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Le Viscere dell'Ombra, [Campagna] "I Misteri di Cagliostro", Side Event pt.2

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Worldgorger
view post Posted on 30/12/2011, 19:29





SIDE EVENT (parte seconda)
LE VISCERE DELL'OMBRA

---

{ Le Viscere dell'Ombra }
« Tutto quello che è interessante accade nell'ombra. » — L. F. Céline
POV - ?????

Risvegliandosi dal torpore i due occhi si aprirono, lampioni gialli nel buio.
Un sorriso, mentre scivolava ancora più in basso -per raggiungere una vecchia amica.
La trovò lì, dove l'aveva lasciata. Si rifiutò di accarezzarla.
« Oh, si, piccoli cavalieri: venite nell'ombra. »

LMAHn

---

Verel, Strange ed Easley rotolorano in basso, sempre più in basso. Fino a toccare terra. Lì, appostato nel buio, c'era qualcuno che conoscevano.
Il RedCap fece loro un breve inchino, allargando le braccia come a volerli metaforicamente stringere a sé.
« Si canta sempre, di giorno e di notte, e voi che urlate lo fate sempre più forte!
Adesso smettete di urlare e farvi domande: non è il vostro Destino questo, è troppo grande.
»
Una voce terribile si sovrappose alle rime dello gnomo sanguinario, una voce che sembrava composta da più voci insieme.
« S M E T T I L A! »
Il RedCap non vi fece caso, e si limitò a guardare il terzetto con aria di compatimento. Batté le mani poi, ed improvvisamente Verel e compagni si ritrovarono preda di una corrente ascensionale poderosa, che subito li trascinò in alto, sempre più in alto.
In breve, si ritrovarono sbalzati fuori, lontani dalla Cripta del Visconte.
Solo allora Verel Si accorse di non avere più con sé la Skywrack, che doveva essergli scivolata di mano nel viaggio di ritorno -un viaggio così sorprendentemente breve.

Là sotto, nelle Viscere, la voce risuonò ancora.
« Hai salvato loro » berciò « ma non potrai salvarli tutti. »
Il RedCap soppesò fra le mani la Tagliatrice dei Cieli, quindi fece un simbolico inchino al nulla.
« Non dovevo salvare loro, ma trattenere questa nelle viscere più nere,
perché ciò che è nato nell'ombra, nell'ombra deve rimanere.
»
________________ ________ ___ ________ ________________


{ Cripta del Visconte d'Ombra }
« Da qualche parte nello Xuaraya - Ora del mattutino. »
POV - viktor; sarkan; franken



III
FOLLOW THE BLACK RABBIT


Oltre il crinale della bassa catena montuosa che tagliava a metà la parte sud di Xuaraya, tra pietre tanto appuntite e taglienti da poter rappresentare un serio pericolo per la sopravvivenza umana, bisognava seguire il torrente che scorreva costeggiando la piccola vallata, superando le rapide e arrivando ad una vera e propria depressione.

Proprio al centro della depressione si ergeva una montagnola solitaria, insolitamente sproporzionata: troppo stretta ed allungata la cima, troppo alta, per una base così piccola, per quanto apparentemente solida. Particolare che i tre non mancarono di notare, fu certamente che nel raggio di almeno un centinaio di metri, le erbacce e la torba cessavano di spuntare selvaggiamente, rilasciando un ampio spazio circolare completamente arido intorno alla montagnola. Se avessero provato ad assaggiare la terra, l'avrebbero trovato non solo secca e salatissima, ma con un vago retrogusto amarognolo, quasi qualcuno si fosse divertito a concimarla con del cianuro.
Non c'era traccia di essere umani nel raggio di chilometri, e perfino gli animali sembravano evitare accuratamente quel mucchietto di rocce sperduto nel nulla.

Si trovavano a circa dieci passi dalla fenditura nella roccia, quando questa si spalancò improvvisamente.
Una violentissima corrente trascinò il terzetto verso la fenditura e attraverso la stessa giù nell'ombra. Parve loro di cadere e continuare quel viaggio nell'abisso per un'eternità, mentre un sogghignare cupo rimbombava nelle loro orecchie.
Quando finalmente atterrarono, non avevano molto da guardare.
Si trovavano parecchie centinaia di metri al di sotto della superficie, non riuscivano a vedere assolutamente nulla, se non una sorta di porta scolpita nello strano acciaio dalle cromature acquamarina che costituiva le pareti dell'antro.
Il portale si aprì cigolando di fronte a loro. La voce -la stessa che prima sogghignava- sussurrò tutto intorno a loro.
« Venite. »


Note del Quest MasterBenvenuti al secondo capitolo di questo Side-Event riferito alla Campagna 'I Misteri di Cagliostro'. Per ragioni di mera opportunità ho preferito gettarvi subito nel vivo dell'azione per mantenere una seppur vaga continuità con il capitolo precedente. Come indicazioni generiche non ho da darvene al momento, quindi mi aspetto dei normali post di 'presentazione'.

Riguardo al 'Come-Siamo-Finiti-Qui?', eccovi le risposte.
Viktor è stato contattato da Lorencillo mentre si trovava nella fortezza dei Von Falkenberg; quale importante membro del Goryo, è lui che il pirata ha voluto informare del pericolo che a suo dire si annida nella Cripta del Visconte d'Ombra.
A Franken Stein è stato più semplicemente ordinato di mettersi a disposizione di Viktor come gregario per quella missione.
Volendo tuttavia assicurarsi che le cose vadano per il verso giusto, Lorencillo ha invitato a prendere parte alla spedizione -dietro compenso ovviamente- anche un personaggio esterno al Clan: Sarkan.

In caso abbiate domande da porre, potete farlo nel topic in Confronto che è stato aperto Qui.
Il termine per postare è fissato alle ore 23:00 di giorno 6.
Ovviamente, turnazione libera.
 
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Lenny.
view post Posted on 31/12/2011, 01:39




I misteri di Cagliostro ~ le viscere dell'ombra
I - L'accoglienza del Visconte d'Ombra


« Lorencillo non ha mentito.. » esclamò il Beccaio, lavorando di redini.
« ..c'è puzza di cose maledette qui. »

Portò Incitatus verso quell'unica, alta parete rocciosa, ersa come un guardiano nel bel mezzo del nulla. Anzi, a esser precisi anche quel nulla aveva un nome: Xuaraya, sfintere incandescente della regione meridionale. Un posto forse troppo lontano anche per uno come Viktor von Falkenberg.
Già, cosa lo aveva spinto a far viaggiare RotteNhaz in quel luogo così poco ameno, a seguire un torrente torbido dappresso una valle deserta, ad attraversare tutte quelle convessità granitiche in sella al suo cavallo, per poi giungere dinanzi ad un colossale fallo roccioso al centro di uno spiazzo d'erba avvizzita?
Non Lorencillo, nome che gli diceva poco e nulla. Non il Goryo, clan alle cui direttive era tornato il moccioso. E di certo non avrebbe mai speso un attimo del suo tempo prezioso dietro futili chimere. No, si era trattato del suo sesto senso. Un fiuto per il potere, un potere che Viktor in qualche modo aveva percepito, sentito nascondersi nelle profondità dello Xuaraya, obliato al mondo intero, forse. E forse anche protetto da qualcuno, o da qualcosa.
Si trattava solo di potere.
E di sete di potere.

Come al solito, il bulbo incandescente sopra la sua testa non riusciva a dargli il minimo calore. Vestiva brache e giubba di cuoio rossa, mantello di velluto color antracite, collo di pelliccia di volpe rossa. E un cappello nero a tesa larga, falda di sinistra sollevata, piumaggio bianco sulla destra.
CRAAACK!
Sollevò il capo verso il cielo, mano guantata mantenuta a coppa sulla fronte per schermarsi dalla luce. Corigliano era lì, figura nera in volo contro il sole. Un tempo capitano di cavalleria leggera, adesso penne nere e becco a uncino, osservatore. Prima e dopo, semper fidelis al medesimo signore della guerra.
Viktor diede di redini, aumentò il passo verso la struttura di roccia. Non era solo, nella ricerca del potere nero del Visconte d'Ombra. Con lui, un ragazzino pallido, emaciato, e un uomo dal volto ridotto ad un carnaio di sfregi e cicatrici, con uno strano affare di metallo conficcato in testa. Un paio di lerci pezzenti che avrebbero dovuto scortarlo nelle viscere dell'ombra, come aveva scritto Lorencillo nella lettera spedita al Goryo. Viktor non ricordava neanche i loro nomi. Non era importante. Ne avrebbero mantenuto uno solo.
Pedine.

L'accoglienza riservata dal Visconte d'ombra si rivelò alquanto deprecabile. Non che il Beccaio si aspettasse una ospitalità da etichetta, ma fu abbastanza scortese venire trascinato via dalla propria cavalcatura, per poi essere risucchiato oltre uno squarcio nella roccia, giù nelle profondità della terra, nel ventre oscuro e profondo della tenebra. Viktor non cercò in alcun modo di contrastare la forza che li attirava negli abissi oscuri, ma al contrario l'accolse con entusiasmo quasi euforico: si trattava di tenebre. Erano trascinati giù nelle tenebre, il mondo a cui lui apparteneva, il regno che più gli era familiare, l'origine stessa di tutti i suoi poteri. Quale ironia, nevvero? Per non parlare del fatto che quel luogo, l'intera struttura, era come se emanasse potere da ogni anfratto, ed erano ancora tutti ben lontani dal suo epicentro, dal fulcro ancestrale di tutta quella forza!
Allargò le braccia nella corrente discensionale, colto da un improvviso accesso di risa.
Doveva ricordarsi di ringraziare Lorencillo, una volta uscito di lì.

La discesa terminò in un loculo di ferro, un antro soffocante, oscuro, silente. Solo dall'alto continuava a riecheggiare un rumore crescente, come uno scuotere di stoffa, o forse uno sbattere d'ali.
Gli angoli delle labbra del Beccaio si curvarono appena in un sorriso, quando comprese.
CRAAAACK!
Gracchiando, Corigliano discese tra loro in una picchiata acrobatica, per poi andarsi ad appollaiare sulla spalla destra di Viktor. Quest'ultimo gli carezzò con noncuranza le penne del capo, mentre studiava la porta sul limitare dell'antro.
« Venite. »
Latrò una voce indefinibile, oltre la porta.

Ingoiò. Non vi era nulla da deglutire, solo una corolla immaginaria di spine nella gola.
Colto da una improvvisa e fervente curiosità, il Beccaio avanzò nella tenebra col suo bastone d'appoggio, come chi sa quel che deve fare, come un vecchio predatore in un labirinto deforme.

« Non statemi troppo tra i piedi, scarafaggi... »
Ringhiò alle due pedine alle sue spalle, con un'espressione venata di disprezzo.
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« ..potreste finire schiacciati. »
E varcò la soglia.



SelfportraitwithDeath

Umano: Rec 325 ~ AeV 150 ~ PeRf 125~ PeRm 525 ~ CaeM 225
Demone: Rec 400 ~ AeV 100 ~ PeRf 100~ PeRm 850 ~ CaeM 150

~ Basso 1% ~ Medio 5% ~ Alto 13% ~ Immenso 29% ~

Energia residua: 100%
Status Fisico: Illeso
Status Psicologico: Deciso

Passive rilevanti in uso
Certain burden_-Aura venefica che rinsecchisce e avvizzisce gli esseri viventi che lo circondano.
Achtung_-Auspex passivo. / Difesa da auspex passivi.
-Passiva psionica di timore (se i personaggi vicini sono di energia inferiore).
Sakrileg_-Mimetizzazione perfetta all'interno dell'ombra. / Percezione visiva al buio (se naturale).
Streben (Arcanismo III liv.)_-Cognizione passiva di qualsiasi magia operata in campo.
-Abilità attive magiche castate immediatamente e senza bisogno di tempi di concentrazione.
-Aumento di un livello per le le abilità offensive di natura magica. Abbassamento di un livello per le le abilità offensive di natura fisica.
Eiserne Wache_Ammaliamento psionico passivo a chiunque venga minacciato direttamente con la canna della pistola.
Netvor bez jména_Completo oblio del vero nome del Beccaio, a meno che non sia quest'ultimo a voler essere rammentato.
Corigliano (compagno animale)_Empatia completa tra il pg e il suo corvo.

Note: Allora, semplice post di presentazione. Viktor arriva sul posto viaggiando prima con Rottenhaz, poi col cavallo, infine - trascinato sottoterra - a piedi. Giù è presente anche il corvo Corigliano - compagno animale - e...diamine, credo che il cappello sia rimasto al piano di sopra. :v:

Ad ogni modo, faccio presente ai miei due compagni la passiva di timore Achtung - razziale avatar - e di invecchiamento Certain Burden - si tratta solo di un invecchiamento estetico dei vostri pg, che dura solo finché restano vicini a Viktor - e di mimetizzazione nell'ombra Sakrileg. Per il resto, mi scuso ma è proprio un maleducato :sese:
buona quest e buon anno a tutti =D




Edited by Lenny. - 31/12/2011, 02:04
 
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view post Posted on 31/12/2011, 17:36





Ticchettava.
Coperto dal fruscio degli organi della fitta selva, ticchettava.
Vipsinia lo stringeva nella mano sinistra, assicurandosene il possesso, continuando a rivolgergli lo sguardo, come se da esso dipendesse la sua vita.
Ultimamente era solita fissare il Nulla, attendere immobile per ore, tacere.
Tutte caratteristiche che non facevano che renderla simile, sempre più simile, a Sàrkan, il quale camminava trascinandosi un velo d'inquietudine alleggerito dalla curiosità.
Era raro che qualcuno lo chiamasse – promettendo una ricompensa – per controllare un luogo.
Sicuramente era pericoloso, e ne era consapevole, però, per una volta, la voglia di vivere realmente, lo spinse ad accettare, a seguire quel piccolo torrente dai suoni così maledettamente fastidiosi, e a giungere spiazzato al cospetto d'una torre di roccia.
Doveva essere stata costruita direttamente nella pietra; le circostanze non permettevano che una normale montagna si ergesse in quel modo.
Eppure, forse l'atmosfera, forse il caso, la sua curiosità veniva stuzzicata passo dopo passo, come un ricercatore sull'orlo di una nuova sensazionale scoperta.
Sensazione abbastanza rara, per un tipo schivo e gelido come lui.

Giunse, ancora leggermente incredulo.
Come anticipato nella lettera, non sarebbe stato solo.
Poco più avanti si trovava un uomo dal corpo segnato da cicatrici e cuciture, come se il suo stesso corpo fosse stato ricostruito interamente con ago e filo. In conclusione, dal suo cranio sporgeva una sorta di vite, tozza e minacciosa. Probabilmente quello era un costrutto, un essere semi-senziente inviato dallo stesso uomo della lettera.
Sicuramente doveva essere un uomo facoltoso, per avere finanziato una spedizione simile.
Anche il sigillo di ceralacca rossa, ancora inspiegabilmente calda sulla carta della busta, indicava il suo stato sociale ed economico.

Pochi istanti dopo, passati nel silenzio di Vipsinia e nel ticchettare del suo amato orologio da tasca, giunse un uomo.
Un vecchio, in realtà.
Il Tempo doveva avergli giocato lo scherzo che prima o poi gioca a tutti.
Eppure, in quei pochi attimi nei quali il loro sguardo si incrociò, sembrava che al Senzanome fosse stato inviato un peso immane da sorreggere, come se solamente i suoi occhi cosituissero un macigno.
Avvertiva una certa familiarità con quell'uomo. Come se l'avesse già conosciuto, o conosciuto il suo perfetto clone.
Capelli lunghi, selvaggi, lineamenti duri, marcati, vestito come se la guerra fosse alle porte.
Un nome veniva ripetuto nella sua testa, ora sempre più forte.

Schurd.

