare per la voragine che si apriva davanti a lui. Fortuna volle che il piede scivolò, anziché non toccare nulla, il che gli diede l'appoggio necessario per conficcare la spada nel suolo in tempo e riguadagnare un equilibrio precario, oltre che un notevole rallentamento.
Quando arrivò vicino al fondo, lì dove il terreno non era più tanto inclinato da farlo cadere. Si lasciò andare in una capriola in avanti per scaricare l'impatto della frenata e si fermò a poco più di quattro metri dal nemico. Il nemico vero, che non era un sogno. Non era stata un'illusione.

Capisco. Eri qui, dopotutto.

Si rialzò spolverandosi i guanti e facendo guizzare la lama in un movimento netto in cui tagliava l'aria, facendo schizzare via la terra che era rimasta a lordare il blu profondo del metallo.

Un trucco sporco, che devo ammettere mi ha alquanto disorientato.

Alzò lo sguardo verso l'artigiano, notando con una smorfia di disappunto i medicamenti applicati sulla pelle, che sembrava fosse stata risanata. Continuò tuttavia imperturbabile, fissando le iridi celesti in quelle del nemico.

Ma non puoi sperare che una fossa e la città dei tuoi sogni bastino a distruggermi. Devi pur avere un asso nella manica. Non mi sottovalutare. Per NESSUN motivo.

La spada, agitata rapidamente come una bacchetta, colpì il suolo con un tintinno limpido. Quasi patetico, di fronte alla crepa che si allungò proprio come farebbe una goccia di pioggia lungo un dirupo, mirando a rotta di collo verso l'uomo robusto allargandosi rapidamente, eppure mancandolo di poco, fallendo nell'inghiottire il bersaglio. Un errore di calcolo? Per NESSUN motivo.

La nuvola di terriccio generatasi dall'improvviso crollo del suolo si riversò nei dintorni vicini, in un beige sporco che avrebbe dovuto coprire la vista del nemico. Occhio per occhio..

Mentre ancora il rumore della frana si diffondeva, il Guerriero approfittò della distrazione per mirare la sagoma oscura appena visibile nel nugolo di polvere.
L'occhio registrò la posizione della testa..
..e mirò un centimetro più in alto.

Il braccio sinistro già pronto estrasse per la prima volta da molto tempo l'insolita arma da lui chiamata Stella del Tramonto. La scagliò con tutta la forza mancando appositamente il bersaglio, e alzò un dito.
Poi due.
Poi tre.
Uno scintillio lontano mandò il segnale che l'arma stava tornando dal padrone.
Stella.

Si avventò verso la forma più scura presente nel polverone, brandendo con entrambe le braccia la linea scura che era Orizzonte, ed entrò in scivolata sfruttando il lievissimo pendio a suo favore. Quando fu nell'area, la lama tracciò un arco. Un arco che avrebbe accarezzato le ginocchia dell'artigiano, per poi farle sbocciare in un fiore cremisi di dolore.







SPOILER (click to view)

. Stats Briefing .

Jevanni Glacendrangh

ReC 175 | AeV 175 | PeRf 300 | PeRm 100 | CaeM 425 [x2]

Condizioni fisiche:
- Ferite: Contusioni di livello Basso su tutto il corpo.
- Quantitativo danni da tecnica: 1/16

Condizioni mentali:
- Stato d'animo: Al limite della propria pazienza.
- Quantitativo danni da tecnica: 0/16

Energia: 65%

Armi:
- Orizzonte [Estratta]
- Stella del Tramonto [Scagliata]
- Brina [Indossata]

Abilità Passive:
- Controllo esperto della Lama ~ Dominio (B) ~ CaeM 2x
- Controllo superiore della Lama ~ Pergamene (G) ~ Effetto boomerang
- Controllo supremo della Lama ~ Dominio (V) ~ Attacchi passivi valgono Basso
- Controllo Assoluto della Lama ~ Dominio (Blu) ~ Percezione maggiorata nell'arco dell'arma impugnata
- Controllo base del Corpo ~ Razza ~ Dolore grandemente attenuato
- Controllo completo della Disciplina ~ Personale ~ Dominio Warrior Style passato a livello 3

Abilità Attive impiegate:

- Voragine ~ Pergamene (B) ~ Basso PeRf
- Colpire strategicamente ~ Dominio (B) ~ Basso CaeM [no-danno]

