Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Matt Stranger Vs Verel, Quest d'addestramento

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Mirkito15
view post Posted on 6/10/2011, 18:59




CITAZIONE

Matt Stranger Vs Verel
Gialla Vs Gialla
Primo post: Matt Stranger.
Durata incontro: Due post di presentazione e quattro di combattimento.
Tempi di risposta: Cinque giorni dall'ultimo post avversario. (Concessa una singola proroga di tre giorni su richiesta)
Regole importanti!
Anche in questa seconda edizione verranno poste regole speciali per spronare gli utenti a fare valutazioni personali atte ad incrementarne lo stile di gioco.
Viene lasciata piena libertà di descrizione dell'ambiente al primo giocatore che deve postare. Per l'intera durata dell'incontro verranno inoltre vietate alcune cose ai partecipanti stessi.
I) Sarà fatto divieto ai partecipanti di richiedere qualunque cosa nella sezione apposita (Domande sul regolamento, etc.). Da questo momento in avanti infatti essi non dovranno domandare alcunché, decidendo di volta in volta come comportarsi in base alla loro idea di sportività e al loro buon senso. In seguito le azioni compiute saranno giudicate da me; mi impegnerò a darvi i consigli necessari a gestire altre situazioni simili in futuro.
P.s: ciò però non vi vieta di sfogliare il regolamento, le FaQ e il topic delle domande anche dieci volte al giorno per trovare risposte a vostri eventuali dubbi.
II) Sarà fatto divieto ai partecipanti di inserire schemini riassuntivi dei loro post al termine di essi. Dovrà invece essere compilato esclusivamente lo schema che vi metterò a disposizione. Anche in questo caso, il divieto è posto per far si che gli utenti prestino più attenzione alla parte scritta del post, in maniera tale che essa risulti chiara e semplice al di fuori di eventuali riassunti extra.
III) Come ulteriore regola viene posta la condizione di modificabilità dei post da parte del Qm, che potrà in ogni momento modificare l'entità dei danni, delle condizioni ambientali, climatiche e fisiche dei pg e dell'ambiente circostante.
Sappiano inoltre che dopo ogni post (uno per utente) vi sarà un mio intervento e perciò il limite di tempo previsto nell'incontro verrà applicato dal mio post e non da quello dell'avversario.
IV) Viene inoltre inserita un'ulteriore clausola per questo solo incontro. Sarà fatto divieto ai partecipanti di segnalare la loro condizione fisica e psicologica nello specchietto riassuntivo a fine post. Tale condizione dovrà trasparire post dopo post nei loro scritti, spingendo così gli utenti a prendere seriamente in considerazione l'impatto delle loro ferite sul loro corpo e sulla loro mente.


Schema riassuntivo di fine post da utilizzare (modificabile a piacere graficamente parlando):
CITAZIONE
Nome pg:
Statistiche personaggio:
Energia disponibile:
Tecniche passive attive:
Tecniche utilizzate nel turno o ancora attive dai turni precedenti:

 
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Matt Stranger
view post Posted on 8/10/2011, 19:28




La venuta del Messaggero

Pt I


~

Sto sognando?

Come uno squarcio, il rumore muto della comprensione di trovarsi in un luogo ignoto senza alcuna motivazione. Come un lampo visibile solo nella mente, illuminando solo i meandri della sua depravazione, e lui accettava anche ciò. D'altronde cosa c'era di meglio di trovarsi in un luogo nero come la sua anima e al contempo imperscrutabile come se stesso? Cosa poteva succedergli? Il buio lo inghiottiva, lo avrebbero ucciso? Gli artigli di mostruosità partorite dalla terra, i respiri delle aberranti creature che si celavano in quelle terre abiette. In un singolo verbo: la morte. La morte che alberga perenne sotto quegli strati oscuri, la morte che arriva improvvisa e inesorabile come un cataclisma, inevitabile. La morte che tanto lo deliziava ma la cui falce mai trovava l'anima, troppo fugace, o forse così oscura che nemmeno la Mietitrice osava fronteggiarla.

Dove sono?

Mai aveva visto una terra tanto tetra, un mondo che affondava le sue radici in ciò che per gli uomini era il proibito, che faceva della propria oscurità manna indispensabile. Gargantueschi palazzi di stampo gotico erano il nucleo di quello che era, con tutta probabilità, il mondo sotterraneo. Le tenebre erano sovrane in quel regno che non veniva toccato dal sole. Rumori indefiniti, troppo lontani per essere attribuiti a qualcosa o a qualcuno, ma egli li ignorava, proseguiva il suo cammino senza meta lungo quelle tetre vie. I rumori si facevano più forti e comprensibili, provenienti dal un vicolo tanto nero da rendere impossibile il riconoscimento delle creature in fondo ad esso.
Cambiò direzione, mentre era ormai chiaro che si trattava di urla femminili, tante volte le aveva sentite mentre le sue mani violavano la loro purezza, troppo piacevole per dimenticare quella sublime sensazione che lo avvolgeva in quei pochi attimi. Ciò che si presentò a lui fu semplicemente una scena di stupro, un anziano signore cercava di violentare una povera, piccola e indifesa ragazza dall'aspetto adolescente. Non poteva permettere a quel vecchio rugoso di profanare la sua innocenza, certo che no, che cavaliere sarebbe stato altrimenti? Il maniaco non riuscì neppure a vedere la lancia sopra la sua testa, era troppo occupato a far piangere la fanciulla. Peggio per lui. Un solo attimo, la lancia trapassò da parte a parte il cranio dell'uomo mentre la ragazza, ancora spaventata, era rimasta a terra con le vesti strappate.

png

La sua pelle era bianca come il latte, il volto coronato da lunghi capelli corvini che si confondevano con l'oscurità. Mentre la sua mano stringeva quella tremante e pallida riuscì a sentire per un singolo istante una sensazione mai provata, come se ella fosse qualcosa di innaturale, una creatura sè stante, diversa da tutte quelle che aveva incontrato nella sua vita. Eppure il suo sguardo già scrutava le sue forme sinuose, assaporando il momento in cui avrebbe approfittato di lei. Ora la chiudeva in un dolce abbraccio.
Lei avrebbe cercato in lui la protezione. Lei gli avrebbe chiesto di restare.

Le mani cingevano i fianchi e il respiro di lei era diventato un affanno, impietrita guardava il ragazzo, come a chiedersi se lui l'avrebbe lasciata andare, come a sperare che fosse diverso. La gentilezza durò poco, e piano piano andava a sfumare lasciando il posto alla violenza e al sadismo; con un gesto rapido bloccò la fanciulla contro una parete, strappando con foga gli abiti rimasti. Il suo viso cambiò, se prima era il manifesto della gentilezza, ora solo la perversione pareva trasparire dalla suo sguardo.
Lei avrebbe cercato in lui la pietà. Lei gli avrebbe chiesto di andarsene.