Padre di Sàrkan, incubo impossibile da seppellire, ed ora dinanzi a lui sottoforma d'un altro uomo.
Solamente la visione di quell'uomo scatenava in Sàrkan un incontenibile senso d'inettitudine e d'inferiorità.
Vipsinia sembrò notare che qualcosa non andava, seppur il suo volto fosse immobile e pacato come al solito.
Il respiro si fece impercettibilmente irregolare, ed una forte sensazione di calore, simile ad un'iniezione di adrenalina, lo investì veemente.
Ma non c'era tempo per pensare o per piangere.
Non glien'era stato concesso.
Un'irresistibile forza superiore lo trascinava con sempre più intensità.
Avrebbe piantato saldamente le scarpe al suolo, ma era proprio verso il suolo che era destinato.
La caduta sembrava controllata da una figura esterna alla vicenda, e sia il Senzanome che l'Ombra attraversarono la fenditura nella roccia in un turbinare di pensieri per poi ritrovarsi, quasi come se il tempo fosse scivolato più velocemente del normale, sul suolo.
Non si vedeva più quasi niente e Schurd sembrava essere sparito, così come Vipsinia, la quale aveva trovato una perfetta mimetizzazione con il buio.

Venite.

Sussurrò qualcuno, riaccendendo la fiamma della curiosità in Sàrkan, ora sempre più ardente.
Prima che potesse fare un altro passo, la voce di Schurd spezzò il silenzio, fermando il corso delle sue azioni e dei suoi pensieri.

Non statemi troppo tra i piedi, scarafaggi...

..potreste finire schiacciati.


Oltrepassando la soglia come se avesse fretta.

Sàrkan lo seguì, docile, come se non gli fosse stato detto niente, mentre dentro di sé sentiva l'odio mai sopito tornare a galla. Possibile che fosse solo una coincidenza che un uomo dall'aspetto e dai modi così irritanti si fosse presentato in un posto simile?
Continuò a camminare, standogli a distanza di qualche passo, mentre sentiva che la sua pelle andava appesantendosi e sformandosi; decise tuttavia di – non riuscendo a vedere con chiarezza cosa stesse realmente succedendo – non curarsene.
L'ombra lo seguì, mantenendo un basso profilo, tornando ad ascoltare la melodia derivante dal piccolo orologio da tasca.



Riassunto: Non faccio niente di ché, arrivo, mi faccio catturare dalla fenditura nella roccia, varco la soglia.
Schurd, che cito più di una volta all'interno del post, è il padre di Sàrkan che vede reincarnarsi nella figura di Viktor pienamente; sia chiaro, Schurd non è un personaggio che mi sono tirato fuori dal cilindro casualmente, era un personaggio che avevo già pensato, e che, per coincidenza, ho potuto inserire in questo contesto.
Status Fisico: Illeso.
Status Psicologico: Estremamente turbato; curioso.
Energia: 100%
Status Fisico Vipsinia: Illesa
Status Psicologico Vipsinia: Sovrappensiero.
Posizione armi: Entrambe le spade riposte.
Abilità Passive in uso: Evocazioni dello stesso livello energetico dell'evocatore.
Ogni abilità è castata istantaneamente.
Auspex passivo per la magia.
Non sviene una volta raggiunto il 10% delle energie.
Possibilità di parlare con gli animali.
Abilità Attivate: Nessuna.
Note: Ah, ovviamente molti comportamenti di Sàrkan sono dettati dalla passiva di timore nei confronti di Viktor.
 
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Vikisix
view post Posted on 3/1/2012, 13:58




Si nasce tutti pazzi. Alcuni lo restano. Ed è questo il caso del Dottor Franken Stein. Si trovava in una depressione con altri due estranei. Si teneva ben distante da loro. Li scrutava con aria annoiata. Indossava i suoi soliti abiti. Un camice bianco aperto e completamente ricucito. Una felpa a collo alto di diversi colori:grigio,rosso e nero. E per finire dei comodi e scuri pantaloni di velluto. Aveva con se una vecchia e logora borsa di pelle e uno strano ‘pacco’. Con malavoglia prese una sigaretta e se l’accese. Si sollevò gli occhiali con al punta del medio e dopodiché fece fare qualche giro al bullone che aveva conficcato nel cranio.

Crick...Crick

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Intorno ai tre solamente il nulla. Non vi era nessuna forma di vita. Solamente un’immensa montagna. Perché aveva accettato quell’incarico?
Chi se non un folle poteva andare a nascondere qualcosa in quel luogo? Un vero e proprio malato mentale. Un soggetto interessante per la ricerca.
Questo era il ‘vero motivo’. Il suo chiodo fisso, la curiosità, lo aveva spinto in questa mortale impresa. Da tempo non sperimentava qualcosa di divertente, unico e sadico. Poi era da almeno un mese che non lasciava il suo laboratorio ed essendo un dottore sapeva perfettamente che ogni tanto doveva sgranchire le sue vecchie e logore ossa.
Visto cosa può elaborare la mente di un pazzo? Conclusioni senza senso. Il suo subconscio per salvarlo da morte certa aveva elaborato questa fantasiosa scusa. Sapeva perfettamente che doveva obbedire e a modo suo lo aveva fatto. In ‘realtà’ lo avevano obbligato a seguire un tizio di cui non sapeva nulla e non gli interessava nulla.
E ora si trovava lì, con loro.

Chi è l’altro? Chi siete? Nessuno si era presentato, tutti taciturni, ma che cazzo! Avete lasciato la vostra educazione nel deretano? Pronto! Per caso non siete stati ancora svezzati!? La mammina non vi allattava quando eravate bambini? Da ragazzi eravate quelli sfigati della classe? Tutti vi ignoravano? Bene ecco a voi la soluzione: la psicoanalisi del Dottor Franken Stein. Inoltre sarà completamente gratuita!

Ecco il flusso dei pensieri incontrollati del dottore. Non disse nulla, anche se era convinto del contrario. Sapeva che in un modo o in un’altro i suoi compagni lo avrebbero ‘letto’.
Si teneva un po’ distante, forse per paura, o magari per noia. Fece fare gli ultimi giri al bullone.

Crick...Crick

Un profondo respiro e poi, dopo qualche secondo, con soddisfazione espirò. Scaturì una densa nube di fumo. Le pupille si dilatarono lentamente. Era pronto a lavorare.

«Buon giorno. Il mio nome è Dottor Franken Stein e... »

Non riuscì a finire la frase che tutto fu risucchiato dalla montagna. Una caduta lunga e interminabile che terminò nelle viscere dell’ombra. Si risollevò leggermente dolorante. Era irritato. A quanto pare 'educazione' non era la parola del giorno. Stein non aveva la minima idea di ciò che gli stava accadendo.
Sentirono una voce, probabilmente il padrone di casa, e poi i due si incamminarono verso un portone. Prese lo zippo e si riaccese la sigaretta. Ispirò nuovamente con soddisfazione. Beh non gli rimaneva altro che seguirli, prese tutti i suoi averi e così fece.
Però prima tirò fuori un taccuino di pelle, anch’esso completamente ricucito, e iniziò a scarabocchiarci sopra. La mano si muoveva rapida e fulminea. Lo sguardo sicuro e distaccato. Una volta finito avrebbe riposato il diario nella tasca del camice.
Si teneva a diversi passi dai suoi compagni di disavventura, quelle persone così 'amorevoli' e 'disponibili'.



Soggetto 02-M
†Nome sconosciuto
†Età Sconosciuta
†Razza Sconosciuta
Fa il gradasso, chiama gli altri scarafaggi ed incute un certo timore. È distaccato. Probabilmente ha avuto un’infanzia difficile e ha bisogno d’attenzione... un sacco d’attenzione. Forse la zia lo molestava, il padre lo picchiava,boh.
Di certo non ha amici e probabilmente l’unico che può definire tale è il suo animaletto sfigato.
Comunque di sicuro fa tutto ciò perché si sente insicuro e lo nasconde sotto una scorza da duro.


Soggetto01-M
†Nome Sconosciuto
†Età Sconosciuta
†Razza Sconosciuta
La mia conclusione è che è frustrato sessualmente. Si porta dietro una ragazza, a che pro se non per questo ovvio motivo? Ha bisogno di una mano... si una mano per sfogarsi. Inoltre anche lui non parla. Tutti qui hanno avuto un infanzia difficile. Tipo insicuro lo si può dedurre dal fatto che sposta il peso da una gamba all’altra.
Note:L’ho chiamato soggetto01-M solo per fare un affronto al soggetto02-M.








Dottor Franken Stein

~ Rec:275 ~ AeV:125 ~ Perf:125 ~ Perm:325 ~ Caem:175
~ Status Psicologico: Attualmente è irritato dall'atteggiamento dei suoi compagni.
~ Status Fisico: Illeso
~ Energia Residua: 100%
~ Energia Impiegata: 0%
~ Abilità Passive:
†Non sviene una volta raggiunto il 10% delle energie
†Lancia le difese istantaneamente [1°passiva Absolute Defense]
†Difese 360° stesso potenza dell'energia spesa [2° passiva Absolute Defense]
~ Abilità Attive[0/2] : //
~ Riassunto: C'è poco da dire. Si parte in medias res. Stein si trova già con i suoi compagni d'avventura. Non si capacita del loro comportamento scortese che lo fa 'impazzire'. Viene risucchiato dalla montagna e una volta lì decide di iniziare la sua personale 'cura'. Per attuarla quindi inizia a prendere 'appunti' e intanto segue gli altri due.
~ Note: Essendo il mio pg un vero e proprio pazzo ho cercato di farlo comportare come tale. Spero che nessuno si offenda per questo. Le due tabelle alla fine è ciò che dovrebbe esserci scritto nel suo taccuino.
La prima frase è una citazione di:"Samuel Beckett,Aspettando Godot (Estragone)".
Inoltre la narrazione è volutamente astratta nel tentativo di trasmettere al lettore la confusione che prova Stein. Ho cercato di non essere coerente proprio per tale motivo. Infine dobbiamo specificare che sminuisce gli altri poiché in realtà è lui quello che si sente inferiore a causa dalla paura instaurata dal Beccaio.

 
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Worldgorger
view post Posted on 13/1/2012, 03:27




LA CREATRICE DI INCUBI
—where: le viscere dell'ombra

Le sue dita accarezzavano la superficie bianca e levigata, leggermente convessa, della maschera che teneva in grembo. Le piaceva quella morbida protezione che l'oggetto sembrava offrire al tatto, rivelandosi liscio e duro, salvo dove l'alabastro si adombrava, fondendosi con l'ossidiana e l'acciaio, lì dove le increspature formavano due semicerchi che costeggiavano le parti laterali di quel viso scevro di lineamenti.
Osservò per l'ennesima volta l'intricato disegno raffigurante un drago che tentava di mordersi la coda senza riuscirci, l'effige stessa di ciò che lei era: un paradosso del tempo, un'anomalia che aveva strappato il moto circolare delle ere, l'anello che si era spezzato nella catena degli eventi. Sorrise -non riuscì ad impedirselo- e sollevò i suoi occhi grigi sull'uomo che le stava al fianco.
« Non angustiarti, Nero » lo rincuorò, sollevando una mano per accarezzare la sua.
« Lascia che vengano, sapremo come affrontarli. »
L'uomo si ritrasse di colpo, come se a sfiorarlo fosse stata una serpe. La guardò con un misto di terrore e disprezzo, ma lei sapeva -lo sapeva fin troppo bene- che il disprezzo di quella vile creatura era solo per sé stesso.
Abbassò la mano, ignorando il suo gesto, e si accarezzò la spalla.
« Fa freddo qui » aggiunse con voce roca, accarezzandosi voluttuosamente un seno. All'uomo parve non sfuggire il particolare dei suoi capezzoli turgidi che premevano con prepotenza contro il leggero chitone di seta che indossava.

« Allora vattene » rispose, piccato, distogliendo immediatamente lo sguardo.
La Creatrice di Incubi aggrottò le sopracciglia, senza tuttavia commentare la risposta sgarbata del suo interlocutore.
"Un tempo" pensò "per potermi ammirare avrebbe ucciso. E adesso..."
« Non dovresti nemmeno essere qui » rilevò l'uomo in tono neutro,
« Dovresti rimanere al tuo posto, lo Scrigno-- »
« La preoccupazione non ti dona, mio buon amico » lo interruppe, sorridendo.
« Lui sa che sono qui. Anzi, ti dirò di più: è stato proprio lui a mandarmi. »

« Perché? »
"Perché quando tutto questo sarò finito io sarò nuovamente libera. Una schiava, ma libera di scegliere il mio padrone. Libera di soggiogarlo."
« Volevo conoscere i volti di coloro che mi libereranno. »
L'uomo si concesse una forte risata, falsa quanto il suo buonumore. Lei lo sapeva: ogni volta che qualcuno violava i recessi della Cripta, il suo Nero diveniva irritabile, l'ansia iniziava lentamente a divorarlo. Lui lo aveva giurato, davanti agli uomini e ai suoi dei -soprattutto, l'aveva giurato davanti a lei:
"Sarai mia o di nessun altro" aveva detto. E così era stato.
« Non accadrà, mia cara. Non accadrà. »

Si sollevò improvvisamente un lieve venticello. Shireen, la creatrice di incubi, si guardò intorno, eccitata.
Nelle viscere dell'ombra, i fenomeni atmosferici non esistevano: erano un sinonimo di vita, di mutamento, erano parte di un mondo in continuo divenire. Là sotto invece c'erano solo fantasmi, ogni cosa era uguale a sé stessa. Non c'era vita e non c'era morte, solo un eterno limbo. L'oscurità regnava, e insieme a lei lo Spettro del Buio. Che però non si era fatto sentire fino a quel momento.
« Vento...credo che i nostri ospiti abbiano varcato la soglia. »
« Di certo non sono stato io ad invitarli. »
« Lo Spettro? E' tornato? »
« Chi altri? »

Si portò una mano alla gola. Per quanto tutti avessero sempre considerato lei ed i suoi figli come creature malefiche, erano nulla in confronto allo Spettro del Buio. Quell'essere dimorava nell'oscurità, le tenebre erano il suo regno, le Viscere dell'Ombra il suo baluardo. Si cibava delle paure degli altri. Si cibava dei figli che lei partoriva: gli incubi.
« Se è stato lui, non andranno lontano. Devo intervenire. »
« Sai questo cosa significherà, vero? Se vieni uccisa-- »
Il sorriso tornò a spuntare sulle labbra di Shireen. Quello era il suo Nero, l'uomo che l'aveva amata più di ogni altra cosa al mondo, che aveva rinunciato alla sua vita e a tutto ciò che era e sarebbe potuto diventare, solo per lei.
« Non morirò. E' una promessa. »
« Sai che non posso accompagnarti... »
« Lo so » rispose, abbassando lo sguardo, tornando a fissare la sua maschera. Era molto tempo che non la indossava. Quasi cinquant'anni.

lRulw

« Gli Incubi possono attendere per parecchi anni, Nero » disse,
« ma tornano sempre a raccogliere le loro prede. »
Rise, e scomparve.
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LO SPETTRO DEL BUIO
—where: terzo livello della cripta

Li aveva invitati ad entrare e loro, poveri stolti, avevano accettato l'invito.
Si cullò nell'abbraccio delle tenebre, guardandosi intorno con discrezione. Da quanti anni non tornava in quel luogo? Faceva parte del suo regno, come ogni altra cosa immersa nel buio, ma troppe volte era tornato in quei luoghi per trovarli disabitati. Le uniche compagnie che aveva trovato erano stati il Vecchio ed il Cavaliere, entrambi resi aridi dal rancore, entrambi troppo devoti al loro dovere per potersi permettere il lusso di avere incubi.
Erano uomini insonni, che non risentivano della fatica perché in quel luogo incatenato nella roccia il tempo non riusciva a trascorrere, si fermava. Non c'era spazio per lui, né cibo.
Per tanti anni si era tenuto distante da quei luoghi, finché qualcuno non lo aveva chiamato, qualcuno a cui non aveva potuto opporsi.
"Vai nel rifugio del Visconte d'Ombra" gli aveva detto, con quel suo sorriso falso e smielato, "Non intervenire, limitati ad osservare; quando il nostro caro Guardiano cadrà, portamelo."
Aveva ubbidito, senza che la cosa gli recasse il benché minimo problema: era stato facile, anche se non si era aspettato di vedere quei tre damerini riuscire dove nemmeno il Nero era riuscito. I tempi stavano cambiando, non c'era dubbio.

