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King's Doawn ~ L'Alba delle Tenebre

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J!mmy
view post Posted on 12/12/2011, 20:42 by: J!mmy




Tutto riflette il colore del male,
stanotte che la luna muore trafitta
dalla falce del suo ultimo spicchio.

E le stelle in quel buio
sembrano lacrime sul volto del cielo,
solo sospiri velati e inquietanti
portati dal vento che gela anche il sangue.

Il mare nero s'infrange sul buio
come per spingerlo via dalla terra.
Ma non è ancora tempo di luce,
regna sovrana la notte su noi.

~


bwmGt

Presente • Accampamento delle Tenebre
________________


Mai sfidare la morte, ti dicevano.
Non tentare di lottarla: le fiamme ti prenderebbero comunque.
Non evitarla, non supplicarla, non implorarla: non servirebbe.
Queste erano le prime parole che sarebbero sbocciate nella mente di un comune essere umano, poiché questa era stata la lezione impartitogli dal principio.
Queste erano le ultime parole che sarebbero sbocciate nella mente di ciascuna Tenebra, giacché “morte” non era che il blasone del vessillo sotto il quale essa combatteva, estirpando gli ostacoli con l’audacia e la perversione che più d’ogni altro schiavo di guerra poteva vantare.
Le Tenebre non temevano nulla.
Le Tenebre erano incarnazione e sangue della fine stessa.
Le Tenebre avevano armature di magma, lame di fiamma e cuori di pietra.
Le Tenebre: questo il nome con cui tutti battezzavano l’armata della Nera Regina, un’accozzaglia di cani rabbiosi, teschi privi d’ogni vena diplomatica, rigonfi di oscenità e rabbia, eretti su fondamenta di empietà e vendetta. Servire l’impero non era che una scusante, la giusta causa per omicidi più facili, stermini pendenti dall’acuminato filo di spade ed asce che impugnavano senza alcuna grazia o virtù.
Nessuna regola, in guerra;
nessuna ragione;
nessuna pietà.

Tra farneticazioni e inutili stizze, la Nera Regina venne respinta e cacciata dalla fortezza.

«E’ finita, per voi» aveva sentenziato con un ghigno agghiacciante tra le labbra.
Il corpo si era tramutato in ombra, poi in densa coltre color notte. Svanì nel nulla, così, come il riflesso sbiadito d'uno spettro premonitore, dissolvendosi dunque nella oramai mefitica atmosfera della Roccia Bianca - mausoleo denigrante -, un’atmosfera destinata presto ad essere infranta dalle urla della sua stessa gente, impunita e ignobile come secca erbetta in un manto di splendidi arbusti.
Rekla si ricompose tra le fila del proprio esercito, a più d’un giorno di cammino; un intruglio di scalpi che capì fin da subito l’esito del colloquio, disponendosi quindi in riga perfetta con estrema rapidità.
Linee precise e solide, impenetrabili a tal punto che il braccio di uno sfiorava l’arma dell’altro.
Volti comuni, volti devastati, volti piegati dalla guerra ma insaziati dalla sete.
Gli ultimi volti che i ribelli avrebbero scongiurato prima di perire sotto i possenti colpi del Toryu.

«Mie Tenebre, la morte ci sfida ancora e il fato minaccia le nostri sorti.»
Parlò solenne, dispotica, autoritaria. Il petto infuori e la mancina sull’elsa ne delineavano l’inevitabile volontà sanguinaria, mentre uno spesso elmo nero e due ardenti corna color cremisi arricciate ai lati scivolavano lenti e prematuri sulla cute unta ed altrettanto scura della Cacciatrice.
«Ma abbiamo forse noi timore della morte?!
Credete che il fato possa forse ostacolarci?!
»
Sfoderò la Constantine, la issò al cielo fino a che questa non ne assimilò il grigiore, cosicché tutti potessero ammirare.
Poi urlò incalzante.
«Tenebre!!
Voi siete la morte che inghiotte!
Voi siete il fato che sentenzia!
E ora marciamo, perché quest’oggi l’inferno giunga a riscuotere i propri debiti!
»
Un ululo di obbedienza, un ruggito di belve atte ad agguantare la preda, come mastini del diavolo sopiti nel tempo e oramai ridestati al fine di trucidare, sterminare, annientare.
La Nera Regina si volse e balzò agile sulla sella in cuoio castano: lo stallone nero dagli occhi arroventati e scalpitante tra le cosce dure, l’armatura sfolgorante di cupa lucentezza avvinghiata a carne pallida e fredda come neve di pieno inverno. Il destriero sfrigolò i denti in un mostruoso nitrito, impennando una e una sola volta; poi discese poderoso per l’arida steppa che era stata sua breve dimora: gli zoccoli affondavano pesanti sul terriccio sterile - imprimendovi l'enorme peso - le narici fumavano aria calda, incadescente come vapore di lava, la folta criniera color pece raccolta in più trecce dondolava furente, cadenzata, energica. Infine, al di là del Cerbero, la sconfinata armata d’ombre volgeva al culmine della tanto attesa guerriglia.
Ai lati dell’esercito i tamburi tuonavano all’unisono, fatali e ridondanti riecheggiavano i comandi di marcia per l’ampia successione di roccia e quiete. Le rosse montagne facevano loro da scudo, convogliando il suono stipato di rancore e guidato dall’ira sui volti trafitti della fatua avanzata di moribondi e derelitti, di coraggiosi e subdoli, di mercenari e ladri, di chiunque avesse tanta incoscienza e fermezza da inforcare una qualunque arma al soldo della folle gerarca dimenticata, violata nel profondo persino dalla sua stessa mente.
Come una macchina da guerra incontrastabile sospinta dal solo complesso intricarsi di futili ingranaggi, come una selvaggia fiera aizzata dal furente e indelebile battito del proprio stesso cuore, le Tenebre si mossero con roboante foga, battendo con le else sugli scudi sfregiati allo smodato ritmo di corni e grancasse, violando la pace che fino ad allora aveva straripato in quelle desolate lande meridionali.
Il suolo stesso si divelse ai loro passi, le nubi si squarciarono per illuminare loro il cammino, le roventi fiamme dell’oblio avvolsero i loro taciti lamenti di gioia e castigo, accompagnando il lento e frenato ansimare dei loro fiati, come bestie in cattività pronte a devolvere con inaudita violenza tutta la collera che - spudorata - attanagliava da tempo i loro animi, mutandoli in brandelli di depravazione vomitati dalle stesse viscere del pianeta.
Non essi paventavano la morte,
giacché la morte paventava il loro incedere.

