Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Lo strano caso del forziere rubato, Combattimento contro Mostri

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Shin ~
view post Posted on 20/6/2011, 23:16





Atto Unico
Il mostro della palude


« Merda, merda, merda! »

Per quanto potesse sforzarsi e non pensarci, nonostante fosse giunto negli acquitrini paludosi di Xuaraya non a causa di ordini superiori, ma per diletto personale, William Oldborn non riusciva a trovarsi a suo agio in un terreno tanto melmoso e popolato da striduli insetti grossi come un pugno chiuso. Non era assolutamente paragonabile al pontile di una nave, alle sabbiose coste di un'isola da esplorare. Avrebbe gradito perfino le infinite e polverose distese crudeli del Plakard infernale. Tutto, ma non la palude.
Qualche giorno addietro, capitato per caso in una taverna nella confusionaria comunità di disturbati e timorosi abitanti del Perwaine, William aveva percepito alcune parole sussurrate tra uno schiamazzo e qualche birra di troppo. Parole che, in un altro contesto, sarebbero dovute rimanere perlomeno segrete ma, si sa, l'alcohol inibisce l'autocontrollo, non la stupidità.
In una manciata di minuti, il pirata aveva recepito tutte le informazioni utili per accaparrarsi un cospicuo gruzzolo di monete d'oro e altri averi, beni preziosi destinati a infangarsi tra le mani sudicie di qualche squallido venditore di schiavi. Esatto, poichè di schiavi si trattava.
Merce a v a r i a t a.
E quel bottino era lì con sè, un forziere di quelli che stuzzicano la fantasia di un pirata navigato, stracolmo d'oro, compenso generoso ricavato dalla vendita di individui in grado di soddisfare i desideri più volgari di qualche vomitevole nobile squattrinato. E, per sua fortuna, William aveva scovato il luogo che corrispondeva perfettamente alle indicazioni raccolte, trovandolo occupato da una sola guardia, un mercenario troppo stanco e insofferente per accorgersi della minaccia di una lama avvelenata dietro la schiena. Una volta arraffata la refurtiva, nessun ostacolo avrebbe intralciato la sua fuga.
Un pirata ricco è sempre un pirata felice.
Ciò che, tuttavia, il Mastino Infernale non aveva ponderato nei suoi loschi progetti di bucaniere, era rappresentato dalla massa esagerata del bottino che doveva trascinarsi dietro, operazione complessa e sgradevole se ci si aggiunge la precaria solidità di un terreno acquitrinoso come quello delle paludi di Xuaraya. Ma non aveva avuto il tempo necessario per travasare il contenuto del forziere, tantomeno la possibilità di scovare qualche sacco o recipiente più adatto al trasporto di tal materiale. Per non parlare della riluttante decisione di dover separarsi anche da una minima parte di esso.
E ora annaspava, sudato fino al midollo, trainando un forziere ricco di monete con una lunga corda nodosa. Non avrebbe potuto portarlo in spalla e, aspetto affatto marginale, la viscosità del terreno non lo aiutava. In realtà, non si trattava degli insetti, o del fetore stagnante, o delle marce fronde dei salici che sfiorano il capo dei viaggiatori a incutergli un senso di totale ribrezzo verso gli ambienti palustri. Piuttosto, questi stessi ambienti tendevano a marcare la difficoltà di William di spostarsi su terreni scivolosi e melmosi. In altre parole, lo facevano apparire agli occhi del Mondo per quel che era.
Uno s t o r p i o.
Il pirata tirò verso di sè il forziere e si accovacciò sulle radici nodose e rialzate di un salice dall'aspetto tetro. Si sentiva stanchissimo e non sarebbe riuscito a muovere un altro passo in più se non fosse riuscito a riprendere fiato.

« Spero che quei topi di fogna non si accorgano presto che il loro tesoro è stato rubato, altrimenti avrò ben altre preoccupazioni a cui pensare... »

William fissò con occhi socchiusi il forziere mentre cercava di riposarsi. La fuga era quasi completata e non avrebbe permesso a nessuno di intralciare il suo cammino.