A risollevargli il morale, violando la monotonia di quel luogo, furono i tre nuovi arrivati. Si guardò nuovamente intorno, con maggiore circospezione: loro non l'avrebbe visto -forse si sarebbero sentiti osservati, ma non potevano in alcun modo scorgerlo-, ma il RedCap forse sì. Fortunatamente, il nanerottolo canterino non sembrava essere nei paraggi.
Si concentrò sul terzetto che, superato un breve cunicolo roccioso sormontato dall'enorme architrave della porta che lui stesso aveva spalancato per loro, si apprestava ad entrare nella più grande degli antri che componevano la Critpa.
Si fermò ad osservare i loro sguardi, pregustando il moto di sorpresa che avrebbe percorso i loro occhi di lì a poco. Era stato così anche per lui, la prima volta che si era recato fino a quel punto remoto del suo regno: la magia del Visconte era potente, ed in quel luogo si manifestava in una maniera che straripava dagli argini della ragione, solleticando il subconscio di quei pochi (s)fortunati che riuscivano a mettere piede in quel posto.
Già, perché in quell'antro, nulla era come doveva essere. O meglio: tutto sarebbe stato come loro avrebbero voluto che fosse. Ma non potevano saperlo -dunque non potevano controllarlo.
Si sarebbero stupiti, certo, forse anche impauriti. Poi, però, avrebbero proseguito.
Erano terribilmente prevedibili, i mortali.

Lo sguardo dello Spettro anticipò il terzetto presso gli ingressi di tre differenti cunicoli,
ognuno dei quali portava in una diversa ala della Fortezza Triangolare, una sorta di castello che si trovava perfettamente al centro della cava che costituiva il terzo livello della cripta.
Con un sorriso mellifluo, lo Spettro si chiese in quale delle tre gallerie si sarebbero infilati quei tre, denigrandoli per le inutili discussioni che avrebbero seguito quella scoperta, argute dispute basate sul nulla e che nel nulla sarebbero sfociate.
« Poveretti » li compatì, in un sussurro inudibile per chiunque,
« non possono certo immaginare che alla fine di ogni tunnel li attende la stessa cosa. »



Note del Quest MasterIl vostro ingresso nella Cripta è avvenuto in maniera completa, adesso. Vi ritrovate in una caverna enorme, non riuscite nemmeno a intravederne la sommità. La particolarità di questo livello del Dungeon è che non potete fare particolare affidamento sulla vostra vista. Non vi ho descritto l'ambiente proprio per questo motivo: ognuno di voi vedrà quello che il suo personaggio si aspetta di vedere, e nient'altro. Anche guardando i vostri compagni d'avventura, non vedrete ciò che sono ma ciò che il vostro pg reputa che siano.

Unica cosa 'reale' e uguale per tutti e tre, è la presenza di tre tunnel differenti, unica via per proseguire il vostro cammino. Gli ingressi sono larghi abbastanza da consentirvi di procedere tutti insieme, ma se preferite è nelle vostre possibilità dividervi.

Non credo ci sia altro da dire. Se avete domande, utilizzate il topic in 'Confronto'.
Il termine per postare è fissato alle ore 23:00 di giorno 16.
 
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Lenny.
view post Posted on 14/1/2012, 11:25




I misteri di Cagliostro ~ le viscere dell'ombra
II - Sfidare il labirinto


Il Beccaio avanzò in un grande vuoto fatto di ombre e silice. Lì sotto, a centinaia di metri dal suolo, tutto era gelido: il respiro si condensava in sussulti opachi, quasi spettrali. Si trovavano in una caverna, radice di ancestrali e oscure forze sotterranee, con acqua nera come inchiostro che filtrava dalle cavità. Sentì altra acqua filtrare dall'alto, stillicidi ritmici sul suolo. Una foresta di stalattiti della pioggia cadeva nel buio, incessante, inscrutabile, linfa sconosciuta della montagna. E credere che sopra le loro teste, a chissà quante leghe di distanza, v'era quel letamaio a cielo aperto dello Xuaraya a cuocere sotto il sole!

Cumuli pietrosi delle forme più improbabili occupavano quasi ogni angolo dell'antro. Viktor strinse gli occhi. No, non erano cumuli rocciosi. Si trattava di teschi, colonne vertebrali, casse toraciche, curvature pelviche. Grappoli grotteschi di corpi in fase terminale. Passata l'età della decomposizione, oltre l'età dei vermi. Festoni di stracci ricoprivano gli scheletri, resti di divise, uniformi, emblemi, tutti sbiaditi in un solo colore putrido. La fine di chi si era dimostrato troppo debole?
Una giusta fine, allora!

Nessuna traccia del Visconte d'Ombra. Nessuna traccia di niente.
Solo magia. Un potere sconosciuto che pulsava ovunque attorno a loro, come se rivestisse l'intero antro cavernoso. Il Beccaio lo avvertiva, senza darvi troppa importanza: era certamente dovuto alla forza celata nelle profondità della cripta. Un oggetto? Un essere vivente? Non aveva importanza, non per lui. Il futuro dominatore dell'Asgradel doveva poter controllare un potere simile. Nessuna incertezza, nessuna indecisione, nessun dubbio sul da farsi: superò gli stagni cristallizzati di ghiaccio e pezzi di scheletri, avanzando nell'ombra a passo sicuro, come se conoscesse la strada. Clack! ogni suo passo accompagnato dal legno che cozzava contro la roccia, fino a sfidare nuova tenebra.

Si ritrovò in un tunnel più largo, più tondeggiante. Dinanzi a lui, tre strade. Tre gallerie una parallela all'altra, tre scelte una diversa dall'altra.
Un'altra sfida - o meglio, un'altra trappola - imbastita dal Visconte, non poteva essere altrimenti. Respingere i deboli e accogliere i degni, ecco di che si trattava.
O forse solo burlarsi di tutti loro.
Ma Viktor non era un debole, né era disposto a giocare a nascondino con il Visconte; non avrebbe abboccato a quell'insulso sotterfugio. I due scarafaggi alle sue spalle, forse, non lui. Ma, accecato com'era dalla sua sete di potere, dalla sua letale wille zur macht, non degnò i due che lo seguivano neanche di un'occhiata di sbieco.

« Mi stai tediando, Visconte »
Ringhiò alle tenebre, mentre un fascio di luce violacea schizzava dalla mano tesa. A indicargli la giusta direzione, a indicargli la strada verso ciò che cercava. L'unica, vera motivazione che lo aveva spinto a inoltrarsi nelle viscere dell'ombra.
Potere.
Viktor lo sentiva. Era lì, da qualche parte, pronto a essere posseduto dal suo nuovo padrone oscuro. Il Visconte era debole, il Visconte si nascondeva dinanzi a lui! Il Beccaio doveva sottrarre quel potere strappando via il cuore dal petto del Visconte se necessario; così da accrescere il proprio senso di potenza, volontà di potenza, potenza stessa!
Qualsiasi cosa fosse nascosta nella cripta
..era il signore di RotteNhaz a meritarla!

Viktor von Falkenberg sogghignò, di acido divertimento.
« Non osare deludermi. Non ancora. »
E di tetro disprezzo.



SelfportraitwithDeath

Umano: Rec 325 ~ AeV 150 ~ PeRf 125~ PeRm 525 ~ CaeM 225
Demone: Rec 400 ~ AeV 100 ~ PeRf 100~ PeRm 850 ~ CaeM 150

~ Basso 1% ~ Medio 5% ~ Alto 13% ~ Immenso 29% ~

Energia residua: 100% -1% = 99%
Status Fisico: Illeso
Status Psicologico: Deciso

Passive rilevanti in uso
Certain burden_-Aura venefica che rinsecchisce e avvizzisce gli esseri viventi che lo circondano.
Achtung_-Auspex passivo. / Difesa da auspex passivi.
-Passiva psionica di timore (se i personaggi vicini sono di energia inferiore).
Sakrileg_-Mimetizzazione perfetta all'interno dell'ombra. / Percezione visiva al buio (se naturale).
Streben (Arcanismo III liv.)_-Cognizione passiva di qualsiasi magia operata in campo.
-Abilità attive magiche castate immediatamente e senza bisogno di tempi di concentrazione.
-Aumento di un livello per le le abilità offensive di natura magica. Abbassamento di un livello per le le abilità offensive di natura fisica.
Eiserne Wache_Ammaliamento psionico passivo a chiunque venga minacciato direttamente con la canna della pistola.
Netvor bez jména_Completo oblio del vero nome del Beccaio, a meno che non sia quest'ultimo a voler essere rammentato.
Corigliano (compagno animale)_Empatia completa tra il pg e il suo corvo.

Attive utilizzate


~ Fallstrick__ _Infinite sono le vie della vittoria, per il Falkenberg. E nessuna di queste potrebbe mai disdegnare l'uso di tranelli, inganni, infidi trappole allo scopo di distorcere l'attenzione del nemico. esempio fulgido della linea di condotta combattiva di Viktor è questa tecnica: dopo un attimo di concentrazione e di silenzio, il Beccaio riuscirà a evocare sul campo di battaglia un'immagine rappresentante qualsiasi tipo di oggetto/persona/creatura. Tale immagine potrà essere vista da tutte le persone presenti sul campo di battaglia e ingannerà magistralmente i sensi della vista e dell'udito. Potrà parlare, quindi, e fare rumore, ma non possiederà alcun odore (benché solo quelli col fiuto più acuto potrebbero accorgersi dell'inganno) e non potrà in alcun modo attaccare il proprio avversario o fingere di farlo. A tal proposito, l'immagine non potrà nemmeno muoversi dalla sua posizione, pur potendo compiere qualche movimento circostanziale. Se per qualsiasi ragione l'avversario dovesse entrare in contatto con l'immagine, essa esploderà improvvisamente in un raggio di un paio di metri, provocando un danno pari a Medio a tutte le persone coinvolte. In caso contrario, essa rimarrà in campo fino al termine del turno, svanendo nel nulla una volta "smascherata".
E se fosse Viktor a cadere in una trappola dell'avversario? O se perdesse la strada, se i suoi nemici si nascondessero alla sua vista così da assalirlo alle spalle? E se gli fosse stato sottratto un tesoro da dei ladri? Nessun problema, non per l'Oberkommandierende. Alzando i palmi a coppa innanzi a se, Viktor sarà in grado di creare una sfera lucente dal diametro poco minore di un pugno, che gli indicherà la giusta direzione verso un determinato (o non) obbiettivo. Ad essa potrà essere impartito qualsiasi traguardo. Un'uscita, un avversario, anche invisibile, o un arma persa precedentemente, tuttavia questo dev'essere conosciuto, almeno teoricamente, e presente sul campo di battaglia. La stella lo raggiungerà ad una rapidità che permetterà al Beccaio di seguirla, o di non perderla di vista, e cercherà di seguire il percorso meno ostacolante per arrivare al traguardo. Una tecnica inaspettatamente utile contro nemici invisibili o simili.
{Pergamena Tranello, consumo di energie: Medio} & {Pergamena Stella, consumo di energie: Basso}

Note: La passiva del dominio arcanismo permette a Viktor di avvertire la forza magica del dungeon, che ai suoi occhi appare come una caverna sotterranea colma di scheletri. In ogni caso lui non cerca il visconte, bensì la forza che crede sia nascosta all'interno della cripta - un oggetto, o in caso esso non fosse presente, una qualsiasi entità, anche quella del visconte - .
Dinanzi alla scelta delle tre strade, dunque, casta la pergamena Stella, prendendo quella in cui si dirige la luce viola e seguendo unicamente la propria volontà di potenza.


 
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Vikisix
view post Posted on 15/1/2012, 23:25




Una gamba davanti all’altra. Un passo dopo l’altro. Camminava seguendo gli altri due. Più si inoltrava nelle viscere dell’ombra e più tutto acquisiva un senso. Tutto sembrava più definito e nitido. Finalmente la realtà era ‘reale’.

guesswhosbackbabybydoct

Lentamente la caverna iniziò a mutare. Non se ne accorse neanche. Fu qualcosa di così sublime e naturale che per Stein sembrava tutto normale.
Tutto era come doveva essere.
Una luce accecante colpì i suoi occhi. Si trovava in un’immensa sala operatoria. Ovunque, intorno a lui, vi erano: infermieri, dottori, assistenti e specializzandi. Tutti uguali! Tutti erano Stein, solamente con abiti e modi di fare completamente diversi.
Erano un’infinita. Non si potevano contare.
La sala era completamente bianca e sterile. Delle mattonelle bianche ricoprivano ogni superficie. Immense pozze di sangue e schizzi vari. Urla di dolore. Vivisezioni. Cadaveri putrescenti lasciati a marcire. Parti di corpo amputate. Interventi e esperimenti puramente casuali in atto. Vari carrelli con sopra: bisturi, siringhe, seghe, aghi, fili, mascherine, guanti e molto altro ancora! Era presente ogni sorta di strumento medico. Inoltre ogni uno di questi era spinto da un infermiere Stein.
Il dottore entrò e tutti si zittirono.
Un brusio. Tutti lo fissavano. Il silenzio totale.
Franken fece un respiro profondo e finì la sua sigaretta. Si alzò gli occhiali con la punta del medio e fece fare qualche giro al bullone conficcato nel cranio.

Crick...Crick...

«Beh! Cosa state facendo!? Tornate al lavoro! »

Alcuni risposero, altri ripreso a lavorare come se nulla fosse, altri ancora lo insultarono e iniziarono a bere e fumare. Era un vero e proprio circo!
Due assistenti si avvicinarono a lui. E uno di loro disse.

“Dottore cosa facciamo di questi due sacchi della spazzatura?”

L’altro, più timido, indietreggiò di un passo, chinò lo sguardo verso il basso e con un filo di voce aggiunse.

“Non possiamo farli morire... guardali... poveri...”

“Vaffanculo! Tu e il tuo culo! Non ho voglia di sgobbare stronzo!”

“Ma...”


«Zitti incompetenti! Vediamo chi sono...»

Girò la testa. Vi erano due tavoli di metallo. Leggermente sporchi di sangue e vomito. Su uno vi era la cavia 01-M, sull’altro il soggetto 02-M. Erano disperati. Avevano bisogno d’aiuto.
Il secondo paziente iniziò ad urlare.

“Cura me!Sono più importante di quel scarafaggio!”

«Stai zitto! Sedatelo! Inizieremo con una vivisezione del soggetto 01-M»

Uno dei tanti infermieri si avvicinò e fece un'iniezione al malato che si dimenava. Gli altri due erano spariti.
L’altro era zitto. Taciturno. Un caso disperato per molti dottori. Una sfida interessante per Stein.

«Quali sono le sale libere?»

“C’è ne sono tre! È libero di scegliere.”

Il dottore guardò oltre la miriade di persone e vide tre corridoi lunghissimi. Portavano a tre sale operatorie diverse. Però sopra due di esse vi era una luce rossa accesa che lampeggiava. Erano occupate.

«Beh... c’è ne rimane una! Forza infermiera andiamo.»

Ed ecco un Franken effeminato. Aveva la minigonna attillata. Il rossetto rosso, delle lunghe e seducenti sopracciglia e una camicetta i suoi sproporzionati seni. Purtroppo il pomo d’Adamo era in bella vista. Le mascelle erano squadrate, le varie cicatrici e la barbetta rovinavano questo bellissimo spettacolo.

