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Io. Io sono una forza dell'Universo. Sono cieco alla vita, lontano. Vento tra le fronde del tempo, io non vedo anime. Tutto va perduto. Ogni cosa è da vedersi alla distanza opportuna, almeno una volta, per realizzare. Io – io sono il vento del cosmo. Non ricordatevi il mio nome, non il mio volto. Non fermate le mie mani e lacrime, d'approssimazione o gelida tempra astrale. Io non ci sono, non più. Questa non è la mia storia, questa non è la mia battaglia. Sono io quella grigia nebbia che invade la strada nelle mattine più buie, alla soglia del sepolcro della gelida notte appena trascorsa. Sono io quel rumore lontano prima di una tempesta, sono io quella luce dal cielo, quel ruggito dal paradiso. Sono io – Questa non è la mia guerra, questo non è il mio mondo, ma su questa pietra continuano a posarsi i miei piedi stanchi, ancora questo sangue continua a bagnarmi il volto, ancora questa via nasconde per me una novità, forse, dietro la nebbia di fallace memoria che l'avviluppa. Sono io quella nebbia.
Canto di morte e rinascita, sibilante samsara, ancora, ancora, ancora. Ancora perfora la mente del mostro. Ancora il vento fa frusciare le foglie, lontano. Ancora l'acqua scivola furente sulle spalle della Terra, ancora il lampo frantuma il cielo scuro. Ancora e di nuovo sono e siamo condannati alla giostra del fiume. Ancora gl'occhi sgranati restano immobili innanzi al terribile Pandemonium, palazzo dei caduti. Ancora la carezza del gelido vento sotterraneo colpisce il mio corpo avvolto dalla bruma. Sono cieco alla vita, lontano. Sono una forza dell'universo in moto costante, furente. Danzo all'ombra del pentagramma degli dei fanciulli e piango piano della mia sorte, stringendo la presa sull'elsa del ricordo, pesante, la mia arma. Sono io quel vento.
Sei spiriti nel gioco della quadriglia, tutti sordi e ciechi. Arthur è cieco alla vita, lontano. Vento tra le fronde dello spazio, non vede più tempo oltre l'eternità. Ancora una volta, due, tre volte. Ancora e per sempre, osservando appena un po' distante il fiume che scorre. Ouranos danza quieto, come sempre, sempre, sempre. Sempre alzerà dunque la flamberga, guardando i guerrieri danzare. Sempre fugge questo tempo maledetto, traendoci nel giro delle sue acque. Sempre muoio e sempre vivo, sempre nuoto controcorrente, rosso mantello, verso il passato perduto. Sono io, Arhur Finnegan, quel tempo. Ma io un nome non ce l'ho.
L'Esistenza è cosa assai relativa, modesto frutto d'una complessa cernita approssimante di alcuni di quegli esseri che si professano senzienti. Ho visto l'universo, ho visto l'Abisso, anche se per un attimo appena. Eccovi dunque nella vostra guerra, tutti assieme, conosciuti ed ignoti volti. Eccovi combattere per altri o per voi, per disperazione o dolore, per rabbia, per principio. Eccomi combattere per inerzia, per induzione, deviazione del moto originale. Arthur è una forza dell'universo, sa che tutto va perduto. Ogni cosa cadda morente sul letto del fiume celeste, spegnendosi ogni stella, svanendo ogni rinascita. Sono io quel tempo, sono io quel nome. Sono vivo, morto, immortale. Sono nebbia e poi nulla, Samsara. Sono io quella spada e quelle braccia,contratte in attesa dell'impatto. Sono io quell'Abisso.
Inspira a fondo questa paura, tu che resti sordo alla supplica dei dannati. Curva ancora la schiena ed ancora alza le armi contro il nemico, perché tutto ciò è perduto. Fa' strisciare al suolo quegli stivali di ferro mentre ancora il rosso mantello s'alza rombante all'apparire della nebbia. Due spiriti nel gioco della quadriglia eseguono ancora la prima figura. Chiuse le palpebre, aperto il cuore. « Lascio tutto nelle tue mani, Finnegan. » Sono io quella supplica.
