Valzer al Crepuscolo- Ø
Scelta dei Campioni, Asgradel
Gerico, una locanda all'ora di pranzo.
Distoglie lo sguardo dalla lama di luce che filtra tra i battenti socchiusi dell'ingresso, portandolo sul vassoio carico di pane e formaggio poggiato sul tavolo. Sta seduto a un tavolo libero per metà, nascosto nell'angolo ombroso della parete opposta all'ingresso, e il suo volto è in sintonia con l'ombra che lo circonda.
Agents of Secret Stuff, Asgradel, Guerra. Da quando è diventato un maestro nel cercarsi i problemi? Semplice, da quando ha stipulato quel contratto con il Bianco Maniero.
Se l'era riproposto già quella volta di non voler avere a che fare con le fantasie dei nobili, ma la realtà dei fatti l'aveva portato a seguire il grosso dei sudditi fino al Sud, a dare il suo contributo in una battaglia che non era la sua. Ne era tornato vivo, da quel viaggio, ma cambiato in parte, a stessa che l'avrebbe poi portato a partecipare al Leviatano solo per mettersi in mostra.
E che ora l'ha portato a scegliere di schierarsi contro il Re che non perde mai, sotto il vessillo di un certo Asgradel che l’ha a morte con il signore del Toryu. Non nasconde di non essersi sentito in colpa nel cambiare bandiera, non è mai stato un fedele servitore delle patrie che l'hanno accolto; la sua fedeltà è vincolata a quella clausola che inserisce sempre nei suoi contratti:
... fino a quando le sue azioni non lederanno il mio onore e la mia persona., e secondo il suo metro dei rapporti sociali, il Re ha leso il suo onore di costruttore, un qualcosa che è troppo complesso da spiegare in poche parole. E il naturale sviluppo degli eventi l'ha portato a unirsi agli altri due del terzetto, sotto il nome di
Agents of Secret Stuff, sancendo la stipula di un nuovo contratto di lavoro.
Continuando a tormentarsi il cervello con questi pensieri, termina il pasto di mezzogiorno e si concede il quotidiano riposo del primo pomeriggio, contando sulla collaborazione indiretta dell’oste, ormai abituato al tipo di cliente. Il risveglio è rapido quanto è stato il cadere tra le braccia di Morfeo, un risveglio causato da qualcosa o qualcuno che lasciato un segno pesante della sua presenza tra i cunicoli dei brevi sogni da pennichella.
Solitamente il confine tra sogno e realtà è netto quanto quello tra il giorno e la notte, ma ci sono momenti in cui questa distinzione è confusa, come durante le eclissi di sole. Si rialza dalla panca con ancora i residui della sonnolenza sugli occhi e nel cervello, quanto basta per non raccogliere al volo il cambio violento di ambiente una volta attraversato l’uscio del locale. Il rapido passaggio dall’ombra alla luce completa il risveglio dei sensi e porta il costruttore a familiarizzare con quello che sarà il suo ennesimo luogo di battaglia. Sì, perché la memoria del sogno potrà essere confusa quanto vuole, ricordare ogni sillaba delle parole del sogno è un’impresa dura ma rammentarne il succo del discorso è facile:
Fra di voi io sceglierò i miei Campioni. I migliori che soli potranno combattere al mio fianco fino alla fine.A una caotica e labirintica Gerico si è sostituita una silenziosa landa innevata, dove allo sterrato delle strade è proposto un manto di neve fresca e poco profondo e alle confuse geometrie dei fabbricati, si sovrappone la linea regolare dell’orizzonte infinito. Un cambio così violento di ambiente che il corpo ne risente quasi nell’immediato, facendo intirizzire la pelle per il cambio di temperatura.
Ci vorrebbe un po’ di sole primaverile, di quel flebile calore che ti rende piacevole anche il contatto con l’aria più rigida. Anzi, inizia ad ammettere che non è così freddo come immaginava, sembra di stare in Febbraio in una giornata di soleggiata tramontana. Con una giornata così, anche combattere per diventare un Campione diviene possibile.
L’ombra inconfondibile di un arco si staglia sul bianco nevoso e incornicia la sua come in un disegno a carboncino, rammentandogli così di volgere uno sguardo verso la direzione da dove era arrivato, certo di trovarci qualcosa. Invece nulla, alle sue spalle continua imperterrito il farinoso bianco della neve, lasciando stupito il costruttore, facendogli domandare fino a che punto si era spinto il tipo del sogno per scegliere questi suoi Campioni.
