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Sacramento di Unica Vera Fede

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Yomi
view post Posted on 8/4/2012, 07:17 by: Yomi




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Il rosso dei fiori, il porpora degli arazzi e l'azzurro degli stendardi spiccavano con forza innaturale sul bianco niveo del marmo della basilica, mentre le campane sovrastavano i passi dei presenti, che da ogni dove erano accorsi a gremire il grande Duomo di Basiledra. La processione era sembrata interminabile: una lunga serpe di incappucciati che avevano sfilato lungo le vie della capitale, mentre sempre più fedeli si accodavano, unendo le loro voci al coro elevato al cielo che invocava il nome del Sovrano. Avevano levato le lodi al suo onore, e glorificato sette volte i suoi nomi, secondo gli scritti della Nuova Fede, cui presiedeva il sovrano in terra del regno umano in persona, e tutti i suoi vassalli, figure divenute in breve fra le più influenti del continente. Ma era stato l'ingresso nel Duomo il culmine dell'eucarestia, l'enorme monolite di marmo era la raffigurazione del corpo stesso del Leviatano, rappresentava il Sovrano personificato, incarnato nell'aspetto di un titano invincibile.

La pianta del Duomo era quella di una rosa dei venti, al cui centro era collocato l'altare ed il pulpito su cui spiccava una figura solitaria. Zeno era la voce stessa del Re Invincibile, in piedi sul pilastro marmoreo come la figura mitologica di un giudice. Attorno a lui gli uomini si disposero come se sapessero per istinto quale fosse il loro posto, e così gli uomini provenienti dalle steppe settentrionali presero posto nella punta nord della rosa dei venti, i dignitari dell'ovest riccamenti abbigliati si disposero a ponente, gli uomini del deserto sedettero alla punta sud mentre gli orientali si radunarono alla punta est. Il coro dei corvi si spense, lasciando spazio ad un silenzio religioso che in breve fu rotto dalla voce dell'uomo assiso sull'altare. Intonò un canto, ed il coro riprese forza. Al contempo la luce del sole che filtrava dalle vetrate divenne fioca, fino a spegnersi del tutto come nel corso di un'eclissi, lasciando solo i candelabri a far luce nel tempio del Leviatano.


Ricorda, viandante che vai sulle vie del Sovrano
sii pronto ad accogliere la morte.
ciò che tu sei, io ero
ciò che io sono, tu sarai
che s'io posso esser polvere, tu pure puoi...



Oscurato dalla luce improvvisamente fioca, il volto del Pontefice era quello del Sovrano in terra. La maschera che nella penombra sembrava fondersi con i suoi lineamenti era diventata il suo vero volto, e la carne al di sotto di essa nulla era invece il simulacro. Il coro raggiunse il suo culmine, una nota finale che parve riempire l'aria di qualcosa di celestiale, di enorme, in grado di spazzare via ogni senso di sé, lasciando spazio soltanto per il volere del Sovrano, Dio degli uomini e guida di popoli...

 
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