Sintesi: "A proprio agio scontro"? Ma che cazzo di stato d'animo è? Maledizione. Devo smettere di accorgermi degli errori negli specchietti solo mentre scrivo i post successivi.
Beeeene...ci ho messo un po' di tempo pure con questo, ma spero ne sia valsa la pena. A me è piaciuto molto farlo. E' venuto anche lunghetto, e per questo chiedo scusa. Mi sono fatto prendere la mano.
Ordunque. Il post qui è diviso in quattro parti.
La prima è il fallimento dell'attacco precedente, e la tua caduta.
La seconda è invece la trasformazione dell'ambiente.
La terza racchiude il sogno che mi spinge a schierarmi con l'Asgradel. Uh..spero non sia schifosamente banale.
La quarta comprende infine la sostanza vera e propria. Certo che metterla in 'sti termini mi fa sentire un po' scemo, ma...:v:
Mi accorgo tramite il tatto che l'illusione è..beh..un'illusione.
Credo mi beccherò come minimo 2 in sportività per questo, ma non ho davvero altre idee..è la prima volta che ho a che fare con illusioni ambientali, e credo che anche se fosse stata la seconda volta avrei avuto problemi. Dra l'ha piazzata in maniera molto problematica per Jevanni.
Scendo di nuovo la voragine, evitando di rotolare per infliggermi ulteriore danno, ma fornendo così ampio rumore e tempo per vedermi. (se avessi avuto un pg meno serio avrei persino potuto salutarti con la mano nel viaggio :lui:)
Ti dico di non sottovalutarmi, dato che il pg si sente offeso dal comportamento un po' codardo, e usa la voragine per creare una nuvola di polvere che ti accecasse. Approfitto del rumore e della polvere per lanciare il fuuma shuriken (Stella del Tramonto, leggere scheda per capire il motivo del nome :zxc:) e farlo andare oltre Satu. Quando scorgo lo shuriken che torna indietro grazie alla pergamena Boomerang, faccio una carica in scivolata e uso la tecnica attiva del primo livello del Warrior Style, che fa contare un attacco passivo come tecnica bassa. Miro alle gambe, poco sotto la rotula. Fai conto che l'attacco è fatto in maniera tale che la spada e lo shuriken (dimensioni presenti in scheda) arrivino assieme, in maniera opposta. Spada da davanti, sulle gambe, mentre lo shuriken sulla schiena, nell'area del torso.

EDIT: Cambiato un pezzetto dello specchietto. Avevo capito male il funzionamento di una tecnica :glare:




Edited by ~Coldest.Heaven - 5/3/2011, 14:19
 
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dra31
view post Posted on 8/3/2011, 21:52




Valzer al Crepuscolo- III
Scelta dei Campioni, Asgradel



Un’annotazione superflua proveniente dall’alto accompagna la sorda pacca della mano sul bendaggio appena applicato. E una risposta a modo accompagna il rialzarsi lento del costruttore, più per via delle ferite che per la stazza, che impugna nuovamente i suoi attrezzi dopo aver riposto il grosso delle medicazioni nelle borse.

No, guarda so’ annato in paese e so’ rivenuto. -Si volta portando a incrociare con lo sguardo il guerriero, portando alla bocca un paio di confetti che lo costringono a ricambiare la smorfia di disappunto con una di disgusto per il sapore non piacevole delle medicine. - Ovvio, l’era un labirinto. – Inizia a risalire il pendio, mentre l’altro continuava una paternale che il costruttore non ritiene necessaria. Già, non c’era nessun motivo.


Il movimento discendente della lama avversaria rallenta la risalita dal fondo, allertando la guardia del costruttore, attenzione che è accentuata quando una nube di polvere e detriti riempie il crepaccio artificiale, nascondendo Jevanni alla vista di Serhat.
Un trucco migliore del suo, che lo costringe a riparare il viso dietro le braccia, prima di ritrovarsi a imprecare per gli occhi irritati dal polverone. Trucco che non gli permette di vedere materialmente l’oggetto che gli passa di poco sopra la testa, anche se lo spostamento d’aria gli fa intendere che è qualcosa di rapido e pericoloso. A occhio e croce, ritiene deve trattarsi dell’arnese che teneva dietro la schiena, intravisto per un attimo prima che il guerriero Nessuno si divertisse ad affettargli il fianco. E questa supposizione lo convince a non abbassare la guardia, non così presto.

La nuvola sporca supera il costruttore e si annida pesantemente e lentamente sul fondo della voragine, permettendo così a Serhat di liberare le braccia e di accorgersi di un guerriero che approfitta della momentanea situazione di disagio prodotta dalla nube per avvicinarsi rapidamente e così colpire nuovamente a tradimento. Con l’onore gettato alle ortiche, Nessuno lo costringe a ricorrere nuovamente a quel suo espediente imparato sui cantieri. Una gamba indietreggia per puntellare e consolidare la posizione instabile, portando così a spostare il peso del corpo sulla gamba avanzata piegata. I muscoli sono in tensione, le braccia armate incrociate davanti al petto ferito completano la difesa, ancora una volta di poco in anticipo sul colpo basso del guerriero. Anzi, sui due colpi bassi del guerriero, perché all’impatto della lama sulle gambe si combina l’urto sulla schiena arcuata ed esposta prodotto dall’oggetto che passato poco prima e ora tornato indietro come un falco addomesticato che torna dal suo falconiere. Entrambe le armi rimbalzano e scivolano sulla persona del costruttore che ammorbidisce il corpo prima di darsi una spinta con la gamba arretrata e buttarsi in avanti contro il guerriero, sferrando nell’impeto un poderoso colpo di martello mirando alla spalla del braccio portante del guerriero, quello armato.
È un colpo pesante, dove al peso della testa d’acciaio si somma tutta la forza di un uomo che presta le abitudini di una vita alla guerra. Già, perché non c’è tanta differenza tra un guerriero che ti si scaraventa contro in rapidità e un blocco di pietra che ti rotola addosso lungo una scarpata.
Sisifo, quelle delle storie antiche, lo avrebbe lasciato scendere per poi rincorrerlo. Ercole, Maciste e cugini vari avrebbero sollevato di peso pietra e guerriero per poi lanciarli lontano. Peccato che il costruttore non si chiami Sisifo o Ercole, il suo nome è Serhat e il suo approccio verso pietra e guerriero è lo stesso: un colpo ben piazzato a demolire, per poi passare oltre.

