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King's Doawn ~ L'Alba delle Tenebre

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Xord Gik
view post Posted on 5/12/2011, 20:33 by: Xord Gik





il fine giustifica i mezzi?
stronzate


L'interno della tenda era straordinariamente semplice a confronto con quella degli altri gerarchi. Un pagliericcio perennemente intonso, una cassapanca vuota, un piano di lavoro sgombro. Nessun effetto personale, nessun oggetto utile, niente di niente... come se quella stanza dalle pareti di tela fosse vuota, ancora in paziente attesa di un occupante. Eppure l'impressione che si aveva non era di un luogo asettico anche se accogliente, pronto a congiungere la sua storia con quella di un nuovo milite, ma di una sottile ostilità: occhi che sbirciano bramosi alle spalle, sussurri maligni appena accennati nel vento.
La tenda apparteneva a Godrik vonTabark.

Non c'era persona nell'accampamento che non lo avesse visto di persona, una volta o l'altra: egli aveva infatti l'abitudine di girare spesso per l'accampamento, ispezionando personalmente i reparti di giorno o semplicemente facendosi un giro di notte. Parlavaun po' con tutti, senza far troppe differenze fra soldati semplici e gerarchi, distinguendosi su tutti per un certo non-so-ché nel portamento che implicitamente diceva 'sono migliore di tutti voi, ma non me ne curo'. Non era mai scortese e rispondeva alle battute con ironia sottile, mostrando un certo carisma un po' spaventevole che non attirava le amicizie ma il timore reverenziale della plebaglia - quello riservato alla bestia feroce che ti gira attorno, giocando con te come il gatto col topo per far passare la noia.
Giravano voci su di lui, mai in sua presenza. Alcuni ancora credevano che fosse un vampiro, dopo più di un anno che girovagava gioviale al sole di mezzogiorno, altri non riuscivano a non pensare che fosse un demone di una specie solo un po' più affabile del solito. Dicevano che si era unito all'esercito del Cerbero per fama, soldi, potere, pura sete di sangue. Lui non smentiva né confermava; i suoi motivi erano suoi e solo suoi. E sorrideva, sempre sorrideva: un mezzo sorriso beffardo e sinistro.

Era forse lui un demone assetato di sangue?
Oh, ma assolutamente si~
e non era il solo!



«Non mi dilungherò in troppe chiacchiere, quindi vedete di starmi a sentire.»

Un angolo delle sue labbra si arricciò, unico segno del sorriso trattenuto dal vonTabark: non si dica mai che i soldati non sanno usare le parole! Il tempo in cui Reika Estgardel era una semplice soldatessa era finito da un pezzo, terminato con la morte del primo Leviatano; combattere era ancora ciò che sapeva fare meglio, ma a ciò si erano aggiunti molti altri talenti. Talenti che servivano al Toryu, e talenti che servivano a lui.
Il Cerbero doveva vincere.

«Oltre quelle montagne c’è l’ultimo ostinato nemico dell’impero.» sibilò la Nera, l'indice teatralmente puntato nella direzione. «Mi è giunta notizia che, durante un mandato di esplorazione, un manipolo di nostri commilitoni è stato catturato e reso prigioniero da un certo Asaad, comandante e leader di questi sudici ribelli. Il nostro obiettivo è liberarli ed espugnare la cittadina da chiunque osi resistere alla nostra impresa.»

Pausa, occhiata e un ottimo tempismo.
Da lui nessun mutamento d'espressione.

