| Foxy's dream |
| | Ecco l'artefatto, spero piaccia. Ho lasciato un layout semplice perchè so già che lo cambierai in qualche modo - figuriamoci per l'immagine. x'D Come sempre sei anche libero di modificare le descrizioni purché gli effetti delle tecniche non cambino. Scalo! ^^
« M A N T E L L E M E R »
Nessun luogo, nessun individuo, nessun gruppo è a sé stante, svincolato dal mondo concepito come realtà per elevarsi a nuovo mondo, a nuova realtà. Ognuno di questi è legato l’un l’altro da fili conduttori invisibili, come se il mondo fosse coperto da un ordito impercettibile che intesse, lega, unisce, senza mai dividere, men che meno con un taglio netto e profondo. In natura i gruppi sono compendiati in livelli trofici, che interagiscono l’un l’altro sospinti da volutas primordiali come evoluzione e preservazione, trame di un unico intreccio. Nell’uomo invece esiste ben più dell’intrinseca reciprocità, qualcosa di tangibile e concreto, realtà nella massima espressione come luoghi, conoscenze, eventi o manufatti.
____________________________ Ci fu un mantello, un oggetto come tanti - come troppi invero - che si intersecò tra diversi uomini nella storia e in diverse storie, in grado di coesistere in più modi eppure allo stesso modo. Costoro non si conobbero mai, non tutti almeno, ma ognuno di questi ne portò sulle spalle il peso, trovandovi riparo dal freddo o regale prestigio. Nello scorrere del sangue di mille guerre, stillato come sabbia all’interno di una clessidra, fu gettato sui banchi dei mercati rionali tra le stoffe e la paccottiglia di sacchi e razzie; altre volte invece battuto all’asta assieme ai preziosi monili di una casata caduta in disgrazia. Talvolta toccato con mano tremante come un tesoro di inestimabile valore, e talora calpestato insieme all’indossatore nelle tante schermaglie di un mondo senza pace. Provarono a dargli un nome, alcuni se ne dimenticarono e gliene resero uno nuovo, e ciò tante volte ancora in ciclo uguale negli eventi ma diverso nelle circostanze. La storia è spesso destinata a ripetersi, identica nella disgrazia finale che attende ogni essere, così come nelle situazioni di sfortuna che derivano dall’eccesso o dalla stoltezza. Lezioni di vita, trascritta fra le trame del capo tessile come fosse l’unica materia con la quale è stato intessuto.
Mantellemer ha conosciuto le spalle più diverse e intrapreso i viaggi più ostici. Ai tempi in possesso di uno stimato pioniere giunto sui picchi ghiacciati dell’Eden alla ricerca del primato, lo ha protetto dai venti più insistenti e freddi nel limite delle sue possibilità. Ma un mantello può ben poca cosa se non coadiuvato dal buonsenso, e quindi mai uscire dal proprio rifugio nel pieno di una tormenta. Fu così che l’esploratore soccombette alla brutalità del territorio, assiderato nel parossistico abbraccio di roccia e neve. A lungo Mantellemer rimase ancorato al suo cadavere, piegato all’imperversare dei venti, tanto che prima di essere nuovamente sciacallato si è saturato al punto da poterlo spirare come un mantice, o il nucleo di una nuova forza. Sarà sufficiente indossarlo e, quasi fosse vivo, il mantello prenderà ad agitarsi scosso da un moto proprio. Dapprima parrà soltanto scivolare lungo i movimenti dell’indossatore, ma dopo poco le movenze acquisiranno vigore in un crescendo d’impeto, fino a liberare una brezza che, seppur debole, sarà gelida quanto il peggior vento dell’Erydlyss. Chiunque si troverà a circondare il caster rabbrividirà al suo passaggio, nutrendo una torbida sensazione di freddo anche in piena estate nel mezzo di un torrido deserto. {Abilità passiva} Quell’avventuriero non fu l’inizio e neppure la fine di un viaggio ai limiti dell’immaginazione, di quei racconti verosimili che tanto stupiscono i bambini. Una volta appartenne a un pavido dignitario di corte il cui freddo era permeato direttamente nel suo cuore. Pauroso, timoroso di tutto, condusse la peggiore delle esistenze guardandosi le spalle ad ogni angolo, persino tra le confortevoli mura della sua magione ad Est. Non correva occasione in cui non dimostrasse la profonda paura verso il prossimo, ed ogni qualvolta incontrava uno sguardo anche vagamente espressivo vi affondava la mente, nel goffo tentativo di