| La Tour |
| | Nei giorni prossimi alla sua morte, si dice che Fascies fosse persino più forte e splendente di quanto avesse mai dimostrato in vita, seppur conscio che l'ombra della fine aleggiava sul suo capo senza concedergli alcuna via di scampo. Egli era stato combattuto da un avventuriero che - votato al male - aveva immancabilmente attratto l'attenzione del suo Lauth e li aveva persino costretti ad intervenire. Fu una lotta furiosa e difficile, benché Fascies si fosse fatto persino accompagnare dal suo più grande compagno in battaglia, Ashardalon. Si dice infatti che il suddetto avversario sapesse del prossimo attacco dei due dragoni nei suoi confronti e che si fosse premunito facendo forgiare una lama con la quale avrebbe potuto sconfiggerli; una spada assetata del sangue dei draghi, cieca a qualsiasi altro richiamo. Della spada e del suo possessore, oggi, non si sa nulla. Sono stati dispersi a seguito del combattimento e, probabilmente, distrutti entrambi. Tuttavia è risaputo che, poco prima di cedere il passo, il maledetto nemico del Lauth sia riuscito a trafiggere il costato di Fascies e a trapassargli il cuore, provocando così la sua morte. Il drago non perì subito, e riuscì anzi a tornare al suo Lauth, dove sopravvisse per qualche giorno prima che le maledizioni scaturite dalla lama si impossessassero del suo corpo e ne strappassero l'anima. In quei giorni, egli fu più splendente e glorioso che mai.
« Vostro Splendore » si annunciò Ashardalon « Il Lauth freme per nominare il nuovo regnante; non possiamo attendere ancora. » Fascies alzò il proprio collo serpentino sul compagno, studiandolo con clemenza e indugiando sul peso delle proprie parole. « Aspetteranno. » sussurrò dolce, seppur fermo « Così vuole Fascies Verber de Valde Igni et Cutis Lapida von Draconis. »
Si dice che Fascies abbia atteso il ritorno del proprio figliol prodigo fino all'istante stesso della propria morte. L'istante in cui Venatrix - al tempo vagabondo per il continente di Asgradel - mostrasse nuovamente il proprio viso, per porgergli un ultimo omaggio. A quel tempo il giovane era già riconosciuto universalmente come il degno successore di suo padre e, per quanto ribelle, ogni appartenente al Lauth aveva in sé la salda convinzione che sarebbe tornato a prendere le redini di regnante dalle mani del padre. Ma Venatrix non si presentò mai. Non vide suo padre morire.
« Oggi mio padre muore. » sibilò Tiamat accanto al corpo spento di Fascies, nella sua maestosa forma di drago d'oro « Muore per mano di mio fratello... » continuò gelida, con la voce spezzata dall'ira « ...e così noi ricorderemo l'accaduto. » Nessuno fece alcuna obiezione. Negli ultimi giorni di vita, era serpeggiata la convinzione che Fascies facesse attendere la morte perché avesse qualcosa di importante da dire a Venatrix, e non solo perché si aspettasse che lui divenisse il suo successore. Alcuni avevano persino accennato all'idea malsana che il figlio possedesse una cura, e che il fu regnante si stesse facendo forza perché giungesse il momento in cui il primo si presentasse a lui come un'ancora di salvezza. « Oggi mio padre muore. » Ripeté lei, giungendo i palmi e alzandoli verso l'alto, spargendo una polvere color sabbia sul capo di Fascies accanto a lei. « E io, Tiamat Letum de Valde Igni et Ferre Air von Draconis » esclamò solenne, sorridendo « ...prendo il suo posto come regnante, per acclamazione. » come lui non avrebbe mai voluto succedesse.
Tutto ciò era stato raccontato a Venatrix solo in seguito, per voce di Ashardalon, il migliore amico di suo padre. Ma niente di tutto questo scatenò in lui alcuna reazione. Sua sorella era nel giusto: se mai anche lui avesse trovato la morte per mano della spada di un avventuriero qualunque, allora forse avrebbe potuto scontare le sue colpe e solo in quel momento avrebbe potuto onorare la memoria di suo padre.