Il corpo macchiato di sangue, la scena si ripeteva ancora una volta. Quante volte aveva stuprato? Ne aveva perso il conto. Pochi, svelti, passi e uscì dal vicolo, lasciando alle sue spalle il corpo distrutto della giovane, nessun rimorso o senso di colpa, solo un ghigno stampato sul volto. Si appoggiò su uno dei palazzi e gli tornarono in mente le immagini della violenza, non gli succedeva spesso, di ripensarci, invero non gli era mai successo. Mentre la stuprava il suo volto era sì sofferente, ma pareva quasi una maschera per nascondere qualcosa, la stessa sensazione che avvertì prendendola per mano. Sentiva la curiosità divorarlo a tal punto da farlo tornare nel vicolo, ma non trovò nient'altro che una pozzanghera nera nello stesso punto in cui c'era il suo corpo.

Quella non'era umana... stalle lontano
non vedevi la sua espressione? Quelli erano gemiti di piacere, non urla di dolore o rabbia.
Se avesse voluto... avrebbe ucciso quel vecchio.
E anche te

png

Che stupido che sei, Chevèl, credi che io sia una delle tante sulle quali hai posato le tue zanne? Credi di trovarti in un sogno o di esserti perso nei dedali ed essere finito qui per puro caso?
Ti facevo più furbo... Bhè, io mi limiterò ad osservarti, visto che cresci bene e mi potrai tornare utile un giorno...

_ __ __________ __ _

Un brivido gli percose la schiena. Paura? Rabbia? No, eccitazione. Aveva trovato una persona con cui confrontarsi, una persona che era più nera e depravata di lui. E ciò gli piaceva, gli piaceva terribilmente.
Si ritrovò in un ampio spazio circolare, probabilmente il cuore di quel lugubre mondo situato nell'entroterra. Pochi esseri deformi girovagano tra le strade, in mezzo a loro, il più abietto restava vicino alla costruzione più imponente e sfarzosa e già stava abituando i suoi occhi e la sua mente a quel luogo, realtà o visione onirica che fosse.

Chevèl
il simulacro delle tenebre

ReC 175 ~ AeV 175 ~ PeRf 300 ~ PeRm 125 ~ CaeM 200

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Energia: 100%
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PASSIVE

Ti venne donata la f o r z a per d i s t r u g g e r e
La forza dei portatori di questo Dominio è, come già accennato, estremamente elevata. Non solo in termini numerici, sia chiaro. Essi sono proprio forti a prescindere da qualsiasi standard, tant'è che, a questo livello del Dominio, gli sarà possibile sollevare pesi molto elevati. Un esempio? Spade bastarde a due mani, mazze chiodate enormi, alabarde di grosse dimensioni...tutte queste armi saranno impugnate senza problemi dal possessore del Dominio, che le maneggerà come fossero spade normali, o fioretti leggeri.

