Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Valzer al Crepuscolo~ Unsterblich

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Lenny.
view post Posted on 25/10/2011, 17:57




Valzer al Crepuscolo ~ Unsterblich



« Tu nutri acrimonia, Viktor. »

Non una domanda, quella del Demone. Una sentenza grave, glaciale.
Sedeva al centro del chiostro, immobile come una statua granitica. Schiena eretta contro la quercia, gambe incrociate. L'intero corpo era avvolto da una nebbia di correnti cineree, che formavano una cappa evanescente. Spettri? Viktor non poteva saperlo.
Alle sue spalle, torreggiava un albero morto, carico di frutti morti. Il suo significato? Viktor non voleva saperlo.
Chiuse gli occhi, li riaprì. Conosceva quel luogo, conosceva quella foschia umida, conosceva quella macabra figura seduta ai piedi dell'albero scheletrico. Quel che non riusciva a capire – che non era mai riuscito a capire – era come fosse arrivato lì: il Nuovo Mondo, da qualche, tornava rapidamente ad assumere le fattezze della tanto cara epoca di ferro. La sua memoria era piena di immagini distorte: un limbo caotico al cui centro discorrevano un uomo e una donna, Rainier e Selene i loro nomi, frammenti di un recondito desiderio espresso - forse - ad una entità immane, nel momento stesso in cui veniva trasportato lì, in quella terra nera.
Al cospetto del Demone.

«Acrimonia...per cosa? »
L’aria sapeva di acciaio liquefatto, di emissioni torride, solforose. Nell’ombra del chiostro, i lineamenti del Demone si contrassero. Nessuna sorpresa: oramai Viktor sapeva. Quei lineamenti duri erano i suoi, quell'abbigliamento elegante era il suo, quell'aura venefica era la sua. L'abominio infernale aveva assunto le sue sembianze.
« Conosci la risposta. »
Il Beccaio sentiva il sudore grondare lungo la gola, torrido come sangue umano. L'altro Viktor aveva ragione. Come sempre.

« Non è la tua guerra, quella che hai vinto, così come non è il vero Asgradel, quello che hai conquistato. Hai solo seguito la sua strada, rinfocolando le sue illusioni di potere. » Fece un gesto vago con la mano. « Per poi abbandonare il tuo ruolo di comparsa all'ultimo atto della sua tragedia personale. »
La guerra, l’Ecclesiaste, il Nuovo Mondo, Rainier, Selene, il desiderio, l’Asgradel. Tutto svanito, tutto risucchiato nelle regioni del memento. Cose che non gli appartenevano, che non gli erano mai appartenute. L’aveva detto Ray, adesso lo ribadiva il suo Signore.
« Tu giochi con le parole, Signore..» Ringhiò a denti stretti, serrando le nocche. « Ho ottenuto ciò di cui avevo bisogno. »
« E tu rifiuti di comprendere, Beccaio. »
Lentamente, il secondo Viktor si alzò da terra. Gli si avvicinò con movimenti lenti, cadenzati, di una lentezza da incubo.
« Tu sei stato sfruttato. »
Parole come gocce di tortura versate una dopo l'altra nei suoi orecchi. Il Beccaio si guardò intorno, in cerca di qualcosa, di qualsiasi cosa che gli impedisse di ascoltare. Non trovò nulla. Nessuna struttura li circondava, nessuna parete li racchiudeva. Solo tenebra. Il ventre nero della notte.
« Quel che hai ottenuto è il sepolcro di qualsiasi impero, il simulacro di qualsiasi dominio. Non hai conquistato nulla: l'Asgradel ti ha dato i suoi scarti! »
Sibilò il Demone al suo orecchio.
Viktor sentiva la testa in fiamme, la gola riarsa dal calore.

« Ma non temere, io non ho fretta. Abbiamo tutto il tempo del mondo a disposizione. Quali erano le parole? Ah, si.. »il Demone alzò un significativo dito indice. « Dovrai trovare la tua, di strada. »
Fruscii. Qualcosa di pressoché impercettibile si avvicinava, da qualche parte.
Viktor si contorse su se stesso.
« Chissà.. »
Tra le foschie sulfuree, emerse una figura nera, alata.
CRAAAACK!
Il corvo planò tra loro, andandosi ad appollaiare sul braccio teso del Demone.