Delle parole di Hyena, solo due gli rimasero impresse. La prima fu "speranza". Il capoclan si riferiva semplicemente alla sua missione? Eppure Venatrix non provava alcuna speme in tale direzione. Anzi, innanzi a sé vedeva solo una voragine buia, nella quale non avrebbe potuto che perdersi, incapace di risalire in superficie: questo, che vi ci si fosse buttato lui stesso o che avesse atteso il gesto sconsiderato di qualcun altro. No, lui non sperava in nient'altro che non fosse una fine. Una maniera per rendere grazie a suo padre, e per rimediare a tutti gli errori da lui commessi. E tuttavia definire come "speranza" un tale senso di morte non sarebbe stato equo nei confronti di chi, ben più saggio di lui, non si fosse ancora arreso alla vita. La speranza non aveva nulla a che vedere con quella situazione.
La seconda parola ad allertarlo fu, in effetti, il proprio nome - o l'abbreviazione di tale. Come gli era stato più volte sottolineato e come ora poteva testare con mano, Hyena non aveva indugiato nel scoprire la sua natura di successore astuto, ben conscio di sé e di ciò che gli accade intorno, subdolo e misterioso. Un risata che risuona da un mare di nebbia fitta, senza che si abbia la possibilità di capire da chi realmente proviene e che cosa desidera. E tuttavia, qualcosa speme. Sentire il suo nome lo ravvivò, lo mise sull'attenti - se il capoclan l'aveva nominato, qualcosa sapeva di lui e senza dubbio alcuno l'aveva fatto per attirare il suo interesse. Inspirò lentamente, lasciando che le ceneri si mescolassero col suo naturale odore di incenso, mentre ogni suo senso si acuiva sulla presenza del suo interlocutore accanto a lui. E attese l'attacco che non era certo sarebbe arrivato, ma si preparò comunque a ricevere.
Quando la Gorger sibilò nella sua direzione, finì con lo schiantarsi contro un vetro color sangue che s'era manifestato innanzi a Venatrix, provocando un suono simile a quello di un gong. L'emanazione energetica l'aveva avvolto come in un bozzolo, proteggendolo anche dal pungiglione velenoso diretto fra le sue scapole del quale lui - inaspettatamente - non s'era avveduto. Lasciato esaurirsi l'attacco, il drago spezzò il proprio bastone da passeggio in due e lo gettò fra le fiamme, con espressione spenta, come se nulla fosse accaduto. Si alzò in piedi lentamente, trasse un lungo sospiro e allacciò il proprio sguardo a quello di Hyena, prima di parlare.
« Non ho idea di quali siano le ragioni che la spingano ad attaccarmi » sussurrò, rovistando nelle proprie vesti « Né ho intenzione di soffermarmici. » Da sotto la sua giacchetta, estrasse quella che a prima vista sarebbe potuta apparire come una museruola, e la indossò. « La prego di desistere. » continuò, lasciando che la sua voce venisse soffocata e schioccasse da sotto il morso « Non ho ragione di combatterla. »
« ...e lei non è ancora un avversario alla mia altezza. » ReC: 425 / AeV: 300 / PeRf: 500 / PeRm: 575 / CaeM: 325 Status Fisico: Illeso (100%) Status Psicologico: Illeso (100%) Energia Residua: 115% Abilità Passive: Dei draghi d'oro, la prima cosa che salta all'occhio è indubbiamente la potenza. Essi sono, in natura, i dominatori su qualsiasi altra razza draconica, nonché più giusti e più affidabili; detengono una quantità di potere magico di gran lunga superiore a quello dei loro simili e comunque non sono loro da meno negli scontri fisici: la loro pelle è dura come il ferro, le loro zanne possono distruggere la pietra e i loro artigli sono affilati come rasoi [Tre armi naturali]; solo le ali e il ventre sembrano sprovvisti di protezione alcuna. La loro superiorità fisica e mentale è indiscussa e mai contestata da alcuno [Un occhio della Tigre; Due occhi della Lince; Anello del potere Maggiore; Abilità passiva per la redistribuzione dei punti assegnati alla CaeM valida solo per la forma Draconica]; questo, poi, viene anche dimostrato apertamente dalla maggior parte degli appartenenti alla razza, che hanno sviluppato - nel corso della loro evoluzione - un particolare meccanismo di allerta ben più complesso della semplice colorazione che si può incontrare in natura. Che essi siano in forma umana o draconica, difatti, la loro figura emana