Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

King's Doawn ~ L'Alba delle Tenebre

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Lud†
view post Posted on 5/12/2011, 01:30 by: Lud†

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blacksunempirebyconzpir

Cielo e Terra dicono qualcosa
l'uno all'altro nella dolce sera.
Una stella nell'aria di rosa,
un lumino nell'oscurità.


Flebile è la vita che scivola via come acqua tra le dita. Flebile è la reminiscenza di quella giornata situata in uno scorcio temporale all'imbrunire del dì, saluto gioioso del sole che scompare ove oltre l'occhio non può scorgere.
Disteso in terra sanguinante, di schiena poggiato e di occhio fisso al cielo, adagiato su un morbido letto di cloache amaranto, Lux fissava la sublime bellezza di quel sole nero che s'attardava a tramontare. Sangue zampillante che ancor fresco sgorgava dalle sue ferite. Il viatico nella sua testa donato solo da una nenia assordante di festanti campanellini che intonavano un molesto bordello insieme alle grida assordanti di Iblis Naylah che, sbeffeggianti, lo ridicolizzavano nella sacralità del suo io. Corpo e mente trafitti da pene passeggere che trovavano sfogo nella fragile ed effimera condizione umana, occhi in grado di guardare il collassare di quel mondo impuro. Nessun cavaliere errante sarebbe mai giunto a salvare quel mondo ingrato. Non ci sarebbe stato più nessun futuro in cui divenire. E lui, come un'inerme spettatore, non poté far altro che assistere al finale della sua storia e a quella del mondo intero. Quando il globo scuro avrebbe vibrato e tuonato per un ultima volta, inglobato quel mondo in un esplosione senza scampo.
Il rintocco finale fu dato dall'uomo che venne espulso fuori dal globo così come un anticorpo rigetta un infinitesimale batterio dall'organismo. Lo vide volare lì in alto nelle fattezze di un uccello al quale erano state tarpate le ali, precipitare verso il suolo e poco dopo venir investito dal miasma dell'esplosione.
Lux sbatté le palpebre con lentezza, un rigagnolo sgorgò dai suoi occhi, lacrime bagnarono le guance incrostate di poltiglia di fango e sangue, la pelle secca dolé quasi quando venne bagnata dalla purezza delle sue lacrime, e gli occhi bruciarono come immersi in lava. Infine li chiuse, immergendosi nel buio dei suoi pensieri. Improvvisamente la distruzione del mondo non gli parve più come quel dolce nettare vitale che aveva rallegrato le sue tristi nottate. Bensì gli si palesò in tutta la sua inutilità, nessuno avrebbe potuto imparare dall'errore di quella distruzione. Qualsiasi forma di vita avrebbe cessato di esistere. E tutto fu triste. E mentre il calore di quell'esplosione lo investiva, tutto divenne repentinamente nero.
ddddjn
Era passato ormai più di un anno da quel giorno, del vecchio maniero non era rimasta più traccia, distrutto come l'ideale che lo animava, distrutto dalla follia distopica del suo stesso sovrano. Il Leviatano che s'era ripromesso di proteggere quell'ideale, s'era trasformato in un serpente pronto a stritolare ogni cosa, innalzato al pari di un Dio, il Re che non perde mai alla fine cadde sconfitto.
In pochi furono a conoscenza di quello che accadde realmente quella sera, difatti solo i sei generali dei due eserciti assisterono alla fine di Ray, per gli altri invece fu tutto confuso, nessuno seppe con certezza che fine fece quel Re, voci di corridoio noiosamente si susseguirono nelle più disparate teorie, ma tutte avevano un unico filo conduttore. Il Re era morto.
Forse per sua scelta, forse gli Asgradelliani avevano vinto, o forse furono gli stessi generali del Leviatano a fermarlo nella sua pazzia.
Nessuno seppe in realtà cosa accadde, ma avvolto nel pallido alone di mistero, la figura di Ray non conobbe sconfitta, e trapasso così per come era vissuta, senza mai conoscere sconfitta.
Intanto un nuovo sovrano si proclamò, il fu principe Sennar, primo erede al trono nella linea di successione in mancanza di eredi, e il Re non aveva generato nemmeno un bastardo, prese il potere. In molti videro in lui il baluardo di una nuova speranza, un principe amato dalla gente in grado rialzare il reame e ridargli nuovo splendore. In molti la pensavano così, e avevano immediatamente donato la propria spada al suo servizio, altri invece si erano ribellati e ora stavano conoscendo la furia del Toryu. Per Lux fu diverso, lui non aveva giurato fedeltà a un'idea né a un'istituzione, bensì a Ray, e ora, che il re non c'era più, il suo giuramento era come caduto. Terminato nel momento stesso in cui il sovrano spirò il suo ultimo respiro. Tuttavia badò bene dal far trapelare questa sua decisione, era diventato forte si, ma non invincibile. Ma tuttavia non avrebbe mai concepito in Sennar Sighvat, la figura del nuovo Re. Nel frattempo Lux, per tutta la durata di quel sanguinoso anno, non ricevette più chiamate da parte di Satana, né la bestia assopita dentro di lui tornò a farsi prepotentemente sentire, per un lungo periodo semplicemente visse come il fu ragazzo che era stato e che troppo precocemente era stato strappato alla vita, e per la prima volta nella nuova vita prese una decisione che non fu dettata da nessuno, cosciente del suo ritrovato libero arbitrio decise di unirsi alle forze d'assedio della Nera signora, Rekla Estgardel. Per tutto un anno, spazzarono via maniero dopo maniero da est fino a sud, liberando il regno dai ribelli. Fu un anno intenso, l'esercito partito da Basiledra, la capitale del mondo umano, era accresciuto a ogni castello sottomesso fino a divenire una carovana di parecchie migliaia di persone, non solo guerrieri, ma come ogni carovana che si rispetti vi erano mercanti pronti a vender la propria madre per buon danaro, necrofagi pronti a lucrare sui morti, mercenari in cerca di gloria e, attardate di qualche passo, puttane che allietavano le notti dei guerrieri. Negli oltre trecentosessantacinque giorni di marcia e di guerra, varie donne s'erano avvicendate nella tenda del comandante Lux, e ben presto il suo nome tra le mignotte divenne ricercato sia per le doti che per la sua generosità nei pagamenti. Voci di corridoio, le stesse che vociavano del Re, volevano che ogni baldracca al seguito della carovana aveva beneficiato della magnanimità del comandante.
Quel giorno, tuttavia, non ci fu nessuna meretrice nella sua tenda, l'accampamento Toryu era tutto un avvicendarsi di uomini indaffarati negli ultimi preparativi, tutti in trepidante attesa dell'inizio della battaglia. E le donne, così come tutti gli altri parassiti che sgobbavano alle spese della tendopoli, si tennero alla larga dal fulcro dell'accampamento. Lì dove a dieci metri distanti dalle tende vuote dei comandanti, vi era, proprio nel cuore, la dimora della Nera signora, seduta su uno scranno rosso con i suoi sottoposti ai propri piedi. In quel giorno, di caldo afoso che annientava l'ultimo spiraglio di vento orientale, rinchiusi nel deserto stepposo dalle montagne, ci fu l'ennesimo consiglio di guerra.

