Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Born.

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~Duel
view post Posted on 20/2/2011, 20:07




Modificare la realtà, alterare le apparenze di ciò che lo circonda, ingannare le menti altrui: tutto questo per Drakar non è mai stato un problema. Possiede quest’abilità sin da quando ne ha memoria e, con il passare degli anni, l’ha affinata, riuscendo a massimizzare il suo talento. Ma, badate, ciò che può sembrare un dono porta con se una tremenda maledizione. L’occhio che egli possiede dalla sua nascita ha segnato la sua vita, condannandolo ad atroci sofferenze: come può sentirsi un bambino vedendo le persone attorno a sé che lo evitano, temendolo e considerandolo alla stregua di un mostro? Beh, una persona normale arriva ad essere spaventata da sé stesso, ma, fortunatamente, non si può proprio dire che il giovane sia una persona normale.


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« Non è magnifico? »

La giovane donna fissa il marito, stringendo tra le braccia un pargolo appena nato. É una creatura così piccola, con pochi capelli che fanno la loro comparsa su un fragile cranio roseo. Sotto la sua candida pelle riesce a vedere le costole alzarsi e abbassarsi ritmicamente, con un movimento a dir poco ipnotico. Dorme beato, come se non fosse successo nulla di straordinario, come se non si fosse accorto di essere appena venuto al mondo.

« É adorabile cara… Come ti senti? »

« Prima ero stanca ma, da quando me l’hanno messo in braccio, mi sento piena di energie e… non riesco a smettere di sorridere… »

Sorride, mentre i capelli bluastri le ricadono sul viso sudato. Lo stesso fa l’uomo, vedendola in quello stato. Si alza dalla sua sedia e va a fissare il paesaggio, attraverso l’unica finestra della stanza. La notte si è appena conclusa e i primi raggi del sole fanno appaiono, immergendo con al loro luce la stanza. Non riesce ancora a crederci: è diventato papà. Ha passato gli ultimi nove mesi immaginando di trovarsi in quella situazione, eppure non riesce ancora a capacitarsene.

« Hai già pensato a un nome? »

« Beh… Pensavo di dargli il nome di mio nonno, come da tradizione… però mi sembra ancora poco… non ti viene in mente niente? »

La moglie lo guarda, perplessa. Non venendole in mente nulla, fissa l’ambiente attorno a sé, in cerca di ispirazione. All’improvviso si ricorda dei libri che le ha portato il suo compagno quello stesso giorno, per passare il tempo in ospedale. Dopo aver alzato delicatamente il braccio sinistro dal figlio ne prende uno a caso e, con fare accorto, inizia a sfogliarlo: si tratta di un libro antico, riguardante le vicende fantastiche di un popolo lontano. Lo chiude e, velocemente, lo riapre e, senza guardare la pagina, punta il dito a caso. Poi guarda la parola indicata e, sorridendo, comunica la decisione al marito.

« Non è un nome un po’ strano? »

« A me piace molto… Devi ammettere che è originale. »

Il giovane la guarda: non può resisterle, dopo tutto ciò che ha passato. Annuisce, mostrando a sua volta tutta la sua gioia. La fanciulla allora rimette il libro al suo posto e torna ad accarezzare il neonato. Solo allora il piccolo apre i suoi piccoli occhi che, al primo contatto con la luce si richiudono immediatamente. Il marito lo nota e, con un veloce movimento, tira le tende della stanza, riducendo il chiarore proveniente dall’esterno. Il figlio sembra notarlo e, timidamente, riapre le due piccole fessure. Fissa il viso della madre, felice, e le risponde sorridendo.

« Cos’hai? »

L’uomo sembra aver colto un cambiamento nello sguardo della ragazza sdraiata sul letto. Ora sembra infatti perplessa, quasi preoccupata. Si avvicina allora e cerca di comprendere: solo dopo aver visto il volto del pargolo capisce. Anche lui è perplesso, ma più incuriosito che preoccupato.

« P-perché ha uno strano occhio rosso? Non avrà mica qualche… malattia? »

« Ma figurati… può capitare che gli occhi siano di colore diverso… certo, è abbastanza raro, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi. Lo dirò al medico più tardi: ora pensa a riposarti. »

Le bacia la fronte, sfiorando le sue lunghe ciocche di capelli: sembra essersi tranquillizzata, fortunatamente. Si siede, fissando le due creature che ha davanti, ciò che più ha caro al mondo. Anche lui pensa che un occhio rosso sia strano, ma a questo mondo ha visto talmente tante cose strane che ormai non si meraviglia più di nulla.

In quel momento il bimbo ha gli occhi aperti e lo guarda con insistenza. Non può fare a meno di osservare quel particolare del tutto unico: a parte il colore scarlatto, tutto il resto sembra perfettamente normale. In quel momento, tuttavia accade qualcosa, che fa alzare in piedi il giovane. Per un unico istante gli è sembrato di vedere qualcosa nella pupilla del neonato.

« Sarà la stanchezza… »

Dopo essersi alzato si dirige verso la porta, alla ricerca del dottore, per fargli notare quel piccolo dettaglio. Lascia dietro di sé sua moglie e il suo unico figlio, Drakar Roth, sorridente. Ha un solo giorno di vita, eppure ha già scoperto il suo dono.


CITAZIONE
Questo testo era (fino a pochi minuti fa XD) presente nell'ultimo post della mia scheda sin dal momento della sua prima creazione. Volendo toglierlo dalla scheda, l'ho postato qua. Lo stile di scrittura è un piuttosto rozzo rispetto a quello attuale, e di questo mi scuso, ma la giocata risale a più di un anno fa e non volevo modificarla o aggiornarla, in quanto si tratta della prima vera e propria scena dell'illusionista che io abbia mai scritto e vorrei mantenerla invariata.

 
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