”Certamente dottore... andiamo.”

Stein prese una mascherina e dei guanti dal carrello più vicino e li indossò.
I due si incamminarono verso l’unica sala operatoria libera.
Ignaro di tutto. Aveva dimenticato il motivo per cui era in quel luogo. Ormai quella realtà lo aveva completamente imprigionato. Era schiavo della sua mente.





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Dottor Franken Stein

~ Rec:275 ~ AeV:125 ~ Perf:125 ~ Perm:325 ~ Caem:175
~ Status Psicologico: Indefinibile.
~ Status Fisico: Illeso
~ Energia Residua: 100%
~ Energia Impiegata: 0%
~ Abilità Passive:
†Non sviene una volta raggiunto il 10% delle energie
†Lancia le difese istantaneamente [1°passiva Absolute Defense]
†Difese 360° stesso potenza dell'energia spesa [2° passiva Absolute Defense]
~ Abilità Attive[0/2] : //
~ Riassunto: C'è poco da dire. Arriva nell'enorme caverna. Impazzisce un po' e alla fine segue il soggetto 01-M, cioè Sàrkan, non badando minimamente alla cavia 02-M(viktor) sia perché gli sta antipatico, sia per il timore che gli incute.
~ Note: Stein vede ciò che vorrebbe vedere, cioè quello che si trova nella parte più esterna della sua mente in modo frammentario.
Tutti gli altri Stein rappresentano le sue varie ed infinite personalità. È talmente schizofrenico che considera normale quello che vede. Non lo stupisce e fa come se niente fosse, scordandosi il motivo per cui sui trova lì. Tutto ciò è dovuto sia per l'effetto magico che per la sua pazzia.
Il grassetto è quello che dice Stein ad alta voce, mentre il corsivo è ciò che sente nella sua testa.
C'è un tema che tocco, ma che non mi va di approfondire. È il libero arbitrio e la libertà. Stein crede di essere libero, ma in realtà è schiavo della sua mente. Infatti non può scegliere una delle tre vie autonomamente, è costretto a seguire il suo compagno, poiché non è sicuro delle sue azioni.

 
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Name_Less
view post Posted on 17/1/2012, 15:24





Un altro paio di scalini, un altro ancora.
Scesa la monumentale scala marmorea, Sàrkan riprese un passo regolare.
Vipsinia gli si era avvicinata tanto da poterlo sfiorare.
Era spaventata, ma era comprensibile; vedere tutte quelle... cose costituiva certamente un forte impatto.
Erano scenari molto particolari, sempre più curiosi.


Drappi rossi affiancati da arazzi di altissima fattura, incisioni ornamentali e ritratti di famiglia.
Il tavolo, come al solito colmo di fiori dal colore gelido, sembrava non essere invecchiato affatto in tutti quegli anni, anzi, sembrava che fosse un altro.
Soprammobili raffiguranti miniature di personaggi illustri, clessidre, centinaia di clessidre.
Ed infine una scacchiera. Monumentale, palesava la sua imponenza al centro dell'aula.
Totalmente ricavatadalla pietra, sorgeva su un blocco del medesimo materiale, le pedine già mosse.
Qualcuno aveva cominciato a giocare, ma non era presente nell'aula.
Ed in realtà non ricordava neanche quella scacchiera.
Dopotutto era casa sua, avrebbe dovuto ricordarla perfettamente.
Probabilmente Schurd, per festeggiare di essersi liberato di fardelli come il primo ed il secondo genito, decise di inserire qualcosa di nuovo.
Era lì, in mezzo alla sala, ovviamente vicino la teca dei liquori. Si guardava intorno circospetto.
Bisognava tenerlo d'occhio, ora più che mai.


Una nebbia sottile ma imperscrutabile veniva emanata placidamente dalle foglie venate di rosso di quella pianta titanica e fastidiosa. Grandi foglie strette e lunghe, impregnate di un caratteristico odore pungente.
Com'era possibile?
Sàrkan non sembrava neppure vederla, ma era lì! Era enorme! Perché nessuno la vedeva?
A circondare e tenere isolata la zona, un enorme torrente di acqua bollente, un solo passo in quella direzione e si rischiava un arto.
Il cielo stellato, nonostante fosse chiaramente giorno e ci si trovasse sottoterra, ma quelli erano dettagli.
Ogni secondo era più angosciante del precedente. Avrebbe volentieri pianto, in quel momento.
I denti torturavano nervosamente le labbra, fino a farle quasi sanguinare.
In fondo al cunicolo, l'unico non attraversato dal fiume, avvolta dalla nebbia, si intravedeva la figura gobba ed eccessivamente esile del dottore. In quel momento apparì chiaro che era un'altra delle sue prove, e questo spiegava per quale ragione Sàrkan fissava in quella direzione.



Ma Sàrkan non fissava il Dottore, visibile solo da Vipsinia, bensì Schurd, il quale cominciò a muoversi in direzione di una delle uscite. Bisognava seguirlo, bisognava scoprire cosa fare, bisognava fare un'infinità di cose e con un tempo così ristretto da non poter neppure essere definito tale.
Si mosse rapido, silenzioso e guardingo come l'Ombra, verso l'ignota immagine del buio.


Status Fisico: Illeso
Status Psicologico: Guardingo, intento a scoprire cosa Schurd (che sarebbe Viktor) architetti.
Energia: 100%
Status Fisico Vipsinia: Illesa
Status Psicologico Vipsinia: Impaurita, forzatamente curiosa.
Riassunto: Nulla di speciale: Sàrkan vede una stanza di casa sua, Vipsinia un luogo ancora poco definito che fa parte del suo background. Infine, entrambi seguiamo il buon Vittorio.
Mi scuso per il ritardo e la qualità del post, ma proprio non riesco a fare di meglio in queste condizioni.
Posizione armi: Entrambe le spade riposte.
Abilità Passive in uso: L'unica rilevante è quella che mi consente di rilevare la magia, grazie alla quale non faccio perdere il senno a Sàrkan.
Abilità Attivate: Nessuna.
Caratteristiche Fisiche:
ReC: 225 / AeV: 275 / PeRf: 100 / PeRm: 400 / CaeM: 150



 
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Worldgorger
view post Posted on 7/3/2012, 02:38




LO SPETTRO DEL BUIO
—where: terzo livello della cripta

Lo Spettro si dispose a godersi la scena, sorridendo beato quando la piccola forma luminosa iniziò a vorticare intorno al Beccaio come fosse impazzita, prima di lanciarsi in una sorta di slalom fra oggetti invisibili.
Sembrava incapace di scegliere una direzione, un punto specifico verso cui mirare. Era abbandonata a un turbinio che ne minava la stabilità: la luce si fece intermittente, mentre la piccola stella saliva verso il lontanissimo soffitto fino ad essere inghiottita dalle tenebre, sparendo alla vista. Poi un rumore fioco, un debole scoppiettare, e una pioggia di frammenti come polvere di stelle.

Lo Spettro allargò il suo sorriso in un ghigno, poggiando la mano sulla parete di roccia che aveva di fianco: Cheyron, il magico materiale di cui era composta l'Aleijferia aveva continuato la sua opera di corruzione, raggiungendo un livello che nessuno avrebbe osato sospettare, nemmeno l'artefice di quel parapiglia che in quel momento stava seduto ben comodo nella sua poltrona rigonfia di piume, osservando con sguardo altero e compunto l'uomo che si trovava davanti, un essere singolare che l'aveva fatta in barba ai poteri oscuri di Shiverata per ben due volte. Nemmeno Enoch, quel vecchio affabulatore, era arrivato a tanto.
D'altra parte, quello era un gioco che stava assumendo dimensioni preoccupanti, non solo per il numero di persone coinvolte -o per i poteri ancestrali che erano stati chiamati in causa. No, quello che era più preoccupante era la determinazione di chi stava portando avanti quella partita con un gioco che lo mostrava in netta perdita fin dal principio. E allora perché? Perché aveva dato inizio a tutto?
"Inutile porsi domande" si disse, osservando il terzetto infilarsi nella prima delle tre gallerie, iniziando a percorrere un lungo corridoio, basso tanto da costringerli a chinare il capo per proseguire, stretto fra due pareti di roccia che rimandava opalescenze acquamarina, tanto che dovevano procedere in fila indiana.
Poi, improvvisamente, non erano più insieme. Ognuno di loro provò un'intensa vertigine, come la sensazione di cadere, attorniato dall'oscurità, per un tempo che parve lunghissimo -quando invece non si erano mai mossi.
Non vedevano nulla, non riuscivano a scorgere nient'altro che la tenebre. Non erano più insieme, uno dietro l'altro. Erano separati, divisi.

Improvvisamente, davanti a ognuno di loro, apparve una superficie simile in tutto a quella di uno specchio, uno specchio sospeso nel vuoto, privo di contorni, quasi fosse una distorsione liquida, una porta.
Ecco, una porta: "Ci sono posti in cui non si dovrebbe mai entrare. O uscire."
Lo Spettro tuttavia non rimase a guardare ciò che sarebbe accaduto loro: si limitò a sparire nel buio, il suo regno, preparandosi a raggiungere il centro della Fortezza Triangolare.
Doveva preparare una calorosa accoglienza per quei tre -ammesso che riuscissero ad arrivarci.


Note del Quest MasterDunque, signori miei, riprendiamo da dove avevamo lasciato! La 'Stella' utilizzata da Viktor letteralmente impazzisce, questo perché il materiale di cui è composta la roccia che vi circonda -il Cheyron- è un altissimo conduttore d'energia. Essendo lo stesso materiale di cui è composta l'Aleijferia (la più potente fonte di energia presente all'interno della Cripta), ne amplifica la presenza. Insomma, è come se foste circondati da quest'aura. In ogni caso, prendete la vostra via -e ciò che vi accade è esplicato nel post.

Ciò che nel post non è scritto è che da quello specchio sospeso nel vuoto, per ognuno di voi verrà fuori un diverso avversario: voi stessi. Esatto, ognuno di voi dovrà combattere contro una copia esatta del suo personaggio (consideratelo inferiore di 1 energia), dotato delle stesse armi, pergamene, artefatti e tutto il resto. Svolgete il tutto come un duello autoconclusivo all'interno del vostro prossimo post. Attenzione: non siate avari nello spendere energie, le carenze in sportività non sono ben viste nelle Viscere dell'Ombra.

Come al solito, se avete domande potete postare nel topic in 'Confronto'.
Il termine per postare è fissato alle ore 23:00 di giorno 11.
 
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Lenny.
view post Posted on 7/3/2012, 23:18




I misteri di Cagliostro ~ le viscere dell'ombra
III - Ex Tenebris, in Tenebris


C'era uno specchio nero, nelle Viscere dell'Ombra.
Viktor von Falkenberg espirò a fondo. Il vuoto, nei suoi occhi sanguigni. O qualcosa oltre il vuoto? Non c'erano nella sua mente, né inquietudine né paura. Il potere, il potere pulsante e crepitante che ammantava quella cripta lo richiamava a sé, lo trascinava nel suo ventre profondo, con il suono di una voce conosciuta.
C'era uno specchio nero, nelle Viscere dell'Ombra. E Viktor contemplava la propria immagine riflessa.
La sua mente era un lago tranquillo pronto a esplodere in una burrasca. Non per il fallimento della sua stella ricercatrice. Non per la scomparsa degli altri due scarafaggi. Non per la sensazione di smarrimento, di instabilità, di alterazione, provata poco prima. No, niente di tutto questo.
C'era uno specchio nero, nelle Viscere dell'ombra. E Viktor contemplava la propria immagine riflessa. Le si accostò appresso, lisciandosi la barba come rovi spinosi.
Per consegnarsi al suo destino, laggiù, nella cripta. Senza più menzogne. Per accettare la sua sorte, per contrastare la morte, la grande morte, per infilare il suo aristocratico cazzo tra quelle fauci bestiali. E uscirne indenne. Vincitore.
C'era uno specchio nero, nelle Viscere dell'ombra. E Viktor contemplava la propria immagine riflessa. Le si accostò appresso, lisciandosi la barba come rovi spinosi.
Ma il suo riflesso rimase immobile
.
Gli occhi di uno incastrati in quelli dell'altro. Gli stessi occhi. Lo stesso sangue.
E Viktor capì.

CRAAAAAAAACK!
Movimenti. Rosso, il boato di uno sparo, e l'esplosione di una coltre purpurea. Nero, il fluire di tenebra solida, ali tese, becco a uncino, spalancato in un grido raschiante. Rosso, nero. Mescolati uno nell'altro, compenetrati l'uno dentro l'altro. Viktor ebbe solo visioni frantumate. Crepitanti anemoni purpurei, che si dilatavano dallo specchio verso ogni dove, la sagoma di un corvo -era davvero un corvo?- immane, enorme. Il Padre dei corvi. Artigli come rostri metallici si avventarono, inarrestabili, divoranti, letali. Viktor arretrò. conosceva quella trasformazione. Era la sua trasformazione. Colpito in pieno dal planare del corvo, Viktor fu scaraventato indietro. Finì di schiena a terra, inchiodato sulla pietra dura. La ventata nera passò oltre ringhiando. Volò in alto, sparendo nelle viscere dell'ombra.
Sarebbe tornata.
Il Beccaio, giacca nera grondante sangue, violato, oltraggiato da se stesso, ne era certo. Sarebbe tornata.
Strinse i denti, cercando di rerimere il dolore. Fece leva sul bastone da passeggio piantato a terra, si levò in piedi, zoppo alla gamba destra. Il mantello era scivolato via. Sentiva puzzo di carne, di sangue, provenire dal suo fianco destro. Della sua carne, del suo sangue. Questa volta fu lui a ringhiare. Desiderio di morte. Allo stato puro.

Il Padre dei Corvi dominava il paesaggio fatto di ombre. Incombeva su tutto, croce nera, angelo osceno, sovrano rapace. Scese in picchiata, pronto a falciare la sua preda, colpo terminale, nessuna pietà, nessuna esitazione, colpire per uccidere.
Fu con estremo disappunto che, al posto di un vecchio con il bastone, il Padre dei corvi si trovò di fronte tre copie identiche, esatte, indistinguibili, di quello stesso vecchio, ricurve sui propri appoggi, i mezzi sogghigni a tracciare i loro volti, levati verso l'alto, verso lui, il Padre, così come le loro mani, palmi tesi, aperti, saluto romano, ultimo addio, mentre lui, il corvo enorme vorticava su se stesso, al centro di quel triangolo incredibile, senza saper cosa fare, e la luce, quella luce maledetta, quelle scosse violastre, quei globi scoppiettanti che schizzavano dalle loro mani, e ormai era troppo tardi, troppo tardi, troppo tardi.
E il Padre dei Corvi fu bombardato, colpito, abbattuto.
E stramazzò al suolo, in un vortice di piume nere.

Viktor irrigidì la schiena. Forse voleva farlo, o forse accadde e basta. Al posto del corpo del Padre dei Corvi, si levò da terra un uomo avvolto in mantello colore della notte. Il mantello venne scostato, rivelando due piccoli bulbi sanguigni come occhi, un cappello a tesa larga piumato di nero, naso a becco, lunghi capelli grigi come pasta viscida, baffi e barba come rovi spinosi, ma questo si è già detto, e un semplice bastone da passeggio. Viktor lo riconobbe all'istante. Era l'uomo dello specchio nero. Era lui.
Per un lungo momento, tra i due dominò nient'altro che il mormorio di un refolo di vento, giunto da chissà dove. Le copie evocate da Viktor si dissolsero nel nulla. Restava solo un'ultima copia.
Nessuna parola. Non tra loro.
Nessun bisogno di violare la sacralità di quel silenzio con discorsi vuoti. Le uniche domande che Viktor portava dentro sé erano tenute in serbo per il Visconte d'Ombra. Non per una pallida, remota, insulsa emulazione di lui stesso.