Ti venne donato il c o r a g g i o per annichilire il t i m o r e
Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.


~~~~~~

ATTIVE

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Verel
view post Posted on 10/10/2011, 16:34




" Questo luogo. "
mi ha chiamato.
Era la lenta cadenza delle gocce che cadono, verso la tenebra di quella grotta che ne ampliava l'infrangersi con un eco ipnotico. Erano le note di un pianoforte, no, sempre la stessa nota, che vibrava ancora, spinta da una forza invisibile, di nuovo, e di nuovo. Guidata da un pianista che, sordo, non poteva che immaginarne il suono, ancora, più e più volte, finché finalmente non fosse riuscito a sentire quella sola ed unica nota. E così avevano fatto i passi di Verel, uno dopo l'altro avanzavano, addentrandosi dentro la tenebra come quella goccia che sospinta dalla gravità non aveva scelta che cadere in quel baratro sconosciuto. Verel era invece spinto da quella sola nota che risuonava nel suo mondo, di cui ne percepiva l'origine ma non il significato. Così si mise in viaggio, per sapere.
Voleva sapere. Aggrapparsi alla verità delle cose, tutte le cose, sempre. Questo era lui, un cane affamato che invece di cercare carne per sopravvivere combatte per sapere. Conoscere. Era l'unico modo per distaccarsi dal resto del mondo, l'unico modo per essere forte e sorpassare le masse, nel nome di ideali che lo turbavano costantemente.
E fu per questo motivo che quando si inoltrò nella tenebra del Neirusiens, la sua persona -la maschera che portava in volto, la sua identità superficiale e fittizia- si spaccò in due parti distinte, come due lati di una medaglia.

"Perché sono stato chiamato qui?" Urlava a sé stessa la prima metà. "Questo luogo è feccia. Malvagità, ed io che sono soltanto mosso dalla giustizia non vi appartengo" La prima faccia sapeva ciò che voleva, e quella capitale nera non era tra i suoi obiettivi. Questo egli sapeva mentre dall'alto di un pendio in quell'enorme antro terrestre scrutava la città, come conscio della sua superiorità su tutto quello sfacelo d'uomini.

"Ora capisco." La seconda metà era in grado di riconoscere sé stessa, ma non era in grado di far valere la propria forza. Questo lo sapeva mentre camminava senza timore tra le strade della città, come se ne facesse parte integrante, come se rispecchiasse i suoi pensieri ed emozioni. "Del resto ho sempre detestato la luce." Ed era vero: la luce lo accecava, non gli permetteva di guardare la realtà delle cose, ma solo una breve menzogna, e per quanto giusta poteva essere,
restava una menzogna.

" Che dovrei fare conciato così, Deinoras? "
Strinse con forza il drappo blu al suo braccio, sperando così di richiamare l'essenza del Neiru al suo fianco, pronto a dagli un'altro di quei sorrisi. Ma non sarebbe successo, mai. Verel semplicemente si affidava allo sconforto, l'unica cosa che gli era rimasta dopo tutto ciò che gli era successo. Dopo le tante battaglie, dopo la guerra. Aveva visto il mondo e riconosciuto sé stesso come nient'altro che un mero granello di sabbia in esso, incapace di far nulla se non essere smosso da un vento straniero e spesso malvagio.
Era sempre così. Non sarebbe cambiato mai,
ma neanche Verel lo avrebbe fatto. Non poteva preferire una delle sue metà, altrimenti avrebbe perso l'equilibrio che gli consentiva di andare avanti senza arrendersi. Avrebbe perso tutto ciò per cui aveva combattuto -che fosse invano o meno, si era sacrificato per esso e non tollerava che fosse sprecato.

Incerto sul da farsi, ma ancora attirato a quel luogo tetro, Verel levò lo sguardo alla volta rocciosa che dominava la città. Il suo nero profondo ed infinito suggeriva a chi lo guardava un abisso rovesciato, un cielo senza fine, dominato soltanto dai riflessi luminosi delle lanterne sottostanti, macchie di diafana luce che si aggiravano per il nero come nuvole.
addestramento
A suo modo, anche quello era un cielo.
Ma quei pochi, ottimistici pensieri vennero presto interrotti, come se il mondo avesse voluto che il ragazzo doveva continuare la strada di solitudine che aveva intrapreso dal grande conflitto. Dalla morte di uno sconosciuto che lo aveva segnato come sua madre, come il suo vecchio, come tutti gli altri che erano morti per lui, senza che potesse alzare un dito per impedirlo.
Ciò che lo interruppe dal riprendersi lo spirito dalle catene della rabbia e dell'impotenza, furono le urla strazianti di una voce femminile.
Lui accelerò il passo, conscio che comunque avrebbe potuto fare poco. Presto sarebbe stato commesso un altro crimine, in quel luogo, e poi un altro ancora, ed ancora. Eppure si rifiutava di considerare il suo aiuto un gesto inutile. Doveva farlo, era quella sua luce a dirglielo.

Sentì l'eco di una goccia che cade, ancora, trasportato dal vento,
ma fu l'ultimo.
Si disse che era un messaggio, che ciò che lo aveva attratto laggiù ormai aveva allentato la sua presa. Perché? La risposta si ritrovava dritta di fronte a lui, in quella piazza nera e spettrale. Soltanto grazie alle flebili luci di quell'ambiente si poteva distinguere le sagome, che altrimenti sarebbero state inghiottite dal nero.
Verel pose una mano su Nimbus. Il drappo bluastro parve fremere al suo tocco, ma in verità era soltanto il braccio sinistro del ragazzo che tremava.
Deinoras ti avrebbe usato per un omuncolo così squallido?

Strappate le limitazioni che costringevano l'arma al suo braccio, parte di quel drappo scese a toccar terra, ora libero della stoffa che ne impigliava il metallo. Le catene di anelli risuonarono nel silenzio di Neirusiens, scintillando nel riflesso delle luci. Verel non disse nulla. Quel tintinnio era più che abbastanza per far voltare lo sguardo di quell'uomo verso di lui, uomo di cui percepiva chiaramente i fremiti d'eccitazione che gli scuotevano l'anima. Disgustoso.
Ormai conscio del genere di individuo che aveva di fronte, aspettò una risposta. Una provocazione. Una pugnalata.
L'unica cosa che importava ormai era concludere la faccenda, insieme al lento vibrare di quella nota.

Nome pg: Verel
ReC: 225; AeV: 125; PeRf: 250; PeRm: 250; CaeM: 175
Energia disponibile: 100%
Tecniche passive attive
● Cuore di carta: le pagine ingiallite, usurate e stropicciate del quaderno sono il suo cuore, l'inchiostro che le attraversa è il suo sangue e le emozioni che racconta sono la sua anima. Si potrebbe dire che un libro non sia troppo diverso da un sentimento, quasi un'incarnazione di emozioni. Verel ha scritto tutto ciò che si sentiva in cuore sul diario, che ora è diventato il suo tesoro ma anche il suo specchio, dove poter osservare quanto si è cambiati e cosa si è diventati. Ma è anche una lente per guardare gli altri. Fintanto che Verel possiede il diario, sarà in grado di percepire le emozioni di chi gli sta intorno, scalfendo la superficie degli animi altrui, verso il loro cuore di carta. (Abilità artefatto)

Tecniche utilizzate nel turno o ancora attive dai turni precedenti: ///
 
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Mirkito15
view post Posted on 18/10/2011, 02:03




CITAZIONE

Tenete presente che sarò molto puntiglioso, perciò molte critiche saranno semplicemente delle sottigliezze, che spesso alcuni giudici ignorano anche, ma che è bene vi sovvengano agli occhi.

Matt Stranger
Scrittura e interpretazione: Se questo è l'inizio di un incontro tra gialle io chiedo il degrado energetico. Non nascondo che non avrei quasi nulla da dire se non per ridicoli errori di battitura o disattenzione che però spezzano un'armonia che sarebbe sennò perfetta. Il post racchiude in sé tutto ciò che serve ad un'introduzione che si possa chiamare tale. Introspezione sublime, che rende viva e marcata la personalità del tuo personaggio sin dall'inizio. Musica che avvolge e ricrea un'atmosfera che già come una padrona domina la scena che ci attenderà in seguito e anche gli avvenimenti, leggermente eccitanti, lugubri, meschini e misteriosi lasciano piccoli brividi lungo la schiena che aspettano di esplodere in una sinfonia non appena se ne avrà l'occasione. Dunque concentrati solo sui piccoli errori che hai lasciato lungo la via - peraltro possono capitare, ma se non sono presenti il tutto diviene perfezione.
Strategia: Non valutabile.
Sportività: Non valutabile.
Consigli generali: Rileggi anche due volte, compreso a voce alta. Non guastano mai le riletture.

Verel
Scrittura e interpretazione: Ad introduzione coi fiocchi si risponde con altra introduzione coi fiocchi. Il degrado energetico avvenuto con la quest di resurrezione non ha intaccato abilità che ormai sembrano essere acquisite. Giustifichi in maniera sublime l'incontro con l'avversario e già da questo primo post ti porti in una posizione di vantaggio strategico con una mossa che definirei "veterana". Sfrutti le azioni del tuo avversario per trovare una scusante al fatto che estrai l'arma, in maniera tale che un primo assalto del tuo avversario non possa coglierti impreparato. Chi hai difronte infatti ha dalla sua il vantaggio di poter iniziare la battuta di colpi in ogni momento con il primo post di combattimento e questo, per un personaggio che non ha particolari tecniche, può essere fatale, visti i brevi tempi di reazioni in uno scontro corpo a corpo. Tu surclassi questo vantaggio, senza però perdere in "classe". Il post d'introduzione è infatti degno di lode, seppure a musica avversaria avrei apprezzato il contrapporre di una musica tua - in particolar modo perché hai fatto perno sul ritmo dei passi e del cadere delle gocce. Non si può però considerare un errore, bensì un mancato pregio.
