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| CITAZIONE La seguente quest è solo per Ray e Bankotsu, Squall più Rodrick utilizzato come PnG. Bel posto. Bel posto Mìura. Una città dove ogni essere umano avrebbe potuto mescolarvisi all'interno, girovagare, uccidere perfino, senza il rischio che qualcuno venisse a dirgli qualcosa. Una città dove la promiscuità raggiungeva livelli di indecenza immani, e la malattia dilagava come un fiume in piena, uno scrosciante torrente, attraverso vie, viottoli, vicoli, assalendo gli ignari come una belva nascosta nel buio, soffocandoli e eliminandoli fra atroci sofferenze. Esattamente l'opposto dello stereotipo di una cittadina ideale, ma anche la perfetta immagine, l'esatto "gravenimage", di una metropoli, proprio come quelle che ci si aspetta di incontrare... affollate, caotiche... corrotte... Motivo in più, comunque, per accrescere la mesta soddisfazione di Ray che, senza ombra di dubbio, aveva trovato ciò che si aspettava di trovare, nè più, nè meno. Con questa insana e malsana gioia, donata dalla consapevolezza di aver avuto ragione ancora una volta, seppur non avendo una controparte che sostenesse l'opposto, l'umano aveva diviso il gruppo, e i suoi diversi sottoposti si erano divisi, allargandosi e fuggendo come in preda a chissà quale panico, dirigendosi verso luoghi che mai avevano neppure mai visto, spinti dalla fame, dalla sete, ma soprattutto dalla cuoriosità... e come poteva certo biasimarli, lui? In fondo quei poveri derelitti avevano visto solamente le contrade dell'est... ancora non sapevano le meraviglie castellane che nascondeva l'ovest, con la sua corruzione e la sua ricchezza, nè immaginavano le lande gelate del nord, abitate dai barbari, o quelle calde e bagnate dall'oceano del sud, dove forse un giorno si sarebbero potuti ristorare su una comodissima spiaggia. Poteva dunque non compiacersi, lui, vedendo che tutti i suoi adepti si spingevano in numerosissime avventure al di la dell'entrata, del cancello e del carretto? No, certo che no... L'avventura di Ray era stato ciò che di più mondano poteva accadere... il ragazzo, infatti, dopo un lungo giretto per le strade dissestate, volto più a sgranchire le proprie gambe, che ad osservare le meraviglie che il luogo gli proponeva, poi, quando si sentì pienamente soddisfatto, decise che anche per lui era giunto il momento di... soddisfare i suoi bisogni. Grazie ad una nuova cartina e numerose indicazioni, fu facile trovare il rosso mulino, e la soddisfazione di Ray non fu poca, quando i suoi occhi si posarono sulla struttura in legno rossiccio, più color mattone, ricca di drappeggi e di lanterne, e che conteneva una musica tanto alta da parer poter scoppiare, a causa d'ella, da un momento all'altro. Sorrise lentamente, sollevando un unico angolo delle labbra, quasi in un ghigno, e alzò il cappuccio della propria veste, calandolo fino agli occhi. Non sapeva perchè, ma quel luogo gli dava un'innata sensazione di sporco, e non caso ovviamente, e come sempre lui era convinto che più si sarebbe coperto, più avrebbe potuto impedire allo sporco di penetrare nella sua pelle... per di più, quel cappuccio e quei tanto gelidi occhi nascosti dall'ombra, avrebbero potuto donargli il tocco di mistero che cercava e richiava, per attirare l'attenzione di chi voleva lui. Avvicinandosi alla porta, anch'essa molto decorata, venne superato violentemente da una persona che usciva correndo, e che non lo travolse per pochi centimetri. ...Un mezz'elfo, pareva... e aveva anche una chioma azzurrina. Cress, uno dei suoi sottoposti... chissà che ci faceva lì... ma a quanto pare in quel momento era troppo impegnato a badare alla ribellione del suo stesso stomaco per accorgersi della sua presenza così, dopo averlo degnato d'un occhiata di puro scherno, decise di dirigersi all'interno della baracca, la veste nera svolazzante