« Pensa a tutto quell'oro, Will...Si, lo faccio solo per l'oro! »

Sputando contro la corteccia dell'albero, il corsaro esternò tutto il suo disprezzo per la scomoda situazione in cui si era cacciato.
Dopo una quindicina di minuti, si rialzò dallo scomodo giaciglio e si fece coraggio, pronto ad affrontare l'ultimo tratto di tragitto che lo separava dalla fine di quell'immondezzaio viscoso.
Ma, con stupore e meraviglia, non riuscì neppure a percorrere cinque metri poichè si accorse che qualcuno o qualcosa si era incastrato con il forziere, bloccandolo. Con riluttanza ed esagerata lentezza, William Oldborn mollò la presa sulla corda nodosa e si voltò per fronteggiare il nuovo intoppo alla sua fuga ma, con orrore, comprese che di lì in avanti non avrebbe più rivisto il suo agognato forziere.
Lo scrigno non c'era più!
O, per meglio dire, sembrava esser stato risucchiato sotto terra, come inglobato da una pozza di sabbie mobili. Ma non ve n'erano in quella zona e il terreno era visibilmente compatto, seppur ricoperto di muschi e licheni dalle esagerate dimensioni. No, qualcosa doveva aver risucchiato il forziere.
Ma cosa?!

« Brutto figlio di...! »

L'imprecazione gli si strozzò in gola, acida come veleno corrosivo. La fanghiglia gorgogliò come un vulcano nel momento prima di eruttare, mentre una forza disumana spingeva dagli abissi melmosi per emergere in superficie.
Una montagna di fango e putridume si eresse in tutta la sua furia, colando come se stesse percorrendo a gran velocità il pendio scosceso di una montagna invalicabile. Una figura mostruosa, alta poco meno di cinque metri e dall'aspetto grottesco e possente, fissava il Mastino Infernale con i suoi occhietti neri e bizzarri, sopraelevati rispetto a due enormi bulbi chiusi collocati pochi centimetri più in giù. Ciò che rendeva la creatura così aberrante erano due prutuberanze ossee ricurve verso l'interno, come tenaglie micidiali, stracolme di aculei e pronte a dilaniare il corpo della vittima in panne. Quell'essere pareva la mutazione grottesca di un gorilla troppo cresciuto, a tratti umanoide, anche fin troppo. Quelle che avrebbero dovuto essere zampe anteriori apparivano rigonfie e bitorzolute, massicce al tempo stesso, sicuramente adatte per sferrare colpi devastanti.
Nonchè utili per sorreggere forzieri pieni d'oro.
Non v'erano dubbi. Si trattava di un Umber Hulk!
Il mostro della palude teneva stretto tra le zampacce il prezioso baule contenete la ricompensa di un duro lavoro. Il bottino sottratto da un ladro a dei luridi mercanti di schiavi.
Preceduto da un ruggito ribollente d'odio e di collera, il mostruoso essere sfruttò tutta la forza rinchiusa nelle braccia possenti per stritolare il forziere di legno. Le travi si piegarono per poi spezzarsi e il forziere andò in mille pezzi, come se una bomba fosse esplosa al suo interno. Una pioggia di monete lucenti si sparse tutt'attorno al grottesco essere, inabissandosi rapidamente nella fanghiglia della palude.
Ora il suo tesoro era perso per sempre.
Il Mastino Infernale digrignò i denti in una smorfia di disprezzo e non riuscì a trattenere urla d'accanimento.

« Schifoso pezzo di merda...quello era il mio tesoro! »

Non appena terminò la frase, con un movimento più elegante che minaccioso, William estrasse Eloise dal fodero e tagliò l'aria davanti a sè.

