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Valzer al crepuscolo ~ Renovatio

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J|mmy
view post Posted on 15/11/2011, 22:32




Renovatio
così cantano gl'angeli d'un dì perduto..

L'ombra osserva,
stringendo per mano un sorriso di donna,
nel rosso scarlatto di rose appassite.
Mantello incantato, che della notte fai tenebre,
accendi bagliori nel soffitto di Dio.

Un lato oscuro soffia dal nord,
nuvole dubbiose di scendere in terra,
sfumando nel grigio di strade proibite.
Ombra che volge, canta soave musiche divine
nel bacio profondo d'un amore senza fine.


~

Le dame, i cavalier, l’arme, gli amori..
Quanto ancora avrebbe solcato quel mondo tranciato dall’inettitudine,
sfigurato dall’avida indifferenza d’uomini privi di coscienza o meramente stolti?
Il vento carezzava placido la ruvida fronte di un corpo rancido, ciocchi di pioggia sprofondavano torbidi come vermi aggrovigliati fra le viscere della terra, pronti ad erompere insaziabili per logorarne le turgide interiora di fango e carne che ivi dimoravano distese. La carcassa putrefatta dell’essere era immobile ed orizzontale, il volto riverso al suolo acido e le vesti lacere e corrose dagli anni.
Quanto tempo era trascorso?
Da quanto si trovava lì, in quello stato?
Nessuno avrebbe saputo dirlo, nessuno avrebbe potuto anche solo immaginarlo,
ma certo era che non fosse in quell’anfratto per propria umile scelta.
Umile, un aggettivo assai poco adatto a quel cadavere, una parola che ben poco s’adeguava alla vista marcescente di quell’insolita creatura: un essere umano dall’aspetto oltremodo femmineo, lunghi capi militari stracciati a più riprese, unti ciuffi neri a coprire il volto spento, un braccio rotto e curvato su se stesso, l’altro esanime e rivestito di sfarzoso cristallo nero.
Nessun uomo avrebbe indugiato in un simile spettacolo.
Nessuno stomaco sarebbe parso abbastanza solido.

Eppure, una bambina osò accostarsi, una creaturina sola di non oltre otto anni, dal volto raggiante e abiti candidi e lindi a tal punto da non comprendere ove finisse la carne di lei e iniziasse la stoffa. L’acerba fanciulla propose qualche passo stentato ma curioso verso il cadavere, senza esibire tuttavia la ben che minima sospinta paura. Era coraggiosa, la bimba, o semplicemente ingenua.
Intorno alle due figure, poi, il tutto sembrava tappezzato da un sottile velo color pece che sformava e ovattava ogni cosa su cui azzardasse posarsi tacitamente.
In lontananza, però, un misero, remoto stillicidio mozzato, calmo, seppur sovrastante l’asfissiante acquazzone che imperversava inarrestabile. La piccola protese il braccio di qualche metro, allungando cautamente il collo verso l’alto quasi volesse meglio rimirare, quasi stesse per accarezzare una belva rara, feroce, aggressiva e dannatamente pericolosa. Ciononostante, le sue dita scivolarono delicate sull’arto spezzato, sfiorando l’esatto punto ove l’osso sgusciava dalla carne tumefatta in un bagno di sangue oramai essiccato; quindi raggiunse il viso, scoprendolo indicibilmente grazioso in quell’affannoso oceano di capelli e lacrime riarse.
Era bella come poche donne al mondo, finanche dopo morta.
La bambina, ad ogni modo, non parve darvi troppo adito e iniziò a canticchiare; sembrava che conoscesse colei che aveva dinnanzi, che scrutasse coi suoi languidi occhietti corvini quell’osceno corpo tanto martoriato, quell’anima tanto raggrinzita dal peccato.

«Io sono colei che hai perduto ♪» bisbigliò a mezze labbra «Io sono colei per cui hai lottato ♪»
Parlò distrattamente quasi tra sé, scrutando meticolosa i lineamenti della donna che andavano ora via via corrugandosi e dimenandosi.
Era… forse… viva?
«Io sono colei che ti salverà, ma non certo per mio volere. ♪»
Gli occhi della piccola assunsero tinte ferruginose, mentre l’avambraccio destro si muoveva lento ma deciso in direzione di un indecifrabile punto nell’oscurità.
Fu in quell’istante che il corpo moribondo della donna si ridestò,
sollevando a malapena il tronco, poggiando sull’ultimo - debole quanto derelitto - arto ancora in forza.
Fu in quell’istante che, dal nulla inestricabile dell’ombra,
un volto noto e cupo prese ad ardere confuso, schioccando gutturalmente nel silenzio intervallato:

MbjDj
R A Y.
Era stato il fu sovrano a strattonarla dal baratro.
Era stato il fu sovrano a conferirle quanto di più avesse necessità.
Il potere era suo.
Lo sentiva scorrerle nello stomaco, lo percepiva infittirsi tra le cosce e risalire caldo lungo il petto ancor più ansimante. Provava il connubio di letizia e insofferenza che da tempo aveva attanagliato il divino cuore, affogava nell’ambizione più crudele, s’accasciava tra le grinze della medesima solitudine. Sentiva il Tormento,
ma anche l’Invincibilità.
...
Una vampata. Istantanea, improvvisa, accecante; bruciò nell’oscurità come fosse stata essa stessa a partorirla: la bimba – dolce e pudica, giovane e sconosciuta dapprima – era adesso svanita per lasciar luogo a una misera fiammella, guizzata nel nulla fino allo sfiorare della maschera meditabonda del pallido Re, esplodendo infine al singolo tocco.
L’inferno discese in terra, il fiato riprese a spirare.
Quattro zampe e un manto irto ricoperto di cenere, tre teste ansanti tinteggiate da sei punti di magma iridescente e una fitta nube arroventata ad avviluppare la scena in un ruvido e asfissiante abbraccio.
Non v’era più pioggia alcuna, né stillicidio, né silenzio corrotto.
V’era solo l’opprimente ansimare della bestia, lusingata dal caotico andirivieni di lamenti e latrati, defunti coatti all’eterna lagnanza, pezzi di budella e carne rafferma dalla dubbia utilità, atti solo a mietere pene e peccati, concepire rimpianti e paure.
Non v’era più nulla d’umano in quell’assurdo luogo, nulla di naturale o tollerabile.
Rekla strinse le palpebre con incredibile veemenza, riaprendole poco alla volta nella speranza che fosse stato quello il solo frutto della propria immaginazione. Ma, suo rammarico, così non accadde. Possente avanti a sé s’ergeva il temibile Cerbero, guardiano d’inferno, forma e sostanza di ciò che era stata la sua nomea di malvagia dama d’oltretomba. Eppure… eppure adesso era al cospetto di se stessa, era al cospetto della propria stessa crudeltà, ed era sola.

«D-dove sono?» chiese alla terza delle facce «Io ti ho ucciso!» urlò a quest’ultima, celata ancor maggiormente dalla maschera oramai sfregiata del fantomatico Leviatano.

«E' la tua mente a tenermi in vita.»
Quelle parole assunsero un suono tanto stridulo da insinuarsi nella mente della donna con foga quasi irrefrenabile. Questa non ebbe neanche il tempo di obiettare che la terza testa riprese a violentarla «Tu mi hai voluto, ed io sono tuo.»
La bestia ringhiò sommessamente, propinando due pesanti passi verso l’umana.
«Resta solo da chiedersi: saprai domarmi?
»

I6eVU
Scena riservata al sottoscritto. Si può chiudere.
CITAZIONE

Cerbero

Qual è quel cane ch’abbaiando agogna,
e si racqueta poi che ‘l pasto morde,
ché solo a divorarlo intende e pugna,
cotai si fecer quelle facce lorde
de lo demonio Cerbero, che ‘ntrona l’anime sì,
ch’esser vorrebber sorde

di-OEJW

La Nera signora, Cerbero, Constantine. Chi o cos'è, dunque, Rekla? Una donna? Una bestia? un demone? Ad un passo dalla fine, parve chiederselo anche Ray quando, guardandola, ella espresse dal profondo del cuore il proprio desiderio: ottenere un potere sterminato, infinito, il più grande di tutti. Il potere di Ray. Uno sguardo, e poi il sorgere di una domanda: ma chi o cosa era ora a desiderare? Da quale voce giungevano quelle parole, fatidiche promesse di un'ancora altra natura, di un'ulteriore nuova sembiante? Nella volubile pazienza di un Dio, il Re dunque ascoltò la richiesta fatta, e fra tutti i poteri che egli possedeva in quell'istante, scelte quello che più si sarebbe accostato alla personalità ibrida di lei, al suo animo misto. Egli concesse a Rekla i poteri del Kodoku, contenitore di anime, vaso di Pandora. E la forma scelta fu quella di un orribile cane a tre teste, il manto nero irto di incubi e disperazione, i grigi latrati ad appestare il silenzio della paura. Il Cerbero. Orrore infernale, egli potrà essere visto solo dalla ragazza e da nessun altro, spettro che costantemente la seguirà ed inseguirà, avido di potere e anime, il suo unico cibo. Tale mostro disporrà di una attiva di PK a costo nullo con la quale sarà in grado di divorare, appunto, lo spirito del nemico rendendosi a lui visibile solo in quell'istante, un attimo prima della morte. Si tratta di una tecnica utilizzabile solo come post conclusivo in un duello o dopo previo accordo, non è in alcun modo sfruttabile in altre circostanze. Una volta divorata l'anima del malcapitato, immediatamente Cerbero acquisirà tutte le sue memorie (che dunque potranno essere rivissute e utilizzate da Rekla in qualunque momento) ed alcune caratteristiche della sua personalità. Di controparte, il mostro diverrà istantaneamente più concreto e forte, ad un passo dal divorare la sua ultima, più bramata, preda: Rekla. Il Kodoku infatti brama tutto e tutti e, più di ogni altro, colui che per primo lo imprigiona e contiene. Se dovesse accadere, se cioè Cerbero dovesse assorbire abbastanza anime da divenire reale, immediatamente egli ucciderà la sua padrona, costringendola a divenire una delle tante anime contenute dentro di lui. I termini di tale "limite invalicabile" staranno interamente alla sportività dell'utente, da gestirsi liberamente. Ogni testa di Cerbero rappresenterà uno fra i tanti "volti" di Rekla: Constantine, Cerbero e, non per ultimo, Ray. Tali personaggi possiederanno in tutto e per tutto le loro personalità distintive e potranno in ogni momento parlare, consigliare e provocare Rekla così da spingerla all'errore e a ricorrere in ultimo al loro potere omicida. Da questo momento in avanti anche Constantine non parlerà direttamente dalla mente della ragazza ma si esprimerà attraverso il kodoku, sebbene a conti fatti il Dono risiederà ancora dentro di lei. Ciononostante, è utile ricordarlo, Cerbero non è un'entità separata da Rekla. Esso esprime la triade che si annida nel suo cuore, separando emozioni e sentimenti in tre differenti personalità a se stanti. Sono tre anime e, al contempo, una sola. Difficile dunque capire quanto effettivamente siano le teste a parlare e quanto, in realtà, non sia altro che Rekla medesima.



Edited by J|mmy - 16/11/2011, 01:37
 
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