«Due di voi prendano subito ciò riescono a raccattare tra le cianfrusaglie dell’esercito: il vostro compito è infiltrarvi nell’accampamento sotto mentite spoglie di mercanti pellegrini. Partirete entro un’ora da adesso, e vedete di essere credibili. Un nostro uomo, un certo Iskandar, vi attenderà lì.
Gli altri tre, invece, si preparino alla battaglia: lascerete l’accampamento fra due giorni. Abbiamo ancora del sangue da spargere.
»

Congedati. Così, su due piedi, come il gerarca con sottoposti d'infimo ordine. Cosa che di fatto erano.
Questa era la prima delle cose che doveva cambiare. Per i suoi piani aveva bisogno di considerazione, e la considerazione si poteva raggiungere in due modi: facendosi un nome e dimostrando un'assoluto potere. Due cose abbastanza facili da esibire in una battaglia campale - la battaglia campale, quella che avrebbe deciso il pieno successo della missione. «Sangue da spargere» aveva detto Reika.
Non aveva specificato quanto.

Osservò la schiena della generalessa svanire nel labirinto di tende con un vago sorriso sulle labbra, i suoni familiari della piccola sfida fra Lionet e Lux nelle orecchie. Loro erano quelli che importavano, nell'esercito: il Cousland, Crow, il raffinato Lux, 'Illidan' e lui. Gli altri erano carne da macello, per quanto non completamente sacrificabile: le percentuali delle loro perdite erano il grado di misura del loro successo. Uccidi il nemico prima che uccida te. Resta vivo mentre il tuo nemico muore.
Era ciò che faceva ad Asghabard, prima di diventare un Nessuno.

Si voltò verso Jack e Lionet, gli unici due rimasti. Doveva trovare mappe della fortezza e del territorio dai consiglieri di Reika, una lista delle scorte dal furiere e tutti i rapporti delle spie su cui avesse potuto mettere le mani, poi controllare l'organico dei due gruppi di soldati al suo comando, un'ispezione generale e un giro di birra la notte prima dell'assalto, magari un salto dall'armiere per recuperare una probabilmente inutile spada e pugnale... erano molte le faccende che dovevano essere sbrigate prima della battaglia. L'attesa - quel particolare momento ansimante, sospeso fra la fragile calma dell'inizio del combattimento e la frenetica sovraeccitazione sanguinaria del cuore della battaglia: particolare come esitare sul ciglio di un baratro, sapendo di dovercisi buttare dentro e senza sapere se si sarebbe sopravvissuti. Adrenalina pura. Non l'aveva mai sopportata, da umano: era la parte peggiore dell'essere un soldato.
Come sensazione ora era... peculiare.

« Si inizia. » disse a Jack e Lionet, sogghignando felice.

« Si inizia. »



« Rockwhite, signori. » annunciò, canalizzando l'attenzione dei soldati con un rilassato gesto della mancina. « L'ultima resistenza di questo angolo di mondo al dominio dell'impero.... »
Sorrise mentre si voltava a guardarli, instillando in loro il timor dei Toryu con un sol sguardo.
« ...fino ad oggi. »

Fece scorrere lo sguardo sugli uomini, sui suoi uomini: fanti e arcieri le cui vesti, armi, armature e stendardi erano completamente nere. Erano feccia dal primo all'ultimo, quando aveva assunto il comando, ma ora si presentavano come dei veri soldati - sanguinari e disciplinati. Il primo era un talento naturale, il secondo acquisito con un paio di 'dimostrazioni'. Quegli uomini avrebbero obbedito a qualunque suo ordine, perché conoscevano la spietatezza che si celava sotto la sua affabile maschera.

« La Nera Signora è al loro quartier generale, a... parlamentare. Sapete tutti come vanno a finire questi negoziati, presumo » aggiunse, scatenando un coro di risate « si arrendono tutti, dopo averli distrutti. »

Sogghignò, lasciando che gli istinti più bestiali degli uomini si scatenassero in urla, ruggiti e battere selvaggio di spade e picche contro gli scudi. Li voleva forti, li voleva carichi di furia sanguinaria, voleva che il loro morale fosse alle stelle prima della battaglia. Il barile di birra che aveva fatto circolare la notte prima li aveva elettrizzati senza farli ubriacare, ma ora ci voleva un piccolo richiamo.
(oltre al terrore del loro comandante, beninteso)