« ...ora mi prenderò il tuo cuore! »

Con un rapido movimento in avanti della mano destra, un'aura oscura avviluppò in meno di un secondo il mostro deforme, ancora immobile nella sua selvaggia furia, distante oltre cinque metri dal pirata. Uno stormo di corvi neri come la pece prese a gracchiare voracemente, mentre sbattendo caoticamente le ali piumate circondarono il loro bersaglio, rendendolo incapace di vedere oltre e di udire qualsiasi altro suono o rumore al di fuori del loro stridìo. Spronato dal senso di vendetta che lo divorava da dentro, il corsaro scattò in avanti, Eloise saldamente impugnata nella mano destra. Non fece neppure caso al terreno scivoloso, dato che la sua offensiva si rivelò più efficace del previsto.
La punta della sinuosa lama trafisse l'avambraccio sinistro del grottesco gigante, vibrando e crepitando, squarciando il viscido strato chitinoso. L'arto esplose come una bomba a orologeria e, ben presto, furono le urla di dolore del mostro a dominare sul vorace gracchiare dello stormo di corvi.
Lesto, William indietreggiò di un paio di passi, soddisfatto dell'offensiva appena sferrata con successo. Il suo volto venne deformato da un ghigno famelico, come quello di un predatore che sa di aver intrappolato la propria prenda in un buco sotto terra. Lì, tra la melma della palude...
Ovviamente, non aveva fatto i conti con la furia scatenata del suo avversario, bestia assetata di sangue, di gran lunga abituata a combattimenti su terreni tanto impervi. Mentre William doveva star eattento a non permettere al gambale di legno di affondare oltremodo. Fortuna che fosse dotato di una buona dose d'esperienza in merito...
Oltretutto, ora sembrava aver dimenticato la perdita del suo prezioso tesoro, ritrovando, d'altro canto, quella calma e il sangue freddo che gli avrebbero giovato non poco.
Il cacciatore della palude gonfiò il petto, puntando le zampe posteriori in terra e protrasse il corto collo e le orrende mandibole verso il pirata. Un urlo agghiacciante e crepitante proruppe dalle fauci fameliche, come un'onda d'urto, propagandosi davanti a sè, investendo in pieno William.
I sensi del pirata furono schiacciati da quell'attacco improvviso e non riuscì e mascherare l'impulso di portarsi la mano destra, con la quale teneva ancora impugnata Eloise, vicino l'orecchio. Perfino con la sinistra, con la quale si sorreggeva alla stampella di legno, provò a mitigare l'effetto assordante del grido selvagio del mostro.
Ma non fu così rapido.
Un sentore di vomito e perdita d'equilibrio si impossessarono della sua mente, maltrattandola, giocando con lo stomaco già messo a dura prova. Il corsaro dovette chiudere gli occhi di rimando e cercare nuova stabilità muovendo la stampella per non rischiare di cadere disorientato, finendo nelle grinfie chitinose del suo avversario. Ma quello, rapido e accecato dall'odio verso l'uomo bendato, alzò la zampa destra e da essa generò una sfera luminosa che William non riuscì a percepire. Il mostro era abbastanza distante da lui per attaccarlo in quella maniera.
Il globo giallastro saettò in avanti, investendo inesorabilmente il Mastino Infernale, sbalzandolo di almeno due metri, ustionandolo in petto fino alla base del collo.
Un dolore accecante, bruciante e sregolato si impadronì del corsaro. Urla di odio e dolore echeggiarono tra le fronde ricurve dei salici putrescenti, mentre uno stormo di cornacchie annidate nelle vicinanze spiccò il volo, spaventato a morte.
Bastò il dolore fisico per ricacciare William nel mondo dei vivi. La confusione mentale pareva scemare con il passare dei secondi, al contrario della rabbia disumana che ardeva dentro di sè come un rogo indomabile.
Barcollando, il pirata fece leva sulla stampella e si rialzò. Per un attimo, gli sembrò di udire il mostro grottesco ghignare divertito. Senza ombra di dubbio, doveva prestare maggiore attenzione. Quell'essere ripugnante lo avrebbe ucciso alla prossima disattenzione.
Ed eccolo di nuovo, questa volta pronto a sferrare un'offensiva devastante. Il gigante si piegò sulle ginocchia e scattò in avanti. La sua avanzata non era sospinta da una velocità fuori dal comune, per colpa della mole esagerata, ma sufficiente per giungere in fretta a ridosso del corsaro per travolgerlo e ucciderlo.
William, dal canto suo, si ritrovò quasi d'istinto a balzare in aria, agile come un grillo, silenzioso come un serpente velenoso. E fu proprio nel momento in cui la belva inferocita scartò sotto di lui, azzannando il fetido tanfo palustre, anzichè la carcassa dello scheletrico pirata, che il Mastino Infernale escogitò un piano per liberarsi in fretta di quell'orrendo e carnivoro contrattempo.
Un bestione così grosso difficilmente è dotato di un'astuzia degna di nota.
E William avrebbe giocato con essa.
Alle spalle del mostro della palude, e ora davanti agli occhi del pirata, vi era un enorme salice ripiegato quasi interamente su se stesso, le lunghissime fronde che toccavano il terreno melmoso. William affrettò il passo con disinvoltura e balzò senza problemi verso il ramo più basso, arrampicandosi con maestrìa ed estrema agilità. Presto si ritrovò a cinque metri da terra, quasi totalmente nascosto dalle fronde umide del salice. Non era suo intento nascondersi per tutto il tempo, anzi, avrebbe fatto sì che quell'incontro finisse da lì a poco.