carpirne le intenzioni. Visse sempre al sicuro, non osò mai più del dovuto, ma come la più tragicomica delle storie, perì ammazzato in una congiura con una letale coltellata al petto. Se quel giorno avesse preso posizione all’interno del gioco di potere in atto, fuori dal limbo dell’indecisione, si sarebbe trovato a parteggiare con i predatori e non certo fra le prede. In termini di gioco il possessore del mantello riuscirà ad intuire l’allineamento di chi lo circonda. Sulla base di ciò avrà successo anche nella distinzione - seppur vaga - dei loro intenti e fini avendo così la possibilità di agire di conseguenza, preventivando il tradimento e l’inganno. {Abilità passiva}
Una volta Mantellemer fu proprietà di un virtuoso cavaliere, prode di mille battaglie per i più disparati campi di battaglia. In vita conobbe solo la spada, veicolo d’offesa e difesa, unico appiglio agli alti ideali d’ogni buon armigero occidentale. Come una croce simbolo di fede e dedizione, la sua bastarda rappresentò tutto di lui e per lui, e nessuna preghiera poté altrettanto se non lo scintillante sfolgorio dei suoi fendenti. Condusse una vita in fondo identica a tant'altri suoi pari, così come nella fine. Morì sul campo di battaglia e quella bastarda fu la sua croce, di lui non restò neppure il nome nelle memorie, se non quell’acciaio ora poco più che ruggine. Se fosse indietreggiato quel giorno ergendo lo scudo, se si fosse negato all’istintuale richiamo al sangue, se avesse messo da parte l’orgoglio: forse sarebbe ancora vivo. Spendendo un quantitativo Basso di energie, il possessore del mantello potrà adoperarlo come fosse uno scudo per due turni complessivi compreso quello di attivazione. La sua consistenza, sebbene ancora fluida come quella del tessuto che la compone, sarà resistente quanto una maglia d’acciaio. {Tecnica di potenza Bassa} Alla morte dell’ardito cavaliere, il mantello fu preso in segno di sfregio dal suo assassino nella logica che, battendo un valente cavaliere, si dimostra d’esserlo ancor più. Da quel giorno non passò momento in cui non fosse riconosciuto e apprezzato per l’impresa perpetrata, esaltando il proprio operato cavalcando l’onda della gloria. Ma chi di nobili natali tiene più all’onore e al prestigio che all’assennatezza. Fu così che un fratello del cavaliere giunse a reclamare soddisfazione e vendetta, e una volta ottenutola al seguito di un leale duello all’arma bianca, spiccò lui il capo riprendendosi l’unica memoria che gli restava del parente. Spendendo un quantitativo Alto di energie e avendo il mantello sotto forma di scudo grazie all’abilità precedente, sarà possibile parare ogni offensiva di livello Medio o inferiore giunga in un turno, compresi gli attacchi fisici passivi. Allo stesso tempo il corpo acquisirà una spinta verso un livello successivo, concretizzandosi in un power up di 100 punti all'AeV, lo stesso parametro sul quale si basa la difesa. {Tecnica di potenza Alta} Mantellemer fu anche utilizzato da un illusionista circense. Durante i suoi spettacoli nelle piazze lo levava di dosso e lo adagiava sui trucchi con ostentata teatralità. Di magie ne copiava e creava - discretamente abile nell’arte coltivata sin da infante per volontà paterna - ma un dì dovette buttar via la carriera a causa di un incidente nell’ideazione di una nuova illusione. Non seppe neppure lui il come, e tutt’ora non se lo spiega. Cosa prova oggi è il rimpianto dell’inettitudine e dell’arroganza, della mancata cura dei particolari, pagata a caro prezzo con la mano destra - la mano buona - tranciata di netto. In termini di gioco, quando il mantello è sotto forma di scudo dopo aver attivato il potere precedente, ergendolo simbolicamente in difesa ma incassando in pieno il danno di una tecnica avversaria, il possessore avrà la possibilità di annoverare nel proprio parco tecniche l’abilità incassata fino al termine della giocata in atto. Ad esempio, nel caso subisca una bordata di fiamma di livello Basso facente parte di una variabile elementale, l’indossatore avrà a disposizione la suddetta variabile fino al termine della giocata. {Tecnica di potenza Nulla}