In piedi avanti le porte dell'Asgradel. Il tempo non esiste, mai è esistito. L'Esistenza non esiste. Non vivo, non muoio. Mai combatto davvero e mai davvero la mia mano lo arresta. Nulla è vero, univoco. È determinato unicamente dall'intersezione, sovente approssimata, dei campi visivi comunicanti. Questione sottile, non puoi comprenderla. È solamente l'Universo, comunque. Nulla di importante. Importa solo, adesso, la vita. Importa ciò che è accaduto, ciò che accadrà. Ciò che sento, oltre le orecchie, oltre il cuore, ciò che come una freccia trapassa la mia mente. Muoio, solamente. Nulla di notevole. Sono io quella mano, quella nebbia. Sono quelle fauci spalancate. Sono quel titano di luce che mi sta attaccando, e sono anche colui che il titano ha sguinzagliato. Sono il lastricato sotto alla mia ombra, le pareti del baratro scuro. Sono il metallo dei coltelli a mezz'aria tra altre due anime in ballo e sono quelle anime, quei ricordi. Sono questa torre ed ogni cosa entro essa, ogni orrore, ogni menzogna. Sono il vento, sono il fuoco. Sono solamente un uomo, ora che m'avvicino meglio. Sono un omino in armatura, con il braccio teso in avanti e la mano aperta, senza pensieri altri se non rabbia. Sono quella paura intrinseca, nota, tremenda. Sono uno dei bersagli della furia degli dei in guerra, e sono anche quegli stessi dei. Colpiscimi, nuovo nemico mio. Uccidimi ancora, forza. Annienta questo vento, questo fuoco nella mia mente. Osserva la nostra agonia, colosso di luce. Ascolta il ruggito della tempesta – Sono io quel ruggito.
Sono Arthur Finnegan, quel tempo che dici di comprendere – Sono nebbia e spirito senza nome, mobile massa di confusa memoria. Sono tutto l'amore possibile in ogni possibile universo, e tutto l'odio assieme. Sono vivo, adesso, nella mia ultima corsa. Sono cieco e sono sordo, ma la mia gola non resterà muta. Inspira ancora. Osserva schiudersi gli artigli del mancato destino attorno alla mia mano, cingendo la tua. Sono nebbia, loro. Sono incubi dimenticati che cedono alla corrente del ritorno, fantasmi. Sono io, io, io, io. È la mia forza ultima, ancora, che ferma la tua corsa. Ascolta bene, ad orecchi tesi. Io sono il fuoco del cosmo, il vento del Fiume. Ascolta con attenzione – io sono il tuono.
« WROAAAAH »
Balzò avanti, schizzando in aria come una cometa scarlatta. Il ruggito del mostro ancora echeggiava entro le pareti della voragine mentre quello già caricava, scostando con forza il candido braccio del colosso di luce con la sua nuda mano aperta vestita di nebbia, potente come un dio. Volava, il leone rosso, verso un'altra anima nel gioco del ritorno. Urlava – urlava forte. È questo mondo, ancora troppo freddo. Sono io, sempre io. La corrente mi attira verso il centro del gorgo e sempre Ouranos scorre verso valle. Sempre termina, la mia corsa, contro un muro da abbattere. Una supplica ancora, un inno d'odio. Non ce ne sarebbe neppure stato bisogno, Lia. Davvero, non serve. Non mi importa. Siamo appena a metà del nastro, ma non è certo la prima volta che la cassetta viene ascoltata. Non sarà l'ultima, amici miei. Odio, odio ogni cosa. Freddo è il mio amore, dunque, per questo meschino universo, eppure esiste. Sono io, Arthur Finnegan, e assieme al mio sogno io mi sono spezzato. Io sono caduto, sono morto. Io sono un altro dio fanciullo, in fin dei conti. É la giustizia dell'Universo, la legge del caos. Io sono il caos.
Difenditi, ignoto Shivian, dalla furia delle fiamme. Trema all'udir la mia nenia, assai differente da quella degli altri dei. Il mio ruggito è limpido, palese, cristallino. È terribile nella sua forma, cacofonico, sofferente. È la mia ninna nanna, il canto del leone. Muori, ignoto shivian, sotto la lama della mia spada. Ancora ed ancora ed ancora. Vivi, anima perduta nella danza, perché alla fine della musica non esisterà più nulla. Che anche il tuo sogno venga spezzato, e che così possa essere per mano mia. Sono io questo odio.
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Arthur Finnegan CITAZIONE ReC: 250 200 AeV: 225 200 PeRf: 375 750 PeRm:175 CaeM: 250
Energia: 78% Stato psicologico: Nessun danno mentale. Condizioni fisiche: Danni residui e di lieve entità alla spalla sinistra..
Passive sfruttate: CITAZIONE Passiva di dominio - II Non solo forza, ma anche estrema Resistenza. I portatori di questo Dominio, man mano che il loro potere crescerà, riusciranno a scoprirne nuove ed esaltanti caratteristiche. La seconda in ordine crescente sarà appunto un notevole incremento della Resistenza Fisica, intesa come irrobustimento del corpo del portatore. In particolare, a prescindere dalla Razza, il possessore del Dominio a questo livello possiederà una pelle molto più coriacea del normale, più difficile da scalfire. Inoltre sanguinerà leggermente meno, in quanto sarà più difficile scatenare emorragie nel suo corpo, ed infine potrà avvalersi di un'ossatura pressoché indistruttibile, poiché sarà estremamente remota la possibilità che le sue ossa si fratturino.