Nel preciso istante in cui il pirata si assestò sul salice ricurvo, l'Hulk si voltò leggermente sbalordito dall'agilità dell'uomo e rimase ancor più sorpreso nel constatare che di lui non v'era più traccia. Tuttavia, il suo fiuto e la sua esperienza in luoghi acquitrinosi e stagnanti come le paludi di Xuaraya, lo avrebbero aiutato a scovare il nascondiglio in cui la preda aveva osato rifugiarsi. Rapido s'accorse che il pirata non era affatto lontano.
Ma a squarciare il silenzio quasi artificiale ci pensò la lugubre e spaventosa risata del Mastino Infernale. Un lento gracchiare rauco permeò l'aria, insinuandosi nelle orecchie del mostro, prendendolo di sorpresa. Paura e disperazione si impadronirono del gigante, scuotendolo da dentro, allertandolo di un aleatorio pericolo ancor più imminente, gettandolo nel panico più totale.
Finchè non vide la sua p r e d a!
William era ritto davanti a lui, la schiena contro la liscia corteccia del salice, intento a fissare il suo avversario con sguardo di sfida.
L'Hulk ancora terrorizzato e incapace di comprendere il vero significato delle cose, si lasciò trasportare dal puro istinto divoratore, dalla furia cieca e irrefrenabile, caricando ancor più selvaggiamente di prima il pirata che pareva aspettarlo sicuro di sè.
Ma, quando le tenaglie acuminate si chiusero contro il collo dell'uomo immobile, un'esplosione travolse il mostro impazzito, ustionandolo, tramortendolo e scaraventandolo a circa quattro o cinque metri di distanza dall'albero ricurvo.
Il mostro era caduto nella trappola congeniata alla perfezione...
L'Hulk rantolava, gorgogliando di dolore, steso in terra come un ammasso di immondizia putrida. Sembrava sfinito.
William Oldborn scese comodamente dall'albero, il petto ustionato dall'attacco di prima.
Faceva male. Molto male.
Si avvicinò al mostro sconfitto, fissandolo negli occhietti neri, accingendosi a sferrare il fatidico colpo di grazia. Ma fu in quel momento che, colto da una improvvisa vampata di rancore, il mostro raccolse le sue energie e generò una fiamma ardente sul palmo artigliato della zampa anteriore destra, l'unica rimastagli. Scattando in avanti con il busto, vibrò un terribile gancio contro il fianco sinistro di William che si era certamente accorto dell'attacco, ma aveva ben poco spazio e manovrabilità per scansarlo interamente. Con uno scatto improvviso, il Mastino Infernale si spinse sulle gambe all'indietro, facendo perno sulla stampella, nel tentativo di schivare l'offensiva del grottesco animale. Tuttavia, il pugno infuocato lo colpì sul ginocchio sinistro, seppur di striscio, ferendolo e bruciandolo nuovamente. Pareva che l'arto fosse stato trafitto da mille tizzoni ardenti e dovette sforzarsi per non perdere ulteriormente lucidità, stringendo i denti e sopportando anche il fastidioso bruciore che gli veniva dal petto ustionato.
Quello schifoso cane di palude!
William cadde con la schiena nel pantano, incapace di restare in equilibrio. Ora il mostro si era rialzato nuovamente e si preparava a finire la sua preda, la zampa anteriore incandescente come la lama di una spada durante la forgiatura. Gli occhi neri e famelici brillavano di luce propria.
Infastidito da quella situazione, ma consapevole di dover giocare d'astuzia ancora una volta, il Mastino Infernale comprese che la partita si sarebbe conclusa in una manciata di secondi.
Con un gemito carico d'odio e di insofferenza, anticipando il suo avversario, il pirata tentò il tutto per tutto. Abbandonando la stampella alla melma fangosa, il corsaro raccolse una manciata di fango e la gettò rapidamente sul volto dell'Hulk. La sortita si rivelò efficace, perchè il mostro gigantesco accusò il tiro mancino, gemendo, infastidito dalla momentanea cecità.
Il Mastino colse l'attimo propizio e si fece forza per un ultimo ma decisivo attacco. Impugnando Eloise, prese di mira il braccio destro del mostro e lo colpì furiosamente, seppur con maestria, come aveva fatto con quello sinistro. Un'esplosione di carne e frammenti chitinose lo investì in pieno, disgustandolo profondamente.
Il cacciatore delle paludi di Xuaraya vacillò tremendamente, cadendo in terra, urlando di dolore.
Un dolore mai provato prima d'allora.
Dolorante, provato, ma soddisfatto dell'esito dell'ennesima iniziativa, William Oldborn si rialzò nuovamente e fissò per qualche attimo il suo avversario sconfitto. Lo avrebbe ucciso, regalandogli la morte.
O forse no...!
Il pirata sgranò gli occhi, si riassestò sulla stampella di legno e rinfoderò Eloise per voltarsi e andar via.
L'Hulk strillava ancora quando, con ogni probabilità, quel poco di materia grigia in suo possesso gli suggerì l'idea che una morte precoce si sarebbe rivelata di gran lunga una sorte migliore.
Ma questo offriva il crudele destino.
Morire dissanguato in un oceano di fango e dolore.