involontariamente una potente sensazione di disagio che, andando a colpire la mente degli astanti, farà suonare in loro un potente campanello d'allarme, che porterà con sé il messaggio chiaro e tondo di "colui che ho innanzi non è ciò che sembra" [Abilità Razziale degli Avatar]. Sempre come ostentazione della propria superiorità, i Draghi d'oro sono divenuti - nel corso della loro evoluzione - maestri delle capacità arcane più disparate. Benché difatti la loro razza tenda naturalmente ad assimilare i concetti e le tecniche della luce e del sacro, la maggioranza degli appartenenti a questa specie può dirsi anche in grado di manipolare a piacimento elementi della magia che solamente gli stregoni più esperti si avventurano a riconoscere [Abilità personale che permette l'utilizzo delle pergamene della classe "Mago".]. Ciò ha permesso loro di sviluppare inusuali poteri, per nulla condivisi dai propri simili, con i quali hanno soddisfatto i propri desideri più disparati. Esemplificando, benché i draghi d'oro adorino l'acqua e gli ambienti acquatici più in genere, essi non hanno mai potuto permettersi di vivervici all'interno fino a quando non si sono evoluti in senso più magico: ora qualsiasi membro appartenente a questa specie è divenuto in grado di respirare sott'acqua per un breve periodo di tempo [Pozione di Apnea], e sono in molti quelli che hanno deciso di costruire le proprie tane sul fondo di laghi scintillanti, o vicino al mare. Allo stesso tempo, i draghi d'oro hanno sviluppato l'utile capacità di poter ignorare i limiti imposti ai propri simili a riguardo del proprio aspetto - possono assumere il loro vero aspetto indipendentemente dall'ora o dal tempo [Amuleto Luce]. In ultimo, vi è l'inusuale capacità di poter percepire qualsiasi oggetto nelle vicinanze che abbia anche il minimo valore monetario. Per loro natura, infatti, i draghi - e specialmente quelli d'oro - sono attirati dai tesori e dalle pietre preziose. Col tempo, dunque, sono divenuti in grado di percepire la presenza di qualsiasi monile intorno a loro, come se questi li chiamassero: più il loro valore sarà alto, più la chiamata sarà forte, come a provocare l'innata avarizia degli appartenenti a questa razza. Questo, qualsiasi sia la natura dell'oggetto: armi, artefatti, gemme, monete d'oro o quant'altro [Abilità personale passiva].
I draghi dalla corazza incisa sono quei draghi che - appartenenti a qualsiasi razza - decidono di rinnovare la fede al loro Lauth incidendo nel loro corpo i voti e i giuramenti di tale proposito. Scavano sulla propria corazza veri e propri tatuaggi dei colori più disparati, che rendono il loro aspetto draconico ancora più terrificante a vedersi e da fronteggiare. Nel particolare, Venatrix ha usato un colore rosso sangue per le pitture imposte sulle proprie scaglie, così da uniformarlo alla sua pigmentazione cremisi: i tatuaggi sono divenuti anche una maniera per coprire le macchie rosse ereditate da sua madre che si aprono sul suo corpo d'oro. Egli, inoltre, ha rinnovato la propria volontà al Lauth e i propri voti più volte nel corso della storia, finendo col riempirsi di decorazioni sempre nuove: oggi egli è più cremisi che scintillante, e lo splendore della sua razza d'origine sembra quasi dimenticato dalla sua pelle. Tuttavia, ognuno di questi tatuaggi racchiude un potente glifo di protezione: incantesimi che difendono il drago dai nemici più disparati, rendendolo un turbine inarrestabile. Primo fra tutti questi vantaggi, vi è la soppressione della vulnerabilità nei confronti dell'elemento sacrilego: tutte quelle tecniche che, infatti, sostengono di provocare più danni agli avatar di stampo angelico, colpiranno Venatrix come se egli non lo fosse. Come se fosse un semplice uomo, non vulnerabile alle arti necromantiche più abiette [Abilità personale passiva]. In secondo luogo, vi è l'incremento nella resistenza naturale dei draghi nei confronti dell'elemento che essi sono in grado di soffiare; nel caso di Venatrix, il fuoco. Se egli infatti dovesse essere vittima di tecniche nemiche basate sul suddetto elemento, il danno che esse provocheranno contro di lui andrà considerato di un livello inferiore rispetto al consumo