Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Conquistadores - Invasione, Main Quest - Goryo

« Older   Newer »
  Share  
Vikisix
view post Posted on 4/4/2012, 21:53 by: Vikisix




Era un novizio. Per tale ragione era stato assegnato a quell’area della Purgatory infima e remota. In realtà nessuno sapeva quello che faceva realmente lì.
Il suo piccolo paradiso personale.
I corridoi erano stranamente silenziosi. Si sentiva solamente una leggera musica retrò di sottofondo. Era leggiadria e spensierata. Esprimeva felicità, da molti considerata un capolavoro. Una vera e propria opera d’arte.



Si trovava nell’angolo più remoto e nascosto, dove nessuno andava mai, dove nessuno poteva disturbarlo, dove i sistemi tecnologici della puttana volante arrivavano a stento.
Il pavimento era fatto di lastre di ferro. Svariati tubi arrugginiti erano appesi al soffitto. La luce scarseggiava. Vi erano solamente delle lampade che ogni tanto sfarfallavano. Una vera merda.
A destra e a sinistra del corridoio vi erano un’infinità di celle. Alcune vuote. Altre piene. Ma nessuno parlava. Non volevano farsi notare dal dottore pazzo, anche se sapevano benissimo che in quel momento era occupato.
Si trovava nell’ultima cella a destra, affianco a un corridoio che portava ad un magazzino e se si proseguiva si arrivava all’uscita.
Lo stanzino era cupo e ristretto, ma c’era tutto il necessario.
Al centro della piccola sala vi era un tavolo di squallido ferro, cigolante e rovinato. Su di esso vi era la cavia di turno. Mani e braccia legate saldamente con delle funi di canapa da pochi soldi. Un semplice prigioniero dei bassi livelli. Nessuno si sarebbe accorto della sua mancanza.
Affianco un piccolo tavolino. Anch’esso da quattro soldi, in ferro con delle piccole ruote cigolanti. Dalla parte opposta invece ce n’era un’altro identico sul quale vi era appoggiato un grammofono vecchio e malfunzionante, la fonte della musica.
Insomma tutti gli oggetti in quella sala erano stati tirati su con un po’ di fortuna.
Inoltre vi erano delle candele per poter illuminare meglio la sala operatoria, perché è di questo che si trattava. La sala operatoria di Stein. Il suo piccolo privè.
Sul primo appoggio era presente ogni sorta di strumento operatorio. Bisturi, siringhe, cateteri, dilatatori, pinze e molto altro ancora. Era presente anche una bacinella con dell’acqua ristagnate e sporca di sangue.
L’odore in quella zona era insopportabile. Il sangue represso era ovunque. Croste e interiora sparse in putrefazione. Il fetore era così forte da far venire il vomito ai più. Era marcio, come l’interno di quei poveri sciagurati.
Ora, la cavia, era li tremante e inerme davanti al suo macellaio. Gli occhi chiedevano pietà, ma ormai era troppo tardi.
Franken lo guardava con superiorità. Sopra i suoi vestiti portava un camice operatorio verde tutto tagliato e sporco. Una mascherina bianca, anch’essa malconcia, e un paio di guanti in latice. Con il dito medio della mano destra si sollevo gli occhiali e con la sinistra fece fare qualche giro al suo bullone.

Crik...Crik...

La sua voce tagliò l’aria come un sottile stocco.

«Le gioie della vita... vediamo... »

Intanto la cavia urlava, si dibatteva con tutte le sue forze, però ogni tentativo era vano. La sua voce era soffocata dalla musica e le corde strette lo immobilizzavano.
Mentre il dottore pensava prese una sigaretta e con lo zippo se l’accese.

«Ma certo! Ottimo consiglio infermiere! Non proverai più dolore... via le terminazioni nervose!»

La cavia era terrorizzata, ma lo sarebbe stata ancora di più se avrebbe visto il ghigno malefico sotto la mascherina. Un vero e proprio mostro. Tutto era inutile. Stein doveva sperimentare e nessuno lo avrebbe fermato.
Così iniziò la mattanza.
Non c’era spazio per le altre personalità. Solamente una avrebbe dominato. Solamente una avrebbe operato. Solamente una avrebbe goduto.




