Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

<b>Reborn.</b>

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~Duel
view post Posted on 23/8/2011, 19:04




Un Conflitto per un Destino migliore.
II - Rinascita.

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Osserva l’occhio che nasconde sogni d'immortalità,
Sopraffatto dal suo stesso potere.



Sulla spiaggia del Sesto Inferno svettava un’unica figura. I lunghi capelli scuri si muovevano sinuosi, cullati da una fresca brezza, mentre gli occhi vagavano in ogni direzione, quasi alla ricerca del minimo cambiamento. Ma non accadde nulla. Pochi passi verso il mare, le onde si infransero ai suoi piedi, senza bagnarlo, quasi avendone paura. Dopotutto ora era l’unico sovrano, era il vero guardiano di quella dimensione. Drakar Ennòn Roth alzò lo sguardo verso il sole o, per meglio dire, verso il luogo dove una volta si trovava la sfera incandescente: al suo posto un globo color cremisi. C’era riuscito. Questa volta era davvero libero.

« Te l’avevo promesso, mia dolce Elena… »


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« Come mai sei qui? Non ti avevo detto di non tornare fino a nuovo ordine? »

L’Occhio lo fissava nella sua forma incorporea: sembrava potesse trafiggerlo semplicemente con lo sguardo. L’illusionista, nonostante l’aspetto tranquillo, era molto teso. Ciò che stava per fare era qualcosa che mai nessuno aveva tentato prima. Non ci sarebbero state seconde occasioni. Alzò la mano destra e l’anello, la chiave di tutto, indossato sull’indice, brillò. Una strana luce si diffuse attorno al corpo del ragazzo, circondandolo. Lo spirito capì ma ormai era troppo tardi. Un sorriso balenò sul volto dell’ingannatore che poi scomparì, nel nulla, lasciando solo il suo vecchio compagno, l’antico tiranno che da sempre aveva controllato la sua vita, celato nella sua orbita destra.


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Quando riaprì gli occhi non vide nulla. Era immerso in una strana oscurità, sospeso nel vuoto. Gli bastò volere che accadesse per far sì che mille piccole luci, generatesi dal nulla, illuminassero l’inquietante ambiente. Dopotutto era lui il padrone di quell'Inferno, lui aveva la chiave e lo scettro. Ora poteva toccare il suolo, poteva camminare, e così fece, avanzando accompagnato dai suoi innumerevoli guardiani lucenti. Mentre percorreva il sentiero invisibile al ragazzo parve di scorgere diversi occhi che lo fissavano, materializzatisi dalle pareti. Questi crebbero di numero, in modo incessante, fino a quando non superarono quello dei suoi globi luminosi. Quando ciò accadde gli spiriti maligni incominciarono a divorare le sue creature, inglobandole e riportando quindi l’oscurità all’interno del Sole. Gli sarebbe bastato desiderare la nascita di altre luci per sfuggire al buio ma Drakar sapeva che era inutile. Il Sesto Inferno era il suo regno, certo, ma ora era ospite dell’Occhio e il suo volere regnava all’interno della sua tana. Non ci volle molto, vista la sua chiara intrusione, perché apparisse il padrone di casa.

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« Sai, non ero mai stato qui dentro… »


La voce solenne del giovane Roth ruppe lo spettrale silenzio che aveva invaso la stanza e la sua calma fece innervosire lo spirito, che subito si mosse verso di lui, aggressivo.

« Non eri mai stato qua perché io non te l’avevo mai permesso e, poiché non ricordo di averti fatto tale concessione, ti chiedo di andartene… »

La sfera luminosa si ingigantì. Era molto, molto più grande dell’esile corpo di Drakar. L’avrebbe potuto inghiottire da un momento all’altro, oppure l’avrebbe potuto incenerire con le lingue fiammeggianti che si alzavano dalla sua superficie. Ma non l’avrebbe fatto, non ancora perlomeno. Non se lo poteva permettere, non poteva far sparire nel nulla un Portatore così talentuoso.