« Mi raccomando, non morire subito, s t r o n z o ! »

William Oldborn svanì tra le ombre delle paludi di Xuaraya.



ReC 275 AeV 225 PeRF 125 PeRM 225 CaeM 350 700

Status
Stanco, ma terribilmente soddisfatto di averla fatta pagare al mostruoso distruttore di tesori!

Danni
Lieve stato confusionale da attacco psionico (Basso); ustione sul petto fin sotto il collo (Medio); ustione sul ginocchio sinistro (Basso).

Consumo residuo
25% (100%-5%-20%-5%-10%-10%-5%-20%).

Armi
Eloise.

Passive
Spirito ardente passiva razziale.
La tempra e l'acciaio passiva del primo livello del dominio "Warrior Style".
Il morso del Mastino passiva del secondo livello del dominio "Warrior Style".
Non puoi nasconderti! passiva del terzo livello del dominio "Warrior Style".
Non sfidarmi, moriresti! innata passiva di level up del dominio (II)

Attive
"Nero corallo";
"Danza con il morto nella fossa";
Miraggio";
"Stormo malefico";
"Odi il latrato del Mastino Infernale...?!".

Resume
Però, questo combattimento mi ha prosciugato le forze... :v:
Dunque, c'è un background di fondo, c'è una palude melmosa, c'è un Umber Hulk mostruoso (a cui ho voluto affibiare capacità da "Guerriero")...e c'è un pirata con il suo forziere nuovo di zecca...
Bhè, direi che gli ingredienti per una simpatica storiella ci sono tutti!
Spero soltanto che questo lavoro non annoi nessuno, sempre se avrete la compiacenza di leggerlo.
A pensarci bene, cosa dovreste leggerlo a fare?!