Strategia: Non valutabile.
Sportività: Non valutabile.
Consigli generali: Osa di più. Hai l'esperienza per poter tentare alcuni esperimenti stilistici, dunque non limitarti a fare solo ciò che sai far bene, altrimenti rischi di stagnare. Prova, se poi fallisci puoi sempre ritornare a quello che facevi prima.


 
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Matt Stranger
view post Posted on 21/10/2011, 16:13




Gli occhi di un Demone

Pt II


~



Senti anche tu la sensazione di essere osservato?

La voce era insistente, preoccupata e velata da un terrore primordiale, parlava come se entrambi rischiassero di morire da un momento all'altro. Come a voler salvaguardare la loro sopravvivenza da un pericolo più grande di quanto la loro mente potesse concepire. Chevèl tuttavia era tutt'altro che spaventato, certo il suo cuore batteva in maniera anomala, ma ciò era dovuto esclusivamente all'eccitazione di quegli istanti, dalla consapevolezza di aver trovato qualcuno tanto folle e al contempo depravato, da affrontarlo e sfruttare le proprie perversioni per puro divertimento.

La mano carezzava il suo volto, così morbido, delicato e privo di cicatrici alcune, scendendo giù per il collo, tastava poi il petto ed i muscoli mentre assumeva un'espressione di piacere in quell'atto insano e narcisista. Guardava poi estasiato le sue vesti rubiconde, il suo colore preferito: rosso cremisi, il colore del sangue e della passione, del fuoco e del sole, il colore che dominava sulla sua testa, della sua bellissima chioma scarlatta. Con l'altra mano sfiorava la sua capigliatura, quella tinta che apparteneva a lui soltanto e con essa a lui appartenevano tutte le sue rappresentazioni. Era quindi il sangue dei suoi nemici, il più passionale fra gli amanti, il più infuocato fra gli stupratori e il sole che bruciava le altre, misere, stelle.

Lei è qui, lei è sopra di n--
Taci, demone. Se mi voleva uccidere l'avrebbe già fatto, non credi?

Rispose secco, tornando a contemplare la sua bellezza nel suo amplesso; alcune creature si fermavano a guardarlo, altre si allontanavano tra sghignazzi e parole sconosciute. Ma Chevèl non li vedeva nemmeno, stolti animali che non sapevano nemmeno chi stavano deridendo. Bestie. Non potevano comprenderlo, di certo quegli animali non potevano capirlo, allora lo giudicavano stupido o folle. Patetici.

Un rumore metallico attirò la sua attenzione, la mano abbandonò le sue carni per posizionarsi rapida sull'elsa di Lussuria; lo sguardo cadde inevitabilmente sull'uomo dinanzi a lui. Era così giovane e bello, e ora veniva da lui con quell'espressione seria e attraente, come una puttana che desiderava un divertimento proibito per quella notte. E aveva scelto bene, il belloccio: tra i tanti aveva trovato il migliore, tra le stelle, il sole. In cuor suo sapeva che quell'uomo aveva intenzione di giocare a un gioco diverso dal suo, lo intuiva dall'arma che stringeva fra le dita; eppure era proprio questo a rendere meraviglioso il tutto, combattere, disarmare e infine approfittare del suo bel corpo.

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« Ragazzo... »
fatti scopare

Rispose alla sua venuta, con una voce così sensuale da sembrare femminile e al contempo così insana da mettere a disagio chiunque. Schiuse lentamente le labbra, strisciando lentamente il suo indice su di esse come a voler provocare l'uomo con cui si sarebbe divertito da lì a poco.

« sei forse venuto da me per provare qualcosa di diverso?
Qualcosa di forte?
»
qualsiasi tua risposta sarà un "si"

Sensuale e aggraziato si avvicinava al ragazzo, carezzandosi i fianchi con ambedue le mani, fermandosi a qualche paio di metri da lui. Lui sarebbe diventato il suo giocattolo, per quella notte, lui che era stato tanto da presentarsi al suo cospetto. E poi avrebbe trovato lei.

« Stanotte »
da ora ci saremo solo io e te

Il viso si faceva sempre più insano, appariva come quello di un uomo nell'atto di saziare i suoi desideri carnali. Si leccò le labbra e poi se le morse in un'espressione di piacere.

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« tu sarai mio »
fammi divertire puttana





Chevèl
il simulacro delle tenebre

ReC 175 ~ AeV 175 ~ PeRf 300 ~ PeRm 125 ~ CaeM 200

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Energia: 100%
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PASSIVE

Ti venne donata la f o r z a per d i s t r u g g e r e
La forza dei portatori di questo Dominio è, come già accennato, estremamente elevata. Non solo in termini numerici, sia chiaro. Essi sono proprio forti a prescindere da qualsiasi standard, tant'è che, a questo livello del Dominio, gli sarà possibile sollevare pesi molto elevati. Un esempio? Spade bastarde a due mani, mazze chiodate enormi, alabarde di grosse dimensioni...tutte queste armi saranno impugnate senza problemi dal possessore del Dominio, che le maneggerà come fossero spade normali, o fioretti leggeri.

Ti venne donato il c o r a g g i o per annichilire il t i m o r e
Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.


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ATTIVE

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Edited by Matt Stranger - 21/10/2011, 21:39
 
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Verel
view post Posted on 21/10/2011, 21:40






tump
tump

Risata disperata. Battito. Passo, incerto. Battito. Tremolio nella voce. Battito.
Desiderio. Battito. Rabbia. Battito. Divertimento. Battito.
Verel.
Silenzio.
" Tu "
a s c o l t a l a s u a v o c e a s c o l t a i l s u o c u o r e
strappa
i l s u o c u o r e


Non era stato sicuro di poter riuscire a parlare. Ogni fiato sembrava volersi fermare poco prima d'esser pronunciato, proprio come quando ci si è destati da un lungo sonno. Le parole escono confuse, graffiate, rauche. La difficoltà dietro queste parole è grande. Come se bisognasse imparare di nuovo ad usare la bocca, le labbra, la lingua, come se fosse davvero impossibile dare voce ai propri pensieri. Fu così per Verel, che era appena uscito dal sogno di quella tenebra profonda che li circondava, che li trascinava lontani dalla realtà, ed era appena entrato in una nuova verità, quella della battaglia. Dell'eliminazione di coloro che ostentavano la malvagità.
e r a i l s u o g i u r a m e n t o d' a l t r o n d e
d i f e n d i g l i i n n o c e n t i p u n i s c i i p e c c a t o r i
Ed era stanco di punire i peccatori, perché sembrava che soltanto loro abitassero la sua vita.
Stanco
Sentì di doversi allontanare dal suo avversario. O meglio: lo sapeva. Non c'erano segreti per lui, nessuno poteva nascondere il proprio cuore. Perciò volle allontanarsi, perché quell'essere, rivoltante e deprecabile, emanava soltanto un senso di pura eccitazione, una smania nel voler conquistare le carni di quelli che trovava accattivanti, a Verel sembrava che lo stesso sentimento di quel personaggio volesse divorare il suo, diventarne un tutt'uno inconcepibile.
inaccettabile
Eppure non si mosse. Perché lui
era Verel. Semplicemente
l'unico cuore a cui non poteva accedere, al quale non poteva appoggiare il suo orecchio per sentirne i battiti, era il suo.
Il suo unico mistero. Era questa, la ragione. La forza. Chissà, se avesse potuto esplorare la sua anima forse avrebbe trovato la voglia di diventare effettivamente uno con il suo nemico? Di passare alla malvagità, un potere grande e da grandi piaceri.
Ma non avrebbe mai potuto farlo. Perché sarebbe stata una sciocchezza, un'imprudenza.
Perciò rimase fermo, impassibile alle parole di quel figuro, che celavano in verità un'ombra di malizia e assuefazione.
Gli rispose invece, ancora con quel suo tono graffiato ed afflitto dalla stanchezza, piegando appena la testa di lato, cosicché i capelli non gli intralciassero lo sguardo. Sguardo che doveva usar bene, contro uomini con certe emozioni, per tenerli a bada, col guinzaglio, incapaci di sfuggirgli.
Parlò, e così disse
shamanking178976
" ... Mi rattristi. "
Un passo.
Si, mosse un passo. Non un atto di coraggio, perché il coraggio è di chi sa di essere un topo, e di avere di fronte le zanne di un leone affamato.
No, quella sensazione che Verel stringeva nei pensieri era... il controllo. Di tutto. Di tutti, lì.
Perché si sentiva superiore, a quegli scarti d'umanità, che dentro provavano soltanto matasse di sensazioni vomitevoli.
e s i r a t t r i s t a v a
Il metallo di Ninbus si trascinò sul terreno, assecondando il suolo con la flessibilità dei suoi anelli. Il giovane stringeva quell'arma con rinnovato vigore, mentre muoveva un altro passo, e due sassolini venivano scalciati via nella tenebra accompagnati da un rumore solitario, accerchiato dal nero del silenzio. Mosse un terzo passo, più breve, questa volta concentrandosi su quel terreno, assaporandone la consistenza, la solidità che sembrava volerlo sostenere come un pilastro. Quindi mosse un ultimo passo, il quarto, ed era già sotto gli occhi penetranti dell'altro, solo un ultimo passo ed avrebbe potuto sentire il suo respiro concitato sulla pelle, disgustandosi, ma sempre con quella certezza in mano, quella che lo rendeva de facto superiore:
la consapevolezza di non essere un lurido assassino, violentatore
la consapevolezza di essere il buono della favola, il paladino.
Ed i buoni vincono sempre.

Infine
protese il braccio, aprendo il palmo libero, muovendolo verso il petto dell'altro, che avrebbe appena sfiorato, il tempo di sentire un battito, per avere la certezza definitiva che un demone si trovava di fronte a lui, e non un umano caduto negli abissi. Si può sempre risollevarsi, salvarsi. Lucifero cadde, ma il suo Dio era misericordioso: l'angelo era certo cosciente che sacrificando la sua malvagità, sublimandosi alla divinità, sarebbe stato riaccolto nel regno dei cieli. Eppure, decise di continuare il suo percorso infernale, diventando infine un demone, la piaga dell'esistenza, la nemesi della vita. Da quell'oscurità non c'era ritorno.
Ecco perché Verel fece quel gesto, forse stupido.
Con un semplice tocco, avrebbe potuto scavare meglio, più in profondità nell'animo altrui, forse trovando il desiderio di salvezza.
In caso contrario, avrebbe adempiuto al suo giuramento, facendo scaturire fuori la luce, la sua violenza e la sua punizione, disintegrando ogni traccia di buio.

tump
tump

-
end

Nome pg: Verel
ReC: 225; AeV: 125; PeRf: 250; PeRm: 250; CaeM: 175
Energia disponibile: 100%
Tecniche passive attive
● Cuore di carta: le pagine ingiallite, usurate e stropicciate del quaderno sono il suo cuore, l'inchiostro che le attraversa è il suo sangue e le emozioni che racconta sono la sua anima. Si potrebbe dire che un libro non sia troppo diverso da un sentimento, quasi un'incarnazione di emozioni. Verel ha scritto tutto ciò che si sentiva in cuore sul diario, che ora è diventato il suo tesoro ma anche il suo specchio, dove poter osservare quanto si è cambiati e cosa si è diventati. Ma è anche una lente per guardare gli altri. Fintanto che Verel possiede il diario, sarà in grado di percepire le emozioni di chi gli sta intorno, scalfendo la superficie degli animi altrui, verso il loro cuore di carta. (Abilità artefatto)

Tecniche utilizzate nel turno o ancora attive dai turni precedenti: ///
 
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Mirkito15
view post Posted on 22/11/2011, 14:58




CITAZIONE (Mirkito15 @ 18/10/2011, 02:03) 
CITAZIONE


Matt Stranger
Scrittura e interpretazione: L'accostamento di immagini al testo è estremamente suggestivo e il brano scelto si amalgama alla perfezione con le parole scelte lungo lo scritto. Non posso non apprezzare poi la scelta cromatica di alcune parole, che stimolano la fantasia percettiva e migliora l'immedesimarsi del lettore nella scena. L'interpretazione infine è a livelli altissimi, tanto da percepire la pseudo-sanità, mista a follia pura del tuo personaggio. Appare dunque chiaro il suo carattere, che emerge con forza dall'intera struttura del post. Ottima anche la risposta alla buona strategia avversaria di estrarre l'arma, ponendoti in una situazione di allerta, frammista ad un possibile atteggiamento aggressivo che giustifica fin da ora l'inizio di uno scontro.
Strategia: Non valutabile.
Sportività: Non valutabile.
Consigli generali: Alla fine dei tuoi post introduttivi devo farti i complimenti per aver avuto un'ottima capacità di ricreare una scena adatta e giustificata per questo scontro. Per chi ha i primi post questa cosa è fondamentale e tu l'hai sfruttata pienamente: scelta dell'ambiente e delle condizioni presenti, giustificazione del duello, motivazione della propria presenza in un dato luogo. Vivissimi complimenti.

Verel
Scrittura e interpretazione: Osi e questo è un bene. Non sono ancora pienamente sicuro se il tuo osare è una scelta strategica valida o meno. Non starò qui a giudicare la scrittura e l'interpretazione, poiché con la tua neo promozione sai già di essere a livelli elevati. Solo posso dirti di stare attento fin dove ti spingi nell'interpretare. Sei pronto ad affrontare un combattimento in corpo a corpo e per questo bruciare subito le distanze può essere una scelta appropriata - ricordiamo che effettivamente tu non sai se l'avversario è un potenziale mago o guerriero. Però tale movimento, seppur presentato in veste totalmente a-strategica (nel senso che non è un pensiero strategico a muovere il tuo pg nei suoi movimenti), può risultarti fatale, nella misura in cui anche il tuo avversario sia specializzato nel combattimento corpo a corpo. Perché dico questo? Semplicemente perché nel prossimo post affronterai un nemico che ha potenzialmente due slot offensivi liberi e, ora che ha preso contatto con te, anche dei potenziali attacchi fisici. Di certo apprezzo da un punto di vista ipotetico ciò che hai fatto e sono curioso di vedere il districarsi dell'azione.
Strategia: Non valutabile.
Sportività: Non valutabile.
Consigli generali: Hai osato, bene. Ora stiamo a vedere come te la giochi. Inoltre rispondo qui alla domanda del bando. Continua con la vecchia scheda, non tanto perché non voglio che usi la Verde, ma hai già un vantaggio di pericolosità sul tuo nemico, non vorrei provocare uno squilibrio troppo grande dunque.


 
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Matt Stranger
view post Posted on 25/11/2011, 12:46




I sussurri di un Amante

Pt III


~

Cos'era quel rumore? Così dolce, così delicato. Passionale come il sangue caldo che gli scorre nelle vene. Disumani, aberranti sospiri che accompagnavano il ritmo del suo cuore che cresceva sempre di più. Innanzi a lui, lo splendido ragazzo si avvicinava, lentamente; gli piaceva quella lentezza, era come fare l'amore. E quando si faceva, bisognava assaporare ogni istante, trarre piacere da ogni secondo da quell'empia unione, trasformando ogni attimo in una nuova scarica di piacere. Quei passi per lui erano solo il primo assaggio, per questo schiuse le labbra, come un invito al suo gioco. In quel momento la sua mente era altrove, nè le parole del demone, nè quelle del suo uomo, neppure ciò che lo circondava riusciva a distoglierlo da ciò che era pronto a compiere. E l'aveva fatto così tante volte che per lui era diventato un vizio, una dipendenza dalla quale non poteva fare a meno; schiavo della lussuria, schiavo di se stesso.

« Annichilire l'essenza. Elevare l'essere. »

Un sussurro, una dichiarazione che non avrebbe mai sentito, udita soltanto dalla notte, unica spettatrice del loro incontro; e lì, sotto quella luna, tutto sarebbe finito, dimenticato. Nel nero da cui tutto nasce, nel nero in cui tutto muore. Poi lo sentì arrivare, il suo volto vicino al suo, tanto vicino da poterlo sfiorare. E infine la sua mano, delicata, sul suo petto, i loro sguardi che si incrociano, i loro cuori che battono all'unisono.

png

« You're going to give me what I want »

Un rigurgito delle tenebre. La voce pareva un sibilo, quanto più lontano da ciò che possa essere considerato umano, sempre più vicino al punto di non ritorno. Le dita di Chevèl strisciarono contro il palmo del giovane, una carezza, provocante. Si avvicinò, fissando per qualche attimo la sua arma, assumendo nello stesso tempo un'espressione concitata. Le loro labbra erano vicine, i loro sentimenti distanti; ma ciò che importava era il corpo, il resto semplicemente non esisteva.

Onehundred million miles they chased us
a paragon of nameless faces
some say they see the coming changes
they're going to give us what we want

Delirava, bisbigli appena percettibili, frasi sconnesse. Il battito cardiaco accellerava in preda a spasmi d'eccitazione, portò la mano verso la lingua, graffiandola, gli piaceva. Si allontanò. Giusto qualche passo. Lo vedeva nudo, lo vedeva eccitato come lui, lo vedeva mentre chiamava il suo nome. O meglio, immaginava tutto ciò. Si leccava le labbra, sentendo il sapore del sangue, così eccitante. Sorrise.

png

Lose your mind
come crawl inside.

"Luminoso come una supernova; cancello ogni cosa come un buco nero" si disse in uno dei tanti deliri; la sua mente era ben lontana dalla realtà e il suo modus operandi era dettato dal mero istinto. Assorto in chissà quali inenarrabili pensieri, in un ghigno grottesco perennemente stampato sul volto. Di umano aveva solo il corpo ancora per poco. Un rumore sinistro, neri artigli si protesero verso il cielo fuoriuscendo dalla schiena di Chevèl. Lentamente l'arto demoniaco si mostrava, lasciando intendere che non'era altro che un frutto aberrante del ragazzo. Bastò un singolo sguardo verso il braccio armato di Verel, la mano si sarebbe scagliata con immane violenza verso l'avambraccio per affondare i propri artigli nella carne. Di umano non aveva più nulla.

Until the truth
become a lie.

Mentre l'arto del demone si dissolveva nel nero, Chevèl indietreggiò una gamba, poi inarcò entrambe e, facendo leva su quella in avanti, scattò verso Verel. In quello stesso istante cercò di colpirlo al ventre con un pugno, per indebolirlo, successivamente avrebbe tentato di buttarlo al suolo spingendolo con una forza disumana. Solo allora, ancora ghignante, si sarebbe chinato verso di lui, cercando le sue labbra, cercando di domarlo e farlo s u o.

I've got to remember
this is just a game

Chevèl
il simulacro delle tenebre

ReC 175 ~ AeV 175 ~ PeRf 300 ~ PeRm 125 ~ CaeM 200