«Non mi dilungherò in troppe chiacchiere, quindi vedete di starmi a sentire.»


Ci fu un periodo in cui Lux credette che Rekla fosse una ragazza normale, un periodo in cui credette che quella ragazzina fragile agli occhi del mondo, non fosse in grado di governare un plotone di migliaia di uomini, ma ben presto dovette ricredersi. Rekla non era solamente nata per comandare, per molti tratti, Rekla, gli ricordava il fu Re che non perde mai, come se incarnasse qualcosa di lui, come se lei fosse la degna erede. E di certo, nel suo portamento fiero come quello di un leone, la figura di Ray tornava improvvisamente viva, come se effettivamente mai avesse smesso di regnare su quelle terre. E dopo un anno, Lux non ebbe più alcun dubbio a chi avrebbe giurato fedeltà.
Non al principe, non alla principessa, né a nessuno dei duca, no.
Solo a lei, Rekla.


«Oltre quelle montagne c’è l’ultimo ostinato nemico dell’impero. Mi è giunta notizia che, durante un mandato di esplorazione, un manipolo di nostri commilitoni è stato catturato e reso prigioniero da un certo Asaad, comandante e leader di questi sudici ribelli. Il nostro obiettivo è liberarli ed espugnare la cittadina da chiunque osi resistere alla nostra impresa.»