impiegato per evocarle. Tecniche di fuoco Critiche provocheranno dunque un danno Alto al corpo di Venatrix, tecniche Medie un danno Basso, e così via, seppur questo danno non potrà mai essere completamente ignorato. Inoltre, tali rune non abbasseranno in alcun modo la potenza della tecnica utilizzata dall'avversario, ma né smorzeranno solamente il danno una volta giunto al contatto con la pelle di Venatrix. Se egli volesse dunque affrontarle, dovrebbe comunque impiegare i consumi appropriati [Abilità personale passiva]. Seguendo poi con le rune incise sul corpo del drago, vi sono quelle che impongono su di lui non solamente una resistenza elementale, ma anche una resistenza psionica - ma se si pensa che si stia parlando di una banale difesa psionica passiva, non si può essere più in errore. Questa è infatti, piuttosto, un'immunità al dolore psionico; la capacità di mantenere il sangue freddo e la calma indipendentemente dai danni subiti dalla propria mente, ma in nessun modo uno scudo o una barriera contro le suddette offensive psioniche. Semplicemente, Venatrix sarà sempre in grado di mantenere il proprio carattere e il filo logico dei pensieri indipendentemente da quanto gli illusionisti tenteranno di distruggerli [Abilità personale passiva]. In ultimo, vi sono i disegni più pratici ed utili nel furore della battaglia; i primi che Venatrix ha dipinto sul suo corpo, e quelli che gli hanno salvato la pelle più volte nel corso della sua esistenza. I vantaggi sono differenti e diversificati; primo fra tutti la capacità di evocare le proprie tecniche difensive - purché esse siano prettamente difensive - in maniera assolutamente istantanea, prima ancora che il proprio corpo comprenda ciò che la mente desidera imporre. In secondo luogo, il potenziamento delle proprie difese a 360° che, a dispetto di qualsiasi regola imposta dalla fisica, non disperderanno la propria energia e avranno la stessa potenza del consumo impiegato per evocarlo [Effetti passivi del dominio absolute defence].
L'immortalità pare cosa tremendamente distante e lontana se paragonata alla celere esistenza umana. Eppure l'eternità di un ricordo non potrebbe che essere misurata con fragili istanti. Meri attimi. Semplici frazioni di sguardo, unico e solo fotogramma riesumabile. Poiché il ricordo è tanto distanza quanto vicinanza per colui che vi si ritrova a richiamarsi ad esso. Così, vivo solo per una sola fragilità di un istante, Venatrix non potrà mai definirsi "vecchio" o "antico" agli occhi di altri. Egli potrà essere solo un'immagine. Solo il vissuto in un'unica, inalterabile, atemporalità perennemente immota per chi, con occhi stupiti e curiosi, tenterà invano di rimembrare quando, esattamente, egli cominciò a divenire memoria nella sua mente. In termini di gioco, Venatrix non è in grado di invecchiare. Terribilmente antico nella mente, egli è condannato ad avere per sempre le sembianze di un ragazzo o, egualmente, di un giovane Drago. Tutti coloro che avranno la fortuna di imbattersi in lui non solo avranno istantaneamente la netta sensazione di ricordarlo, ma da quel momento in poi non saranno effettivamente in grado di dimenticare la sua figura. Questo tuttavia non le farà divenire Impronte di Venatrix. [Influenza psionica Passiva]
Tecniche Utilizzate: La capacità più famosa dei draghi dalla corazza incisa, tuttavia, nonostante tutte quelle suddette, è quella di poter evocare direttamente i poteri delle incisioni scavate nella propria pelle, perché agiscano in maniera attiva sul campo di battaglia. I tatuaggi rilasceranno una proiezione di energia rossa intorno al corpo del drago, a seconda delle modalità e del consumo speso, che fungerà da vera e propria barriera contro gli attacchi dei nemici più insidiosi. Spendendo un consumo Variabile, ad esempio, è possibile avvolgersi in un bozzolo di energia cremisi, che riparerà Venatrix dalle offese provenienti da più direzioni contemporaneamente - l'emanazione energetica si svilupperà dagli stessi tatuaggi sul corpo del drago che, come le spire di un serpente, lo avvolgeranno con lo scopo di proteggerlo [Effetto attivo del dominio absolute defence e pergamene armatura magica e armatura di luce].