dietro di se. Entrato, la prima cosa che lo accolse, oltre all'atmosfera soffusa, fu l'assordante musica ripetitiva che veniva scagliata da un angolo in tutta la sala, al ritmo di un tamburo da guerra, come a volere fracassare le pareti dell'edificio a forza di colpi ripetuti. Storse lentamente le sopracciglia, ma non ci fece caso più di tanto, e riprese ad avanzare. Uomini di tutte le razze stavano seduti ai tavoli di noce rotondi e piccoli, perfino orchi, che neppure potevano degnarsi di rimanere seduti ad un tavolo normale e, mescolandosi fra loro, ridevano e bevevano allegri, brindando alla salute, alla casa, alla famiglia, e soprattutto alle donne. Donne che, per altro, si esibivano su un palco poco lontano, ma di volgari fattezze... un umana particolarmente brutta, una nana attraente ma... nana, appunto, una mezz'orca che era uno scempio solo a guardarla e una demonessa con tre seni. Il pubblico pareva gradire l'esibizione, ma Ray era di gusti ben più raffinati, e si sedette all'angolo più remoto della sala, notando che le ragazze passavano fievoli anche fra i tavoli, un po' per chiedere ordinazioni, un po' per soddisfare anche altri desideri dei loro interlocutori. Un lavoro ingrato, pensò Ray, vedendo un umana particolarmente attraente essere afferrata per i lunghi capelli biondi da un mezz'orco ubriaco, che le aveva appena tirato uno schiaffo da ragioni a lui sconosciute. Appena seduto sul tavolo, si rese conto del perchè quel luogo gli desse tanta sensazione di sporcizia. Liquidi, salse e altro ancora di non meglio identificato erano riversati sul tavolo, formando tutti insieme e allegramente una sudicia patina appiccicaticcia, dalla quale Ray si guardò bene dal toccare, allargando le braccia sul comodo divanetto che gli faceva da schienale, in una posizione degna del re degli ubriachi. Ben presto un uomo, a suo dispiacere, e anche piuttosto brutto, venne a chiederli che cosa desiderava, e lui dopo avergli sussurrato di portargli un bicchiere di "Rosa del deserto", sospirò amaramente, notando che ben poche ragazze si spingevano verso il suo angolo. Facendo passare lo sguardo per il locale, notò che di elfi ven'erano ben pochi, e che quei pochi, erano tutti uomini... depravati per la gran parte. Ma non vi si stupì molto... bordelli e case di piacere non erano certo luoghi consoni alla razza elfica, che tanto trovava svago nelle belle arti e nella seduzione, piuttosto che nel crudo atto sessuale. Il suo bicchiere arrivò poco dopo. L'uomo allungò una mano, come in attesa di qualcosa, ma bastò un languido sorriso di Ray, come mancia, ad allontanarlo, piuttosto turbato. Era ancora in grado di intimorire le persone quindi... buona a sapersi. Bevve. La "Rosa del deserto" era un liquido con un basso tasso alcolico, ma piuttosto secco e aspro. Un gusto che ricordava quello del caffè, da un lato, ma meno denso e caldo, più simile ad un prosecco o ad una birra, a questo riguardo. Tutto sommato una bevanda leggera, per passare il tempo... ma Ra non era venuto lì per bere, quanto per dare sfogo ai suoi bisogni carnali. Poco dopo fece il suo ingresso nella sala, attirando la sua attenzione soprattutto per il fastidioso scricchiolio della porta, una donna. Una donna... strano che proprio una ragazza facesse il suo ingresso all'interno di un tale locale, dove i servigi degli uomini non erano certo richiesti, e per di più, largamente più bella di qualsiasi altra puttana che frequentava il locale, tanto che attirò su di se tutti i famelici sguardi delle persone che fino a poco prima stavano assistendo allo spettacolo. Vestiva di nero, con dei risvolti argento su tutto il vestito, a formare delle forme ben delineate, e dei ricami per nulla casuali, più simili a effigi che a semplici decorazioni. Aveva anche un motivo a forma di croce sulla parte sinistra del petto, d'argento, e questa la identificò, almeno