Si sentiva un odore di bruciato. Il vinile ormai aveva smesso di girare da una decina di minuti abbondanti.
Urla soffocate dal sangue.
Pura estasi paradisiaca. Una gioia per i sensi del dottore. Il liquido vermiglio lo aggradava. Quel cremisi lo aveva affascinato fin da bimbo.
Stein aveva le mani e il camice completamente imbrattati di sangue. Il torace del povero sfortunato era aperto. Le costole tagliate, l’intestino di fuori e circa i primi sette strati della pelle bruciati. Era diventato completamente glabro. Nessun pelo sul corpo.
Miracolosamente era ancora vivo. Ma lo sarebbe stato per poco. Sten sapeva come far soffrire il paziente lasciandolo in fin di vita. Solamente i sopravvissuti sarebbero stati degni dei miracoli che gli offriva.
Era concentrato quand’ecco che l’annuncio avvenne. La presa di potere di Viktor Von Falkenberg. Ma prima la nave atterrò bruscamente e questo fece sbagliare un’incisione sul braccio, nulla di irrimediabile. Le celle si aprirono di scatto e poi un gran rumore di passi che si allontanava. Urla di gioia, di libertà.
Non ci fece caso. Era troppo concentrato sul suo lavoro. Ormai era quasi completo.
Lentamente, con il bisturi in mano, si avvicinò all’orecchio morente.
Sussurrò parole di follia e malvagità.

«Lo senti?... Ovvio che no... la bramosia di potere...l’eccitazione? Sono un turbine...»

Era agitato. Una vera e propria tempesta. Tutte quelle sensazioni che stava provando. Non erano sue.
Prese il pacchetto di sigarette e lo aprì. Le ultime sette sigarette.

“Maledizione...”

Durante l’operazione aveva fumato come un’animale senza controllo.
L’accese e fece un profondo respiro che riempì completamente i polmoni. Ormai la sala era piena di fumo.

«Buonissima... vuoi un tiro vero? Beh te lo sei meritato.»

Gorgoglio qualcosa che fu soffocato dal sangue nelle gola.
Gli poggiò la sigaretta sulla bocca e a stento fece qualche tiro. Dopodiché tossì disumanamente. Da dove proveniva tutta quella umanità?

«Quello con l’elegante bastone... la cavia... ha fatto molti progressi come puoi notare. Soffre di un complesso di inferiorità a parer mio. Per questo vuole dimostrare di essere il più forte. Vuole avere sempre più potere. E per compensare a una sua eventuale mancanza, che devo ancora identificare, ha voluto conquistare l’intero purgatorio!»

Urlò le ultime due parole come quando un luminare annuncia la scoperta più importante del secolo. Prese un bisturi e lentamente iniziò a incidere il volto della cavia. A tagliargli lembi di pelle. Era sveglio solamente grazie alle continue iniezioni di adrenalina.

«Ora ti starai chiedendo con chi mi schiererò. Domanda banale e scontata. Un dottore non abbandona mai la cavia. E poi si sa. Ci sarà una guerra interna. Chi difende il vecchio ordine. Chi il nuovo. Quale occasione migliore per poter continuare i miei esperimenti. Feriti ovunque da poter curare. Come quand’ero in guerra. Potevo condurre i miei esperimenti indisturbatamente e con fondi non miei!»

Fece una pausa aspettando un segno di assenso, ma nulla.

«Come puoi capire... sei solo un povero zoticone ignorante... Ops!»

Con una falsità mostruosa mise una mano davanti alla bocca, come se dovesse nascondere il gesto appena fatto, mentre la destra con precisa crudeltà recise la carotide. Bastarono pochi attimi e l’infame morì.

«Non volevo. Comunque ho da fare. Devo incontrare la cavia.»

Si tolse tutti gli abiti da laboratorio e prese il necessario per andarsene. Tutti quegli avvenimenti e lui che poteva divertirsi in disparte senza che nessuno gli rompesse i coglioni. Queste erano le gioie della vita.
Aveva la pelle d’oca. Emozionato e imbarazzato allo stesso tempo. Cosa sarebbe successo? Chi avrebbe dominato? Cosa avrebbe fatto? Beh, in realtà, questa domanda aveva una ben precisa risposta. Sperimentare fino alla morte. Uccidere e dilaniare senza senso. Banale, ma sempre di gusto.

«Ho ragione infermiere?»

«Certo Dottore!»

«Allora che dite andiamo?»

«Beh... è lei che comanda...»

«Allora andiamo, ma non scordiamoci di lei... la mia adorata principessa»


Ancora una volta rumore di passi proveniva dal corridoio. Questa volta, però, attirò la sua attenzione. Era giunto il tempo di una sorpresa.
Prese principessa. La sua adorata. L’unica donna nella sua vita. Seducente, con delle curve mozzafiato. L’amava alla follia.
Attese il momento giusto. I passi si fecero sempre più vicini e con prontezza colse l’occasione al volo.
Si trattava di un manipolo di una dozzina di persone, tutti umani scheletrici dalla fame. Il corridoio era abbastanza stretto da farne stare due in fila. Ma uno solo era davanti a tutti loro.
Correvano come dei forsennati.