Zhang Guolao: [Attivazione Critico. Permanenza due turni] Assenza.Tanto forti e potenti, tanto alti e grandi, gli Dei non sono altro che la più effimera rappresentazione dell'inconsistenza. Di ciò che, pur vivendo in ogni stentoreo simulacro, in ogni osannante discorso, non può far altro che attendere, dall'altra parte della realtà, l'inarrivabile vicinanza con la Vita. Nulla più che parole la pelle degli Immortali. Niente meno che qualche masso sovrapposto le loro case, i loro altari. Eppure, pur incomprensibilmente, il loro non esserci è proprio la più vivida ed intramontabile capacità di resistere al tempo, alle rivoluzioni, al disinteresse. Proprio perché imperturbabili, il loro ricordo non è suscettibile di macchia, di corruzione ed essi, dall'alba dei tempi, sono stati in grado di conservarsi eguali. L'essenza di Zhang Guolao rappresenta proprio questo: l'assenza che conferisce persistenza. La memoria che non smentisce mai se stesso. L'irraggiungibilità di ciò che si mantiene perfetto ed immutabile nei secoli. Un volta indossata la maschera, Venatrix si farà portatore di tale concetto, sublimando la sua essenza ad un piano superiore, infinitamente distante da qualunque nemico gli si possa porre dinnanzi. Istantaneamente, quindi, il suo aspetto muterà leggermente, divenendo agli occhi di chiunque ancora più disincarnato di quanto già non fosse in precedenza. La pelle parrà impallidire di un poco, ovunque ricoperta come da un lieve strato di scaglie purpuree poco più sottili di un velo metallico e semitrasparenti, appena ravvisabili al tatto come una seconda pelle coriacea. I capelli rubini cambieranno lievemente tonalità scurendosi appena. In essi, proprio dietro le orecchie e alla base del collo i primi accenni di un elmo ancora lungi dal formarsi. Niente più che lamelle amaranto. Ed infine, gli occhi muteranno le proprie caratteristiche snaturando la loro naturale sfumatura vermiglia per cedere il passo a riflessi ben più tendenti al corvino, ben più annebbiati dalla scura patina di infiniti pensieri, di altri occhi, che, avidi, scrutino attraverso di essi. In questo status, la Perf di Venatix subirà un aumento di 100 punti addizionali e l'Aev verrà incrementata di 50. [Passiva] In quella condizione, chiunque non sarà più in grado di guardare negli occhi il Drago. Nessuno può davvero osare scrutare con occhio acuto le profondità dell'ignoto. Il solo pensare di farlo provocherà nell'avversario una sorta di mistico terrore, del tutto simile a quello che si prova d'innanzi all'ignoto o all'abisso. Eppure, incomprensibilmente, il desiderio di osare un simile gesto sarà tale da indurre anche il più compunto degli uomini a tentare. In termini di gioco, qualunque nemico sarà al contempo terrorizzato ed insieme incredibilmente smanioso di incontrare lo sguardo di Venatrix. A seconda del carattere del Pg, quindi a scelta dell'avversario, egli potrà astenersi o volontariamente esporsi a tale contatto. Nel primo caso, su di lui opererà un'influenza psionica di paura, passiva, del tutto simile alla presenza terrificante causata dalla sensazione di trovarsi dinnanzi a qualcosa di indefinibile ed insondabile, tanto Alto da non permettere ad alcuno di sondarlo. Alle spalle di Venatrix, egli noterà una sorta di tremolio diffuso dell'aere, come se attorno al ragazzo vi fosse una forte aura di calore ed in essa, solo a tratti, come il definirsi di una figura