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Basso × 5% | Medio × 9% | Alto × 18% | Critico × 36%
ReC × 350 | AeV × 200 | PeRf × 300 | PeRm × 275 | CaeM × 250


- Condizioni › Ferita di media entità al torace. Ferita di media entità al fianco curata con Erbe (x2). Escoriazione superficiale alla schiena. Contusioni leggere dopo la volontaria caduta nella voragine.
- Forma › Normale {36% [2B+2M+2A+0C]+[Tonico dell'orso (+50 Perf e Perm, -10% energia/turno, 2 turni): turno 1/2]-[Linfa vegetale (+10% energia, istantaneo): +10%]}

- Ragionare › {Passive e Attive di Dominio I e II}
- Faticare › {Colpo Duro + Accumulo di energie [PeRf: +50/B ~ +100/M] + Passiva di Razza}

- Costruire II: la sicurezza. › {Difesa di pietra [A (difesa media)]}

- Attrezzi di cantiere › Armi iniziali [Mazzetta x 1, Accetta x 1, Piombo x 1] per un peso variabile di kg 4~6 | Equipaggiamento GdR non offensivo [Borsa degli attrezzi x 3, Punte, Scalpelli, Sacchetti di gesso]
- Pacchetto di medicazione › Bendaggi con soluzione cicatrizzante [Erbe x 2 (cura bassa, istantaneo)], Integratori energetici [Linfa vegetale x 1 (+10% energia, istantaneo)] e Tonici [Tonico dell'orso x 1 (+50 Perf e Perm, -10% energia/turno, 2 turni)]
- Accessori › Oggetto personale [Ciondolo]

- Note › Riassunto spiccio: Ribatto le lamentele di Jevanni, assumendo nel contempo il Tonico dell'orso e la Linfa vegetale. Supero in qualche modo la nuvola di polvere e rispondo con Difesa di pietra al fendente potenziato basso e alla Stella del Tramonto. Di seguito carico Jevanni piazzando un colpo di martello sulla spalla armata, colpo potenziato con Accumulo di energie.

Quattro passi in croce, per un ballo al calar del sole.
Serhat Satu

 
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view post Posted on 9/3/2011, 20:20
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Il Martello del Costruttore

Finita la musica, ci si inchini di fronte ai partner.

Aveva predetto bene, nell'ultimo atto della scivolata precipitosa.
Dal momento che l'artigiano non aveva nemmeno tentato di togliersi dalla traiettoria della spada o della Stella, non vi poteva essere altra ragione.
Nessuna ragione logica che giustificasse un atteggiamento tanto rilassato di fronte al pericolo.
Quell'attacco era destinato a fallire.

Il movimento in avanti, infatti, venne bloccato brutalmente dallo scontro dell'arma contro la pelle ancora una volta coriacea dell'avversario, causando un contraccolpo tale da impedire al Guerriero di rialzarsi. Una nuvola di polvere si sollevò alle spalle dell'avversario, nella forza d'impatto, e il rumore metallico dello shuriken gigante riecheggiò nella fossa quando questo rimbalzò sulla cute senza intaccarla minimamente. Una fitta di esasperazione trapelò dal mugugno che il Guerriero si era lasciato sfuggire.

..di nuov--

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Nemmeno il tempo di respirare, né di finire la frase: l'iride aveva individuato il martello alzato in aria, e la posa assunta dal proprietario. Era la posizione assunta da chi voleva battere un chiodo al muro. Una goccia scivolò lungo la guancia dello Spirito, di fronte alla vivida consapevolezza di non essere affatto pronto per difendersi.

Il Costruttore, perché una persona che costruiva fosse e palazzi in un batter d'occhio non poteva avere altro epiteto, si scagliò contro Jevanni.
La velocità sorprendente dell'uomo superò quella del Guerriero, negandogli il tempo di rialzarsi e difendersi a dovere; l'arma comparsa qualche minuto prima per frantumare come vetro il suolo stava già calando sulla spalla destra, che reggeva Orizzonte.

Cosa..?

Un sibilo familiare e un luccichio provenienti dalla sinistra dell'artigiano richiamarono l'attenzione dello spadaccino.
Un singolo attimo, forse vitale. Una breccia. Una possibilità di salvezza.

Eh no!

Afferrò la Stella del Tramonto, che era tornata roteando nella mano sinistra che prima l'aveva scagliata. La martellata colpì il metallo con forza, facendo vibrare l'intero braccio di fronte alla poderosa forza mostrata. E poi scivolò.

Mer..

Il colpo, più violento del creduto, non si fermò sul metallo e continuò lungo la pendenza dello shuriken utilizzato per difendersi. Lo strumento si abbatté sulla spalla sinistra, che venne abbassata improvvisamente dall'attacco. Il corpo rimase inchiodato per terra, inchinato su un ginocchio come se stesse giurando fedeltà al proprio signore.
Visione ironica, in fin dei conti.

...tutto qui?