Attaccarono insieme.

Viktor mulinò la pistola da cavalleria contro..

L'altro Viktor piantò la verga a terra,
sprigionando un'aura sacrilega,
senza staccar gli occhi di dosso dal..

Beccaio,
che armava il cane,
allineava il tiro contro..

L'uomo dello specchio,
dalle cui mani nodose serpeggiavano spirali di tenebra,
condensandosi in un unico amalgama oscuro,
un agglomerato di energia arcana.
Un umanoide che di umano non aveva nulla:
solo una colossale armatura di ferro,
un mostro in guisa di cavaliere deforme,
non meno alto di tre metri,
pesante più di un pezzo di artiglieria campale.
Tra il metallo nero solo gli occhi si scorgevano,
fari perlacei privi di pupille, puntate sul..

Signore di RotteNhaz,
che tirava il grilletto e il proiettile
largo mezzo pollice
si schiantava contro il petto della sua..

Pallida Emulazione,
scaraventata indietro dal colpo esplosivo,
le vesti avvolte dalle fiamme,
il petto martoriato dalla conflagrazione,
e crollava di schiena a terra,
ruzzolando su se stessa una, due, tre volte.
Non importava, non aveva alcuna rilevanza,
poiché il colosso di ferro frattanto
caricava, selvaggio e brutale, contro..



il Demone, che conosceva il colosso di ferro, la sua forza, la sua debolezza. E che scelse di non sperperare oltremodo le proprie energie per domare una creatura che era sempre stata la suacreatura, soldato fedele, sempre pronto a servire il suo unico signore, e ora deciso più che mai a travolgerlo.
« Tu seguirai i miei ordini, eisenreiter. »
Con una calma e una pacatezza ai limiti dell'assurdo, Viktor fronteggiò la corsa del colosso con una sola mano. Un solo dito. L'indice accusatorio.
« Fermati. Fermati adesso. »
Puntato contro l'altro Viktor, l'uomo dello specchio, la pallida emulazione,
l'usurpatore.
« E fai a pezzi il nostro nemico. »

Fu una scena incredibile a vedersi, quel colosso di ferro che correva e correva e correva, per poi rallentare, e infine fermarsi, fermarsi del tutto, e abbassare lo sguardo verso quel piccolo, potente vecchio che puntava il dito verso il suo evocatore, con quegli occhi così, così, così imperiosi, così sicuri, così inumani. Erano lì, grugno contro grugno, finché il colosso di ferro, l'eisenreiter, vorticò su se stesso e piantò lo sguardo vuoto contro il suo stesso evocatore, sorpreso, sconcertato, terrorizzato. Il soldato si slanciò contro l'usurpatore, il quale si trovò a dover affrontare la sua stessa creatura. E incredibile a dirsi, riuscì persino a distruggere, disintegrare il soldato di ferro, folgorandolo sul posto, mentre..
Fermi tutti.
l'uomo dello specchio sgranò gli occhi, il suo contrattacco appena intralciato da qualcosa, qualcosa come un bastone da passeggio, o forse come uno stiletto, che era volato -letteralmente: volato- dalle mani del Beccaio, per poi andarsi a piantare su di lui, dentro lui.
Sussultò. Una, due volte.
L'uomo dello specchio abbassò lo sguardo sul suo stomaco.
Sotto il margine inferiore della cinta di cuoio, lembi di stoffa grigia si strapparono.
Si inchiodò.
Sacchi rossastri premevano contro le brache squarciate. Le sue viscere.
Tornò a fissare Viktor. Un fiotto di aria fetida, come uno sgorgo di fogna, dilagò tra i pantaloni, e arabeschi scarlatti colavano sulla pietra. Cadde sulle ginocchia, un rivolo di sangue gli ruscellava dai margini del labbro inferiore.
Si accasciò.
Esalando i suoi ultimi respiri, sbiadì, sfumò nel nero paesaggio, sino a svanire del tutto. Patetico spettro sconfitto da un avversario troppo potente.

Viktor raccolse il Kleben da terra, richiuse lo stiletto nell'involucro in legno scuro, che tornò ad essere un elegante bastone da passeggio, pomo in oro massiccio a forma di testa d'aquila, punteruolo in ottone. Questa volta gli sarebbe servito davvero, per non sfigurare nel trascinarsi, nell'arrancare con la gamba zoppa, non dinanzi al Visconte, non dinanzi all'ultimo, vero nemico di quella cloaca sotterranea.
« Mettiamo fine a questa pantomima. »
Disse, rimettendosi in marcia, il bastone che scandiva ogni suo passo, ritmico, meccanico, esatto come la morte, come la vendetta che arriva funesta, per lui, il signore della cripta. E il suo sorriso fu solo uno snudarsi di canini al veleno, mentre con ributtante dolcezza, mormorava.
« Ci sei, Visconte? »
E ammaccato e dolorante,
seguito in volo da Corigliano, si inabissò nel mondo a lui più familiare,
il ventre
oscuro
dell'ombra.





SelfportraitwithDeath

Umano: Rec 325 ~ AeV 150 ~ PeRf 125~ PeRm 525 ~ CaeM 225
Demone: Rec 400 ~ AeV 100 ~ PeRf 100~ PeRm 850 ~ CaeM 150

~ Basso 1% ~ Medio 5% ~ Alto 13% ~ Immenso 29% ~

Energia residua: 99% -5% -5% -5% -5% -5% -29% -0% -5% = 40%
Status Fisico: Lacerazioni di alta entità sul fianco destro (Alto), zoppo dalla gamba destra (Alto).
Status Psicologico: Lucido

Passive rilevanti in uso
Certain burden_-Aura venefica che rinsecchisce e avvizzisce gli esseri viventi che lo circondano.
Achtung_-Auspex passivo. / Difesa da auspex passivi.
-Passiva psionica di timore (se i personaggi vicini sono di energia inferiore).
Sakrileg_-Mimetizzazione perfetta all'interno dell'ombra. / Percezione visiva al buio (se naturale).
Streben (Arcanismo III liv.)_-Cognizione passiva di qualsiasi magia operata in campo.
-Abilità attive magiche castate immediatamente e senza bisogno di tempi di concentrazione.
-Aumento di un livello per le le abilità offensive di natura magica. Abbassamento di un livello per le le abilità offensive di natura fisica.
Eiserne Wache_Ammaliamento psionico passivo a chiunque venga minacciato direttamente con la canna della pistola.
Netvor bez jména_Completo oblio del vero nome del Beccaio, a meno che non sia quest'ultimo a voler essere rammentato.
Corigliano (compagno animale)_Empatia completa tra il pg e il suo corvo.

Attive utilizzate Viktor, copia del Visconte

Infine, l'uso dell'arma concentrerà sempre un particolare fumo violaceo all'interno della canna che il portatore, premendo il grilletto senza proiettile, rilascerà in una nube di vapore che assumerà le sembianze di un mortale teschio. Si tratta di un'abilità a consumo nullo, che permette di rilasciare dalla canna della pistola una nuvola di fumo a forma di teschio, di colore porpora, ma per puro effetto scenico - il portatore non potrà trarre alcun reale beneficio da questo potere.
{Costo Nullo}


Ale letu skončila a nyní je tvor, který znak_Ma la fuga finì, e della creatura ora non rimane che uno stemma
Quando la creatura venne punita, parte della sua anima venne imprigionata per sempre dentro il bastone. Il Dio indifferente nemmeno se ne accorse, il suo gesto era stato automatico quanto quello di scacciare un fastidioso insetto. Ma il rancore del mostro si condensò nello stemma dell’aquila, la forma che usava assumere tra gli uomini. E in essa il suo odio più si esprime. Con un consumo pari a Critico e impugnando il pomolo del proprio bastone, il caster assumerà per due turni le fattezze di un enorme corvo dalle piume color della notte per due turni. In questa forma potrà volare e spostarsi, ma non potrà castare alcuna tecnica magica. Siccome la forma assunta è molto più grande di quella naturale dell’animale, ogni danno inflitto con il becco e con gli artigli vale come un danno Alto magico anziché fisico. Le statistiche da applicare saranno quelle della forma umana.
Questa abilità può essere usata una sola volta nel corso della battaglia.


~ Multiplikation__ _La prova che anche senza esercito, nonostante la perdita dei Falkenberg Korps, pur avendo perduto il titolo di Generalissimo, ebbene IL Falkenberg potrà sempre e comunque combattere con la stessa forza di una legione di uomini, anziché di uno solo. L'oscuro potere entrato nel suo corpo lo ha reso in grado di moltiplicarsi fisicamente, sdoppiarsi una o più volte in modo non solo da confondere ma anche da demolire qualsiasi tipo di avversario. Dopo almeno un secondo di ferma concentrazione, e avendo posto le proprie mani in un determinato sigillo genererà a breve distanza dalla sua postazione una o più copie di se stesso identiche in tutto e per tutto all'originale. Teoricamente non vi è limite al numero di copie creabili con questa tecnica sprecando lo stesso slot, se non quello imposto dalla propria energia. Queste copie potranno utilizzare tutte le tecniche dell'originale, attingendo alla sua energia, e provocare danno fisico, andando trattate come vere e proprie evocazioni in maniera non autoconclusiva. Al primo colpo subito, però, la copia svanirà in una nube di fumo dissolvendosi nel nulla. In quest si potrà utilizzare la copia mandandola in avanscoperta. Questa, infatti, avrà le stesse conoscenze e gli stessi atteggiamenti dell'originale, e tutto ciò che vedrà o sentirà verrà memorizzato dal suo creatore nello stesso momento in cui essa verrà distrutta. Non potrà allontanarsi troppo dal proprio creatore perché, se questo succedesse, svanirebbe nel nulla anche senza essere stata colpita. Nel caso in cui venissero utilizzate come scudo, avranno un potenziale difensivo pari a basso cadauna. Le copie svaniscono al termine del turno, dopo aver compiuto le loro azioni. Il consumo energetico per copia sarà sempre e comunque Medio.
{Pergamena Passiva Copia Reale Migliorata} & {Pergamena Copia Reale, consumo di energie: Medio x2}


~ Dunkelheit__ _Quel che è accaduto al corpo e allo spirito di Viktor von Falkenberg non lo ha reso solo una creatura delle tenebre. La devastante esplosione malefica una volta investito lo ha reso un vero e proprio creatore dell'oscurità, un sofisticatore del sacrilego elemento delle ombre. Costui che un tempo era un Generalissimo della Sacra Nazione Germanica e oggi un padrone delle tenebre, un tempo Duca di Freidland e Signore dei macelli e oggi un grottesco feticcio in assetato di potere, alla fine rimane sempre una sola cosa: un manipolatore. Il Beccaio è difatti completamente in grado di manipolare l'elemento oscuro: potrà generare scariche oscure, lampi, sfere, raggi et simili. Nel momento in cui attiverà la tecnica verrà come circondato da una strana aura nera che servirà solo a detenerne l'attivazione. Da questo momento, dopo precisi movimenti delle mani e delle dita potrà emettere delle scariche oscure dal suo corpo, le quali potranno essere arbitrariamente manipolate dai gesti del Beccaio. L'oscurità fuoriuscita dal suo corpo potrà essere ancora gestita una volta abbandonata la sua figura, così come eventuali lampi oscuri potranno essere emessi anche in area nelle sue immediate vicinanze. Per manovrarli, comunque, sono necessari espliciti movimenti delle mani da parte di Falkenberg, in modo da dare degli ordini ben precisi alle scariche, come un grottesco direttore d'orchestra. Le scariche provocheranno ustioni sul corpo dell'avversario, potranno shockarlo per qualche secondo, e si muoveranno a grande velocità. I danni provocati agli angeli da questa tecnica vanno alzati di un livello. Ai demoni, invece, diminuiti di un livello.
Attraverso un quantitativo di energie pari a Medio, invece, Viktor sarà in grado di creare dinanzi a sé una barriera composta da forze oscure, da ombre, da tenebre fisiche. Questa barriera, delle sue stesse dimensioni, avrà un potere difensivo pari a Medio.
{Pergamena Dominio del male: consumo di energia Variabile Medio x3} & {Bracciali dello Scudo}


~ Haftbefehl__ _La magia è nata per servire l'uomo, dicono, e non per dominarlo. Adagio questo che non ha nessun valore, o almeno non per il Beccaio. Lui si serve della magia per dominare l'uomo. E questa sua mossa difensiva ne è un esempio più che fulgido. Un perentorio, marziale, assoluto ordine d'arresto proveniente dalla volontà del Falkenberg. Cosa possono gli altri insignificanti maghetti da due soldi contro il volere dell'Oberkommandierende, se non soccombere? Se non chinare il capo dinanzi al suo potere ultraumano? In questo caso il Beccaio, con il solo ausilio del pensiero, sarà in grado di dissolvere qualsiasi illusione lo circondi e qualunque magia lo minacci direttamente, come se non fosse mai esistita.
{Dominio Arcanismo Attivo: Consumo di energie Basso - Medio - Alto}


Eisen Vormund__ _L'apogeo del potere evocativo del Beccaio sta in questa maestosa quanto grottesca creatura: un gigantesco golem di composto interamente di metallo nero come la notte. Una ancestrale forma umanoide in grado di demolire, devastare, annientare qualsiasi nemico osi intralciare la strada del suo padrone. Dopo una lunga serie di esperimenti magici, il Beccaio è riuscito ad imprigionare il potere di questo mostro all'interno della casta di creature evocabili a sua disposizione: basta solo qualche secondo di concentrazione e da una nube di ombre prenderà forma un meta agglomerato di tenebra che, localizzatosi al fianco dell'Oberkommandierende, assumerà le fattezze del golem di metallo nero. Questo avrà una gigantesca forma umanoide e non avrà poteri particolari, ma delle statistiche molto alte. Il golem verrà guidato dal Beccaio stesso e andrà trattato come un vero e proprio personaggio, quindi non autoconclusivamente. Fra tutti i golem esistenti è quello più equilibrato; veloce, nonché discretamente resistente sia al fisico che alle magie. Andrà considerato di un livello energetico inferiore a quello del caster, e come un'evocazione di potenza critica. Nel caso in cui lo si voglia mantenere sul campo di battaglia per più di un turno, andrà pagato un costo di mantenimento critico per ogni turno successivo a quello d'evocazione.
{Pergamena Golem di Ferro: consumo di energie Critico, mantenimento Critico}


Eiserne Wache_Magnifica pistola da cavalleria pesante, calibro mezzo pollice, canna esagonale istoriata lavorata nelle sue Friedland, calcio di noce massiccio. Un pezzo di artiglieria portatile che Falkenberg la porta infilato in una cinghia di cuoio lungo la vita. Un grottesco ricordo degli anni passati in trincea, che il Beccaio non ha esitato a rendere ancora più micidiale in battaglia dopo l'ottenimento dell'Oscuro Potere. Dopo aver armato il cane, Viktor può volontariamente imprimere nel suo successivo attacco una sfrigolante energia oscura ed esplosiva per cui, nel momento in cui il proiettile si schianta contro un qualsiasi ostacolo, genera una massiccia esplosione nera che coinvolge tutti i presenti, provocando gravi danni a chiunque vi si trovi al centro. Una conflagrazione simile a quella di un barile intero di polvere nera. Questa tecnica basa la propria efficacia sulla CaeM del personaggio.
{Pergamena Tiro Esplosivo incavata nella E.W. livello Alto - consumo Nullo x3 x2}