Lux sorrise, sapeva bene che Asaad aveva i giorni contati, nessuno di loro durava in quella dura lotta, tutti perdevano al gioco del trono.

Due di voi prendano subito ciò riescono a raccattare tra le cianfrusaglie dell’esercito: il vostro compito è infiltrarvi nell’accampamento sotto mentite spoglie di mercanti pellegrini. Partirete entro un’ora da adesso, e vedete di essere credibili. Un nostro uomo, un certo Iskandar, vi attenderà lì.
Gli altri tre, invece, si preparino alla battaglia: lascerete l’accampamento fra due giorni»


Lux cadde in ginocchio, con la spada piantata nel terreno e la mano sinistra che impugnava l'elsa, con il volto fieramente alzato guardava con ammirazione il generale.

«Abbiamo ancora del sangue da spargere.»

Si rialzò in piedi facendo leva sulla spada, come un vero cavaliere quale mai era stato, come un fedele mastino al capezzale del proprio padrone abbaiò il suo consenso. Cantilena strozzata a memoria, sommessa litania in cui lentamente aveva finito per credere REALMENTE, come se DAVVERO fosse diventato quel cane ammaestrato che tutti osservavano.

« Come lei desidera, mia signora. »

Voltando le spalle al generale, abbandonò la tenda e s'immerse nuovamente nel marasma della tendopoli.

« Cousland, porta il tuo culo qui, ce lo giochiamo di nuovo. »

Il suo tono era solo fintamente offensivo, da quando la belva sopiva dentro di lui, era riuscito persino a farsi qualche amico, e il leone, era uno di quelli. Il loro gioco era molto semplice, popolare tra i bambini dell'oriente avevano visto questa strana usanza da due uomini condannati a morte che si giocarono a sorte chi doveva crepare per primo, e da quel divertente siparietto i due decisero di fare loro il rito. Il gioco era articolato in una semplice mossa, che consisteva nell'imitare, con il solo ausilio della mano, un oggetto tra sasso, carta e forbice.
Ove, sasso batte forbice ma non carta, forbice batte carta ma non sasso e carta batte sasso ma non forbice, e solo chi faceva la designazione corretta sconfiggeva l'avversario.
« Sas-...so...car-...ta...for-...bi-...ce! »
Entrambe le mani dondolarono in maniera ridicola e al "ce", contemporaneamente i segni della loro decisione presero forma.
« Porc... »
La sua mano si aprì a V in un segno di vittoria che rimase solo figurativo, poiché il leone mostrò il pugno chiuso. Sasso batte forbice, nessuno obiezione.
« A quanto pare tocca a me fare il mercante, dannazione. »
Lux afferrò una spada adagiata su di una botte e la lanciò a Lionet che prontamente l'afferrò al volo.
« Preparati alla battaglia, a quanto pare a me non serve. »
Raccattò qua e là qualche vestito da mendicante, vecchi stracci consunti e logori dal tempo, in qualche modo avrebbe dovuto coprire le sue vesti, altrimenti rischiava di essere scoperto ancor prima di attraversare le porte. Afferrò un bastone di legno e si alzò il cappuccio della veste sopra la testa. Prima di salire sulla collina, dove già lo aspettava il suo compagno, si rivolse per un ultima volta al suo “amico”.
« Ah... Cousland, ricordati che tocca a me ammazzarti. »
Il sorriso si spense nell'ombra del cappuccio.
« Ci vediamo fra due giorni, Lù! »
Quarantotto ore, che saranno mai?
Pensò fra sé e sé.

« Ragazzo, è ora di oltrepassare quelle montagne. »

« Andiamo. »

Qualche ora più tardi...

Arrivarono alle porte della città quando il sole era ormai già calato oltre le montagne, la notte imperversava in tutto il meridione, la luce delle stelle e della luna illuminavano il loro cammino, grilli e altre creature notturne accompagnavano con il loro cantare i due mercanti. Uno di questi zoppicava appoggiandosi a un logoro bastone di legno, nessuno avrebbe negato il conforto di una notte sotto un tetto e in un caldo letto a uno storpio viandante consumato dalla guerra. Dinanzi al loro, un imperiosa cinta muraria era intervallata solamente da un grosso portone in legno di mogano, con grossi battenti in acciaio e una feritoia grande abbastanza da poggiarci gli occhi per guardare oltre lo spesso legno.