per le vesti, come una sacerdotessa del tempio della dea selene, poco lontano. La veste nera pareva più una divisa da combattimento che quella di una sacerdotessa, o comunque quella di un ufficiale, in quanto provvista di gradi e piuttosto stretta sul ventre, e lasciare poco da immaginare sulle curve aggrazziate, seppur non accentuate della ragazza. Al di sotto portava una sorta di minigonna a veli, candidi, intervallati dal nero, e due lunghe calze, scure anch'esse. A prima vista pareva una polizziotta o una guardia di qualche ordine strano, ma tutto si smentiva osservandola nel volto, candido come quello di un bambina, e pulito come l'acqua di un fiume cristallino. Ray sorrise, nascosto dal cappuccio. Era proprio quello che cercava... La donna fece qualche passo all'interno della locanda, cercando di nascondersi al di sotto di un mantello che portava sulle spalle, chiudendoselo intorno con poco risultato. Alzò un cappuccio nero e avanzò ancora di qualche passo. Ray la seguì per tutto il tragitto, notando che, per lo più, si stava guardando intorno, come alla ricerca di qualcosa, o più probabilmente, qualcuno. Non ci volle molto prima che qualcuno si mosse. Un mezzorco, anzi, il mezzorco che poco prima stava maltrattando la puttana, si alzò di scatto, e prese la ragazza per un polso, studiandola per bene, e alzandole violentamente la mano, con tanta forza che perfino il cappuccio calò dal volto di lei, rivelandone la bellezza per una seconda volta. Il primo, chiaramente ancora ubriaco, mormorò qualche mugugnio d'apprezzamento a mezza voce, torcendo il braccio di lei, che si lasciò andare in un gemito di dolore, che risuonò nella sala. Gli amici del mezzorco ridevano. ...Non aveva mai provato a intimorire un ubriaco... chissà cosa sarebbe successo. Era giunto il momento di scoprirlo. Si alzò quindi lentamente, e fece qualche passo nella sala, avvicinandosi ai due. Poco dopo averli raggiunti, mise una mano sul fianco della ragazza, gentilmente, cingendola a se, e scrutò il mezzorco da sotto il cappuccio, ghignando sommessamente. Le sue labbra si schiusero poco dopo.
₪ ...Qualcuno ti ha forse dato il diritto di maltrattare la mia donna? ₪
Purtroppo non seppe mai che cosa vide il mezzorco perchè quello, dopo qualche momento di inettitudine, lasciò tremante il polso della ragazza, e iniziò ad indietreggiare spaventato, sempre più velocemente, fino a inciampare nel divanetto dove erano seduti i suoi amici e cadere in terra, rovesciando tutti quanti, le lacrime agli occhi. Ben presto la sicurezza venne a controllare quello che stava succedendo e fra ubriachi, musica alta e sedie che volavano di qua e di la, Ray riuscì a divincolarsi dalla folla. Ben presto raggiunse le scale che portavano al piano superiore e, in lontananza, vide che la ragazza era rimasta coinvolta all'interno della colluttazione, e cercava di sfuggirne come meglio poteva, dirigendosi verso la porta d'uscita, ormai troppo lontana. Approfittando di un momento in cui lo sguardo dei due si incontrarono, Ray le fece un breve gesto, sillabando la parola "Vieni", con le labbra. Inutile dire che la ragazza non ci pensò su due volte. Lo raggiunse in poco tempo, dimostrando un'agilità fuori dal comune, e insieme salirono al piano superiore, dove si rifugiarono in una delle stanze che corredavano il lungo corridoio, e la chiusero a chiave. La stanza non era molto diversa dal resto del locale. Buia, con un' unica finestra che dava su un vicolo, era agghindata solo da un letto basso e sporco, visibilmente scomodo. La ragazza si allontanò da lui, e si sedette sul letto, sospirando per averla scampata mentre Ray, ancora vicino alla porta, si levò il cappuccio, per scrutarla truce. Dopo qualche attimo di silenzio e imbarazzo, da parte della ragazza, quella decise di parlare, e per prima cosa, sorrise al ragazzo che l'aveva appena salvata.