Il martello aveva effettivamente colpito la spalla, inducendo un dolore tutt'altro che sottile lungo il braccio intero. Le ossa avevano protestato per qualche attimo. Una chiazza della pelle era divenuta livida. Ma oltre a quello, era intatto.
Forse era perché aveva colpito una porzione del corpo coperta dall'armatura. Forse perché non era abbastanza forte. Forse addirittura perché quel martello non era affatto adatto per quel genere di lavori, il che sarebbe anche stato plausibile. Buona fattura o meno, un'arma di quel calibro non era stata concepita per frantumare armature come quelle di Jevanni.

Ti..ti avevo detto di non sottovalutarmi. Non l'avevo detto?

La mano, tremante per la rabbia che montava, andò a cercare alla cieca il polso dell'avversario per stringerlo in una morsa. La Stella, che reggeva fino ad un attimo prima, era caduta e si era conficcata accanto a Jevanni con un singolo rumore secco.
Il capo chino e le punte dei capelli candidi frementi facevano sembrare il Guerriero un uomo infreddolito.
In realtà questo si sentiva bruciare dentro, sentendo l'esasperazione farsi strada.

Il tuo sarcasmo. Il tuo essere irriverente verso chi si è trattenuto fino ad adesso.

In una lingua esotica, si parlava di snap. Significava schioccare, spezzare. Se riferito ad una persona, il significato mutava leggermente: la compostezza e la relativa calma scomparivano tutto d'un tratto, sostituiti da una rabbia incontenibile dettata dalla frustrazione ed esasperazione. Jevanni stava sperimentando qualcosa di molto simile in quel momento.

Sai dove te li devi mettere??

Aveva combattuto su fronti gelidi e guerre. Per anni interi, senza mai arretrare di un passo.
Aveva marciato fra le lance dei nemici per raggiungere coloro che pensavano di poter fuggire da lui.
Si era scagliato contro le lame di coloro che credevano, stupidamente, di essere alla sua altezza.
Ma, a quanto pare, qualcuno ancora lo sottovalutava.

La mano, che reggeva convulsamente le bende strette sull'elsa di Orizzonte, venne ricoperta in pochi attimi da una patina spessa di un cristallo trasparente che luccicò sotto quel sole infuocato. Una piccola luce minacciosa, emanata dall'intero braccio. Braccio ricoperto di ghiaccio.
Le labbra si scoprirono in un ringhio, stavolta genuino, che sfigurò i lineamenti solitamente composti del Guerriero.

Sparisci dalla mia vista.

Si diede una spinta immane con entrambi i piedi, sferrando un pugno con la mano congelata con tutta la veemenza di cui era capace, cercando di colpire la mandibola dal basso. Al diavolo la strategia, al diavolo gli attacchi mirati a creare un apertura. Al diavolo tutto. Compreso te.

Ti ho testato abbastanza, recluta; puoi andare all'inferno.

Tu, e il tuo modo di fare strafottente.

La mano sinistra corse poco sotto quella destra, brandì ancora una volta la spada, per calarla in un attacco diretto alla spalla che reggeva il martello. Quell'inutile martelletto presuntuoso quanto il padrone, convinto di poter trattare alla leggera Jevanni Glacendrangh. Il Guerriero dell'Inverno.







SPOILER (click to view)

. Stats Briefing .

Jevanni Glacendrangh

ReC 175 | AeV 175 | PeRf 300 | PeRm 100 | CaeM 425

Condizioni fisiche:
- Ferite: Contusioni di livello Medio su tutto il corpo. Contusione di livello Medio sulla spalla sinistra.
- Quantitativo danni da tecnica: 4/16

Condizioni mentali:
- Stato d'animo: Ferito nell'orgoglio e spazientito.
- Quantitativo danni da tecnica: 0/16

Energia: 65%

Armi:
- Orizzonte [Estratta]
- Stella del Tramonto [Conficcata per terra]
- Brina [Indossata]

Abilità Passive:
- Controllo esperto della Lama ~ Dominio (B) ~ CaeM 2x
- Controllo superiore della Lama ~ Pergamene (G) ~ Effetto boomerang
- Controllo supremo della Lama ~ Dominio (V) ~ Attacchi passivi valgono Basso
- Controllo Assoluto della Lama ~ Dominio (Blu) ~ Percezione maggiorata nell'arco dell'arma impugnata
- Controllo base del Corpo ~ Razza ~ Dolore grandemente attenuato
- Controllo completo della Disciplina ~ Personale ~ Dominio Warrior Style passato a livello 3

Abilità Attive impiegate:
- Il Mio Corpo ~ Artefatto ~ Medio PeRf
- Deflettere ~ Personale ~ Variabile CaeM [Alto]