Don Don
Don


« Siamo due mercanti pellegrini in fuga da Est, la nostra carovana è stata attaccata da barbari del Re. » Il bussare si interruppe per un momento, come a voler lasciare spazio a chi faceva la guardia di poter decidere se aprire o meno. « Chiediamo solo di ospitarci dietro compenso in una vostra locanda. » Un sorriso si squarciò nella penombra e morì senza esser visto da nessuno.
« Niente più. »
Intanto la bestia era ancora assopita nel suo petto, ancora non scalciava, ancora non urlava, ancora non cercava di liberarsi.
Era cauta.

072p

Ksha...

Ma chissà per quanto.


CITAZIONE

Lux


ReC: 325 | AeV: 225 | PeRf: 150 | PeRm: 300 | CaeM: 225[/size]


Energia: 100%
Status Fisico: Illeso
Status mentale: pensieroso
Equipaggiamento: Kurikara riposta;
Abilità attive:

Abilità passive:

La bellezza di un Diavolo
Sei la fotocopia di tuo padre.
Questa è la cosa che più gli hanno detto da quando ne ha ricordo. Infatti il giovane Lux risulta essere una fotocopia più giovane del padre, ma oltre a questo lui è molto di più. Lui è un ragazzo di diciotto anni, capelli neri sempre scomposti come quelli di suo padre, e i soliti occhi azzurri come il ghiaccio che solo osservandoli potresti innamorarti di lui. Al contrario del padre però, non apprezza molto quei vestiti che lui definisce "antichi" bensì il suo vestiario comprende un taglio molto più giovanile, una camicia e un paio di jeans, niente di più sportivo e al contempo elegante, e le scarpe, beh quelle si abbinano a seconda del Look. Il fisico lo potremmo definire magro, ma in realtà il suo corpo non è esageratamente mostruoso, ha un altezza leggermente superiore alla media, raggiunge il metro e ottantasei, il suo fisico è ben delineato e slanciato, i muscoli assomigliano più a quelli di una statua greca che ai colossi palestrati.
Come il padre risulta piacere alle ragazze, ma stranamente piace proprio a tutti, non c'è nessuno che incrociando il suo sguardo o sentendone semplicemente il profumo, non venga ammaliato.
Tutti, uomini e donne lo trovano attraente, nessuno escluso.
[Descrizione fisica + Tecnica di ammaliamento passiva.]

Le diversità di un Diavolo
Lux è l'incarnazione umana del diavolo, e come tale ci sono cose che lo differenziano da un normale umano, lui non è forte fisicamente, ma è instancabile, raziona le sue energie, non le spreca e non sverra quasi mai.
In termini di gdr ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico,e per tutte le altre tecniche avrà un consumo energetico del 3%, inoltre non ha bisogno di tempo, nemmeno sfiorare l'avversario, gli basta anche solo guardarlo, la sua mente potrà attivare all'istante qualsiasi tecnica illusoria. Lux al 10% non sverrà, ma al 20% proverà comunque fatica e allo 0% morirà.
Inoltre la sua abilità magica non ha eguali, e gli permette di conoscere illusioni che altri comuni mortali normalmente non conoscerebbero. In termini di gdr Lux ha accesso a livello del dominio successivo.
l'abilità illusoria è tale che le tecniche castate saranno di una potenza inaudita. In termini di gioco, ogni sorta di tecnica illusoria o manipolatoria utilizzata, sarà di un livello superiore. Una tecnica a costo alto, varrà per esempio come una tecnica di costo critico. Tecniche di costo critico invece avranno una potenza superiore ad altre tecniche di costo critico, a parità di PeRm.
[Passiva Domino I-II-III, Raziale umana, Cristallo della conoscenza]

Favore delle tenebre: Questa tecnica agisce sul negromante come un'abilità passiva, quindi non ha consumi di energia ed è sempre attiva. Il suddetto, nel momento stesso in cui entrerà in un'ombra che potrà coprirlo totalmente, diverrà completamente invisibile a qualsiasi tipo di occhio. Potrà muoversi all'interno dell'ombra come meglio crede, ma se anche solo un dito fuoriuscirà da essa, diverrà completamente visibile.
Se l'ombra, inoltre, venisse dissolta per qualche ragione, il negromante tornerebbe visibile.
Una tecnica utilissima per nascondersi e attaccare a distanza senza essere scorti.
La tecnica non è un'illusione, ma semplicemente una mimesi, in quanto il negromante si rende identico all'oscurità, tramite un processo magico. La potenza dell'invisibilità è minima, e quindi è contrastabile da qualsiasi tecnica di livello superiore.
Consumo di energia: Passiva