-Di qui presto! C’è un’uscita!-

Spacciato.
Accese la motosega e di colpo uscì impalando il primo della fila. I dentelli continuarono a girare e a schizzare brandelli di organi e sangue ovunque. Ormai era completamente imbrattato di quel cremisi. Sul muro opposto c’era un’enorme macchia. Un urlo di dolore che durò pochi attimi. Note soavi per Stein.

«Cibati pure mia cara... sapevo che avevi fame.»

Con un calcio sfilò il malcapitato e accarezzò il dorso rosso dell’arma. Così bella e crudele allo stesso tempo. Il rombo del motore a scoppio rimbombava tra tutte le pareti. Si girò verso gli altri e cercò di scusarsi.

«Posso spiegare... vedete li c’è un gradino... sono inciampato e...»

-Taci coglione! Tu sei con quei pezzi di merda dei Falkenberg Corps! Sai che ti dico. Noi la libertà c’è la conquistiamo da soli! Fottetevi tutti quanti! Siamo stati vostri prigionieri per troppo tempo! Quindi stronzo o ci fai passare o ti ammazziamo... non hai speranze siamo più di te...-

Si guardò intorno. L’uscita era nella stanza dopo il corridoio. Doveva un favore a soggetto 02-M, era tempo di ricambiare.

«Vedete... ho appena operato e ho un crampo alla coscia, non c’è la faccio. Non è che da bravi diverreste le mie cavie?»

-F O T T I T I !-

Caricarono tutti a testa bassa. Poveri stolti disarmati stavano andando verso la loro fine.
Si lacerò il palmo della mano con l’anello che portava. Creò due ovuli di sangue che sparò con violenza. Andarono a colpire i primi due della fila che per il contraccolpo caddero a terra morenti, ma furono immediatamente scavalcati dagli altri che giunsero in corpo a corpo. Come animali cercarono di attaccarlo a mani nude. Tutto inutile. Evitò i colpi indietreggiando prontamente e li tenne lontano menando fendenti a caso con principessa. Alcuni furono colpiti agli arti con danni superficiali. Ad altri due, più sfortunati, fu tranciato una parte di mano e di contraccolpo caddero a terra svenuti.
Il sangue fuoriusciva copioso e in abbondanza lasciando una scia che portava fino a Franken, che indietreggiando arrivò alla sala dove si trovava l’uscita.
In quattro lo avevano circondato.
Dallo stesso taglio di prima utilizzò una tecnica simile. Questa volta uscirono due spuntoni che immediatamente rientrarono nel circolo sanguigno di Stein. Uno trafisse in pieno petto un prigioniero, il quale cadde a terra esanime, mentre l’altro, con un colpo di reni riuscì a schivarlo in parte, infatti lo trapassò all’altezza del fegato. Nonostante questo cadde a terra privo di forze e con le mani cercò di fermare l’emorragia.
I due rimanenti caricarono. Da parte sua anche Stein scattò, ma ignorò completamente quello dietro di se che riuscì, con un calcio al ventre, a buttarlo per terra. Durante la caduta, però, fece in tempo a trafiggere il terzo e per non rimanere ucciso lasciò la presa che aveva su principessa.

“Mi dispiace”

Una volta per terra il prigioniero gli mise le mani al collo. Aveva una forza superiore alla sua, ma a quanto intelligenza scarseggiava.

-Crepa!-

Istintivamente una mano andò ad allentare la presa, mentre l’altra prese il bisturi nel camice. Il carcerato a causa della foga non notò nulla e come una saetta letale gli tagliò la gola.
Aveva vinto.
Recuperò principessa e andò dall’ultimo prigioniero agonizzante al suolo nella sua stessa merda.

«Non è una questione di libertà. Come insegnano i maggiori scienziati si tratta di semplice e pura sopravvivenza. Selezione naturale. Sopravvive il più forte. È la scienza che lo dice.»

-Bastardo...-

Lo trapasso da parte a parte. Dopodiché spense principessa che cadde al suolo fragorosamente.
Non se ne accorse neanche quando una sprangata lo colpì da dietro sulla coscia ferendolo facendolo inginocchiare.