Questi erano gli uomini della Nera,
uomini fieri e logorati dall’ingordigia,
uomini vuoti e al contempo ricolmi di ogni vana sensazione,
che caotica corrompeva le loro menti, bugiarda e violentatrice come una calda e viscida troia tra le braccia dell’amante:
Rekla ne era la reincarnazione, Rekla ne era la madre, Rekla ne era la sovrana.
Quel dì, ancora una volta, l’uomo avrebbe infine avuto di che temere.


itOBZ


~

Tamburi di guerra sulla torre,
tra gli archi dell'arena,
tra le guglie della chiesa.
Tremate, tremate figli di Dio,
le Tenebre si sono destate
e la terra trema per la loro rabbia.
Non basteranno lame ad arrestarne la marcia,
né scudi a difendere le vostre famiglie.
I tamburi inneggiano alla guerra.
Tremate.
Tremate.

CITAZIONE
[QM Point]
Dunque, da questo momento la situazione si fa nettamente più contorta, quindi vi prego di starmi a sentire per bene.
D'ora in avanti i due gruppi si snoderanno separatamente, oltre che fisicamente anche cronologicamente.

Indicazioni • Tra l'accampamento del Toryu e la fortezza di Rockwhite vi sono, come spero si sia notato, circa 26 ore di viaggio. Questo lasso di tempo crea un effettivo divario temporale fra i due gruppi. Il gruppo A (mercanti) è infatti partito quasi immediatamente, mentre il gruppo B (guerrieri) si è semplicemente preparato alla battaglia. In questo turno, invece, la situazione varia: il gruppo A si trova ancora a Rockwhite, 26 ore dopo essere partito dall'accampamento delle Tenebre (soprannome dell'esercito), al momento esatto in cui chiede di entrare e viene fatto passare per opera dell'infiltrato Iskandar; il gruppo B, di contro, si trova ancora nell'accampamento, sempre circa 26 ore dopo la partenza dei due. Il fatto che vediate spuntare Rekla da nient'altro che un cumulo di ombre è dovuto alla tecnica "Settimo Vizio dell'Animo - Illusione" usata con poteri da Qm. Al momento, dunque, vi trovate nuovamente sullo stesso asse temporale, ma in luoghi differenti.
Ora passiamo alle singole direttive:

Gruppo A • Complimenti! Siete riusciti ad entrare a Rockwhite. Il vostro compito è di indagare sulla cattura del manipolo di esploratori. Siete liberi di incontrare qualunque png per vostra iniziativa, ma le risposte alle vostre domande arriveranno da noi Qm nei rispettivi post. E' poco più tardi dell'alba e il sole è scarsamente visibile.
Gruppo B • Si comincia! Mentre i vostri compagni sono a Rockwhite, voi vedete letteralmente condensare Rekla davanti ai vostri occhi, e subito l'esercito si dispone al suo cospetto quasi meccanicamente. Le descrizioni sono le medesime indicate nel post, niente più, niente meno. Rekla fa il suo bel discorsetto, poi ordina la marcia. Avete totale libertà coi png, purché nei limiti del buonsenso. La marcia non finirà in questo stesso turno, ma dovrete terminare il post poco prima l'attraversamento delle Montagne Rosse, alle loro pendici: Rockwhite non sarà visibile da quel punto. Anche per voi, al momento della partenza, è poco più tardi dell'alba. Dopo circa 19 ore vi troverete ai piedi della catena montuosa; per allora sarà più o meno il crepuscolo, e lì dovrete chiudere il post.

Spero di esser stato chiaro, anche se mi rendo conto di quanto questo sia forse il turno più delicato e contorto fra i primi in scaletta.
Confido, tuttavia, nella vostra diligenza e intelligenza, nonché sulle vostre capacità.

Turnazione • Questanti - Oblivion.
Tempi di risposta • 5 giorni di tempo da adesso, e cioè fino alla mezzanotte di sabato 17 dicembre. Per domande o altro, al solito, la discussione in confronto. :sisi:
 
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