L’abito fa il monaco
Il demonio non si presenta sotto un unico aspetto. Come potrebbe? Egli deve convincere ognuno, deve piacere a tutti. E per questo deve mostrarsi loro nelle vesti che più li rassicurerebbero, che più li convincerebbero ad avere fiducia in lui.
Non c’è quindi da stupirsi se anche suo figlio è quindi in possesso di una tale facoltà. Non lui, ovviamente, perché mai potrebbe eguagliare il padre, bensì i vestiti che furbescamente indossa. Essi, infatti, appaiono ad ogni interlocutore nella forma che sarebbe più utile a rassicurarlo e farlo sentire a proprio agio. Ognuno dei presenti vedrà Lux indossare un indumento differente e nessuno potrà dire di aver visto la reale forma di queste miracolose vesti. [Passiva_ e' una difesa psionica e come tale può essere bypassata]
L’eleganza è essenziale
Queste vesti, che appaiono così ordinarie agli occhi di tutti, sono in realtà state intessute dell’essenza stessa del Portatore di Luce. Ne costituiscono un’emanazione, un pericoloso artiglio teso verso il mondo dei mortali. Sono, come colui che le ha volute, uniche e insostituibili. Per questo motivo non è possibile che la volgare mano dei mortali possa in alcun modo danneggiarle o distruggerle.
Le vesti di Lux saranno indistruttibili per qualsiasi colpo d’arma o d’incanto, che si limiterà a passarvi attraverso senza in alcun modo macchiarle o danneggiarle. I colpi ovviamente, se non opportunamente deviati, andranno però a colpire il corpo del giovane, provocandogli normalmente dei danni. [Passiva]

Punirò il peccatore non il peccato
I vestiti blackstati concepiti per Lux e per lui solo. Il padre, signore degli inferi, ha scelto che solo suo figlio potesse indossarli e sfruttarne il vasto potere. Nessun mortale potrà mai permettersi di appropriarsi di queste vesti. Nemmeno se riuscisse a sottrarle a principe degli inganni, nemmeno se in qualche modo egli se ne privasse. Chiunque diverso da Lux indossi le vesti le sentirà divenire sempre più strette. Se non riuscisse a spogliarle prima ne finirebbe irrimediabilmente stritolato. [Passiva]
And you... I wish I didn't feel for you anymore...
Compassionevole e Kurikara. Essa ama colui che la usa per combattere e desidera salvarlo dall’ultimo, tremendo viaggio. Colui che la stringe forse non sa, o forse non si interessa, a ciò che lo aspetta. Una volta morto la sua anima sarà per sempre risucchiata nella spada e mai libera, mai capace di fluire nell’onda cosmica dell’infinito.
Per questo motivo la spada porta attorno a sé l’aura oscura del demonio pur non essendo né pia né malvagia, ma semplicemente compassionevole. Chiunque la veda proverà immediatamente un senso di angoscia e di oppressione, a cui sarà estraneo solamente colui che la possiede. [Passiva]
Malus:
Il Peccato non ha volto
Le vesti di Lux appaiono agli occhi di chi lo vede come le più adatte a convincerlo. Esse hanno lo straordinario potere di nascondere e ingannare. Ma ad una cosa non possono sfuggire: la realtà che viene dal Padre, lassù, nel Paradiso. Per questo motivo quando l’immagine del giovane si trovasse riflessa in uno specchio o in qualsiasi altra superficie, essa rimanderebbe agli occhi di tutti la visione della verità, supremo bene per gli uomini. Il Peccato, si sa, non è onnipotente. E così essi potrebbero vedere riflesso Lux con indosso stracci grondanti di sangue, di inumano peccato, laceri e consunti, ben diversi da quelli che con i propri occhi gli vedono addosso.
Questo è l’unico modo in cui Dio, dall’alto, cerca di proteggere i propri figli. [Malus]


Note: Bene bene, sono mediamente soddisfatto di questo post, alla fine non è nemmeno uscito tanto lungo, sono riuscito ad essere sintentico. U.u speriamo la qualità ci sia.



Edited by Lud† - 5/12/2011, 11:26
 
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