-MUORI!-

Tre prigionieri si erano fermati indietro a staccare delle sbarre di ferro che erano state danneggiate dai fendenti furiosi di Stein e per questo brandivano armi improvvisate. Altri due colpi stavano per giungere quando una barriera color cremisi li fermò.

-Non è possibile...-

Scagliò due bisturi che si conficcarono uno nella coscia del primo, all’altezza dell’arteria femorale, e l’altro in pieno petto del secondo. Erano scioccati e paralizzati. Non ebbero il tempo di reagire. Dalla mano lacerata si formò una lama di sangue che tagliò di netto al testa del terzo.
Nella confusione il prigioniero ferito al petto iniziò a corre.
Corse come non mai. L’obiettivo era la libertà, la salvezza da quel purgatorio che in realtà era un inferno.
Stein fece per fermarlo quando qualcosa gli afferrò la gamba. Si girò e lo vide. Un’altro carcerato con la speranza negli occhi.

«Se vuoi morire per una merda... ti accontenterò.»

Lo iniziò a prendere a calci violentemente. Gli ruppe i denti. Le mani che cercavano di proteggerlo. Grondava sangue. Continuò con foga. Calci su calci. Poi prese la spranga e iniziò a colpirlo più forte. Si fermò dopo molto. Gli mancava il fiato. Ormai il cadavere era irriconoscibile. Si era sacrificato per dare la libertà a uno stronzo che forse non conosceva neanche.
Ora era davvero finita.
Aveva preso una bella botta. Ma nulla di serio, oltre alla contusione un leggero taglio. Con il tempo si sarebbe rimarginato.
Si rialzò soddisfatto. Attorno a lui una carneficina. Un’opera d’arte che in pochi avrebbero potuto apprezzare.
Prese le sue robe e iniziò a camminare, zoppicando leggermente, verso il fulcro di tutti quei eventi. Voleva vedere di persona.

«Sto arrivando...»

Trascinava, a peso morto, principessa, causando un rumore stridente poco piacevole.
Ogni tanto faceva girare il suo bullone per stringerlo.

Crick...Crick...

Fumava una sigaretta.
Ne rimanevano cinque.


†g†



Corsi come non feci mai in vita mia. Mi ricorderò per sempre lo sguardo di mio fratello. Occhi azzurri come il cielo. Liberi di volare. Rovinati dalla lunga prigionia. Erano rossi, gonfi di lacrime che non riuscivano a scendere.
Eravamo finiti lì solo perché facevamo qualche furterello per sopravvivere, per mangiare.
Rinchiusi per un tempo interminabile. Anni? Mesi? Giorni? Chi può dirlo. Li il tempo non passa. Muori lentamente. Dentro. Ti annientano. Per loro siamo tutti uguali. Divise uguali, e tutti ci chiamano merde o con insulti peggiori. Non abbiamo un nome. Per loro è privo di significato. Siamo carne da macello. Animali destinati alla morte. Solo un peso morto da mantenere. Se sapessero come ci trattano. Se solo il mondo non giudicasse dai pregiudizi.
Loro sono gli eroi. Noi siamo i cattivi.
Ma anche noi vogliamo vivere. Anche noi abbiamo delle speranze, dei sogni, che sono stati infranti.
Io volevo fare il pasticcere. Da bambino li guardava attraverso la vetrina. Quei caldi, soffici e gustosi dolci al cioccolato. Non potevo farci nulla. Sono nato povero e morirò tale. Ci picchiavamo a morte per un torsolo di una mela marcia. Ma noi siamo i cattivi. Noi che vogliamo solo vivere. Che vogliamo avere le stesse possibilità. Noi che non sappiamo se arriveremo al domani. Noi siamo cattivi e loro gli eroi che salvano il mondo dal male. Perché?
Sono tutti ciechi.
L’immagini di quel posto mi stavano abbandonando. Rividi tutte le mie azioni. Mio fratello, non di sangue, ma con un legame ancora più profondo. Quando la morte è dietro ogni angolo i tuoi compagni sono la tua famiglia. E io l’avevo appena vista massacrare completamente.
Corsi come non mai. E grazie al loro sacrificio ce la feci.
Il sole bagnò il mio viso. Mi scaldò la pelle. Mi abbagliò. L’azzurro in cielo. La desolazione per terra. Mi trovavo nel deserto. Poche speranze di sopravvivenza ma non mi abbatei. Continuai a correre e ce la feci.
Scappai. Mi guadagnai la libertà. La possibilità di vivere una nuova vita. Ma a che scopo? Le persone non sarebbero cambiate. Ci avrebbero continuato a vedere come i cattivi e loro come i buoni della situazione.
Poi compresi.
Avrei vissuto per loro: Rudolf, Ghota, Salazier, Caius, Alexander, Roziel, Akileos, Konrad, Kanaglia, Siva e lui Karos. Avrei continuato a vivere anche per le loro speranze. Avrebbero voluto così.