Appoggia la mano su una delle scure colonne scolpite, facendo scorrere il tatto sulle volute formate da una serie continua di simboli e figure dal significato sconosciuto com’è ignoto il perché si trovi in quel luogo. Non è sconosciuto al costruttore, invece, il materiale con cui è edificato il portale, la lucentezza vitrea del nero è sinonimo di ossidiana e la qualità del lavoro testimonia che l’artefice di quest’arco è qualcuno molto esperto nel suo mestiere di scultore.
Non è della squisitezza architettonica del manufatto che vuole parlare, bensì di quell’ombra che si staglia sull’orizzonte e che corrisponde per forma e misura a quella di un uomo. Il tempo di sollevare lo sguardo fino all’altezza giusta e il costruttore può notare che il suo diretto avversario è un guerriero come gli dei comandano.
Freschetto, vero? -Prova un approccio colloquiale, giusto per spezzare il ghiaccio.- Anche a voe v’hanno raccattato pe’ diventà un Campione? –La domanda non sarebbe necessaria, ma è giusto per marcare la differenza di categoria. Uno è un guerriero, il più indicato per diventare un Campione. L’altro è un costruttore, il meno indicato anche per essere un guerriero.- Comunque, piacere di conoscervi ser…
Basso × 5% | Medio × 9% | Alto × 18% | Critico × 36%
ReC × 350 | AeV × 200 | PeRf × 250 | PeRm × 225 | CaeM × 250
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Ragionare › Il lavoro? Un incessante cigolio di ingranaggi arrugginiti. Scherzandoci sopra, Serhat evidenzia così uno dei tanti aspetti della sua vita. Vent'anni di esperienza e di gavetta interpretando gli ordini più disparati fanno si che, volente e nolente, si affini ancor di più quel cervello fino donato da mamma Natura. E a lungo andare i ragionamenti che servono si compiono in tempi infimi e senza rallentare la velocità di lavoro di Serhat, oltre a riuscire con un po' di concentrazione a non farsi ingannare dalle sporadiche assurdità cui è costretto assistere. Difficile a credersi ma ci sono volte in cui gli ordini dei capocantiere riescono a illuderti sulla loro effettiva riuscita. Ultimamente è diventato capace di intuire se lo stanno ingannando o se stanno raggirando gli altri. {Passive e
Attive di Dominio I e II}
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Faticare › La vita? Una continua fatica. Serhat riassume così vent'anni d’incessante lavoro, iniziato facendo il semplice manovale e continuato esercitando ancora il manovale. Caricare, trasportare, scaricare e stoccare i materiali da costruzione, spostandoli sul luogo di lavoro a braccia o a spalla; questo è il lavoro di un manovale, non molto diverso da quello di uno sguattero o di un facchino; un lavoro, dove il fisico diventa l'arma in più per non cedere alla fatica. E in vent'anni di pietre, terra e legname portati a spalla, è normale entrare in possesso di qualità fisiche, come una forza capace di compiere consistenti sforzi variabili in base all'esigenza e che necessitano sempre di un poco di concentrazione, e una resistenza alla fatica tale da impedire di svenire precocemente per lo sforzo eccessivo, che fa sì che il manovale Serhat possa continuare a lavorare a cottimo e con un occhio di riguardo all'ernia. {
Colpo Duro + Accumulo di energie [PeRf: +50/B ~ +100/M] + Passiva di Razza}
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Attrezzi di cantiere › Armi iniziali [Mazzetta x 1, Accetta x 1, Piombo x 1] per un peso variabile di kg 4~6 | Equipaggiamento GdR non offensivo [Borsa degli attrezzi x 3, Punte, Scalpelli, Sacchetti di gesso]
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Pacchetto di medicazione › Bendaggi con soluzione cicatrizzante [Erbe x 4
(cura bassa, istantaneo)], Integratori energetici [Linfa vegetale x 1
(+10% energia, istantaneo)] e Tonici [Tonico dell'orso x 1
(+50 Perf e Perm, -10% energia/turno, 2 turni)]
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Accessori › Oggetto personale [Ciondolo]
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Note › Ricambiando gli auguri di buon gioco, metto in nota di aver voluto mantenere l’idea abbozzata dal mio avversario, facendo arrivare Serhat dall’arco presente in campo, dando temporaneamente le spalle a Jevanni. Si è provveduto anche a correggere lo scenario, rendendolo un po’ più mite e agevole. Per il resto, le solite chiacchiere per spezzare il ghiaccio.
Quattro passi in croce, per un ballo al calar del sole.
Serhat Satu