Sintesi: Beh, il mio ultimo post. Stavolta bellico :zxc:
Comincio col dire di essermi divertito, ad eccezione del punto in cui mi hai lanciato la ambientale. Aver 'infranto' una Media a costo nullo e senza slot ha dato più fastidio a me che a te. Fidati. Ho cercato di essere sportivo, però in quel punto ho la sensazione di aver sforato grandemente. Eppure sprecare un post intero a cercarti senza nemmeno trovarti..non so. Davvero, non so.
Premetto inoltre che ho corretto in questo specchietto un errore di cui mi sono reso conto solo adesso. La tua Voragine mi avrebbe dovuto fare un danno Medio anziché Basso, perché nel caso io non mi difenda la regola del raddoppio vale per la PeRm. Cioè, tu hai 250 di PeRf (nel momento in cui scagli la voragine), mentre io ho 100 di PeRm. Chiedo scusa per la svista.
Bene...riassunto.
Jevanni dopo l'attacco in scivolata rimane a terra, sbilanciato dall'attacco parato, e si vede arrivare addosso Satu con il fido martello. Data la grande ReC del tuo pg, ho deciso di non considerare la pausa di "almeno un secondo" richiesta dalla pergamena per pararmi. La Stella del Tramonto, con l'effetto Boomerang che forza tutte le armi che lancio a ritornare in mano pure quando deviate, si frappone fra me e te. L'attacco viene deviato (ma non sminuito di forza) verso l'altra spalla, che si becca un danno Medio. Il mio pg, sia per via dell'armatura che della passiva razziale, non risente particolarmente degli effetti dell'attacco (sebbene l'arto sia danneggiato). Tuttavia è profondamente deluso e si sente preso in giro: lui chiede il meglio e tutto ciò che riesce ad eseguire è una martellata sulla spalla? Perde la calma a questo punto, e molla lo Shuriken che ha nella mano sinistra. Cerca il polso di Serhat per bloccarlo (suppongo che il polso sia ancora vicino alla spalla sinistra) e indipendentemente dal fatto se lo trovo o meno mi rialzo dalla posizione inginocchiata sferrando un montante con la tecnica del mio nuovo artefatto (lo amo :arross: ) che ricopre di ghiaccio la mano che regge Orizzonte. Danno medio basato su PeRf. Il ghiaccio si frantuma subito dopo la tecnica, e ne approfitto per portare la mano sinistra (se reggeva il polso, lo molla) all'arma ed eseguo un taglio verticale con la variabile Alta mirato a colpire la tua spalla, quella che regge il martello.



 
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dra31
view post Posted on 12/3/2011, 22:40




Valzer al Crepuscolo- IV
Scelta dei Campioni, Asgradel



La reazione del guerriero ai suoi attacchi vanificati da un testardo costruttore, non è la stessa di molti attimi prima, quando ancora non erano entrati nel vivo dello scontro. La consuetudine di Serhat è inflessibile, le azioni e le movenze sono sempre le stesse e alla lunga diventano prevedibili. Non importa, l’importante è che siano efficaci.

La mazzetta compie il suo lavoro come ha sempre fatto: in maniera impeccabile. L’impatto è forte e il timbro metallico della testa d’acciaio sul metallo della strana arma che il guerriero contrappone con un guizzo di agilità, arma che poco prima era rimbalzata sulla sua schiena, è come la voce della campana di mezzodì che riecheggia nelle vaste campagne. Sotto il suo stesso peso, il martello scivola sull’arma fino a fermarsi grevemente sulla spalla opposta a quella presa di mira, che cede sotto il colpo pesante costringendo il guerriero inginocchiarsi a terra, come se stesse giurando fedeltà al suo signore.

Tutto qui, che altro vuole da una mazzetta da muratore? Non è un attrezzo nato per battere corpi vestiti d’armature, è cresciuta battendo pietre e metallo. Ossa e carne sono pietanze a lei non gradite.

L’hae appena fatto. -Riporta il braccio vicino al corpo, mentre si manteneva solido quando la mano di Nessuno gli stringe il polso. Il tono di voce è duro, la stessa durezza che ha solo una voce mossa da un furore contenuto a stento.- Lì dove non batte il sole. Ma di chi? –Quante volte gli hanno promesso di fargli rimangiare quel modo di essere, a volte così odioso? Troppe volte, per questo sorride sornione all’altro che gli rivolge un ringhio di rabbia e un pugno che si riveste di una grigia patina di freddo ghiaccio.


La rabbia del guerriero si rivela materialmente quando si avventa su di lui, che risponde all’impeto furioso rimanendo solido nella sua posizione. Non è una scelta mossa esclusivamente dall’evidente differenza di corporatura, ma è più una reazione voluta di proposito, il gioco è arrivato alla fine e prolungarlo ancora sarebbe stato solo uno spreco di tempo.
Un basso luccichio grigio che balena alla sua destra è il preavviso di un montante che si stampa poderoso sul mento del costruttore, obbligandolo ad arretrare di un passo per non ricadere all’indietro. Il suono sordo di osso che cozzano e di vetro che si frantuma, insieme al brivido di freddo che accompagna il dolore penetrante, risuona per un attimo nella testa di Serhat che si concede ancora una volta di sorridere sornione. Non sarà un singolo pugno a stenderlo, non dopo aver forgiato il fisico a pane e risse da osteria.
Sorride ancora quando il successivo fendente, dopo un rapido cambio di mano sulla spada, si apre la strada nella carne della spalla, scendendo in profondità. A quel colpo il corpo aveva risposto istintivamente, seguendo la regola della consuetudine citata poco prima, innalzando la sua migliore difesa. Protezione che s’infrange tra il dolore e la consapevolezza di un costruttore che sa bene che abusare della propria dose di fortuna è controproducente.
Si piega al dolore e al peso del fendente, ma non crolla. Non questa volta, non quando qualcuno che non ha diritto può dargli della recluta.