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«..forse il vecchio Corigliano potrà esserti d’aiuto. »


Il rapace inclinò la testa di lato, gli occhietti neri fissi in quelli iniettati di sangue del Beccaio. Bastò quell’istantaneo contatto di sguardi, per scrutarsi dentro. Per riconoscersi.
« Fredo.. »
Francisco Alfredo Corigliano.
E come obbedendo a ordine silente, il corvo prese a sbattere freneticamente le ali, per poi volare via dall'arto demoniaco. Il Beccaio seguì il vecchio sottoposto con lo sguardo, mentre si andava a posare sull'albero morto.
Poi si voltò di scatto, in cerca del Demone. Nulla, come se non fosse mai esistito. Svanito tra i miasmi necrotici, dissolto tra le ombre. Fino alla sua prossima apparizione. Viktor sapeva che sarebbe tornato. Lui tornava sempre.

Restarono soli.
Io e te siamo mostri incapaci di voltarci indietro.
Il Beccaio e il rapace. Viktor e Corigliano. Ai piedi di un albero morto, carico di frutti morti.
..abbiamo la testa affondata fra le spalle e possiamo guardare solo in avanti, solo al futuro...
Ma una terza voce echeggiava nel chiostro. O forse solo nella sua mente.
Io cerco solo di superare l'ostacolo che mi sta davanti: l'unico baratro in cui sto cadendo..
Per la prima volta da molto tempo, Viktor von Falkenberg sorrise.
..è quello scavato dalla mia volontà di potenza.
Sorrise davvero.

« Quale baratro mi conduce, Rainier? »
Si puntellò a braccia tese contro l’albero morto, sotto lo sguardo attento di Corigliano.

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« L’immortalità! »

Gridò, ridendo verso il più nero dei cieli.


Scena privata finale per chiudere il Valzer, dove il "desiderio" espresso da Viktor all'Asgradel viene volutamente tralasciato. L'ho voluta sfruttare anche per introdurre il nuovo compagno animale del pg, un corvo al cui interno è rinchiuso lo spirito di un vecchio sottoposto di Viktor, Fredo, molto presente in almeno tre o quattro dei miei contest passati. Di seguito la descrizione.
CITAZIONE

† Corigliano
~ Rapace del memento ~

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Vieni, morte, così furtiva
che io non ti senta venire,
perché il piacere di morire
non mi torni a dar la vita.



"Ali immani come quelle di un arcangelo. Artigli affilati come quelli di un demone".
All'apparenza, un semplice corvo dalle notevoli dimensioni: piumaggio nero, occhi vitrei, artigli come rostri, becco a uncino. Eppure vi è qualcosa d'altro, sotto queste rapaci spoglie. Qualcosa di oscuro, qualcosa di maledetto.
Ambiguo è il modo in cui venne a contatto con il Beccaio. La sua prima apparizione è da ricondurre al termine della guerra che aveva portato l'intera terra dell'Asgradel in macerie, tra le emissioni sulfuree di una terra senza nome, dominata dal Demone e da un albero morto. Il corvo era un dono per lui, per il Falkenberg. L'obiettivo? Perpetrare la sua ricerca impossibile con l'aiuto di un paio d'occhi onniveggenti, forse. Del resto, la creatura gli sarebbe sempre stata fedele in questa vita, come lo era stata in quella precedente. Francisco Alfredo Corigliano, questo il nome completo dello spirito, un tempo umano, rinchiuso tra le fattezze del rapace. Fredo, primo comandante della cavalleria pesante dei Falkenberg Korps. L'uomo di ferro, vissuto e morto tra gli stessi campi di battaglia che temprarono il Beccaio nella terra tedesca del XVII secolo. L'unico uomo che non sarebbe dovuto morire, non in una sporca trincea di Weissberg, alle porte di Praga. Il Demone l'aveva trascinato via dagl'inferi, per ingabbiarlo subito in una prigione nuova, una prigione viva. Il fedelissimo comandante Corigliano sarebbe rimasto fedele anche oltre la morte, per servire e onorare il glorioso Oberkommandierende Falkenberg. Come? Divenendo i suoi occhi e le sue orecchie, adempiendo ad ogni dettame telepatico e facendo in modo che il suo padrone venisse a conoscenza di qualsiasi informazione fosse degna della sua preziosissima attenzione. Subito dopo il confronto con il Demone, il profondo legame tra Viktor e il corvo divenne saldo come il ferro: una spia perfetta, un messaggero impeccabile, una costante guardia che seguiva ogni suo spostamento, vigilando costantemente sul suo signore. Rimembrando per il resto della sua infame, seconda esistenza, il giuramento pronunciato in un tempo e in un luogo diversi al suo signore ora nuovamente vicino.
La parola è libera. L'azione è muta. L' obbedienza è cieca.
{Amuleto servitore dalla forma di Corvo} & {Ab. Personale Passiva VII - Empatia completa tra il pg e l'animale}

 
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