Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Valzer al crepuscolo ~ Death and rebirth

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Andre_03
view post Posted on 13/11/2011, 19:56




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Il campo di battaglia era un cimitero a cielo aperto.
Una coltre di fumo denso celava alla vista gran parte di quell'eccidio sconsiderato, rendendo semplice la ritirata per i fuggiaschi e - presto - avrebbe anche facilitato il compito di sciacalli e simili individui abietti. In mezzo al macello due uomini camminavano a passo svelto, coperti da pesanti mantelli che ne nascondevano le identità, sebbene dai loro modi non si intuisse una particolare propensione alla segretezza. Si aggiravano a testa alta e per nulla intimoriti dallo spettacolo. I loro occhi, guizzanti da una parte all'altra dell'orizzonte scarsamente visibile per via della cortina fumogena, erano illuminati quasi da un vigore impossibile da trovare in coloro che avessero vissuto quella guerra in prima persona.
A tratti le due figure si separavano per ritrovarsi poco dopo, evidentemente alla ricerca di qualcosa, o qualcuno.

« L'ho trovato! »

La voce del primo uomo attirò il secondo - più alto e ingombrante - che tuttavia non era rallentato dalla propria mole.
Quando gli occhi di entrambi si posarono sull'oggetto della loro ricerca, Kavash Drevosh si levò il cappuccio da sopra la testa. Il mercante del sud appariva palesemente preoccupato, ma nel suo sguardo traspariva anche una certa determinazione. Era come se in quel momento niente e nessuno potesse mettersi tra lui e i suoi obiettivi; un'espressione che anni addietro era stata familiare sul suo viso, oramai reso diverso dal corso degli eventi. Eppure Dany Langrave quello sguardo l'aveva visto molte volte, lo conosceva.
L'uomo di Dorne sapeva che il suo vecchio amico e mentore era una persona diversa da quella che amministrava i conti a Laslandes, che governava i traffici di merci tra il Sud e l'Akerat, che si lasciava cullare dal benessere di una villa lussuosa, servito e riverito dal giorno alla notte.
Quel viaggio verso la guerra in corso gli aveva ricordato molte cose del passato.
Molte cose brutte.

« Non respira più. » disse, quasi domandandolo;
« Credi che...? »

« La vita non ha del tutto abbandonato il suo corpo. »
si chinò a guardarlo da vicino « C'è ancora speranza. »

Per qualche momento aveva temuto di essere arrivato in ritardo.
Osservando la fine compiersi per mano di Ray e - lo sapeva - di Oberrin, era stato colto dai dubbi e dai sensi di colpa. Poi quel ragazzo era sorto dalle nuvole spazzando via ogni cosa con la sua nave, aggredendo l'ingiustizia che minacciava il mondo con ogni mezzo di cui disponeva. E gli era piaciuto, anche nel fallimento. Lo aveva visto cadere prima che il destino di Asgradel si compiesse.
Non era giunto in tempo utile per fermare il Maestro e le sue losche macchinazioni, né per impedire al Re Invincibile di annientare così tante vite innocenti.
Però avrebbe almeno potuto salvare il comandante del Goryo.
La Iena.

« Lo porteremo con noi. »

Impose le mani sul petto dell'uomo e mise la sua vita in stasi.
Fino a che non avesse interrotto quello stato per curarlo, il Capitano avrebbe smesso di esistere.

« E con gli altri, che facciamo? »
la sua domanda tremava per l'impazienza, il desiderio di tornare a combattere con nemici suoi pari;
ne percepiva la presenza poco lontano, sentiva quelle forze familiari radunarsi.

« Non siamo venuti fin qui per ucciderli, Deny. » lo ammonì il guaritore
« Ormai non ha più senso combatterli. »

Era vero: infierire su degli uomini feriti non era - non più - nelle sue corde;
nemmeno quando quegli uomini erano un pericolo che conosceva bene.
D'altronde un tempo li aveva chiamati anche lui
fratelli.

 
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