draconica. Le grandi e scure ali nulla più che fumo. Gli occhi ferini nulla meno che un riflesso inconsulto della Luce. Nulla che autosuggestione, certo. Eppure simili apparizioni avranno il potere di suscitare, se non adeguatamente schermate, una sensazione di forte calore e, al contempo, di freddo intenso per ogni volta che il Drago comparirà alle spalle di Venatrix, mera concretizzazione del suo essere. Nel secondo caso, invece, per ogni volta che egli poserà lo sguardo sul volto e direttamente negli occhi idi Venatrix egli vedrà le fattezze umane dello stesso mutare di un poco, solo lievemente. Niente più che illusione ottica, forse. Eppure la lenta ed inesorabile commistione fra tratti umani e draconici, costantemente in intervallanza l'uno con l'altro lo porterà a credere che Venatrix possegga zanne incredibilmente affilate, iridi ferine e, al posto della maschera, un muso metallico e squamoso. Anche in questo caso, egli potrà avvertire una vaga sensazione di calore sprigionata però non dall'aere circostante ma direttamente dal respiro del Drago. Improvvisamente pesante ed udibile per chiunque, tale ansito colmerà e sopprimerà ogni altro suono del campo rendendolo la prima, e forse l'ultima, fonte di disturbo per l'avversario. [Passiva] Se invece sarà Venatrix a costringere il proprio nemico a guardarlo negli occhi, a fissare il proprio sguardo nel suo, istantaneamente egli si sentirà come svuotare di ogni forza combattiva. Di ogni istinto bellico precedentemente instillato dalla falsa supponenza di sé. Contro l'irraggiungibile, ogni cosa è vana, è futile, è insignificante. In termini di gioco, se Venatrix riuscirà a stabilire un contatto visivo sul proprio avversario, egli potrà istantaneamente Ordinargli di non attaccarlo, di desistere da un confronto già perso in partenza. Per la durata di 2 turni, quindi, egli non sarà in grado di utilizzare alcuna tecnica Bassa e Media ma solo Alta e Critica. [Tecnica Critica. Durata due turni] Indossata la maschera, per Venatrix la sua condizione di semi-trascendenza, il suo elevarsi nella concretizzazione dell'Assenza non significherà avvertire alcun senso di onnipotenza o magnificenza. Pur potendo vantare un incredibile ascendente su tutti coloro che si trovino lui dinnanzi, egli, stranamente, non avrà alcun riscontro diretto nel proprio ego se non, inconsapevolmente, un vago senso di indifferenza generale verso tutto e verso tutti. Niente, nemmeno ciò che fino ad un secondo prima era stato indice di passione e attenzioni di sorta varrà ora per lui la fatica di uno sguardo. Sarà cosa del tutto inutile impegnarsi di propria iniziativa in uno scontro diretto con estranei e, ancor meno, sprecare il proprio tempo nel ragionare su di essi. In termini di gioco, se indossato, il Ba Xian garantirà per tutto il corso del duello una riduzione dal danno di qualsiasi tecnica psionica passiva. Se però Venatrix dovesse sfilarsi l'artefatto nel corso del combattimento, su di lui opererà istantaneamente una tecnica psionica di livello Alto che, spietata, raggiungerà la sua mente inducendo in essa la visione distorta di uno dei ricordi che egli, servendosi del potere della maschera, non è stato in grado di dimenticare. [Tecnica passiva]
Note: Venatrix si difende con un bozzolo energetico di consumo Medio e attiva Zhang Guolao. Cito le passive interamente solo in questo post per correttezza, dal prossimo le riassumerò.
| | |
| |
|