Tanto maestoso, tanto finemente lavorato. Questo mantello donò regale splendore ad un titano divenuto eroe dopo aver affrontato e sconfitto diversi demoni nel Sud del continente. Liberava i villaggi dai tormenti delle bestie più impensabili per mezzo della sola esuberanza fisica, schiacciandoli prepotentemente. Per alcuni un eroe, per altri un pazzo - poiché solo un folle poteva affrontare bestie tanto tremende con la sola forza dei propri muscoli, e solo un folle poté precipitarsi nell’impresa che pose fine alla sua esistenza. Tronfio delle sue fatiche, delle acclamazioni che lo raggiungevano ovunque si recasse, stanò e affrontò il Gargantua nel profondo Sud, uscendone però sconfitto al primo assalto dell’abominevole creatura. Tanta forza non potrà mai sopperire a poca prudenza, e l’esperienza è cosa assai sopravvalutata nella corsa alla preservazione. Spendendo un quantitativo Basso di energie, il mantello diventerà un’arma contundente a tutti gli effetti per due turni complessivi compreso quello di attivazione. Sarà pesante come un maglio sul corpo dei nemici e leggero e flessibile nelle mani dell’utilizzatore, un’arma di valore per pochi eletti. {Tecnica di potenza Bassa} Una volta fu persino rubato dal banco di un mercato da un borsaiolo poco più che adolescente, quest’ultimo giocò a fare il grand’uomo vestendo panni che non gli si addicevano. Bugiardo oltre che ladro, non serbava rispetto per alcuno che non fosse il proprio riflesso allo specchio, fino a quando incontrò l’uomo che lo percosse al punto da fargli rimpiangere l’intera sua vita di strada nella disonestà più sregolata. Spendendo un Basso di energie e avendo attivato il potere precedente, il possessore del mantello, per mezzo dello stesso, sarà in grado di sferrare un numero indefinito di attacchi fisici passivi. Ogni personaggio intorno al caster che sarà annoverato tra i nemici si vedrà colpito brutalmente dalla pesantezza del mantello. I colpi portati con questa tecnica avranno come statistica di riferimento l’AeV. {Tecnica di potenza Bassa} Di delinquenti è tuttavia pieno il mondo, e Mantellemer non poté mancare di coprirne le spalle a più di uno. In una delle tante storie in cui compare fu portato dal capo di un piccola banda di briganti a Dorham. L’attività che prediligevano e da cui traevano maggior profitto era il sequestro. Rapivano nobili e benestanti delle cittadine più abbienti, chiedendo poi un riscatto tanto esagerato da gettare in sciagura le famiglie colpite. Ma un giorno puntarono troppo in alto scegliendo la famiglia sbagliata, una molto potente. Incuranti per l’ostaggio - più preoccupati per l’onore del casato - assoldarono un gruppo di cacciatori di taglie che rese loro il medesimo servizio patito. Se fossero stati appena un po’ più remissivi o umili, forse la spesa del riscatto sarebbe stata inferiore al prezzo pagato per i valenti mercenari, ma solo col senno di poi è tutto più chiaro e limpido, e le scelte di oggi non sarebbero le stesse di ieri. Spendendo un quantitativo di energie pari a Medio e avendo il mantello sotto forma di arma, sarà possibile utilizzarlo per catturare l’obiettivo come fosse una rete. Il danno inferto dal primo colpo sarà Basso, la costrizione invece non apporterà danno ma per divincolarsi dall’imprigionamento sarà necessaria un’apposita tecnica di livello Basso. {Tecnica di potenza Media}
CODICE <div align="center"><div style="border:0px solid black; width: 700px; left-margin: auto; right-margin: auto; padding:7px;text-align:justify;">[size=2]<p align="center">[color=black][size=10][font=Times]<b>« M A N T E L L E M E R »</b>[/font][/size][/color]
Nessun luogo, nessun individuo, nessun gruppo è a sé stante, svincolato dal mondo concepito come realtà per elevarsi a nuovo mondo, a nuova realtà. Ognuno di questi è legato l’un l’altro da fili conduttori invisibili, come se il mondo fosse coperto da un ordito impercettibile che intesse, lega, unisce, senza mai dividere, men che meno con un taglio netto e profondo. In natura i gruppi sono compendiati in livelli trofici, che interagiscono l’un l’altro sospinti da volutas primordiali come evoluzione e preservazione, trame di un unico intreccio. Nell’uomo invece esiste ben più dell’intrinseca reciprocità, qualcosa di tangibile e concreto, realtà nella massima espressione come luoghi, conoscenze, eventi o manufatti.