₪ ...Grazie mille per quello che hai fatto... ₪
Persino la voce di lei era fanciullesca, notò Ray con piacere, che però mutò il suo sguardo incuriosito, shiudendolo in un sorriso impenetrabile, e facendo un buffo inchino alla volta di lei, volutamente e goffamente pomposo, con un ampio gesto della mano, soprattutto per risollevarla dall'ansia appena superata.
₪ Potevo forse rimanere indifferente quando una ragazza così bella viene maltrattata sotto i miei occhi? ...No, certo che no, signorina...? ₪
Alzò il volto, sorridendo e socchiudendo gli occhi, in attesa di una risposta, prima di rimettersi eretto. Lei arrossì un poco, prima di rispondere.
₪ ...Rinali. Può chiamarmi così... e può anche darmi del tu. ₪
Il ghigno di Ray si allargò di qualche centimetro, mentre si rimetteva eretto e studiava ancora l'espressione immotivatamente felice di lei, con finta curiosità.
₪ Allora.... Rinali, posso chiederti come mai una ragazza carina come te si è avventurata all'interno di un posto... come questo? ₪
Non aveva trovato aggettivi per definire la stamberga, e così non ne aveva usati, caricando però tutto il suo disprezzo su quelle ultime due parole, in maniera volutamente un po' buffa, allargando le braccia e alzando le spalle, le labbra arricciate. Cercava di tenere dei modi gentili, infatti, ma era ovvio che si stava comportando un po' da buffone, per divertimento personale. In realtà Ray era profondamente turbato... pareva che quella ragazza, infatti, non fosse affetta dal suo particolare potere di incutere timore negli altri... e questo poteva solo significare che era più potente di lui, anche se non sapeva quanto. Rinali comunque rise, alla sua goffa interpretazione, e dopo aver preso un profondo respiro, dischiuse le labbra color pesca, per rispondere alla sua gentile domanda.
₪ ...Sono un'adepta della dea Selene, come avrà sicuramente notato... sono qui perchè il maestro ha percepito una grande presenza in questo locale, e ha chiesto che fossa condotta da lui. ₪
Il ragazzo iniziò quindi a camminare per la stanza, avvicinandosi progressivamente alla ragazza, con finta aria meditativa, un braccio a tenere due dita sotto il mento, fronte corrugata, e l'altro braccio a sostenere il primo, sotto il gomito. Misurò a grandi passi la stanza mugugnando i versi di chi è solito scervellarsi per qualcosa, gli occhi rivolti al soffitto. In realtà, a qualcosa stava veramente pensando... era ovvio che la presenza percepita dal "maestro", nel locale fosse lui... ma chi era questo cosìdetto "maestro"? Sicuramente era più forte di Rinali, se la ragazza era sua adepta, dimostrando così una forza fuori dal comune, considerando infatti che lei stessa si stava dimostrando, anche se non volutamente, più potente di Ray. Ma non espose nessuna delle sue considerazioni alla ragazza, quando tornò a parlare.
₪ E... pensi di aver trovato questo potentissimo eroe? ₪
Inutile dire che in queste parole lasciò trasparire la consapevolezza di essere lui stesso, la persona di cui si stava parlando. Lei sorrise ancora.
₪ ...Sì. Penso proprio di averlo trovato. ₪
Il ragazzo ghignò ulteriormente, e decise che era il momento di cambiare discorso, così le si avvicinò, fino a sedersi accanto a lei, sul letto. Si voltò, e la scrutò negli occhi, fissando le sue pupille in quelle di lei, in modo che ella potesse vedere solo ciò. Parlò lentamente.
₪ E allora Rinali... come pensi di ricompensarmi, considerato che ti ho appena salvata...? ₪
Vide la ragazza arrossire, e il suo sguardo fermo nel suo, proprio come desiderava. Quando parlò, la sua voce tremava leggermente.
₪ N...non saprei... ₪
Ray schioccò le labbra, e si avvicinò ulteriormente, proferendo altre poche parole, prima di chiudere la distanza del tutto.