Primo turno - William sfrutta gli effetti della pergamena "Stormo malefico" (Basso) dal quale l'Hulk non riesce a difendersi; in seguito, il pirata scatta in avanti, prendendo di sorpresa il mostro, per attaccarlo al braccio sinistro anteriore con l'abilità "Nero corallo" (Alto, perchè William è furioso, quindi non raddoppia la CaeM), mandandolo in mille pezzi (l'ho considerato un'arma naturale).
Secondo turno - L'Hulk lancia un "Urlo di guerra" (Basso) e William non riesce a impedire che l'attacco sortisca i propri effetti; in seguito, l'Hulk genera un'"Energosphere" (Medio) che investe in pieno petto William, ustionandolo.
Terzo turno - L'Hulk usa "Carica furiosa" (Medio) aumentando la propria velocità che, doverosamente bassa in partenza per via delle caratteristiche evidenti del personaggio, non riesce a prevalere sui riflessi di William, cercando di attaccarlo con un semplice attacco fisico; di conseguenza, William sfrutta l'abilità "Danza con il morto nella fossa" (Basso) per compiere un balzo che lo conduce alle spalle del suo avversario. William decide di non attaccare il mostro per impegnarsi nella prossima strategia.
Quarto turno - William si nasconde su un salice per usare successivamente l'abilità "Odi il latrato del Mastino Infernale...?!" (Medio) che ha effetto sull'Hulk, per poi usare la pergamena "Miraggio" (Medio) per generare una copia di sè, in posa rilassata con la schiena contro la superficie liscia del salice; l'Hulk, spaventato dal latrato del Mastino, perde il controllo e si getta a capofitto in una ennesima "Carica furiosa" per attaccare il personaggio davanti a sè ma, una volta entrato in contatto con la figura, questa esploderà, infliggendogli un danno pari a Medio.
Quinto turno - L'Hulk coglie di sorpresa William colpendolo con un pugno incandescente grazie a un "Fire/Ice" (Medio); William usa l'abilità "Danza con il morto nella fossa" (Basso, perchè è stanco e non raddoppia la CaeM), ma viene ugualmente colpito al ginocchio sinistro che viene ustionato (Basso).
Sesto turno - Prima che l'Hulk possa sferrare il colpo di grazia, William gli lancia una manciata di fanghiglia in pieno volto, accecandolo, per poi sfruttare un'ultima volta "Nero corallo" (Alto), contro il braccio destro dell'Hulk, distruggendolo.
Epilogo - L'Hulk non può più combattere, stremato e dilaniato dal dolore, così, William si allontana lasciandolo morire, crudelmente, dissanguato.

 
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view post Posted on 24/6/2011, 14:30
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William Oldborn "Il mastino infernale " vs Umber Hulk (Diabolismo e Demonologia )
Giudizio del combattimento contro mostri



Interpretazioni e ragionamenti 6 / 10

Lo scritto descrive uno spaccato piuttosto simbolico della vita del tuo pg, volto alla continua ricerca dell'oro, più per gloria personale, che per reale utilità, e sempre alla ricerca della vendetta per chi si frapponga tra lui ed il suo obbiettivo. In questa ampia visione, non sono infrequenti elementi di bg del tuo pg, ed elementi caratteristici propri dello stesso che tendono ad arricchire il narrato con sue proprie connotazioni personali: in questo senso, ho molto apprezzato l'evidenza che dai alla gamba di legno, alla stampella ed alla difficoltà di spostarsi nell'ambiente di scontro. In questo senso, però, non hai fatto molto per distaccarsi dal "cliché" classico del pirata con la gamba di legno: invero, macano elementi di introsprezione tanto forti da farlo sembrare unico e speciale, nella sua definizione di pirata. Però, è anche vero che potevi fare molto di più - quantomeno per colorire la psicologia del tuo pg con elementi nuovi e tuoi propri. Le emozioni che lo spingono a prender l'oro e a vendicarne la scomparsa, in genere, sono piuttosto banali e scontate. Quasi assente, invero, l'elemento psicologico del mostro, che si presume attacchi perché veda invadare il suo territorio, ma non lo si capisce chiaramente da nessuna parte. In questo campo, quindi, raggiungi appena la sufficienza.