~ Hipnotismus__ _La strategia combattiva del Falkenberg non si basa esclusivamente sull'eliminare l'avversario, qualsiasi avversario, con l'immenso potere scaturito dalle ombre. E non si concentra unicamente nell'avvelenare, intimorire, indebolire ed infine uccidere la patetica forma di vita che ha osato intralciare il suo cammino. No, poichè il Beccaio ha appreso come fare in modo che sia il suo stesso nemico ad uccidersi con le proprie mani, e senza neanche dar fondo alle energie del Beccaio. Falkenberg grazie ai suoi oscuri poteri psionici è in grado di far rivoltare gli alleati dei suoi nemici tra di loro, così che si distruggano senza intaccare minimamente le azioni del Beccaio. Se, come si dice, "l'amico del mio nemico è un mio amico", in grazie a questa sorta di ipnotismo anche gli amici dei suoi nemici saranno suoi amici. Questa tecnica rimane Attuabile solo sulle evocazioni o sui compagni animale dell'avversario. Senza particolari costi di energia, ma scrutando una creatura evocata dal proprio avversario, di qualsiasi genere si tratti, questa si fermerà per qualche secondo. In seguito, la creatura passerà sotto il controllo del Beccaio, come se l'avesse evocata proprio lui. Va speso un consumo pari al consumo stesso dell'evocazione. L'ipnotismo durerà per un solo turno. Nel caso in cui si cerchi di controllare compagni animali, il consumo da adottare sarà sempre pari a Basso.
{Pergamena Ipnotismo: consumo di energie Variabile Critico }


~ Abstossen__ _Per combattere gli uomini è necessaria una spada. Per combattere gli animali è necessario un bastone. Per combattere gli insetti basta una folata di fresca brezza primaverile. Non tanto fresca in questo caso, e neanche così piacevole. In realtà poche sono le cose piacevoli riconducibili a Falkenberg, poche se non proprio inesistenti.
Semplice quanto efficacie opera di magia arcana: in questo caso il Beccaio utilizza il suo potere per spazzare via qualsiasi avversario che osi sbarrargli la strada. Come se fosse un patetico insetto, o un insignificante grumo di polvere. Restando immobile nella sua postazione Falkenberg sarà in grado di operare sul terreno che lo circonda un pressochè perfetto controllo telecinetico, spostando con la forza della mente oggetti lontani dalla portata del suo corpo e dirigendoli ovunque egli desideri, influenzando la traiettoria con la remota manovra di braccia, mani o dita. Non gli sarà possibile spostare oggetti che farebbe fatica a sollevare anche senza l'ausilio della telecinesi, e quindi troppo pesanti per essere sollevati fisicamente con facilità. Non sarà per lui alcun problema tuttavia, muovere oggetti come spade, o lame di diverso genere. Il consumo del colpo dipenderà dalla velocità con la quale Viktor desidera muovere l'oggetto. Se sarà pari alla propria "AeV", allora il consumo sarà medio, mentre, nel caso in cui lo desideri muovere a velocità inferiori, il consumo sarà basso. Spendendo un consumo pari ad alto, l'oggetto si muoverà a una velocità pari al 200% della propria "AeV". Spendendo un consumo critico l'oggetto si muoverà a una velocità pari al 400% della propria "Aev". Non è possibile muovere più di un oggetto alla volta. I colpi portati dall'oggetto mosso andranno considerati normali colpi fisici portati ad una data velocità, al momento della difesa. Per mantenere un oggetto sotto il controllo telecinetico nel corso dei turni, bisogna continuare a pagare il consumo al quale lo si desidera muovere.
{Pergamena Telecinesi: consumo di energie Variabile Medio}


Riassunto Kombat:
-Prima che possa accorgersi di cosa stia accadendo, Viktor viene colpito dalla copia dello specchio, che spara una nube purpurea dalla pistola (consumo Nullo) e si trasforma in corvo gigantesco (Ale letu skončila a nyní je tvor, který znak) che lo assale con gli artigli mentre plana in volo, lacerandolo dalla gamba al fianco destro. i danni salgono di un livello per via della passiva di dominio posseduta anche dalla copia.
-non appena torna in picchiata, la copia/corvo si ritrova spaesata, poiché Viktor è riuscito a rimettersi in piedi, seppur zoppo, e a castare due copie reali (costo Medio x2 + passiva copia reale migliorata).
-il corvo si ritrova così al centro di un triangolo. I tre Viktor, contemporaneamente, gli lanciano contro tre Dunkelheit (consumo Medio x3) facendo stramazzare la copia al suolo.
-ritornata in forma umana, la copia fa svanire le "altre" due copie, evocate da Viktor, con l'attiva del dominio Arcanismo.
-Mentre la copia del Visconte evoca un Eisen Vormund (golem di ferro, Critico), Viktor le spara contro un tiro Esplosivo (incavato, Alto) che la colpisce in pieno.
-il golem carica contro Viktor per travolgerlo, ma il Beccaio ribatte con hipnotismus (Ipnotismo, Critico) facendo in modo che il soldato di ferro passi dalla sua parte, e carichi contro la stessa copia che l'ha evocato.
-Mentre la copia demolisce il golem con un attacco di livello critico (sempre dominio del male) Viktor ne approfitta per lanciare il suo bastone-stiletto contro lei, potenziato dall'utilizzo di abstossen (telecinesi, Medio). lo stiletto si conficca nello stomaco della copia, e ciò è quanto basta per farla passare a miglior vita.

In sostanza ho affrontato questo scontro con un'energia inferiore spendendo il 59% delle energie e subendo un danno totale pari a Critico
Spero di non aver fatto cazzate e che lo scontro non sia noioso ^^




Edited by Lenny™ - 7/3/2012, 23:58
 
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view post Posted on 8/3/2012, 17:48





Passi in successione, ogni movimento più noioso del precedente.
Quelle spalle gli davano il tormento, quelle movenze, quel corpo così eccessivamente familiare, perché?
Perché la situazione, una volta tanto, non era placida e piatta come lui desiderava? Tutto ciò che voleva fare era annoiarsi nel senso proprio del termine, senza dover rinominare il concetto di noia per definire un momento mortale nelle sue potenzialità ma noioso nel suo svilupparsi.
Un movimento fugace, come un sospiro di vento, e si ritrovò in compagnia della sola Vipsinia.
Gli altri due erano spariti, una condanna sotto più punti di vista, un miracolo sotto il suo.
Vipsinia rimase impassibile, a darle un occhiata più profonda di un semplice sguardo, era impassibile da sin troppo tempo. Non aveva occhi che per il vuoto, non aveva orecchie che per il suo orologio.

Qualcosa di strano stava per accadere, doveva accadere, altrimenti la situazione non avrebbe raggiunto un grado di noia sufficiente.
Ad un tratto prefe a profilarsi la sottile superficie di un materiale a metà fra il solido e il liquido, i colori di uno specchio.
Fin troppo simile ad un qualcosa di già visto, la superficie venne scossa da una vibrazione manifestatasi attraverso un'increspatura acquatica perfettamente circolare.
Cominciava a chiedersi se il tizio della lettera l'avesse semplicemente spedito al suicidio, in seguito si chiese per quale ragione accettò con tanta leggerezza di suicidarsi.
Prima un piede, poi un braccio, poi tutto il corpo saltò fuori dallo specchio sospeso.
Riflessi vitrei disseminati anche sui vestiti, sguardo immobile, nessuna espressione umana.

...
...
...

Di nuovo?
Venne investito da una portentosa sensazione di déjà vu, credendo per più di un istante di essere realmente tornato indietro nel tempo.
Arretrò di un passo, incredulo. Non era possibile, non di nuovo e non dopo così poco tempo.
E non in un posto del genere.
Vipsinia stessa si destò da quello che sembrava un sonno perenne, sguainando lesta lo spadone e portandolo in posizione di guardia. Se la vicenda si fosse sviluppata come la precedente, Sàrkan probabilmente non ne sarebbe uscito vivo, e neppure lei.

Piegando il collo un paio di volte meccanicamente, pronunciò parole di sfida.
Dovresti sapere come funziona, o già l'hai scordato?

Fa' silenzio, Vecchio. Rispose stizzito, sguainando il ferro contemporaneamente all'avversario.
Sàrkan destrorso, il Riflesso mancino.
Entrambi sapevano che il combattimento si sarebbe protratto fino alla morte contemporanea, e ogni ferita sarebbe stata contemporanea e nel punto opposto, e ogni illusione sarebbe stata contemporanea e di stampo opposto.
E tutto sarebbe stato diametralmente opposto fino alla fine.
Se non fosse stato per Vipsinia, anche lo scorso incontro si sarebbe concluso in una parità assoluta.

Contrarendo la mano libera come se nervoso – pur mantenendo tratti risolutamente calmi – si muoveva in una serie di contrazioni e tic assolutamente immotivati, pochi secondo dopo Sàrkan si accorse che Vecchio non faceva altro che riflettere i suoi.
A quel punto, questo riprese.
Non ti scaldare, Nuovo. Se non conservi il fiato, questa volta ci rimani secco, t'avviso.
Sàrkan non fece che l'opposto di quanto da lui consigliato, e condotto dall'ira si avventò rabbioso contro il Riflesso.
Vipsinia si mosse rapida, non appena mosse un muscolo, però, Vecchio eresse una gabbia, la Lacrima intrappolata al suo interno.
Questa volta rimani lì, tu. Ringhiò malvagio.

Sàrkan lo aveva supposto, e se ne curò poco; era più che determinato a chiudere il duello presto e senza sforzo eccessivo.
Alzò la spada sopra la testa, partorendo il principio di un fendente discendente, accorciando nel frattempo le distanze. Vecchio, mimandolo specularmente, abbassò la lama, partorendo il principio di un fendente ascendente.
Intrise di grigio liquido, cozzarono in un impatto sordo. Sàrkan si mosse lesto a sinistra, l'altro a destra, in un movimento speculare impercettibilmente più lento.
Si trovavano nuovamente faccia a faccia, un volto furioso ne fissava uno immobile.
Senza posa né pace, tentò un approccio meno diretto, tentando dei movimenti elusivi dagli esiti insperatamente fallimentari.
Vecchio, devo dire che hai poca fantastia.

Vipsinia vedeva la scena attraverso una gabbia che si formava da zero per la seconda volte, dissipando quantità immani di energia vanamente.
Sàrkan notò il dispendio crescente di energie di Vecchio rispetto a lui. Forse una soluzione efficace sussisteva.
Una lancia si erse monocromatica dal suolo, e si lanciò contro il Riflesso veemente, infrangendosi contro uno scudo generato prontamente.
Davvero vuoi continuare così, Sàrkan? Vuoi farmi morire ammazzando anche te?
Egli non rispose, limitandosi ad attaccare specularmente, questa volta strappando un lembo di pelle e facendosene strappare uno a sua volta sul braccio opposto.
Sanguinava, premeva, ma se solo se ne fosse curato un istante, in quel momento il Riflesso avrebbe smesso di mimare e l'avrebbe ucciso.
Ancora, uno sbarramento di pallottole nere si scontrava contro uno di bianche.
Lui fendeva, l'altro difendeva, uno indietreggiava, l'altro avanzava, e così fin quando entrambi non richiamarono gli aiuti.
Un felino dalle zanne prominenti s'accingeva ora a scontrarsi con un canide dalle zampe robuste.
Si mordevano l'un l'altro, si graffiavano, violenti e privi di volontà propria si scaraventavano contro l'avversario il nome dei loro padroni.
Ma la tigre era più forte del lupo, e quando questo morì, essa, seppur malferma sulle zampe, attaccò, e certamente il Vecchio non poteva mimare due esseri diversi allo stesso tempo.
I denti affilati si chiusero funesti sui legamenti; a breve non sarebbe più stato in grado di camminare. Il ferro gli trapassò la spalla con facilità disarmante.
Sputò un grumo di sangue rappreso, soffocando un'imprecazione.
Quanto provò a riprendere il ritmo, Vipsinia ruppe definitivamente le sbarre della Gabbia, e saettò con calma furiosa sulla figura vitrea, che con un ultimo rantolo si accasciò a terra inerme.

Gelido, si accovacciò di fianco la figura.
Questa volta tu avresti dovuto risparmiare il fiato. Vedi, Alterego, sei solo il me d'un tempo, niente di più, niente di meno, e quando dico che prima ero un incosciente, non lo dico solo per – e perdona il gioco di parole - sprecare fiato.
Alla prossima, Vecchio.
Estrasse il ferro e lo inguainò calmo. Tutta la foga era scemata in un monologo di pochi secondi.
Una sublime rivincita su se stesso.


Status Fisico: Danno Alto sotto forma di taglio da avambraccio a poco oltre il gomito, danno Basso da veleno.
Status Psicologico: Stanco.
Energia: 100-2-17-17-17%= 48%
Status Fisico Vipsinia: Illesa
Status Psicologico Vipsinia: Indefinito
Riassunto: Sàrkan incontra quello che chiama "Vecchio", ovvero una versione identica a sé ma, per intenderci, prima del cambio PG.
In breve, il riassunto del combattimento:
Vecchio sa che Vipsinia è l'unico ente che fa la differenza, dunque usa Prigione d'Ossa due volte (non di fila, ovviamente) per farle perdere un tempo notevole.
Sàrkan attacca la copia prima attraverso semplici colpi fisici (che vengono tutti parati e schivati - il clone si muove in maniera speculare a Sàrkan) poi prova a spostare la spada in maniera tale da sorpassare le sue difese, tagliandolo e venendo tagliato a sua volta, subendo inoltre i danni di "Proprietà Velenose."
A quel punto entrambi si posizionano faccia a faccia tentando di ottenere risultati migliori attraverso la Variabile castata due volte ad Alto (una lancia e poi delle pallottole), e anche questa volta gli attacchi e le difese sono speculari. Infine Sàrkan usa la pergamena "Tigre Bianca", seguito dal clone, ma, essendo questo di un'energia inferiore, avrà un'evocazione necessariamente più debole della mia, che infatti vince ed attacca il Vecchio. Questo non sa come difendersi, e subisce prima l'attacco della Tigre, che peraltro è potenziato dalla pergamena incavata "Spirito di Quercia", poi quello di Sàrkan ed infine quello di Vipsinia, liberatasi definitivamente della gabbia.
Posizione armi: Entrambe le spade riposte.
Abilità Passive in uso: Rileva la magia, cast istantaneo, capacità di avere un compagno animale più forte di un lupo e di poterlo utilizzare in combattimento, evocazioni dello stesso livello energetico del caster.
Abilità Attivate: Richiamo Nullo: Il Vuoto ovviamente potrà essere utilizzato anche nel suo stato informe e primordiale, per difendere o per attaccare.
Sàrkan potrà creare diverse forme offensive di Vuoto, le quali, con potenza e consumo Variabili, potranno attaccare uno o più bersagli, in quel caso con potenza equipartita.
Il Vuoto lascia danni da corrosione nel caso in cui si lanci un fiotto, o danni da taglio e minori da corrosione nel caso in cui si crei una spada o una lama, o ancora da perforazione, nel caso in cui si formi una lancia, un dardo oppure una freccia.
Ovviamente le forme che il Vuoto può assumere sono infinite, ed è per questo che Sàrkan è solito utilizzarlo per difedendersi.
Spesso impiega il liquido per generare spessi e sorpendentemente solidi muri di Vuoto nero e bianco, oppure rivestire la sua pelle di quest'ultimo per difese a trecentosessanta gradi, ma in quel caso il potenziale difensivo sarà abbassato di un livello.

Veleno Vuoto: Spendendo un consumo di energie Medio per due turni Sàrkan rilascerà una quantità non molto elevata di Vuoto per immetterla nella sua arma, questo tipo di Vuoto fungerà da Veleno, danneggiando gli organi interni della vittima per un danno complessivo pari a Basso per colpo: per contrastare i colpi non è necessario utilizzare una tecnica. L'arma sarà avviluppata da un alone bianco alla base e nero al culmine, il veleno provocherà una sensazione simile alla nausea. Perdura due turni.