Tutto qui? -Con la voce incrinata dal male, rivolge al guerriero le sue stesse parole, mentre sputa un grumo di sangue e distende di lato il braccio sano, armato con l’accetta. Madre Natura gli ha fatto due braccia e due mani, e sta a lui utilizzarle entrambe come si deve.- Non oggi, apprendista –Il braccio si muove rapido diretto al fianco avversario, ancora una volta mosso dalla forza massiccia dei muscoli di quel costruttore prestato alla guerra.


E un flebile odore solletica i sensi di Serhat, riportandogli alla memoria un ricordo antico, un frammento di storia dove la parola “apprendista” è la protagonista assoluta, insieme alla voce dura del padre.

Non oggi, apprendista


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Basso × 5% | Medio × 9% | Alto × 18% | Critico × 36%
ReC × 350 | AeV × 200 | PeRf × 300 | PeRm × 275 | CaeM × 250


- Condizioni › Ferita di media entità al torace. Ferita di media entità al fianco curata con Erbe (x2). Escoriazione superficiale alla schiena. Contusioni leggere dopo la volontaria caduta nella voragine. Contusione al mento. Ferita di media entità alla spalla destra.
- Forma › Normale {8% = [2B+2M+3A+0C]+[Tonico dell'orso (+50 Perf e Perm, -20% energia/turno, 2 turni): turno 2/2]-[Linfa vegetale (+10% energia, istantaneo): +10%]}

- Ragionare › {Passive e Attive di Dominio I e II}
- Faticare › {Colpo Duro + Accumulo di energie [PeRf: +50/B ~ +100/M] + Passiva di Razza}

- Costruire II: la sicurezza. › {Difesa di pietra [A (difesa media)]}

- Attrezzi di cantiere › Armi iniziali [Mazzetta x 1, Accetta x 1, Piombo x 1] per un peso variabile di kg 4~6 | Equipaggiamento GdR non offensivo [Borsa degli attrezzi x 3, Punte, Scalpelli, Sacchetti di gesso]
- Pacchetto di medicazione › Bendaggi con soluzione cicatrizzante [Erbe x 2 (cura bassa, istantaneo)], Integratori energetici [Linfa vegetale x 1 (+10% energia, istantaneo)] e Tonici [Tonico dell'orso x 1 (+50 Perf e Perm, -10% energia/turno, 2 turni)]
- Accessori › Oggetto personale [Ciondolo]

- Note › Riassunto spiccio: Ribatto a Jevanni, prendo in pieno il montante e uso Difesa di pietra per smorzare il fendente alla spalla. Rispondo nuovamente al guerriero e colpisco con l'accetta sul fianco. È la mia ultima mossa, anche nel caso che tu risponda entro la fine del turno.
Ringrazio per l'interessante duello, interessante sia dal punto di vista tecnico che psicologico. Buon proseguo di Valzer, Colde.

Quattro passi in croce, per un ballo al calar del sole.
Serhat Satu

 
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Lenny.
view post Posted on 24/3/2011, 15:55




Serhat Satu vs Jevanni Glacendrangh
A.S.S. VS Il Guerriero, il Bandito e lo strano Infante

Serhat Satu

» Scrittura
E' davvero una dote rara quella di riuscire a realizzare, nel contesto asgradeliano, un personaggio che di puro stile fantasy ha poco o nulla, con la semplicità e la rudezza dei toni tipicamente nostrani - come l'uso del dialetto. Lo stile resta sempre ben corrisposto alla psiche di Serhat: una forma che coincide perfettamente con il suo contenuto. Molto originale, dunque, oltre che coerente alla sua psiche, ho davvero poco da rimproverarti in questo campo. Forse un paio di errori di battitura, ai quali è complice un certo disimpegno tra il terzo ed il quarto post attivo, non sono riusciti a regalarti un voto superiore. Dal modo calmo e quasi indifferente con cui Serhat ingaggia il combattimento si potrebbe quasi dire che sarebbe più adatto lui ad un dominio come il Warrior Style, anziché il suo avversario.
Voto » 7/10

» Strategia
Troppo, davvero troppo, prudente. Tanto che riesci a ferire seriamente il tuo avversario solo al termine del combattimento (e grazie ad una sua svista, direi).
Subire passivamente colpi su colpi non ha certo giovato alla tua valutazione, in questo campo. Parti subendo in pieno un medio al primo turno, non riuscendo a destreggiarti anche rudimentalmente contro un semplice fendente frontale, seppur accompagnato da una psionica bassa.
Poi, avresti potuto sfruttare meglio il nascondiglio dietro il muro illusorio, eppure ti limiti a curare le ferite. L'intenzione iniziale era buona, dunque perché non tentare di capovolgere la situazione - già sfavorevole - attaccando a sorpresa?
Sono certo che avresti potuto, rischiando un po' e magari interagendo maggiormente con l'arena, fare molto meglio. Non dico dominare, ma almeno riuscire a tenere sotto controllo la situazione, uscendone meno ammaccato. E' ciò che mi sarei atteso da una energia superiore.
Voto » 5,5/10

» Sportività
In linea di massima ti attieni al regolamento, seppure non posso non criticare un uso eccessivo - se non un vero e proprio abuso - di tonici curativi, energetici, e rinforzanti. Quattro in totale, che si rivelano essere troppi per un solo combattimento. Anche il dolore sembra mantenersi marginale, nonostante il corposo quantitativo di ferite che Serhat subisce durante lo scontro: le ferite, seppur di media entità, avrebbero dovuto inibire almeno parzialmente i tuoi movimenti. Quantomeno i tuoi due assalti finali. Presta più attenzione a questi particolari, in futuro.
Voto » 6/10