~~~~~~~~~~~~
Energia: 78% (100-11-11)
~~~~~~

PASSIVE

Ti venne donata la f o r z a per d i s t r u g g e r e
La forza dei portatori di questo Dominio è, come già accennato, estremamente elevata. Non solo in termini numerici, sia chiaro. Essi sono proprio forti a prescindere da qualsiasi standard, tant'è che, a questo livello del Dominio, gli sarà possibile sollevare pesi molto elevati. Un esempio? Spade bastarde a due mani, mazze chiodate enormi, alabarde di grosse dimensioni...tutte queste armi saranno impugnate senza problemi dal possessore del Dominio, che le maneggerà come fossero spade normali, o fioretti leggeri.

Ti venne donato il c o r a g g i o per annichilire il t i m o r e
Di tutte le razze, i mezzi demoni sono senz'altro quelli più denigrati, allontanati e scacciati di tutti. Proprio per questo, quindi, hanno dovuto imparare a cavarsela da soli e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. A forza di crescere in questo modo, i mezzi demoni si sono abituati a gente che tenta di intimorirli, minacciarli o irretirli e hanno sviluppato quella che potrebbe definirsi una particolare "Abilità razziale". Sono infatti parzialmente immuni alle influenze psicologiche. Non a tutte, si intende, altrimenti risulterebbero atoni e privi d'emozioni, ma senz'altro, a differenza di tutte le altre razze, si lasciano intimorire meno facilmente e persuadere con notevole difficoltà.
Il timore provocato dalla vista di demoni o angeli, ad esempio, non avrà su di loro effetto.
Sensazioni profonde come forti paure, o tanto grandi, però, avranno comunque effetto. Quest'abilità è una normale difesa psionica di livello passivo.