« E sarà proprio ciò che faremo: li distruggeremo! »
Alzò la spada al cielo, suscitando di nuovo le loro grida - se proprio doveva indulgere in simili cliché,
allora lo avrebbe fatto fino in fondo.
« Quindi forza, signorine... »

« ....ricordiamo a questa feccia cos'è il Toryu! »

Un ultimo ruggito corale, poi fece un cenno ai suoi luogotenenti e loro iniziarono a disporre i soldati. Gli arcieri misero le corde agli archi di tasso, quasi più lunghi di loro, e controllarono le faretre; gesto inutile, lui stesso si era premurato che avessero nuove frecce e faretre di riserva, ma apprezzato. Gli uomini di Robert furono più rapidi: prima un muro di fanti armati di pesanti scudi a torre, poi file di picchieri a sporgere le loro lunghe armi - creando strato dopo strato un muro invalicabile di lance, acciaio e morte. Nessun viso si scorgeva in quella scogliera nera, nessun cenno di pietà o indecisione
Loro erano i Mostri.

Uscirono dall'accampamento in fila, già pronti per combattere; il messaggio più chiaro possibile: 'noi vogliamo massacrarli'. Erano schierati alla sinistra del Leone Nero, con cui ogni tanto aveva scambiato quattro chiacchiere sulla sua passata vita come Guardia Insonne - giusto per escludere il rischio di un pugnale alle spalle. Nessun rischio: quell'uomo era divorato dall'odio, non era meno feroce di lui. Una persona di cui fidarsi per assicurare il suo fianco destro... e per reindirizzare eventuali attacchi ai fianchi. Niente di personale, per carità! Lo salutò con un cenno, sorridendo come senza cruccio alcuno.

« Un buon giorno per combattere. » gli disse.

Aveva studiato le mappe di Rockwhite prima della battaglia.
Quella non sarebbe stata una battaglia facile.



~
open your heart...



T e n e b r a · P r o f o n d a


Status fisico ≈ Illeso
Status psicologico apparente ≈ ???
Status energetico ≈ 100%
Consumi impiegati ≈
Riassunto ≈

Note ≈

Armi&Co. ≈
Dark Armour ≈
Armatura leggera forgiata in ferro sidereo e Oscurità;
Animofago ≈
Arma da taglio forgiata in Oscurità;
??? ≈
???


D a r k n e s s · i n s i d e · u s ≈
{ tecnica di dominio elementale offensivo ≈ consumo variabile ≈ istantanea }
{ passiva e bonus iniziale: +275 PeRm, -150 Caem ≈ passiva: casting da magie, Heartless e oggetti }
Sensi Oscuri ≈
{ passiva: auspex }
Razza: Nobody
{ passiva razziale demoniaca: timore }


Tecniche ≈












Basso 5%Medio 10%Alto 20%Critico 40%
ReC 250AeV 100PeRf 75PeRm 500CaeM 25




Note di quest ≈
Al comando ho due reggimenti, chiamati 'Mostri': uno di fanteria pesante e l'altro, alle sue spalle, di arcieri; i comandanti sono rispettivamente Robert Frelaware e Adamo Jordan. L'equipaggiamento standard del fante pesante è coltello, spada, armatura completa, elmo a celata e -a seconda della posizione- uno scudo a torre o una picca molto lunga. Archi lunghi, adeguato numero di faretre di riserva, armatura di cuoio e coltello da caccia per gli arcieri. Sono famosi per i loro vessilli completamente neri e per l'apparire (chissà perché! :guru: ) di evocazioni nere nei momenti più cruciali.
Il morale è saldo - anche grazie al giro di birra la sera prima della battaglia.
_
Godrik ha controllato le mappe della roccaforte, ogni dato utile riguardo Rockwhite e i suoi difensori, i piani della battaglia e dello schieramento. Non avendo (off-gdr parlando) tali dati a disposizione, li ho solo accennati (in-gdr parlando).
In bocca al lupo a tutti! :mrgreen:




 
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