CITAZIONE Passiva di dominio - I La forza dei portatori di questo Dominio è, come già accennato, estremamente elevata. Non solo in termini numerici, sia chiaro. Essi sono proprio forti a prescindere da qualsiasi standard, tant'è che, a questo livello del Dominio, gli sarà possibile sollevare pesi molto elevati. Un esempio? Spade bastarde a due mani, mazze chiodate enormi, alabarde di grosse dimensioni...tutte queste armi saranno impugnate senza problemi dal possessore del Dominio, che le maneggerà come fossero spade normali, o fioretti leggeri.
CITAZIONE Phatos Perf raddoppiata in stato emozionale fortemente alterato.
CITAZIONE Anello del potere maggiore Risparmio del 3% su ogni tech castata.
Attive impiegate:
CITAZIONE Arma Sacra (x2) - incastonata in Daydream, compagno animale. - Primo turno - 2/3 usi perCombat Usata sullo stesso/a Daydream, fantasma di nebbia, che per l'occasione prende le sembianze di un grosso artiglio felino, fatto di nebbia e avvolto da piccole saette, segnalando l'attivazione della pergamena. Per due turni il mio compagno animale sarà pervaso da una carica magica globalmente equivalente ad una tecnica di livello Alto, appunto perchè castata due volte nello stesso momento. Piccolo appunto: Utilizzando questa tecnica non avviene nessuna trasformazione al livello tecnico: semplicemente il mio fantasma di nebbia diventa una sorta di nuvola dalla forma sopra indicata e viene caricato di energia magica, SOLO DAL PUNTO DI VISTA SCENOGRAFICO. Tecnicamente il mio compagno animale si sta frapponendo tra me e l'offensiva di shivian, potenziato da 'arma sacra' doppia. Scenicamente è come se la nebbia, sempre visibile e piuttosto densa, formasse una sorta di zampa etera attorno al mio braccio, in modo simile a ciò che Shiv ha fatto con la sua tech.
CITAZIONE Urlo di guerra - Pergamena del guerriero - costo Basso Tecnica psionica di stordimento, agente per via acustica. Dalla bocca del guerriero scaturirà un potente urlo di guerra, spaventoso e fragoroso, che si diffonderà per tutto il campo di battaglia, urtando le orecchie delle vittime. Chi dovesse sentirlo, verrà colpito da un breve attacco psionico che - se impossibilitati a difendersi - li stordirà per qualche secondo: giusto il tempo necessario perché il guerriero possa trovare un'apertura nella difesa delle vittime. Le persone influenzate sentiranno un forte giramento di testa e rimarranno scosse per qualche attimo, trovando notevoli difficoltà nell'organizzare la loro successiva difesa. Lo uso simulando il ruggito del Leone di Nebbia, come l'altra volta.
CITAZIONE Titan Stand - Personale attiva variabile - costo alto ___In termini di GdR, Athur potrà avvalersi di una difesa a 360° dalla potenza corrispondente al quantitativo di energia impiegatavi (senza il depotenziamento tipico delle difese a 360°), e quindi efficace contro ogni altra tecnica non illusoria di potenza pari o inferiore. L'attuazione della tecnica non richiede particolari tempi di concentrazione, ed i suoi effetti si manifestano all'istante, spesso senza che il cavaliere se ne renda conto. ___Questa tecnica basa la sua potenza, oltre che sul consumo energetico, sulla PeRf del guerriero (non sulla PeRm). I suoi effetti dureranno per l'intero turno d'attivazione, durante il quale Finnegan potrà continuare a muoversi, ma più lentamente. La sua AeV e la ReC verranno infatti ridotte della stessa percentuale di energia spesa per la tecnica, fino alla fine del turno.
Riassunto & Note: Avendo io sviluppato all'interno del post il caratere artistico più di quello ruolistico è possibile che le azioni compiute dal mio personaggio non risultino sufficientemente chiare, perciò è bene che spieghi. Arthur subisce in pieno l'influenza psionica di Lia e, dunque, si getta nella mischia alla cieca. Anzitutto indebolisco l'attacco di shivian con una zampa (sinistra) del leone di nebbia, nelle modalità riportate in alto, procedendo poi a deviarlo con un semplice gesto della mano (sempre sinistra), ovviamente potenziato dalla titan stand al livello alto. Non subisco quindi danni, procedendo a contrattaccare Shivian in preda alla furia, lanciando anche l'urlo di guerra. Il tutto avviene in pochi secondi. L'attacco fisico è un largo e rapido fendente alla cieca portato con lo spadone nella mano destra. Occhio alla perf. Inutile specificare che l'urlo di guerra è una tech agente su tutto il campo di battaglia, o almeno nell'area a me adiacente. Chiedo perdono, Janz.
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