~~~~~~

ATTIVE

Ti venne donata l'o s c u r i t à per infondere la p a u r a
L'apparenza spesso trae in inganno, a vederlo, Chevèl sembra un comunissimo essere umano, senza alcuna peculiarità o asso nella manica. Errore che può costare la morte dell'incauto nemico che vedrebbe uscire letteralmente dal corpo del giovane una mano demoniaca ben più grande di quella umana, dello stesso colore del sangue e provvista di artigli affilatissimi. Tale aberrazione sarà annunciata dalla creazione di una macchia vermiglia sul corpo di Chevèl dalla quale fuoriuscirà la mano senza ferire la sua carne, quasi fosse parte di esso.
In termini di gioco Chevèl potrà far fuoriuscire dal suo corpo una terza mano allungabile di potenza media utilizzabile sia per attaccare che per difendersi.


Ti venne donata la b e l l e z z a per sedurre e u c c i d e r e
Chevèl è oggettivamente un bel ragazzo: ha dei bei lineamenti, un portamento regale che pochi uomini possiedono e un fisico invidiabile. Una rara bellezza che spesso tinge il suo corpo dello stesso colore dei suoi capelli con il sangue delle sue vittime tanto da dargli numerosi titoli che ne denotano la natura sanguinaria. Ma non sempre i suoi attacchi rendono giustizia al suo nome e spesso un solo colpo non è necessario a portare la morte al coriaceo nemico che quasi sempre ha la possibilità di contrattaccare. Per questo si è divenuto molto più veloce rispetto ai suoi colleghi guerrieri riuscendo a creare combinazioni di attacchi in grado di infliggere ferite multiple al nemico o di sconfiggere più avversari contemporaneamente.
In termini di gioco Chevèl potrà attuare un assalto composto da due attacchi che avranno ciasuno una potenza pari a un livello inferiore al consumo speso, tale tecnica si basa, ovviamente, sulla PeRf.

 
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Verel
view post Posted on 30/11/2011, 20:15






Prese un respiro. Sentì i polmoni riempirsi dell'aria dell'Eden, la terra del nord, delle nevi e del bianco. Quel candore sembrava pervadergli lo spirito, punzecchiandolo con gli spilli del freddo, ma schiarendo la sua mente in modo che potesse vedere e sentire e respirare senza cadere vittima di quella corruzione che lo circondava. Il nero nel Neirusiens, le ombre tiranneggianti, la solitudine che risuonava tra quelle pareti con un fragore sordo, inudibile, ma percepibile. Un luogo corrotto, che però non scalfì Verel. Un uomo corrotto dinnanzi a lui, che però non riuscì a graffiargli l'animo, che in quel momento, pervaso dall'aria fredda respirava le ombre tutt'attorno, distinguendone una dall'altra, scavando in loro, cercando un vago briciolo di pietà -
ma senza trovarne alcuno.
Il corrotto davanti a lui, l'unica ombra con abbastanza fegato da non essere accecata dalla sua determinazione, non si mosse quando Verel lo toccò. E pensò che ciò era strano, che un demone si facesse avvicinare a questo modo. Sicuramente il ragazzo già vedeva proiettate su di sé offese inutili, che invece non arrivarono. Invece, l'uomo semplicemente arretrò di qualche passo, ristabilendo la distanza tra loro, farfugliando frasi sconnesse che non acquisirrono alcun senso alle orecchie di Verel.
Ma anche questo non lo toccò, né tanto meno lo ferì. Anche se stringeva l'orribile sentimento dell'altro tra le sue mani, Verel non perdeva la calma, fermo sulla cima del proprio piedistallo, guardando in basso tutto ciò che brulicava e ambiva a colpirlo, futilmente. E quel sentimento ardeva come una fiamma e colava come putrida melma, si contorceva su sé stesso, ripiegando sul bisogno carnale, e scoppiettava di desiderio.
Verel guardò ancora una volta Chevél.
Gli occhi bruni del ragazzo brillarono nell'oscurità, ricolmi di orgoglio e di sfida
senza più cercare segni di redenzione, solo chiari e tondi, accarezzati dai venti dell'Eden.

Gli stavano dicendo
« You're going to give me what I want »
i'm really going to break your heart

Percepì l'ostilità del suo nemico come un gatto percepisce il suono. Il demone non aveva alcuna remora nel far fuoriuscire tutto il suo desiderio, senza nemmeno tentare di mantenere un contegno. Ma questo già lo aveva capito. Sarebbe stato inutile continuare quel gioco di emozioni.
Ora andavano mostrati i fatti.
addestramento3
" Vieni, feccia! "
Un sibilo metallico e Narada brillò tra le tenebre, come per squarciarle.
E Verel vide la mostruosità fuoriuscire dal mostro. E non si mosse. Vide il volto nemico piegarsi in una smorfia indecifrabile, ma non lo fece a sua volta. Così come egli si sentiva superiore a quell'essere, le sue azioni gli volevano mostrare come fosse vero. Stando fermo, su un piedistallo invincibile, quello della sua moralità, lo scudo inscalfibile, le mura inamovibili. Vide ancora l'attacco e sentì il dolore percuoterlo con violenza, inondargli il corpo di spasmi, ma non la mente. Così il suo braccio si era già tinto di rosso nonostante la protezione di Nimbus, che all'altezza della ferita era squarciata come il fragile telo che voleva imitare. E l'arma mostruosa svanì come neve nell'acqua. E così il demone era già davanti a lui, i loro visi vicinissimi, il fiato di lui che pareva bruciare sulla pelle del giovane, tanto gli sembrava putrido. Il suo fiato invece, mozzato dalla violenza del nuovo colpo ricevuto, il pugno del Corrotto che affondava tra le sue larghi vesti e lo percuoteva, un martello sull'incudine, lasciandolo boccheggiante per un istante, cercando di aggrapparsi ad un briciolo di fiato che però non arrivava.
Ed il mondo roteò attorno a Verel, scaraventato violentemente al suolo, con la vista annebbiata dal dolore e dalla confusione.