____________________________</p> Ci fu un mantello, un oggetto come tanti - come troppi invero - che si intersecò tra diversi uomini nella storia e in diverse storie, in grado di coesistere in più modi eppure allo stesso modo. Costoro non si conobbero mai, non tutti almeno, ma ognuno di questi ne portò sulle spalle il peso, trovandovi riparo dal freddo o regale prestigio. Nello scorrere del sangue di mille guerre, stillato come sabbia all’interno di una clessidra, fu gettato sui banchi dei mercati rionali tra le stoffe e la paccottiglia di sacchi e razzie; altre volte invece battuto all’asta assieme ai preziosi monili di una casata caduta in disgrazia. Talvolta toccato con mano tremante come un tesoro di inestimabile valore, e talora calpestato insieme all’indossatore nelle tante schermaglie di un mondo senza pace. Provarono a dargli un nome, alcuni se ne dimenticarono e gliene resero uno nuovo, e ciò tante volte ancora in ciclo uguale negli eventi ma diverso nelle circostanze. La storia è spesso destinata a ripetersi, identica nella disgrazia finale che attende ogni essere, così come nelle situazioni di sfortuna che derivano dall’eccesso o dalla stoltezza. Lezioni di vita, trascritta fra le trame del capo tessile come fosse l’unica materia con la quale è stato intessuto.
Mantellemer ha conosciuto le spalle più diverse e intrapreso i viaggi più ostici. Ai tempi in possesso di uno stimato pioniere giunto sui picchi ghiacciati dell’Eden alla ricerca del primato, lo ha protetto dai venti più insistenti e freddi nel limite delle sue possibilità. Ma un mantello può ben poca cosa se non coadiuvato dal buonsenso, e quindi mai uscire dal proprio rifugio nel pieno di una tormenta. Fu così che l’esploratore soccombette alla brutalità del territorio, assiderato nel parossistico abbraccio di roccia e neve. A lungo Mantellemer rimase ancorato al suo cadavere, piegato all’imperversare dei venti, tanto che prima di essere nuovamente sciacallato si è saturato al punto da poterlo spirare come un mantice, o il nucleo di una nuova forza. Sarà sufficiente indossarlo e, quasi fosse vivo, il mantello prenderà ad agitarsi scosso da un moto proprio. Dapprima parrà soltanto scivolare lungo i movimenti dell’indossatore, ma dopo poco le movenze acquisiranno vigore in un crescendo d’impeto, fino a liberare una brezza che, seppur debole, sarà gelida quanto il peggior vento dell’Erydlyss. Chiunque si troverà a circondare il caster rabbrividirà al suo passaggio, nutrendo una torbida sensazione di freddo anche in piena estate nel mezzo di un torrido deserto. {<i>Abilità passiva</i>} Quell’avventuriero non fu l’inizio e neppure la fine di un viaggio ai limiti dell’immaginazione, di quei racconti verosimili che tanto stupiscono i bambini. Una volta appartenne a un pavido dignitario di corte il cui freddo era permeato direttamente nel suo cuore. Pauroso, timoroso di tutto, condusse la peggiore delle esistenze guardandosi le spalle ad ogni angolo, persino tra le confortevoli mura della sua magione ad Est. Non correva occasione in cui non dimostrasse la profonda paura verso il prossimo, ed ogni qualvolta incontrava uno sguardo anche vagamente espressivo vi affondava la mente, nel goffo tentativo di carpirne le intenzioni. Visse sempre al sicuro, non osò mai più del dovuto, ma come la più tragicomica delle storie, perì ammazzato in una congiura con una letale coltellata al petto. Se quel giorno avesse preso posizione all’interno del gioco di potere in atto, fuori dal limbo dell’indecisione, si sarebbe trovato a parteggiare con i predatori e non certo fra le prede. In termini di gioco il possessore del mantello riuscirà ad intuire l’allineamento di chi lo circonda. Sulla base di ciò avrà successo anche nella distinzione - seppur vaga - dei loro intenti e fini avendo così la possibilità di agire di conseguenza, preventivando il tradimento e l’inganno. {<i>Abilità passiva</i>}