Felinide Vuoto: Con un consumo Alto, il Senza Nome creerà davanti a sè un felinide, simile ad una tigre, questa si presenterà – al garrese – alta circa un metro e venti, caratterizzata dall'essere totalmente nera, con inquietanti strisce nere sul dorso, due pupille accese, simili a quelle di Vipsinia, e denti leggermente ricurvi.
E' di potenza Media, e permane sul campo di battaglia per ben due turni.
E' dotata di un'elevatissima forza fisica e rapidità di movimenti, e di un intelletto superiore a ciò che potrebbe sembrare di possedere.

L'unica abilità utilizzata dal clone e non dal vero Sàrkan è questa: Cella Vuota: E' buia, è fredda, è stretta.
Il terreno sputerà più filamenti simili ad ossa, che si andranno ad intrecciare l'uno con l'altro, formando una cupola nera e bianca.
La cella avrà un costo di attivazione Alto e permarrà sul campo di battaglia per due turni.
I filamenti, per quanto apparentemente fragili, sono difficilmente distruttibili, ed hanno una resistenza Media.
Le varie escrescenze fungeranno da sbarre, le intersezioni delle quali saranno sufficienti a far passare un braccio, un solo arto, supplicare per la propria sopravvivenza.
Mentre l'unica che utilizza solo Sàrkan è questa:
Globo Vuoto: Una delle più particolari evocazioni di cui L'Assente dispone; sarà capace con un consumo Nullo, di riportare sul piano materiale un globo nero e bianco, che sembrerà mescolarsi e rimescolarsi, immobile, a mezz'aria, dal diametro di pochi decimetri, questo non avrà alcun potere offensivo, né difensivo a menoché non si frapponga fra il suo evocatore ed un attacco sin da subito, avendo in tal caso un potenziale difensivo Medio.
Il suo scopo sarà disperdere nell'etere una sottilissima polvere, non dannosa, invisibile, la cui utilità è però notevole.
Infatti, ogni sostanza Vuota si sentirà rinvigorita, e disporrà di una forza molto maggiore.
Sàrkan, inoltre, guadagnerà per due turni un potenziamento di cinquanta punti alla PeRf, mentre tutte le sue creature e Vipsinia saranno semplicemente molto più forti fisicamente.
E' possibile utilizzarla quattro volte per scena.

Caratteristiche Fisiche:
ReC: 225 / AeV: 275 / PeRf: 150 / PeRm: 400 / CaeM: 150
 
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Vikisix
view post Posted on 10/3/2012, 14:09




Grigio. Il mondo era nuovamente tetro e triste. La realtà aveva smesso di esistere per lasciar spazio, nuovamente all’irreale. Perché doveva essere così difficile? Perché si dovevano assecondare regole come etica, estetica e altro? Non si può essere semplicemente liberi? Liberi di fare quello che si vuole? Anarchia quella era la parola chiave. Beh che si fottano le regole. Solamente la libertà assoluta ti poteva dare quella sensazione di sublime. Una droga a cui non poteva fare a meno.
Ormai nulla aveva più senso. Camminava con le sue cavie. Buio. Oscurità. Insomma le viscere dell’ombra. Poi il disastro.
Panico totale. Paura. Terrore. Dov’erano i suoi esperimenti? Spacciati! Spacciato! Sorte? Fortuna? No, qualcuno aveva tramato per separarli.
Quella strana caduta. Tenne stretta la borsa e il pacco e quando finì iniziò ad urlare come un pazzo.

«DOVE! DOVE SONO LE MIE CAVIE? TU! RISPONDI!»

Camminò e puntò il dito furioso verso il nulla.
Era caduto in un’antro con uno specchio nero completamente nero. Non lo notò minimamente.
Iniziò a tremare come se fosse stato incolpato di qualcosa. Come quando un genitore sgrida un bambino cattivo.
Gli occhi divennero lucidi e rossastri.

«Non lo so... li ho persi... dottore per favore non si arrabbi...»

Uno schiaffo a vuoto e nel mentre si ribaltò al suolo. Opera della sua mente malata. La guancia si arrossò.

«Come farò io? Me lo spieghi!? CHI CAZZO VIVISEZIONO?»

Silenzio. Passi dall’ombra, alle sue spalle. Non ci fece caso. La voce tremò leggermente...

«Veramente...non...»

«Ancora con questi giochi da bambini... eh Franken?»

Una voce, la sua voce. Si girò immediatamente e si vide. Era una copia identica di se stesso. Da dove veniva fuori? Erano vestiti uguali ma l’altro aveva qualcosa di diverso. La follia negli occhi era assente. Le cicatrici erano assenti. Il bullone era assente. Che diamine stava succedendo? Poteva essere solamente lui. Improvvisamente la paura e lo stupore.

«Tu!? Cosa ci fai qui? DOVRESTI ESSERE RINCHIUSO! NON POTRESTI USCIRE!»

Era arrabbiato. Qualcosa era andato storto. L’ira ormai scorreva nel suo sangue.



Il Sano replicò con un tono di voce tranquillo e calmo.
«Sei un pazzo. I medici salvano le vita alle persone! Hai scordato il giuramento d’Ippocrate?
Io sono ancora una brava persona!
Ormai non puoi essere più considerato un dottore, vivisezione eh?
Questa è pura follia.»






Lo sguardo di un genio, di un pazzo.

«Se sottostiamo alle leggi dell’etica non arriveremo mai da nessuna parte! Perché dover fermare la scienza quando ha un potenziale enorme? Dovrebbero essermi grati di essere le mie cavie, io li sfrutto per un bene superiore. Potranno essere ricordate per l’eternità! La loro miserabile vita non vale nulla rispetto all’immortalità! Tutti li acclameranno con gioia! E...»


Un’urlo che riecheggiò tra tutte le pareti dell’antro.

«Basta divagare!
Tu eri bravo. Te la ricordi lei? Occhietto e i suoi bei occhi?Azzurri come il cielo.
Com’era felice quando aiutavamo tutti.»






Si inginocchiò al suolo. Le mani tra i capelli. La disperazione lo catturò nuovamente nella sua morsa.

«Basta! Basta! È tutta colpa tua! Se non fossimo sottostai alle regole l’avremmo salvata! Invece NO!
Guarda quello che sono diventato... ora potrei farcela...»

«Non dire assurdità... sai anche tu che non è così.»

«Stai zitto! Basta parlare! Ti farò provare sulla tua pelle quello che ho imparato.»

Si rialzò prese due bisturi dalla borsa e lo guardò fisso. Un riso malefico comparve sul suo volto. Parole sussurrate nel buio.

«Ti vivisezionerò...»

Al termine di quella frase volò un bisturi che procurò un leggero taglio sulla spalla di Franken. Il dottore scattò e durante la corsa lanciò i due strumenti di chirurgia.


Il Sano impose una mano davanti a se e generò una barriera verde smeraldo che vanificò completamente l’offensiva del Pazzo.


Entrambi estrassero principessa. Una era rovinata e con del sangue incrostato. L’altra era pulita e perfettamente lucida. L’accesero contemporaneamente e lo scontro cominciò. Erano alla parti. Ogni fendente veniva deviato da un’attacco uguale e contrario. Erano in stallo. Una danza di scintille e rumore metallico assordante. Destra, sinistra, alto, sinistra, basso, nulla funzionava. Tutto ciò, nel buio della grotta, sembrava un’opera d’arte. Finalmente aveva a disposizione una delle sue droghe preferite, l’adrenalina.
L’arma era pesante. Entrambi iniziarono ad essere a corto di fiato.


Improvvisamente il Sano smise la routine e scagliò la sua arma in direzione del Pazzo.
Un attacco inaspettato che sortì gli effetti desiderati.
Per schivarlo Franken dovette indietreggiare e fare una piroetta laterale che lo costrinse a lasciar cadere principessa.
Un sorriso di trionfo comparve sul volto sano.
Con gli anelli che aveva ai pollici si fece un leggero taglio ai palmi e li puntò verso Stein.
Due piccole sfere di sangue si formarono. Serrò le mani e le scagliò.
A causa dell’elevata velocità si deformarono in ovali e iniziarono a roteare una intorno all’altra fino a fondersi.








Accadde in pochi attimi. Non ebbe molto tempo per reagire. Quell’offensiva sarebbe stata letale. Doveva difendersi al meglio delle sue capacità. Generò due barriere rosso cremisi davanti a se, ma fu tutto inutile. Quel colpo devastante le trapassò senza troppi problemi. Per fortuna, per fare ciò, perse molta della potenza originaria.
Lo trapasso da parte a parte al fianco sinistro. Il sangue iniziò a sgorgare. Un dolore lancinante. Un urlo. Digrignò i denti con un fremito di rabbia. Divenne ancora più pallido, doveva resistere.

Il Sano era abbastanza provato. Era affaticato.
Ora era tempo di concludere lo scontro.
Allungò la mano verso Stein. Una leggera distorsione dell’aria.
Il riso della vittoria.
«Ormai ho vinto...»






Venne colpito in pieno. La testa iniziò a girare. La ferita a pulsare ulteriormente. Non aveva neanche più le forze di reggersi in piedi. Una sensazione nauseante. Era proprio uno sciocco. Forse aveva ragione lui. Si portò l’indice alla fronte nel vano tentativo di liberarsi. Servì a poco, le cose migliorarono leggermente. L’altra mano era a premere la ferita.

Camminava lentamente. Passo dopo passo. Si avvicinava al suo destino. Estrasse un bisturi.
«Non ti farò soffrire, lo faccio per lei.»



Magari aveva sbagliato per tutta la vita. Un tempo era stato una brava persona. Ora era un folle. O così lo ritenevano gli altri. Era un luminare o semplicemente un deficiente che si credeva tale? I rimorsi crescevano. Non poteva essere così, voleva dire che aveva sempre errato. Che senso aveva quindi quello che faceva? Voleva essere il migliore a qualsiasi costo. Desiderava qualsiasi cosa per migliorare se stesso. Non voleva più rivivere momenti del genere. La perdita a causa della sua incompetenza. Per questo si era alienato. Per questo non poteva aver sbagliato. Non avrebbe più sofferto in quello stesso modo per il resto della vita.
Era a pochi passi da lui. Ostentava totale sicurezza. Chi era il folle adesso? Aveva abbassato completamente la guardia.
Schizzi del suo sangue erano ovunque.
Un passo in una piccola macchietta. Vittoria.

«Muori Stronzo!»

Uno spuntone di sangue uscì da una pozza dietro il Sano e lo trafisse alle spalle impalandolo per un’istante. Aveva fatto sgorgare gocce dalla ferita fino alle spalle dell’avversario per infine annientarlo.
Il nemico cadde a terra esanime. Prese principessa a stento e iniziò la mattanza.
Il sangue schizzò ovunque e si imbratto completamente di viscere, organi e sangue. Uno spettacolo disgustoso. Un fetore da far rivoltare lo stomaco.
Poi il corpo sparì.
Stein sputò con disprezzo.

«Coglione...»

Si fasciò come poteva la ferita grazie alla borsa medica che portava sempre dietro con se. Garze rovinate, ma almeno fermarono la fuoriuscita di sangue. Fu faticosissimo. Era stanco, spossato, la vista annebbiata e stava a stento in piedi. Ma c’è la doveva fare. Non poteva certo morire lì. Aveva scopi e obbiettivi più grandi.
Si accese una sigaretta. Prese le sue cose e poggiandosi contro il muro proseguì lentamente, fermandosi ogni tanto.
Sussurrò nell’ombra con voce tremante.

«Vi troverò...cavie mie...»





png
<div style="height: 1100px">Dottor Franken Stein

~ Rec:275 ~ AeV:125 ~ Perf:125 ~ Perm:325 ~ Caem:175
~ Status Psicologico: Esausto per lo sforzo del combattimento.
~ Status Fisico: Danni Bassi alla psiche. Danno Alto al fianco sinistro. Lacerazione lieve spalla destra.
~ Energia Residua: 100%-10%-10%-5%-40%=28%
~ Energia Impiegata: 11%+11%+6%+44%=72%
~ Abilità Passive:
†Non sviene una volta raggiunto il 10% delle energie
†Lancia le difese istantaneamente [1°passiva Absolute Defense]
†Difese 360° stesso potenza dell'energia spesa [2° passiva Absolute Defense]
~ Abilità Attive[*/2] :
» ZeroStream: Questa abilità permette a Stein di manipolare a piacimento il flusso del suo sangue. La sua capacità consiste in: creare, intensificare, diminuire o annullare questo flusso. Inoltre ha la straordinaria dote di rendere il liquido vermiglio che utilizza particolarmente resistente e veloce a seconda dell’energia sprecata. Riesce a creare:lame, proiettili e molto altro ancora. Il dottore di norma utilizza zerostream nei diversi interventi dove il paziente è lui stesso, tentando di non morire per dissanguamento. Però l’ha trovata molto utile anche in combattimento e la utilizza nei modi più stravaganti e bizzarri per cogliere di sorpresa l’avversario, o almeno ci prova. Poiché adopera questa capacità da molto tempo riesce a sfruttarla senza troppi problemi,ma in uno scontro(per ovvi motivi) riesce a controllare il sangue solo per un tempo molto breve, giusto la durata di un attacco. Questa abilità si basa sulla Perm ed è una variabile offensiva.
[Consumo di energia: Variabile Critico]

» Effetto attivo Dominio Absolute Defense: Stein è in grado di lanciare non più solamente barriere di potenza bassa ma anche media, ad un consumo, appunto, Medio. Tali scudi energetici avranno le medesime caratteristiche di quello descritto nel primo livello del dominio, divenendo solamente più potenti e, al contempo, più dispendiosi.[Medio x 2]

» Dispel:Il negromante, alzando due dita davanti al volto, riesce a liberarsi di qualsiasi tipo di illusione, confusione o status negativo che affliggeva precedentemente la sua mente, socchiudendo gli occhi.
La tecnica dura poco meno di un attimo, e l'unico inconveniente è la posa necessaria all'afflusso di energia. Per regola, questa tecnica è utilizzabile anche mentre si è confusi, storditi, illusi, o altro, proprio per liberarsi da questi status. In poche parole, la tecnica va considerata una difesa psionica di potenza bassa.
Questa tecnica basa la propria potenza sulla ReC del possessore, e non sulla sua PeRm.
[Consumo di energia: Basso]


» Confusione: Il negromante allunga una mano verso il proprio avversario scagliandogli contro un invisibile, se non per una leggera distorsione dell'aere, flusso d'energia. Colpitolo, la sua testa verrà immediatamente circondata da un sottilissimo strato di nebbiolina viola, a indice dell'effetto ottenuto dalla tecnica. Utilizzandola, infatti, questa stordirà e confonderà l'avversario per il resto del turno.
Su personaggi con poca concentrazione, avrà un effetto devastante, causandogli l'inibizione dei sensi per qualche secondo e il completo disorientamento, contro un mondo che vedranno girare intorno a loro. Contro avversari con alta concentrazione, invece, l'effetto sarà un poco attenuato, e questi sentiranno solo un leggero senso di nausea e stordimento, faticando a mantenersi in piedi, ma mantenendo coscienza del mondo circostante. Va considerata come un normale attacco psionico di livello Medio che provoca danni medi alla psiche della vittima sotto forma di nausea e stordimento.
[Consumo di energia: Medio]


~ Riassunto: Dopo essersi diviso e aver parlato con la sua copia inizia il combattimento. Riassunto del combattimento:
-Sano[avverasrio] lancia un bisturi che ferisce lievemente la spalla di Stein.
-Il dottore risponde lanciandogli due bisturi. Sano si difende con l'attiva del dominio absolute defense ( livello basso)
-Entrambi estraggono principessa e iniziano uno scontro corpo a corpo dove si equivalgono e nessuno ha la meglio.
-Sano allora allontana Stein con un diversivo scagliandogli la motosega. Dopodichè lo attacca con la ZeroStream( livello critico) e Franken si difende con due barriere dell'absolute defense( livello medio x2) con un danno pari ad alto.
-Dopodichè Sano infierisce con confusione( psichico livello medio) e stein si difende con Dispel ( livello basso) con un danno pari a basso.
-Sicuro della vittoria si avvicina a Stein per dargli il colpo di grazia. In realtà lo ha ingannato e lo attacca alle spalle con la ZeroStrem ( livello Critico) e lo uccide.
Finito lo scontro si fascia per fermare l'uscita di sangue e prosegue.
~ Note:

†Bisturi[18/20]
Stein incontra il se stesso prima di diventare pazzo. Quando era ancora un dottore con dei sani principi. Infatti impazzisce solo dopo la morte di Occhietto. Si aliena e vuole più conoscenza e potere in modo tale da non rivivere mai più una situazione del genere. Ho preso parte dal mio Bg.