Movenze e descrizioni 6,50 / 10

Gli elementi descrittivi in generale sono sopra la media: definisci correttamente l'acquitrinoso campo di battaglia, i dettagli del forziere e la scena delle monetine che cadono nella melma, un pò la simbologia della perdita dell'oro di William e la sua "sconfitta" circa il faticoso tentativo di arricchirsi. Invero, una buona definizione del punto di vista psicologico della gamba di legno e della stampella è accompagnato da una buona descrizione della movenza della stessa, ove non mancano elementi che ne sottolineino la "scivolosità" in un campo ove a stento dovrebbe riuscire a tenerla in piedi, in effetti. Ho storto poco il naso solo nella scena del salice: mi è sembrata alquanto approssimativa e confusionaria la definizione dello stesso, non si comprende quanto grande sia ed in che proporzioni permetta a William di "nascondersi" dietro di esso (su questo punto torno poco sotto). Ho notato qualche sporadico errore di battitura ed un paio di ripetizioni di troppo, ma niente di terribile. Lo scorrimento del testo è sicuramente sopra la media, controbilanciato - però - nella mancanza di alcun virtuosismo che possa far gridare al miracolo in qualsiasi parte. Ti limiti a fare bene "il compito", ma senza lanciarti in nulla di più.



Abilità e lealtà 6,25 / 10

In astratto hai dimostrato una buona conoscenza del regolamento, e di saper sfruttare bene le capacità del tuo personaggio. Ho apprezzato molto il momento in cui hai schivato "Carica fuoriosa" (medio) con la variabile tua a livello basso perché, come sai, i power up non sono considerabili tecniche di per se, e quindi la carica genera, comunque, un attacco fisico che hai ovviato con un dispendio basso che ha colmato il divario costituito comunque da una forte velocità d'attacco e della tua, per converso, difficoltà a stare in piedi; inoltre ho apprezzato molto la strategia dell'esca. Storco il naso, invece, sempre nella scena del salice: oltre alla limitatezza descrittiva sopra detta, infatti, non è chiaro come un Umber Hulk alto 4 metri, abituato (verosimilmente) a vivere in quella zona, possa perdersi una preda zoppa, con una stampella, che si nasconde dietro (o sopra, non è chiarissimo) un salice piangente. E' possibile, probabilmente, ma sembra un pò forzato: più che altro, e questo è il vero appunto che ti faccio, sembra che tu abbia sottovalutato molto il mostro. Non hai dato alla sua straordinaria prestanza fisica il tasso di pericolosità che gli era dovuto. In verità, ne esce con le ossa rotte, sopratutto psicologiamente: preda dei tuoi tranelli e della tua "agilità" (quando dovrebbe essere lui quello veloce), si limita a far la voce grossa all'inizio per prenderle ripetutamente da te. Dovevi badare bene al fatto che egli fosse più del doppio alto e grosso di te e che, comunque, era quasi pari a te per forza. Invece tu non ne esci molto provato, nemmeno dai danni, in quanto - fisicamente - ti limiti a prendere un danno medio ed uno basso (e anche psichicamente ti limiti ad un basso). Insomma, un pò poco: premiata la strategia e l'abilità, devo penalizzarti per il poco lavoro svolto in questo campo. Ad ogni modo, parliamo sempre di uno scritto più che sufficiente.



Voto finale 6,25 / 10

Prova appena sopra la sufficienza: buone descrizioni, buona abilità e buona definizione del personaggio, si contrappongono ad una poco sportiva definizione dell'avversario, ad alcuni azzardi descrittivi e ad una introspezione del pg che non riesce, comunque, a distinguersi dalla massa di pirati brutti e cattivi che regna, generalmente, nei gdr. Devi fare di più, perché le potenzialita ce le hai, partendo - innanzi tutto - dalla sostanziale pulizia e scorrevolezza del testo che, di per se, costituisce già una grandissima qualità. Piccola nota sulla compilazione del modulo: inserisci sempre l'ultimo combattimento contro mostri svolto, anche se con un altro pg, in quanto è riferibile all'utente, non al pg che usa. 125g per me, per la correzione: aggiorno i conti.

Guadagno: 250g

 
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