Una volta Mantellemer fu proprietà di un virtuoso cavaliere, prode di mille battaglie per i più disparati campi di battaglia. In vita conobbe solo la spada, veicolo d’offesa e difesa, unico appiglio agli alti ideali d’ogni buon armigero occidentale. Come una croce simbolo di fede e dedizione, la sua bastarda rappresentò tutto di lui e per lui, e nessuna preghiera poté altrettanto se non lo scintillante sfolgorio dei suoi fendenti. Condusse una vita in fondo identica a tant'altri suoi pari, così come nella fine. Morì sul campo di battaglia e quella bastarda fu la sua croce, di lui non restò neppure il nome nelle memorie, se non quell’acciaio ora poco più che ruggine. Se fosse indietreggiato quel giorno ergendo lo scudo, se si fosse negato all’istintuale richiamo al sangue, se avesse messo da parte l’orgoglio: forse sarebbe ancora vivo. Spendendo un quantitativo Basso di energie, il possessore del mantello potrà adoperarlo come fosse uno scudo per due turni complessivi compreso quello di attivazione. La sua consistenza, sebbene ancora fluida come quella del tessuto che la compone, sarà resistente quanto una maglia d’acciaio. {<i>Tecnica di potenza Bassa</i>} Alla morte dell’ardito cavaliere, il mantello fu preso in segno di sfregio dal suo assassino nella logica che, battendo un valente cavaliere, si dimostra d’esserlo ancor più. Da quel giorno non passò momento in cui non fosse riconosciuto e apprezzato per l’impresa perpetrata, esaltando il proprio operato cavalcando l’onda della gloria. Ma chi di nobili natali tiene più all’onore e al prestigio che all’assennatezza. Fu così che un fratello del cavaliere giunse a reclamare soddisfazione e vendetta, e una volta ottenutola al seguito di un leale duello all’arma bianca, spiccò lui il capo riprendendosi l’unica memoria che gli restava del parente. Spendendo un quantitativo Alto di energie e avendo il mantello sotto forma di scudo grazie all’abilità precedente, sarà possibile parare ogni offensiva di livello Medio o inferiore giunga in un turno, compresi gli attacchi fisici passivi. Allo stesso tempo il corpo acquisirà una spinta verso un livello successivo, concretizzandosi in un power up di 100 punti all'AeV, lo stesso parametro sul quale si basa la difesa. {<i>Tecnica di potenza Alta</i>} Mantellemer fu anche utilizzato da un illusionista circense. Durante i suoi spettacoli nelle piazze lo levava di dosso e lo adagiava sui trucchi con ostentata teatralità. Di magie ne copiava e creava - discretamente abile nell’arte coltivata sin da infante per volontà paterna - ma un dì dovette buttar via la carriera a causa di un incidente nell’ideazione di una nuova illusione. Non seppe neppure lui il come, e tutt’ora non se lo spiega. Cosa prova oggi è il rimpianto dell’inettitudine e dell’arroganza, della mancata cura dei particolari, pagata a caro prezzo con la mano destra - la mano buona - tranciata di netto. In termini di gioco, quando il mantello è sotto forma di scudo dopo aver attivato il potere precedente, ergendolo simbolicamente in difesa ma incassando in pieno il danno di una tecnica avversaria, il possessore avrà la possibilità di annoverare nel proprio parco tecniche l’abilità incassata fino al termine della giocata in atto. Ad esempio, nel caso subisca una bordata di fiamma di livello Basso facente parte di una variabile elementale, l’indossatore avrà a disposizione la suddetta variabile fino al termine della giocata. {<i>Tecnica di potenza Nulla</i>}
