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Sacramento di Unica Vera Fede

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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 9/4/2012, 14:34 by: PARACCO TRAVESTITO ALOGENO




Eccolo lì, finalmente. Aveva atteso del tempo prima di rientrare a Basiledra, perchè aveva paura della reazione che avrebbe potuto avere. Cosa avrebbe provato, una volta arrivato lì dove il potere del Sovrano era più forte; lì, dove convergevano le fauci del Leviatano, pressando con forza titanica su coloro che si trovavano nella capitale. I corvi erano ora presenti nella vita cittadina, prendendone parte come se vi fossero sempre stati. E forse - Aang ne era dannatamente sicuro - era davvero così. L'imponente cattedrale che si stagliava di fronte la piazza del Re ne era prova tangibile.

Prima di tornare finalmente al sud era passato ancora una volta dai Picchi Innevati, facendo fede al suo dovere e risolvendo quei problemi che richiedevano la parola di un Consigliere. Era stato lì che aveva ricevuto l'invito, esteso a tutta la nobiltà del Nord, di presenziare alla prima, vera, cerimonia del culto del Sovrano. Shakan non si vedeva da qualche giorno, ma Aang non ne sentiva la mancanza: nella loro ultima chiacchierata era stato chiaro, cristallino. Il monaco avrebbe preso le sue decisioni, avrebbe agito, avrebbe forse sbagliato, ma da solo.

« Così sia. »

Sussurrò, di fronte i pesanti portoni della cattedrale. Per l'occasione aveva messo le sue vesti migliori: fasce di tessuto color panna avvolgevano il suo corpo esile, cornice di quella - di un blu pacato - che gli si incrociava sul petto. Il capo glabro era scoperto, lasciando in bella vista i tatuaggi di un vistoso celeste, una freccia aguzza che si ripeteva sui dorsi delle mani affusolate. Finalmente senza gli opprimenti cappotti di lana e le palandrane di pelliccia, Aang si sentiva più leggero, ma non per questo meno insicuro. Inspirò a fondo, battendo il suo fedele bastone sul marmo lucente del pavimento, poi entrò.

...

La cerimonia fu lunga e tediosa per il monaco: all'apparenza sembrava un ruscello tranquillo, limpido come un cristallo, ma sotto la superficie era nervoso e contratto. Aveva preso posto vicino il suo signore, che aveva seguito la cerimonia sussurrando le litanie del Corvo con regolarità. Aang si era limitato a chinare il capo nei momenti adatti, imponendosi la calma e ascoltando tutto con una pazienza che non credeva nemmeno di possedere. La sua commedia durò finchè Zeno - Pontefice del Sovrano - non mise fine a quella tortura, sancendo la fine della funzione con l'ennesimo canto corale.

Finalmente..

Diversi uomini ne approfittarono per avvicinarsi a Shakan, ma questi prese congedo da tutti loro con calma marziale, iniziando a incamminarsi per la navata a passo veloce, quasi temendo di essere interrotto l'ennesima volta. Aang, sempre attento alle formalità che gli competevano, lo seguì distanziandolo di un passo, camminando alla sua destra. Attraversarono mezza navata, quando lo Spettro rallentò, fin quasi a fermarsi. Anche il monaco ora, guardava nella sua direzione.

Quella è..

Il suo signore lo cercò con lo sguardo, facendogli cenno di avviarsi in quella direzione, iniziando a camminare senza assicurarsi che avesse seguito il suo ordine: Aang fu rapido ad accodarsi, tenendo sempre gli occhi sulla creatura che aveva attirato le loro attenzioni. Al loro fianco, il monaco riconobbe e salutò Gaara.

« I Canti d'oriente intonano delle tue grazie, Regina... »
« ...posso omaggiarti dei miei complimenti? »

Aang chinò il capo, atteggiandosi in un breve ma evidente inchino.
Quella - si disse - doveva essere davvero Lady Dalys. Può un uomo o una donna che sia, andare incontro a un cambiamento così formidabile?

La disperazione che ardeva inestinguibile nei suoi occhi era sparita, sommersa da una regalità che stordiva coloro che avevano l'onore di subire il suo sguardo. Tutto, dalla sua postura allo schiudersi delle sue labbra, dall'ammiccamento dei suoi occhi ai movimenti controllati delle mani, ispirava sicurezza e rispetto. Una donna ben diversa da quella che Aang ricordava a Porto Oscuro: seduta al limitare di una piazza di mercato, sporca di fango e sangue, gli occhi ricolmi di una disperazione senza voce.

Nonostante i suoi pensieri il monaco rimase in perfetto silenzio, lasciando ovviamente la parola al suo signore. La curiosità del ragazzo venne presto catturata da uno degli accompagnatori della Regina d'Oriente: un costrutto, un golem, un artefatto animato. L'ultima volta che il Manipolatore si era imbattuto in una di quelle cose - a Barta - era stato preso di forza e sollevato sulle sue spalle possenti, quindi ne aveva un ragionevole timore. Deglutì inutilmente nella gola secca, ma continuò a rimanere in silenzio, limitandosi ad assottigliare lo sguardo e a seguire la conversazione. Quasi un golem lui stesso, non avrebbe portato disonore al suo nuovo ruolo per colpa delle sue paure.



Aang conosce Dalys in seguito agli eventi della quest "Figli di un mondo ingrato: atto III"
 
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37 replies since 8/4/2012, 07:17   1773 views
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