« E se invece non volessi andare via? »


La frase dell’illusionista spezzò l’equilibrio, la calma che fino a quel momento l’Occhio gli aveva mostrato. In un moto d’ira la forma sferica dello spirito si spezzo, lanciandosi verso il piccolo umano che aveva osato sfidarlo. Ma fallì: le fiamme attraversarono il corpo del ragazzo, lasciandolo illeso. Sul suo viso un sorriso inquietante, molto più simile al ghigno di un demone che a un’espressione umana. Delle catene d’ombra attaccarono l’Occhio, dopo essere state generate alle sue spalle. Le magiche costrizioni, create da Drakar, attirarono a sé lo spirito con una forza incredibile, decisamente superiore alla sua. Non poté far altro che soccombere, inerme. Trascinato via, fuori dalla sua casa, lontano dal suo nucleo. Era in pericolo, in grave pericolo, ma non poteva far nulla. Sconfitto da un patetico umano: che miseria per un essere come lui.

Mentre la figura splendente spariva, inghiottita dalle mura e dalla forza da lui generate, l’ingannatore sorrise, inebriato dal suo successo.


« Così si conclude il tuo regno, mio caro Occhio… Così inizia il mio. Sarò io a prendere il tuo posto, a occuparmi dei futuri portatori. E ora… »

Sollevò lo sguardo. Gli bastò un cenno della testa per illuminare la sala, mutando il colore delle mura da un nero spettrale a un bianco splendente, quasi accecante. In lontananza vide un passaggio, un'imperfezione nei confini perfetti di quell’assurda stanza.

« …è arrivato il momento di prendere ciò per cui sono venuto fin qui. »

Con passo deciso si diresse verso la porta color cremisi. Doveva, come aveva scritto il Primo, conquistarsi il suo paradiso.


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« E adesso? »


La dolce voce di Elena giunse inaspettata alle sue spalle. Drakar si voltò sorridente e, per una volta, il suo viso mostrò affetto sincero. Il magnifico viso della sua amata era lì, di fronte a lui, e, finalmente, non si trattava di un’illusione. L’aveva liberata dalla prigionia dell’Occhio, che l'aveva relegata all’interno del Sole accecante che fino a poco prima governava quelle terre desolate.

« Adesso, mia cara, devo solo trovarti un corpo adatto e staremo insieme… per sempre. »

I suoi occhi mostravano preoccupazione ma Roth non comprendeva. Da cosa era spaventata?

« Cerca… di non esagerare. Non rischiare la tua vita… per me… »

Il ragazzo sorrise. Non capiva, la poverina, cosa aveva fatto per lei? Che cosa aveva subito? Ma ormai non importava, erano di nuovo assieme. Non nella realtà, certo, ma nello spirito. Da quel momento sarebbero rimasti insieme fino alla fine, uniti dall’occhio destro del giovane che molti anni prima li aveva separati.

« Ma sei tu la mia vita, mia dolce Elena, e farò qualsiasi cosa per vederti felice. »

Ora dovevano lasciarsi ma non si trattava di un addio. Gli sarebbe bastato usare l’anello, la chiave del vecchio Sesto Inferno, per rivederla.


« A più tardi allora… Ricorda, io sarò sempre qui ad aspettarti… »


« E io farò sempre ritorno in questo paradiso non appena ne avrò l’occasione… »



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Il ritorno al mondo reale, questa volta, fu più difficile del previsto. Non si trovava all’interno della Purgatory ma in una vecchia casa nel mondo umano di cui ormai rimanevano solo le rovine semi-carbonizzate. Era la grande villa degli Ennòn che lui stesso aveva bruciato molto tempo prima. Aveva scelto quel luogo per la sua missione perché proprio lì era stato effettuato il Rito che l’aveva cambiato così tanto. Sentiva una nuova linfa scorrergli nelle vene, il potere assorbito dallo spirito dell’Occhio lo inebriava. Era rinato e, sotto nuove spoglie, avrebbe percorso il vecchio mondo alla ricerca di ciò che gli serviva. Più forte, più deciso.

Era un nuovo Drakar Ennòn Roth.
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CITAZIONE
E così si conclude la prima parte della storia del giovane Roth...
Mi sento stanco ma allo stesso tempo felice.



Edited by ~Duel - 26/8/2011, 18:51
 
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