₪ Allora lascia che te lo mostri... ₪
Le labbra dei due si incontrarono dolcemente, dopo un attimo in cui i respiri si fusero, e penetrarono all'interno del palato dei due. Quelle di Rinali sapevano di pesca, richiamando proprio il loro colore in se, ed erano quasi ferme, incerte, a differenza di Ray, che pareva ben più esperto sotto questo frangente. Lentamente e dolcemente la spinse, in modo che cadesse sul letto, senza staccare le labbra dalle sue, e muovendole lentamente, lasciando che si scontrassero e si lasciassero andare, come le onde di un calmo mare. Il corpo di lei incontrò il materasso, e Ray, sopra, scoprì che ormai erano la stessa bocca di lei a cercare la sua, in quelle brevi pause. Lasciò quindi scivolare la sua mano lungo la gamba scoperta della ragazza, accarezzandone la pelle con la punta della dita, sfiorandola leggermente. Al primo contatto lei ebbe un sussulto, e aprì gli occhi, poi prese la mano di lui e iniziò ad accompagnare il movimento, richiudendo le palpebre. Mentre la mano disegnava impalpabili motivi sulla gamba di lei, le labbra si staccarono volutamente dalle sue, e iniziarono ad accarezzarle il collo, soffiandoci sopra fievole, causando un brivido che parve scuoterla da capo a piedi. Si posarono leggere una volta, poi due, poi iniziarono semplicemente a scivolare sulla pelle di lei, disegnando un tracciato che partiva da poco sotto il mento, e scendeva verso la scollatura della veste. Rinali emise un lieve gemito di piacere, e, quasi nello stesso momento, si sentì bussare con forza alla porta. I due, a quel suono greve, si alzarono praticamente insieme, e di scatto, dalla loro posizione, mentre gli uomini all'esterno della porta davano colpi sempre più forti, e iniziavano ad urlare parole sconsiderate. Ray arricciò le labbra in segno di disapprovazione, si alzò dal letto, e si rivolse alla ragazza, che ancora pareva dover realizzare che cosa era e stava succedendo. Le sorrise... piuttosto gentilmente questa volta.
₪ Bè Rinali... pare che ci abbiano interrotti sul più bello. Spero vivamente di poterti riincontrare ancora, un giorno. ₪
Detto questo, fece un altro buffo inchino, allungò un braccio come se si stesse levando un cappello di testa, e corse verso la finestra aperta della stanza, quella che dava sul vicolo. La scavalcò in un unico, agile gesto, facendo perno sul braccio, e si gettò nel viottolo sottostante, fortunatamente vuoto. Atterrò leggero, piegando le gambe, e si alzò in fretta il cappuccio. Dopodichè si appoggiò alla parete del locale, e iniziò a guardare in alto, verso la finestra. Sentì qualche rumore sconnesso, non identificabile, poi vide una figura vestita di nero e bianco saltare dall'apertura, e finire persino sul tetto della casa adiacente, e iniziare a correre a gran velocità... una figura, ne era certo, femminile. Ray ghignò apertamente, mentre riabbassava il volto e usciva come se nulla fosse accaduto dal vicolo. ...Proprio come aveva sospettato. Rinali non era certo una ragazza qualsiasi, o una normale adepta di Selene... e ora era curioso di sapere qualcosa di più su questo... "Maestro". Ritrovò velocemente la strada verso il carretto, che era stato identificato come punto d'incontro per tutti e, una volta raggiuntolo, vi si sedette sopra, accavallando le gambe, e perdendosi nei suoi pensieri. Probabilmente questo "Maestro" l'avrebbe cercato ancora, se l'aveva già cercato una volta... e non si sarebbe lasciato sfuggire una seconda occasione, anche se, se veramente avesse avuto intenzioni malvagie, avrebbe potuto mandare Rinali ad ucciderlo... e le occasioni c'erano state. ...Ma la prudenza non era mai troppa, diceva qualcuno, e portarsi dietro un aiuto non gli avrebbe senz'altro fatto male. Decise per Bankotsu. Il treccione era l'unico che potesse essergli superiore in potenza, e gli serviva qualcuno di veramente forte, se voleva starsene al sicuro... quindi avrebbe aspettato lì, sul carretto, fino a che il mezzodemone non fosse tornato indietro, per poi iniziare la sua ricerca.
Edited by Ray~ - 29/11/2006, 22:10
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