Edit:Errori



Edited by Vikisix - 5/4/2012, 20:01
 
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Worldgorger
view post Posted on 12/3/2012, 00:46




IL VISCONTE D'OMBRA
—where: le viscere dell'ombra

Le mani sottili, dalla pelle d'alabastro, sfiorarono la superficie dell'acqua contenuta nel bacile, provocando increspature che andarono allargandosi in onde concentriche, fino a raggiungere i bordi del contenitore di marmo nero venato d'argento. Da qui cominciò il rifluire dell'acqua verso il centro: una volta raggiunto, una singola goccia, splendente come avesse in sé tutta la luce dell'universo, si sollevò librandosi in aria lentamente -quasi con dolcezza- per fermarsi di fronte agli occhi dell'uomo.
« Ci avrei scommesso » mormorò, concentrandosi, mentre la goccia ricadeva nel bacile e l'acqua tornava limpida, immobile, pronta a mostrargli qualunque cosa avesse voluto.
E fu in quel momento che li vide: quei tre, che avevano creduto di essersi persi, di essere caduti in chissà quale abisso di orrore, mentre si ritrovavano uno di fianco all'altro senza riuscire a spiegarsi cosa fosse successo. Ma lui, purtroppo, sapeva fin troppo bene cosa stava accadendo.
Quello che i tre avevano attraversato -non senza qualche acciacco- era lo Specchio dell'Anima, qualcosa che non aveva controparti reali e poteva prodursi solo nelle menti deviate di coloro che non avevano idea di chi l'avesse generato. Il Visconte, suo malgrado, si rese conto che se lo Specchio era tornato a funzionare, allora Lei stava riguadagnando le forze. Poteva addirittura già essere pronta a tornare.
Sollevò lo sguardo dal bacile, occhieggiando intorno a sé, quasi si aspettasse di vederla trasparire dalle viscere. Invece nulla.

Tornò a concentrarsi sul terzetto.
Superamento qualche attimo di smarrimento, procedettero uniti verso l'unica direzione che era loro consentita: avanti, sempre più avanti, sempre più in basso, fin dentro l'odioso cuore dell'abisso.
Quel tunnel -lo sapeva bene lui, che quel posto l'aveva costruito- conduceva direttamente al centro della Fortezza Triangolare. Eppure c'era qualcosa che lo Spettro non aveva considerato -che non poteva sapere. Proprio per contrastare la sua pretestuosa occupazione dell'ombra all'intero della cripta, il Visconte aveva fatto realizzare alcune zone di salvezza, illuminate debolmente, eppure quanto bastava per tenere lontano quel fastidioso inquilino.
Uno di questi spiazzi circolari si trovava proprio a metà del tunnel, e ad aspettare il terzetto c'era un volto conosciuto.
« Quel nanerottolo » ridacchiò il Visconte « è proprio testardo. »
Al centro della stanza, illuminata da dodici fuochi fatui che volteggiavano sul cavernoso soffitto, il RedCap attese pazientemente finché Viktor, Sarkan e Franken non gli furono abbastanza vicini da vedere bene il suo cappello rosso sangue.
Il folletto deforme stringeva ancora, nella mano destra, la Skywrack sottratta a Verel. Nonostante ne trattenesse l'elsa con vigore insospettabile, lasciava che la lama strisciasse al suolo, come se pur conoscendo il potere di quell'arma non sapesse bene cosa farsene.

L4RDd

« Eccoli qui, altri tre coglioncioni, per nulla decisi a seguire i padroni:
i cordoni della borsa si stringono di colpo, come la corda all'impiccato improvvisamente stringe il collo.
Volete giocare a qualcosa di grosso, qualcosa che invero per voi è anche troppo.
Comandante, con un infermiere e un arrotino, sei proprio sicuro di voler giocare nelle tenebre a nascondino?
Il cammino da voi scelto porta alla pozza più profonda, giù in basso a cadere dentro le Viscere dell'Ombra.
»

Cantilenando con quella sua voce stridula e nasale, il folletto prese a dondolare la spada avanti e indietro -sembrava quasi indeciso fra la possibilità di attaccare quel trio dalle apparenze scarsamente marziali o donare loro quell'artefatto capace di fendere i cieli.
"Tante storie per nulla" si disse il Visconte, osservando la scena.
"Tutto ciò che può fare quel vecchio stuzzicadenti, contro lo Spettro, è farlo morire dal ridere."
Ma il RedCap, incurante, riprese la sua canzone.

« Giovani eroi, morirete senza appello, ma prima date soluzione a questo indovinello:
non posso promettere di salvarvi la vita, ma se risponderete la sorpresa vi riuscirà gradita.

Dei miei colori vi è scarsa scelta, ma mi usano tutti, dall'Impero a Velta.
Non mi vuole per sé il mio genitore, non mi acquista per sé il mio compratore:
chi mi usa lo fa per lo più controvoglia. Ora dimmi: hai mangiato infine la foglia?
»


Note del Quest MasterCome penso si sia capito -e se non si è capito ve lo dico io adesso- lo scontro precedente non è avvenuto nella realtà: si è semplicemente trattato di una sorta di dominazione psionica che vi ha costretti a combattere contro voi stessi. Per cui, una volta sconfitto il nemico, vi siete ritrovati l'uno vicino all'altro all'interno del tunnel, come se nulla fosse successo. Le vostre energie NON si ripristinano, in compenso però l'ammontare complessivo dei danni subiti nel corso dello scontro autoconclusivo passa da Fisico a Psionico/Mentale.

Procedendo per il corridoio, comunque, arrivate a una sorta di sala circolare, illuminata da fuochi fatui dalle fiamme azzurre che danzano sul soffitto. Al centro della stanza c'è un RedCap con una spada in mano. Vi fissa, e poi vi apostrofa come riportato nel post, ponendovi un indovinello (nemmeno troppo difficile). A voi risolverlo.

Non credo ci sia altro da dire. Se avete domande, utilizzate il topic in 'Confronto'.
Il termine per postare è fissato alle ore 23:00 di giorno 19 -per permettere a Lenny di rispondere senza la necessità di richiedere proroghe.
 
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Lenny.
view post Posted on 13/3/2012, 08:03




I misteri di Cagliostro ~ le viscere dell'ombra
IV - Sete


La grottesca caricatura di un essere umano si stagliava contro Viktor e i due scarafaggi riemersi dalle tenebre. Un nano deforme e impertinente, uno spirito di un rosso cremisi appartenuto a qualche religione dimenticata. Forse si era aperto strada emergendo dal sottosuolo, portandosi dietro quella spada troppo lunga, troppo grossa, troppo...troppo e basta, per uno come lui. Ed eccolo, il ributtante spirito, fronteggiarli imperterrito e spargere il suo insulso messaggio di beffa, di minaccia, di sfida.

Viktor distolse lo sguardo dal nano. Gli doleva il cranio, un dolore pulsante, martellante, sfiancante. Era apparso subito dopo lo scontro con la pallida emulazione, appena prima dell'ameno ritorno dei due scarafaggi, pronti a fiancheggiarlo lungo la prossima discesa nelle tenebre. Nessuna parola di troppo, tra loro. Pensare era dolore.
Parlare, ancora più dolore.

Cosa fare di quel nano sfrontato? Schiacciarlo come meritava di finire schiacciato un patetico spettro sul suo cammino? No, Viktor avrebbe volentieri evitato noie simili, almeno sino al tempo del Visconte. E quel dolore che lo attanagliava dentro, nel profondo, retaggio imperscrutabile causato dalla creatura del Visconte, aveva fiaccato la sua forza d'animo, e smorzato la sua sete di sangue. Il rimedio, l'unico salvifico rimedio per lenire il dolore era la testa del Visconte. Trucidare i suoi baciapile non sarebbe servito. A nulla.

E fu subito dopo aver deciso di assecondare -per il momento- il gioco da latrina del nano rosso che Viktor, con riluttanza accondiscese a rispondere.
« È una bara, straccione. »
Gracchió, secco.

Per poi stappare la fiasca d'ottone nascosta all'interno del pastrano, e bere direttamente a canna. Sorsate calde come piombo fuso scesero giù, nelle sue viscere, e rivoli d'acquavite putrida gli colarono ai lati della barba, senza che lui staccasse gli occhi dal nano deforme.
Un altro valido rimedio per lenire il dolore, l'acquavite.
« Cedi il passo. Ora. »
Terminò, infine, intascando la fiasca e sfoderando la pistola a ruota.
Canna esagonale della Eiserne Wache puntata contro il folletto,
Tiro allineato al centro della sua fronte.



<p align="center">(IMG:https://i272.photobucket.com/albums/jj183/S...itwithDeath.jpg)

Umano: Rec 325 ~ AeV 150 ~ PeRf 125~ PeRm 525 ~ CaeM 225
Demone: Rec 400 ~ AeV 100 ~ PeRf 100~ PeRm 850 ~ CaeM 150

~ Basso 1% ~ Medio 5% ~ Alto 13% ~ Immenso 29% ~

Energia residua: 40% +10% = 50%
Status Fisico: illeso
Status Psicologico: Lancinante dolore alla testa; Prossimo alla follia (critico)

[size=1]Passive rilevanti in uso

Certain burden_-Aura venefica che rinsecchisce e avvizzisce gli esseri viventi che lo circondano.
Achtung_-Auspex passivo. / Difesa da auspex passivi.
-Passiva psionica di timore (se i personaggi vicini sono di energia inferiore).
Sakrileg_-Mimetizzazione perfetta all'interno dell'ombra. / Percezione visiva al buio (se naturale).
Streben (Arcanismo III liv.)_-Cognizione passiva di qualsiasi magia operata in campo.
-Abilità attive magiche castate immediatamente e senza bisogno di tempi di concentrazione.
-Aumento di un livello per le le abilità offensive di natura magica. Abbassamento di un livello per le le abilità offensive di natura fisica.
Eiserne Wache_Ammaliamento psionico passivo a chiunque venga minacciato direttamente con la canna della pistola.
Netvor bez jména_Completo oblio del vero nome del Beccaio, a meno che non sia quest'ultimo a voler essere rammentato.
Corigliano (compagno animale)_Empatia completa tra il pg e il suo corvo.

Note: post scritto interamente dal palmare, abbiate pietà. Ah, il pg usa una linfa vegetale (ridescritta in scheda come acquavite). Infine, vik minaccia il folletto con la pistola (ricordo passiva artefattosa di terrore per chiunque venga minacciato con la pistola, rintracciabile in scheda)


Edited by Lenny™ - 13/3/2012, 10:40
 
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Name_Less
view post Posted on 13/3/2012, 20:13





La figura sbiadisce. Non arriva ad esalare il suo ultimo respiro che il sangue comincia ad evaporare, così come le sue carni. Si squagliano e ascendono contorcendosi in un miasma informe.
Sàrkan rimase perplesso, fissò un paio di secondi la scena, poi i suoi occhi si chiusero forzatamente, e quando li riaprì era di nuovo dietro Schurd, seguito da Vipsinia e l'automa.
Il corridoio stretto l'opprimeva ogni passo di più.
Movimento dopo movimento, in un crescendo di noia, la strettoia giunse al culmine, finendo per sfociare in una stanza circolare illuminata da luci azzurre.
Sàrkan le ammirò per qualche istante: rappresentavano certamente un fenomeno interessante.
Danzavano lente, quasi immote, sospese a mezz'aria. Non bruciavano, né producevano alcun suono.

Poco più avanti si intravedevano i contorni di una creatura, non appena fu abbastanza vicino da distinguerne chiaramente i contorni, la squadrò con attenzione: basso, scolorito e oggettivamente brutto, stringeva con grande vigore la base di una spada particolare, lasciando che il filo raschiasse il pavimento.
Indossava un berretto rosso, che gli conferiva un aspetto decisamente sinistro.
Sàrkan ignorava il termine tecnico con il quale si identificava quel genere di creatura, ma aveva di certo capito come comportarsi.

E subito cominciò a parlare, senza presentarsi, rozzo e noioso come pochi.
«Eccoli qui, altri tre coglioncioni, per nulla decisi a seguire i padroni:
i cordoni della borsa si stringono di colpo, come la corda all'impiccato improvvisamente stringe il collo.
Volete giocare a qualcosa di grosso, qualcosa che invero per voi è anche troppo.
Comandante, con un infermiere e un arrotino, sei proprio sicuro di voler giocare nelle tenebre a nascondino?
Il cammino da voi scelto porta alla pozza più profonda, giù in basso a cadere dentro le Viscere dell'Ombra.»


Sàrkan non si perse una sola parola, ascoltando con attenzione forse eccessiva ogni sillaba.
Frasi senza senso costruite in maniera tale che vi fosse sempre una rima. Si credeva forse divertente?
Vipsinia non fece che fissarlo, lo sguardo immobile.
Poi riprese, attirando questa volta un'attenzione autentica, promettendo una ricompensa in cambio di una soluzione ad un indovinello.
Il Senzanome fu quasi sorpreso all'idea che quello potesse ideare un indovinello.
La cantilena ricominciò.

«Dei miei colori vi è scarsa scelta, ma mi usano tutti, dall'Impero a Velta.
Non mi vuole per sé il mio genitore, non mi acquista per sé il mio compratore:
chi mi usa lo fa per lo più controvoglia. Ora dimmi: hai mangiato infine la foglia?»


Intrigante.
Stuzzicato da quella pseudo-filastrocca, prese a pensare, e con lui Vipsinia.
Come un automa senza una volontà propria, cominciò il suo ragionamento, agendo secondo i più oscuri meccanismi della mente.

Stesso colore. Tante copie. Largo uso.
Utilizzo destinato a qualcuno all'infuori del creatore e acquirente.
Utilizzo svogliato, probabilmente sconsigliato.
Quesito a risposta aperta.


Raccolte più informazioni possibili e analizzato il corpo dell'indovinello, cercò instancabile una soluzione.
Un'arma? No, del tutto scollegata dalle foglie.
Un estratto? Sarebbe collegato alle foglie, sì, ma al resto?
Forse un estratto nocivo: un veleno.
E i veleni non dovrebbero avere un'ampia gamma di colori, che io sappia. E, ovviamente, chi li crea o li acquista non li usa per sé. Certo, effettivamente non mi convince il fatto che chiunque, dall'Impero a Velta, utilizzi i veleni, però è anche vero che quella creatura non sembra essere molto intelligente. Probabilmente neanche lei stessa ha analizzato attentamente quanto ha detto. No, è impossibile, era un indovinello chiaramente premeditato, ci avrà riflettuto un minimo. E poi non vedo alcun nesso con quanto successo sin'ora. Detesto gli indovinelli.

Sospirò, celando l'insicurezza.
Diede un'ultima, liberatoria, occhiata all'ampio spiazzo, per poi tornare a fissare il RedCap, sovrappensiero.
E' una bara, straccione.
Esordì Schurd. Sàrkan di colpo pensò che avesse ragione, maledicendo prima se stesso, e poi lui. Cominciava a pensare che davvero quello fosse il vero Schurd. Stessi modi, stesso tono, stessa irruenza.



Riassunto: niente, il buon Sàrkan si deprime. E anche io. Stupide bare.
Non credo ci sia bisogno di uno spoiler riassuntivo dettagliato.
 
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