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Sacramento di Unica Vera Fede

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Verel
view post Posted on 10/4/2012, 10:24 by: Verel




Poteva sentire i cori.
Era una melodia strana, ipnotizzante. Circondava ogni atomo del suo essere, lo percuoteva. Qualcosa di maestoso ed imponente nel flusso dei canti lo invitava a raggiungerlo, era come una promessa. Vieni, e ti darò ciò che cerchi.

sacramento

Quando Verel entrò nella Cattedrale, seppe per certo che
tutto ciò che pensava di sapere sul Toryu
era cambiato.

Il monumento di pietra che era la Cattedrale era un organo, vivo e pulsante. Era la nuova vita, rappresentava ciò che è nuovo, ciò che è giusto. Era la fede fatta pietra, la fede fatta vetrate. Grande, grandissima. Esisteva solo lei, e tutto ciò che scemava dentro ed attorno non importava. Verel era ancora avvolto dai canti che risuonavano in modo soave tra le mura. Il vociare dei presenti era solo un piccolo elemento di disturbo in quella opera.
Opera così piena di menzogna.
Verel quel giorno indossava una lunga mantella nera ornata da arabeschi argentei che ricadeva fino alle ginocchia. Il suo movimento ondeggiante mentre il ragazzo faceva i primi passi all'interno della struttura non faceva che sottolineare la mancanza del braccio destro. Tuttavia Verel non se ne curò, impegnato com'era ad osservare. Con l'unica mano andò ad accarezzare l'elsa di Narada, lasciandosi rassicurare dalla sua presenza. Si, perché era quasi spaventato da quel luogo. Era così pieno di misticità che il ragazzo si trovava incerto se credere o meno che tutta quella fosse opera del Sovrano. No, il Re è morto. Il Re è Sennar. Ray non è qui.
Fu in quell'istante che vide Shakan, e vide Dalys. Lei la riconobbe appena. La prima volta la aveva vista come una mera immagine illusoria, e niente più. Tuttavia sapeva che era lei, che era la donna che aveva causato tanto sfacelo e morte durante la spedizione.
Verel chiuse gli occhi, e cercò di non vedere nessuno.
Quello non era il suo mondo
non erano i suoi affari.
Rimase nell'ombra, appena affianco della grande entrata. Era solo lì per assistere, non per parlare, o per dei stupidi giochi di potere. Se in quel momento si fosse avvicinato, non ne avrebbe ottenuto nulla, ne non delusione. Stette fermo, concentrandosi sul cantico che veniva intonato dal Corvo.

Ricorda, viandante che vai sulle vie del Sovrano
sii pronto ad accogliere la morte.
ciò che tu sei, io ero
ciò che io sono, tu sarai
che s'io posso esser polvere, tu pure puoi...


Erano parole crudeli, non erano le parole adatte ad un Dio, si disse Verel. Eppure quella società si fondava su un culto fatto di mistero ed ignoranza. Pregate il Dio! dicevano. Ma il Re è morto. Non è un Dio.

Ed io non prego i morti.
Tutto ciò che voglio è ricordarli.

 
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37 replies since 8/4/2012, 07:17   1773 views
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