Tanto maestoso, tanto finemente lavorato. Questo mantello donò regale splendore ad un titano divenuto eroe dopo aver affrontato e sconfitto diversi demoni nel Sud del continente. Liberava i villaggi dai tormenti delle bestie più impensabili per mezzo della sola esuberanza fisica, schiacciandoli prepotentemente. Per alcuni un eroe, per altri un pazzo - poiché solo un folle poteva affrontare bestie tanto tremende con la sola forza dei propri muscoli, e solo un folle poté precipitarsi nell’impresa che pose fine alla sua esistenza. Tronfio delle sue fatiche, delle acclamazioni che lo raggiungevano ovunque si recasse, stanò e affrontò il Gargantua nel profondo Sud, uscendone però sconfitto al primo assalto dell’abominevole creatura. Tanta forza non potrà mai sopperire a poca prudenza, e l’esperienza è cosa assai sopravvalutata nella corsa alla preservazione. Spendendo un quantitativo Basso di energie, il mantello diventerà un’arma contundente a tutti gli effetti per due turni complessivi compreso quello di attivazione. Sarà pesante come un maglio sul corpo dei nemici e leggero e flessibile nelle mani dell’utilizzatore, un’arma di valore per pochi eletti. {<i>Tecnica di potenza Bassa</i>} Una volta fu persino rubato dal banco di un mercato da un borsaiolo poco più che adolescente, quest’ultimo giocò a fare il grand’uomo vestendo panni che non gli si addicevano. Bugiardo oltre che ladro, non serbava rispetto per alcuno che non fosse il proprio riflesso allo specchio, fino a quando incontrò l’uomo che lo percosse al punto da fargli rimpiangere l’intera sua vita di strada nella disonestà più sregolata. Spendendo un Basso di energie e avendo attivato il potere precedente, il possessore del mantello, per mezzo dello stesso, sarà in grado di sferrare un numero indefinito di attacchi fisici passivi. Ogni personaggio intorno al caster che sarà annoverato tra i nemici si vedrà colpito brutalmente dalla pesantezza del mantello. I colpi portati con questa tecnica avranno come statistica di riferimento l’AeV. {<i>Tecnica di potenza Bassa</i>} Di delinquenti è tuttavia pieno il mondo, e Mantellemer non poté mancare di coprirne le spalle a più di uno. In una delle tante storie in cui compare fu portato dal capo di un piccola banda di briganti a Dorham. L’attività che prediligevano e da cui traevano maggior profitto era il sequestro. Rapivano nobili e benestanti delle cittadine più abbienti, chiedendo poi un riscatto tanto esagerato da gettare in sciagura le famiglie colpite. Ma un giorno puntarono troppo in alto scegliendo la famiglia sbagliata, una molto potente. Incuranti per l’ostaggio - più preoccupati per l’onore del casato - assoldarono un gruppo di cacciatori di taglie che rese loro il medesimo servizio patito. Se fossero stati appena un po’ più remissivi o umili, forse la spesa del riscatto sarebbe stata inferiore al prezzo pagato per i valenti mercenari, ma solo col senno di poi è tutto più chiaro e limpido, e le scelte di oggi non sarebbero le stesse di ieri. Spendendo un quantitativo di energie pari a Medio e avendo il mantello sotto forma di arma, sarà possibile utilizzarlo per catturare l’obiettivo come fosse una rete. Il danno inferto dal primo colpo sarà Basso, la costrizione invece non apporterà danno ma per divincolarsi dall’imprigionamento sarà necessaria un’apposita tecnica di livello Basso. {<i>Tecnica di potenza Media</i>} [/size]</div></div>
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