png
Dottor Franken Stein

~ Rec:275 ~ AeV:125 ~ Perf:125 ~ Perm:325 ~ Caem:175
~ Status Psicologico: Emozionato e soddisfatto.
~ Status Fisico:Contusione più lacerazione alla gamba dx. Lievi traumi da impatto sulla schiena. Stanco, sta riprendendo le forze.
~ Energia Residua: 100%-36%=64%
~ Energia Impiegata: 6%+6%+6%+6%+6%+6%=36%
~ Abilità Passive:
†Non sviene una volta raggiunto il 10% delle energie
†Lancia le difese istantaneamente [1°passiva Absolute Defense]
†Difese 360° stesso potenza dell'energia spesa [2° passiva Absolute Defense]
~ Abilità Attive[*/2] :
Effetto attivo Absolute Defense
Stein può evocare uno scudo energetico circolare, di colore rosso cremisi come il sangue, innanzi a sé di potenza e consumo pari a Basso, il cui diametro può variare da quello di un piatto di portata fino ad essere pari al massimo all'altezza del caster stesso. Tale barriera sarà costituita di pura energia magica andata a concretizzarsi, e potrà bloccare qualsiasi offensiva non psionica diretta all'incantatore.
» ZeroStream:
Questa abilità permette a Stein di manipolare a piacimento il flusso del suo sangue. La sua capacità consiste in: creare, intensificare, diminuire o annullare questo flusso. Inoltre ha la straordinaria dote di rendere il liquido vermiglio che utilizza particolarmente resistente e veloce a seconda dell’energia sprecata. Riesce a creare:lame, proiettili e molto altro ancora. Il dottore di norma utilizza zerostream nei diversi interventi dove il paziente è lui stesso, tentando di non morire per dissanguamento. Però l’ha trovata molto utile anche in combattimento e la utilizza nei modi più stravaganti e bizzarri per cogliere di sorpresa l’avversario, o almeno ci prova. Poiché adopera questa capacità da molto tempo riesce a sfruttarla senza troppi problemi,ma in uno scontro(per ovvi motivi) riesce a controllare il sangue solo per un tempo molto breve, giusto la durata di un attacco. Questa abilità si basa sulla Perm ed è una variabile offensiva.
[Consumo di energia: Variabile Basso*5]
~ Riassunto: Nella prima parte c'è la narrazione di ciò che avviene e perché si allea con Viktor. Nella seconda inizia lo scontro che inizia in un corridoio e finisce in un magazzino.
0-Franken uccide uno che passa nel corridoio per divertimento. Un infame.
1- Utilizzo due volte la mia variabile a Basso per abbattere due nemici.
2-Caricano a mani nude. Stein indietreggia e grazie allo spazio ristretto riesce a non farsi raggiungere. Nel mentre mena fendenti a caso e ne abbatte altri due.
3-Arriviamo nella sala dove circondano il dottore in 4. Ne abbatte altri due con la variabile a Basso*2. Carica il 3 che lo passa parte a parte con la motosega. Ma il quarto lo sbalza per terra e gli salta addosso per strangolarlo. Repentinamente tira fuori un bisturi e lo sgozza.
4-Crede che sia finita ma lo caricano in 3 da dietro con spranghe di ferro. Uno lo colpisce e si difende dagli altri con l'attiva del dominio a Basso. Poi uccide uno con un bisturi. Uno con la variabile a Basso e il terzo lo ferisce. Quest'ultimo riesce a scappare poiché un prigioniero morente ferma Stein.
5-Fine scontro. Franken prende le sue cose e va dove sta accadendo il bello della festa.
~ Note: Ho fatto i due post in uno solo per spiegare cosa faceva il mio pg durante gli avvenimenti del primo turno. Scusate se sono stato prolisso. Nemici uccisi 11\12. Uno è scappato.
L'ultima parte è vista dal prigioniero che è riuscito a scappare.
Edit:Aggiunto brano musicale all'ultima parte. Individuato errore nell'energia utilizzata. Corretto.



Edited by Vikisix - 5/4/2012, 15:06
 
Top
45 replies since 20/3/2012, 23:23   3140 views
  Share