Jevanni Glacendrangh

» Scrittura
Altalenante. Ovvero, trovo che i primi post riflettano una psiche del personaggio quasi, se non del tutto, differente da quella riscontrata verso la fine del combattimento. Davvero non riesco a spiegarmi come un guerriero maturo, reduce di chissà quante campagne da guerra, possa perdere letteralmente il controllo contro uno stoico muratore armato di mazzetta. Ma a parte questo ho notato un impegno nell'esternare sempre e comunque i pensieri del personaggio - anche durante il vivo dell'azione - . Non riesci a padroneggiare ancora la psiche di Jevanni raggiungendo il grado di maturità del tuo avversario, ma comunque non te ne discosti troppo. Apprezzabile il modo in cui hai cambiato, più volte, il campo di battaglia.
Voto » 6,5/10

» Strategia
Non si può dire che non sfrutti tutto il repertorio a disposizione: affetti il tuo avversario più di una volta, grazie a delle combinazioni particolarmente efficaci, coinvolgendo anche l'arena circostante - il virtuosismo finale, che si basa su un ambiente evocato dal tuo avversario, è stato in particolar modo apprezzato - . Meno apprezzato invece il prendersi in pieno la martellata finale di Serhat, che consisteva solo in un mero attacco frontale facilmente contrastabile. Ad ogni modo il tuo personaggio riesce inconfutabilmente ad imporsi, in combattimento, su una energia superiore, come è dimostrato dal confronto dei danni subiti. Purtroppo la ripetitività delle tecniche - offensive e difensive - non mi consentono di darti un voto pieno.
Voto » 6,75/10

» Sportività
Poco da segnalare. Apprezzerei maggiormente che tu citassi sotto spoiler le abilità attive utilizzate nel post, così da non costringere i giudici a cercarle ogni volta tra i meandri della tua scheda. (semplice consiglio per il futuro).
Sei stato penalizzato per il danno medio aggiunto a posteriori sotto spoiler - e non riscontrato in game, tra l'altro! -. La Voragine di Serhat si basava sulla PeRf, non sulla PeRm; un errore grossolano e del tutto gratuito che avresti potuto evitare leggendo meglio la tecnica, magari anche nella sezione del Saggio.
Non sei stato penalizzato, invece, per aver "ignorato" il muro illusorio castato da Serhat. Hai reso particolarmente bene la perplessità del tuo personaggio a riguardo, e di certo non potevi permetterti di perdere un turno intero girando intorno alla soluzione più ovvia, ossia quella di toccare il suddetto muro. Un espediente che il tuo avversario ha malamente sfruttato per prendere tempo, anziché per muoverti qualche attacco.
Voto » 6,25/10


Media dra31: 6
Media ~Coldest.Heaven: 6,5

~Coldest.Heaven vince lo scontro.


[Al vincitore vanno 150 Gold più il diritto ad un post autoconclusivo (il PK, non essendo specificato, resta OFF), allo sconfitto il premio di consolazione di 50 Gold.
Uno scontro piacevole da leggere, che ha molto di originale nella pulsante discordanza psicologica dei due personaggi. Purtroppo nessuno di voi è riuscito a convincermi sufficientemente per una promozione energetica. ]

 
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view post Posted on 2/4/2011, 17:54
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Fallimento

Affranto, scopri di non esser stato nella coppia più aggraziata.

Non oggi, apprendista

L'accetta cercò di calare sul fianco del Guerriero, ma questi non si fece prendere alla sprovvista come prima. Fece roteare Orizzonte con un movimento del polso, e la zanna mulinò violentemente incrociando l'arma rozza dell'avversario, percuotendola e deviandone il corso; Jevanni non perse tempo ad esaminare il manico scivolare da le dita consumate scagliandosi in una traiettoria lontana, né la tempia colpita dal piatto dell'arma bluastra che fece voltare le spalle all'artigiano. Si limitò a muoversi con furia cieca, piantando un calcio poderoso nella schiena dell'avversario per farlo crollare definitivamente nella polvere.

Polvere che divenne bianca, sempre più bianca. Fredda e aspra, soffice ma granulosa come sabbia. Sabbia di un infinito deserto luccicante, frizzante sotto il sole velato dalle nuvole. Sotto quelle nuvole, sotto quel sole, sotto lo sguardo impietoso di una creatura senza tempo né spazio quale era l'Asgradel, giacevano ancora i due uomini. Il Guerriero e il Costruttore, il primo con gli stivali affondati nella neve e l'altro riverso sulla grossa pancia nel letto morbido e gelido. Attorno a loro due, macchie di sporco e alcune tinte rossastre infettavano la purezza del sogno che quel posto era. Si trovavano ancora nella fossa, ma le pareti erano divenute pareti di ghiaccio dalla quale non vi era scampo. Jevanni avrebbe visto in esse l'Inverno, se le stesse viscere di cui era composto non gli avessero urlato un sentimento di orrore e sgomento. Come se dietro quelle lastre di ghiaccio vi fossero impronte di mani e visi schiacciati e premuti, le guance spalmate e deformate in smorfie innaturali. Come se celato dietro quel mondo, vi fosse qualcosa di molto più spaventoso. Molto più oscuro e crudele, spietato e votato all'autoconservazione, arido di gratitudine verso coloro che si erano offerti per far da scudo contro la minaccia del Leviatano. Nessuna approvazione, nessun sorriso, nessuna forma di reazione. Sterilità. Stasi. Silenzio.