Sapeva di essere un uomo. Sapeva di essere vulnerabile, anche se elevato su quel piedistallo.
Così, quando le labbra del suo nemico incontrarono le sue, anche se per un istante solo, non poté far altro che avvampare d'ira, perdendo la calma che lo aveva caratterizzato negli scorsi istanti. Scosse il capo, liberandosi da quella disgustosa unione, ma ricacciò il bisogno di sputare per terra. Era troppo impegnato a pronunciare le formule che nei suoi pensieri stavano rapidamente prendendo senso e che presto avrebbero cristallizzato nella realtà la sua bianca e fredda risposta, proprio come il vento dell'Eden: bianco, puro ma freddo e tagliente.
Lui doveva essere superiore in tutto e per tutto a quel mostro.
Tanto da rendere le sue azioni, qualsiasi esse siano, vane.

Ed il mostro avrebbe visto il braccio sinistro di Verel, quello che stringeva Nimbus, sollevarsi, e la mano del giovane fiondarsi verso il suo collo stringendo quel metallo scheggiato e tagliente, cercando di strangolarlo e tagliarlo. Ma soprattutto, avrebbe visto che quella ferita che precedentemente ornava il braccio era svanita, e che solo una macchia rossa sulle vesti rimaneva.
Poi avrebbe visto il sorriso di Verel, spavaldo, arrogante quasi.
Narada che non era stata estratta senza motivo, stretta nell'altra mano, si muoveva con uno scatto verso il fianco destro del Corrotto, cercando di perforarne le carni, ma non solo. Per trattenerlo. Per vederlo agonizzare mentre cercava di sfuggire alla sua mano ed alla sua spada.

E poi
L'ULTIMO GIUDIZIO
D A M O C L E S
questo è il tuo nome. Colpisci.
La cristallizzazione dell'ira di Verel, del suo orgoglio macchiato da quell'infame bacio, molteplici brandi, schegge spezzate, luminose come la luna nella notte, che fluttuavano nell'aria proprio sopra i due, ma che avrebbero colpito solo uno. Lo avrebbero perforato dove era necessario non essere perforati. Al cuore, ai polmoni, al collo. Le avrebbe giusto viste, se era fortunato.
Prima di essere accecato da quel bagliore.

Nome pg: Verel
ReC: 225; AeV: 125; PeRf: 250; PeRm: 250; CaeM: 175
Energia disponibile: 72%
Tecniche passive attive
● Cuore di carta: le pagine ingiallite, usurate e stropicciate del quaderno sono il suo cuore, l'inchiostro che le attraversa è il suo sangue e le emozioni che racconta sono la sua anima. Si potrebbe dire che un libro non sia troppo diverso da un sentimento, quasi un'incarnazione di emozioni. Verel ha scritto tutto ciò che si sentiva in cuore sul diario, che ora è diventato il suo tesoro ma anche il suo specchio, dove poter osservare quanto si è cambiati e cosa si è diventati. Ma è anche una lente per guardare gli altri. Fintanto che Verel possiede il diario, sarà in grado di percepire le emozioni di chi gli sta intorno, scalfendo la superficie degli animi altrui, verso il loro cuore di carta. (Abilità artefatto)

● I peccati di un Vagabondo: la più grande colpa per un viaggiatore come Verel è quella di non restare mai troppo tempo fermo. Ma non solo sullo spazio fisico: bensì anche sulle idee, i pensieri, le dottrine. Il ragazzo è un abile pensatore, e la sua mente non cessa mai di porsi domande sulla giustizia delle cose, sul mondo che lo circonda e lo ingabbia con artigli di paura. Essendo costantemente in questo stato di dubbio, l'unica certezza che Verel porta con sé nei suoi viaggi è la luce: una manifestazione enigmatica, che sa di non comprendere a fondo, ma che riconosce come indubbiamente sua. Questo stato di perenne amore ed odio tra il ragazzo e le sue capacità gli consente di essere sempre più luminoso, un bagliore accecante visto all'orizzonte, e qualsiasi tecnica di guarigione che utilizza sarà sempre di potenza pari al consumo speso, poiché la sua sete di conoscenza è senza fine o limiti. Inoltre, evocare quello stesso filatterio di luce sarà meno dispendioso per lui, che potrà godere del beneficio di uno sconto sui consumi di queste abilità del 5%. (Dominio Guaritore I&II)

Tecniche utilizzate nel turno o ancora attive dai turni precedenti:
● Another one bites the dust: nel momento in cui Verel deciderà di attivare questa tecnica, il suo corpo verrà circondato da un lieve bagliore, e le ferite che lo ricoprono inizieranno a brillare, ricoperte dalla luce. Per due turni, quelle stesse ferite saranno magicamente richiuse, come riportate indietro nel tempo, a patto che abbiano una gravità di livello basso, o medio se l'abilità "I peccati di un Vagabondo" è attiva. Per ogni turno Verel potrà riportare alla normalità una sola ferita, ad esempio se due tagli di entità media saranno presenti rispettivamente su un braccio ed una gamba, egli potrà curare soltanto una delle due, lasciando l'altra al turno successivo. (Pergamena Benedizione) {Costo: alto -5%/potenziata.}

● Glass shatters: senza emettere il minimo sospiro o sibilo, ad un semplice gesto di Verel cinque schegge di un materiale simile al vetro, trasparente e traslucido di formeranno sopra il capo dell'avversario. La forma delle schegge sarà quella di veri e propri frammenti taglienti, come tasselli del mosaico che una volta componevano assieme. Quando questi ricadranno sull'avversario, egli si ritroverà impossibilitato a difendersi con mezzi come armature e/o armi, poiché le schegge saranno sempre in grado di oltrepassare questi oggetti come se non esistessero: l'unico modo di deflettere la tecnica, dunque, è quello di utilizzare un'altra tecnica ad essa opposta. Contro i demoni, questo attacco infliggerà un danno alto, mentre contro gli angeli procurerà ferite basse. (Pergamena Schegge di luce) {Costo medio}
 
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view post Posted on 4/3/2012, 15:41
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La quest viene chiusa su decisione dello staff.
Vengono assegnate le seguenti ricompense.



CITAZIONE

Ai partecipanti: 250 gold
Al QM: nessuna ricompensa a causa dell'abbandono.


 
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9 replies since 6/10/2011, 18:59   436 views
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