Nulla: niente di niente. Solo loro, intrappolati in eterno in una gabbia eterna. Un mare di silenzio. Lo Spirito guardò l'artigiano muoversi, ancora vivo e conscio, ma non infierì. Non gli colpì la testa per fargli perdere del tutto i sensi, né tentò di sferrare un coup-de-grace per mettere del tutto fine a quell'uomo sotto alcuni versi patetico, sotto altri strano. Molto, molto strano.

Apprendista..uh?
Una singola lacrima solitaria scivolò dall'orbita, tracciando una scia luccicante sulla guancia arrossata dal dolore del sentimento e dal freddo. Tutta la collera degli istanti precedenti era svanita assieme al paesaggio borghese, lasciando il posto ad una tristezza infinita.

Dopotutto è così..siamo apprendisti dalla nascita alla morte.
Qualche attimo primo, in un eccesso di vanagloria, aveva tirato fuori l'orgoglio del Guerriero appartenente alla precedente vita. Perdendo la calma, si era lasciato spingere dalla furia per reagire alle provocazioni del nemico con forza bruta e non volontà. Molti non lo avrebbero fatto: si sarebbero riservati dal dimenticare gli insegnamenti passati in virtù di una cosa tanto inutile come l'orgoglio.
Ed ecco il risultato: Generale non più Generale, comandante ridotto a soldato, esperienze dopo esperienze e tattiche su tattiche. Tutto spazzato via per un capriccio.

Cosa siamo?
Si lasciò cadere all'indietro nella sabbia, affondando in un mare di cristalli luccicanti e di scricchiolii limpidi. La cassa toracica era compressa al punto che respirare risultava più difficile, e ancor più difficile era respirare senza cedere ad altre lacrime amare. Accanto a lui, Orizzonte, inerte e spezzata dai fiocchi bianchi che coprivano l'arma.

Meri garzoni in un apprendistato che dura tutta la vita...a che pro, tornare?
Spezzare il ciclo della vita e del tempo e della metempsicosi. Non era questo, che aveva tentato di fare per seicento anni di battaglie, la propria anima sospesa in un nulla nebbioso e privo di appigli o ristori?
Tutto quello che era accaduto, tutte le passioni e le notti davanti al focolare; se niente di ciò era più che un mero abbellimento di un viaggio, allora che senso aveva tutto quanto? Perché aveva scelto di sforzarsi così tanto?

Asgradel..
Il braccio si sollevò, e la mano si allungò verso il cielo. Quando l'indice raggiunse l'estensione massima, un obelisco spuntato dalla candida prateria, il cielo parve tanto blu e tanto sconfinato da esser del tutto al di fuori della portata del proprio essere. Le labbra tremolarono, e i denti si chiusero su di esse in un morso doloroso. Il ghiaccio delle pareti della voragine erano cupe sbarre di una prigione che si stringeva sempre più sulle menti dei due individui, sempre più congelate e in balia di una coscienza aliena alla loro.

Il dito si ritirò, e la mano si richiuse in un pugno. L'ultimo fiato, l'ultimo battito, prima del buio. Le ultime parole esalate ad un essere sordo alla sua preghiera, e cieco al suo valore.
..perché non mi ritieni all'altezza?









SPOILER (click to view)

. Stats Briefing .

Jevanni Glacendrangh

ReC 175 | AeV 175 | PeRf 300 | PeRm 100 | CaeM 425

Condizioni fisiche:
- Ferite: Contusioni di livello Medio su tutto il corpo. Contusione di livello Medio sulla spalla sinistra.
- Quantitativo danni da tecnica: ///

Condizioni mentali:
- Stato d'animo: Distrutto.
- Quantitativo danni da tecnica: ///

Energia: ///

Armi:
- Orizzonte [Conficcata per terra]
- Stella del Tramonto [Conficcata per terra]
- Brina [Indossata]

Abilità Passive:
- Controllo esperto della Lama ~ Dominio (B) ~ CaeM 2x
- Controllo superiore della Lama ~ Pergamene (G) ~ Effetto boomerang
- Controllo supremo della Lama ~ Dominio (V) ~ Attacchi passivi valgono Basso
- Controllo Assoluto della Lama ~ Dominio (Blu) ~ Percezione maggiorata nell'arco dell'arma impugnata
- Controllo base del Corpo ~ Razza ~ Dolore grandemente attenuato
- Controllo completo della Disciplina ~ Personale ~ Dominio Warrior Style passato a livello 3

Abilità Attive impiegate:
///

Sintesi: Post finale. :wosd: più che altro il mio pg anziché essere felice per la vittoria si sente distrutto dalla consapevolezza di esser stato lasciato solo assieme a Serhat. Nessun corno che suona vittoria o cambio di scenario: solo muto, muto silenzio. Qualunque cosa sia l'Asgradel, questa non prova alcun interesse per il valore che Jevanni spera di aver mostrato. Sente che la propria coscienza viene influenzata, diventa meno forte, perde di fermezza.



 
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12 replies since 16/2/2011, 23:46   733 views
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